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L'Esercito della Repubblica

Sociale Italiana

UN ALTRO ESERCITO AL NORD

Mussolini lo aveva annunciato il 18 settembre da radio Monaco, subito dopo la liberazione dal Gran Sasso, che avrebbe costituito
al Nord un nuovo partito fascista e un nuovo ordine statale. Il 23 e il 28 si riunisce per la prima volta il governo del futuro Stato
Nazionale Repubblicano (diventer dal 25 novembre 1943 Repubblica Sociale Italiana ). Contemporaneamente viene dato incarico
al generale Graziani di costituire il nuovo Esercito Repubblicano. Dal 27 settembre 1943, nasce ufficiosamente anche lesercito
della R.S.I. Ufficiosamente non Ufficialmente poich solo un pensiero sulla carta. Il decreto effettivo di costituzione porta la
data di 1 mese dopo e abolisce il Regio Esercito dando valenza di costituzione al nuovo retroattivamente al 9 settembre (art. 1-2
anche per motivi amministrativi). Il nuovo esercito repubblicano finir col contare (tenendo conto anche dei lavoratori
militarizzati* ma qualcuno dice di pi) oltre mezzo milione di uomini fra volontari e giovani di leva. http://web.tiscali.it/RSI_ANALISI
/verbali.htm verbale seduta del 23 settembre, verbale 28 . Se da parte di molti ufficiali c una adesione ideologica, una vergogna per il
voltafaccia del Re, non cos per la truppa. Se si considera che per ottenere un soldato appena presentabile ci vogliono almeno 6
mesi, qui si rischiava di veder finire la guerra prima di avere in linea le 9 divisioni programmate. I soldati vanno vestiti, armati e
rifocillati tre volte al giorno. Gli unici veramente in linea, per dirla su quella del fuoco, sono per diversi mesi quei pochi
battaglioni passati armi e bagagli dal Regno alla Repubblica (ma sarebbe meglio dire al Reich non essendo neanche sotto
lautorit di Graziani) come il Principe Junio Valerio Borghese e la sua Decima a La Spezia (Gi il 14 settembre Borghese stipul
con i tedeschi un accordo che riconosceva lesistenza della Decima e le concedeva ampia autonomia) o come il Maggiore Edoardo
Sala che, con il III Btg del 185 Rgt Paracadutisti, gi nel settembre combatteva in Calabria a fianco dei tedeschi. La storia del
Magg. Rizzatti e del suo XII Btg della Div. Nembo che non si arrende l'abbiamo gi narrata. Alcuni Battaglioni della Milizia, i
sommergibilisti di Bordeaux e tanti altri sparsi un p qui un p l per l'Europa si aggregano. Ma sentiamo da Ho difeso la
Patria di Graziani come si era giunti a questa scelta (passi evidenziati). Dal Febbraio del 41, da quel giorno che l'armata d'Africa
si sciolse letteralmente nelle sabbie, di Graziani si erano perse le tracce. Se ne stava chiuso nella sua tenuta agricola in provincia di
Frosinone ad allevare cavalli e non era per nulla informato, come dice lui, degli sviluppi della crisi politica. Nei giorni
dellarmistizio era venuto ai ferri corti coi tedeschi per il furto di tutti i suoi automezzi. Quando chiese di essere ascoltato da
Il 20 novembre 1943 nasce la Guardia Nazionale
Repubblicana (GNR), con a capo Renato Ricci: formata Kesselring, gli venne risposto picche. Interno dambasciata tedesca (23 settembre 43):
dalla M.V.S.N., dallArma dei Carabinieri ( Il Consiglio dei
Ministri del 27 ottobre aveva stabilito che Restano in servizio per il
mantenimento dellordine pubblico i Carabinieri e la Guardia di
Finanza) e dalla Polizia dellAfrica Italiana (P.A.I.)

... Ripristinando lonore, metteremo mano alla


costruzione delle nuove milizie del popolo italiano,
modernamente armate, idealmente partecipi di una fede e
di una volont. Ufficiali e soldati ancora una volta il
destino vi offre una possibilit e vi schiude le porte. La
vostra risposta decider sulla sorte delle generazioni
venture. Con laiuto di Dio e con la purezza dei nostri
cuori, noi supereremo vittoriosamente la prova. Viva
litalia Graziani

Era la prima volta che li vedevo, Rahn e Wolff, urlavano come degli ossessi. Tirato per la giacchetta, dalle minacce di Rahn
Graziani acconsent a guidare un futuro esercito. Dal 23 settembre al 1 ottobre ebbi i primi contatti col Maresciallo Kesselring.
Egli chiedeva tre cose: limmediato disarmo dei carabinieri di Roma 30.000 uomini subito per il servizio lavoro sgombero
al nord di tutti gli ufficiali.unaltra richiesta era il giuramento del nuovo esercito sia al Duce che a Hitler. Graziani non ci dice se
questa volta pone le condizioni di accettazione in cambio del camion che gli hanno trafugato, sarebbe stata loccasione per far
fare ai tedeschi la stessa figura degli italiani, almeno sul piano formale (son quelle piccole soddisfazioni che valgono una vita).
Depennate tutte le assurdit tedesche il 27 settembre Graziani si rivolge in Radio al popolo italiano e termina . Ripristinando
lonore, metteremo mano alla costruzione delle nuove milizie del popolo italiano ,... Con laiuto di Dio e con la purezza dei nostri cuori, noi supereremo
vittoriosamente la prova. Viva litalia Il 1 ottobre il Maresciallo Graziani parla al teatro Adriano a Roma davanti a 4000 ufficiali. Il suo

discorso alla radio fa si che il Teatro Adriano abbia il tutto esaurito. Le foto ci mostrano la sfilata fino allaltare della patria dove
Graziani affiancato da Ricci sotto una insistente pioggerella. Nei giorni successivi 62.000 ufficiali sottoscrissero il giuramento di
fedelt alla R.S.I. Sempre dalle sue memorie. Il 13 ottobre partivo dal campo di Guidonia diretto al quartier generale del
Fuhrerentrati nel tema della ricostruzione delle Forze Armate proposi che venissero tratti dai campi di concentramento gli
elementi volontari necessari per un certo numero di divisioni

Tre giorni dopo il generale Emilio Canevari, segretario generale del Ministero della Difesa, concordava i piani attuativi. Con 3
mila uomini per divisione (delle prime 4 in progetto) raccolti nei campi si dava lavvio alla prima fase di addestramento diretto da
parte dei tedeschi. Dopo di ci, a gennaio 44, sarebbero affluite dallItalia altre reclute. Dopo 6 mesi di addestramento i reparti
sarebbero rientrati in Italia lasciando in loco nuovi istruttori per la seconda quaterna di divisioni (pronta per maggio 1945 !!). La
prima ad essere promossa fu la Divisione Alpina Monterosa nel campo di Munzingen. Il Duce stesso vi si reca in visita a met
luglio (i17 l' Italia, il 18 la San Marco e il 19 la Littorio). A scaglioni, a partire da fine luglio, cominciano i rientri reparto
per reparto, divisione per divisione. La divisione Italia, la nuova divisione Bersaglieri della RSI rientrava per fine addestramento
solo a met dicembre 1944. A fine anno era dislocata: in varie localit della provincia di Parma. Il generale Guido Manardi primo
comandante allatto del rientro dalla Germania avevo ricevuto da Graziani esplicita assicurazione che lattivit bellica si
sarebbe espletata unicamente sul fronte di combattimento contro forze nemiche regolari. Nel freddo inverno del 44 la divisione
Con gli italiani in Germania si apriva un altro dolente capitolo, viene schierata in Garfagnana. Dallaltra parte gli americani. La sera del 27 aprile 1945 lavanguardia dei bersaglieri discesa verso
la pianura parmense incrocia a Medesano i Brasiliani che stanno percorrendo la pedemontana appenninica emiliana, ma ormai la
quello dei rapporti allinterno della struttura militare.
"Nellesercito tedesco poi gli ufficiali diceva un coscritto guerra finita.
hanno i diritti e i doveri come tutti i soldati, vestono di quel
che vestono i soldati... Quando ripenso, appunto, vedendo Il primo bando di arruolamento arriv il 4 novembre con il richiamo alle armi delle classi 1924 e 1925 (il 23 era gi coscritto
dallestate se non era scappato). I giovani si trovano ad un bivio e devono scegliere ne va dell'onore, della famiglia, della vita,
ci, ai nostri ufficiali, mi viene da ridere, proprio mi
degli affetti, non facile. Molti scelgono di arruolarsi, altri lo evitano con lesonero per i motivi pi diversi, altri, non molti
sembrano tanti manichini da esporre in vetrina, Sono
capaci di eleganza, ruberie e soprusi di ogni genere, anche allinizio, prendono la decisione di nascondersi, di darsi alla macchia. Chi si presentato intanto vede il da farsi, per scappare fa
sempre in tempo (se resta in Italia). Graziani, il 15 novembre, visti i vuoti decide di radiotrasmettere un messaggio di incitamento
per il rancio nessuna distinzione, persino i generali
mangiano il rancio preparato per la truppa e in ugual dose. allarruolamento "Giovani soldati! Voi non potete titubare nella scelta, voi che sentite fortemente battere nel vostro petto il cuore della
Patria che vi chiama, e vi indica la giusta e vera via da seguire. Vi attendono le vostre bandiere e i vostri capi legittimi. Vi attendono
Sola differenza che questi comandano e gli altri
ubbidiscono. Con questo sistema, quel che sembrerebbe anche gli alleati germanici a combattere ancora una volta al loro fianco e ci restituiranno cos la fiducia tradita non dal popolo, ma
rigidissima disciplina, diventa automaticamente la cosa pi da chi doveva tutelare lintegrit e la lealt dei patti sacrosantamente sanciti". Di verificare la volontariet degli internati ad aderire
naturale di questo mondo; quando il soldato trattato da ad una costituenda divisione non si parlava. Ai tedeschi facevano troppo comodo gli italiani come operai. Mussolini in un
soldato nel vero senso della parola, e non da schiavo e
telegramma al Fuhrer il 29 novembre: "Nellaccordo firmato nellottobre scorso dal generale Canevari era stabilito che la prima delle
straccione come eravamo trattati noi, tutto diventa
quattro divisioni del nuovo esercito repubblicano dovesse essere costituita dalle truppe internate ora in Germania. Fu costituita a
piacevole e sopportabile".
questo scopo una missione militare permanente alle dipendenze del generale Canevari . Mi si comunica ora la decadenza
dellaccordo. Vi chiedo Fuhrer, di confermare urgentemente questo accordo e cio che la prima delle quattro divisioni sar costituita
dai migliori soldati ora in Germania. Date o Fuhrer, a questi uomini, e a coloro che desiderano volontariamente farlo, lonore di
combattere, ed eviterete cos, Fuhrer, la grave umiliazione che inevitabilmente deriverebbe dal fatto che mentre i traditori stanno
costituendo un esercito per gli anglo-sassoni, lItalia repubblicana non pu fare altrettanto. Sono sicuro Fuhrer, che Voi, con il Vostro
profondo senso politico, verrete incontro al mio desiderio che rafforzer anche lautorit del mio governo e la fiducia del popolo".
I tedeschi erano molto perplessi a 3 mesi dallArmistizio della situazione italiana. Non vedevano nessun spirito Repubblicano fra
quegli Ufficiali che avevano giurato al Re, peggio ancora per quelli internati, le badoglientruppen. In una riunione che dur
cinque ore furono prese le seguenti decisioni: inviare in Germania le reclute per formare quattro divisioni e soddisfare le richieste
dei tedeschi di 12.000 uomini per la X armata, 18.000 per la XIV armata, 43.000 per laviazione il che sarebbe stato fatto non
appena possibile. Dunque la riunione si chiuse con laccettazione formale di Mussolini dei protocolli di Berlino. Mussolini temeva
che molti sarebbero saltati dal treno prima della frontiera del Brennero.

A milioni di individui rastrellati nell'Europa occupata fu imposto il


lavoro coatto sia attraverso la leva militare di classi abili, sia tramite
la mobilitazione civile che coinvolse uomini, donne e ragazzi. Anche
per questo furono chiamati "Gli schiavi di Hitler" .

I SOLDATI OPERAI

Sauckel verr impiccato a Norimberga

i tedeschi avevano da anni avviato una grande campagna per attrarre operai in Germania. LItalia aveva partecipato con quasi
100.000 persone fra uomini e donne. Agli emigrati si aggiunsero, nel '44, 74.000 operai volontari o
rastrellati in Italia (per un decimo donne), cos da raggiungere le 170.000 unit presenti a fine guerra. I
lavoratori volontari erano anche al seguito diretto delle FF.AA. germaniche (Wehrmacht, Luftwaffe, Flak,
nebbiogeni vedi richieste sopra) o della "Todt", l'armata dei lavoratori di Sauckel, in Italia. Ladesione
alla Todt suppliva a una eventuale renitenza alle chiamate della leva della Rsi (leve nuove e richiamati).
Con lo stesso sistema una similare organizzazione repubblichina veniva gestita dal Gen. Francesco
Paladino (Ispettorato Militare del Lavoro) che raccolse uomini fra i renitenti. Nella primavera del 1944
erano gi operanti oltre 50 battaglioni. Essi rimasero in servizio fino allultimo e dettero anche un
contributo di sangue: oltre 100 morti e 560 feriti. Si calcola che abbiano fatto parte dellarma del genio
della RSI oltre 300.000 uomini.
Dal discorso di Mussolini del 16 dicembre 1944 al Teatro Lirico di Milano: .... Non posso, per evidenti ragioni, scendere a
dettagliare le cifre nelle quali si compendia l'apporto complessivo, dal settore economico a quello militare, dato dall'Italia. La nostra
collaborazione col Reich in soldati e operai rappresentata da questo numero: si tratta, alla data del 30 settembre (44), di ben 786.000
uomini. Tale dato incontrovertibile perch di fonte germanica. Bisogna aggiungervi gli ex-internati militari: cio parecchie centinaia
di migliaia di uomini immessi nel processo produttivo tedesco, e molte altre decine di migliaia di italiani che gi erano nel Reich, ove
andarono negli anni scorsi dall'Italia come liberi lavoratori nelle officine e nei campi.
L'Armata Paladino

http://digilander.libero.it/lacorsainfinita/guerra2/personaggi/paladino.htm

MOSTRINE DELLA REPUBBLICA


SOCIALE ITALIANA
dall'alto in basso da sinistra a destra: fanteria, alpini,

carristi, artiglieria, genio 2a, automobilisti,


bersaglieri, camicie nere, cavalleria, artiglieria alpina,
chimici, paracadutisti, servizi, genio prima versione,
sanit, amministrazione, sussistenza, giustizia,
artiglieria 1a, distrettuali, veterinari, commissariato,
chimici 1a, rimonta equini.
http://www.controstoria.it/RSI/ministero_difesa_nazionale.htm

Forze armate della R.S.I.

ESERCITO REPUBBLICANO, GRANDI UNITA'


E REPARTI NON INDIVISIONATI

GRANDI UNITA'
DIVISIONE MONTEROSA
DIVISIONE LITTORIO
DIVISIONE S. MARCO
DIVISIONE ITALIA

ALTRE FORZE ARMATE DELLA


R.S.I.
http://www.feldgrau.com/rsi.html

Marina Repubblicana
Forza dichiarata: 26.000 uomini.

Aeronautica Repubblicana

Forza dichiarata: 73.000 uomini compreso la Folgore

Repubblica Sociale Italiana (Italian Social Republic)

The first new unit to be formed was the Italian Parachutists Volunteers Group, formed by elements of the ADRA, 10th Arditi Rgt, 17th, 18th and 20th
"Ciclone" Battalions, 12th and 8th 3rd "Nembo" Battalions and a replacement unit of the "Nembo" then training at Viterbo. Renamed Parachutist Group
"Nembo", the unit was assigned to the 2nd Fallschirmjaeger Div. One company of the 10th Arditi Rgt entered too in the 2nd FJ as its recce units, and
followed this German Div in Russia and then in Holland, where it fought in the Market Garden operation.
The "P" Battalion of the Navy entered in the 10th Naval Infantry Division (a kind of "private army" inside the RSI forces Decima mas), and fought with
them on the North-Eastern border against the Yugolsvian 5th Korpus. Meanwhile over 1200 other parachutists regrouped at Spoleto with the 4th FJ Div,
were they were re-trained to use German parachutes. A group (about 150) of them were trained as instructors at the Fallschirmschule N.4 of Freiburg
(Germany), while several officers underwent specialized tactical training at the Waffenschule fur Fallschirmtruppen of Le Courtine, near Avignon (France).
From this men was recruited an Independent Parachutist Battalion "Nembo", that fought very creditably against the Allied at Anzio, losing over 70% of its
strenght. On December 1943 the Parachutist School of the RSI was formed at Tradate, toghether with the Air Force Arditi Parachutist Group (Air Force,
also called the "Azzurro" -blue-Battalion) with 4 parachutist companys and an HQ company.
On April 1944 the Parachutist Rgt "Folgore" of the RSI Air Force was formed. Its 1st ("Folgore") and 2nd ("Nembo") Battalions come from the
abovementioned Parachutist Group "Nembo", that was disbanded, and the 3rd ("Azzurro") Battalion was the Air Force Arditi Parachutist Battalion. A 2nd
Parachutist Rgt "Nembo" was later formed, organized on the 4th "Ciclone", 5th "Fulmine" Battalions and the light AA-AT Arty Battalion "Uragano". Two
Glider Guastatori Battalions (6th "Aquila" and 7th "Turbine") were planned, but never formed. A small number of operatives were parachute-trained for
the Defence Intelligence Service (SID - Servizio Informazioni Difesa) of the RSI, and even several girls of the Women Auxiliary Service (SAF - Servizio
Ausiliario Femminile) were part of the support and HQ units of the "Folgore", and parachute-trained.

Divisione San Marco -Fanteria di Marina


"Iterum rudit leo"

La Divisione Fanteria di Marina San Marco venne istituita in Germania, nel campo di addestramento di Grafenwher, con i
volontari IMI provenienti dai Lager e con quelli volontari di leva provenienti dall'Italia nel marzo-aprile 1944. La Divisione era
forte di circa 16.000 uomini e 600 ufficiali ed assunse il nome di "San Marco", il 21 aprile 1944 comandante Gen. Princivalle dal
28/11/1943 al 23/8/1944 poi Amilcare Farina dal 23/8/1944 al 30/4/1945. L'addestramento fu diretto da ufficiali e sottufficiali
italiani, sotto la supervisione germanica. Nei primi giorni dell'agosto 1944, dopo la consegna della Bandiera da Combattimento ai
Rgt. effettuata direttamente dal Duce il 18 luglio, la Divisione torn via ferrovia in Italia, ove venne dislocata in Liguria da
Arenzano a Capo Berta, per una estenzione di 75 Km. Il comando fu ad Altare e qui il Generale Farina fece costruire il cimitero

Guardia nazionale repubblicana o


G.N.R.

Forza dichiarata: 140/150 mila uomini. Costituita il 20 novembre


1943, fu la prima superpolizia del partito

della Divisione, le Croci Bianche. La S. Marco faceva coppia con la Monterosa in previsione del paventato sbarco che avvenne poi
in Provenza. Due soli battaglioni per vennero impiegati in prima linea; il 2 del 6 Rgt. ed il 3 del 5 Rgt. Il primo in Garfagnana
con la Monterosa, che partecip anche all'offensiva di natale Wintergewitter ed il secondo all'Abetone dove rimase combattendo
fino alla fine del conflitto. Il resto della Divisione rimase a controllare le grandi vie di rifornimento per il Fronte e fu suo malgrado
invischiato nelle maglie della lotta contro i partigiani. Il 23 aprile 1945 il grosso della Divisione, in base all'ordine relativo
all'operazione "nebbia artificiale" inizi la ritirata che si concluse il 30 aprile 1945 sul Ticino. Singolare la sorte di alcuni mar del I Btg
del 5 Rgt che caddero prigionieri nei pressi di Albisola Superiore il 27 aprile 1945. Essi, dopo varie peripezie, furono utilizzati, armati, in servizi di ordine
pubblico in Savona stante la carenza di carabinieri disponibili. Lo dispose il Questore di Savona in accordo col Governo Militare Alleato (A.M.G.) In divisa, con
le mostrine rosse col leone di San Marco, essi svolsero tale compito dai primi di Giugno al 23 luglio 1945. Furono, quindi, gli ultimi militari della R.S.I. rimasti
in armi con le loro divise. (Vedi ACTA, dellIst.Storico R.S.I. n. 45 Maggio-Luglio 2001). La Divisione ebbe 1950 caduti, la met della quale uccisi

dai partigiani ad armi rese.

Decima Mas
(Com. Principe Junio Valerio Borghese )
Forza dichiarata: 10.000 uomini (stimata il doppioo) fu riconosciuta
fin dal 14 settembre con un vero e proprio accordo italo-tedesco.
Considerato un esercito a se stante con tutte le armi aveva di base
6 battaglioni (Barbarigo che combatte a Nettuno, Fulmine, Freccia
Genio, Valanga guastatori alpini, Sagittario in Veneto, Lupo sul
Senio) 1 reggimento artiglieria gruppi Colleoni, da Giussano e San
Giorgio e reparti sciolti come l'NP Nuotatori par sul Senio,
Ardimento, Longobardo, Pegaso, Risoluti, Serenissima, Vega .......

Brigate nere (Com. Alessandro Pavolini)

Divisione Littorio
Riassunto da http://www.italia-rsi.org/farsilittorio/farsilittorio.htm di Bruno De Padova

Junio Valerio Borghese "in ogni guerra, la questione di fondo non tanto vincere o perdere, vivere o morire, ma di come si vince, di
come si perde, di come si vive, di come si muore"

Forza dichiarata: 110.000 uomini.


Le Brigate nere vennero create il 30 giugno 1944 trasformando il
In base agli accordi tra il gen. Keitel e il maresciallo Graziani le quattro Divisioni RSI seguendo i sistemi darmamento e
Partito fascista in organismo militare; vi dovevano appartenere tutti
gli iscritti al Partito fascista repubblicano di et fra i 18 e i 60 anni,
daddestramento germanici, si perfezionarono ad Heuberg l ITALIA (Bersaglieri), a Grafenwohr la SAN MARCO (FM.), a
non appartenenti ad altre forze ausiliarie. Le Brigate nere erano Munzingen la MONTEROSA (alpina) e, infine, a Sennelager la LITTORIO (granatieri e alpini): ne assumeva il comando, in fase
39, ognuna corrispondente ad una provincia. Ciascuna portava il
di organizzazione il generale Tito Agosti, marchigiano, pluridecorato della Grande Guerra, poi combattente in Africa
nome di un caduto fascista: furono destinate esclusivamente alla
settentrionale catturato dagli inglesi, ma scambiato prima dellarmistizio. Circostanza questa che gli permise, dopo l8 settembre,
lotta contro i partigiani.

di aderire alla R.S.I. "Quando nel campo di concentramento di Coltano le porte si stavano schiudendo per la quasi totalit dei
prigionieri e si profil agli ufficiali comandanti, e per quelli di grado elevato, il processo, a coloro che andarono per salutarlo per
il commiato, il generale Agosti disse: IO NON PERMETTERO CHE UNA BANDA DI TRADITORI MI PROCESSI PERCHE RISPONDA DEL
Forza dichiarata: 2300 uomini. La Muti aveva sede a Milano nella
MIO OPERATO. Quella frase trov, qualche mese dopo nei carcere militare di Forte Boccea in Roma, la sua completa e tragica
caserma Solinas ed era composta da due unit: il battaglione mobile
spiegazione allorch Tito Agosti si tolse la vita raggiungendo cos il 27 gennaio 1946 i Caduti della sua Divisione.
che operava nelle vallate per i rastrellamenti e quello che presidiava
Milano. Il reparto era noto per le torture ai prigionieri, le estorsioni Sulla fronte delle Alpi occidentali la Littorio assunse la linea di combattimento il 3 dic. 1944 e la sua dislocazione si snod dal
e i saccheggi (da non confondersi col battaglione Muti di Firenze)
Col del Ferro e dal Passo del Puriach alla Valle Susa e sopra Bardonecchia, oper in collaborazione con i Bgt. Alpini e
dArtiglieria da Montagna ivi dislocati della Monterosa, sestese in Val dIsre, sul Piccolo S.Bernardo ed a Col de Seigne.
Ovunque imped che le truppe statunitensi e quelle francesi degaulliste potessero penetrare e poi dilagare nel Piemonte e
nellAostano.
Servizio Ausiliario Femminile e SS

Legione autonoma mobile Ettore Muti

trattate in capitoli a parte

I Battaglioni costieri e lartiglieria costiera

(50.000 uomini)
I Btg costieri furono 17, ivi compresi i 4 Btg del 3 Rgt bersaglieri di Milano, che ebbero i numeri da I a IV. Anche il Btg
bersaglieri Mussolini schierato sul fronte orientale, vi fu compreso col numero XV. Il XVI fu denominato XVI Btg alpini Julia
e difese Fiume. Ebbero sorti diverse ma, in massima parte, furono in linea fino alla fine di aprile 1945. Furono 17 invece i Gruppi
di artiglieria costiera. Essi operarono alle dipendenze delle Grandi Unit schierate sulle coste o dei comandi di settore di difesa
costiera.

Divisione Alpina Monterosa

Dopo laddestramento nel Wurtemberg e la rassegna del 16 luglio 1944 a Munzingen da


parte del Duce, la Monterosa ritornava in Italia. Il suo organico 2 reggimenti battaglioni
Aosta, Bassano e Intra, Brescia, Morbegno e Tirano battaglione complementi Ivrea. In
seguito, entrarono a far parte della divisione: il battaglione Cadore; il 1 reggimento
artiglieria (Aosta, Bergamo e Vicenza e Mantova); il gruppo esplorante divisionale
composto da bersaglieri. I comandanti della divisione furono: il generale Mario Carloni dal
16 luglio fino al 20 febbraio 1945; il colonnello Giorgio Milazzo fino al 28 aprile 1945.
Appena rientrata in Italia (fine luglio), la divisione fu incorporata nell'armata Liguria. La
difesa dell'arco alpino era sostenuta dal LXXV corpo d'armata tedesco con le sue divisioni
alle quali si aggiunsero i reparti della Monterosa, della divisione Littorio, di alcune unit
In questottica rientrano le azioni contro le formazioni della Xa MAS, i Cacciatori delle Alpi e il 10 gruppo alpino. Il 1 reggimento Alpini occup
il sottosettore da Nervi a Sestri Levante con i battaglioni Aosta, Bassano e Intra, il 2 regg.
partigiane che presidiavano i valichi appenninici. (I
comandanti militari dellesercito dellRSI erano spesso alpini quello da Sestri Levante a Levanto con i battaglioni Tirano, Morbegno e Brescia.
combattuti tra la necessit di stroncare la guerriglia in Alla divisione fu anche assegnato il compito di proteggere le vie di comunicazione fra la
Liguria e la pianura padana dalla quale affluivano i rifornimenti. In questottica rientrano le
modo definitivo o comunque ridurla drasticamente anche
azioni contro le formazioni partigiane.............. Il 15 Agosto 1944 a sorpresa gli Alleati
con i mezzi meno legali o evitare, ma non si sa in che
danno il via alloperazione Anvil - Dragoon (sbarco inaspettato in Provenza) Il sistema
modo, lo scontro coi ribelli. Questo dilemma si trascin
difensivo tedesco cedette rapidamente e gli anglo americani puntarono verso nord.
a lungo tanto da creare incertezze e crisi di coscienza.
Divenuto improbabile un attacco verso la Liguria, fu deciso di presidiare il settore alpino
culminate con il passaggio quasi completo del btg. di
sul confine francese. La maggior parte dei battaglioni alpini della divisione vennero per
formazione Vestone ai ribelli).
trasferiti sulla Linea Gotica, sulle Alpi Apuane, che sempre montagne erano. Proprio nel fronte della Garfagnana ebbe luogo
l'unica offensiva invernale che costrinse il nemico alla ritirata. L'operazione, denominata Wintergewitter, fu attuata con l'impiego
dei seguenti reparti: italiani, Btg. Intra, Gruppo Esplorante Bersaglieri Cadelo, il Battaglione della S. Marco, Compagnia
comando regg. del 1 Regg. Alpini, il Btg. Brescia; tedeschi 1 e 2.Btg. del 285 Regg. Granadier della 148 Infanterie Division di
montagna, il Btg. Mittenwald, un Btg. Mitraglieri e un reparto della divisione Italia che stava prendendo posizione. Il fronte, dopo
la battaglia di Natale, si stabilizz fino a primavera. A met Aprile 1945 quando il fronte fu
sfondato nel settore di Bologna anche le truppe italo-tedesche dell'Armata Liguria ebbero
l'ordine di ripiegare verso il Po. Le forze della Monterosa rimaste in Garfagnana si
ritirarono con continui combattimenti, subendo forti bombardamenti aerei e ripiegarono

attraverso il passo della Cisa, finendo il 28 Aprile nella sacca Fornovo. Sui passi delle Alpi
alcuni reparti, essendo troppo lontane le forze americane, dovettero arrendersi ai partigiani,
con garanzie di messa in libert, purtroppo in molti casi violate, tanto che 129 sono i Caduti
uccisi dopo il 25 Aprile 1945. La 1a e 2a batteria del Gruppo Mantova, schierata a La
Thuile in difesa del Passo del Piccolo San Bernardo, respinse il 26 Aprile un attacco francese
e rimase sulle posizioni, arrendendosi solo l'8 Maggio agli americani sopraggiunti dalla
pianura.

Si costitu a Cremona nellottobre 1943 per opera del Ten.Col.


Bartolomeo Fronteddu che riun sotto le mostrine bianco-rosse della
gloriosa Brigata Sassari circa 500 uomini. Nel dicembre 1943 fu
inviato a Pola dove prest servizio fino al 3 maggio 1945.

REGGIMENTO PARACADUTISTI FOLGORE

Da Bunker Africano: L'ultimo atto della disperata difesa della capitale


ebbe per scenario, il 4 giugno 1944, la tenuta Vaselli a Castel di
Decima dove il 1 Battaglione affront e respinse gli Sherman del 46
R. T. R. Nei duri combattimenti persero la vita numerosi paracadutisti,
veterani di guerra come il Maggiore Rizzati comandante e giovanissimi
volontari. Sala non esit a prendere il comando del battaglione,
portandolo vittoriosamente al contrattacco, arrestando il tracotante
attacco inglese, intenzionato ad occupare Roma dal sud e ribaltando
una situazione tattica ormai disperata. Un atto di valore che gli valse
l'assegnazione di una quarta medaglia d'argento ed una croce di ferro,
oltre che la promozione a maggiore. Sala Intervenuto con il nucleo di
riserva (60 uomini), centr con un Panzerfaust il primo Sherman, poi,
al riparo di un muro a secco, risal la colonna dei carri e ne colp un
secondo che, rovesciatosi su un fianco, blocc la stretta strada di
campagna scompaginando la colonna nemica. Ma quella piccola
vittoria servi solo a ritardare di parecchie ore l'avanzata inglese.
Ormai la situazione precipitava ed era arrivato il momento di ritirarsi e
cercare di far traghettare il Tevere al maggior numero possibile di
paracadutisti. Una decina di essi, con i tenenti Caporiccio e Cundo,
rimasero come estrema retroguardia all'incrocio della strada Tor de'
Cenci Spinacelo. ndr. L'Italia era gi in mano agli stranieri,
superfluo fare i conti quanti fossero (tutti chiesero i danni di guerra
anche gli argentini che erano entrati in zona Cesarini), e i francesi
continentali bianchi non erano poi peggiori degli Inglesi o dei Tedeschi.
la guerra era persa e i motivi erano pi che chiari. Poi se con un'arma
in mano sei pi rispettato una consuetudine storica che fa parte di
ogni colore politico)

Alle Forze Armate della R.S.I. aderirono e giurarono


fedelt oltre 800.000 uomini, tra i quali 304 generali,
62.202 ufficiali, 400.000 soldati e 3Omila volontari
del Corpo Ausiliario Camicie Nere (BB.NN.). I
Caduti furono 28.350, i feriti 47.750, i dispersi
55.750 per un totale di 131.850 unit, ma ci fa
riferimento soltanto ai dati statistici delle FF.AA.
della RSI sino al 31 marzo 1945.

Divisione ETNA

Abbiamo gia visto in altri capitoli il XII battaglione di Rizzati che in Sardegna si accoda ai tedeschi l8 settembre del 43. Parimenti ho raccontato del 185
rgt nembo dislocato in Calabria da cui si stacca un piccolo gruppo col Cap. Gay che andr a combattere con gli Inglesi e il III Btg. del cap. Sala che segue
invece i granatieri tedeschi della 29a Panzer. Nel capitolo Armi, Aeronautica, abbiamo incontrato il personaggio Edvino Dalmas che, ferito in Africa,
riprende il suo posto con gli ADRA (Arditi distruttori Regia Aeronautica) nel maggio del 43 disturbando con operazioni di commandos le basi africane degli
alleati fino allinvasione della Sicilia (Edvino Dal mas, fatto prigioniero dai tedeschi mentre difendeva alcune installazioni a Roma, veniva liberato per
l'intervento del generale tedesco Barenthin, che lo aveva conosciuto in Tunisia). La sorte riunisce tutte queste persone allindomani dell8 settembre a
Tradate dove il 1 dicembre 1943 rinasce ufficialmente la scuola repubblicana di paracadutismo. Ufficialmente la Scuola nacque come Raggruppamento
Arditi Paracadutisti dell'Aeronautica Repubblicana al suo comando, con elementi degli ADRA, della Folgore e della Nembo. Il Raggruppamento era
articolato su Comando, Deposito, Servizi, Centro Istruzione Paracadutisti ed i reparti: Cp. Piloti, composta prevalentemente da accademisti, Cp. Alianti
d'Assalto, Cp. Paracadutisti anziani, che comprendeva i gi brevettati e tutti gli istruttori, il Btg. Allievi paracadutisti, inizialmente denominato Arditi
Distruttori Aeronautica Repubblicana (A.D.A.R.) e, dal 15 gennaio 1944, Battaglione Azzurro, per il colore dell'uniforme dell'Aeronautica. Ma seguiamo Il
cap. Sala che aveva assunto il comando del III Btg ex folgore per creare il nucleo della nuova divisione Nembo (se ne sarebbe aggiunta unaltra non operativa
la Ciclone). Dopo aver bloccato una colonna alleata sulle montagne calabresi (si scontr con i reggimenti canadesi "Nova Scotia" ed "Edmonton"), il III si
unisce ai tedeschi che sulla loro strada verso il nord incappano nel fronte dello sbarco di Salerno. La sorte dei para coi primi caduti, segu quella dei tedeschi in
ritirata fino alla linea invernale Gustav. Trasferitosi poi sul litorale laziale, il Btg. "Sala" si univa ai reparti del Raggruppamento "Nembo". In dicembre, decisa
la costituzione di un Rgt. paracadutisti italiani per accordi fra ANR (Aeronautica Repubblicana) e Luftwaffe, il raggruppamento si portava a Spoleto per iniziare
l'addestramento tattico con istruttori tedeschi, mentre gli ufficiali seguivano corsi tattici in Francia e Citt di Castello . L'ANR, avvalendosi dell'esperienza del
tenente colonnello Edvino Dalmas, istituiva il Raggruppamento Arditi Paracadutisti e la scuola paracadutisti di Tradate, iniziando l'arruolamento di
volontari per il costituendo Btg. allievi e affidando la scuola al capitano Luigi De Santis, gi esperto istruttore a Tarquinia e Viterbo (Dalmas assumeva il
comando di reggimento). I primi lanci furono effettuati presso la Fallschirmschule di Friburgo, dove 150 volontari provenienti dal Raggruppamento
"Nembo" si brevettarono paracadutisti. Gli allievi di Tradate che eseguivano nella primavera del 1944 i lanci a Venegono, costituivano poi il III
Btg."Azzurro" (capitano Alfredo Bussoli) e raggiungevano a Spoleto il Rgt. paracadutisti "Folgore", che comprendeva gi il 1 Btg (ex XII). "Folgore"
(Maggiore Mario Rizzatti Vice Cap. Edoardo Sala), il 2 "Nembo" (capitano Guglielmo Recchia o Bernardi) reparti di specialisti e complementi addestrati
da personale tedesco con armamento ed equipaggiamento fornito dalla Luftwaffe. Lo sbarco alleato ad Anzio/Nettuno del 21 gennaio 1944, fu l'occasione
attesa per ritornare al combattimento e un primo battaglione di paracadutisti (a volte viene chiamato 4 folgore) al comando del capitano Corradino Alvino,
partiva da Spoleto a fine mese, e veniva inserito nella 4a divisione Fallschirmjager (generale Heinz Trettner). Esso partecipava con grande valore e
sacrifici alla battaglia difensiva per bloccare gli alleati nella testa di ponte, battendosi sino a maggio allorch giungeva da Spoleto l'intero Rgt. "Folgore"
assegnato al 1 Corpo Paracadutisti (generale Schlemmer) per difendere Roma dagli alleati
Dopo la battaglia per la difesa di Roma, la Folgore aveva perso circa il 40% degli effettivi, il 1 battaglione venne inviato a Venaria Reale e a Rivoli, poi in
Val di Susa. Il 2 a Lanzo e a Ciri; il 3 Val d'Ossola come unit di riserva tattica dell'Armata Liguria. Combatt sul Monginevro, sul Moncenisio, sul
Piccolo San Bernardo, riscuotendo l'ammirazione dei comandi germanici e il rispetto dei francesi, anche se poi costoro trovarono sbarrate proprio dal
Folgore le strade della Val d'Aosta, fino all'arrivo delle truppe USA (4/5). Il 26 aprile 1945 il comandante Sala, sceso ad Aosta da Courmayeur, col comando
di reggimento e il 3 battaglione Azzurro, constat che le Autorit erano partite e pertanto assunse il comando della Piazza. Incontri con la curia e il Cln
non avevano sortito effetto alcuno. Sala convoc i 650 paracadutisti presenti ad Aosta, e col capitano Bonola stil un documento che diceva: "... supremo
intendimento dei paracadutisti difendere la Patria. ...Essi restano in armi, pronti a battersi contro ogni minaccia proveniente dal fronte alpino Se per motivi di
opportunit politica non desiderate trovarvi faccia a faccia con i soldati francesi, lasciate a noi questo compito, non attaccateci alle spalle e noi ci impegniamo a
difendere i confini da ogni straniero. Poi tutti intonarono "Cuori d'acciaio all'erta". Al mattino del 1 maggio un parlamentare del C.L.N. sollecitato dai
partigiani comunisti propose al comandante Sala di lasciare Aosta e di recarsi con tutto il reggimento a Saint Vincent, poco distante. Il 1 maggio i folgorini,
che avevano accettato, uscirono perfettamente inquadrati dalla caserma Testafochi, cantando, tra due ali di folla. Allarrivo degli americani si convenne di
non disarmare in piazza il reparto ma di consegnare le armi in armeria e di dare la chiave agli uomini della 34a . Gli americani, per rispetto, non vollero
presenziare alla cerimonia. Poi dal cortile dell'albergo Billia si alz un canto, era "La Preghiera del Legionario". Attratti dal canto arrivarono gli americani
e si irrigidirono sull'attenti.
Agli ufficiali venne lasciata la pistola e un reparto rese gli onori militari. Il labaro del Folgore e il gagliardetto della Legione Dalmata furono tagliati in
striscioline. Ciascun paracadutista ne ebbe un pezzo. Il 5, su camion americani, lasciarono l'albergo Billia. A Piacenza, sulla riva sinistra del Po, il convoglio
dei prigionieri sost per aspettare il turno di passaggio sul ponte di barche. Sull'altra riva una lunga autocolonna attendeva il turno di passaggio erano i
folgorini del Sud. Riconosciutisi, i paracadutisti del Nord e del Sud scesero dai camion, si abbracciarono, dimostrandosi un grande segno reciproco di
cameratismo che travalicava le scelte compiute. In piedi sui cassoni, tutti i paracadutisti cantarono l'Inno della Folgore.
DA VARI SITI IN INTERNET

Edoardo Sala: Era nato a Sulina, nel delta del Danubio dove il padre era funzionario della compagnia internazionale di
navigazione sul Danubio. Frequent le scuole medie in Romania, l'universit a Roma, fu sottotenente degli Alpini e
partecip da volontario alla guerra civile spagnola nelle Freccie nere guadagnandosi le prime ferite e decorazioni,
pass infine nel servizio attivo in SPE. Nel giugno 1940 and sulle Alpi col 17 Fanteria Acqui (per un singolare caso
del destino terminer la guerra dove l'aveva iniziata) e dopo una breve permanenza in Albania, nel novembre 1940 fu
trasferito alla scuola paracadutisti di Tarquinia dove ottenne il brevetto nel marzo 1941 e quindi l'assegnazione al 3
Btg. (Ten. Col. Valerio Pignatelli Cerchiara, poi Ten. Col. Guido Lusena).Nel 1942 col grado di capitano assume il
comando del 3 Btg., staccato dalla Folgore e inserito nella costituendo Nembo.

Nel Litorale Adriatico, provincia direttamente soggetta al Reich tedesco, le formazioni militari erano anch'esse dipendenti dal
comando tedesco. Cos dicevano i comandi tedeschi: A tutti gli ufficiali, sottufficiali e soldati italiani verr chiesto se vogliono
combattere con lesercito tedesco contro i partigiani. Coloro che non vogliono obbligarsi saranno internati e condotti fuori Trieste.
Spiega Galliano Fogar: ... la Milizia Difesa Territoriale - di cui fanno parte 5 reggimenti della Guardia Nazionale Repubblicana
oltre alle formazioni collaborazioniste slovene - opera alle dipendenze delle S.S. (...), conservando un simulacro di autonomia
interna in fatto di gerarchie, disciplina, promozioni, (dipendenti dal comando italiano di Sal).

Sul territorio nazionale, nell'estate del '44, venne formata anche la


Si trattava di 7 legioni che i tedeschi avrebbero voluto prendere sotto il loro diretto controllo e che furono denominate, in
divisione contraerea e controcarro Etna, posta agli ordini del
generale Luigi Violante. L'Etna, nacque soprattutto per evitare altri luogo di M.V.S.N., prima: Comando VI^ Zona Camicie Nere, poi Ispettorato Regionale G.N.R. Venezia Giulia,
salassi di reclute del Comando Germanico per le proprie unit Flak, infine Comando Generale Milizia Difesa Territoriale. Le comandava il Gen. Di Pasquale, con sede a Trieste che cerc
che avevano gi assorbito pi di 50.000 soldati italiani. In essa
in tutti i modi di mantenere lindipendenza dai tedeschi. Successivamente il comando fu assunto dal Col. Angelo
confluirono anche tutte le unit combattenti della RSI che erano
rimaste autonome, come il Battaglione Paracadutisti Mazzarini, il Sommavilla che organizz una vera e propria Divisione, forte di 10000 uomini e 5 reggimenti con comandi a Trieste (1
Gruppo Corazzato Leonessa, Il I battaglione d'assalto Roma, i tre Rgt gi legione San Giusto), Pola (2 Rgt gi legione Istria), Fiume (3 Rgt DAnnunzio), Gorizia (4 Rgt.
battaglioni Ruggine e tante altre. La divisione venne organizzata in
Isonzo), Udine ( 5 Rgt. Tagliamento ).
due gruppi di combattimento: uno venne schierato sulla linea dei
fiumi Sesia e Agogna in Piemonte, a protezione della Lombardia ed
Altri reparti nascono e vivono completamente nellambito delle S.S. (...). Ci vale ad esempio per i 6 battaglioni italiani di
uno al fronte sud, tra Ferrara, Mantova e Ravenna.

polizia... e per il Centro di Repressione Antipartigiana di Palmanova, dove la banda del cap. Ernesto Ruggiero e del ten.
Odorico Borsatti figura inquadrata nelle S.S. di una Divisione Cacciatori del Carso e dipende da un capitano delle S.S.
Pakibusch

14 agosto 1944: *Il Duce in visita al

Battaglione IX Settembre- Il Battaglione IX


Settembre da considerarsi il padre del nuovo esercito repubblicano

Il 26 luglio, appena giunta alla base la notizia della caduta di Mussolini, il comandante della 3a Compagnia del L Btg da sbarco Treviso, Capitano Adalberto
perch mai voi scioglieste le file, mai deponeste le armi. Se tutti i
soldati dItalia l8 settembre avessero imitato il vostro esempio, lItalia Zardo, riun i suoi uomini per metterli al corrente della situazione, sospendendo tutte le licenze. Il giorno dopo, i Tenenti Colacino e Valent confermarono
allAmmiraglio Scheer, comandante della piazza la loro fedelt e quella dei loro uomini allalleato tedesco. Il cambio delle divise (fez, mostrine, camicie etc)
non si troverebbe in cos tristi e misere condizioni.
e delle nomenclature, essendo fuori dai confini nazionali non ebbe molto seguito e poca applicazione e sanzione, prevalendo il potere delle forze
germaniche in zona. La sera dell8 settembre, dopo la diffusione del radiomessaggio di Badoglio che annunciava larmistizio con gli alleati, tutta la 3a
Compagnia si schier a fianco dei tedeschi cercando di forzare la mano, con minacce fisiche, allintero L Btg. Gli organici per non aumentarono che di
poco portando il gruppo dei ribelli a 400. L11 settembre, la grossa Compagnia Zardo venne messa a disposizione del 2 Rgto della Divisione tedesca
Brandenburg, stabilendo il suo comando al Casin des Sablettes. Il giorno dopo si unirono alla compagnia ribelle altri soldati del Gruppo da sbarco. La
notizia della liberazione di Mussolini del giorno dopo port nuova linfa facendo raggiungere al complesso la forza di 1 battaglione alloggiato nelle caserme
del S. Marco da cui rastrellarono altri uomini e mezzi. Il 23 settembre il Generale von Phulstein, comandante della Divisione Brandenburg, pass in
rassegna gli uomini di Zardo; nelloccasione il comandante tedesco comunic ai soldati italiani il loro inquadramento nella divisione ed il loro futuro
impiego come reparto di sicurezza. Malgrado lappartenenza ad un reparto germanico, i volontari italiani ottennero di poter continuare ad indossare la
camicia nera e luniforme italiana. Lunica imposizione da parte del Comando Germanico fu laquila tedesca sul taschino destro delluniforme prima del
rientro in Italia previsto a fine mese. Allunit venne aggregato un ufficiale di collegamento, un interprete ed un sottufficiale addetto alla contabilit. Il 12
ottobre, dopo un movimentato viaggio in treno, la compagnia giunse a Teramo. Qui, in effetti assunse la denominazione da noi conosciuta come IX
Settembre. I reparti del Battaglione vennero impegnati in azioni di rastrellamento in tutta larea, nella ricerca degli ex-prigionieri alleati fuggiti dai campi e
nella prevenzione di attentati partigiani lungo la Statale Adriatica. Molti uomini comunque erano andati per persi per trasferimenti o passaggi ad unit
specializzate della R.S.I. Gi da ottobre un reparto (plotone) specializzato aveva concorso a rastrellamenti sullIsola dElba dove ancora decine di soldati
sbandati si nascondeva. Lo stesso dicasi per lItalia centrale sulla strada Aquila-Sora

Fronte di Anzio

Scrive Nino Arena: "Lerrore fondamentale in cui incorsero


le divisioni addestrate in Germania, non fu la preparazione
formale e tattica tipica di una Grande Unit di linea, a cui
le quattro divisioni erano sicuramente pronte, come lo
erano da un punto di vista dottrinario i regolamenti di
impiego tedeschi, fu che difettavano di preparazione
specifica per la controguerriglia ed erano psicologicamente
vulnerabili alle mille insidie e sorprese della guerra
partigiana. Addestrati ad attendere il nemico di fronte o dai
lati, rimanevano sorpresi se attaccati alle spalle, quasi fosse
un arbitrio, un atto di vilt ma questo modo di combattere
tipico delle bande di guerriglieri, oltre la necessit di
convincersi che coloro che li uccidevano a tradimento non
erano fratelli della stessa nazione ma nemici".
I fedelissiimi del 9 settembre. La
guerra continua

FUORI DAI CONFINI


Notevolissimo limpegno della G.N.R. nelle regioni orientali ora le
tedesche Alpenvorland e Adriatische Kustenland. Qui e in Istria i
reparti della Milizia V.S.N ebbero una storia particolare. Si trattava di
7 legioni che i tedeschi (Rainer) avrebbero voluto prendere sotto il
loro diretto controllo e che furono denominate prima: Comando VI
Zona Camicie Nere, poi Ispettorato Regionale G.N.R. Venezia
Giulia, infine Comando Generale Milizia Difesa Territoriale. Le
comandava il Gen. Di Pasquale, con sede a Trieste ma dipendente
dal Comando Generale della stessa che si trovava a Brescia (da qui
arrivavano divise, organici, stipendi, disposizioni, rincalzi). Il giorno
che Rainer, con la scusa che gli aerei scendevano a mitragliare i
presidi se vi vedevano sventolare il tricolore, ordin di non issarlo
sui pennoni, si ebbe per tutta risposta un sollevamento generale dei
militi a cominciare dal comandante del Reggimento Istria, il
colonnello Libero Sauro, figlio del martire Nazario. Pag per tutti il
pi alto in grado che fu allontanato. La bandiera per rimase l
dovera sostituita da una pi grande. I militi di questo Reggimento
erano quasi tutti istriani del posto, di ogni et e condizione civile.
Erano veramente i difensori della loro terra. Per questo in Istria i
partigiani di Tito, in maggioranza slavi, ebbero vita dura ed alla fine
si vendicarono. Successivamente il comando fu assunto dal Col.
Sommavilla che organizz una vera e propria Divisione, forte di
10000 uomini e 5 reggimenti con comandi a Trieste (1 Rgt gi
legione San Giusto), Pola (2 Rgt gi legione Istria), Fiume (3
Rgt DAnnunzio), Gorizia (4 Rgt. Isonzo), Udine ( 5 Rgt.
Tagliamento ).

Il 22 gennaio 1944, gli anglo-americani sbarcarono tra Anzio e Nettuno alle spalle della linea Gustav, allo scopo di aggirare i Colli Albani e chiudere in una
sacca le forze tedesche che combattevano a Cassino. Per fronteggiare, i tedeschi inviarono nellarea dello sbarco tutte le forze disponibili, compreso il
Battaglione M IX Settembre, che ricevette lordine di trasferimento in zona di operazioni nella stessa giornata dello sbarco. I volontari italiani si
scontrarono diverse volte con i reparti Anglo-americani, battendosi valorosamente. Terminate le due settimane cruciali di impiego il Battaglione Zardo
fece ritorno a Teramo per essere impiegato sulla linea di Ortona. Il gruppo venne dislocato sulle colline a ridosso della citt portuale, tra Miglianico e
Tollo. I legionari sventarono una missione di un commando di sabotatori inglesi, facendoli tutti prigionieri. Terminate le operazioni sul fronte di Ortona, i
reparti del IX Settembre iniziarono a ripiegare verso nord. Prima del trasferimento nella provincia di Macerata il Battaglione venne formalmente sganciato
dalla Divisione Brandenburg ed inserito ufficialmente nella GNR con la denominazione di I Battaglione M Camicie Nere IX Settembre con propri segni
identificativi. In seguito alla nomina di Zardo a reggente della Questura di Teramo, il Battaglione pass agli ordini del Tenente Valent. Il campo di impiego
rest comunque a fianco dei Brandenburghesi. Con lappoggio della GNR di Ascoli e di Macerata rastrellarono in marzo la dorsale appenninica UmbroMarchigiana. Allinizio di aprile i reparti del IX Settembre ritornarono nel Teramese: alcuni gruppi operativi restarono come forza di presidio in vari centri
tra le Marche e lAbruzzo. Verso la met dello stesso mese, una parte del Battaglione venne impegnata ancora sul fronte di Ortona per proteggere la
ritirata delle unit tedesche. Constatata la tenacia e lefficienza dei legionari del IX Settembre, i capi partigiani locali progettarono un colpo di mano contro
lunit per poterla annientare o almeno indurla ad effettuare rappresaglie contro i civili. Lattacco a sorpresa da parte dei ribelli venne portato contro il
presidio del Battaglione a Sarnano: una cinquantina di partigiani del Gruppo Niccol ed altrettanti del Gruppo di Piobbico guidati dallo slavo Janko
Kiklovac (fuggito dai campi di concentramento), il coordinatore dellintera operazione. I partigiani attaccarono allalba del 31 maggio cogliendo di sorpresa
il plotone fucilieri guidato dal Maresciallo Giuseppe Penzolato. I tedeschi giunti sul posto, alla vista dei legionari caduti, pianificarono subito una
rappresaglia contro labitato di Sarnano. Lestate del 44 passo sulla strada verso il nord per attestarsi sulla Gotica. L11 agosto i legionari ricevettero a
Castrocaro la visita del Duce che parl di loro*. Eliminata la banda Corbari dopo una serie di sanguinosi scontri, il 20 settembre 1944 il Battaglione venne
trasferito in Val DAosta per presidiare la catena alpina (Piccolo S. Bernardo) dagli alleati sbarcati in Provenza. La Valle dAosta era presidiata dalla 5.
Gebirgsjaeger (Cacciatori da montagna) del Generale Schrank, che ebbe alle sue dipendenze anche il Battaglione IX Settembre. Il comando del
battaglione, dopo i trasferimenti scaglionati, si insedi a Villanova Baltea. Con altre operazioni antiguerriglia le forze italo-tedesche ripresero
completamente il controllo della Valsavarenche e della Valtournenche, eliminando la maggior parte delle formazioni ribelli. Alla fine di novembre del 1944,
il Battaglione, passato temporaneamente agli ordini del Tenente Grassano, ricevette lordine di trasferimento in Prussia orientale, nella zona dei Laghi
Masuri al seguito della Brandenburg, da cui era stato difficile sganciarsi. Dopo un viaggio in treno durato ben 25 giorni, i legionari giunsero ad Angerburg
(lodierna Wegorzewo) sul lago Mauer (oggi Mamry). Il Battaglione contribu alla difesa della citt, importante nodo ferroviario nella regione, contro i
reiterati assalti dellArmata Rossa. Dopo un rapido addestramento alluso dei Panzerfaust ed alle nuove tecniche anticarro, i legionari italiano furono
impegnati contro le formazioni corazzate sovietiche. Linsostenibilit del fronte e le cattive condizioni degli italiani ne consigliarono il rientro. Il Colonello
Schulte-Herthaus, comandante della Brandenburg scrisse nel suo rapporto: Il Battaglione M IX Settembre si brillantemente distinto durante il periodo
di appartenenza alla divisione su tutti i fronti, dove si sempre battuto con estremo coraggio, dimostrando la rinata fraternit darmi con il Terzo Reich.
Una volta in Italia i reparti vennero dislocati a Lumezzane in provincia di Brescia, dove rimasero per circa due mesi. Venne ripresa lattivit anti-partigiana.
Allinizio di aprile del 45 giunse lordine di trasferimento a Vittorio Veneto. Con lapprossimarsi della fine delle ostilit, la maggior parte dei reparti del
Battaglione (circa 200 uomini rimasti) tent di seguire la ritirata tedesca verso lAustria, finendo bloccati dalle formazioni partigiane. I legionari rinchiusi
nella caserma Gotti di Vittorio Veneto, circa 150, furono passati tutti per le armi.

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