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JUDGES JUDGING JUDGES

Norimberga 1948. Un tribunale americano giudica quattro magistrati


tedeschi accusati di aver applicato leggi palesemente inique, di avere
consentito pratiche di sterilizzazione, di avere contribuito alla strage del
popolo ebreo. Sul banco degli accusati siedono un giurista, un inquisitore e
due funzionari. Sullo scanno dei giudici stanno invece tre giudici americani, il
cui presidente ha amministrato la giustizia in una modesta citt di provincia.
Le accuse contro i nazisti sono schiaccianti e sono suffragate da precise
testimonianze, nonostante una brillante difesa tedesca. La politica mondiale
attraversa un'ora critica e le autorit americane desidererebbero un giudizio
non eccessivamente impopolare nei riguardi del popolo tedesco. Ma l'onesto
presidente della giuria giudica secondo coscienza ed emette una severa
motivata condanna.
Vincitori e Vinti, film del 1961 diretto da Stanley Kramer, deve esser visto per
avere un nuovo approccio agli orrori del nazismo, con la difficolt di applicare
la tradizionale etichetta di buoni e cattivi facendo proprie le questioni morali
che vengono sollevate. Il film prende le mosse dalla lunga serie di processi
che si tennero nella citt tedesca di Nrnberg nel Palazzo di Giustizia e in
particolare dal 3 (The United States of America vs. Josef Altsttter, et al.
il nome dellatto ufficiale) dei 12 processi appartenenti al filone definito
collaterale o secondario, che s apr il 9 dicembre 1946 e si concluse il 13
aprile 1949, in cui tutti i condannati sono stati riconosciuti colpevoli di tutte le
accuse. In questo processo vennero finalmente svelati allopinione pubblica i
crimini nazisti e gli esecutori teorici e materiali, Kramer ne porta sul grande
schermo gli atti ufficiali opportunamente adattati dallo sceneggiatore Abby
Mann, con tutte le perplessit, le difficolt di giudizio, lincapacit di
individuare e ancora di pi catalogare i confini delle colpe e delle
responsabilit dei singoli individui nelleconomia delle barbarie
nazionalsocialiste contro la pace e lumanit tutta, come testimonia il
colonnello Tad Lawson nel momento in cui afferma che << In Germania
nessuno responsabile delle stragi di ebrei; la ragione che, a un certo
punto, la Germania stata invasa dagli eschimesi, ed tutta colpa di quei
maledetti eschimesi!>> . Non risulta semplice trasferire in un film gli atti di un
processo e renderli interessanti e digeribili al pubblico, soprattutto quando si
fa ricorso al genere giudiziario ,categoria cinematografica nata in America
che si svolge quasi interamente in un'aula di giustizia e che ha come
protagonisti avvocati e pubblici ministeri, soprattutto i primi, intelligenti e acuti
oltre il comune nel salvare clienti che sembrano condannati in partenza,
ispirato ad un'ottimistica fiducia nel trionfo finale della giustizia. Nonostante
Kramer si rifaccia a questa precisa struttura narrativa, ampiamente sfruttata
in ambiente hollywoodiano, in questo caso riesce a conferire a tale schema
una rinnovata forza di attrazione e di stimolo alla luce del nucleo ideale che
sostiene e d un senso alla meccanica narrativa, e il procedimento giudiziario
si trasforma cos in un appassionato dibattito etico-politico che non nasce da

una astratta nobilt morale, ma da esigenze e problemi vivi del presente 1,


costruendo un impianto drammatico che funziona alla perfezione. Il modulo
ricorrente del film lalternarsi di riprese nellaula giudiziaria e per le vie della
semidistrutta Norimberga, che sta a simboleggiare il calarsi di questo
processo nella realt effettiva della distruzione nazista e non soltanto il
barcamenarsi tra testimonianze isolate, atti processuali, avvocati e pubblici
ministeri. Il regista infatti vuole introdurci nel contesto storico in maniera pi o
meno precisa, i riferimenti cronologici del momento in cui si svolge lazione
del film desumibile per via indiretta dalle immagini e dai dialoghi del film,
basti pensare allimmagine iniziale in cui viene fatto esplodere dopo i titoli di
testa una costruzione recante la svastica nazista o al distendersi nelle
taverne della citt il canto popolare Lili Marleen, la canzone di tutti i soldati al
fronte durante la seconda guerra mondiale. Kramer riuscito
magnificamente nellintento di rendere appassionanti e senza cedimenti, le
quasi tre ore ininterrotte di filmati, arringhe, deposizioni testimoniali,
controinterrogatori, che restituiscono palpabile tutta la dimensione traumatica
della tragedia dellOlocausto, fornendo un contributo imprescindibile alla
comprensione divulgativa di quella che possiamo considerare ancora oggi
fra le tante aberrazioni anche successive - la pi grande anomalia del
secolo scorso, senza travisare il contesto storico in cui i fatti sono avvenuti.
Lo fa presentando il ritratto esaustivo - anche quando sintetizzato in
folgoranti apparizioni di poche sequenze - di una serie di figure che
rimangono indelebilmente impresse nella memoria e ricoprono un ruolo
determinante nelleconomia del processo. C la sopravvissuta e lacerata
aristocrazia tedesca nel personaggio di Frau Bertholt, di una triste e patetica
bellezza, impegnata nel rilancio di quel poco che rimasto di buono dopo
la guerra e con la missione di convincere gli americani che i tedeschi non
sono tutti mostri, ma che dimostra quella che tra i tedeschi era una diffusa, o
quantomeno presunta, cecit sulle azioni del 3 Reich e in primo luogo di suo
marito, come se nessuno in Germania sapesse niente constata il provato
giudice Haywood in una scena del film, al nobilmente tronfio ritratto che ci
viene fornito dellex ministro della giustizia Janning dai tardivi trasalimenti di
una coscienza troppo a lungo tenuta a tacere che diventa in fondo anche
unaccesa contesa verbale; dallimplacabile e punitivo pubblico ministero Tad
Lawson che mostra nefandezze assolute evidenziandole attraverso la
proiezione di filmati che non consentono attenuanti, n permettono
consolatorie prese di distanza, alla figura dello stesso giudice Haywood che
ascolta, approfondisce, discute, analizza e interroga con rigore e pazienza
certosina, ponendosi dubbi e pretendendo risposte inoppugnabili per venire a
capo delle proprie titubanze, cos da arrivare poi alla convinzione certa
dellequit del giudizio al momento della sentenza che lo porter a
considerare tutti colpevoli, con un inappellabile verdetto di condanna,
nonostante le pressioni esterne per indurlo a una impossibile clemenza,
anche da parte delle potenze occupanti.
1 Adelio Ferrero, Cinema Nuovo

Alla sbarra sfilano sotto i colpi dellaccusa, i vari livelli sociali del popolo
tedesco, in primis lo sconvolto panettiere Rudolf Petersen e la ferita e
delegittimata Irene Hoffman, momenti e deposizioni cruciali dellintero iter
processuale. Nel primo caso, si materializza una stupefacente
rappresentazione del tormento interiore, la disperazione e linsostenibile
disorientamento, dellebreo russo Petersen, sterilizzato dai nazisti perch
appartenente a una famiglia di fede comunista, un crimine inaudito che la
difesa vorrebbe invece ridurre cinicamente alla necessit di difendere
lintegrit della razza ed impedire la procreazione a una persona ritenuta
portatrice di un handicap mentale, come testimonia lespressione di
compiaciuta cattiveria dellavvocato Hans Rolfe. Non rappresenta un caso
isolato il cinismo della difesa, ma anzi raggiunge il suo apice con lingresso
della testimone Irene Hoffman Walner, chiamata a testimoniare sul caso
Feldenstein, un subplot allinterno del film che prende spunto da un reale atto
processuale, noto come udienza Katzenberger, che vedeva una giovane
tedesca accusata di aver violato la legge della protezione della razza
(Rassenschutzgesetz) e di aver contaminato la purezza del sangue ariano
avendo intrattenuto rapporti privati con un anziano ebreo. Nella deposizione
della teste, Rolfe capziosamente incalza la signorina Hoffman, cerca di
metterla alle corde, riuscendoci anche, incurante del dolore devastante che
determina la negazione della autenticit di quegli eventi che ricordo con
sforzo emotivo enorme e non alla sua portata.
Ed a questo punto che, dalla sua prevalentemente posizione di secondo
piano occupata finora per quanto riguarda inquadrature e interventi nel
processo, si leva dal torpore la figura del giudice indagato Ernst Janning,
identificabile storicamente con il personaggio storico di Franz Schlegelberger,
uomo apparentemente nellombra, ma custode del quesito morale pi grave
del film sintetizzabile nella linea accusatoria del colonnello Tad Lawson :<<
Un giudice non fa mai le leggi. Egli applica soltanto le leggi del suo Paese.
La massima "La mia patria", a torto o a ragione, fu formulata da un grande
patriota americano, che non men vera per un patriota tedesco. Doveva
Ernst Janning applicare le leggi del suo Paese? O doveva invece rifiutarsi di
applicarle e divenire un traditore. Questa lessenza della questione, che
alla base di questo giudizio. Rientriamo cos in quel dilemma di responsabilit
che coinvolge lintero popolo tedesco e viene pi e pi volte a galla in diversi
momenti del film, oscillando tra lammissione di ignoranza riguardo ci che
stavano compiendo Hitler e i suoi seguaci e il semplice eseguire gli ordini
dellautorit politica del tempo, per quanto potessero risultare controversi. A
tal proposito Il filosofo tedesco Max Weber 2 opera una distinzione fra etica
dellintenzione ed etica della responsabilit. La prima fa riferimento a principi
assoluti, che assume a prescindere dalle conseguenze a cui essi conducono
(religiosi, sindacalisti, rivoluzionari, fanatici) i quali agiscono sulla base di ben
precisi criteri, senza porsi il problema delle conseguenze che da essi
scaturiranno, mentre la seconda si ha nel momento in cui si bada al rapporto
mezzi/fini e alle conseguenze. Per non incorrere in questi due principi di
2 Max Weber, Tra due leggi, 1916

coscienza, si ricorre a vari escamotage, non ultimo quello di sentirsi


legittimati allirresponsabilit inserendosi in una macchina militare che
emette ordini e consente lordine. Lazione, esente da ogni responsabilit, era
giustificata in base allobbedienza a un ordine. Ci falso sia sotto il profilo
morale, sia sotto il profilo giuridico. Perfino i codici penali militari di guerra
non richiedevano, e non richiedono, lobbedienza a "ordini criminali". La
"presunta e falsa" irresponsabilit, o meglio, "esenzione da responsabilit", di
chi veste una divisa vale anche per il burocrate, inserito in strutture non
militari, ma sempre fortemente ordinative di uno Stato moderno 3 . Era questo
che si proponevano di dimostrare i vari processi tenutisi a Norimberga: come
si pu distinguere il crimine quando si vive nel crimine, quando ci si trovi di
fronte a un massacro organizzato da uno Stato? Se lo chiede, in un
resoconto di un altro processo ad un gerarca nazista 4, la storica di origini
ebree Hannah Arendt, perch i nazisti erano persone qualunque, ed era
questa la caratteristica pi spaventosa, dal momento che sarebbe stato pi
digeribile che si fosse trattato di una razza di mostri inumani, in cui sarebbe
stato alquanto difficile immedesimarsi. Eppure i discorsi e i toni degli aderenti
al nazionalsocialismo, inquadrano persone che ad oggi potrebbero
tranquillamente abitare nella porta accanto, ingranaggi di una macchina, che
come tante altre prevedeva lavoro, promozioni, organizzazione di numeri e
statistiche (come quando allindomani della proiezione dei terribili filmati sui
lager del colonnello Lawson, in una scena che si svolge nella mensa del
carcere uno dei giudici chiede ad un direttore di un non precisato campo se lo
sterminio fosse realmente possibile, linteressato risponde con terribile
freddezza <<Tecnicamente s>>) ma che non prevedeva la formazione di un
pensiero critico e la percezione di riuscire a rendersi conto di quello stava
accadendo.
Per questo Janning la persona pi sconvolta dallintero processo, appare
come un personaggio che si rende progressivamente conto di aver
inconsapevolmente stretto con il regime del Fuhrer, come la maggioranza del
popolo tedesco, un cosiddetto patto non scritto, come scrive lo storico
Gordon Horwitz, in base al quale gli amministratori del terrore avrebbero fatto
in modo di risparmiare ai civili la conoscenze diretta delle atrocit, se questi
ultimi non avessero fatto alcuno sforzo per capire. Trovatosi di fronte per
lennesima volta alla ferocia dellideologia che si impadronita della
Germania per quasi 10 anni anche nellaula di un tribunale libero, pronto
ad ammettere le proprie colpe e a fornire le sua verit all corte, cosa che
preoccupa non poco lavvocato difensore Rolfe . Ci dovuto al fatto che la
sua deposizione va ascoltata con particolare attenzione perch ha una
rilevanza storica notevole, perch spiega senza mezzi termini in che modo si
arrivati a tanto, come lignominia si possa riproporre ancora, perch <<Solo
quando si capisce questo si pu capire ci che Hitler significava per noi >>
Non assolutamente possibile ridurre lavvento del nazismo ad un black-out
totale dellintero popolo tedesco, o ad unideologia che di punto in bianco
3 Carlo Galli, Il principio di responsabilit, 2000
4 Hannah Arendt, La banalit del male, 1963

viene iniettata nel pensiero popolare. Lideologia promossa da Adolf Hitler


non fu nientaltro che il complemento ideale di quella che Janning identifica
come una febbre che attraversava trasversalmente la Germania, una febbre
di vergogna, di indegnit, di fame, figlia della I guerra mondiale e delle
pesanti limitazioni economico-militari cui era stato sottoposto lo stato tedesco
viste e considerate le sue ingiuste mire espansionistiche . Il politichese della
Repubblica di Weimar non aveva fatto altro che indebolirlo ancor di pi, con
una rete di compromessi, lunghe trattative, avvicendamenti continui di
personaggi insulsi al potere, consentendo il dilagare della paura, La paura di
oggi, la paura del domani, la paura dei nostri vicini, e la paura di noi stessi.
Hitler aveva interpretato benissimo tutti questi fattori, e per questo motivo
forn ai suoi concittadini tedeschi ci di cui avevano maggiormente bisogno,
una liturgia dalle tinte pi che mai fosche: un potere forte al quale dichiarare
fedelt assoluta e nel quale riconoscersi, una prospettiva di successi
economici, militari e personali, una speranza concreta e tangibile. Per
realizzare effettivamente il suo progetto, individu senza esitazione le cause
della paure che aveva attanagliato il popolo tedesco fino a quel momento in
capri espiatori dal sapore evidentemente xenofobo e razzista, (comunisti,
liberali, ebrei, zingari) e scagli contro di loro gli istinti repressi e frustrati della
cittadinanza ariana supponendo che una volta che questi demoni saranno
distrutti, la vostra miseria verr distrutta. Questo il segreto che
storicamente si nasconde dietro allimprovvisa e subitanea adesione al
nazionalsocialismo, la generaazione della paura e dellodio della gente hanno
catalizzato un potere enorme nelle mani di un individuo, che per quanto
possa essere considerato pazzo e senza scrupoli, riuscito a fornire ad un
popolo in ginocchio economicamente e psicologicamente una speranza,
allaltissimo costo di un salto nel vuoto morale. Ci rappresenta certamente
un qualcosa di nuovo nelle pagine della storia mondiale, nonostante
qualcuno lavesse gi teorizzato in elucubrazioni puramente astratte, come il
gi citato filosofo tedesco Weber, ma costituisce lennesimo momento storico
in cui viene adottata la politica del laissez faire, con il dichiarato scopo di
osservare dallesterno un fenomeno cos terribile dal punto di vista politicosociale senza intervento alcuno da parte dei detentori di quella presunta
responsabilit che venuta a mancare al popolo tedesco. Lo riconosce lo
stesso Janning, si era dellidea che il nazionalsocialismo fosse soltanto una
fase transitoria, un movimento politico che poteva essere facilmente
controllato e facilmente congedato una volta che il peggio fosse passato. Il
problema che questo peggio si materializza nellaula del tribunale sotto
forma di testimonianza audiovisiva, reperita dal colonnello Lawson, e che
mostra lasciando attonita la platea quello che sembrava che in Germania
nessuno avesse visto, ma per la cui comprensione doveva essere posto al
vaglio dei presunti cechi: sullo schermo scorrono inesorabili una dopo laltra
le immagini terribili e strazianti della realt dei lager nazisti dislocati lungo
tutto il territorio del Terzo Reich, accompagnati dal commento lugubre dello
stesso colonnello e dai primi piani della regia sui volti attoniti degli astanti.
Nonostante questo macigno che grava sulla coscienza morale del popolo

tedesco, sembra impossibile trovare le parole per controbattere a questi


avvenimenti che sanno di imponderabile, ma Herr Rolfe riesce, con una
lucidit attraversata da lampi di estrema ferocia, a sciorinare uno dopo laltro i
popoli alleati con le loro macchie indelebili di crudelt e concorso esterno
nei crimini nazisti e ritrovarsi improvvisamente disorientati e impauriti, ancor
di pi se si pensa che a finire sul banco degli imputati sia addirittura il
Vaticano e la figura del pi irriducibile nemico di Hitler, Winston Churchill.
Secondo la difesa, se Janning colpevole, allora lo tutto il mondo che deve
esser processato alla pari del nazionalsocialismo. Chiunque abbia diviso
arbitrariamente protagonisti del film in americani buoni e tedeschi cattivi,
vedr implodere per lennesima volta la propria schematizzazione logica con
uno sconcerto non indifferente ma ansioso di sciogliere il bandolo della
matassa. Sebbene Norimberga abbia costituito un atto di giustizia, destinato
ad aprire il dopoguerra con la fondazione di un nuovo assetto giuridico,
evidente come si tratti di un processo ai vinti da parte dei vincitori e di
conseguenza, nessuno chieder mai conto al vincitore di quello che ha fatto,
nessuno avr quindi strigliato il primo ministro inglese nel 1938 quando
tesseva pubblicamente le lodi di Hitler sulle colonne dei giornali inglesi,
nessuno contester mai agli Stati Uniti le bombe su Hiroshima e Nagasaki
senza andare oltre il politically correct, il Vaticano non verr mai inquisito per
collusione con il nazifascismo. E quello che sostiene lo storico revisionista
Ernst Nolte nel suo celebre articolo il passato che non vuole passare 5,
laccanimento con il passato nazionalsocialista dei tedeschi e della
Germania, come le pi elementari regole di qualsiasi passato sembrano
essere abrogate per quanto riguarda il periodo nazista, che si pone come
spauracchio, come una mannaia sul presente. Nolte ritiene ingiusto che alla
luce di unet costellata di massacri e assassini di massa lo sterminio nazista
debba essere considerato un fatto incomparabile, e avanza addirittura
unipotesi secondo la quale i lager nazisti dovrebbero essere considerati una
reazione al terrore bianco bolscevico dei gulag. Nolte insomma porta avanti
una relativizzazione dello sterminio degli ebrei durante il Terzo Reich,
privandolo della sua unicit, ma egli dimentica la fondamentale differenza
qualitativa tra il perfetto sistema burocratizzato e freddo dello sterminio di
massa nel Reich hitleriano, altamente industrializzato e comparativamente
organizzato in modo perfetto, e la brutale mistura di eccessi, di liquidazioni
in massa , di schiavismo e di sfruttamento nellarretrata dittatura staliniana.
Questo passato si sottrae alle comuni regole della storia per il contesto
culturale, politico ed economico in cui si svolto, senza fare ricorso a
orgoglio o atteggiamenti da razza superiore, ma tenendo conto invece del
nesso tra grado di sviluppo economico e possibilit di organizzazione sociopolitica, e senza nulla togliere alle brutali persecuzione degli armeni da parte
dei turchi o i genocidi che si sono verificati sotto le dittature in Cambogia negli
anni80.
Ci che sfugge alla logica, e che nel film tormenta di continuo il giudice
Haywood nellescussione del processo, come sia possibile non investire di
5 Il passato che non vuole passare, Frankfurt Allgemein, 1986

responsabilit coloro i quali hanno partecipato attivamente o indirettamente ai


crimini nazisti e di conseguenza non ritenerli passibili di alcuna pena, come
se lintera istruttoria fosse costruita su di un terribile equivoco, o ancora
peggio, se limparzialit del giudizio fosse soggetta ad un controllo
dallesterno. Gli atti finali del processo, infatti, si svolgono ormai a quattro
anni dal secondo conflitto mondiale, e quegli avvenimenti rappresentano
acqua passata, lopinione pubblica americana relativamente interessata ai
fatti di Norimberga, tanto che il giornalista americano, Max Perkins, afferma
che nessuno sarebbe disposto a comprargli un pezzo relativo al processo,
non fosse altro che fuori dal palazzo di Giustizia di Norimberga la storia non
si fermata, e ha provveduto a cambiare inesorabilmente le carte in tavola.
Come un ufficiale di un grado elevato cerca di spiegare al colonnello Lawson,
i tempi sono cambiati cos in fretta e a tal punto che ormai la Germania non
pu pi essere considerata un nemico, ma anzi rappresenta un alleato
indispensabile in Europa, visti gli attriti e la crescente rottura tra Paesi Alleati
e Unione Sovietica, preludio alla guerra fredda che avrebbe occupato il
dopoguerra, oltre che un importante bacino economico per gli Stati Uniti. Di
per s la Germania si ritrovava cos in una strana posizione di vantaggio
politico, che le valse di certo unondata di alleggerimento nelle sentenze
processuali, ma che non le avrebbe risparmiato una futura occupazione
straniera. Sono queste le pressioni che pervengono nemmeno troppo
velatamente al giudice Haywood: nellottica di un possibile conflitto con
lUnione Sovietica, appare pi ragionevole attenuare la pena da infliggere agli
imputati e fare in modo che non si vada troppo a fondo nelle valutazioni dei
reati commessi, in maniera tale da rendersi popolari agli occhi della
popolazione tedesca e preparare il terreno per unimminente collaborazione
in funzione antisovietica. Lo stesso colonnello Lawson perplesso, non
concepisce giustamente come sia possibile pronunciare una sentenza a
scopi meramente politici, tralasciando lentit che dovrebbe in teoria ispirare
ogni parola pronunciata in unaula di tribunale, la verit, e dando maggiore
importanza alla sopravvivenza nel modo migliore pur di accantonare la
propria morale. Ci che ha destato sconcerto nellopinione pubblica mondiale
e ha messo in dubbio il significato del termine civilt, alla luce dei nuovi
avvenimenti storici, diventava improvvisamente scomodo e doveva essere
accantonato per cause di forza maggiore in virt di considerazioni a pi
ampio raggio cronologico.
In questo clima di tensione per vicende riguardanti la politica estera e la
prospettiva di un nuovo conflitto mondiale, la corte presieduta da Haywood si
ritira per trarre le dovute conclusioni dellatto processuale e stabilire le
responsabilit individuali di ciascun imputato. Nonostante le spinte ricevute
dallalto, ne viene fuori una sentenza particolarmente sentita dallanziano
giudice, improntata a unonest prima ancora personale piuttosto che legata
al diritto penale e fondamentalmente libera da implicazioni politiche. Le
parole che risuonano per lultima volta nellaula de palazzo di giustizia sono
gravi ed estremamente ragionate :<<Semplici omicidi e atrocit non
costituiscono il gravame dellazione in questo processo, piuttosto laccusa

quella dii cosciente partecipazione a un governo nazionale che ha elevato a


sistema la crudelt e lingiustizia, in violazione di ogni principio morale e
legale accettato da tutte le nazioni civili. Il tribunale ha attentamente studiato
gli atti e trovato in essi abbondanti fatti che provano al di l di ogni
ragionevole dubbio le accuse mosse agli imputati>>Lincipit con cui il giudice
presenta la sentenza finale non lascia adito a dubbi, ma ci che risulta pi
efficace sono le risposte che fornisce in maniera puntuale alla difesa e a chi
volesse un processo politico, dopo unattenta ricostruzione critica delle
testimonianze che, in quanto soggettive, non rappresentano un verit
assoluta, ma solo dei frammenti. Alla difesa che ha constatato quanto la
colpa fosse non solo della Germania, ma del mondo intero, riconosce in gran
parte della verit di tale asserzione, ma nel caso specifico si sta discutendo
della responsabilit dei giudici tedeschi riguardo alle proprie azioni, perch
risulta essere sempre e inevitabilmente lo sconfitto nel torto. Evidenzia inoltre
come la vera parte lesa di questo processo sia la civilt, dimostrando come
a prescindere dalle posizioni e dal coinvolgimento di ogni singolo paese nel
secondo conflitto mondiale, a venir meno sia stato universalmente il buon
senso e la coscienza, per quanto evidente, delle atrocit compiute sotto
ideologia diametralmente opposte. Non si pu nemmeno pi sostenere lidea
che in Germania abbia agito un ristretto gruppo di folli in una sorta di
autonomia solipsistica, perch il diritto di qualsiasi Paese civile impone che
chiunque favorisca unarma per ogni persona che induca un'altra a
commettere un omicidio, fornisca un'arma, o che si renda complice in
qualche modo, colpevole!
Gli imputati hanno compiuto tutto questo
utilizzando la loro posizione e i propri strumenti penali per legittimare un
governo nazionale che ha elevato a sistema la violenza, la crudelt e
lingiustizia e non hanno saputo o voluto sostenere i principi su cui si reggeva
lo stato tedesco prima dellavvento di Hitler, proprio nel momento in cui
sarebbe necessario esprimere la bont nella tempesta. Ci basta a
giustificare lergastolo per ciascuno degli imputati. Nel pronunciare poi la
frase << come facilmente pu accadere ..>> vien fuori tutta lamarezza nel
riscontrare come fatti del genere si possa riproporre sotto gli occhi di tutti e
nellindifferenza generale, anche in quelle realt ad alto grado di sviluppo e
cultura, lincrocio tra civilt e bestialit e la permuta dei valori tradizionali con
degli altri discutibili. La terribile conferma contenuta in esperimento di
obbedienza cieca realmente avvenuto in California, nel 1967. Allora lo
condusse Ron Jones, insegnante di storia al Cubberley High School di Palo
Alto che, per spiegare la genesi del nazismo, indusse una classe di una
trentina di studenti a forme di cameratismo attraverso luso della disciplina,
delluniforme, di un gesto di riconoscimento come londa. Lesperimento, che
doveva durare solo un giorno, fin per estendersi a tutta la scuola e per
sfuggirgli tragicamente di mano quando il movimento acquist vita propria: gli
studenti non aderenti furono picchiati, mentre gli stessi membri si spiavano a
vicenda. Nel quinto giorno il docente si vide costretto a sospendere la prova,
per poi affermare in seguito che non avrebbe mai ripetuto unesperienza del
genere, nonostante si fosse imbattuto in un lato primordiale della psiche

umana tutto da scoprire. Anche in questo caso lesperimento funzion perch


molti di quei ragazzi erano smarriti, non avevano una famiglia, non avevano
una comunit, non avevano un senso di appartenenza e a un certo punto
arrivato qualcuno a dirgli: Io posso darvi tutto questo. Le coincidenze con
quanto accaduto durante la seconda guerra mondiale sono impressionanti
e fanno paura, e impongono una riflessione sullutilit dellintero processo di
Norimberga. Si intende gi negli scampoli finali del film, quando lavvocato
Rolfe incontra il giudice Haywood per proporgli una scommessa nominale, in
base alla quale nel giro di un lustro il suo verdetto verr ribaltato. Tenuto
conto della piega degli sviluppi storici, logicamente le cose dovrebbero
svolgersi in questo modo, ma lacume del giudice sta nel porre laccento sul
fatto che non sempre ci che logico giusto, accettando cio di non
sottomettere la giustizia ad altri fattori e mostrando una corretta modalit di
azione, che gli verr riconosciuta dal principale accusato, Ernst Janning, una
volta in prigione.
Il simbolo del potere nazista che viene fatto saltare in mille pezzi allinizio del
film dopo i titoli di testa indicava allo spettatore la frantumazione del
nazionalsocialismo e linizio di un lungo percorso di ricomposizione della
verit sulla base di fatti granitici e di testimonianze funzionali che, con tutti i
dubbi e le controversie emerse durante il film, era destinato a risolversi
nellemanazione da parte dei giudici di una sentenza tanto difficile quanto
significativa, con lintento di tracciare una linea guida nel trattare una materia
passibile di tante valide obiezioni. Per questo risulta davvero importante
rileggere lintero svolgersi del processo alla luce di quanto appena affermato
da Herr Rolfe nella sua ultima apparizione nella pellicola per capire quanto
non sia sufficiente la logica ad interpretare i fatti e men che meno posso
costituire un parametro assoluto. Hitler infatti aveva una sua logica nel
compiere determinate azioni che, per quanto fosse perversa e discutibile, gli
aveva permesso di conseguire uno dopo laltro quelli che erano obiettivi quasi
utopici inizialmente. Nel caso di Stati Uniti e Gran Bretagna si pu dire lo
stesso, avevano le proprie ragioni (principalmente politiche ed economiche) a
perseguire la linea dellappeasement pur di fronte a gravi prevaricazioni del
diritto e della costituzione, come anche la Russia logicamente non esit a
stringere un patto con la nazione che pi di tutte incarnava tutto ci che i
russi detestavano, ed per questo che i giudici che in Vincitori e Vinti
siedono al banco degli imputati seguono una linea patriottica di difesa
dellautorit a cui hanno prestato obbedienza che a conti fatti, risultata
difficilmente scalfibile. In nessuno dei casi qui presentati risulta essere preso
in considerazione il buon senso, larma pi semplice e facilmente reperibile,
che avrebbe messo a dura prova la validit degli eventi e dei comportamenti
tenutisi dal 1933 al 1945 a prescindere dal colore dellideologia professata, e
la cui deliberata omissione nel vivere civile ha portato non a dei vincitori o a
degli sconfitti, ma ad un illustre delitto, lumanit, perpetrato ora ad
Auschwitz, ora a Nagasaki con la stessa crudelt ai danni di milioni di
innocenti. Il regalo che questo film ci consegna semplicemente una sorta di
piccolo manuale per i tempi di crisi morale e non, che invita a soppesare

criticamente fatti e opinioni, senza mai obbedire senza discernimento soltanto


ad una bieca razionalit, ma ricorrendo necessariamente alla coscienza e
alla delicata sensibilit, insita per natura in ogni essere umano.
Andrea De Vinco

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