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Struttura reticolare
I Giovani Democratici devono sviluppare una rete di relazioni con soggetti autonomi che si riconoscano nelle
loro politiche ma che abbiano unautonomia di azione in particolari ambiti, quali quello della scuola e
delluniversit. Lesperienza di Fds e Run devono essere di stimolo agli studenti democratici che verranno.
Va lasciata loro la libert di poter collaborare, persino fondersi in talune occasioni, in movimenti nati non
tanto per issare in alto una bandiera, ma per proporre contenuti politici di pi ampio respiro rispetto ad
unorganizzazione giovanile. necessario una grande rete in cui i GD rappresentano uno degli hub principali
e i cui link non sono solidi, bens dinamici. Allinterno di questa struttura, tuttavia, abbiamo riscontrato la
mancanza di un legame tra i GD e il mondo del lavoro. Mancano delle associazioni di lavoratori, con un
ruolo politico-sindacale, che basino la propria attivit sullelaborazione di proposte relative alloccupazione e
che siano in stretta relazione con la nostra organizzazione. questa una grave mancanza anche nel contesto
di una rappresentanza anagrafica: se il termine ultimo per iscriversi dei 29 anni non chiaro perch non sia
stata coperta politicamente una fascia di ragazzi che abbandona luniversit o la scuola e si immette nel
contesto lavorativo. Potrebbe essere unottima occasione per dare voce ai milioni di giovani precari che
costellano il nostro Paese. Si tratta di riempire un vuoto che da alcuni decenni i sindacati non hanno saputo
colmare, macchiando inevitabilmente la loro storica funzione. Se oggi le sigle sindacali non godono di ottima
reputazione nella societ dovuto forse proprio a questa mancanza di interesse nei confronti di coloro che
hanno un lavoro precario, come se in realt un lavoro non lo avessero affatto.
Modello Factory365
Quanto visto e vissuto a Roma stato un passaggio epocale per la nostra organizzazione. Siamo stati in
grado di far vedere ai grandi del PD come si fa Politica davvero, come la si fa al servizio del partito e non
di una corrente. La Factory ci ha dimostrato che non vero che c disaffezione verso la politica, ma al
contrario c un enorme voglia di partecipazione. Il disincanto e la sfiducia sono dettati da un bisogno di
essere ascoltati che non trova riscontro per la mancanza di un interlocutore. E noi con la Factory ci siamo
messi in ascolto, ci siamo aperti verso una societ che ha moltissimo da dire. Siamo stati bravi a non
dividerci tra una piazza o unex stazione ferroviaria, siamo stati bravi a rimboccarci le maniche, aprire dei
tavoli e confrontarci sulle pi svariate tematiche. Un confronto tra noi, con importanti decision-maker e con
persone che non fanno parte dei GD, per questioni politiche o di et. Eppure a pensarci bene non abbiamo
fatto nulla di spettacolare: che rispetto al vuoto di proposte che sta caratterizzando ultimamente il nostro
partito, fare ci che dovrebbe rientrare nella norma diventato straordinario. Eppure, a nostro avviso, la
Factory365 non deve essere il grande evento. Momenti come quelli non solo devono divenire costanti negli
anni ma possono avere anche unauspicabile declinazione territoriale. Non sarebbe una cattiva idea una
Factory romana. Ma soprattutto non sarebbe male se da occasione si trasformasse in abitudine. La Factory
deve essere il modello da seguire per la politica quotidiana. C bisogno di incentivare i momenti di
discussione interna. Una discussione non fine a se stessa, ma che sia volta alla realizzazione di proposte e
prese di posizione. Per questo motivo proponiamo una segreteria capitolina basata su gruppi di lavoro sui
diversi temi che possono essere affrontati. Lassegnazione di deleghe allinterno dellesecutivo sembra solo
un modo per dare senso alla presenza di talune persone in quellorgano. E invece i vari responsabili tematici
devono farsi promotori di un lavoro che faccia da collante tra i diversi circoli della Capitale. Solo in questo
modo potrebbero essere valorizzate le esperienze e le competenze presenti in ogni circolo, strutture che
restano forse prive di senso per questioni che necessitano di avere una dimensione cittadina.
Primarie
Non sembrano essere presenti nella discussione pubblica relativa alla riforma dellorganizzazione. Tuttavia
bene ribadirlo per sgombrare il campo da qualsiasi interpretazione: non ci convincono le primarie tra i
Giovani Democratici, a meno che queste non siano volte alla scelta di una propria candidatura a cariche
istituzionali. Quelle interne allorganizzazione sarebbero unautorete clamorosa. Il nome dei GD non ha
ancora una risonanza pubblica e unampia notoriet per avere un certo appeal tra gli elettori.
Vogliamo concludere questo documento con una speranza: che tutte queste e le altre proposte non restino
vane parole scritte su carta bianca. Abbiamo di fronte a noi unoccasione imperdibile di cambiare il nostro
modo di essere soggetti politici. I Giovani Democratici devono saper essere i giovani del futuro.