Sei sulla pagina 1di 4

Risk Management:

la generazione di scenari di medio-lungo


termine con tecnica del bootstrap
Massimiliano Pallotta - Raffaele Zenti*

Nel corso del 2000 il prezzo del titolo Come si misura


Yahoo! Inc, azienda star della new eco-
nomy, ha perso più dell’80% del suo va-
lore. Tiscali, promessa del mercato do-
l’esposizione al rischio?
mestico, dopo aver raggiunto una quota- Il rischio finanziario è in prima approssi- Tale indicatore prende il nome di Shortfall
zione intorno ai 115 euro per azione mazione definibile come: Probability. Ancora differente è il caso dei
(partendo da un prezzo di collocamento fondi comuni. Sebbene essi racchiudano
di 5 euro), è successivamente precipitato esposizione
una gamma molto ampia di prodotti, si
intorno ai 15 euro. a perdite legate all’incertezza
può dire che spesso il loro obiettivo stra-
circa il valore di un insieme
È chiaro che in presenza di mercati così tegico è quello di fornire, nel medio-lun-
di attività finanziarie, in un istante
volatili, banche ed operatori finanziari, go periodo (6 mesi-3 anni), un rendimen-
futuro o in più istanti futuri.
necessitino di figure professionali, i risk to in eccesso rispetto ad un portafoglio di
manager, che cerchino di identificare, Vi sono molti modi per quantificare questo riferimento, il benchmark. Per i fondi co-
valutare e monitorare possibili eventi in concetto. Ad esempio, in ambito bancario, muni, quindi è importante avere misure di
grado di generare perdite potenzial- un indicatore molto utilizzato è il "Value at rischio come ad esempio:
mente elevate. Risk" (VaR). Esso indica la massima perdita • il Relative Value at Risk (ReVaR) - la
Il risk management rappresenta una te- di portafoglio attesa con un certo livello di massima perdita rispetto al benchmark,
matica relativamente nuova, nata all’inizio confidenza (es. 95%), in un determinato su un dato orizzonte d’investimento (es.
degli anni’90. Risale infatti a quel periodo orizzonte temporale (es. 10 giorni). Dal 1-3 mesi) e con un certo livello di confi-
l’introduzione di una specifica regolamen- punto di vista statistico, si tratta di un denza (es. 95%);
tazione, nata in seno alla Banca dei Rego- quantile, calcolato con un dato livello di • il Tracking Error (TE), ossia la deviazione
lamenti Internazionali (e recepita dalle va- confidenza, relativo alla distribuzione atte- standard del differenziale tra i rendimen-
rie banche centrali), che ha sostanzial- sa dei rendimenti del portafoglio. ti del portafoglio e quelli del benchmark
mente portato gli istituti di credito a do- Ovviamente a seconda del tipo di portafo- (gli excess returns), su un dato orizzonte
tarsi di una propria unità di risk manage- glio in esame e del soggetto a cui fa capo, temporale; si tratta dunque di un indica-
ment, con l’obiettivo di misurare l’esposi- mutano gli indicatori che meglio si adatta- tore di dispersione degli excess returns.
zione al rischio del portafoglio di pro- no a monitorarne il rischio. Difatti, se è ve- Nel concreto, tipiche domande poste al
prietà, al fine di adottare una corretta po- ro che per una trading room di una banca risk management di una società di gestio-
litica di copertura dei rischi. il VaR (come definito in precedenza) è un ne sono:
Nell’ultimo quinquennio si è inoltre vista buon indicatore, ciò non è necessariamen- • qual è il TE che mi attendo da oggi ad
una crescita vistosa della massa di rispar- te vero per altre tipologie d’investitori. un mese rispetto al benchmark? cioè
mio gestito, nonché l’assegnazione di I fondi pensione, ad esempio, hanno co- quanto rischio in eccesso rispetto al
mandati di gestione per vari fondi pensio- me obiettivo primario quello di fornire un benchmark stiamo assumendo? e quali
ne di categoria e per svariati portafogli di sufficiente capitale previdenziale al termi- sono le variabili finanziarie (es. i settori
fondazioni bancarie. Le modalità di ge- ne della vita lavorativa, mentre le fonda- azionari) che incidono maggiormente?
stione del rischio costituiscono sempre zioni bancarie hanno l’obiettivo di conser- • qual è la massima perdita rispetto al ben-
più un fattore critico di successo nell’ag- vare il capitale e di fornire erogazioni pe- chmark che si può verificare in un mese,
giudicarsi il mandato di gestione di por- riodiche. Per questo tipo di portafogli è con una data probabilità? e se tale perdi-
tafogli di investitori istituzionali. Ciò ha molto utile monitorare la probabilità di ta si verifica, che conseguenze possono
spinto molte società di gestione a dotarsi avere, con un dato orizzonte temporale, esserci per la performance a fine anno?
di unità e strumenti di risk management, ad esempio un anno, un rendimento infe- • qual è la probabilità di avere una
anche se ciò non è per ora esplicitamen- riore, rispettivamente, al tasso di rivaluta- performance inferiore al benchmark da
te imposto dal legislatore. zione del TFR o alle prestazione erogate. oggi a fine anno?

• luglio 2001
22 news notes
&
La capacità di rispondere puntualmente a ri di rischio utilizzati, uno scenario poco d’investimento gli impieghi con un buon
queste e ad altre domande dipende da realistico può portare a pericolosi errori rapporto tra rendimento e rischio. In al-
una moltitudine di fattori. È tuttavia certo di stima del rischio. Non è azzardato af- tri termini non si può ignorare, come
che un elemento cruciale è rappresentato fermare che il fattore non tecnologico che spesso accade nelle dealing-room ban-
dalla capacità di generare degli appro- maggiormente influenza la bontà del ri- carie, che il rendimento atteso delle atti-
priati scenari finanziari futuri, cioè le pos- sultato finale è proprio costituito dalle vità finanziarie non è nullo.
sibili evoluzioni del mondo, che costitui- modalità di generazione degli scenari. Dopo una lunga analisi, ci si è resi conto
scono la base per analizzare il comporta- La figura 1 illustra in modo intuitivo la ge- che i punti chiave di un sistema di risk ma-
mento futuro del portafoglio e quindi il ri- nerazione degli scenari, generalmente nagement (inteso in senso lato) sono es-
schio. Infatti, a prescindere dagli indicato- sintetizzati da distribuzioni di probabilità. senzialmente tre: 1) la tecnologia, ossia è
bene impiegare prodotti all’avanguardia, in
continua evoluzione e relativamente facili
da usare; 2) il data model e il database,
cioè occorre creare un data-warehouse
dipartimentale, contenente tutti i dati rile-
vati per ogni attività finanziaria organizzati
in modo razionale; 3) il modello di gene-
razione degli scenari finanziari, che de-
ve risultare consono ad analisi con oriz-
zonti temporali medio lunghi.
Come database è stato utilizzato Lilith, un
DSS, sviluppato dalla società Hicare.
La principale caratteristica del prodotto è
quella di integrare tre filosofie tipiche dei
più comuni database: esso è infatti gerar-
chico, cartesiano e relazionale.
Inoltre, Lilith si integra perfettamente con il
Figura 1 – Gli scenari futuri relativi al rendimento di un portafoglio: su un asse motore di calcolo del sistema di rischio,
orizzontale è riportato il tempo, in giorni, sull'altro asse orizzontale la gamma MATLAB, in quanto Hicare ha creato un ga-
dei possibili valori che il rendimento del portafoglio può asssumere e infine sull’asse teway che permette il passaggio dei dati tra
verticale vi è il valore della funzione di densità di probabilità. Sono poi euristicamente i due prodotti, oltre all’esecuzione di macro
rappresentate due possibili traiettorie seguite dai rendimenti del portafoglio nel tempo. e funzioni MATLAB, in modo del tutto tra-
A colpo d’occhio si vede come, nell’esempio, lo scenario a 18 giorni al quale è associata
sparente all’utente Lilith. Ciò ha permesso
la massima probabilità d'accadimento è quello nel quale il rendimento è nullo. Inoltre,
d’incrementare la potenza di calcolo e di
a rendimenti prossimi al 3% è associata una probabilità pressoché nulla. Appare anche
analisi del database, dato che tutte le ope-
del tutto naturale l’impiego della funzione di densità di probabilità per caratterizzare
la gamma di possibili “stati del mondo”, con le rispettive probabilità di accadimento. razioni non elementari vengono eseguite
direttamente in MATLAB. Inoltre, in MATLAB
sono state costruite tutte le funzioni che
La linea adottata permettono la creazione degli scenari di
lungo periodo ed il calcolo dei numerosi in-
dalla Ras Asset Management dicatori di rischio adottati. Nella realizzazio-

per effettuare l’analisi del rischio ne della libreria di calcolo interna, sono sta-
te impiegate anche alcune funzioni di tool-
La Ras Asset Management SGR S.p.A. fettuato all’interno di una società di as- box esterni (si veda ad esempio:
(RAM) è una società del gruppo Ras de- set management è differente da quello http://www.spatialeconometrics.com),
dita alla gestione del risparmio nata nel effettuato presso una banca. In primo rese liberamente disponibili da una comu-
1997. Essenzialmente vengono gestite luogo l’orizzonte temporale è decisa- nità internazionale di utenti molto attiva.
tre tipologie di portafogli: i fondi comuni mente più lungo. In secondo luogo l’o- MATLAB si è rivelato utile anche nella fase di
d’investimento, i portafogli assicurativi e biettivo del risk management è una valu- test dei modelli e nel loro “fine tuning”.
i portafogli di clienti istituzionali (fonda- tazione del rischio dei portafogli, me- Si veda Brandolini, Pallotta e Zenti (2000)
zioni bancarie, fondi pensione e altri diante il calcolo di un numero molto am- per un resoconto della realizzazione di un
grandi clienti). Sin dalla nascita di RAM è pio di indicatori (tra cui quelli sopra cita- sistema proprietario di risk management
stato chiaro che il risk management ef- ti), che porti a privilegiare nel processo orientato all’asset management.

luglio 2001 >


news notes
& 23
Il modello di generazione
degli scenari finanziari
Il modello impiegato in RAM per la gene-
Figura 2
razione degli scenari si basa su una meto-
dologia chiamata bootstrapping filtrato, 1. La distribuzione 2. La media non è nulla
dei rendimenti non è normale
che integra la Simulazione Storica e la tec-
Estremo sinistro Stima puntuale
nica Monte Carlo1, opportunamente adat-
tata per tenere conto di fattori non trascu- Estremo destro
rabili su orizzonti temporali medio lunghi.
0.07% 7.77% 15.32%
Si tiene infatti conto dei seguenti fattori
(esemplificati nella figura 2):
1. i rendimenti delle attività finanziarie nel Stima puntuale della media e del
medio-lungo periodo seguono distri- corrispondente intervallo di confidenza al
buzioni leptocurtiche (“snelle al centro 90% (calcolato mediante bootstrapping con il
e grasse nelle code”) che non possono metodo dei percentili di Efron) per i
rendimenti logaritmici mensili dell’indice
essere approssimate con una distribu-
Rendimenti logaritmici mensili dell’indice azionario Comit Generale, riferiti al periodo
zione normale, se non si vogliono
azionario Comit Generale (maggio 1969 maggio 1969-maggio 2001 (fonte
commettere errori significativi;
maggio 2001); in esso è presente anche il Datastream International). Come si nota, la
2. in particolare, per quanto rari, gli even- media è significativamente non-nulla.
“fit” di una distribuzione normale. Quella
ti estremi (ad esempio crash di borsa)
empirica è leptocurtica e presenta “code
possono accadere e quando accado- 4. La correlazione muta nel tempo
spesse”. La distribuzione non è normale.
no possono provocare perdite ingenti;
3. la volatilità e la correlazione tra le atti- 3. La velocità varia nel tempo
vità finanziarie variano nel tempo;
4. i rendimenti delle attività finanziarie
spesso sono autocorrelati, ossia il ren-
dimento in un dato istante è correlato
a quello degli istanti precedenti.

Ma vediamo cos’è il bootstrap nella sua


versione base. L’idea principale di questa
tecnica è quella di creare una molteplicità di
Correlazione giornaliera, stimata con un
scenari finanziari (indicativamente almeno modello GARCH(1,1) bivariato, tra i
1000) basati su dati storici, tipicamente Volatilità giornaliera, stimata con un rendimenti giornalieri logaritmici dell’indice
giornalieri, in modo da ottenere, sull’oriz- modello GARCH(1,1), per i rendimenti azionario Comit Generale e l’indice
zonte temporale richiesto, una distribuzio- giornalieri logaritmici dell’indice Comit obbligazionario Datastream “Tracker”
ne attesa dei valori del portafoglio, da cui si Generale che va dal 25/05/98 al 25/05/01 relativo ai titoli di Stato italiani
ricavano vari indicatori di rischio. Così fa- (fonte Datastream International). Si nota maggiormente liquidi. I dati sono relativi al
cendo, si utilizza il contenuto informativo l’estrema variabilità della volatilità, che può periodo compreso tra il 25/05/98 ed il
dei dati giornalieri per creare scenari a me- cambiare molto velocemente nel tempo. 25/05/01 (fonte Datastream International).
dio-lungo-termine. In sostanza, il boot-
strapping è un campionamento con rein- zione MATLAB che effettua il bootstrap del bootstrap utilizzata proprio per cor-
troduzione dalla serie storica del portafo- per una serie storica (tipicamente un vet- reggere la distorsione causata da rendi-
glio o degli excess return, calcolata con la tore di rendimenti o di excess returns). menti finanziari che non risultano i.i.d. (ad
composizione attuale (si tratta quindi di se- Il bootstrap nella sua versione base è ap- esempio, la dinamica della volatilità e del-
rie storiche “constant-mix”). Questo tipo di propriato se l’oggetto del bootstrapping la correlazione nella figura 2 implica che i
tecnica è non-parametrica ed evita di adot- è costituito da variabili identicamente ed rendimenti non sono i.i.d.).
tare ipotesi restrittive circa la distribuzione indipendentemente distribuite (i.i.d.). Da un punto di vista più formale, per il
di probabilità dei rendimenti e circa la strut- In caso contrario, i risultati risultano di- calcolo di misure di rischio relativo (come
tura di correlazione che lega le varie attività. storti. Il modello del bootstrap filtrato è il TE o il ReVaR) tramite bootstrapping fil-
In tabella A si riporta una semplice fun- una versione leggermente più raffinata trato, occorre partire dal vettore colonna

1
Per una rassegna delle metodologie di più frequente utilizzo nel campo del risk management si rinvia a Jorion (1997).

• luglio 2001
24 news notes
&
function [rend_boot]=btstrap(n_scenari,horizon,rendimenti)
Essi costituiscono un vettore z, che di-
venta l’oggetto del bootstrap. Il vettore z
% funzione che applica il bootstrapping ad una serie storica (tipicamente di portafoglio)
%*********************************************************** viene cioè bootstrappato, ottenendo co-
% INPUT me risultato una matrice con un numero
% n_scenari = scalare che indica il numero di scenari simulati (es.1000)
% horizon = scalare che indica il numero di periodi oggetto di simulazione = time horizon di righe pari alla lunghezza dell’orizzonte
% rendimenti = vettore n x 1 di log-rendimenti (serie stor. di lunghezza n) temporale (in periodi) ed un numero di
di portafoglio o excess returns
colonne pari al numero di scenari deside-
% OUTPUT rati. Gli elementi di tale matrice vengono
% rend_boot= vettore 1 x horizon di log-rendimenti di periodo simulati
(ossia lo scenario finanziario) infine utilizzati iterativamente nelle equa-
%*********************************************************** zioni [3], [2] e [1] per ottenere lo scenario
n=size(rendimenti,1); % calcola lunghezza del vettore rendimenti
finanziario, sulla base del quale si calcola-
%creo una matrice uniforme di dimensione horizon x n_scenari
no gli indicatori di rischio desiderati.
random_matrix=rand(horizon,n_scenari);
% arrotondo all'intero più vicino (poiché gli indici di una matrice sono interi) Per chi intendesse approfondire l’argo-
% e riporto tali indici alla dimensione della matrice: mento, si rinvia a Efron e Tibshirani (1998)
A=round((n-1)*random_matrix+ones(size(rand(horizon,n_scenari))));
per un’introduzione al bootstrap, a Barone-
%riempio la matrice dei rendimenti simulati coerentemente con le estrazioni casuali
for i=1:n_scenari
Adesi, Giannopoulos, Vosper (1999) per
newrend(:,i)=rendimenti(A(:,i),1); una trattazione dettagliata del bootstrap-
end ping filtrato ed a Zenti e Pallotta (2000) per
% calcolo i rendimenti di periodo un confronto tra varie tecniche di genera-
rend_boot=sum(newrend); zione di scenari nel calcolo di misure di ri-
Tabella A schio nel campo dell’asset management.

zionale all’epoca t, mentre εt è un residuo


che contiene i differenziali di peso rispet-
to al benchmark delle attività finanziarie a media nulla, che nel nostro caso non è
Conclusioni
presenti nel portafoglio o nel benchmark. ipotizzato normale, ma segue la sua di- È stata descritta sinteticamente, da un
Se si denota con la matrice dei rendimenti stribuzione empirica. L’equazione [1] mo- punto di vista tecnologico e metodologi-
storici per T periodi delle k attività finanzia- dellizza media e autocorrelazione, mentre co, la soluzione adottata in RAM per l’a-
rie (di dimensioni Txk), si ha che la serie l’equazione [2] la varianza del processo. nalisi del rischio di portafogli gestiti per
conto terzi. In particolare, ci si è sofferma-
εt ~ , ti sul modello di generazione degli scena-
[1] ri, basato sul bootstrapping filtrato. La
generazione degli scenari è infatti uno de-
gli aspetti maggiormente critici nella rea-
[2]
lizzazione di un sistema di risk manage-
ment. La metodologia proposta consente
storica “constant mix” è semplicemente Le due equazioni vengono stimate a pseu- di generare scenari a medio-lungo termi-
r=R?w. Essa è l’input principale della pro- do-massima verosimiglianza, dopodiché si ne, sulla base della distribuzione empirica
cedura di bootstrapping. calcolano i residui standard: dei rendimenti (cioè senza ipotesi restrit-
A questo punto, viene stimato un model- tive circa la loro distribuzione di probabi-
lo ARMA-GARCH come mostrano le for- [3] lità), tenendo conto di periodo in periodo
mule [1] e [2]; dove st è la varianza condi- della variabilità di volatilità e correlazioni,
dell’eventuale presenza della correlazione
Bibliografia minima: e dell’eventualità di crash di mercato.
1. G. Barone-Adesi, K. Giannopoulos, L. Vosper (1999). VaR without correlations for non-li-
near portfolios. Journal of Futures Markets, 19 August.
Il modello ha trovato realizzazione grazie
2. D. Brandolini, M. Pallotta, R. Zenti (2000). Risk management in an asset management all’impiego congiunto di un innovativo
company: a practical case. Di prossima pubblicazione su FEN Professional & Practitioner DB, Lilith, e di MATLAB, perfettamente in-
Journal e su Banking and Financial Institutions. Disponibile presso il Social Science Research
tegrati fra loro.
Network all’url: http://papers.ssrn.com/paper.taf?abstract_id=252294
3. D. Brandolini, R. Zenti (2000). Il risk management nell’ambito dell’asset management:
alcune riflessioni, Newsletter AIFIRM, n°2. Disponibile presso: http://www.aifirm.com
*Autori:
4. B. Efron, R. Tibshirani (1998). An introduction to the bootstrap, 2nd edn. Chapman & Hall.
Massimiliano Pallotta
5. P. Jorion (1997). Value at Risk. Irwin Professional Publishing. e-mail: massimiliano.pallotta@rasnet.it
6. R. Zenti, M. Pallotta (2000). Risk analysis for asset managers: historical simulation, the Raffaele Zenti
bootstrap approach and value at risk calculation. Ras Asset Management. Di prossima e-mail: raffaele.zenti@rasnet.it
pubblicazione su FEN Professional & Practitioner Journal. Disponibile presso il Social Science Risk Management
Research Network all’url: http://papers.ssrn.com/paper.taf?abstract_id=251669. Ras Asset Management SGR S.p.A.

luglio 2001 >


news notes
& 25

Potrebbero piacerti anche