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RIFORMA DELLORGANIZZAZIONE GIOVANI DEMOCRATICI

DOCUMENTO CIRCOLO GD ESQUILINO


#eraora
finalmente giunto il momento che aspettavamo da tempo di unire le nostre forze e dedicarci ad
unapprofondita riflessione sulla nostra organizzazione. un bisogno che abbiamo sentito da anni e che oggi
pu diventare realt. necessario ripensare dalle fondamenta la nostra giovanile in unepoca in cui non sono
pi i partiti a guidare i cambiamenti della societ, ma questa a determinare le sorti delle forze politiche. La
grande sfida che ci aspetta nel nostro domani quella di rendere i Giovani Democratici un soggetto flessibile
ma non precario. Prendiamo in prestito questa espressione dal mondo del lavoro che, nel momento doro
della globalizzazione, quello che pi ha subito modifiche e pi stato costretto a ripensarsi profondamente.
I GD devono essere in grado di cambiare se stessi ma contemporaneamente proiettare nel futuro le proprie
politiche. Non certamente tollerabile uno snaturamento della nostra essenza di formazione di centrosinistra, ma ci non deve essere un espediente per restare immobili e intrappolati nel nostro passato. Ancora
una volta non possiamo accettare ci che avvenuto fino a poco tempo fa: quella visione gattopardesca della
politica, che ha caratterizzato anche noi giovani, tale per cui si tendeva a cambiare tutto per non cambiare
nulla.
Ragionare sulla riforma dellorganizzazione significa prendere in considerazione i diversi aspetti che
regolano la vita di una comunit politica ben definita.
Organizzazione territoriale
Proponiamo di ripensare l'intera struttura di base della Federazione, sostituendo i circoli territoriali con
circoli municipali. A seguito dell'accorpamento dei Municipi di Roma, anche le strutture territoriali del PD
si sono dovute adeguare alla nuova formulazione istituzionale. Ci ha comportato l'instaurarsi di relazioni tra
territori diversi. Analogamente andrebbe formalizzata una collaborazione tra i GD di ogni Municipio. A tal
riguardo proponiamo di scogliere i circoli e creare direttamente un unico circolo per ciascun municipio. In tal
modo ci sarebbero solo 15 sezioni, facilitando cos i rapporti con la Federazione. Il coordinamento dei circoli
diverebbe un organismo pi snello e prolifico. A livello territoriale si avrebbe una condivisione di forze e di
iniziative.
Tesseramento
Bisogna slegare la rappresentanza negli organi dirigenti dal numero di iscritti in ogni circolo (a questo punto
municipale). Ci favorisce fenomeni di falso tesseramento che, seppur in misura minore rispetto al PD, sono
presenti anche nella giovanile. Una soluzione possibile, sia chiaro non lunica, potrebbe essere quella di
assegnare un ugual numero di rappresentanti per ogni sezione e aggiungerne uno per quelle strutture
territoriali che superano una quota prestabilita secondo criteri da decidere in base ai numeri registrati
nellultimo tesseramento cittadino.
Andrebbe, inoltre, incentivata la funzione culturale che si giustamente voluto dare alla tessera con
ladesione a Editori Riuniti, attraverso altre formule che abbiano lo scopo di avvicinare ancora di pi i
ragazzi alla cultura intesa nel senso pi ampio possibile, non solo legata, quindi, al settore editoriale.
Formazione
I partiti di oggi non hanno pi la funzione pedagogica di quelli di inizio Novecento. Non servono pi a
formare i futuri cittadini, sopravanzati in questo da altre agenzie di socializzazione secondaria, quali la
scuola e i mezzi di comunicazione, vecchi e nuovi. I GD non devono indottrinare i propri militanti, non
devono incanalarli nella direzione delle proprie linee guida. Deve valere per tutti loro per quanto sosteneva
Luigi Einaudi: Conoscere per deliberare. Serve cio dar loro la possibilit di avere le basi cognitive per
formarsi autonomamente unopinione. Dobbiamo essere ununiversit dei saperi, non delle convinzioni n
dei convincimenti. La questione della formazione diviene fondamentale anche per la preparazione della
classe dirigente del futuro. E sarebbe il caso di incentivarla anche nel PD: troppo spesso abbiamo avuto a che
fare con personaggi politici ospiti in tv o presenti sui giornali che hanno dato sfogo di unignoranza
inqualificabile.

Struttura reticolare
I Giovani Democratici devono sviluppare una rete di relazioni con soggetti autonomi che si riconoscano nelle
loro politiche ma che abbiano unautonomia di azione in particolari ambiti, quali quello della scuola e
delluniversit. Lesperienza di Fds e Run devono essere di stimolo agli studenti democratici che verranno.
Va lasciata loro la libert di poter collaborare, persino fondersi in talune occasioni, in movimenti nati non
tanto per issare in alto una bandiera, ma per proporre contenuti politici di pi ampio respiro rispetto ad
unorganizzazione giovanile. necessario una grande rete in cui i GD rappresentano uno degli hub principali
e i cui link non sono solidi, bens dinamici. Allinterno di questa struttura, tuttavia, abbiamo riscontrato la
mancanza di un legame tra i GD e il mondo del lavoro. Mancano delle associazioni di lavoratori, con un
ruolo politico-sindacale, che basino la propria attivit sullelaborazione di proposte relative alloccupazione e
che siano in stretta relazione con la nostra organizzazione. questa una grave mancanza anche nel contesto
di una rappresentanza anagrafica: se il termine ultimo per iscriversi dei 29 anni non chiaro perch non sia
stata coperta politicamente una fascia di ragazzi che abbandona luniversit o la scuola e si immette nel
contesto lavorativo. Potrebbe essere unottima occasione per dare voce ai milioni di giovani precari che
costellano il nostro Paese. Si tratta di riempire un vuoto che da alcuni decenni i sindacati non hanno saputo
colmare, macchiando inevitabilmente la loro storica funzione. Se oggi le sigle sindacali non godono di ottima
reputazione nella societ dovuto forse proprio a questa mancanza di interesse nei confronti di coloro che
hanno un lavoro precario, come se in realt un lavoro non lo avessero affatto.
Modello Factory365
Quanto visto e vissuto a Roma stato un passaggio epocale per la nostra organizzazione. Siamo stati in
grado di far vedere ai grandi del PD come si fa Politica davvero, come la si fa al servizio del partito e non
di una corrente. La Factory ci ha dimostrato che non vero che c disaffezione verso la politica, ma al
contrario c un enorme voglia di partecipazione. Il disincanto e la sfiducia sono dettati da un bisogno di
essere ascoltati che non trova riscontro per la mancanza di un interlocutore. E noi con la Factory ci siamo
messi in ascolto, ci siamo aperti verso una societ che ha moltissimo da dire. Siamo stati bravi a non
dividerci tra una piazza o unex stazione ferroviaria, siamo stati bravi a rimboccarci le maniche, aprire dei
tavoli e confrontarci sulle pi svariate tematiche. Un confronto tra noi, con importanti decision-maker e con
persone che non fanno parte dei GD, per questioni politiche o di et. Eppure a pensarci bene non abbiamo
fatto nulla di spettacolare: che rispetto al vuoto di proposte che sta caratterizzando ultimamente il nostro
partito, fare ci che dovrebbe rientrare nella norma diventato straordinario. Eppure, a nostro avviso, la
Factory365 non deve essere il grande evento. Momenti come quelli non solo devono divenire costanti negli
anni ma possono avere anche unauspicabile declinazione territoriale. Non sarebbe una cattiva idea una
Factory romana. Ma soprattutto non sarebbe male se da occasione si trasformasse in abitudine. La Factory
deve essere il modello da seguire per la politica quotidiana. C bisogno di incentivare i momenti di
discussione interna. Una discussione non fine a se stessa, ma che sia volta alla realizzazione di proposte e
prese di posizione. Per questo motivo proponiamo una segreteria capitolina basata su gruppi di lavoro sui
diversi temi che possono essere affrontati. Lassegnazione di deleghe allinterno dellesecutivo sembra solo
un modo per dare senso alla presenza di talune persone in quellorgano. E invece i vari responsabili tematici
devono farsi promotori di un lavoro che faccia da collante tra i diversi circoli della Capitale. Solo in questo
modo potrebbero essere valorizzate le esperienze e le competenze presenti in ogni circolo, strutture che
restano forse prive di senso per questioni che necessitano di avere una dimensione cittadina.
Primarie
Non sembrano essere presenti nella discussione pubblica relativa alla riforma dellorganizzazione. Tuttavia
bene ribadirlo per sgombrare il campo da qualsiasi interpretazione: non ci convincono le primarie tra i
Giovani Democratici, a meno che queste non siano volte alla scelta di una propria candidatura a cariche
istituzionali. Quelle interne allorganizzazione sarebbero unautorete clamorosa. Il nome dei GD non ha
ancora una risonanza pubblica e unampia notoriet per avere un certo appeal tra gli elettori.
Vogliamo concludere questo documento con una speranza: che tutte queste e le altre proposte non restino
vane parole scritte su carta bianca. Abbiamo di fronte a noi unoccasione imperdibile di cambiare il nostro
modo di essere soggetti politici. I Giovani Democratici devono saper essere i giovani del futuro.

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