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Senato della Repubblica

XVII Legislatura

Fascicolo Iter
DDL S. 1138
Norme di indirizzo in materia di politiche integrate per la sicurezza e la polizia locale

13/04/2015 - 07:02

Indice

1. DDL S. 1138 - XVII Leg.

1.1. Dati generali

1.2. Testi

1.2.1. Testo DDL 1138

1.3. Trattazione in Commissione

27

1.3.1. Sedute

28

1.3.2. Resoconti sommari

29

1.3.2.1. 1^ Commissione permanente (Affari Costituzionali)

30

1.3.2.1.1. 1 Commissione permanente (Affari Costituzionali) - Seduta n. 238 (pom.) del 15/01/2015

31

1.3.2.1.2. 1 Commissione permanente (Affari Costituzionali) - Seduta n. 261 (pom.) dell'08/04/2015

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1. DDL S. 1138 - XVII Leg.

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1.1. Dati generali

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Disegni di legge
Atto Senato n. 1138
XVII Legislatura

Norme di indirizzo in materia di politiche integrate per la sicurezza e la polizia locale


Titolo breve: polizia locale
Iter
11 settembre 2014: assegnato (non ancora iniziato l'esame)
Successione delle letture parlamentari
S.1138
assegnato (non ancora iniziato l'esame)
Iniziativa Parlamentare
Andrea Augello ( PdL )
Natura
ordinaria
Presentazione
Presentato in data 17 ottobre 2013; annunciato nella seduta pom. n. 131 del 23 ottobre 2013.
Classificazione TESEO
PUBBLICA SICUREZZA , POLIZIA DI STATO , ARMA DEI CARABINIERI , POLIZIA
MUNICIPALE
Classificazione provvisoria
Assegnazione
Assegnato alla 1 Commissione permanente (Affari Costituzionali) in sede referente l'11 settembre
2014. Annuncio nella seduta pom. n. 310 dell'11 settembre 2014.
Pareri delle commissioni 2 (Giustizia), 4 (Difesa), 5 (Bilancio), 6 (Finanze), 7 (Pubbl. istruzione),
8 (Lavori pubblici), 9 (Agricoltura), 10 (Industria), 11 (Lavoro), 12 (Sanita'), 13 (Ambiente), 14
(Unione europea), Questioni regionali

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1.2. Testi

1.2. Testi

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1.2.1. Testo DDL 1138

1.2.1. Testo DDL 1138


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Senato della Repubblica XVII LEGISLATURA


N. 1138
DISEGNO DI LEGGE
d'iniziativa del senatore AUGELLO
COMUNICATO ALLA PRESIDENZA IL 17 OTTOBRE 2013
Norme di indirizzo in materia di politiche integrate per la sicurezza
e la polizia locale
Onorevoli Senatori. -- Il presente disegno di legge, che ripropone il testo unificato adottato nella
passata legislatura dalla Commissione Affari Costituzionali, affronta unitariamente sia il tema del
coordinamento istituzionale in materia di sicurezza pubblica e polizia amministrativa locale, previsto
dall'articolo 118 della Costituzione, sia il tema della riforma della polizia locale, anche al fine di
promuoverne l'omogeneit a livello nazionale.
Si tratta di una scelta importante ed utile perch non bisogna mai dimenticare che l'esigenza di dare un
nuovo assetto normativo alla polizia locale nasce dalle trasformazioni in atto nelle nostre citt e dalla
diffusa domanda di sicurezza delle comunit locali.
Domanda di sicurezza che nasce soprattutto dalla rapidit delle trasformazioni derivate dal rapido
mutamento della societ, trasformazioni che producono nuove opportunit, ma che si manifestano
anche con lo sviluppo di quell'insieme di comportamenti, che non sono solo criminali, ma pi spesso
solo incivili, e che sono la causa di quel diffuso disordine fisico e sociale (sporcizia, schiamazzi,
graffiti, auto e rifiuti abbandonati, mancato rispetto delle regole di convivenza quotidiana) che rende
sempre meno piacevole e talvolta insicuro attraversare lo spazio pubblico delle citt, con ci
accrescendo la percezione di insicurezza negli spazi di vita ordinaria.
Per non parlare dei mercati illegali, dallo spaccio alla prostituzione, che creano talvolta delle vere e
proprie zone off limits.
Una sensazione di precariet e di perdita dei propri riferimenti nello spazio urbano (i negozi di
vicinato, le persone conosciute) che tanta parte hanno nel diffondersi dell'insicurezza nelle citt.
Come si vede i problemi di insicurezza, oltre che con i fenomeni criminali, hanno anche molto a che
vedere con il modo di essere delle citt, con la loro organizzazione fisica (dal degrado di certe aree,
alla carente manutenzione di altre, alla poca illuminazione di altre ancora) e con una insufficiente
regolazione della vita sociale.
Per questo i problemi di sicurezza urbana non possono essere affrontati solo nei termini di un pi
efficace contrasto della criminalit, anche se questo rimane indispensabile, ma occorre anche riscoprire
e ristabilire regole condivise nell'uso delle citt e in particolare dei suoi spazi pubblici.
Ecco perch in un documento da tutti condiviso -- sindacati e associazioni professionali della polizia
locale, Forum italiano per la sicurezza urbana, Anci (Associazione nazionale dei comuni italiani, Upi
(Unione delle province italiane) e Conferenza delle regioni -- si parla della polizia locale come del
regolatore della vita sociale nelle citt e si considera questo il suo compito primario.
C' infatti un'indubbia centralit della polizia locale nelle politiche che mirano a migliorare la
sicurezza urbana. La polizia locale del nostro Paese, infatti, quando ben organizzata, assolve a tre

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1.2.1. Testo DDL 1138

funzioni fondamentali per la sicurezza:


-- presente nello spazio pubblico per regolare la vita ordinaria e civile che l si svolge;
-- collabora con gli altri servizi della pubblica amministrazione per migliorare la qualit dello spazio
pubblico (dalla manutenzione dei parchi e delle strade all'intervento per i tanti fenomeni di marginalit
che popolano le nostre citt, e tanto altro);
-- collabora con le forze di polizia dello stato nel contrasto della criminalit e nel mantenimento
dell'ordine pubblico;
ed proprio questa funzione di cerniera a rendere la polizia locale cos importante.
Questi sono i compiti della polizia locale che via via sono andati crescendo negli ultimi anni. Una
crescita di compiti basata su una legislazione parziale o sui pronunciamenti della magistratura che
presenta vuoti e discontinuit che talvolta ne limita l'attivit.
Non si tratta dunque di attribuire nuovi compiti alla polizia locale, quanto piuttosto di fornire un
quadro giuridico univoco per la sua operativit e un minimo comune denominatore valido su tutto il
territorio nazionale che consenta, da un lato, un efficace coordinamento tra ordine e sicurezza
pubblica, di competenza dello Stato, e polizia amministrativa locale, di competenza delle regioni, e
dall'altro, una piena collaborazione tra le Forze di polizia nazionali e la polizia locale; obiettivi,
peraltro, indicati esplicitamente dall'articolo 118 della Costituzione.
Il disegno di legge prevede di rafforzare gli strumenti istituzionali del coordinamento tra Stato, regioni
ed enti locali e riconosce, senza ambiguit, alla polizia locale il carattere di organo di polizia del
comune o della provincia o della citt metropolitana, in parallelo, ma senza sovrapposizioni, rispetto
alle polizie nazionali, che sono l'organo di polizia dello Stato.
Oltre a dare forza di legge alla pratica degli accordi in materia di sicurezza tra Stato, enti locali, -comuni in primo luogo -- e regioni, prevede anche una sede istituzionale di confronto in materia di
sicurezza tra Stato e regioni, che oggi manca, per facilitare l'incrocio delle competenze statali in
materia di ordine e sicurezza pubblica con quelle regionali in materia di polizia amministrativa locale.
In tema di polizia locale, il presente disegno di legge contiene una definizione della funzione di polizia
locale, delle modalit del suo esercizio, delle specifiche qualifiche di polizia locale da attribuire agli
operatori e dei conseguenti poteri, della dimensione minima che debbono avere le strutture per rendere
un servizio adeguato e rispondente realmente alle domande della comunit. Quattro punti che
rappresentano l'architrave del disegno di riforma.
Quanto agli strumenti operativi il presente disegno di legge presenta soluzioni innovative e
convincenti su una serie di questioni aperte da anni e la cui soluzione permetter una generale
qualificazione dell'attivit delle strutture di polizia locale. Tra queste vale la pena ricordare:
-- la possibilit di accesso ai sistemi informativi del Dipartimento della pubblica sicurezza che
consentano agli operatori di polizia locale di svolgere appieno le proprie funzioni di agenti e ufficiali
di polizia giudiziaria;
-- il numero unico nazionale a tre cifre per accedere alle strutture di polizia locale;
-- l'obbligo della formazione e la costituzione da parte delle regioni di adeguate strutture formative per
la polizia locale;
-- la definizione di procedure innovative per un'adeguata selezione dei comandanti e il loro
inserimento nei comitati provinciali per l'ordine e la sicurezza pubblica.
Prevede l'equiparazione dei trattamenti previdenziali, assistenziali e infortunistici degli operatori di
polizia locale a quelli vigenti per gli operatori delle diverse polizie nazionali perch non si possono
richiedere a questi particolari operatori di polizia prestazioni qualificate, prevalentemente sulla strada e
in contesti complessi senza adeguare i loro trattamenti a quelli vigenti in generale per gli altri operatori
di polizia.
Sull'armamento si conviene sulla necessit di superare la disciplina attuale e di prevedere che gli
operatori di polizia locale portino sempre l'arma in dotazione.

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1.2.1. Testo DDL 1138

Inoltre, si riporta la polizia locale nel contratto pubblicistico di cui all'articolo 3 del decreto legislativo
n. 165 del 2001 -- come per le altre Forze di polizia ad ordinamento nazionale, come per i magistrati,
per i professori universitari, per i vigili del fuoco e i dirigenti di carriera della polizia penitenziaria.
Passando all'illustrazione dell'articolato, va sottolineato che il disegno di legge si fonda su quattro
princpi costituzionali: la competenza dello Stato in materia di ordine e sicurezza pubblica (articolo
117, secondo comma, lettera h), della Costituzione); la competenza legislativa delle regioni in materia
di polizia amministrativa locale (articolo 117, secondo comma, lettera h), della Costituzione); la
previsione di una legge nazionale di coordinamento tra le due materie (articolo 118, terzo comma,
della Costituzione); la disciplina statale delle funzioni fondamentali dei comuni, delle province e delle
citt metropolitane (articolo 117, secondo comma, lettera p), della Costituzione).
Il titolo del disegno di legge individua esattamente gli ambiti di intervento -- le politiche integrate per
la sicurezza e la polizia locale -- a cui sono dedicati i due capi centrali del corpo normativo. Si tratta
dunque di un intervento legislativo che, in attuazione dell'articolo 118, terzo comma, della
Costituzione, disciplina organicamente le forme di coordinamento tra lo Stato e le regioni nella materia
ordine pubblico e sicurezza, attraverso la previsione di strumenti di promozione e di realizzazione di
politiche integrate tra i diversi livelli istituzionali e l'introduzione, nel rispetto delle rispettive
attribuzioni e competenze, a livello operativo, di forme di cooperazione tra polizie nazionali e polizia
locale. Contestualmente e in maniera complementare, una pi stretta collaborazione non solo
istituzionale ma anche operativa tra le diverse forze presenti sul territorio richiede una rivisitazione
dell'organizzazione della polizia locale e del ruolo dei suoi operatori. Il processo di ammodernamento
legislativo della normativa finora vigente, la legge quadro n. 65 del 1986, stato gi avviato da alcune
regioni con l'approvazione di leggi regionali che hanno sostanzialmente disapplicato quelle
disposizioni statali relative ad ambiti divenuti, a seguito della riforma costituzionale del 2001, di
competenza legislativa residuale regionale.
Il presente disegno di legge porta a compimento tale processo, attraverso l'integrale abrogazione della
legge n. 65 del 1986 e l'approntamento di una disciplina certamente pi coerente rispetto ad un
ordinamento costituzionale ed un contesto istituzionale e sociale profondamente mutato. In particolare
l'articolo 1, in applicazione dei citati principi costituzionali, individua oggetto e finalit: la
realizzazione di politiche integrate per la sicurezza delle persone e delle comunit mediante il
concorso, nell'ambito delle rispettive competenze, di comuni, province, citt metropolitane, regioni e
Stato, a cui dedicato il capo II; il coordinamento tra le forze di polizia dello Stato e la polizia locale,
normato nel capo III.
Le definizioni di politiche locali per la sicurezza e di politiche integrate per la sicurezza sono fornite
dall'articolo 2, che qualifica le prime come azioni dirette al mantenimento e miglioramento delle
condizioni di ordinata e civile convivenza e di coesione sociale nelle citt e nel territorio regionale,
esercitate attraverso le competenze proprie dei comuni, delle province, delle citt metropolitane e delle
regioni e le seconde come azioni volte ad integrare le politiche locali per la sicurezza poste in essere
dagli enti locali e le responsabilit dello Stato in materia di ordine pubblico e sicurezza.
All'articolo 3 si definiscono i poteri del sindaco in relazione alle ordinanze di cui all'articolo 54 del
testo unico di cui al decreto legislativo n. 267 del 2000.
All'articolo 4, invece, si definiscono i regolamenti di polizia locale.
Il capo II individua appunto una serie di strumenti e modalit relazionali tra i vari soggetti pubblici,
locali e centrali, finalizzata ad integrare le rispettive politiche in materia di sicurezza. Tra gli strumenti
di promozione individuati dall'articolo 5, grande rilevanza riservata agli accordi. Gli accordi possono
essere promossi, d'intesa con il prefetto, dal sindaco, dal presidente della provincia e dal presidente
della citt metropolitana; sono stipulati tra questi soggetti e il prefetto del capoluogo di provincia per
intervenire in una serie di campi ed ambiti individuati dall'articolo 6. Nei medesimi campi di
intervento prevista la possibilit di stipulare accordi tra le regioni e il Ministero dell'interno, cos
come previsto che il Ministro dell'interno, d'intesa con i presidenti delle regioni interessate, ovvero
su richiesta degli stessi, pu promuovere la conclusione di accordi quadro per il coordinamento, nei

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1.2.1. Testo DDL 1138

territori regionali, delle politiche integrate per la sicurezza.


La verifica dello stato di attuazione degli accordi, disciplinata dall'articolo 7, deve avere una cadenza
almeno annuale ed svolta dagli stessi soggetti che li hanno stipulati ed eventualmente, previa intesa
con questi, anche da altri soggetti pubblici o associazioni interessati.
Oltre all'utilizzo dello strumento pattizio, rimane ovviamente confermata la possibilit che il sindaco,
il presidente della provincia e il presidente della citt metropolitana, nell'ambito delle rispettive
attribuzioni, dispongano, su richiesta motivata dell'autorit provinciale di pubblica sicurezza, la
collaborazione della polizia locale, con le Forze di polizia statali per specifiche operazioni o a seguito
degli accordi di cui all'articolo 6.
Funzionale alla realizzazione di efficaci politiche di sicurezza e di contrasto ai fenomeni che generano
insicurezza una fattiva attivit di scambio reciproco di informazioni tra tutti i soggetti istituzionali,
espressamente prevista dall'articolo 8.
L'esigenza di un coordinamento complessivo delle politiche anche su scala regionale alla base
dell'istituzione, prevista all'articolo 9, di Conferenze regionali in materia di sicurezza integrata. Le
Conferenze sono convocate, una per ogni regione, con cadenza almeno annuale, dal Ministro
dell'interno e da questi presiedute. L'ordine del giorno e i soggetti che vi partecipano sono individuati
dal Ministro dell'interno e dal presidente della regione.
Il capo III riforma organicamente la polizia locale, disponendo sia in merito alle funzioni sia riguardo
agli aspetti pi propriamente ordinamentali, nel rispetto delle specifiche prerogative locali. Si tratta di
una serie di disposizioni che ridefiniscono il ruolo professionale della polizia locale e intervengono
anche sulla qualificazione professionale e sull'operativit degli operatori di polizia locale. Si tratta di
un impianto fortemente innovativo che definisce finalmente in maniera diretta e unitaria ruolo,
qualifica specifica e dipendenza istituzionale degli operatori di polizia locale. In particolare, l'articolo
10 definisce le funzioni di polizia locale come l'insieme delle attivit di prevenzione e contrasto delle
situazioni e dei comportamenti che violano le leggi statali e regionali, ovvero i regolamenti locali.
Vengono poi, per la prima volta, elencate le specifiche molteplici attivit che la polizia locale
istituzionalmente e quotidianamente deputata a svolgere, con una elencazione che conferma la
complessit e la poliedricit del nuovo ruolo. Si tratta di funzioni che il personale di polizia locale
svolge nell'ambito del territorio di appartenenza ovvero quello degli enti associati, adeguando in tal
modo l'ambito di operativit territoriale della polizia locale.
L'articolo 11, con l'evidente fine di uniformare su tutto il territorio nazionale l'articolazione funzionale
degli operatori di polizia, individua le qualifiche del personale in agenti, sottufficiali addetti al
controllo (ispettori), ufficiali addetti al coordinamento e controllo (commissari), ufficiali responsabili
di area (commissari superiori) e comandanti dei Corpi di polizia locale. Dette qualifiche giuridiche,
attribuite direttamente dal sindaco, dal presidente della provincia o della citt metropolitana all'atto
dell'assunzione in ruolo, esprimono una funzione unitaria di polizia locale come l'insieme delle
funzioni effettivamente espletate, comprese sia quelle di derivazione statale (come le funzioni di
polizia giudiziaria e di pubblica sicurezza) sia quelle di polizia amministrativa che derivano dalle
competenze proprie dei comuni e delle province. Rimane ovviamente confermato il potere del prefetto
in ordine all'attribuzione e alla perdita della qualit di agente di pubblica sicurezza, vicende che si
ripercuotono sulla permanenza della qualifiche di polizia locale. Per assumere ciascuna di queste
qualifiche occorre superare uno specifico corso disciplinato e curato dalle regioni (comma 8). Il
comma 9 ripropone quanto gi previsto dalla legge quadro del 1986 riguardo ai compiti esclusivi del
comandante, ai rapporti con i collaboratori e al particolare rapporto di fiducia che lo lega
all'amministratore di riferimento (sindaco, presidente della provincia e, ora, presidente della citt
metropolitana e presidente della forma associativa). L'ultimo comma, infine, afferma un importante e
necessario principio di esclusivit dello svolgimento delle funzioni proprie di polizia locale.
L'articolo 12 disciplina l'esercizio delle funzioni di polizia locale introducendo importanti novit,
anche di tipo operativo. innanzitutto richiamato l'articolo 117, secondo comma, lettera p), della
Costituzione, per attribuire ai comuni singoli e associati, alle province e alle citt metropolitane la

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1.2.1. Testo DDL 1138

titolarit delle funzioni di polizia locale connesse alle competenze loro attribuite dalle regioni e dallo
Stato; a tal fine costituiscono Corpi di polizia locale, a carattere municipale, intercomunale o
provinciale.
espressamente richiamato l'articolo 117, quarto comma, della Costituzione, per affermare che la
potest legislativa regionale in materia di polizia amministrativa locale si esercita anche in ordine ai
requisiti unitari per l'istituzione e l'organizzazione, anche in forma associata, dei Corpi di polizia
locale.
Con riguardo all'esercizio delle funzioni di polizia giudiziaria e di pubblica sicurezza, viene
confermata la disciplina gi prevista dall'articolo 5 della legge quadro n. 65 del 1986 con alcune
precisazioni ed integrazioni. Per le attivit di polizia giudiziaria specificato che il personale di polizia
locale di cui l'Autorit giudiziaria, anche in ottemperanza di appositi accordi con il sindaco o il
presidente della provincia o della citt metropolitana, si avvale dipende operativamente dalla stessa e
che qualora l'Autorit giudiziaria disponga, con proprio provvedimento, che il personale della polizia
locale svolga per determinate e specifiche indagini attivit al di fuori del territorio di competenza,
eventuali spese aggiuntive conseguenti alla missione stessa sono poste immediatamente a carico del
Ministero della giustizia.
Con riguardo alle attivit di pubblica sicurezza ribadito che il personale della polizia locale dipende
dalla competente autorit di pubblica sicurezza, nel rispetto delle intese intercorse e, si specificato,
per il tramite del comandante della polizia locale. Resta fermo quanto previsto dall'articolo 17, comma
1, della legge 26 marzo 2001, n. 128, nell'esercizio delle attivit derivanti dagli accordi di cui
all'articolo 6, comma 1, lettera c), del disegno di legge cio che il Ministro dell'interno impartisce e
aggiorna annualmente le direttive per la realizzazione, a livello provinciale e nei maggiori centri
urbani, di piani coordinati di controllo del territorio da attuare a cura dei competenti uffici della Polizia
di Stato e comandi dell'Arma dei carabinieri e, per i servizi pertinenti alle attivit d'istituto, del Corpo
della Guardia di finanza, con la partecipazione di contingenti dei Corpi o servizi di polizia municipale
previa richiesta al sindaco, o nell'ambito di specifiche intese con la predetta autorit, prevedendo anche
l'istituzione di presdi mobili di quartiere nei maggiori centri urbani, nonch il potenziamento e il
coordinamento, anche mediante idonee tecnologie, dei servizi di soccorso pubblico e pronto intervento
per la sicurezza dei cittadini. I medesimi accordi prevedono le modalit di cooperazione delle polizie
locali con quelle nazionali per tutelare la sicurezza locale, la sicurezza pubblica e l'ordinata e civile
convivenza delle comunit.
L'articolo si chiude con la disciplina delle operazioni esterne all'ambito territoriale di competenza,
consentite esclusivamente in caso di necessit dovuta alla flagranza dell'illecito commesso nel
territorio di appartenenza e -- ferma restando la disciplina regionale per le missioni del personale della
polizia locale nel territorio regionale per l'esercizio delle funzioni di polizia amministrativa locale -con la disciplina delle missioni esterne al territorio regionale.
L'articolo 13 ribadisce la potest regolamentare dei comuni, delle province e delle citt metropolitane
nel definire l'organizzazione della polizia locale. Tale potest regolamentare esercitata nel rispetto
dei parametri individuati dalle regioni. Le regioni, oltre a definire requisiti unitari per l'istituzione e
l'organizzazione dei Corpi di polizia locale, nonch la qualificazione del personale, disciplinano,
nell'ambito della propria potest legislativa in materia di polizia amministrativa locale, ai sensi
dell'articolo 117, quarto comma, della Costituzione, una serie di ambiti, elencati nell'articolo 14. La
potest legislativa regionale riguarda l'ordinamento della polizia locale; le modalit, i tempi e i
requisiti per l'istituzione dei Corpi di polizia locale ( previsto che il numero minimo di operatori
necessari per la costituzione del corpo stesso non pu comunque essere inferiore a quindici operatori,
escluso il comandante); le caratteristiche dei mezzi e degli strumenti operativi (escluse ovviamente le
armi); le caratteristiche delle uniformi e dei distintivi di grado per gli operatori di polizia locale della
stessa regione, nonch i criteri generali concernenti l'obbligo e le modalit d'uso; le caratteristiche dei
distintivi di riconoscimento diversi dai distintivi di grado (come per esempio quelli derivanti
dall'anzianit di servizio, da meriti sportivi, da atti di eroismo rilasciati da associazioni riconosciute o

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1.2.1. Testo DDL 1138

con atti di pubbliche amministrazioni); la formazione e l'aggiornamento professionale del personale


neoassunto e di quello gi in servizio costituendo strutture formative regionali o interregionali di
polizia locale; nonch l'organizzazione di corsi periodici di preparazione ai concorsi per le assunzioni
in polizia locale. Alcune di queste competenze erano gi previste nella legge quadro del 1986 (e quindi
gi disciplinate), altre derivano dall'ampliamento della potest legislativa delle regioni operata dalla
riforma costituzionale del 2001; per facilitare un'auspicabile omogeneit sull'intero territorio
nazionale, prevista la possibilit di definire accordi in sede di Conferenza delle regioni e delle
province autonome di Trento e di Bolzano e delle organizzazioni sindacali maggiormente
rappresentative, nel settore, in campo nazionale, di cui all'articolo 20 del presente disegno di legge.
L'articolo 15 promuove lo svolgimento di funzioni associate di polizia locale, stabilendo il limite
minimo di quindici operatori per ciascuna struttura, al di sotto del quale i comuni devono associarsi.
Tale numero da considerarsi adeguato e necessario affinch la struttura di polizia locale sia in grado
di svolgere l'insieme delle funzioni che ora chiamata a svolgere. Qualora i comuni con meno di
quindici operatori non provvedano ad associarsi, spetta alle regioni disciplinare le modalit di esercizio
del servizio, eventualmente prevedendo l'attribuzione alla provincia di quelle funzioni di polizia locale
che non possono essere adeguatamente esercitate dai comuni, previa stipula di apposito accordo fra il
presidente della provincia e il sindaco del comune interessato. Della costituzione di tali accordi e della
cessazione dei loro effetti data tempestiva comunicazione al prefetto.
La costituzione di Corpi ora considerata obbligatoria anche per gli enti locali diversi dai comuni e
dalle province e dalle citt metropolitane, quali gli enti di gestione dei parchi e delle riserve naturali
regionali (articolo 16).
L'articolo 17, con l'intento di assicurare una sempre maggiore qualificazione dei comandanti di polizia
locale, prevede che gli stessi debbano seguire e superare un corso di formazione organizzato dalle
regioni e, al fine di garantirne una certa omogeneit di contenuti, disciplinato dalla Conferenza
unificata. Con il superamento del corso si consegue l'idoneit all'iscrizione negli elenchi di evidenza
pubblica istituiti da ciascuna regione. La disposizione prevede che l'incarico di comandante, ferma
restando la disciplina per l'accesso al pubblico impiego di cui al decreto legislativo n. 165 del 2001,
possa essere attribuito solo a personale di comprovata formazione ed esperienza con riferimento ai
compiti specifici affidati, scelto tra coloro che hanno conseguito l'idoneit.
L'articolo 18 introduce delle norme interpretative dei commi 132 e 133 dell'articolo 17 della legge n.
127 del 1997, che prevedono rispettivamente che i comuni possono, con provvedimento del sindaco,
conferire funzioni di prevenzione e accertamento delle violazioni in materia di sosta a dipendenti
comunali o delle societ di gestione dei parcheggi, limitatamente alle aree oggetto di concessione, e
pure che le funzioni di cui al comma 132 sono conferite anche al personale ispettivo delle aziende
esercenti il trasporto pubblico di persone e che a tale personale sono inoltre conferite le funzioni di
prevenzione e accertamento in materia di circolazione e sosta sulle corsie riservate al trasporto
pubblico. Le disposizioni prevedono che il comma 133 dell'articolo 17 si interpreta nel senso che al
personale ispettivo delle aziende esercenti il trasporto pubblico di persone spettano le funzioni previste
dal comma 132 del medesimo articolo per i dipendenti comunali e cio le funzioni di prevenzione e
accertamento delle violazioni in materia di sosta e di fermata previste dal codice della strada (decreto
legislativo n. 285 del 1992); altres previsto che detto personale pu disporre la sanzione accessoria
della rimozione del veicolo del trasgressore ai sensi dell'articolo 159 del codice della strada e pu
accertare e contestare violazioni relative alla circolazione lungo le vie e corsie riservate a determinate
categorie di utenti, nonch alle fermate e alla sosta in aree riservate a particolari categorie di utenti
come disciplinate dai regolamenti comunali in tema di occupazione di spazi e aree pubbliche.
previsto che il personale di cui al citato comma 132 appartenente a societ di gestione dei parcheggi
procede all'accertamento e alla contestazione delle violazioni in materia di sosta e di fermata
limitatamente alle aree oggetto di concessione e alle parti di strada di immediata adiacenza delle aree
in questione e viene precisato che, ai fini dell'applicazione del medesimo articolo 17, comma 132,
della legge n. 127 del 1997, per aree oggetto di concessione si intendono le aree di circolazione,

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1.2.1. Testo DDL 1138

comunque limitrofe a quelle destinate al parcheggio. infine previsto che il personale delle societ di
gestione dei parcheggi e il personale ispettivo delle aziende esercenti il trasporto pubblico di persone
dipende operativamente dal comandante della polizia locale e provvede all'accertamento e alla
contestazione delle violazioni di cui sopra mediante la redazione e la sottoscrizione del verbale di
accertamento nelle forme e con le modalit previste dal vigente decreto legislativo 30 aprile 1992, n.
285, e con l'efficacia probatoria di cui agli articoli 2669 e 2700 del codice civile.
Il progetto affronta molti problemi pratici per l'effettivo e qualificato esercizio dell'attivit di polizia
locale proponendo una serie di disposizioni finalizzate a migliorare e a potenziare l'operativit della
polizia locale.
L'articolo 19 dispone la possibilit di rilevare gli incidenti stradali senza feriti ad altri soggetti
professionalmente educati con corsi di aggiornamento professionale e qualifica rilasciata dalla locale
prefettura onde sollevare gli organi di polizia stradale da ulteriori incombenze.
In materia di armamento, all'articolo 20, il disegno di legge dispone che gli operatori di polizia locale
portano le armi in dotazione senza licenza e senza limiti territoriali. L'annullamento dei limiti
territoriali trova la sua ragione d'essere nel consentire una libert di movimento agli operatori che,
oggi, con sempre maggiore frequenza lavorano in realt diverse rispetto a quelle abitative spostandosi
fra territori di diversi comuni e spesso a cavallo fra regioni diverse. In questa previsione, gli operatori
della polizia locale portano l'arma in via continuativa e sono soggetti agli obblighi di custodia (per cui
anche fuori servizio) e quindi anche al di fuori del territorio in cui operano. Inoltre si consente una
maggiore libert di movimento in casi di interventi anche stagionali svolti a favore di enti di pi
piccole dimensioni ed in occasioni di particolare interesse pubblico. Mentre il permanere del limite
territoriale sottopone gli operatori ad una lunga serie di autorizzazioni che non trovano idonea
motivazione. L'articolo affronta inoltre il delicato tema degli strumenti di autotutela prevedendo
espressamente che gli operatori di polizia locale ne possono essere dotati. Per strumenti di autotutela,
che hanno scopi e natura esclusivamente difensiva, e dunque non classificabili come armi, si
intendono, tra gli altri, il casco protettivo, il giubbotto antiproiettili, lo spray, il bastone estensibile e il
cuscino per il trattamento sanitario obbligatorio.
L'articolo 21 dispone sulla patente di servizio, obbligatoria per condurre i veicoli in dotazione ai Corpi
di polizia locale, e sui veicoli in dotazione alla polizia locale, che sono identificati da speciali targhe di
immatricolazione (con esclusione dei veicoli che per esigenze di servizio non portano segni
identificativi visibili) e sono esentati dal pagamento delle tasse di immatricolazione ed
automobilistiche e dal pedaggio autostradale.
L'articolo 22 istituisce il numero telefonico unico nazionale per rendere omogeneo l'esigenza dei
cittadini.
L'articolo 23 detta disposizioni in materia di contrattazione e sancisce, dopo diciassette anni, il rientro
della polizia locale nel contratto di natura pubblica con la modifica dell'articolo 3 del decreto
legislativo 30 marzo 2001, n. 165, in cui, dopo il comma 1-ter inserito il seguente comma 1-quater:
in deroga all'articolo 2, commi 2 e 3, il personale, anche dirigenziale, della polizia locale disciplinato
secondo autonome disposizioni ordinamentali.
Il Governo delegato, entro dodici mesi, ad emanare uno o pi decreti legislativi che disciplineranno i
contenuti del rapporto di impiego del personale della polizia locale e del relativo trattamento
economico. I principi e i criteri devono prevedere l'istituzione di un autonomo comparto di
contrattazione con la previsione nel suo ambito di due procedimenti, da attivare con cadenza triennale
per gli aspetti giuridici ed economici, uno per il personale attualmente inquadrato nelle qualifiche
dirigenziali e l'altro per il restante personale, distinti anche con riferimento alla partecipazione delle
organizzazioni sindacali rappresentative, diretti a disciplinare determinati aspetti del rapporto di
impiego. I contenuti dell'accordo nazionale che conclude ciascun procedimento sono recepiti con
decreto del Presidente della Repubblica. Per ciascun procedimento, i decreti legislativi devono
disciplinare la composizione della delegazione trattante di parte pubblica; mentre la delegazione
trattante di parte sindacale composta dai rappresentanti delle organizzazioni sindacali rispettivamente

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1.2.1. Testo DDL 1138

rappresentative a livello nazionale, individuate con decreto del Ministro per la pubblica
amministrazione e la semplificazione, secondo le previsioni e le procedure di cui agli articoli 42 e 43
del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165. Ogni procedimento definir le materie demandate alla
disciplina della contrattazione, tenuto conto delle materie demandate dalle vigenti disposizioni di legge
alla contrattazione per la disciplina del rapporto di impiego del personale in regime di diritto pubblico.
Infatti il disegno ripercorre l'evoluzione normativa che ha visto estrapolare dai contratti di diritto
privato sin dalla emanazione del provvedimento (decreto legislativo n. 29 del 1993) -- attuale decreto
legislativo n. 165 del 2001, articolo 3 -- quelle figure professionali che svolgono funzioni di diritto
pubblico applicando pertanto lo stesso principio che stato adottato per le Forze di polizia ad
ordinamento nazionale, e altre figure quali i magistrati e i professori universitari, e negli ultimi tempi il
personale dei vigili del fuoco e il personale direttivo della polizia penitenziaria, prevedendo due
distinti e specifici comparti di contrattazione, uno per il personale attualmente inquadrato nei ruoli
dirigenziali e l'altro per il restante personale. Un contratto di diritto pubblico per gli operatori della
polizia locale consente la stesura di norme idonee alla funzione pubblica svolta che sono radicalmente
diverse rispetto al restante personale dipendente degli enti locali. Infatti, solo attraverso il contratto di
natura pubblicistica, ovvero con un decreto del Presidente della Repubblica, si possono realmente
valorizzare, rispetto all'ente locale di appartenenza, le professionalit e le esperienze acquisite in
questo settore particolare che ha necessit di gerarchia e non certamente di mansioni ascrivibili,
esigibili e quindi eseguibili.
L'articolo 24 estende al personale di polizia locale una serie di diposizioni previste per le Forze di
polizia nazionali. Si tratta di norme in materia previdenziale, assistenziale e infortunistica. In
particolare si estende la disciplina prevista per il personale della polizia di Stato in materia di speciali
elargizioni e di riconoscimenti per le vittime del dovere e per i loro familiari. Nei procedimenti a
carico dei medesimi soggetti per fatti compiuti in servizio e relativi all'uso delle armi o di altro mezzo
di coazione fisica si applica l'articolo 32 della legge 22 maggio 1975, n. 152, che prevede che la difesa
pu essere assunta a richiesta dell'interessato dall'Avvocatura dello Stato o da libero professionista di
fiducia dell'interessato medesimo e che le spese di difesa sono a carico del Ministero dell'interno salva
rivalsa se vi responsabilit dell'imputato per fatto doloso.
inoltre prevista la corresponsione di un' indennit di polizia locale, articolata per livelli di
responsabilit, pensionabile, finanziata a valere su un apposito fondo istituito nello stato di previsione
del Ministero dell'interno, nella misura determinata dai contratti collettivi nazionali di lavoro; detta
indennit assorbe le precedenti indennit di vigilanza.
Infine, in materia infortunistica, disposto che il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, entro tre
mesi dalla data di entrata in vigore della legge, adotta un apposito decreto al fine di istituire una
specifica classe di rischio per il personale della polizia locale, adeguata ai compiti da esso svolti ed
equivalente al trattamento previsto per gli appartenenti alla polizia di Stato.
L'articolo 25 estende le possibilit di accesso alle banche dati del Ministero dell'interno, del pubblico
registro automobilistico, della Direzione generale della motorizzazione civile e delle Camere di
commercio, industria, artigianato e agricoltura, da parte del personale di polizia locale. Il comma 1
interviene sull'articolo 9 della legge n. 121 del 1981 estendendo, secondo le modalit stabilite in un
apposito regolamento, l'accesso al Centro elaborazione dati del Ministero dell'interno agli agenti e
ufficiali di polizia giudiziaria appartenenti alla polizia locale debitamente autorizzati ed esplicitando
l'estensione dell'accesso ai dati relativi ai veicoli rubati, ai documenti di identit rubati o smarriti, alle
informazioni concernenti i permessi di soggiorno rilasciati e rinnovati, nonch ai provvedimenti
amministrativi e penali pendenti riguardanti persone o cose. inoltre previsto che gli appartenenti alla
polizia locale conferiscono al Centro elaborazione dati del Dipartimento della pubblica sicurezza,
senza ritardo, le notizie e le informazioni acquisite nel corso delle attivit di prevenzione e repressione
dei reati nonch di quelle amministrative, secondo modalit tecniche definite nel citato regolamento.
Il comma 3 interviene nuovamente, dopo la modifica operata dal decreto-legge 23 maggio 2008, n. 92,
convertito, con modificazioni, dalla legge 24 luglio 2008, n.125, sul comma 1 dell'articolo 16-quater

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1.2.1. Testo DDL 1138

del decreto-legge 18 gennaio 1993, n. 8, convertito, con modificazioni, dalla legge 19 marzo 1993, n.
68. Con l'articolo 8 del decreto-legge n. 92 del 2008 si era consentito al personale di polizia
municipale addetto ai servizi di polizia stradale l'accesso ai sistemi informativi automatizzati del
pubblico registro automobilistico e della direzione generale della motorizzazione civile e, qualora in
possesso della qualifica di agente di pubblica sicurezza, allo schedario dei veicoli rubati e allo
schedario dei documenti d'identit rubati o smarriti operanti presso il Centro elaborazione dati, nonch
alle informazioni concernenti i permessi di soggiorno rilasciati e rinnovati, in relazione a quanto
previsto dall'articolo 54, comma 5-bis, del testo unico di cui al decreto legislativo 18 agosto 2000, n.
267. La modifica proposta generalizza e rende gratuito l'accesso a tutti i dati contenuti nei sistemi
informativi automatizzati, oltre che del pubblico registro automobilistico e della Direzione generale
della motorizzazione civile, anche delle Camere di commercio, industria, artigianato e agricoltura.
Il Capo IV, che chiude l'articolato, contiene, infine, le disposizioni finali e transitorie e le abrogazioni.
L'articolo 26 prevede l'obbligo di adeguamento delle normative regionali entro sei mesi dall'entrata in
vigore del presente disegno di legge. Viene poi prevista una serie di norme volte ad accompagnare in
via transitoria il passaggio dalla vecchia alla nuova disciplina, per quanto concerne le funzioni e le
qualifiche possedute dal personale della polizia locale, il rilascio della patente di servizio,
l'identificazione degli addetti al coordinamento e al controllo nell'attuale categoria D, il
mantenimento dei rispettivi distintivi di grado da parte dei comandanti dei Corpi di polizia municipale
che confluiscono in un Corpo intercomunale di polizia locale. Infine prevista una specifica norma
dedicata al personale della polizia locale obiettore di coscienza, prevedendo che il personale
attualmente in forza, che ha esercitato il diritto di obiezione di coscienza e che non intende revocarla
viene trasferito ad altro servizio dell'ente, entro un anno dall'entrata in vigore del presente disegno di
legge, preservando categoria e posizione economica. Si istituisce l'inno nazionale della polizia locale e
la giornata della memoria indicata nella data del 12 settembre in ricordo degli undici vigili fucilati -rimasti unici a difendere il territorio nel 1943 -- dalle truppe avio-trasportate tedesche. Sono
riconosciuti la causa di servizio e l'equo indennizzo ante decreto-legge n. 201 del 2011, convertito, con
modificazioni, dalla legge n. 214 del 2011, infine, si riconosce la possibilit agli operatori di fregiarsi
dei riconoscimenti sulla divisa in base all'anzianit di servizio, agli interventi effettuati come
protezione civile, ad atti di eroismo riconosciuti dalle istituzioni e/o organizzazioni di categoria di
rappresentanza.
L'articolo 27 elenca una serie di modifiche alla normativa vigente per renderla coerente con l'impianto
di tutto il disegno di legge. Viene innanzitutto abrogata la legge 7 marzo 1986, n. 65 Legge-quadro
sull'ordinamento della polizia municipale (comma 1).
Il comma 2 rimuove una serie di limiti di operativit imposti all'operatore di polizia locale
nell'esercizio delle funzioni di polizia giudiziaria, limiti derivanti dall'interpretazione del combinato
disposto dell'articolo 5 della legge n. 65 del 1986 e dell'articolo 57 del codice di procedura penale del
del codice di procedura penale. In base alla lettura combinata delle due norme, allo stato attuale tutti
gli addetti della polizia municipale quando svolgono funzioni di polizia giudiziaria, sia in qualit di
agenti che in qualit di ufficiali, sono soggetti: a) al limite territoriale (previsto dall'articolo 5, comma
1, lettera a), della legge n. 65 del 1986 e dall'articolo 57, comma 2, del codice di procedura penale); b)
al limite dell'orario di lavoro (previsto dall'articolo 57, comma 2, del codice di procedura penale); c) al
limite delle proprie attribuzioni (previsto dall'articolo 5, comma 1, lettera a), della legge n. 65 del
1986). Oltre a questi limiti i responsabili del servizio o del Corpo e gli addetti al coordinamento e al
controllo, in base al comma 3 dell'articolo 57 del codice di procedura penale, sottostanno all'ulteriore
limite del servizio cui sono destinate che li ha fatti ritenere assoggettati ad una competenza
specifica o settoriale, cio limitata alle tipologie di reato connesse alle materie di competenza. Con
l'abrogazione della legge n. 65 del 1986 e l'aggiunta della lettera b-bis) al comma 1 dell'articolo 57 del
codice di procedura penale, i comandanti, i responsabili di area, gli addetti al coordinamento e
controllo e gli addetti al controllo appartenenti alla polizia locale, sono considerati ufficiali di polizia
giudiziaria a competenza generale, senza ulteriori limitazioni se non quelle legate al territorio della

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1.2.1. Testo DDL 1138

struttura di appartenenza, salve le espresse ipotesi di ultraterritorialit elencate nell'articolo 12 del


presente disegno di legge. Analogo risultato conseguito con la sostituzione operata sul testo della
lettera b), del comma 2, dell'articolo 57 del codice di procedura penale, in relazione all'estensione delle
funzioni di polizia giudiziaria degli agenti.
Il comma 3 modifica l'articolo 3, comma 2, del decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81, Attuazione
dell'articolo 1 della legge 3 agosto 2007, n. 123, in materia di tutela della salute e della sicurezza nei
luoghi di lavoro, prevedendo che anche per la polizia locale le disposizioni sono applicate tenendo
conto delle effettive particolari esigenze connesse al servizio espletato o alle peculiarit organizzative
da individuarsi con specifici decreti emanati entro ventiquattro mesi dalla data di entrata in vigore del
decreto legislativo medesimo.
Il comma 4 modifica la lettera c) del comma 6 dell'articolo 24 della legge n. 241 del 1990 al fine di
escludere dall'accesso i documenti riguardanti le strutture, i mezzi, le dotazioni, il personale e le azioni
strettamente strumentali alla tutela della sicurezza locale (modifica richiamata dall'articolo 8 del
presente disegno di legge).
Il comma 5 modifica il secondo comma dell'articolo 20 della legge n. 121 del 1981 per integrare la
composizione del comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica con il comandante della
polizia locale del comune capoluogo.
DISEGNO DI LEGGE
Capo I
PRINCPI GENERALI
Art. 1.
(Oggetto)
1. La presente legge disciplina, ai sensi dell'articolo 118, terzo comma, della Costituzione, le forme di
coordinamento tra lo Stato e le regioni nelle materie di cui all'articolo 117, secondo comma, lettera h),
della Costituzione.
2. La presente legge reca altres disposizioni per la polizia locale, ai sensi dell'articolo 117, secondo
comma, lettera p), della Costituzione.
3. I comuni, le province, le citt metropolitane, le regioni e lo Stato, nell'ambito delle rispettive
competenze e sulla base degli accordi di cui all'articolo 6, concorrono a realizzare politiche integrate
per la sicurezza delle persone e delle comunit.
4. La presente legge si applica alle regioni a statuto speciale e alle province autonome di Trento e di
Bolzano, in conformit con gli statuti speciali e le relative norme di attuazione, nonch con la
disposizione di cui all'articolo 10 della legge costituzionale 18 ottobre 2001, n. 3.
Art. 2.
(Definizioni)
1. Ai fini della presente legge si intendono:
a) per sicurezza urbana il complesso dei beni giuridici, economici e sociali sui quali si fonda,
nell'ambito delle comunit locali, la convivenza civile e la coesione sociale delle rispettive popolazioni
e la salvaguardia degli interessi e dei valori connessi;
b) per politiche locali per la sicurezza, le azioni finalizzate a promuovere la sicurezza urbana e la
vivibilit nei centri urbani e nel territorio regionale, esercitate attraverso le competenze proprie dei
comuni, delle province, delle citt metropolitane e delle regioni;
c) per politiche integrate per la sicurezza, le azioni volte ad integrare le politiche locali per la
sicurezza poste in essere dagli enti locali e dalle regioni con la responsabilit e competenza esclusiva
dello Stato in materia di ordine pubblico e sicurezza.
Art. 3.
(Potere di ordinanza del sindaco)

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1.2.1. Testo DDL 1138

1. All'articolo 54 del testo unico delle leggi sull'ordinamento degli enti locali, di cui al decreto
legislativo 18 agosto 2000, n. 267, e successive modificazioni, sono apportate le seguenti modifiche:
a) il comma 4 sostituito dal seguente:
4. Il sindaco, quale ufficiale del Governo, adotta, con atto motivato e nel rispetto dei principi generali
dell'ordinamento giuridico, provvedimenti contingibili e urgenti al fine di prevenire e contrastare gravi
pericoli che minacciano la sicurezza urbana e l'incolumit pubblica intesa quale integrit fisica della
popolazione. Tali provvedimenti sono preventivamente comunicati al prefetto anche ai fini della
predisposizione degli strumenti ritenuti necessari alla loro attuazione;
b) il comma 4-bis sostituito dal seguente:
4-bis. Ai sensi di quanto disposto dal comma 4, il sindaco interviene per prevenire e contrastare:
a) le situazioni urbane di degrado o di isolamento che favoriscono l'insorgere di fenomeni criminosi,
quali lo spaccio di stupefacenti, lo sfruttamento della prostituzione, l'accattonaggio con impiego di
minori e disabili e i fenomeni di violenza legati anche all'abuso di alcool;
b) le situazioni dalle quali possono scaturire comportamenti che danneggiano il patrimonio pubblico e
privato, o ne impediscono la fruibilit, e che determinano lo scadimento della qualit urbana;
c) l'incuria, il degrado e l'occupazione abusiva di immobili idonei a favorire le situazioni indicate alle
lettere a) e b);
d) le situazioni che costituiscono intralcio alla pubblica mobilit o che alterano il decoro urbano, in
particolare quelle di abusivismo commerciale e di illecita occupazione di suolo pubblico;
e) i comportamenti che, per le modalit con cui si manifestano, turbino gravemente il libero utilizzo
degli spazi pubblici o la finalit cui sono destinati o che rendono difficoltoso o pericoloso l'accesso ad
essi, come la prostituzione su strada o l'accattonaggio molesto;
c) dopo il comma 4-bis inserito il seguente:
4-ter. L'inottemperanza a quanto disposto dai provvedimenti adottati ai sensi del comma 4-bis del
presente articolo punita con una sanzione amministrativa pecuniaria da euro 100 a euro 500 da
applicare ai sensi della legge 24 novembre 1981, n. 689, nonch con la confisca della merce e del
ricavato ottenuto dall'illecita attivit.
Art. 4.
(Regolamenti comunali di polizia)
1. I consigli comunali adottano, ai sensi dell'articolo 7 del testo unico di cui al decreto legislativo 18
agosto 2000, n. 267, e nel rispetto della legislazione statale e regionale, i regolamenti di polizia locale,
che costituiscono uno degli strumenti per realizzare le politiche locali per la sicurezza indicate
all'articolo 2, comma 1, lettera b), della presente legge, prevedendo gli obblighi e i divieti necessari per
migliorare le condizioni di vivibilit nei centri urbani, la convivenza civile e la coesione sociale.
2. Ferma restando la competenza statale in materia di ordine pubblico e sicurezza e fuori dei casi
rientranti nelle ordinanze contingibili e urgenti di cui all'articolo 54, comma 4, del testo unico di cui al
decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, come modificato dall'articolo 3 della presente legge, i
regolamenti di polizia urbana sono finalizzati a prevenire e contrastare i fenomeni di degrado urbano e
possono prevedere obblighi e divieti:
a) per assicurare l'uso e il mantenimento del suolo pubblico, la piena fruizione dello spazio pubblico, il
decoro urbano, la tutela della quiete pubblica e la tranquillit della vita delle persone;
b) per prevenire e rimuovere le condizioni ambientali e sociali che possono favorire l'insorgere di
fenomeni dannosi alle popolazioni locali sotto il profilo della criminalit e dell'emergenza igienicosanitaria.
3. Fuori dei casi rientranti nelle ordinanze contingibili e urgenti previste dall'articolo 54, comma 4, del
testo unico di cui al decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, come modificato dall'articolo 3 della
presente legge, la violazione di obblighi o divieti previsti nei regolamenti di polizia urbana o assunti
con ordinanza del sindaco, ai sensi dell'articolo 50 dello stesso testo unico, nell'ambito delle politiche

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1.2.1. Testo DDL 1138

locali per la sicurezza indicate dall'articolo 2, comma 1, lettera b), della presente legge, sanzionata ai
sensi dell'articolo 7-bis del medesimo testo unico.
Capo II
POLITICHE INTEGRATE PER LA SICUREZZA
Art. 5.
(Promozione delle politiche integrateper la sicurezza)
1. Il sindaco, il presidente della provincia e il presidente della citt metropolitana, nell'ambito delle
rispettive attribuzioni e ai fini della realizzazione delle politiche integrate per la sicurezza urbana:
a) promuovono, d'intesa con il prefetto, gli accordi di cui all'articolo 6, commi 1 e 2;
b) concordano, su richiesta motivata dell'autorit provinciale di pubblica sicurezza, le modalit di
collaborazione della polizia locale con le Forze di polizia statali per specifiche operazioni o progetti in
materia di sicurezza o a seguito degli accordi di cui all'articolo 6, commi 1 e 2.
2. Il Ministro dell'interno, d'intesa con i presidenti delle regioni interessate, ovvero su richiesta degli
stessi, pu altres promuovere la conclusione di accordi quadro per il coordinamento, nei territori
regionali, delle politiche integrate per la sicurezza.
Art. 6.
(Accordi in materia di politiche integrate per la sicurezza)
1. I comuni, anche in forma associata, le province e le citt metropolitane possono stipulare accordi
locali con il prefetto del capoluogo di provincia, nei seguenti campi di intervento:
a) scambio informativo e realizzazione di sistemi informativi integrati tra la polizia locale e le Forze di
polizia dello Stato presenti sul territorio;
b) interconnessione, a livello territoriale, delle sale operative della polizia locale con le sale operative
delle Forze di polizia dello Stato e regolamentazione per l'utilizzo in comune di sistemi di sicurezza
tecnologica finalizzati al controllo delle aree e delle attivit a rischio;
c) collaborazione tra le Forze di polizia dello Stato e le polizie locali, secondo le rispettive
competenze, ai fini del controllo del territorio anche mediante l'integrazione degli interventi di
emergenza e delle eventuali altre attivit;
d) collaborazione tra le Forze di polizia dello Stato e le polizie locali, anche attraverso specifici piani
di intervento, in ordine alla prevenzione e al contrasto dei fenomeni di cui al comma 4-bis dell'articolo
54 del testo unico di cui al decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 2, come modificato dall'articolo 3
della presente legge;
e) formazione e aggiornamento professionale integrati per operatori della polizia locale, delle Forze di
polizia dello Stato ed altri operatori che cooperano allo sviluppo delle politiche per la sicurezza
urbana.
2. Gli accordi di cui al comma 1 possono altres riguardare i seguenti campi di intervento:
a) cooperazione per la partecipazione ad iniziative e progetti promossi dall'Unione europea;
b) cooperazione in ordine alla riqualificazione e al risanamento di edifici dismessi o di aree urbane
degradate;
c) comunicazione pubblica ai fini della promozione di una cultura del dialogo e della legalit;
d) ogni altra attivit ritenuta funzionale alla realizzazione delle politiche integrate per la sicurezza.
3. Le regioni, nell'ambito delle proprie competenze e nel rispetto dei princpi di sussidiariet ed
adeguatezza, possono stipulare accordi con il Ministero dell'interno nei campi di intervento di cui ai
commi 1 e 2.
Art. 7.
(Raccordo istituzionale per l'attuazione delle politiche integrate per la sicurezza)
1. I soggetti che hanno stipulato gli accordi di cui ai commi 1 e 3 dell'articolo 6 procedono, con
cadenza almeno semestrale, anche in sede di Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica,

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1.2.1. Testo DDL 1138

nel rispetto dell'articolo 20 della legge 1 aprile 1981, n. 121, alla verifica dello stato di attuazione
degli accordi stessi.
2. In relazione ai risultati riscontrati in seguito alla verifica di cui al comma 1 del presente articolo, i
soggetti che hanno stipulato gli accordi di cui all'articolo 6 adottano le iniziative necessarie al fine di
conseguire il raggiungimento degli obiettivi prefissati negli accordi stessi.
3. Alla verifica di cui al comma 1 possono concorrere, previa intesa tra i sottoscrittori degli accordi,
anche altri soggetti interessati ai singoli interventi in discussione.
4. La Conferenza unificata di cui all'articolo 8 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281, svolge
un'azione complessiva di monitoraggio degli accordi attraverso un comitato tecnico paritetico
composto da tre rappresentanti designati dal Ministero dell'interno e da tre rappresentati designati
rispettivamente uno dalle regioni, uno dalle province e uno dai comuni designati dalla Conferenza
unificata.
Art. 8.
(Attivit di informazionea livello territoriale)
1. Ai fini dell'attuazione delle politiche integrate per la sicurezza, i comuni, le province, le citt
metropolitane, le regioni e lo Stato, anche al di fuori degli accordi di cui all'articolo 6, si scambiano
reciproche informazioni sui principali aspetti delle attivit di propria competenza, ed in particolare
sulle caratteristiche degli illeciti e dei fenomeni che generano degrado e insicurezza.
Art. 9.
(Conferenza regionale)
1. In ogni regione si svolge, con cadenza almeno annuale, una Conferenza regionale in materia di
sicurezza integrata.
2. La Conferenza regionale, presieduta dal Ministro dell'interno quale autorit nazionale di pubblica
sicurezza, o da un suo delegato, convocata dallo stesso Ministro, previa intesa con il Presidente della
regione in merito alla definizione dell'ordine del giorno. Il Ministro dell'interno e il Presidente della
regione individuano i soggetti che partecipano alla Conferenza regionale.
Capo III
NORME PER IL COORDINAMENTO TRA LE FORZE DI POLIZIA DELLO STATO E LA
POLIZIA LOCALE
Art. 10.
(Funzioni di polizia locale)
1. Al fine di tutelare la sicurezza urbana e la qualit della vita locale, le funzioni di polizia locale
comprendono l'insieme delle attivit di prevenzione e contrasto delle situazioni e dei comportamenti
che violano le leggi statali e regionali, ovvero i regolamenti locali.
2. Il personale che svolge servizio di polizia locale, nell'ambito del territorio di appartenenza, ovvero
di quello degli enti associati o convenzionati, esercita le seguenti funzioni:
a) polizia amministrativa locale;
b) polizia edilizia diretta al controllo del rispetto delle norme in materia urbanistico edilizia al fine di
garantire la tutela della qualit urbana e rurale;
c) polizia commerciale e tutela del consumatore;
d) polizia ambientale e ittico -- venatoria;
e) polizia stradale ai sensi dell'articolo 12, comma 1, lettere d-bis) ed e), del decreto legislativo 30
aprile 1992, n. 285;
f) polizia giudiziaria, secondo quanto previsto dalla normativa vigente;
g) ausiliarie di pubblica sicurezza;
h) polizia tributaria;
i) vigilanza sull'osservanza dei regolamenti, delle ordinanze e dei provvedimenti amministrativi;

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1.2.1. Testo DDL 1138

l) vigilanza sull'integrit e sulla conservazione del patrimonio pubblico;


m) polizia amministrativa per la vigilanza e il controllo relativamente ai tributi locali di competenza;
n) gestione di servizi d'ordine, di vigilanza, d'onore e quanto necessario all'espletamento delle attivit
istituzionali del comune, della provincia o della citt metropolitana;
o) cooperazione nel soccorso in caso di pubbliche calamit e privati infortuni;
p) supporto alle attivit di controllo spettanti agli organi preposti alla vigilanza in materia di lavoro e
sicurezza sui luoghi di lavoro;
q) segnalazione alle autorit competenti di disfunzioni e carenze dei servizi pubblici;
r) informazione, accertamento, monitoraggio e rilevazione dei dati connessi alle funzioni istituzionali
o comunque richiesti da autorit competenti;
s) predisposizione di servizi, nonch di collaborazione alle operazioni di protezione civile di
competenza dei comuni, delle province e delle citt metropolitane.
3. Le funzioni di polizia locale spettano ai comuni, alle province e alle citt metropolitane in
conformit all'articolo 118, primo comma, della Costituzione. Lo Stato e le regioni, secondo le
rispettive competenze, provvedono con legge a conferire le funzioni necessarie all'attuazione
dell'articolo 118, secondo comma, della Costituzione. Sono comunque fatte salve, fino all'adozione di
una diversa disciplina, le disposizioni di legge vigenti relative all'attribuzione di specifiche funzioni di
polizia amministrativa locale.
4. Le funzioni di polizia amministrativa locale consistenti in attivit di accertamento di illeciti
amministrativi e nell'irrogazione delle relative sanzioni competono ai comuni, alle province e alle citt
metropolitane.
Art. 11.
(Qualifiche del personale di polizia locale)
1. Le qualifiche di polizia locale si articolano in agenti, sottufficiali addetti al controllo (ispettori),
ufficiali addetti al coordinamento e controllo (commissari), ufficiali responsabili di area (commissari
superiori) e comandanti dei Corpi di polizia locale.
2. Le qualifiche di cui al comma 1 sono conferite dal sindaco o dal presidente della provincia o della
citt metropolitana all'atto dell'assunzione in ruolo o dei successivi avanzamenti di carriera.
3. Le qualifiche di cui al comma 1 sono comprensive della qualit di:
a) agente di polizia giudiziaria, riferita agli agenti di polizia locale ai sensi dell'articolo 57, comma 2,
lettera b), del codice di procedura penale, o di ufficiale di polizia giudiziaria riferita ai comandanti, ai
responsabili di area, agli addetti al coordinamento e controllo e agli addetti al controllo ai sensi
dell'articolo 57, comma 1, lettera b-bis), del medesimo codice, come modificato dall'articolo 27,
comma 2, della presente legge;
b) agente di pubblica sicurezza, secondo la procedura di cui al comma 4 del presente articolo;
c) agente di polizia tributaria.
4. Il prefetto conferisce al personale della polizia locale, su indicazione del sindaco, del presidente
della provincia o del presidente della citt metropolitana, la qualit di agente di pubblica sicurezza
entro sessanta giorni dalla relativa comunicazione dopo aver accertato che il destinatario del
provvedimento:
a) goda dei diritti civili e politici;
b) non sia stato condannato a pena detentiva per delitto non colposo;
c) non sia stato sottoposto a misure di prevenzione;
d) non abbia reso dichiarazione di obiezione di coscienza ovvero abbia revocato la stessa con le
modalit previste dalla normativa vigente;
e) non sia stato espulso dalle Forze armate o dai Corpi militarmente organizzati o destituito o
licenziato per giusta causa o giustificato motivo soggettivo da pubblici uffici.

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1.2.1. Testo DDL 1138

5. Il prefetto dichiara la perdita della qualit di agente di pubblica sicurezza qualora accerti il venir
meno di alcuno dei requisiti di cui al comma 4.
6. In caso di perdita della qualit di agente di pubblica sicurezza ai sensi del presente articolo il
sindaco, il presidente della provincia o della citt metropolitana dichiarano la perdita delle qualifiche
di operatore di polizia locale di cui al comma 1.
7. Il sindaco o i presidenti della provincia o della citt metropolitana comunicano tempestivamente al
prefetto gli elenchi dei soggetti di cui al comma 1, nonch le revoche di cui al comma 6.
8. Ai fini della uniforme qualificazione del personale delle polizie locali le regioni provvedono a
disciplinare l'effettuazione di uno specifico corso, con superamento di prova finale, diversificato per le
qualifiche di cui al comma 1, da tenere entro il termine del periodo di prova, senza che ci comporti
nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica.
9. Il comandante della polizia locale responsabile verso il sindaco o il presidente della provincia o il
presidente della citt metropolitana o il presidente dell'ente in forma associativa fra enti locali, della
disciplina, dell'addestramento, della formazione e dell'impiego tecnico operativo degli appartenenti
alla polizia locale. Gli operatori di polizia locale sono tenuti ad eseguire gli ordini e le direttive
impartite dai superiori gerarchici nei limiti del loro stato giuridico e delle leggi.
10. Al personale della polizia locale competono esclusivamente le funzioni e i compiti previsti dalla
presente legge, dalla legge regionale e dal regolamento del Corpo. I distacchi e i comandi possono
essere consentiti solo ed esclusivamente se rientrano nelle funzioni di polizia locale e purch la
disciplina rimanga quella dell'organizzazione di appartenenza; la mobilit esterna tra enti diversi
consentita solo su richiesta del lavoratore e previo nulla osta delle amministrazioni interessate.
Art. 12.
(Esercizio delle funzioni di polizia locale)
1. Ai sensi dell'articolo 117, secondo comma, lettera p), della Costituzione, i comuni singoli e
associati, le province e le citt metropolitane sono titolari delle funzioni di polizia locale connesse alle
competenze loro attribuite dalle regioni e dallo Stato. A tal fine costituiscono corpi di polizia locale, a
carattere municipale, intercomunale o provinciale.
2. Il sindaco, il presidente della provincia, il presidente dell'organo esecutivo della citt metropolitana
o dell'ente in forma associativa fra enti locali, nell'esercizio delle funzioni di competenza, impartiscono
direttive e vigilano sul funzionamento del servizio di polizia locale e adottano i provvedimenti previsti
dalle leggi e dai regolamenti.
3. In materia di polizia amministrativa locale, fatto salvo quanto previsto ai sensi del comma 1, resta
ferma la potest legislativa regionale secondo quanto previsto dall'articolo 117, quarto comma, della
Costituzione. Tale competenza si esercita anche in ordine ai requisiti unitari per l'istituzione e
l'organizzazione, anche in forma associata, dei corpi di polizia locale.
4. L'Autorit giudiziaria, anche in ottemperanza ad appositi accordi con il sindaco o il presidente della
provincia o della citt metropolitana, pu avvalersi del personale della polizia locale. In tal caso il
personale di polizia locale dipende operativamente dalla competente Autorit giudiziaria.
5. Qualora l'Autorit giudiziaria, ai sensi del comma 4, disponga, con proprio provvedimento, che il
personale della polizia locale svolga per determinate e specifiche indagini attivit al di fuori del
territorio di competenza, eventuali spese aggiuntive conseguenti alla missione stessa sono poste
immediatamente a carico del Ministero della giustizia, senza che ci comporti nuovi o maggiori oneri
per la finanza pubblica.
6. Fermo restando quanto previsto dall'articolo 17, comma 1, della legge 26 marzo 2001, n. 128,
nell'esercizio delle attivit derivanti dagli accordi di cui all'articolo 6, comma 1, lettera c), della
presente legge, il personale della polizia locale dipende dalla competente autorit di pubblica
sicurezza, nel rispetto delle intese intercorse e per il tramite del comandante della polizia locale.
7. Durante il servizio sono ammesse operazioni esterne all'ambito territoriale di competenza, di
iniziativa dei singoli, esclusivamente in caso di necessit dovuta alla flagranza dell'illecito commesso

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1.2.1. Testo DDL 1138

nel territorio di appartenenza.


8. Ferma restando la disciplina regionale per le missioni del personale della polizia locale nel territorio
regionale per l'esercizio delle funzioni di polizia amministrativa locale, possono essere effettuate
missioni esterne al territorio regionale esclusivamente:
a) per finalit di collegamento o di rappresentanza;
b) per soccorso in caso di calamit e disastri, d'intesa fra le amministrazioni interessate e previa
comunicazione al prefetto competente nel territorio in cui si esercitano le funzioni;
c) in ausilio delle altre polizie locali, in particolari occasioni stagionali o eccezionali, previa stipula di
appositi accordi fra le amministrazioni interessate e previa comunicazione al prefetto competente nel
territorio in cui si esercitano le funzioni.
Art. 13.
(Regolamenti del servizio di polizia locale)
1. I comuni, le province e le citt metropolitane definiscono con proprio regolamento l'organizzazione
della polizia locale nel rispetto dei parametri individuati dalle regioni.
2. I regolamenti degli enti locali di cui al comma 1 sono comunicati al Ministero dell'interno per il
tramite del prefetto del capoluogo di provincia.
Art. 14.
(Funzioni e compiti delle regioni)
1. Al fine di definire requisiti unitari per l'istituzione e l'organizzazione dei Corpi di polizia locale,
nonch per la qualificazione del personale, le regioni, nell'ambito della propria potest legislativa in
materia di polizia amministrativa locale, ai sensi dell'articolo 117, quarto comma, della Costituzione,
disciplinano:
a) l'ordinamento della polizia locale;
b) le modalit e i tempi per l'istituzione dei Corpi di polizia locale, individuandone i requisiti, fra i
quali anche il numero minimo di operatori necessari per la costituzione del Corpo stesso, che non pu
comunque essere inferiore a quindici operatori, escluso il comandante;
c) le caratteristiche dei mezzi e degli strumenti operativi, fatto salvo quanto previsto dall'articolo 20;
d) le caratteristiche delle uniformi e dei distintivi di grado per gli operatori di polizia locale della stessa
regione, nonch i criteri generali concernenti l'obbligo e le modalit d'uso. Le uniformi devono essere
tali da escludere la stretta somiglianza con le uniformi delle Forze di polizia dello Stato. Sulle uniformi
deve essere riportata in modo visibile l'indicazione dell'ambito territoriale di esercizio delle funzioni;
e) le caratteristiche dei distintivi di riconoscimento diversi dai distintivi di grado, ivi compresi quelli
derivanti dall'anzianit di servizio, da meriti sportivi, da atti di eroismo, rilasciati da associazioni
riconosciute o con atti di pubbliche amministrazioni;
f) la formazione e l'aggiornamento professionale del personale neoassunto e di quello gi in servizio,
mediante la costituzione di strutture formative regionali o interregionali di polizia locale.
2. Le strutture formative di cui al comma 1, lettera f), del presente articolo garantiscono la formazione
di cui all'articolo 11, comma 8, e all'articolo 17, comma 3; organizzano inoltre corsi periodici di
preparazione ai concorsi per le assunzioni nella polizia locale; detti corsi possono essere anche
interregionali.
3. Per il perseguimento delle finalit di cui al comma 1, possono essere definiti altres accordi in sede
di Conferenza delle regioni e delle province autonome con la collaborazione delle organizzazioni
sindacali rappresentative di categoria.
Art. 15.
(Funzioni associate di polizia locale)
1. Al fine di favorire il raggiungimento dei requisiti organizzativi di cui all'articolo 14, comma 1,
lettera b), le regioni promuovono e disciplinano l'istituzione di Corpi di polizia locale intercomunale in

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1.2.1. Testo DDL 1138

forma associata, fatto salvo quanto previsto dal comma 3 del presente articolo.
2. Qualora i comuni non ottemperino alle disposizioni regionali di cui all'articolo 14, comma 1, lettera
b), le regioni disciplinano le modalit di esercizio del servizio attraverso la costituzione di appositi
servizi di polizia locale.
3. Le funzioni della polizia locale sono obbligatoriamente esercitate in forma associata da parte dei
comuni con popolazione fino a 3.000 abitanti.
Art. 16.
(Enti locali diversi dai comuni, dalle province e dalle citt metropolitane)
1. Gli enti locali diversi dai comuni, dalle province e dalle citt metropolitane svolgono le funzioni di
polizia locale di cui sono titolari, istituendo appositi Corpi o servizi ai sensi della presente legge.
2. Gli enti di gestione dei parchi e delle riserve naturali regionali, di cui alla legge 6 dicembre 1991, n.
394, possono avvalersi di proprio personale con funzioni di polizia amministrativa locale nel rispetto
della normativa statale e regionale di riferimento.
Art. 17.
(Elenchi di evidenza pubblicadei Comandanti)
1. Le regioni provvedono all'istituzione e all'aggiornamento degli elenchi regionali di evidenza
pubblica dei comandanti dei Corpi di polizia locale di cui all'articolo 11, comma 1, e degli idonei allo
svolgimento della funzione.
2. L'incarico di comandante, individuato ai sensi della vigente normativa per l'accesso al pubblico
impiego, pu essere attribuito solo a personale di comprovata formazione ed esperienza con
riferimento ai compiti specifici affidati, scelto tra coloro che sono inseriti negli elenchi di cui al
comma 1.
3. L'idoneit di cui al comma 1 si consegue previo superamento di uno specifico corso formativo
organizzato dalle regioni e disciplinato, entro sei mesi dall'approvazione della presente legge, dalla
Conferenza unificata ai sensi dell'articolo 9, comma 2, lettera c), del decreto legislativo 28 agosto
1997, n. 281.
4. In sede di prima applicazione sono considerati idonei:
a) i comandanti dei Corpi di polizia municipale di cui all'articolo 7, comma 1, della legge 7 marzo
1986, n. 65;
b) i dirigenti di polizia locale inquadrati nella relativa pianta organica.
5. Le disposizioni di cui al presente articolo non comportano nuovi o maggiori oneri per la finanza
pubblica.
Art. 18.
(Ausiliari del traffico e della sosta)
1. Il comma 133 dell'articolo 17 della legge 15 maggio 1997, n. 127, si interpreta nel senso che al
personale ispettivo delle aziende esercenti il trasporto pubblico di persone spettano le funzioni previste
dal comma 132 del medesimo articolo 17 per i dipendenti comunali, e cio le funzioni di prevenzione
e accertamento delle violazioni in materia di sosta e di fermata previste dagli articoli 6, 7, 40, 157, 158
e 188 del decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285, e successive modificazioni.
2. Al fine di migliorare la circolazione stradale nei centri abitati e di ottimizzare i tempi di percorrenza
del trasporto pubblico locale, garantendo la libera disponibilit di vie e corsie ad esso riservate, il
personale di cui al comma 1 pu altres disporre la sanzione accessoria della rimozione del veicolo del
trasgressore ai sensi dell'articolo 159 del decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285, e successive
modificazioni. Il suddetto personale pu accertare e contestare violazioni relative alla circolazione
lungo le vie e corsie riservate a determinate categorie di utenti, nonch alle fermate e alla sosta in aree
riservate a particolari categorie di utenti, come disciplinate dai regolamenti comunali in tema di
occupazione di spazi e aree pubbliche.

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1.2.1. Testo DDL 1138

3. Il personale di cui al comma 132 dell'articolo 17 della legge n. 127 del 1997, appartenente a societ
di gestione dei parcheggi, procede all'accertamento e alla contestazione delle violazioni di cui agli
articoli 6, 7, 157 e 158 del decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285, limitatamente alle aree oggetto di
concessione e alle parti di strada di immediata adiacenza delle aree in questione. Ai fini
dell'applicazione dell'articolo 17, comma 132, della legge n. 127 del 1997, per aree oggetto di
concessione si intendono le aree di circolazione, comunque limitrofe a quelle destinate al parcheggio.
4. Il personale di cui ai commi precedenti provvede all'accertamento e alla contestazione delle
violazioni ivi previste, mediante la redazione e la sottoscrizione del verbale di accertamento nelle
forme e con le modalit previste dal decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285, e con l'efficacia
probatoria di cui agli articoli 2669 e 2700 del codice civile.
5. Il personale di cui al presente articolo dipende operativamente dal comandante della polizia locale.
Art. 19.
(Disposizioni in materia di sussidiariet nelle funzioni di polizia stradale)
1. Al decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285, sono apportate le seguenti modificazioni:
a) all'articolo 11, comma 1, lettera b), dopo le parole: la rilevazione degli incidenti stradali, sono
aggiunte le seguenti: dai quali sono derivate la morte o lesioni personali, fatto salvo quanto previsto
dall'articolo 12, comma 3-ter;
b) all'articolo 12, sono apportate le seguenti modificazioni:
1) al comma 3-bis, in fine, aggiunto il seguente periodo: Con gli stessi limiti e nell'ambito del
percorso di gara autorizzato, le funzioni sopraindicate possono essere svolte dalle persone abilitate a
svolgere scorte a competizioni ciclistiche di cui all'articolo 9, comma 6-ter. Le stesse persone possono
svolgere servizi di viabilit e scorta anche nell'ambito di manifestazioni podistiche. I controlli sul
rispetto delle disposizioni impartite sono affidate agli organi di polizia stradale;
2) dopo il comma 3-bis, sono inseriti i seguenti:
3-ter. La rilevazione degli incidenti stradali diversi da quelli di cui all'articolo 11, comma 1, lettera b),
nonch i conseguenti servizi diretti a regolare il traffico, possono essere effettuati da persone abilitate
di cui al comma 3-sexies, che dipendono da imprese autorizzate dal prefetto. Tale intervento
disposto, su richiesta degli interessati, dagli organi di polizia stradale a cui viene comunicato
l'incidente. L'eventuale riscontro di violazioni relative alle dinamiche dell'incidente da parte del
personale abilitato va obbligatoriamente comunicato all'organo di polizia stradale che ha disposto
l'intervento che procede alle conseguenti contestazioni.
3-quater. I servizi diretti a regolare il traffico di cui all'articolo 11, comma 1, lettera c), in occasione di
lavori, depositi, fiere, spettacoli o altre manifestazioni che determinano l'occupazione totale o parziale
della sede stradale, o che incidono sulla circolazione nella strada, cos come definita dall'articolo 2,
comma 1, possono essere effettuati da persone abilitate di cui al comma 3-sexies del presente articolo,
che dipendono da imprese autorizzate dal prefetto. L'eventuale riscontro di violazioni relative alla
circolazione da parte del personale abilitato va obbligatoriamente comunicato all'organo di polizia
stradale dell'ente locale che ha autorizzato l'intervento. I controlli sul rispetto delle disposizioni
impartite sono affidate agli organi di polizia stradale.
3-quinquies. Nell'ambito delle autostrade e delle relative pertinenze, i dipendenti delle societ
concessionarie delle autostrade possono accertare le violazioni relative alla sosta o alla fermata di cui
agli articoli 6, 7, 157, 158, 175, 176 e 188, le violazioni del Titolo II relative alla tutela delle strade,
nonch quelle dell'articolo 167. La gestione dei verbali di contestazione redatti dalle persone abilitate
affidata agli uffici della polizia stradale.
3-sexies. Le persone di cui ai commi 3-bis, 3-ter, 3-quater e 3-quinquies, devono essere abilitate dal
Ministero dell'interno. Con disciplinare tecnico, approvato con provvedimento dirigenziale del
Ministero dell'interno di concerto con il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, sono stabiliti i
requisiti fisici e morali, i programmi e le modalit di effettuazione dell'attivit di formazione, le
modalit di abilitazione e di esecuzione dei servizi, le caratteristiche dei veicoli e delle attrezzature che

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1.2.1. Testo DDL 1138

devono essere utilizzate per svolgere il loro servizio. Con lo stesso disciplinare pu essere previsto che
i soggetti abilitati debbano indossare, durante l'effettuazione dei servizi di cui ai commi precedenti,
capi di vestiario uniformi e dispositivi di protezione individuale, le cui caratteristiche sono determinate
dallo stesso disciplinare. Con il medesimo disciplinare sono stabilite le modalit di autorizzazione
delle imprese da cui dipendono. Gli atti ed i verbali di accertamento redatti dalle persone autorizzate di
cui ai commi precedenti nell'esercizio delle funzioni sopraindicate, hanno l'efficacia probatoria di atto
pubblico ai sensi degli articoli 2699 e 2700 del codice civile. Gli oneri economici relativi alla
formazione, all'abilitazione e all'equipaggiamento dei soggetti di cui ai commi 3-bis, 3-ter, 3-quater e
3-quinquies sono interamente a carico degli interessati o delle imprese da cui dipendono. Gli oneri
economici per gli interventi effettuati dai soggetti di cui ai commi 3-bis, 3-ter e 3-quater sono
interamente a carico dei richiedenti.
2. All'attuazione delle disposizioni di cui al presente articolo le amministrazioni competenti
provvedono nell'ambito delle risorse umane, strumentali e finanziarie disponibili a legislazione vigente
e, comunque, senza nuovi o maggiori oneri a carico del bilancio dello Stato.
Art. 20.
(Armamento del personaledella polizia locale)
1. Il personale della polizia locale, a cui stata riconosciuta la qualit di agente di pubblica sicurezza,
porta senza licenza le armi di cui dotato anche fuori dall'ambito territoriale di appartenenza.
2. Le modalit di porto dell'arma di cui a comma 1 sono stabilite con regolamento, adottato con
decreto del Ministro dell'interno, ai sensi dell'articolo 17, comma 3, della legge 23 agosto 1988, n. 400,
entro tre mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge.
3. Con il decreto di cui al comma 2 sono altres stabiliti:
a) i requisiti soggettivi richiesti per l'affidamento delle armi;
b) i casi di revoca o sospensione dell'affidamento stesso;
c) il numero e la tipologia delle armi in dotazione individuale e di reparto, compresi gli strumenti di
autodifesa, individuati in relazione al tipo di servizio e con caratteristiche analoghe a quelle in uso alle
Forze di polizia;
d) le modalit di tenuta e custodia delle armi;
e) i criteri per l'addestramento all'uso delle armi anche presso i poligoni autorizzati.
Art. 21.
(Patente di servizio e veicoli targatipolizia locale)
1. La patente di servizio obbligatoria per condurre i veicoli in dotazione ai Corpi di polizia locale.
2. Ai veicoli in dotazione alla polizia locale sono rilasciate speciali targhe di immatricolazione,
identificative dell'appartenenza alla polizia locale, che si possono condurre solo con la patente di
servizio.
Art. 22.
(Numero telefonico unico nazionale)
1. Con decreto del Ministero dello sviluppo economico, da emanare entro tre mesi dalla data di entrata
in vigore della presente legge, individuato, d'intesa con la Conferenza unificata di cui all'articolo 8
del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281, un numero unico nazionale a tre cifre per l'accesso alle
sale operative delle polizie locali ed disciplinato il suo utilizzo. Entro sei mesi dalla data di entrata in
vigore del decreto di cui al primo periodo, le chiamate originate dalle reti telefoniche fisse e mobili
verso il numero unico devono essere trasferite, a cura dei singoli operatori telefonici, ai centralini dei
comuni sul cui territorio hanno origine, per l'inoltro alle polizie locali competenti per territorio o a
punti equivalenti, definiti dalle regioni stesse, comprensive delle informazioni necessarie al successivo
instradamento alle sale operative delle polizia locali.
Art. 23.

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1.2.1. Testo DDL 1138

(Disposizioni in materia di contrattazione)


1. All'articolo 3 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, dopo il comma 1-ter inserito il
seguente:
1-quater. In deroga all'articolo 2, commi 2 e 3, il personale, anche dirigenziale, della polizia locale
disciplinato secondo autonome disposizioni ordinamentali.
2. Il Governo delegato ad adottare, entro dodici mesi dalla data di entrata in vigore della presente
legge, uno o pi decreti legislativi per la disciplina dei contenuti del rapporto di impiego del personale
di cui al comma 1-quater dell'articolo 3 del decreto legislativo n. 165 del 2001, introdotto dal comma 1
del presente articolo, e del relativo trattamento economico, secondo i seguenti principi e criteri
direttivi:
a) istituzione di un autonomo comparto di contrattazione con la previsione nel suo ambito di due
procedimenti, da attivare con cadenza triennale per gli aspetti giuridici ed economici, uno per il
personale attualmente inquadrato nelle qualifiche dirigenziali e l'altro per il restante personale, distinti
anche con riferimento alla partecipazione delle organizzazioni sindacali rappresentative, diretti a
disciplinare determinati aspetti del rapporto di impiego. I contenuti dell'accordo nazionale che
conclude ciascun procedimento sono recepiti con decreto del Presidente della Repubblica;
b) per ciascun procedimento, definizione della composizione della delegazione trattante di parte
pubblica; previsione che la delegazione trattante di parte sindacale sia composta dai rappresentanti
delle organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative a livello nazionale, individuate con
decreto del Ministro per la pubblica amministrazione e la semplificazione, secondo le previsioni e le
procedure di cui agli articoli 42 e 43 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165;
c) per ciascun procedimento, definizione delle materie demandate alla disciplina del procedimento
contrattuale, tenuto conto delle materie demandate dalle vigenti disposizioni di legge ai procedimenti
negoziali per la disciplina del rapporto di impiego del personale in regime di diritto pubblico.
3. Dall'attuazione della norma indicata al comma 2, lettera a), non possono derivare nuovi o maggiori
oneri per la finanza pubblica e, comunque, al fine di assicurarne l'effettiva neutralit finanziaria del
dispositivo, contestualmente alla attivazione del nuovo comparto di contrattazione ivi indicato, alle
eventuali modificazioni al trattamento economico vigente, stabilite per taluni profili professionali,
deve essere associata la contestuale individuazione e modifica dei criteri e parametri previsti per la
determinazione del trattamento economico stabilito per altre categorie professionali del medesimo
comparto, in modo da garantire l'invarianza della spesa.
Art. 24.
(Norme previdenziali e assicurative)
1. Al personale di polizia locale cui sono attribuite le qualifiche di cui all'articolo 11 si applicano, in
materia previdenziale e infortunistica, le disposizioni previste per il personale delle Forze di polizia
statali. Nei procedimenti a carico dei medesimi soggetti per fatti compiuti in servizio e relativi all'uso
delle armi o di altro mezzo di coazione fisica si applica l'articolo 32 della legge 22 maggio 1975, n.
152. Si applica, altres, la disciplina vigente per le Forze di polizia statali in materia di speciali
elargizioni e di riconoscimenti per le vittime del dovere e per i loro familiari.
2. Ai sensi dell'articolo 40 del testo unico delle disposizioni per l'assicurazione obbligatoria contro gli
infortuni sul lavoro e le malattie professionali, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 30
giugno 1965, n. 1124, il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, entro tre mesi dalla data di entrata
in vigore della presente legge, adotta un apposito decreto al fine di istituire una specifica classe di
rischio per il personale di polizia locale cui sono attribuite le qualifiche di cui all'articolo 11 della
presente legge, adeguata ai compiti da esso svolti ed equivalente al trattamento previsto per gli
appartenenti alla Polizia di Stato.
3. A fronte dei maggiori oneri derivanti dall'attuazione del presente articolo si provvede, nel limite di
una previsione di spesa complessiva pari a 100.000.000 di euro annui, a valere sulle risorse derivanti
dall'incremento dello 0,1 per cento dell'addizionale regionale di cui all'articolo 50, comma 2, del

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1.2.1. Testo DDL 1138

decreto legislativo 15 dicembre 1997, n. 446, dal limite minimo.


Art. 25.
(Accesso alle banche dati del Ministero dell'interno, del pubblico registro automobilistico, della
Direzione generale della motorizzazione civile e delle Camere di commercio, industria, artigianato e
agricoltura)
1. All'articolo 9 della legge 1 aprile 1981, n. 121, dopo il secondo comma sono inseriti i seguenti:
L'accesso ai dati e alle informazioni di cui al primo comma altres consentito agli agenti e ufficiali
di polizia giudiziaria appartenenti alla polizia locale debitamente autorizzati, ai sensi dell'articolo 11,
con apposito regolamento di attuazione.
Il regolamento di cui al terzo comma garantisce comunque l'accesso ai dati relativi ai veicoli rubati, ai
documenti di identit rubati o smarriti, alle informazioni concernenti i permessi di soggiorno rilasciati
e rinnovati, ai precedenti penali nonch ai provvedimenti amministrativi e penali pendenti riguardanti
persone o cose.
Gli appartenenti alla polizia locale conferiscono al Centro elaborazione dati del Dipartimento della
pubblica sicurezza, senza ritardo, le notizie e le informazioni acquisite nel corso delle attivit di
prevenzione e repressione dei reati nonch di quelle amministrative, secondo modalit tecniche
individuate con il regolamento di attuazione di cui al terzo comma.
2. Il regolamento di attuazione di cui al terzo comma dell'articolo 9 della legge 1 aprile 1981, n. 121,
come introdotto dal comma 1 del presente articolo, adottato entro sei mesi dalla data di entrata in
vigore della presente legge.
3. Il comma 1 dell'articolo 16-quater del decreto-legge 18 gennaio 1993, n. 8, convertito, con
modificazioni, dalla legge 19 marzo 1993, n. 68, sostituito dal seguente:
1. Gli operatori di polizia locale (municipale e provinciale) accedono gratuitamente ai sistemi
informativi automatizzati del pubblico registro automobilistico, della Direzione generale della
motorizzazione civile e delle Camere di commercio, industria, artigianato e agricoltura.
4. I collegamenti, anche a mezzo della rete informativa telematica dell'Associazione nazionale dei
comuni italiani (ANCI), conseguenti alle modifiche apportate dal comma 3 del presente articolo
all'articolo 16-quater del decreto-legge 18 gennaio 1993, n. 8, convertito, con modificazioni, dalla
legge 19 marzo 1993, n. 68, sono effettuati con le modalit stabilite con uno o pi decreti del Ministro
dell'interno, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, sentiti l'ANCI e l'Unione delle
province d'Italia (UPI). I collegamenti relativi all'accesso del personale della polizia provinciale ai
sistemi informativi automatizzati del pubblico registro automobilistico e della Direzione generale della
motorizzazione civile sono effettuati con le modalit stabilite con decreto del Ministro dell'interno,
adottato di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze e con il Ministro delle infrastrutture e
dei trasporti, sentiti l'UPI e l'Automobile club d'Italia.
Capo IV
NORME FINANZIARIE, TRANSITORIE E FINALI
Art. 26.
(Disposizioni finali e transitorie)
1. Entro sei mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, le regioni adeguano la propria
normativa alle disposizioni ivi contenute.
2. Il personale di polizia locale in servizio alla data di entrata in vigore della presente legge, in
possesso dei requisiti di cui all'articolo 11, mantiene le funzioni e le qualifiche possedute, fermo
restando quanto previsto dal comma 3 del presente articolo.
3. Il personale di polizia locale in servizio alla data di entrata in vigore della presente legge, che ha
esercitato il diritto di obiezione di coscienza e che non intende revocarla, viene trasferito ad altro
servizio dell'ente di appartenenza, entro dodici mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge,
conservando categoria e posizione economica.

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1.2.1. Testo DDL 1138

4. Al personale di polizia locale in servizio alla data di entrata in vigore della presente legge spetta la
patente di servizio di cui all'articolo 21, che viene rilasciata entro due mesi dalla predetta data anche
per il personale a tempo determinato.
5. In sede di prima applicazione della presente legge, la qualifica di addetti al coordinamento e al
controllo attribuita alle figure inquadrate nella categoria D del vigente contratto collettivo
nazionale di lavoro (CCNL), in analogia all'attuale formulazione della legge 7 marzo 1986, n. 65.
6. I comandanti dei Corpi di polizia municipale che confluiscono in un Corpo intercomunale di polizia
locale ai sensi dell'articolo 15, comma 1, mantengono i rispettivi distintivi di grado.
7. Le qualifiche di cui all'articolo 11, comma 3, della presente legge, non danno luogo
automaticamente al riconoscimento di alcun emolumento o indennit aggiuntiva rispetto al trattamento
economico gi stabilito, nell'ambito del CCNL, ai sensi degli articoli 5 e 10 della legge 7 marzo 1986,
n. 65, n all'equiparazione ai fini giuridici ed economici del personale appartenente ai Corpi di polizia
locale con quello di cui all'articolo 16, della legge 1 aprile 1981, n. 121, e all'articolo 31, comma 2,
della legge 7 gennaio 1929, n. 4.
8. Al fine di assicurare l'attuazione dei provvedimenti per la realizzazione di politiche integrate per la
sicurezza del territorio, nell'ambito delle risorse gi destinate dalla contrattazione collettiva al
finanziamento dei fondi per la contrattazione decentrata integrativa e, in ogni caso, nel rispetto delle
vigenti disposizioni in materia di contenimento della spesa di personale e senza maggiori oneri per la
finanza pubblica, al personale appartenente alla polizia locale che concorre a realizzare piani e
programmi operativi volti a dare attuazione alle politiche locali per la sicurezza pu essere attribuita in
sede di contrattazione integrativa una indennit diretta a remunerare gli specifici rischi e i disagi
correlati all'esercizio delle funzioni di cui all'articolo 10 della presente legge, anche derivanti
dall'applicazione delle ordinanze di cui all'articolo 54 del testo unico di cui al decreto legislativo 18
agosto 2000, n. 267, come modificato dall'articolo 3 della presente legge. Detta indennit pu essere
corrisposta in aggiunta alle specifiche indennit gi previste per il predetto personale. Sono fatti salvi i
contratti integrativi gi stipulati in conformit alla presente norma.
9. Al comma 1 dell'articolo 6 del decreto-legge 6 dicembre 2011, n. 201, convertito, con
modificazioni, dalla legge 22 dicembre 2011, n. 214, dopo le parole: e soccorso pubblico sono
inserite le seguenti: , nonch al personale che riveste la qualifica di operatore di polizia locale.
10. Sono riconosciuti l'inno nazionale e la bandiera della polizia locale italiana. altres istituita la
Giornata della memoria della polizia locale, per il giorno 12 settembre, in ricordo dei tragici eventi
accaduti in Barletta nel 1943, e gi posta sotto l'alto patronato del Presidente della Repubblica.
11. Gli operatori di polizia locale si possono fregiare dei distintivi di riconoscimento da apporre sulla
divisa.
Art. 27.
(Abrogazioni e ulteriori modificazionilegislative)
1. La legge 7 marzo 1986, n. 65, abrogata.
2. All'articolo 57 del codice di procedura penale sono apportate le seguenti modificazioni:
a) al comma 1, dopo la lettera b), inserita la seguente:
b-bis) i comandanti, i responsabili di area, gli addetti al coordinamento e controllo e gli addetti al
controllo appartenenti alla polizia locale;
b) al comma 2, alla lettera b), le parole: , nell'ambito territoriale dell'ente di appartenenza, le guardie
delle province e dei comuni quando sono in servizio sono sostituite dalle seguenti: gli agenti di
polizia locale.
3. All'articolo 3, comma 2, primo periodo, del decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81, dopo le parole:
delle Forze armate e di Polizia sono inserite le seguenti: dello Stato e della polizia locale.
4. All'articolo 24, comma 6, lettera c), della legge 7 agosto 1990, n. 241, dopo le parole: dell'ordine
pubblico, sono inserite le seguenti: all'adozione ed attuazione delle ordinanze contingibili e urgenti

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1.2.1. Testo DDL 1138

di cui all'articolo 54, comma 4, del testo unico di cui al decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, e
successive modificazioni,.
5. All'articolo 20, secondo comma, della legge 1 aprile 1981, n. 121, e successive modificazioni, dopo
le parole: e del Corpo forestale dello Stato sono inserite le seguenti: e dal comandante della polizia
locale del comune capoluogo.

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1.3. Trattazione in Commissione

1.3. Trattazione in Commissione

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1.3.1. Sedute

1.3.1. Sedute
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Disegni di legge
Atto Senato n. 1138
XVII Legislatura

Norme di indirizzo in materia di politiche integrate per la sicurezza e la polizia locale


Titolo breve: polizia locale
Trattazione in Commissione
Sedute di Commissione primaria
Seduta

Attivit

1 Commissione permanente (Affari Costituzionali) (sui lavori della Commissione)


N. 238 (pom.)
15 gennaio 2015
N. 261 (pom.)
8 aprile 2015

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1.3.2. Resoconti sommari

1.3.2. Resoconti sommari

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XVII Legislatura

1.3.2.1. 1^ Commissione permanente (Affari Costituzionali)

1.3.2.1. 1^ Commissione permanente (Affari


Costituzionali)

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XVII Legislatura

1.3.2.1.1. 1 Commissione permanente (Affari Costituzionali) Seduta n. 238 (pom.) del 15/01/2015

1.3.2.1.1. 1 Commissione permanente (Affari


Costituzionali) - Seduta n. 238 (pom.) del
15/01/2015
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AFFARI COSTITUZIONALI

(1)

GIOVED 15 GENNAIO 2015


238 Seduta
Presidenza della Presidente
FINOCCHIARO
Interviene il sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri Rughetti.

La seduta inizia alle ore 15,05.

SUI LAVORI DELLA COMMISSIONE

La PRESIDENTE, su richiesta del senatore Augello, propone che l'ordine del giorno della
Commissione sia integrato con l'esame, in sede referente, del disegno di legge n. 1138 (Norme di
indirizzo in materia di politiche integrate per la sicurezza e la polizia locale), per poterne iniziare la
trattazione gi a partire dalla prossima settimana.
Comunica che, in riferimento ai disegni di legge n. 281 e connessi (attivit di rappresentanza interessi),
sono pervenute ulteriori proposte di audizioni: il senatore Mario Mauro ha chiesto di audire
rappresentanti della societ SEC Relazioni pubbliche e istituzionali, mentre il Gruppo Partito
Democratico ha proposto di convocare in audizione il professor Fabio Bistoncini, fondatore e partner
della societ FB e Associati, nonch il professor Pier Luigi Petrillo.
Propone, quindi, che le audizioni informali abbiano inizio a partire da gioved 22 gennaio.
La Commissione conviene.

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1.3.2.1.1. 1 Commissione permanente (Affari Costituzionali) Seduta n. 238 (pom.) del 15/01/2015

IN SEDE REFERENTE

(1261) Elena FERRARA ed altri. - Disposizioni a tutela dei minori per la prevenzione e il
contrasto del fenomeno del cyberbullismo
(1620) MAZZONI. - Disposizioni per la prevenzione e il contrasto del fenomeno del bullismo e del
cyberbullismo e per la corretta utilizzazione della rete internet a tutela dei minori
(Seguito dell'esame congiunto e rinvio)
Prosegue l'esame congiunto, sospeso nella seduta del 13 gennaio 2015.
Il relatore PALERMO (Aut (SVP, UV, PATT, UPT)-PSI-MAIE) presenta alcuni emendamenti,
pubblicati in allegato, che sono volti a definire questioni gi esaminate nel corso del dibattito.
Formula, quindi, l'auspicio che si proceda quanto prima alla votazione.
La PRESIDENTE propone di fissare il termine per la presentazione di eventuali subemendamenti alle
ore 13 di marted 20 gennaio.
La Commissione conviene.

(1577) Riorganizzazione delle Amministrazioni pubbliche


- e petizioni nn. 797, 837, 1013 e 1051 ad esso attinenti
(Seguito dell'esame e rinvio)
Prosegue l'esame, sospeso nella seduta dell'8 gennaio.
La PRESIDENTE comunica che il senatore Gianluca Rossi aggiunge la propria firma
all'emendamento 7.41.
La PRESIDENTE avverte che il relatore ha presentato ulteriori emendamenti, pubblicati in allegato.
Il relatore PAGLIARI (PD) osserva che gli ulteriori emendamenti presentati intendono recepire in
parte alcune delle proposte emendative dei Gruppi parlamentari.
Illustra, quindi, l'emendamento 5.500, interamente sostitutivo dell'articolo 5. In particolare, esso
disciplina il procedimento per l'esercizio del potere di autotutela dell'amministrazione pubblica, che
pu vietare la prosecuzione dell'attivit imprenditoriale, commerciale o artigianale, avviata a seguito di

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1.3.2.1.1. 1 Commissione permanente (Affari Costituzionali) Seduta n. 238 (pom.) del 15/01/2015

segnalazione certificata di inizio attivit, che risulti carente dei requisiti prescritti.
Con l'emendamento 8.500, si propone di sopprimere l'articolo 8. Infatti, la precisazione delle
definizioni relative alle pubbliche amministrazioni lascerebbe impregiudicata la questione della
previsione di discipline differenziate per soggetti giuridici che risultino compresi in una categoria di
amministrazioni pubbliche per una specifica funzione, ma che in realt abbiano natura giuridica
privata. Pertanto, al fine di evitare ulteriori incertezze interpretative, con l'ordine del giorno
G/1577/8/1 si impegna il Governo a definire una disciplina organica che risponda a tale esigenza.
L'emendamento 11.500 estende anche ai dipendenti dell'Amministrazione della difesa le disposizioni
che promuovono la conciliazione dei tempi di vita e lavoro, con particolare riguardo alla possibilit di
stipulare convenzioni con asili nido.
Con l'emendamento 14.500, interamente sostitutivo dell'articolo 14, si riordina la disciplina in materia
di partecipazioni societarie delle pubbliche amministrazioni, con finalit di semplificazione normativa,
tutela e promozione della concorrenza, razionalizzazione del sistema delle partecipazioni pubbliche
secondo criteri di efficienza, efficacia ed economicit. In particolare, si definisce il regime delle
responsabilit delle amministrazioni partecipanti e degli organi di amministrazione e controllo delle
societ partecipate, si introducono strumenti volti a favorire la tutela dei livelli occupazionali nei
processi di ristrutturazione e privatizzazione, si eliminano le sovrapposizioni tra regole e istituti
pubblicistici e privatistici ispirati alle medesime esigenze di disciplina e controllo.
D conto, infine, dell'emendamento 15.500, interamente sostitutivo dell'articolo 15, che riordina la
disciplina dei servizi d?interesse economico generale di ambito locale, anche in considerazione di
contributi e approfondimenti forniti da esperti della materia.
Si riserva di presentare ulteriori emendamenti agli articoli 7, 10 e 13.
Il senatore BRUNO (FI-PdL XVII) ritiene che, nel fissare il termine per i subemendamenti, si debba
tener conto della intenzione del relatore di presentare ulteriori proposte di modifica.
La senatrice LO MORO (PD) concorda con il senatore Bruno. A suo avviso, sarebbe preferibile
prevedere un termine sufficientemente ampio, per consentire la presentazione di subemendamenti a
tutti gli emendamenti del relatore.
La PRESIDENTE propone, quindi, di fissare il temine per la presentazione di eventuali
subemendamenti a tutti gli emendamenti del relatore per le ore 13 di gioved 29 gennaio.
La Commissione conviene.
Il seguito dell'esame quindi rinviato.

La seduta termina alle ore 15,35.

EMENDAMENTI AL DISEGNO DI LEGGE


N. 1261
Art. 1
1.100
PALERMO, relatore
Al comma 2, aggiungere, in fine, le seguenti parole: , nonch contenuti online il cui scopo

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1.3.2.1.1. 1 Commissione permanente (Affari Costituzionali) Seduta n. 238 (pom.) del 15/01/2015

intenzionale e predominante quello di isolare un minore o un gruppo di minori ponendo in atto un


serio abuso, un attacco dannoso, o la loro messa in ridicolo.
1.101
PALERMO, relatore
Dopo il comma 2, aggiungere il seguente: 2-bis. Per "gestore del sito internet" si intende il prestatore
di servizi della societ dell'informazione, diverso da quelli di cui agli articoli 14, 15 e 16 del decreto
legislativo 9 aprile 2003, n. 70, che, sulla rete internet, cura la gestione di un sito in cui si possono
riscontrare le condotte di cui al precedente comma 2..
Art. 2
2.100
PALERMO, relatore
Al comma 1, sostituire le parole: Ciascun genitore con le seguenti: Ciascun minore
ultraquattordicenne, genitore.
2.101
PALERMO, relatore
Al comma 1, dopo le parole: titolare del trattamento inserire le seguenti: o al gestore del sito
internet.
2.102
PALERMO, relatore
Al comma 2, sopprimere le parole: citato codice di cui al.
Art. 3
3.100
PALERMO, relatore
Al comma 1, aggiungere, in fine, le parole: , nonch una rappresentanza delle associazioni
studentesche e dei genitori.
3.101
PALERMO, relatore
Al comma 3, sostituire il secondo periodo con il seguente: Detto codice prevede l'istituzione di un
comitato di monitoraggio al quale assegnato il compito di identificare procedure e formati standard
per la segnalazione di cui all'articolo 2, comma 1, nonch di adottare un marchio di qualit in favore
dei fornitori di servizi di comunicazione elettronica e comunque produttori di dispositivi elettronici
aderenti ai progetti elaborati dallo stesso tavolo tecnico, secondo modalit disciplinate con il decreto di
cui al comma 1 del presente articolo.
Art. 4
4.100
PALERMO, relatore
Sostituire il comma 3 con il seguente: 3. Le istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado, nell'ambito
della propria autonomia, promuovono l'educazione all'uso consapevole della rete, quale elemento
trasversale alle diverse discipline curricolari, anche mediante la realizzazione di apposite attivit
progettuali aventi carattere di continuit tra i diversi ordini di scuola.
Art. 5
5.100
PALERMO, relatore
Al comma 2, sopprimere le parole: 180.000 euro per l'anno 2014,.
5.101
PALERMO, relatore
Al comma 3, sopprimere le parole: 180.000 euro per l'anno 2014,.
5.102
PALERMO, relatore
Al comma 3, sostituire le parole: bilancio triennale 2014-2016 con le seguenti: bilancio triennale

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1.3.2.1.1. 1 Commissione permanente (Affari Costituzionali) Seduta n. 238 (pom.) del 15/01/2015

2015-2017.
Art. 6
6.100
PALERMO, relatore
Al comma 1, dopo le parole: all'articolo 8, inserire le seguenti: , commi 1 e 2,.
6.101
PALERMO, relatore
Dopo il comma 1, aggiungere, in fine, i seguenti commi: 1-bis. Ai fini dell'ammonimento, il Questore
convoca il minore, unitamente ad almeno un genitore o ad altra persona esercente la potest
genitoriale.
1-ter. L'ammonimento di cui al comma 1 cessa di avere conseguenze al compimento della maggiore
et..

ORDINI DEL GIORNO ED EMENDAMENTI AL DISEGNO DI LEGGE


N. 1577
Art. 5
5.500
PAGLIARI, relatore
Sostituire l'articolo con il seguente:
Art. 5.
(Autotutela amministrativa)
1. Alla legge 7 agosto 1990, n. 241, sono apportate le seguenti modificazioni:
a) all'articolo 19, i commi 3 e 4 sono sostituiti dai seguenti: "3. L'amministrazione competente, in caso
di accertata carenza dei requisiti e dei presupposti di cui al comma 1, nel termine di sessanta giorni dal
ricevimento della segnalazione di cui al medesimo comma, adotta motivati provvedimenti di divieto di
prosecuzione dell'attivit e di rimozione degli eventuali effetti dannosi di essa. Qualora sia possibile
conformare l'attivit intrapresa e i suoi effetti alla normativa vigente, l'amministrazione competente,
con atto motivato, invita il privato a provvedere, disponendo la sospensione dell'attivit intrapresa e
prescrivendo le misure necessarie con la fissazione di un termine non inferiore a trenta giorni per
l'adozione di queste ultime. In difetto di adozione delle misure stesse, decorso il suddetto termine,
l'attivit si intende vietata.
4. Decorso il termine per l'adozione dei provvedimenti di cui al comma 3, primo periodo, ovvero di cui
al comma 6-bis, l'amministrazione competente adotta comunque i provvedimenti previsti dal
medesimo comma 3 in presenza delle condizioni previste dall'articolo 21-nonies.";
b) all'articolo 21:
al comma 1, la parola "denuncia" sostituita dalla seguente: "segnalazione";
il comma 2 abrogato;
c) all'articolo 21-nonies:
1) al comma 1, dopo le parole: "entro un termine ragionevole" sono inserite le seguenti: ", comunque
non superiore a diciotto mesi dal momento dell'adozione dei provvedimenti di autorizzazione o di
attribuzione di vantaggi economici,";
2) dopo il comma 2, aggiunto il seguente: "2-bis. I provvedimenti amministrativi conseguiti dal
cittadino sulla base di false rappresentazioni dei fatti o di dichiarazioni sostitutive di certificazione e
dell'atto di notoriet false o mendaci per effetto di condotte costituenti reato, accertate con sentenza
passata in giudicato, possono essere annullati dall'amministrazione anche dopo la scadenza del termine
di diciotto mesi, fatta salva l'applicazione delle sanzioni penali nonch delle sanzioni previste dal capo
VI del testo unico di cui al decreto del Presidente della Repubblica 28 dicembre 2000, n. 445.".
2. L'articolo 1, comma 136 della legge 30 dicembre 2004, n. 311 abrogato..

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1.3.2.1.1. 1 Commissione permanente (Affari Costituzionali) Seduta n. 238 (pom.) del 15/01/2015

Art. 8
8.500
PAGLIARI, relatore
Sopprimere l'articolo.
G/1577/8/1
PAGLIARI, relatore
Il Senato,
in sede di esame del disegno di legge: Riorganizzazione delle amministrazioni pubbliche, recante
deleghe al Governo per la semplificazione della pubblica amministrazione,
premesso che:
l'articolo 8 del disegno di legge in oggetto intitolato Definizioni di pubblica amministrazione;
considerato che:
l'evoluzione e l'articolazione del sistema pubblico in senso lato ha determinato 1) il proliferare di
soggettivit dall'incerta natura giuridica, 2) l'aumento di fattispecie ibride soprattutto per la
contraddizione, almeno apparente, tra personalit giuridica privata ed esercizio di funzioni
oggettivamente di rilievo pubblico, 3) l'uso promiscuo e atecnico di espressioni categoriali, il quale ha
determinato incertezze interpretative;
, pertanto, "nelle cose" la necessit di superare questa situazione, chiarendo e sistematizzando il
quadro e il significato delle definizioni categoriali usate dal legislatore sia per superare le incertezze
interpretative ed applicative della legislazione vigente, sia per dare certezze interpretative e applicative
alla futura legislazione;
il sopprimendo articolo 8 del disegno di legge di riorganizzazione delle pubbliche amministrazioni
risponde a questa esigenza, con una puntuale definizione tipologica;
il medesimo articolo 8, per, quale disposizione unica, non consente di risolvere il problema della
salvaguardia delle discipline differenziate per soggetti giuridici compresi in una categoria di
amministrazioni pubbliche per una specifica funzione, ma aventi sotto tutti gli altri profili natura
giuridica privata. In altri termini si evidenziata l'esigenza di disciplinare la portata precettiva delle
definizioni in modo tale da evitare che, per la mera inclusione in una delle categorie di
amministrazioni pubbliche, si possa verificare l'assoggettamento a leggi o a singole disposizioni
normative, che riguardino (o possano riguardare) solo quegli enti, ricompresi nella stessa species di
amministrazioni pubbliche, aventi natura pubblica;
la soppressione dell'articolo del 8 nel contesto del disegno di legge all'esame di questo Senato,
pertanto, dovuta alla necessit di completare e perfezionare la disciplina medesima, come sopra
indicato;
impegna il Governo:
a definire una disciplina organica che risponda alle esigenze sopra descritte.
Art. 11
11.500
PAGLIARI, relatore
Al comma 4, lettera b), prima della parola: prioritariamente inserire le seguenti: oltre che da
minori figli di dipendenti dell'Amministrazione della difesa,.
Art. 14
14.500
PAGLIARI, relatore
Sostituire l'articolo con il seguente:
Art. 14.
(Riordino della disciplinadelle partecipazioni societarie delle pubbliche amministrazioni)
1. Il decreto legislativo per il riordino della disciplina in materia di partecipazioni societarie delle
pubbliche amministrazioni adottato al fine prioritario di assicurare la chiarezza della disciplina, la
semplificazione normativa e la tutela e promozione della concorrenza, con particolare riferimento al

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1.3.2.1.1. 1 Commissione permanente (Affari Costituzionali) Seduta n. 238 (pom.) del 15/01/2015

superamento dei regimi transitori, sulla base dei seguenti princpi e criteri direttivi, che si aggiungono
a quelli di cui all'articolo 12:
a) distinzione tra tipi di societ in relazione alle attivit svolte e agli interessi pubblici di riferimento, e
individuazione della relativa disciplina, anche in base al principio di proporzionalit delle deroghe
rispetto alla disciplina privatistica, ivi compresa quella in materia di organizzazione e crisi d'impresa;
b) ai fini della razionalizzazione del sistema delle partecipazioni pubbliche secondo criteri di
efficienza, efficacia ed economicit, ridefinizione della disciplina, delle condizioni e dei limiti per la
costituzione di societ, l'assunzione e il mantenimento di partecipazioni societarie da parte di
amministrazioni pubbliche;
c) precisa definizione del regime delle responsabilit delle amministrazioni partecipanti e degli organi
di amministrazione e controllo delle societ partecipate;
d) promozione della trasparenza mediante pubblicazione dei dati economico-patrimoniali e indicatori
di efficienza, sulla base di modelli generali che consentano il confronto, anche ai fini del
rafforzamento e della semplificazione dei processi di armonizzazione dei sistemi contabili e degli
schemi di bilancio delle amministrazioni pubbliche partecipanti e delle societ partecipate;
e) introduzione di strumenti, anche contrattuali, volti a favorire la tutela dei livelli occupazionali nei
processi di ristrutturazione e privatizzazione relativi alle societ partecipate;
f) razionalizzazione e rafforzamento dei criteri pubblicistici per gli acquisti e il reclutamento del
personale, per i vincoli alle assunzioni e le politiche retributive, finalizzati al contenimento dei costi,
introducendo norme per subordinare il riconoscimento, entro limiti predefiniti, di premialit e
incentivazioni a criteri di valutazione oggettivi, rapportandole al valore anche economico dei risultati
raggiunti;
g) eliminazione di sovrapposizioni tra regole e istituti pubblicistici e privatistici ispirati alle medesime
esigenze di disciplina e controllo;
h) possibilit di piani di rientro per le societ con bilanci in disavanzo con eventuale
commissariamento;
i) regolazione dei flussi finanziari tra ente pubblico e societ partecipate secondo il criterio di parit di
trattamento tra imprese pubbliche e private;
l) con riferimento alle societ partecipate dagli enti locali:
1) per le societ che gestiscono servizi strumentali e funzioni amministrative, definizione di criteri e
procedure per la scelta del modello societario e per l'internalizzazione e di procedure, limiti e
condizioni per l'assunzione, la conservazione e la razionalizzazione di partecipazioni, anche in
relazione al numero dei dipendenti, al fatturato e ai risultati di gestione;
2) per le societ che gestiscono servizi pubblici di interesse economico generale, definizione, in
conformit con la disciplina dell'Unione europea, di criteri e strumenti di gestione volti ad assicurare il
perseguimento dell'interesse pubblico ed evitare effetti distorsivi sulla concorrenza, anche attraverso la
disciplina dei contratti di servizio e delle carte dei diritti degli utenti e attraverso forme di controllo
sulla gestione e sulla qualit dei servizi;
3) rafforzamento delle misure volte a garantire il raggiungimento di obiettivi di qualit, efficienza,
efficacia ed economicit, anche attraverso la riduzione dell'entit e del numero delle partecipazioni e
l'incentivazione dei processi di aggregazione, intervenendo sulla disciplina dei rapporti finanziari tra
ente locale e societ partecipate nel rispetto degli equilibri di finanza pubblica e al fine di una maggior
trasparenza..
Art. 15
15.500
PAGLIARI, relatore
Sostituire l'articolo con il seguente:
Art. 15.
(Riordino della disciplina dei servizi d'interesse economico generale di ambito locale)
1. Il decreto legislativo per il riordino della disciplina in materia di servizi pubblici locali di interesse

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1.3.2.1.1. 1 Commissione permanente (Affari Costituzionali) Seduta n. 238 (pom.) del 15/01/2015

economico adottato sulla base dei seguenti princpi e criteri direttivi, che si aggiungono a quelli di
cui all'articolo 12:
a) riconoscimento, quale funzione fondamentale dei Comuni e delle Citt metropolitane,
dell'individuazione delle attivit di interesse generale il cui svolgimento necessario al fine di
assicurare la soddisfazione dei bisogni degli appartenenti alle comunit locali, in condizioni di
accessibilit fisica ed economica, di continuit e non discriminazione, e ai migliori livelli di qualit e
sicurezza, cos da garantire l'omogeneit dello sviluppo e la coesione sociale;
b) abrogazione, previa ricognizione, dei regimi di esclusiva, comunque denominati, non conformi ai
principi generali in materia di concorrenza;
c) individuazione della disciplina generale in materia di organizzazione e gestione dei servizi
d'interesse economico generale di ambito locale, compresa la definizione dei criteri per l'attribuzione
di diritti speciali o esclusivi, in base ai principi di concorrenza, adeguatezza, sussidiariet, anche
orizzontale, e proporzionalit;
d) individuazione, in tutti i casi in cui non sussistano i presupposti della concorrenza nel mercato, delle
modalit di gestione o di conferimento della gestione dei servizi nel rispetto dei principi
dell'ordinamento europeo, ivi compresi quelli in materia di auto-produzione, e dei principi generali
relativi ai contratti pubblici e, in particolare, dei principi di autonomia organizzativa, economicit,
efficacia, imparzialit, trasparenza, adeguata pubblicit, non discriminazione, parit di trattamento,
mutuo riconoscimento, proporzionalit;
e) introduzione di incentivi e meccanismi di premialit o di riequilibrio economico-finanziario nei
rapporti con i gestori per gli enti locali che favoriscono l'aggregazione delle attivit e delle gestioni
secondo criteri di economicit ed efficienza;
f) revisione delle discipline settoriali ai fini della loro armonizzazione e coordinamento con la
disciplina generale;
g) previsione di una netta distinzione tra le funzioni di regolazione e le funzioni di gestione dei servizi,
anche attraverso la modifica della disciplina sulle incompatibilit o inconferibilit di incarichi o
cariche;
h) revisione della disciplina dei regimi di propriet e gestione delle reti, degli impianti e delle altre
dotazioni, nonch di cessione dei beni in caso di subentro, in base a principi di tutela e valorizzazione
della propriet pubblica, di efficienza, di promozione della concorrenza, di contenimento dei costi di
gestione, di semplificazione;
i) individuazione e allocazione dei poteri di regolazione e controllo tra i diversi livelli di governo e le
autorit indipendenti;
l) previsione di adeguati strumenti di tutela non giurisdizionale per gli utenti dei servizi, nonch di
forme di consultazione e partecipazione diretta;
m) previsione di termini e modalit per l'adeguamento degli attuali regimi alla nuova disciplina;
n) definizione del regime delle sanzioni e degli interventi sostitutivi, in caso di violazione della
disciplina in materia..

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1.3.2.1.2. 1 Commissione permanente (Affari Costituzionali) Seduta n. 261 (pom.) dell'08/04/2015

1.3.2.1.2. 1 Commissione permanente (Affari


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AFFARI COSTITUZIONALI

(1)

MERCOLED 8 APRILE 2015


261 Seduta
Presidenza della Presidente
FINOCCHIARO
Intervengono il vice ministro dell'interno Bubbico e il sottosegretario di Stato per l'interno
Bocci.

La seduta inizia alle ore 14,45.

SUI LAVORI DELLA COMMISSIONE

La PRESIDENTE riferisce l'esito della riunione dell'Ufficio di Presidenza integrato dai rappresentanti
dei Gruppi parlamentari, appena conclusa, nella quale si convenuto di iscrivere all'ordine del giorno
il disegno di legge costituzionale n. 1778 (Modifiche allo statuto speciale per il Trentino-Alto
Adige/Sudtirol per il trasferimento della competenza regionale in materia di ordinamento degli enti
locali alle Province autonome di Trento e di Bolzano).
Si concordato, inoltre, di iniziare quanto prima l'esame del disegno di legge n. 1556, in materia di
parit di genere nei consigli regionali, del disegno di legge n. 865, volto a istituire una Commissione
nazionale per i diritti umani, del disegno di legge n. 545, relativo all'ammissibilit dei referendum
abrogativi di leggi tributarie e di ratifica, nonch del disegno di legge n. 1138, recante norme di
indirizzo in materia di politiche integrate per la sicurezza e la polizia locale, e del disegno di legge n.
1313, che prevede l'istituzione di una Commissione d'inchiesta parlamentare sui costi degli enti
partecipati o controllati, tutti gi iscritti all'ordine del giorno.
La Commissione conviene.

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IN SEDE REFERENTE

(281) MARINELLO ed altri. - Disciplina dell'attivit di rappresentanza di interessi particolari


nelle relazioni istituzionali
(358) RANUCCI. - Disposizioni in materia di attivit di lobbying e relazioni istituzionali
(643) NENCINI ed altri. - Disciplina della rappresentanza di interessi
(806) D'AMBROSIO LETTIERI. - Riconoscimento e disciplina dell'attivit di lobbying e di
relazioni istituzionali nonch istituzione della Commissione parlamentare di controllo sull'attivit
dei portatori e dei rappresentanti di interessi particolari
(992) MANCONI e ICHINO. - Norme sul riconoscimento e sulla regolamentazione dell'attivit di
rappresentanza di interessi presso organismi istituzionali
(1191) MILO ed altri. - Disciplina dell'attivit di rappresentanza di interessi particolari
(1497) Isabella DE MONTE ed altri. - Disciplina dell'attivit di rappresentanza degli interessi
particolari e istituzione del registro pubblico dei rappresentanti di interessi
(1522) ORELLANA e BATTISTA. - Disposizioni in materia di rappresentanza di interessi presso i
decisori pubblici
(1632) Laura PUPPATO ed altri. - Norme in materia di attivit di rappresentanza di interessi
- e petizioni nn. 217 e 768 ad essi attinenti
(Seguito dell'esame congiunto e rinvio)
Prosegue l'esame congiunto, sospeso nella seduta del 13 gennaio.
La PRESIDENTE comunica che l'associazione VerA ha fatto pervenire un contributo scritto, che sar
reso disponibile alla pubblica consultazione sulla pagina web della Commissione
Informa, inoltre, che Confindustria, intervenuta in audizione il 19 febbraio scorso, ha a sua volta
inviato una memoria, la quale sar anch'essa resa disponibile alla pubblica consultazione sulla pagina
web della Commissione.
Non essendovi altre richieste d'intervento, dichiara quindi conclusa la discussione generale.
Il relatore CAMPANELLA (Misto-ILC) propone di adottare il disegno di legge n. 1522, d'iniziativa
del senatore Orellana, come testo base per il seguito dell'esame.
Accertata la presenza del prescritto numero di senatori, la proposta avanzata dal relatore posta in
votazione e accolta.
La PRESIDENTE propone di fissare alle ore 13 di gioved 23 aprile il termine per la presentazione di
emendamenti, da riferire al disegno di legge n. 1522, adottato come testo base per il seguito
dell'esame.
La Commissione conviene.

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Il seguito dell'esame congiunto quindi rinviato.

IN SEDE CONSULTIVA

(1854) Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 18 febbraio 2015, n. 7, recante
misure urgenti per il contrasto del terrorismo, anche di matrice internazionale, nonch proroga
delle missioni internazionali delle Forze armate e di polizia, iniziative di cooperazione allo sviluppo
e sostegno ai processi di ricostruzione e partecipazione alle iniziative delle Organizzazioni
internazionali per il consolidamento dei processi di pace e di stabilizzazione, approvato dalla Camera
dei deputati
(Parere alle Commissioni 2a, 3a e 4a riunite, ai sensi dell'articolo 78, comma 3, del Regolamento.
Seguito e conclusione dell'esame. Parere favorevole)
Prosegue l'esame, sospeso nella seduta del 2 aprile.
Accertata la presenza del prescritto numero di senatori, la Commissione approva la proposta di parere
favorevole, avanzata nella seduta di gioved 2 aprile dalla presidente Finocchiaro, in qualit di
relatrice, sulla sussistenza dei presupposti costituzionali di necessit e urgenza.

IN SEDE REFERENTE

(1818) Conversione in legge del decreto-legge 17 marzo 2015, n. 27, recante disposizioni urgenti per
lo svolgimento contemporaneo delle elezioni regionali ed amministrative
(Seguito dell'esame e rinvio)
Prosegue l'esame, sospeso nella seduta del 1 aprile.
La PRESIDENTE avverte che sono stati presentati un ordine del giorno e tre emendamenti, pubblicati
in allegato.
Il senatore CALDEROLI (LN-Aut) ricorda di aver chiesto al rappresentante del Governo un elenco
dettagliato delle festivit religiose e civili che impedirebbero di fissare lo svolgimento delle elezioni in
una data antecedente il 31 maggio.
Il sottosegretario BOCCI ribadisce che il 17 maggio, a L'Aquila, prevista l'adunata nazionale degli

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alpini. In occasione di tale evento, si registra solitamente un'ampia partecipazione, anche di molti
sindaci in rappresentanza dei Comuni interessati. Il 24 maggio, invece, ricorre la Pentecoste ebraica: a
tale proposito, la legge n. 101 del 1989, che regola i rapporti tra lo Stato e l'Unione delle comunit
ebraiche italiane, vieta espressamente lo svolgimento di elezioni in coincidenza con ricorrenze
religiose ebraiche. Analogamente, quindi, non possibile anticipare le elezioni al 10 maggio, in quanto
l'eventuale turno di ballottaggio si svolgerebbe appunto il 24 maggio.
Il senatore CALDEROLI (LN-Aut) osserva che, con un intervento tempestivo, sarebbe stato possibile
prevedere lo svolgimento delle elezioni nel mese di aprile, evitando le complicazioni che hanno
provocato lo slittamento dell'election day al 31 maggio.
Il relatore MIGLIAVACCA (PD) ritiene che ormai anche i partiti politici abbiano organizzato le
rispettive campagne elettorali in base alla scadenza del 31 maggio, pertanto appare ragionevole
confermare la data proposta dal Governo.
In riferimento ai contenuti dell'ordine del giorno presentato dal senatore Calderoli, ritiene opportuno
compiere un'approfondita riflessione circa la scelta di ricorrere alla decretazione d'urgenza per
intervenire su una materia particolarmente sensibile, quale quella elettorale, che richiede in ogni caso
la massima ponderazione e un consenso quanto pi possibile ampio.
Il senatore CRIMI (M5S) ribadendo le sue riserve, esprime il suo pi fermo dissenso rispetto alla scelta
di ricorrere allo strumento del decreto-legge in materia elettorale.
Il seguito dell'esame quindi rinviato.

(1289) DISEGNO DI LEGGE COSTITUZIONALE. - CONSIGLIO REGIONALE DEL FRIULIVENEZIA GIULIA - Modifiche alla legge costituzionale 31 gennaio 1963, n. 1 (Statuto speciale
della Regione Friuli-Venezia Giulia), in materia di enti locali, di elettorato passivo alle elezioni
regionali e di iniziativa legislativa popolare
(77) DISEGNO DI LEGGE COSTITUZIONALE. - PEGORER. - Modifiche allo Statuto speciale
della regione Friuli-Venezia Giulia, di cui alla legge costituzionale 31 gennaio 1963, n. 1, in
materia di ordinamento degli enti locali nella regione
(Seguito dell'esame congiunto e rinvio)
Prosegue l'esame congiunto, sospeso nella seduta del 4 marzo.
La PRESIDENTE comunica che il relatore ha presentato un nuovo emendamento 01.101,
pubblicato in allegato al resoconto.
Il seguito dell'esame congiunto quindi rinviato.

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(1561) DISEGNO DI LEGGE COSTITUZIONALE. - CAMPANELLA. - Introduzione


dell'articolo 34-bis della Costituzione, recante disposizioni volte al riconoscimento del diritto di
accesso ad internet
(1317) DISEGNO DI LEGGE COSTITUZIONALE. - LUCIDI ed altri. - Modifica all'articolo 21
della Costituzione, in materia di tutela e di libero accesso alla rete internet
(Seguito dell'esame congiunto e rinvio)
Prosegue l'esame congiunto, sospeso nella seduta del 17 febbraio.
Il relatore PALERMO (Aut (SVP, UV, PATT, UPT)-PSI-MAIE) propone di adottare il disegno di legge
n. 1561, d'iniziativa del senatore Campanella, come testo base per il seguito dell'esame.
Accertata la presenza del prescritto numero di senatori, la proposta avanzata dal relatore posta in
votazione e accolta.
Il seguito dell'esame congiunto quindi rinviato.

La seduta termina alle ore 15.

ORDINI DEL GIORNO ED EMENDAMENTI AL DISEGNO DI LEGGE


N. 1818
ordine del giorno
G/1818/1/1
CALDEROLI
Il Senato,
premesso che
il punto 4) dell'analisi tecnico-normativa di accompagnamento alla presente legge di
conversione recita testualmente: "Analisi della compatibilit dell'intervento con i principi
costituzionali";
il provvedimento non presenta profili di incompatibilit con i principi costituzionali;
il ricorso al decreto-legge, infatti, non attiene al sistema elettorale in senso stretto (vedi la sentenza
della Corte costituzionale n. 161 del 1995), ma incide sulla cosiddetta legislazione elettorale "di
contorno";
tale intervento, quindi, non ricade nel divieto ricavabile dall'articolo 15, comma 2, lettera b), della
legge n. 400 del 1988, in cui si dispone che il Governo "non pu", mediante un decreto-legge,
"provvedere nelle materie indicate nell'articolo 72, quarto comma, della Costituzione": materie, queste,
fra le quali rientra anche quella elettorale;
impegna il Governo,
in sede di emanazione di provvedimenti provvisori di cui all'articolo 77 della Costituzione, all'assoluto
rispetto dell'articolo 72, quarto comma, della Costituzione, e della legge n. 400 del 1988.
emendamenti

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Art. 1
1.1
CRIMI, ENDRIZZI, MORRA
Sopprimere l'articolo
1.0.1
CALDEROLI
Dopo l'articolo, inserire il seguente:
Art.1-bis
(Modifica all'articolo 7 del decreto-legge 6 luglio 2011, n. 98)
1. All'articolo 7 del decreto-legge 6 luglio 2011, n. 98, aggiunto, in fine, il seguente comma: " 2quater. Nel caso in cui nel medesimo anno debbano tenersi uno o pi referendum di cui all'articolo 123
della Costituzione, la convocazione degli elettori avviene per tutti i referendum nella medesima data
di cui al comma 1 del presente articolo.".
Art. 2
2.1
CRIMI, ENDRIZZI, MORRA
Sopprimere l'articolo

EMENDAMENTI AL DISEGNO DI LEGGE


N. 1291
Art. 01
01.101
RUSSO, RELATORE
All'articolo 1, premettere il seguente:
Art. 01.
(Modifica all'articolo 4 della legge costituzionale n. 1 del 1963)
1. Al primo comma dell'articolo 4 della legge costituzionale n. 1 del 1963, dopo la lettera 1-bis)
aggiunta la seguente: " 1-ter) ordinamento del Porto di Trieste;".

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Il presente fascicolo raccoglie i testi di tutti gli atti parlamentari relativi all'iter in Senato di un disegno di legge.
Esso e' ottenuto automaticamente a partire dai contenuti pubblicati dai competenti uffici sulla banca dati Progetti
di legge sul sito Internet del Senato (http://www.senato.it) e contiene le sole informazioni disponibili alla data di
composizione riportata in copertina. In particolare, sono contenute nel fascicolo informazioni riepilogative
sull'iter del ddl, i testi stampati del progetto di legge (testo iniziale, eventuale relazione o testo-A, testo
approvato), e i resoconti sommari di Commissione e stenografici di Assemblea in cui il disegno di legge e' stato
trattato, sia nelle sedi di discussione di merito sia in eventuali dibattiti connessi (ad esempio sul calendario dei
lavori). Tali resoconti sono riportati in forma integrale, e possono quindi comprendere contenuti ulteriori rispetto
all'iter del disegno di legge.

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