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ANTROPOLOGIA

CAPITOLO 1: LA STREGONERIA.
interessante capire come le differenti culture affrontano e interpretano i fatti poco piacevoli
della vita. In alcune popolazioni tribali, questo viene fatto attraverso la stregoneria, che per la nostra
tradizione scientifica consiste solo in mere superstizioni irrazionali basate su visioni erronee della realt.
Ma spesso non affatto necessario condividere certe credenze per comprenderle. In fondo anche le
premesse pi erronee possono costituire la base perfettamente legittima di un sistema di credenze
coerente e inattaccabile dal punto di vista logico. Il successo e la persistenza di unideologia non sono
affatto garanzia della sua veridicit. La praticabilit di unideologia dipende pi dalla sua coerenza
logica intrinseca e dalla sua adeguatezza al tipo di vita di quelli che la professano o accettano che non
dalleffettiva validit dei suoi fondamenti. Essa infatti tende a spiegare cosa succede quando qualcosa
che dovrebbe accadere accade in altro modo.
Prendiamo in esempio la stregoneria degli zande, popolo del Sudan meridionale. Questa gente
vive di agricoltura, dato che la mosca tse-tse impedisce di allevare bestiame, e poi di caccia, pesca e
raccolta di bacche e radici. Vivono in piccole comunit dislocate in prossimit di fiumi e gli insediamenti
non sono permanenti. La societ organizzata in modo gerarchico e limpero tradizionale diviso in
regni e domini. I nobili del clan fanno parte dei Vongard, llite politica. La funzione pi importante
esercitata da un capo quella di fare da giudice nei casi di stregoneria a lui sottoposti. La veridicit o
meno di ci che affermano le parti verificata tramite un oracolo di propriet del capo stesso che si
ritiene dotato di poteri infallibili.
Questo popolo tra i pochi a fare una distinzione tra fattucchieria e stregoneria. La prima
riguarda quegli individui che fanno uso di riti, formule o preparati magici per fini nefasti. Il loro apparato
malefico tangibile ed esterno al loro corpo.
Le streghe invece non hanno bisogno di ausili, dato che il loro potere deriva da uninnata
capacit psichica di fare del male. Le credenze popolari dicono che la sede di questa capacit in un
organo particolare che hanno le streghe dentro lo stomaco. L vi risiederebbe una sostanza stregante
(mangu). Le streghe sono anche riconoscibili dagli occhi arrossati. Inoltre la propensione alla
stregoneria sarebbe ereditaria, passando da padre in figlio e da madre in figlia. In genere questo potere
legato al sesso e si accresce con il progredire dellet.
Unaltra categoria di uomini malevoli sono quelli dalla cistifellea gonfia, cio quelle dotate di
cattivo carattere.
La fattucchieria considerata molto pi micidiale e riguarda solo la classe pi elevata, non
impiegata dalla gente comune; mentre la stregoneria unattivit plebea per la quale capi e principi
non ne sono mai accusati e mai presi di mira.
Dunque la concezione zande relativa alla malevolenza rispecchia la loro struttura gerarchica.
La stregoneria o fattucchieria pu avere come effetto qualsiasi male o sventura. anche considerata
causa di morte dato che per gli zande c il rifiuto di accettare la morte come uno stadio naturale del
ciclo della vita. La stregoneria spiega il perch certe sventure colpiscono certe persone, mentre il come
esse capitino lo si spiega e intende nel modo concreto con cui ragioniamo anche noi. Di solito se fallisce
una tecnica collaudata che normalmente raggiunge il suo obiettivo, chiaro che qualcosa non va,
dunque c lo zampino di una strega. Essa invocata come spiegazione causale delle irregolarit; non
comunque un alibi atto a giustificare errori o disavventure di qualsiasi genere. Certe cose non potranno
mai essere attribuite alla stregoneria, come per esempio il fatto di dire le bugie o giustificare un
adulterio o un furto.
La stregoneria non la sola spiegazione mistica della sventura. Per esempio una malattia pu
essere la punizione inflitta a un individuo che abbia trascurato losservanza di determinati tab. Anche
gli antenati esercitano azioni punitive.
Quando poi la dominazione inglese ha vietato di poter accusare apertamente qualcuno di
stregoneria in quanto considerato assurdo e incivile, gli zande sono ricorsi clandestinamente alle
magie di vendetta. Queste erano usate contro le persone sospettate ma non imputabili. Lunica
manifestazione rivelatoria del fatto che una magia di vendetta aveva avuto effetto, era linterruzione
della sofferenza o lutto da parte della famiglia della presunta vittima. Tutte le accuse e controaccuse
erano segrete e solo il capo o principe a cui appartiene loracolo ne era a conoscenza.
Per scoprire le streghe ci sono due modi:
1. Facendo una seduta con il medico-stregone, un mago che individua le streghe e fornisce le
magie di vendetta. Egli riceve i clienti, li ascolta attentamente e indica la probabile origine dei
loro problemi. Questo tipo di divinazione facilmente manipolabile, in quanto si basa su
unampia conoscenza dei pettegolezzi locali, ma gli zande non lo ammettono.
2. La tecnica pi importante di tutte quella di usare unapposita sostanza oracolare (benge) che
ha il potere di distinguere e risolvere i problemi. una sostanza molto tossica, non considerata
veleno, ma come potere mistico autonomo. Il benge viene somministrato ad un pollo e recitando
una serie di frasi rituali se alla fine il pollo muore, vuol dire che le accuse sono fondate.
Se gli avvenimenti successivi dimostrano che il verdetto delloracolo era sbagliato, gli interessati
possono concludere che il verdetto era errato in quanto era stregato loracolo stesso. Se invece il
medico-stregone a dare unindicazione che poi si dimostra errata, lo si esonera dal suo incarico e ci si

rivolge altrove. Ci dimostra, che anche quando le cose non vanno come dovrebbero, il risultato ultimo
un ulteriore rafforzamento della fiducia nellefficacia del potere mistico.
Una volta ottenuto il responso sulla fonte delle sue disgrazie, la vittima va a denunciare il fatto presso il
tribunale del capo. Se laccusa riceve conferma ufficiale, si manda un inviato ad affrontare la strega e a
chiederle di cessare la sua influenza negativa. Di norma la reazione di alzarsi con dignit e proclamare
la propria completa estraneit a un misfatto cos ignobile. La riposta va data con cortesia.
In genere non si mai incontrato uno zande che ammettesse di praticare la magia, sebbene
possa arrivare a riconoscere che la sostanza stregante talora capace di agire di sua iniziativa, magari
contro la volont della stessa persona.
Le streghe possono essere potenzialmente tutti, ma di solito sono quelle persone che con le
quali si ha dei rapporti (di vicinato o parentela), soprattutto quelli che si invidia per il loro successo o si
teme per via della propria fortuna. Infatti gli zande accusano quelli che odiano e che temono. Dunque la
stregoneria non che una particolare concettualizzazione culturale dellinvidia e del senso di colpa,
queste sono infatti le emozioni che esprime e di cui si alimenta. Chi pratica la stregoneria per
definizione nel torto. Spesso la vera vittima non quella che si ritiene sia stata stregata ma quella
accusata di essere una strega. Essendo espressione di legittima indignazione morale, laccusa pone
automaticamente laccusato dalla parte del torto. Il timore di essere accusati diventa una deterrenza.
La credenza nella stregoneria rappresenta gli incubi standardizzati della comunit. La strega la
personificazione di tutte le forze oscure che minacciano la cooperazione, la coesione e lordine morale,
per questo il nemico perverso di tutto ci che la societ approva.
Ma spesso, in molte culture, non sono solo la stregoneria o la fattucchieria le cause di un male.
Esso pu essere causa di un demone o di uno spirito della natura. Esso pu agire per esempio con la
perdita dellanima della vittima: le sue facolt e la sua salute decadono. Il ripristino delle normali
condizioni di salute pu avvenire solo con il recupero e il reinserimento degli organi o dellessenza
spirituale sottratti.
Questo accade spesso alle donne. Tra i somali mussulmani le donne coniugate hanno spesso
questi malesseri dovuti alla possessione ad opera di uno spirito maligno. Stranamente gli spiriti hanno
gusti dispendiosi e lunico modo per cercare di farli andar via quello di viziare la paziente. Ma guarda
caso le ricadute sono frequenti e talvolta le donne imparano a convivere con questi spiriti. Nei casi pi
estremi li onorano in gruppi clandestini e si crea un collegamento erotico che insospettisce i mariti.
Dunque gli uomini hanno atteggiamenti ambivalenti a riguardo, ma credono allesistenza di questi
spiriti, presenti anche nel Corano. Le donne dunque sono costrette a ricorrere a tattiche cos tortuose
per via della loro posizione sociale inferiore, usando questi attacchi mistici indiretti.
Simili possessioni sono state utilizzate anche da uomini, magari socialmente meno favoriti, per
attirare lattenzione su di s, com accaduto nelle isole Figi nel XIX secolo.
Talvolta, come nella societ indiana divisa in caste, la possessione pu dare prestigio e far
entrare in una vera e propria carriera, per esempio per i sacerdoti-sciamani indiani che cos possono
accedere a posizioni di prestigio e potere.
Cos gli individui socialmente inferiori si servono della possessione contro i loro superiori di cui
accettano a malincuore lautorit, mentre le accuse di stregoneria sono riservate per quei casi in cui
sintende sfidare unautorit che si ritiene inaccettabile.
La stregoneria quindi una forma di spiegazione o accusa, che dietro di se ha motivazioni sociali
e culturali.

CAPITOLO 2: IL CULTO DEI DEFUNTI


I lugbara sono un popolo che vive in Uganda, con unorganizzazione politica tradizionale non
centralizzata, dove la posizioni pi importanti sono tenute dagli anziani, posti a capo di piccoli gruppi.
La sua autorit si basa sui rapporti tra la comunit e gli antenati. Questi valutano le azioni dei
discendenti, punendo chiunque commetta peccati, come non beffarsi dellautorit dellanziano,
minacciare larmonia del gruppo, commettere fratricidio, incesto ecc. Il fondamento morale che
luomo buono e giusto ha fortuna perch la merita: linsuccesso sintomo dimmoralit. raro
comunque che gli antenati agiscano da soli, solitamente lanziano che li evoca. Infatti egli proclama di
avere una linea diretta di comunicazione con gli antenati i quali stanno dalla sua parte ed eseguono i
suoi ordini. Lordine religioso funge cos da supporto del potere secolare. Cos quando si viene a creare
una situazione di disagio in un gruppo, questo ha un riscontro mistico: una disgrazia viene interpretata
come sanzione contro gli individui che hanno osato sfidare la legittimit del governo dellanziano. Ma a
lungo andare si creano due linee di pensiero: quella dove si crede che lanziano sia andato oltre
abusando del suo potere e quella dove si afferma che le sventure solo il verdetto degli antenati
oltraggiati. Alla fine, il tutto di solito scoppia con la denuncia dellanziano che cade in discredito e una o
pi fazioni si allontanano altrove creando nuovi nuclei.
Sono 2 le teorie mistiche lugbara che spiegano le malattie e le disgrazie: sanzioni inflitte dagli
antenati o conseguenze dellinvidia di stregoni. Ci pone in evidenza lambivalenza del potere mistico:
le stesse sventure sono interpretabili in base a due ordini di spiegazione antitetici. Attribuendo le

avversit ingiustificate alla malevolenza delle streghe, i lugbara mantengono la loro dottrina centrale:
gli antenati sono buoni e giusti.
Bisogna cos stare attenti alla differenza tra culti centrali e culti marginali. I lugbara credono in
una divinit onnipotente, creatrice di vita e dispensatrice di morte che ha come aspetto benevolo quello
della pioggia. Ma il suo ruolo ridotto rispetto a quello degli antenati. La stregoneria e la fattucchieria
sono forze mistiche sussidiarie rappresentanti il disordine. Cos la credenza nella stregoneria solo una
parte della religione zande. Il culto degli antenati lelemento centrale, che anche legato alla
moralit. Accade che in altre religioni, gli antenati non sono cos vendicatori, ma vogliono conservare la
loro immagine di assoluta benevolenza. Allora per poter mantenere lordine si ricorre alla stregoneria
(carattere moralizzatore). I giusti non hanno nulla da temere, mentre per i cattivi, gli antenati tolgono la
loro protezione contro gli stregoni.
Ci sono cos religioni centrali che hanno carattere morale e altre no. Altri due esempi sono dati
dai nuer e dagli akawaio.
I primi vivono nel Sudan meridionale, hanno unorganizzazione simile ai lugbara, ma sono
totalmente diversi per le credenze religiose. Anche loro credono negli antenati, ma il ruolo pi centrale
c lha Kwoth, la divinit centrale. Egli il motore del cosmo e lorigine della buona e cattiva sorte.
Questo appare talvolta distaccato e remoto e talvolta avvicinabilissimo. Rappresenta anche
lordinamento morale: d la giusta ricompensa ai giusti e punisce i peccatori. Ha quindi un ruolo di
amico, soprattutto nei lignaggi e si presenta attraverso diverse rifrazioni (problema dellunit nella
molteplicit). un dio unico e indivisibile, ma ogni situazione locale lo vive sotto un aspetto pi
familiare. Cos quando avvengono calamit serie, sono per mano sua nel massimo della sua
onnipotenza; quando ci sono disturbi pi circoscritti si tratta di punizioni pi immediate di peccati
specifici. In conclusione la natura dei poteri mistici, la loro forma e i loro tratti distintivi non sono
deducibili in base allorganizzazione sociale.
Nel caso degli akawaio (Guyana), ogni piccola comunit dotata di un largo margine di
autonomia e ha un atteggiamento generalmente ostile nei confronti delle comunit vicine. Hanno
unampia costellazione di spiriti della natura che non si fondono mai insieme ordinamento sociale
akawaio. Spiriti non sono moralizzatori, ma sono responsabili di malattie e afflizioni, soprattutto se si
verificano in contesti di conflitti e scontri sociali. Qui entra in gioco il ruolo dello sciamano: attraverso
uno stato di trance vola in cielo per unirsi agli spiriti e scopre le cause dellafflizione per potervi porre
rimedio. Lo sciamano ha cos due correnti mistiche: un ruolo positivo sul proprio terreno e uno negativo
verso lesterno, ritenuto colpevole delle disgrazie. Cos quelle che sono viste come divinit benevole di
un villaggio, sono ritenute demoni malvagi per gli abitanti di un altro.
Bisogna anche sottolineare, comunque, che spesso lambiente circostante che determina un
certo tipo di religione o credenze. Infatti le religioni, i sistemi simbolici e le ideologie, sviluppano una
loro autonoma vita, acquistano qualit che si oppongono tenacemente a venire ridotte a meri riflessi
dellordinamento sociale. Come abbiamo detto, le religioni possono o sostenere lordinamento morale o
spiegare unafflizione immeritata, ma non solo. Luomo ha anche bisogno di rapportarsi alle circostanze
climatiche e ambientali in cui vive e di metterle in connessione con la propria vita personale e sociale.
Cos la cosmologia e la visione del mondo indicano proprio questo carattere ambientale della religione e
tentano di dare un senso allecologia. Un esempio di ci dato dalla selva. C sempre questa
contrapposizione cosmologica tra il regno sicuro degli insediamenti e delle attivit umane e le terre
desolate che la circondano minacciose. Il confine diventa allora funzione dellisolamento di una
comunit e della sua mancanza di comunicazione e di capacit di controllo sullambiente circostante. Si
crea cos un contrasto tra cultura e natura.
Per spiegarlo bene fare lesempio dei lele, un popolo di coltivatori a livello di sussistenza nel
Congo, che hanno villaggi situati in radure nelle foreste. Per loro la caccia ha fondamentale importanza,
dato che oltre a procurare carne concede prestigio e ha un valore sacrale. La foresta dunque diventa un
luogo sacro, fonte di cibo e dimora degli spiriti della natura, che legato alla caccia diventa prerogativa
maschile e un luogo vietato alle donne. Anche gli animali che vivono al suo interno sono cos sacri,
come per esempio il maiale selvatico. Perci si viene a creare un collegamento tra uomini, foresta e
spiriti, in contrapposizione alle donne, ai villaggi e alle radure. Si nota quindi che la concezione lele del
posto occupato dalluomo nelluniverso di ordine mistico.
Si vengono a creare cos dei simbolismi, per poter spiegare qualcosa di anomalo che non si
inserisce nellordine esistente. Le anomalie sono sempre relative e contestuali e mai un fatto assoluto. I
nomi e le parole prendono cos un potere magico: il fatto di denominare e identificare le cose e le
esperienze ci permette di esercitare su di loro un certo controllo. Quando identifichiamo qualcosa,
siamo sulla buona strada per dominarlo.
Gli schemi simbolici dunque classificano e categorizzano lesperienza in modo da renderla pi
malleabile. Il simbolismo un linguaggio per mezzo di segni, usato per rappresentare, esprimere o
immaginare cose che sono esterne a esso ma alle quali collegato nel modo appropriato. Pi i simboli
sono sfaccettati e tanto maggiore la loro importanza mistica.
Per riuscire a decifrare i codici di un altro popolo, si potrebbe pensare che basti tornare a uno
stadio primitivo mentale delluomo, dato che in origine avevamo caratteristiche basilari simili e che
quindi spiegavamo metafore e simboli allo stesso modo. Ma non funziona sempre cos. Ci che meglio ci
pu aiutare a capire partire dalle spiegazioni e dai commenti che ci offrono le popolazioni stesse.

Per esempio i ndembu, trib dello Zambia, priva di centralizzazione politica, che vive in villaggi
sparsi composti da un certo numero di uomini uniti matrilinearmente con le mogli e i figli, posseggono
un lussureggiante simbolismo che promuove lintegrazione sociale in una comunit priva di una
struttura politica unitaria. Per loro la parola simbolo significa contrassegnare una lista e ogni simbolo
carico di efficaci associazioni di carattere culturale e sociale, che, a loro volta, si riferiscono a fatti
naturali e fisiologici della vita di tutti i giorni. Gli esempi pi chiari diretti, ce li forniscono le parole
mukula e mudvi, due tipi di alberi. Il primo secerne una resina rossastra che viene cos associata
alla discendenza matrilineare, alla caccia, al sangue mestruale e alla carne degli animali. Sotto questo
albero vengono iniziati i ragazzi, dove vengono circoncisi e si crea dunque un rapporto di somiglianza.
Il secondo albero essuda invece un lattice biancastro. Viene infatti chiamato albero del latte, e
viene associato alle mammelle, alla madre con i suoi figli (le foglie), al matrilignaggio e la sua flessibilit
rappresenta la giovinezza delle fanciulle immature che crescendo diventano sagge. Le donne vengono
cos iniziate sotto il mudvi, lorigine degli antenati.
Si pu notare come dunque si crea anche una simbologia dal punto di vista dei colori. Per i
ndembu i principali sono il rosso (spargimento di sangue, disarmonia e quindi aggressivit maschile e
virt virili), il bianco (salute, fertilit, benedizione antenati, quindi qualit della donna e armonia nella
societ) e infine il nero (feci, decadimento e morte).
Questultimo colore pu farci pensare che esistano allora degli archetipi universali, dato che
secondo le nostre conoscenze il nero rappresenta sempre il colore della notte, si qualcosa che ci fa
paura, della morte e del lutto. Ma in realt non cos, dato che per esempio per i paesi musulmani il
bianco che rappresenta il lutto. Dunque bisogna stare attenti ad affermare che siccome due o pi popoli
hanno ideologie e simbolismi comuni, allora ci vale universalmente. In conclusione, i simboli non
esistono isolati e la loro interpretazione dipende da associazioni e punti di vista pi ampi. Basta
prendere lesempio della lunghezza dei capelli. Da una parte si crede che i capelli lunghi siano indice di
virilit maschile, rifiuto dellautorit, libert, spirito selvaggio. Mentre i capelli rasati indicano
sottomissione e disciplina. Altre volte il fatto di averli lunghi indica una connessione al mondo animale,
al pelo lungo, in contrapposizione al genere umano, e dunque in contrapposizione alla cultura e alla
civilt.
CAPITOLO 3: IL MITO E IL RITO.
I simboli si estrinsecano nel modo pi elaborato ed efficace nei miti, le favole sacre. Il mito
come un sogno di un popolo e di solito parla di un tempo prima del tempo, di un mondo surreale in cui
le coordinate del tempo e dello spazio sono sospese oppure oscillano e in cui nulla impossibile. Per gli
aborigeni australiani questalba primordiale viene chiamata il tempo del sogno. proprio questa
sospensione palpabile della realt mondana che permette al mito di affermare delle verit eterne. Esso
proclama dunque grandi verit raccontando menzogne. Capita a volte per che alcuni personaggi
menzionati siano realmente esistiti. Questo perch normalmente a unestremit si collocano dio e
limmortalit, dallaltra individui reali. Ogni episodio storico significativo rischia di diventare mito.
Tuttavia si passa dalla storia al mito nel momento in cui ci sono gli elementi dello sfogo e della
soluzione di conflitti. Si passa cos dalla natura bruta alla societ umana, quindi dalla natura alla cultura
e il mito prende il significato di tentativo di spiegazione delluomo sulle sue origini.
Una delle interpretazioni date dagli antropologi sul mito, quella strutturalistica (adottata da
Lvi-Strauss) che sradica il mito dal suo contesto socio-culturale e lo tratta come una forma artistica
universale da analizzare e valutare secondo i canoni stilistici o estetici pi congeniali.
Per Malinowski, bisogna considerare i miti pragmaticamente, come documenti che legittimano
e giustificano gli eventi contemporanei attraverso un passato continuamente reinterpretato al fine di
conferire senso al presente. In questo senso il mito diventa un elemento aggiuntivo del rituale. Esso non
una spiegazione intellettuale o il prodotto dellimmaginazione artistica, ma uno statuto pragmatico
della fede primitiva e della saggezza morale. Cos si d al mito una forte impronta funzionalista.
Possiamo determinare il significato e limportanza attuali di un mito, ma rimaniamo
tormentosamente incerti sugli eventi reali che possono nascondersi dietro di esso. Anche per il mito, pi
significati e sfumature ha, pi apprezzato e sopravvive nel tempo. Per Lvi-Strauss il mito come una
forma di linguaggio sacro.
Accanto ad esso vi il rituale. Nel tempo il suo significato si impoverito, riferendosi solo a
superstizioni inutili che vengono recitate senza conoscerne pi il senso. Gli antropologi di solito
attenuano questa definizione, concentrandosi sullaspetto sacrale del rituale e sulla sua sequenza
ripetitiva. Infatti viene posta una distinzione con il cerimoniale che viene attribuito al profano, mentre il
rituale riservato ad attivit pi elevate, che derivano dal rapporto con una potenza mistica.
Comunque la sua importanza nel quotidiano variabile.
Accanto a queste definizioni, possiamo delineare diversi tipi di rituali, come per esempio quelli
di passaggio. Questi sono quelli pi diffusi e riguardano le svolte fondamentali e irreversibili della vita.
Infatti sanzionano la transizione da una posizione o status a un altro. Hanno 3 elementi fondamentali: 1la separazione iniziale dal vecchio status (tesi); 2- una fase intermedia in cui si un nulla in luogo
inesistente (antitesi); 3- la definitiva acquisizione del nuovo status (sintesi). Ci si ricollega fortemente
al passaggio dalla vita alla morte e dalla morte alla rinascita. Infatti il concetto di morte tanto negato

dalle popolazioni tribali, trova la sua motivazione nel fatto che ogni individuo importante per la
comunit e che appena la lascia, abbandona anche dei ruoli che aveva e che dovranno essere presi dai
suoi successori. Cos anche dopo la morte ci saranno dei riti che sanciranno la nuova investitura di
queste posizioni e assegneranno al morto lo status di spirito o antenato. Dunque, a differenza della
nostra societ, in quella tribale la morte sociale avviene dopo quella fisica. Il che permette anche di
poter ricordare il defunto pi a lungo. Spesso invece da noi gli uomini si ritirano prima della loro morte
dalla loro vita sociale. Un chiaro esempio dato dai merina del Madagascar, che sotterrano i loro morti
in sepolture temporanee e solo quando il corpo entra in putrefazione, le ossa vengono raccolte in
particolari sudari e spostate nelle tombe definitive di famiglia. La seconda sepoltura accompagnata da
danze frenetiche delle mogli e permette di spersonalizzare definitivamente i morti, separandosi da loro
e dandogli il dovuto saluto. Ci mostra lo stretto rapporto che esiste tra il destino dei vivi e quello dei
morti. Addirittura nelle culture che onorano la continuit, chi muore senza discendenti che lo possano
venerare non pu diventare un vero antenato, cos la vedova passa a un familiare del defunto per
potergli dare della prole.
Altri rituali sono quelli collettivi. Questi fungono da strumento di regolazione dei rapporti
comunitari. Rappresentano infatti la collaborazione e limpegno presenti nella trib. I gruppi ostili
celebrano separatamente i propri rituali perch si pensa che lodio e la malevolenza tra i partecipanti
invalidi automaticamente lefficacia mistica del rituale. Dunque, come dicono Durkeim e Brown, la
funzione del rituale quella di esprimere o riaffermare dei sentimenti di lealt collettivi, ci si riunisce
per dimostrare e rafforzare il senso di identit e coesione.
Talvolta nei rituali regali che proteggono e santificano la struttura vigente del potere, si pu
assistere ad episodi di rivolta. Questi sono del tutto normali e hanno come obiettivo quello di essere una
valvola di sfogo istituzionalizzata per il raggiungimento della pace, dellarmonia e della prosperit. Il
risentimento trova cos uno sfogo regolare e viene neutralizzato. Bisogna quindi tenere a mente la
distinzione tra le rivolte e le rivoluzioni, le quali, questultime, sovvertono realmente lintero sistema.
Pu succedere che ci che comincia come una rivolta sfoci in una rivoluzione ma non sempre cos.
Tutto ci porta a due diverse teorie sulla religione: da una parte si pensa che essa supplisca o
compensi la mancanza di un effettivo potere politico; dallaltra che rafforzi le strutture del potere. Tutte
le religioni, in generale parlano dellesistenza di potenze mistiche in rapporto con gli uomini, dando alla
loro condizione un certo significato. Ma anche vero che vanno oltre, relazionandosi con il mondo
sociale delluomo e con le leggi morali. Per farlo la religione pu seguire due vie: essere una religione
escatologica, cio promettendo una vita dopo la morte, dando cos una speranza che permette di
sopportare le avversit della vita; o credendo nella stregoneria.
A questo proposito si possono fare due esempi. Riguardo alla dottrina del karma, la fortuna di
un uomo determinata da ci che ha fatto nella sua vita passata. Si crede che esso sia trasmissibile e
che quindi anche gli sbagli dei padri possano trasmettersi sui figli. In questo modo si cerca di
influenzare il comportamento delle persone.
Nelle religioni tribali, invece, non c niente dopo la morte perch la cosa pi importante
quello che facciamo ora sulla Terra. Il destino del defunto segnato dallattenzione che gli
dedicheranno i vivi. Il principio sempre quello: il giusto star solo bene. Ed proprio quando ci non si
verifica che subentrano la stregoneria e gli spiriti maligni. Non ci sono punizioni o ricompense
ultraterrene, importa solo quello che si fa ora nei confronti degli altri. E anche questa una forma di
influenza del comportamento delluomo verso gli altri.
Questa attenzione verso il presente si accompagna allindifferenza per la storia favorendo una
concezione del tempo ciclica, pi che lineare. Si tratta quindi di societ chiuse, che stanno sulla
difensiva e che sono convinte che ogni avvenimento esterno si rifletta poi al suo interno.
Queste idee si stanno diffondendo anche nelle nostre societ pian piano e si riconducono quindi
alle religioni dellimmediato delle societ tribali, in contrapposizione a quelle escatologiche. Lo slancio
tecnologico ci riporta a una concezione della vita e della condizione umana che ha molti aspetti in
comune con quelle delle societ tribali. Luomo si rende conto che se vuole continuare a vivere al
tempo nostro deve unirsi agli altri e affrontare la natura collettivamente.
CAPITOLO 4: PATRIMONIO E PATRIOTTISMO
Lo sviluppo economico nelle societ tribali non cos facile e immediato come si potrebbe
pensare. Infatti spesso anche solo un aumento demografico pu comportare una rottura dellequilibrio
economico, dato che normalmente ci si limita a beni di sussistenza e di consumo immediato. Inoltre c
anche una forte specializzazione, le attivit sono sempre le stesse e le trib sono costrette ad adeguarsi
alle condizioni ambientali che le circondano. A questo proposito prendiamo in esempio due popoli: gli
eschimesi e i somali nomadi.
I primi sono meno di 100.000 individui e vivono in un territorio immenso. Sono cacciatori e
pescatori artici e si servono solo di pietra, pelli, ossa di animali, neve e ghiaccio, dato che non
dispongono daltro. Per lilluminazione e per cucinare usano grasso animale (di foche) e per vestirsi
usano pellicce di carib. Per spostarsi usano la slitta trainata dai cavalli nellentroterra e kayak per
pescare. Si nota dunque limpronta della cultura sulla natura, ma i settori della loro vita sono
fortemente influenzati dalle stagioni. Dinverno vivono in prossimit del mare e dei suoi prodotti;

destate vanno sulla terraferma e mangiano le risorse della terra e dei fiumi. Ciascun insediamento ha
un forte senso di identit morale e di patriottismo locale. Le dispute avvengono solo tra membri di
insediamenti diversi. C tuttavia una comune partecipazione ai diritti sulle risorse. Il villaggio invernale
il luogo in cui si svolge la maggior parte dei rituali e linverno la stagione dellaggregazione sociale e
delle celebrazioni. Destate, al contrario, gli eschimesi vanno a cacciare nellentroterra, abbandonando
le loro comode abitazioni e dividendosi in piccoli gruppi familiari. Questa quindi la stagione della
dispersione, della divisione e si crea una caccia competitiva: ogni famiglia agisce per proprio conto.
Gli eschimesi hanno forti tab e regole rigide, come per esempio il fatto di non dover mai
mettere insieme gli animali marini con quelli di terra. Questi si contaminerebbero a vicenda e
lomissione di una delle centinaia di leggi, mette a repentaglio lintera comunit. Ci dimostra che
nelladeguarsi cos abilmente allambiente, gli eschimesi ne sono diventati prigionieri. Il terreno non
determina tuttavia il carattere della loro cultura e struttura sociale. Esse mantengono le loro specifiche
identit. Infatti, altri gruppi (come i lapponi) si sono adattati in maniera differente a condizioni quasi
uguali.
Al contrario degli eschimesi, troviamo i somali nomadi, che vivono in un territorio desertico o
semi-desertico. Allevano pecore, capre, dromedari, buoi, cavalli e asini. Ma le risorse principali sono le
capre e i cammelli. Lacqua e i pascoli sono sufficienti solo per un breve periodo di tempo e in modo
irregolare. Questincertezza d libert di movimento e flessibilit dellordinamento sociale. Il pascolo
considerato un dono dio, quindi a disposizione di tutti e non posseduto da nessuno. Lo stesso per
lacqua, ma quando scarseggia si ottiene al prezzo di un duro lavoro e chi la rende disponibile, ne
reclama comunque diritti esclusivi.
Ovviamente questa libert di accesso ai pascoli porta a conflitti e competizioni. I somali godono
di una forte mobilit: viaggiano pi leggeri possibile e hanno un equipaggiamento minimo, formato da
una tenda, degli utensili, delle coperte e dei vestiti, che ripongono nella tenda stessa quando chiusa.
Gli accampamenti durano da qualche giorno a qualche settimana, in base alle condizioni locali e alle
informazioni che si hanno sulla situazione nelle altre aree.
Dato che vivono in simbiosi con i loro animali, il loro ritmo dominato dalle necessit di
questultimi e qualsiasi cosa influisca sulle mandrie o greggi, influisce anche sugli uomini. I somali cos
si dividono in due unit pastorali: una chiamata casale nomade, formata dallunit familiare, pecore e
capre, che non si sposta mai molto ed considerata debole e vulnerabile; laltra chiamata campo dei
cammelli, dove un gruppo di uomini strettamente imparentati fa pascolare i dromedari, accompagnati
dai ragazzi e da giovani non sposati. Queste due unit, durante la stagione secca, si trovano a notevole
distanza luna dallaltra. Nelle stagioni di abbondanza la seconda torna ai casali dove ci sono le mogli e
le ragazze in et da marito ad aspettarli. Questa infatti la stagione degli incontri e degli
accoppiamenti, delle cerimonie, dei riti e delle deliberazioni politiche. Quindi la primavera, stagione
delle piogge, il periodo di gioia e abbondanza. Durante le stagioni secche invece, si accresce la
pressione sulle risorse e aumenta la competizione. Una banale disputa si tramuta in rissa.
La religione somala, a differenza di quella eschimese, non riflette direttamente questi schemi di
adattamento stagionale e neanche in questo caso lambiente determina lorganizzazione sociale. da
notare per come siano diversi invece i somali coltivatori che vivono nel meridione. Questi hanno una
struttura segmentaria aperta e flessibile e vivono in un triangolo fertile. Qui c una netta affermazione
della territorialit e le unit politiche sono permanenti e molto pi estese e vigilano sui propri confini.
Qui i matrimoni si celebrano tra membri interni al gruppo: non avendo bisogno di alleanze, si
prediligono la coesione e la solidariet interne. Al nord invece ci si sposa con persone di lignaggi lontani
al fine di stabilire preziose alleanze. Questo un chiaro esempio di adattamento ecologico differente.
Si ha pi o meno lo stesso modo di vivere tra i galla borana dellEtiopia e del Kenia che per
classificano pi minuziosamente il bestiame. I membri di una famiglia vengono sollecitati a disperdersi,
ognuno pascolando il suo genere di animali nellambiente e nelle condizioni che pi convengono. La
coesione familiare cos sacrificata alle esigenze alimentari del bestiame. Un vantaggio il minimizzare
la rivalit tra fratelli, infatti gli spargimenti di sangue avvengono solo verso lesterno.
Si possono quindi stilare tre tipi di economie tradizionali e le societ tribali, malgrado la loro
tendenza generale alliper-specializzazione, combinano elementi di queste categorie:
1. Cacciatori e raccoglitori: ad esempio gli eschimesi, i boscimani, i pigmei. Questa categoria ha
unorganizzazione sociale flessibile; svolge attivit venatorie e di raccolta, limitate solo dai
movimenti delle altre bande. Le posizioni di comando sono poche o non ben definite. Il
mantenimento dellordine riposa sui legami di parentela o di altro tipo. La flessibilit e la
mancanza di regole sono vantaggiose dal punto di vista delladattamento. Hanno notevoli
conoscenze specialistiche, sia botaniche che zoologiche.
2. Pastori nomadi: per esempio i somali, i galla borana e i beduini arabi. Il movimento e la mobilit
sono, per questa categoria, fattori chiave. La flessibilit caratterizza la loro vita e la loro
organizzazione sociale. Hanno sistemi di organizzazione politica pi complessi e variabili, i
raggruppamenti sono pi ampi, anche se solo su base temporanea. Esistono dei diritti comuni
sul bestiame.
3. I coltivatori: come gli zande, i lele, i bemba, i merina, i kachin. Si dividono tra quelli itineranti che
usano la tecnica del debbio per aprire e fertilizzare campi, e quelli sedentari con coltivazione a
secco, che usano lirrigazione o le precipitazioni. In questo caso si apre un panorama illimitato di

modelli e tipi ordinamenti sociali e politici. Non possibile collegare i tipi di organizzazione
politica ai tipi di agricoltura, ma la coltivazione favorisce molto la territorialit.
In genere comunque si divide il lavoro soprattutto in base al criterio del sesso.
Le condizioni ambientali e il livello tecnologico creano difficolt nellimmagazzinare le provviste
in eccedenza. Lammasso individuale cos scoraggiato e si tender a ridistribuire, spingendo chi ha di
pi a trasformarlo in prestigio regalandolo, piuttosto che lasciandolo marcire. Ma questo non scoraggia
la sovrapproduzione: anzi avere tanto aumenta il prestigio e la sicurezza che ne vengono.
Capita spesso che chi possiede grossi armenti li suddividono in unit pi piccole e controllabili
che danno in custodia a parenti poveri o dipendenti. Il proprietario ne guadagna che dividendo la
ricchezza con i parenti questi partecipano alla sua fortuna, la dipendenza inoltre fa si che si identifichino
con lui e il frazionamento del bestiame permette un maggior sfruttamento delle acque e dei pascoli. Se
si hanno migliori opportunit per gli armenti, ci comporta anche maggior prestigio politico e sociale. Di
norma, i pastori sono pi propensi a vendere il bestiame nei periodi difficili, che non quando i prezzi
sono in rialzo, poich vende solo se ha bisogno di denaro per pagare le tasse o altro, altrimenti non gli
interessa.
Nelle societ tribali, dunque, vi sono pi diritti che propriet. I membri delle trib possiedono dei
diritti naturali, anche se questi non sono quasi mai assoluti. I rapporti di propriet, infatti, sono
indicativi dei rapporti sociali: laccesso, il controllo e lo scambio delle risorse sono legati allo status
sociale. Un individuo pu non disporre di molte delle risorse che possiede, senza il consenso degli altri
appartenenti al gruppo.
A questo proposito, per quanto riguarda la prima categoria, si hanno dei diritti territoriali sulle
risorse, allinterno delle rispettive aree di controllo. La selvaggina, invece, essendo una risorsa mobile,
non oggetto di un diritto esclusivo. Per la seconda categoria, il pascolo un bene pubblico, mentre i
diritti sullacqua sono pi esclusivi e specifici.
Riguardo infine il terzo gruppo, bisogna fare una distinzione tra le due tipologie. I coltivatori per
debbio hanno modelli flessibili di possessione della terra. Hanno un approccio alla terra carnivoro;
reclamano diritti sui raccolti, sul frutto del loro lavoro di ripulitura del campo, semina e sulle cure
dedicate alle piantagioni. Gli agricoltori sedentari sentono invece la necessit di un sistema di propriet
della terra e, se praticano colture irrigue, anche di un sistema di controllo sulla distribuzione delle
acque.
La residenza effettiva nel territorio tribale condizione importante per avere diritti sulla terra.
Non appena vi si rinuncia, i diritti decadono e tornano al gruppo o al patrimonio globale nel suo
complesso.
Nel caso in cui vi sia un re, lui il proprietario di tutte le terre della trib. Prendiamo lesempio
dellEtiopia. Qui si hanno due tipi di diritti sulla terra: il rist, che un usufrutto inalienabile fondato sulla
parentela; e il gult, uguale al feudo medievale. Succede allora che il re concede il gult a delle persone di
sua scelta, che hanno il diritto di amministrare quella terra e tassare chi detiene i diritti di rist su quel
territorio. Cos, per quanto i sovrani si succedano, i diritti sulla terra dei sudditi non mutano.
C quindi un forte rapporto tra la parentela e i diritti sulla terra. Per esempio per i tiv della
Nigeria, la trib contemporaneamente una distinta unit politica proprietaria di terre e un gruppo di
fratelli.
In presenza poi di una divisione del lavoro pi complessa, le disuguaglianze economiche
diventano la base e la giustificazione di differenziazioni socio-economiche. A sostegno di questo, basta
prendere gli esempi del Ruanda e delle caste indiane. In entrambe ci sono diverse caste con compiti
specifici, che gerarchicamente sono una pi importante dellaltra. In Ruanda erano i Tutsi gli
aristocratici pastori che hanno preso il potere e sfruttavano il lavoro agricolo degli Hutu. In India, invece,
la classificazione pi complessa e pi legata alla specializzazione economica. Ogni casta o sottocasta
gode di un certo monopolio su una particolare occupazione, ma anche rigidamente endogamica e
possiede una specifica cultura e qualche volta anche una lingua propria. Le caste di differente status e
occupazione dipendono, ognuna per la propria sopravvivenza, dai servizi e dalla produzione delle altre.
In generale comunque lattuale modernizzazione sta mettendo in crisi i tradizionali legami tribali,
anche se raramente riesce a farli scomparire del tutto. Il lavoratore deve spesso allontanarsi per andare
a lavorare e se rimane troppo a lungo assente da casa rischia di essere dimenticato. Cos sta a lui
continuare ad avere rapporti con la famiglia inviando doni e ospitandoli. Questo comportamento ha
quindi uno sfondo di egoismo: linurbato lavora con la prospettiva di tornare un giorno alla sua vita
rurale. Cerca dunque di riaffermare continuamente la sua identit etnica per conservare e rivendicare i
suoi diritti economici.
CAPITOLO 5: SCAMBIO E MERCATO
Si visto come un surplus non viene mai immagazzinato o buttato, ma viene impiegato per fare
doni o pagare tributi. Il dono infatti rappresenta un buon modo per mantenere dei buoni rapporti con
altri membri o per creare nuove relazioni. Infatti c sempre limplicito obbligo di ripagare o
restituire un dono. Per le societ tribali, questo procedimento del tutto normale e non ci vedono
nessuna corruzione. Questi scambi diventano cos istituzionalizzati e due chiari esempi sono il kula e
potlatch.

Il kula uno scambio praticato sulle isole Trobriand della Nuova Guinea. L si vive di agricoltura
estensiva e la coltivazione lattivit economica dominante. Una parte del surplus va in tributo ai
leader locali, laltra parte viene offerta alla famiglia della sorella o della madre, in quanto societ
matrilineari. Qui, dei coraggiosi viaggiatori solcano il mare passando da unisola allaltra per
commerciare, ma soprattutto per il kula, un sistema di scambio molto complesso. Chi in senso
antiorario, chi in senso orario, dona alle trib locali o delle collane dalle conchiglie rosse (soulava) o dei
braccialetti dalle conchiglie bianche (mwali). Chi detiene una collana, dovr scambiarla poi con un
braccialetto e viceversa. Chi entra in questo giro, ne rimarr poi sempre dentro. Avviene cos un vero e
proprio scambio cerimoniale e accanto ad esso gli indigeni svolgono un commercio ordinario e
intrecciano relazioni con isole lontane e ostili. Inoltre attorno a questo scambio ci sono molte attivit
connesse, come cerimonie, produzioni di canoe ecc. Quindi il kula una vera e propria istituzione
politica e questi scambi accrescono il prestigio interno. Infatti, il kula un bene di prestigio e chi lo
detiene, anche se per un periodo limitato di tempo, ne ricava reputazione e prestigio agli occhi degli
esterni e dunque anche a quelli dei membri interni al gruppo.
Il secondo tipo di scambio di doni il potlatch, praticato dagli indiani della costa nordoccidentale dellAmerica e del Canada, che mostra come questi sistemi possano modificarsi insieme
allambiente circostante. Si trattava di banchetto o feste che prevedevano lofferta di doni a tutti gli
invitati. In origine era un generico rituale di transizione per il riconoscimento e lapprovazione pubblica
di importanti momenti critici. Il prestigio dipendeva dalla generosit di chi teneva il banchetto e si
teneva conto del numero di doni e delle persone che li ricevevano. Questi ultimi dovevano poi restituire
lomaggio con altrettanta abbondanza per continuare ad avere una buona reputazione. I regali
consistevano in beni di grande valore come scudi o coperte. Quando nel corso dell800 e gli inizi del
900 la popolazione diminu a causa delle malattie provenienti dallEuropa, molti titoli ereditari rimasero
vacanti. Inoltre, avendo raggiunto un alto livello di benessere, venivano creati nuovi titoli per i nuovi
ricchi e venne permesso anche alle donne di partecipare. Parallelamente venne abolita la guerra
tradizionale, cos queste opportunit di mobilit sociale enfatizzarono il carattere aggressivo e
competitivo del potlatch e si trasformarono in guerre di beni. Gli indiani erano diventati dei capitalisti
che giocavano a un gioco dazzardo con poste altissime dove spesso lo sconfitto andava in bancarotta.
Questi quindi sono esempi di donazioni volte ad accrescere il proprio prestigio e la propria
reputazione. In fondo, i doni sono una forma di socializzazione molto diffusa anche nelle nostre societ,
dietro ai quali c un vero e proprio business, uneconomia del dono che ha regole diverse da quella
classica di mercato.
Tutto ci ci riconduce allevoluzione della moneta e delle unit di scambio nel tempo. Nelle
nostre societ tutto cominciato con il baratto. Poi si cercava una moneta accettata da tutti con la
quale si potesse acquistare qualunque tipo di merce, cos si sono create delle quantit fisse di metalli
preziosi assegnando ai vari beni un valore in termini di equivalenza di peso. In seguito sono state
adottate vere e proprie monete con un valore intrinseco, contenenti una certa quantit di metallo
prezioso. Infine sono stati introdotti gli assegni, i vaglia e i sistemi di credito. Di certo nella nostra
attuale societ il credito indice di un certo status.
Nelle societ tribali non del tutto cos. Presso i pastori per esempio il mezzo di scambio
sempre stato il bestiame, anche pagamenti consistenti. Dopo di che si passati ad un tipo di moneta
mista: il denaro stato introdotto e viene utilizzato per comprare soprattutto nei negozi e ai mercati,
ma lo scambio di bestiame non scomparso. Esso infatti costituisce un deposito di valore che frutta
interessi maggiori, per il fatto che si riproduce e consolida il capitale. Il commercio intertribale basato
sulle monete tradizionali prosperava invece dove le istituzioni erano molto sviluppate e organizzate
(come nellEtiopia di oggi).
Cos tanto meno universale il denaro nel suo potere dacquisto, tanto pi nette sono le
distinzioni tra i diversi tipi di transazione. Si creano cos vere e proprie sfere di scambio, che
stabiliscono una scala di valori e un rapporto tra quello che si deve pagare o si vuole ricevere e quello
che bisogna dare. Per esempio per i siane della Nuova Guinea, esistono i beni di sussistenza che si
offrono liberamente e volentieri ai parenti; i beni di lusso, di propriet individuale che si scambiano tra
amici in segno di ospitalit; e i beni preziosi, utilizzati solo negli scambi cerimoniali a carattere
competitivo. Questo popolo aveva diviso poi il denaro nelle ultime due sfere di scambio, rendendo cos
impossibile la convertibilit dal grado pi alto (sterline) a quello pi basso (scellini), ma solo viceversa.
In genere comunque la presenza di queste tre sfere in diverse popolazioni, denota alla fin fine
una dicotomia: tra i beni di sussistenza e quelli superflui. Spesso lintroduzione di denaro ha portato a
una crisi degli equilibri economici delle societ tribali, in quanto esse si ritrovavano a sperperarlo per
comprare beni di lusso (per esempio come i tiv) facendo proliferare i prezzi. Altre volte, questo ha
portato alla scarsit di denaro liquido (nel caso invece degli eschimesi del Canada), costringendo a
ricorrere allindebitamento o al credito.
Nelle societ tribali comunque il contante a rappresentare un certo livello di status, e non il
credito. Inoltre, lunicit di un sistema di scambio sta nella sua assenza di conversioni (come nel kula).
Tutto ci ci rimanda al tributo, che si pu considerare una particolare forma di scambio. Esso
laffermazione simbolica di lealt e sottomissione che lega il suo ricevente al donatore, stabilendo e
mantenendo un rapporto di reciproca dipendenza. Ma chi offre un tributo ha il diritto di ricevere in
cambio protezione e generose elargizioni. Il capo difatti, normalmente considerato un servitore
pubblico, che porta sulle sue spalle il peso e la responsabilit del suo alto ufficio, che ricambia i tributi

garantendo protezione, offrendo banchetti e risolvendo dispute: tutte funzioni di buon governo. Non
bisogna comunque pensare che il tributo nelle societ tribali sia sempre qualcosa di bello e non
opprimente. Llite degli Avongara degli zande, ne sono un esempio. Oppure in India, dove nelle cattive
stagioni il proprietario raccoglieva la stessa quota dei suoi braccianti, ma nelle buone stagioni i
braccianti riceveva sempre quello, mentre il proprietario teneva per s tutto il surplus. La prova sicura
della buona fede dei padroni, sta nella misura in cui i pi umili possono effettivamente contare sul loro
appoggio in tempi difficili.
Viene da pensare, allora, alla figura del contadino. Questo appartiene maggiormente ai pi
complessi regni tradizionali e agli stati moderni, che non alle societ tribali. Il contadino non un
coltivatore autosufficiente a livello di sussistenza, e proprio per la sua dipendenza da altri, vittima di
sfruttamento. La modernizzazione ha trasformato i coltivatori a livello di sussistenza in contadini,
aggravando la condizione di quelli gi esistenti. Il fatto di introdurre una concorrenza o voler
intensificare il commercio, ha posto il contadino in situazioni difficili, che poteva superare solo o con
lacquisto di nuovi mezzi per produrre di pi (indebitandosi), o lavorando di pi, o consumando meno. A
questi fattori, spesso si aggiunto quello dello strozzinaggio. Tutto ci ha comportato una visione
particolare dei contadini del mondo: hanno infatti unimmagine illimitata del bene, caratteristica,
questa, anche delle societ tribali.
Dallaltra parte invece ci sono gli imprenditori. Come abbiamo detto le nuove tecnologie
svolgono un ruolo decisivo nello svincolare gli individui dai rapporti tradizionali, permettendone
lespansione in nuove direzioni. La gente risponde spesso pi favorevolmente a una fonte alimentare o
a un lavoro completamente nuovi, piuttosto che a unespansione o intensificazione di tecniche di
sussistenza gi esistenti o perfettamente note. qui che entra in scena limprenditore: la sua capacit
innovativa sta nellindividuare unopportunit non sfruttata e nel saperla cogliere e portare a buon fine.
Limprenditore di successo associa beni, servizi e gente in una combinazione mutuamente
soddisfacente alle proprie condizioni. Per esempio, in nuova Guinea, gli imprenditori acquistano
importanza grazie alla loro abilit di manipolatori. Soprattutto nelle minoranze etniche, con le loro
culture e morali chiuse, si sono specializzate in servizi imprenditoriali e di speculazione: molto pi
facile estorcere alti indici di profitto a persone con le quali non si legati in nessuno modo.
CAPITOLO 6: MATRIMONIO E PARENTELA
Il matrimonio unistanza che crea delle relazioni di affinit dirette tra lo sposo e i parenti della
sposa e d origine alla prole. Infatti, esso lorigine prima della parentela, e come afferma la Chiesa, il
matrimonio esiste per poter legittimare la prole, fornire eredi legittimi e stabilire con certezza la loro
identit sociale. La differenza tra la parentela e laffinit sta nel fatto che la prima deriva dalla
discendenza, la seconda dal matrimonio. Quindi discendenza significa essere imparentati tramite un
antenato comune e questo pu costituire uno dei principi fondamentali dellorganizzazione sociale,
attorno al quale ruotano diritti, doveri e interessi.
Ma in una societ tribale come si sceglie il coniuge? A parte lincesto che proibito da tutti, o ci si
pu sposare con chiunque, o al di fuori del proprio gruppo o allinterno del proprio gruppo. Nel secondo
caso si di fronte allesogamia, frequente quando i membri di un gruppo sono gi strettamente uniti tra
loro e non avvertono il bisogno di unulteriore integrazione sociale. Pu accadere anche un vero e
proprio scambio di donne tra gruppi, che consente cos al matrimonio di soddisfare sia gli interessi
relativi alla riproduzione sia allalleanza. Questa dunque una strategia politica aperta ed estensiva che
crea vincoli preziosi allesterno del proprio gruppo o della propria comunit.
Il terzo caso viene chiamato invece endogamia e si tratta di un matrimonio allinterno di una
comunit, come nel caso delle caste indiane. Spesso vi un vero e proprio diritto di prelazione
matrimoniale sulla figlia del fratello del padre. Qui non interessa creare nuove alleanze allesterno del
gruppo, ma continuare a rafforzare i legami allinterno dello stesso. Per alcune trib, in questo modo gli
interessi e la propriet rimangono interni alla famiglia.
La stabilit coniugale sostenuta dalla parentela.
Per quanto riguarda lesogamia, ci sono due modelli preferenziali di matrimonio, anche se non
sono gli unici. Il primo , in una societ patrilineare, il matrimonio tra cugini incrociati matrilaterali, dove
un individuo si sposa con la figlia dello zio materno. Il secondo , in una societ matrilineare, il
matrimonio tra cugini incrociati patrilaterali, dove un individuo sposa la figlia della zia paterna.
Nel primo caso, il vantaggio quello di sfruttare la relazione tra il figlio della sorella e suo zio
materno, ricevendo cos una riduzione sui pagamenti matrimoniali. Nel secondo caso, invece, un
individuo sposa lerede di suo padre e questo comporta lapprovazione dei padri, in quanto i beni che
possiedono passano direttamente ai propri figli (tramite la moglie) anzich ai figli delle sorelle.
Con questi sistemi, si creano cos delle relazioni e delle strette alleanze. Tanto che si possono
individuare due teorie dellalleanza:
1. Nel primo caso c unalleanza asimmetrica. Anche solo con un numero minimo di tre gruppi, si
forma un meccanismo per il quale un gruppo passa ad un secondo una sposa e il secondo passa
ad un terzo unaltra sposa. In questo modo si crea una catena e nessuno dar mai una sposa a
un gruppo dal quale lha ricevuta. Se addirittura il passaggio di gruppo di una donna comporta

anche un cambio di status, la catena pu esprimere anche un ordine gerarchico (ci pu


avvenire nel sistema a caste indiano).
2. Nel secondo caso si invece di fronte ad uno scambio simmetrico. Anche qui sufficiente un
numero minimo di tre gruppi e secondo questo meccanismo un gruppo passa ad un secondo una
sposa, per poi riceverne unaltra da questo nella successiva generazione. C una generazione di
scarto rispetto allo scambio diretto. Ovviamente questo sistema ha un raggio dazione pi
ristretto e meno efficace rispetto al precedente.
Si nota, cos, che il matrimonio nelle societ tribali piuttosto un legame tra gruppi che non tra
individui. Si parla si interessi e diritti corporativi. Tra i somali, le donne possono essere usate anche
come offerte dindennit nel regolamento di debiti di sangue. Perci il matrimonio usato anche come
strumento di riappacificazione e riparazione.
Altri esempi della natura corporativa del matrimonio si traggono da queste tre istituzioni diffuse:
1) Il levirato = in cui un uomo eredit la moglie di un suo familiare facendo semplicemente le veci
del defunto. La prole che ne pu derivare non gli appartiene, appartiene al marito morto.
2) Leredit della vedova = uguale al levirato, solo che i figli di secondo letto appartengono al
nuovo marito.
3) Il sororato = linverso dei primi due, in quanto il diritto di un vedovo di ricevere dalla famiglia
della moglie unaltra sposa e di solito la sorella minore.
Tutto questo ci costringe a spiegare la differenza tra pater e genitor: infatti il primo il padre/madre
socialmente riconosciuto, mentre il secondo quello fisiologico e non sempre coincidono. Infatti, si
creano due situazioni:
Se si tratta di un matrimonio con un defunto, come nel levirato si fornisce discendenza a un
uomo morto senza prole, cos il pater sar il defunto, mentre il genitor colui che ha fecondato
la vedova.
Se si tratta di matrimonio tra donne, una donna sterile pu ottenere prole tramite unaltra
donna. Il pater sar la donna feconda, mentre il genitor luomo che stato con la donna
sostituta.
Ci sono dunque due diritti riguardanti il matrimonio: uno coniugale, che riguarda il ruolo della moglie
come partner sessuale e compagna; uno procreativo, che riguarda il ruolo di madre della donna, in
quanto fertile. Non detto che il marito possegga entrambi, infatti nelle societ matrilineari i diritti
procreativi restano in mano al lignaggio della moglie. In quelle patrilineari, al contrario, entrambi
posseggono al marito e alla sua famiglia.
Il matrimonio comporta anche delle transazioni matrimoniali. Normalmente sono tre:
1. Il servizio per la sposa: raro (tra i bemba), il futuro marito lavora per il suocero guadagnandosi il
diritto di sposare la figlia.
2. La ricchezza o prezzo della sposa: una serie di doni da parte dello sposo e della sua famiglia
alla sposa. Ha un forte carattere commerciale e si tratta di beni di prestigio. Nelle societ
pastorali si usa anche il bestiame, oggi il denaro. Di norma segue lunghe trattative e include i
contributi di una vasta parte dei parenti dello sposo ad indicare lapprezzamento per il
matrimonio. Dallaltra parte, la ricchezza verr distribuita per lo stesso numero di parenti, a
dimostrazione della loro partecipazione positiva.
3. La dote: che invece la ricchezza che un padre d alla figlia, di solito una fetta anticipata
delleredit e serve ad accrescere le prospettive di matrimonio della ragazza. Spesso offerta
quale indennizzo per la posizione inferiore della sposa.
Normalmente i destinatari del pagamento sono propensi a non ricevere tutto subito, per poter poi
esercitare delle pressioni in futuro. Con la ricchezza della sposa si trasferiscono proprio i diritti della
donna allo sposo. Se la moglie non fedele o non fonte di prole, questo motivo di divorzio, oppure il
marito pu chiedere la sostituzione con una sorella o senn recuperare una parte della ricchezza della
sposa da lui versata.
Il matrimonio tra i somali nomadi un chiaro esempio di matrimonio con cospicui pagamenti
matrimoniali, ma relazioni instabili. Qui, oltre alla ricchezza della sposa e alla dote, si trovano anche il
dono di fidanzamento e la controdote (mahar). Il primo conferisce un diritto di prelazione al pretendente
mentre laltro la componente essenziale del matrimonio mussulmano, pur essendo la prestazione
meno onerosa. La sua natura ed entit sono decise al momento del matrimonio e la sposa deve darne
la sua accettazione. Pu anche non essere ceduta subito, spesso la si d solo al momento del divorzio,
come una garanzia che assicura alla donna divorziata una modesta sistemazione. Tuttavia questi
matrimoni sono stabili, perch pur essendoci un sistema patrilineare e passando la propriet della
moglie al marito, questa non perde i suoi legami con la sua famiglia. Cos mantiene unidentit distinta
dal compagno, che le garantisce di avere un sostegno nel caso in cui ci siano difficolt coniugali. Si pu
quindi affermare che la fragilit del matrimonio dipende dai legami con i membri del gruppo parentale
dorigine.
Un fattore molto conosciuto quello della poligamia. Infatti questa molto frequente nelle
societ tribali e di solito si identificano come fratelli germani, quelli nati dalla stessa madre, e
fratellastri, quelli che hanno madri diverse ma lo stesso padre. Chiaramente questa distinzione in una
societ matrilineare non ha importanza in quanto quello che conta solo il lignaggio della propria
madre. Comunque la poligamia aumenta le tensioni familiari per la rivalit tra le mogli e i fratellastri, in

linea generale, per, i figli della prima moglie avranno una porzione di eredit pi consistente. Capita
anche che sia la moglie stessa a chiedere al marito di prenderne unaltra per farle compagnia e aiutarla
nei lavori, anche se raro. Ad ogni modo, ogni moglie ha diritto alla sua abitazione o stanza e ad una
fetta di patrimonio che andr ai suoi figli.
La poliandria al contrario molto rara e si adatta meglio alle situazioni matrilineari che
patrilineari. Un esempio ne sono nayar (dellIndia meridionale), anche se il rapporto coniugale si riduce
ad una fecondazione della stessa donna da parte di pi uomini, tutto sotto il controllo del fratello
maggiore.
La discendenza pu per non essere solo patrilineare o matrilineare. Quella pi diffusa la
discendenza bilaterale o cognatica, dove si prendono gli ascendenti sia maschili che femminili da parte
del padre e della madre. Questo permette di avere una vasta rete di legami di parentela e dunque una
buona riserva di alleati nei casi di necessit. Capita anche di formare dei parentadi ego-centrici, delle
unit pi individualmente specifiche dove tutti i fratelli germani hanno lo stesso numero di parenti. Altre
volte si possono fissare delle clausole restrittive, che riducono la cerchia di parenti, come per esempio il
requisito residenziale. Infatti per gli amhara, se si assenti dalle proprie terre per pi di due
generazioni, se ne perdono i diritti.
Accanto ad essa, vi anche la discendenza doppia, una discendenza cognatica ridotta, in
quanto si toglie per ogni generazione una serie di antenati, conservando quelli di sesso maschile dal
lato paterno e quelli di sesso femminile dal lato materno (una combinazione tra discendenza
patrilineare e matrilineare). Di solito, come tra gli yako e gli yap, i patrilignaggi formano gruppi locali su
un territorio comune, mentre i matrilignaggi danno vita a legami con membri di altre comunit.
La matrilinearit comunque monopolizzata dagli uomini. Il pi stretto parente di un uomo la
sorella, dopo suo fratello e deve cercare di garantirsi il controllo su di lei e sui suoi figli. Infatti molto
spesso il marito della sorella non abita mai con lei, che invece sta sempre insieme al fratello. Si sono
cercate diverse soluzioni per tentare di far restare vicini i coniugi ma sempre sotto il controllo del
fratello della moglie, ma in genere si sempre in una situazione di conflitto.
Ma la terminologia riguardo alla parentela la stessa che usiamo noi? No, ci sono quattro
modelli per identificare i parenti collaterali pi prossimi ai genitori:
1) Generazionale: mio padre, suo fratello e il fratello di mia madre hanno tutti lo stesso nome
2) Lineare: mio padre ha un nome e gli zii un altro (come in italiano)
3) Della fusione biforcata: mio padre e suo fratello hanno un nome e il fratello di mia madre un
altro
4) Del collaterale biforcato: tutti e tre hanno nomi diversi.
Queste distinzioni riflettono tre principi di base:
Lunit del gruppo fraterno: lo stesso denotativo indica i fratelli di entrambi i sessi. Avendo un
determinato rapporto con uno, questo vale anche con i suoi fratelli e viceversa.
Lunit del lignaggio: un lignaggio esterno al quale si legati tramite un parente viene trattato
come un gruppo distinto, nel senso che i suoi membri hanno tutti lo stesso rapporto nei confronti
del figlio/nipote.
Generazionale: essendo i rapporti tra generazioni immediatamente successive carichi di
tensione (per via della rivalit e delleredit), si chiamano con lo stesso nome i parenti di
generazioni alternate, mentre si tratta con un rispetto convenzionale quelli della generazione pi
vicina.
Accade a volte, che la generazione consisti nella base dellordinamento sociale e politico.
Prendendo il caso dei galla, la popolazione suddivisa in generazioni a classi det e ognuna, ogni otto
anni, passa ad un livello di potere superiore. In genere, un figlio viene iniziato alla classe della sua
generazione, indipendentemente dallet, 40 anni dopo i padri. Questo pu portare ad una fraterna
unione tra i membri della stessa generazione o classe det, che si sentono legati in qualcosa. Anche la
divisione in base allet, dunque, pu essere la base per lattribuzione di ruoli sociali e politici.
CAPITOLO 7: POTERE CENTRALIZZATO
Per quanto riguarda la politica delle societ tribali, non sempre si di fronte a stati e poteri
centralizzati. La politica riguarda i modi in cui vengono prese le decisioni, circa la regolamentazione
degli interessi e il controllo delle risorse degli individui. Durante la colonizzazione, gli stranieri
utilizzavano le istituzioni indigene locali quando non cerano sufficienti forze in patria da inviare sul
campo. Si rispettano cos queste istituzioni locali o altre volte si cercava di assimilarle trasformandole
nella stessa struttura delle proprie istituzioni. Il problema sorgeva quando dei capi non erano
identificabili. I colonizzatori si potevano imbattere o in regni tradizionali, o in chiefdom, una specie di
domini, con unlite aristocratica, ma che di fatto non aveva un apparato preposto alla repressione. C
da dire comunque che lo stato occupa solo un posto dei tanti allinterno della vasta gamma di governo
e di sistemi politici.
Riguardo allorganizzazione politica, che un aspetto dellorganizzazione globale che riguarda
linstaurazione e il mantenimento della cooperazione interna e dellindipendenza dallesterno, bisogna
dire che in genere il potere di stabilire un politica estera implica che si possiede la giusta autorit per

mantenere lordine interno. I governi non devono limitarsi a legiferare, ma devono avere il potere
effettivo per far rispettare le loro leggi. Si crea cos un legame tra lattivit politica e il controllo sociale.
I confini dellautorit legale e quelli dellautorit politica non sempre coincidono, cos come le frontiere
politiche (stato) non ricalcano sempre quelle culturali (nazione).
Mettiamo in evidenza 3 tipi di territori con un potere centralizzato.
I bemba dello zambia sono una delle trib pi importanti, insieme ai lozi e ai ndembu. Occupano
un vasto territorio scarsamente produttivo e leconomia si basa sullagricoltura nomade per debbio.
Nonostante la mobilit restano sempre dentro regioni pi vaste e le terre sono tutte del re (citimuluku),
proveniente dal clan aristocratico del coccodrillo. Parlano tutti la stessa lingua e la stessa cultura e la
loro reputazione di spietati guerrieri. Di norma ogni successore eredita il nome e la posizione
parentale del suo predecessore, assumendo la sua persona sociale e spirituale. Questo sistema
trasmette immutata nel tempo loriginaria distribuzione del potere allinterno del regno. Il re ha il ruolo
di capo degli chiefdom e guida della nazione. Deve nutrire e proteggere il suo popolo, la sua salute e il
suo benessere sono legatissimi a quelli dei sudditi. La sua supremazia sta nel fatto che ha lo status di
dio sotto umane spoglie. Con lintroduzione delle armi da fuoco tutto cambiato: i capi clan hanno
incrementato il loro dominio e si creata della tensione tra i sacerdoti, che erano dalla parte del popolo,
e il re, che invece era potenzialmente autocratico. Inoltre molti capi progressisti erano dalla parte dei
colonizzatori inglesi, cominciando a disertare le sedute del re, mentre i cittadini si dirigevano alle
miniere aperte dagli europei trascurando lagricoltura. C stato cos un disastro per leconomia agricola
ed aumentato il dislivello tra laristocrazia e gli agricoltori. Il re cerc di allontanare i sacerdoti e
divent una figura simile allaristocrazia tutsi del Ruanda.
I re amhara dellEtiopia avevano, invece, veramente un forte potere, con un sistema di governo
estremamente complesso. Il regno era formato da un mosaico di culture e grazie alla sconfitta inflitta
agli italiani, questo paese diventa il simbolo della rivolta con gli europei. In genere lEtiopia era abitata
dai tigrini e dagli amhara, suddivisi in aristocrazie militari che controllavano i feudi e i contadini. Nel
tempo sono arrivati i galla che da nomadi sono passati a coltivatori sedentari. Oggi il paese ha come
religione ufficiale il cristianesimo, anche se quasi la met del popolo musulmana, la lingua principale
lamhara e si segue in genere la struttura bilaterale di parentela. Regime amhara ha per sempre
ricalcato quello di unoccupazione militare. Le popolazioni soggiogate pagavano i tributi e le terre
conquistate passavano direttamente al re che poi le ripartiva tra i soldati e a volte dava qualcosa alla
chiesa. Anche limperatore per tradizione era un condottiero. Il sovrano cercava di scomporre e
disperdere tutti i centri alternativi di potere, dopo che per un periodo limpero era stato diviso in domini
di re e principi rivali. Hail Selassi stato il sovrano che riuscito pi a lungo a conservare un
equilibrio tra le forze di progresso e la tradizione, ma la sua incapacit di ridistribuire la ricchezza e di
aiutare il paese in difficolt ha portato alla presa di potere del Comitato Coordinatore delle Forze
Armate. In genere, quindi, la storia dellEtiopia mostra la tendenza verso una sempre maggiore
centralizzazione.
I ganda dellUganda erano il popolo di un piccolo regno, il Buganda, etnicamente e culturalmente
omogeneo. La loro supremazia militare era indiscussa e ad ogni stagione secca gli eserciti invadevano
nuove terre e facevano razzia di qualsiasi bottino. Sotto la dominazione degli inglesi riuscirono a
mantenere il controllo amministrativo delle loro e ottennero anche lestensione del regno per tutta
lUganda, facendo sorgere risentimenti da parte dei gruppi etnici meno avvantaggiati. Ma lInghilterra
voleva anche crearsi un proprio esercito in quelle terre, cos raccolse gli elementi residuali delle forze
del passato regime turco-egiziano. Erano individui detribalizzati, uniti solo per la fede nellIslam, che si
riunirono e divennero la casta militare nubis. Il sovrano (kazaka) era ancora pi bravo degli etiopi nel
controllare e distruggere i poteri dei capi locali, anche per via della sua totale libert nel nominarli,
trasferirli o distoglierli dal loro incarico. Con questo controllo secolare cos saldo, laspetto rituale era
superfluo. Tuttavia ci furono sempre pi contrasti tra i baganda e gli altri gruppi tribali, fino al crearsi di
due schieramenti: i baganda e i nubis. Il kabaka, per avere pi autonomia dallUganda, si alle proprio
con unugandese ma i buoni rapporti non durarono a lungo e appena il sovrano scappa per via degli
scontri, il primo ministro Obote diventa presidente e divide il Buganda in 4 distretti. A quel punto, dopo
aver cacciato i dissidenti, gli mancava da epurare lesercito. Ma questo, sotto il comando del generale
Amin, prese il potere e diede il colpo di grazia al Buganda. LUganda era tornata sotto il dispotismo
militare.
Si capisce quindi che il potere non mai assoluto e lautorit centrale non pu governare da
sola, deve sempre avvalersi di subalterni che aiutino a controllare il regno, anche se si tratta di un
despota. Ma bisogna fare attenzione a che i poteri dislocati non prendano poi forza, altrimenti possono
minacciare la sovranit. Quindi il potere deve riuscire a essere ripartito in tre fattori:
1. Strutturare e conservare una classe dirigente governo
2. Organizzare le entrate dello statoerario
3. Esercitare la dovuta repressione esercito.
Ma non solo i poteri dislocati possono creare problemi, bisogna anche pensare altri due elementi che
potrebbero minacciare il potere centrale, cio laristocrazia e una numerosa schiera di capi
potenzialmente eleggibili: passaggio di un re allaltro pu creare inquietudine e disagio, minando le basi
dello stato, se la successione non in base a criteri rigidi e ben definiti.
Infine interesse del governo centrale esercitare il monopolio assoluto della riscossione e del
pagamento delle imposte. E bench la superiorit militare di uomini e mezzi rimane un fattore decisivo,

se il potere secolare debole o troppo esteso, si fa ricorso al rituale quale fonte sussidiaria di legittimit
e forza simbolica.
CAPITOLO 8: POTERE DECENTRALIZZATO
Come esempio di stato non centralizzato, possiamo prendere i nuer, del Sudan meridionale.
Vivono in una specie di anarchia ordinata, formano ununit linguistica e culturale, ma non politica. I
villaggi forniscono i principali gruppi di riferimento e le unit politiche di base della societ. La trib il
pi ampio raggruppamento allinterno della nazione nuer e ognuna di esse, attraverso i suoi anziani e
suoi big-man, pu agire come un corpo politico sovrano di fronte ad altre trib. Allinterno dello stesso
villaggio o tra villaggi vicini, lobiettivo primario il mantenimento della pace pertanto le richieste per
gli indennizzi non sono eccessive, ma tra villaggi distanti il sentimento di unit pi debole e quindi la
tariffa pi alta. I vincoli di fedelt politica sono molto flessibili. Questo popolo si basa su un sistema
segmentario di lignaggi in quanto una trib si identifica con un clan e una divisione tribale con un
segmento di lignaggio ad essa collegato. Pi gli individui sono tra loro vicini per discendenza comune e
pi forte il vincolo politico che li lega. Tuttavia non sempre una trib corrisponde a un clan e questi
possono essere sparsi per il territorio, senza nessun riguardo per i confini. Cos in genere solo uno il
clan che identifica pienamente con la trib e diventa il clan dominante. Una figura importante poi
quella del paciere, un indispensabile intermediario e mediatore nelle faide intertribali, che ha un ruolo
neutrale e non appartiene n al clan dominante n ai loro segmenti. Quindi questo popolo, pur parlando
la stessa lingua e avendo la stessa cultura, si divide per trib e si racchiude in piccoli gruppi locali
reciprocamente ostili.
Altro esempio sono i somali. Non hanno mai costituito ununit politica e anche per loro il
lignaggio il motore principale della struttura sociale. La distanza sociale e quella politica sono
misurate in base al numero di antenati che le parti riescono a contare. La politica segue cos i legami di
sangue e i rapporti politici sono determinati dalla discendenza patrilineare. Le genealogie comunque
non corrispondono sempre agli schieramenti esistenti (basti pensare ai lignaggi derivanti da due
fratelli). Lunit politica pi stabile e pi frequente quella del gruppo pagatore di diya, cio del
prezzo di sangue. Sono dei gruppi costituiti da un numero ridotto di lignaggi collegati tra loro da stretti
vincoli di parentela e hanno come obiettivo linstaurazione della pace, in quanto nei loro accordi
contrattuali stabilito che essi esistono in funzione del beneficio e della sicurezza che ne ricavano i loro
membri. Esistono dunque dei contratti sociali egualitari, che hanno lo scopo di definire e mobilitare una
determinata unit di agnati a uno specifico livello genealogico, ignorando tutti gli altri. Comunque
questo gruppo agisce nei confronti di conflitti con lesterno. Quelli interni invece sono considerati reati
gravi. Nonostante il legame corporativo a forte solidariet che li lega, questi gruppi non sono unit
locali stabili e ad impedirlo il carattere nomade della loro economia. I patti di alleanza pi ampia,
invece, esistono, ma sono solo temporanei, in caso di bisogno. Anche qui esiste la figura del paciere,
chiamato uomo di Dio (wadaad), generalmente povero e inferiore socialmente, ma provvisto di energia
carismatica di origine divina.
Questi sistemi segmentari evidenziano dunque la contrapposizione e la coalizione: offrono unit
a un dato livello e discordia a un livello successivo. I tonga dello Zambia meridionale hanno
unorganizzazione politica ancor meno strutturata di quella dei nuer o dei somali. Sono diventati nel
paese uno dei gruppi etnici pi intraprendenti e vincenti in campo imprenditoriale. La loro economia
mista, coltivano e allevano e sono suddivisi in clan esogami matrilineari. Per loro la territorialit non
coincide con la parentela, come per i nuer, anzi i villaggi sono abitati da membri provenienti da clan
diversi, aggregandosi attorno a individui dotati di forte personalit. I rapporti di vicinato e quelli di
parentela sono tenuti separati, eppure anche se lontani i membri dello stesso clan si vengono incontro
nellamministrare i pagamenti per i matrimoni e ricevere in eredit le vedove. Non si sposano tra loro,
ma formano un gruppo corporato, legalmente responsabile.
In generale si nota che:
Di solito c sempre una figura o organismo neutrale preposto alla mediazione.
Le pene vengono commiserate ai crimini solo in base alla distanza sociale esistente tra le parti
in causa. Infatti non lazione in s che importa, ma a chi stato fatto un torto.
Nelle societ egualitarie le distanze sociali sono orientate in senso orizzontale (dentro o fuori dal
gruppo), in quelle stratificate la distanza sociale data dalla divisione in caste o classi, quindi
verticalmente
Nelle societ non centralizzate i danni alla propriet o alle persone tendono ad essere
considerati torti che esigono una riparazione, pi che reati da punire, e lammontare varia con la
distanza sociale; viceversa nelle societ centralizzate le misure sono pi punitive che restitutive,
i torti diventano reati e il giudizio espresso diventa pi astratto e impersonale.
Inoltre lopera mediatrice effettuata da laici, scelti per la saggezza che ascoltano le parti ed
emettono un vero e proprio verdetto, ma non hanno il potere di rendere esecutive le loro
decisioni.

Normalmente ci che rende precaria la politica il fatto che tutti vogliono il potere e sono pronti
a lottare per questo. I big-man appena hanno accesso a nuove opportunit economiche, intravedono la
possibilit di diventare di pi grandi. A quel punto si cerca di rendere il proprio status ereditario, dando
origine ad unulteriore stratificazione.
Il fatto comunque di aumentare la leadership e/o la centralizzazione pu essere dovuto anche
da:
1. Una crisi nazionale, che vede i furbi sovvertire lordine
2. Il sedentarismo
3. Lo sviluppo economico, dato che il sovraprodotto d maggior prestigio
4. La conquista: di solito quando si tratta della conquista di una popolazione con un livello culturale
inferiore, ma non si esclude che possano avere anche lo stesso livello
5. La genesi di uno stato agiarchico: i pacieri svolgono il loro lavoro, si guadagnano il consenso
della gente, si insediano stabilmente, diventano indispensabili e assumono una connotazione
politica.
In seguito allindipendenza dalle colonizzazioni, africani e asiatici hanno cercato di creare delle
nazioni. Allinizio hanno combattuto per la libert, ma una volta avuta lindipendenza dei loro stati,
hanno cercato di trovare la loro identit come nazioni, ora mirano allintegrazione culturale. Questo in
netta contrapposizione al concetto di trib, una realt vista sempre male dai colonizzatori, in quanto
reputata fautrice di divisioni, e quindi da sradicare. Ora invece questo senso di appartenenza ad una
trib sta tornando in voga, per non parlare degli interessi economici e politici legati a questa entit. Cos
le trib da una parte sono rivitalizzate e ampliate e dallaltra ne vengono addirittura create di nuove,
tanto che al giorno doggi il Terzo Mondo soffre per la sovrabbondanza di nazioni. Infatti, durante il 20
secolo, Africa e Asia hanno promosso e incoraggiato tutte quelle attivit culturali che hanno un grande
rilievo nella nascita di una nazione (quello che stato fatto in Europa nel corso dell800).

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