Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
Introduzione
Con una superficie investita a livello nazionale di oltre 50.000 ha, il carciofo [Cynara
cardunculus L., subsp. sclymus (L.)
Hayek.] rappresenta la terza coltura orticola dopo pomodoro e patata. La sua coltivazione localizzata per il 95% della superficie nazionale nelle regioni meridionali, tra
cui spiccano Puglia (16.775 ha), Sicilia
(14.710 ha) e Sardegna (12.952 ha) (Istat
2007), dove sono diffuse prevalentemente
le cultivar precoci, rifiorenti.
A dispetto della sua importanza, ancora
oggi per il carciofo non esiste unattivit
vivaistica razionale che assicuri uno
standard qualitativo elevato del materiale di propagazione, garantendo la sanit
tradizionali ed alla eterogeneit nellemergenza, fa lievitare i costi dimpianto, obbligando gli agricoltori a prolungare il ciclo della carciofaia per ammortizzare i costi dimpianto. Tutto ci determina ritardo nellentrata
in produzione della carciofaia al primo anno
e riduce il ritorno economico della coltura.
Negli ultimi anni, alcuni cinaricoltori, spinti
dalla necessit di abbattere i costi di produzione, hanno cominciato a coltivare il
carciofo con un ciclo annuale, cos da avere sempre piante giovani e pi produttive.,
Spesso, infatti, gi al secondo anno si registrano molte fallanze, a causa di attacchi di
patogeni e parassiti animali, che rendono
antieconomica la coltura. Con la coltura
annuale si eliminano gli onerosi interventi
di scarducciatura e dicioccatura ed possibile inserire il carciofo in rotazioni colturali
evitando problemi di stanchezza del terreno (Argientiere e Fiume, 2002).
Da quanto fin qui esposto, si deduce
limportanza della tecnica di propagazione per il successo della cinaricoltura.
A partire dal 2004, nellambito del progetto Tirca (Tecniche Innovative di Risanamento della coltura del Carciofo) finanziato dalla Regione Puglia, sono state svolte
diverse prove sperimentali, con lobiettivo
di mettere a punto un itinerario vivaistico
per la produzione di piantine di carciofo da
destinare al trapianto.
In particolare su cultivar precoci di carciofo sono state studiate: a) la possibili-
Trattamento
Temperatura del bancale
Freddo
3,19
1,2
62
Riscaldato
3,68
1,55
32
IAA
4,17 a
1,84 a
56 a
NAA
2,70 b
0,89 b
38 b
3,40 ab
1,42 ab
54 a
3,40 bc
1,42 ab
54 a
10
5,29 a
1,68 a
56 a
50
2,78 cd
1,34 ab
62 a
100
4,67 ab
1,83 a
56 a
500
1,01 d
0,62 b
16 b
ns
ns
***
**
**
Dose
***
***
Temperatura*Fitoregolatore
ns
ns
ns
Temperatura*Dose
ns
ns
**
Fitoregolatore*Dose
ns
ns
ns
Temperatura*
Fitoregolatore*Dose
ns
ns
ns
Fitoregolatore
Testimone
Dose (ppm)
Significativit
(1)
Temperatura
Fitoregolatore
Lunghezza
Carducci
radici (cm) radicati (%)
flusso e riflusso.
Materiali e metodi
La sperimentazione, svolta in una serra dellAzienda Sperimentale La Noria (IspaCnr) a Mola di Bari, ha interessato due cloni
di carciofo rifiorente, il Locale di Mola (Lm),
afferente alla tipologia Catanese o Violetto
di Sicilia, ed il Violetto di Provenza (Vp),
che rappresentano i tipi pi diffusi nelle aree
cinaricole dellItalia meridionale.
Forzatura piante madri. Nella terza deca-
de di ottobre 2004, attraverso unindagine svolta in collaborazione con il Dipartimento di biologia e patologia vegetale
dellUniversit di Bari, sono state selezionate carciofaie di Lm e Vp esenti da Verticillium dahliae Kleb. dalle quali sono
stati prelevati dei carducci, posti subito a
radicare in vasetti (8x8x10 cm) contenenti agriperlite disposti su bancali dotati di impianto di nebulizzazione (Foto 4).
Dopo la radicazione, i carducci, allo stadio di 8-9 foglie, sono stati ripicchettati in
vasi da 8,5 L riempiti di un miscuglio di agriperlite e torba (rispettivamente nel rapporto
3:1 v:v) per costituire uno stock di piante
Risultati e discussione
Forzatura piante madri.Complessivamente,
avendo come riferimento le piante madri
sottoposte a capitozzatura o al trattamento
con 6- benzylamminopurina, nellarco dei
109 giorni di durata della prima prova, le
Tabella 3 Effetti della frigoconservazione e dei fitoregolatori sulla radicazione dei carducci.
Trattamento
Radici
(n/carduccio)
Lunghezza
radici (cm)
ab
4,3
6,3
Frigoconservazione (giorni)
0
74,8
bc
362 a
30
81,5
3,3
6,8
167 b
60
85,2
3,4
8,0
242 b
90
66,7 b
2,9 b
5,3 c
54 c
79,5
3,2
6,2
177 b
75
3,9
7,6
298 a
76,7
3,3
6,0 b
144 b
**
***
***
Fitoregolatori
ns
ns
**
***
Frigoc.*Fitoregolatori
ns
**
**
Fitoregolatori
IAA 50
NAA 100
Testimone
Significativit
(1)
Frigoconservazione
(1) Significativit dellF: ns, *, ** e ***, rispettivamente, non significativo, P0,05, P0,01 e P0,001.
Per ciascun parametro, lettere diverse indicano valori differenti per P0,05.
Bibliografia
lbani, M., Atzori, A., Saccardo, F., Micozzi, F., Temperini, O., Cardarelli, M., Barba, M., DI Lernia, G., 2006.
Applicazione in vivaio di una nuova tecnica di propagazione in vivo del carciofo. Convegno conclusivo
Progetto Mipaf Carciofo (20032006) Il carciofo dal laboratorio al mercato, Roma 2006, 5860.
Ancora, G., Saccardo, F., 1987. Carciofo: nuove tecniche di propagazione. Inftore Agrario, 43 (4), 7778.
Argentiere, M., Fiume, P., 2002. Carciofo, buoni risultati con la coltura annuale. Terra e Vita, 43 (34), 5556.
Bianco, V.V., 2001. Carciofo, come conquistare pi spazio sul mercato. Terra e Vita, 42 (39), 8889.
Cardarelli, M., Rouphael, Y., Saccardo, F., Colla, G., 2005. An innovative vegetative propagation system
for largescale production of globe artichoke transplants. Part I. Propagation system setup. Hort Tech.,
15, 812816.
Colla, G., Micozzi, F., Cardarelli, M., Temperini, O., Saccardo, F., 2003. Studi sulla radicazione e la
frigoconservazione di carducci di carciofo Romanesco. Italus Hortus, 10 (4), 149151.
Eser, B., Mohammad, J.A., zen, S., 2000. Effects of apex removal of rooted offshoots on globe
artichoke production. Acta Hort., 681, 6973.
Johnson C.M., Stout P.R., Broyer T.C., Carlton A.B., 1957. Comparative chlorine requirements of
different plant species. Plant Soil, 8, 337353.
La Malfa, G., Foury, C., 1971. Aspects de la multiplication vgtative de lartichaut dans le bassin
occidental de la Mditerrane. Ppiniristes Horticulteurs Maraichers, 114, 1929.
Magnifico, V., Pepe, R., Stipich, M., Rosati, A., 2006. Radicazione di carducci del carciofo tipo
Romanesco coltivato in Campania. Convegno conclusivo Progetto Mipaf Carciofo (20032006) Il
carciofo dal laboratorio al mercato, Roma 2006, 101102.
Mallica, G.M., Baghino, L., Pisanu, A.B., 2004. Nuove indicazioni per il carciofo: cloni, propagazione e
trapianto. Inftore Agrario, 60 (21), 4952.
MauromicalE, G., Copani, V., 1990, Tecniche per regolare la produzione degli organi di moltiplicazione
in Cynara scolymus L. Tecnica Agricola, 42 (1), 4554.
Mauromicale, G., Licandro, P., Ierna, A., Morello, N., Santoiemma, G., 2004. Planning of globe
artichoke plantlets production in nursery. Acta Hort., 660, 279284.
Mauromicale, G., Licandro, P., Ierna, A., Scandurra, S., Maugeri, R., 2003. Nuove tecniche e metodolo
gie per una possibile attivit vivaistica del carciofo. Atti Giornate di studio sul carciofo: Vivaismo e
strategie di sviluppo, Samassi (Ca) 2003, 3741.
Micozzi, F., Morone Fortunato, I., Cardarelli, M., Colla, G., Temperini, O., Saccardo, F., 2004. Innovazione
nella propagazione del carciofo per lo sviluppo del settore vivaistico. Italus Hortus, 11 (5), 4648.
Morello, N., Santoiemma, G., Ierna, A., Mauromicale, G., 2000. Improvement of ovoli production in
globe artichoke by removal of the epigeal part of the plant. Acta Hort., 681, 251255.
Pecaut, P., Martin, F., 1993. Variation occuring after natural and in vitro multiplication of early
Mediterranean cultivars of globe artichoke (Cynara scolymus L.). Agronomie, 13, 909919.
Rosati, A., Pepe, R., Iarocci, M., Stipich, M., Senatore, A., 2002. Atti Workshop VI Giornate scientifiche
S.O.I., Spoleto 2002, 143144.
Rosati, A., Stipich, M., Pepe, R., Iarocci, M., Piro, F., 2000. Radicazione dei carducci di carciofo. Atti VI
Giornate scientifiche S.O.I., Sirmione 2000, 4041.
Santoiemma, G., Ierna, A., Licandro, P., Scandurra, S., Mauro, R., Lombardo, S., Morello, N., Mauromi
cale, G., 2006. Procedure metodologiche per una attivit vivaistica sul carciofo. Convegno conclusivo
Progetto Mipaf Carciofo (20032006) Il carciofo dal laboratorio al mercato, Roma 2006, 121123.
Temperini, O., Colla, G., Saccardo, F., 2005. Artichoke: A new in vivo agamic propagation technique.
Acta Hort., 681, 391396.
Temperini, O., Micozzi, F., Mariotti, R., Colla, F., Saccardo, F., 2000. Messa a punto di una nuova tecnica
di moltiplicazione agamica del carciofo. Inftore Agrario, 56 (26), 5456.
bile ipotizzare che il clone C3 abbia un comportamento diverso dal punto di vista
fisiologico e, probabilmente, la dominanza
apicale e la produzione di carducci siano
regolate in maniera pi semplice, al punto
che il trattamento con 6-benzylamminopurina stimola solo le piante tardive a produrre
pi carducci. Invece, nel caso di Lm e Vp, il
trattamento con citochinine non ha avuto alcun effetto sul numero di carducci prodotti.
Questa ipotesi avvalorata dal fatto che con
la capitozzatura di Lm e Vp stato possibile
ottenere in media 13 carducci per pianta, in
tre mesi, mentre in prove condotte sul clone
C3 le piante capitozzate hanno prodotto in
media 4-5 carducci (Albani et al., 2006).
In ogni caso, sulla base dei risultati ottenuti,
si pu affermare che la semplice capitozzatura delle piante, sia di Lm che di Vp, senza
lausilio di trattamenti chimici aggiuntivi, in
grado di eliminare leffetto della dominanza
apicale, stimolare lemissione di carducci ed
aumentare il tasso di moltiplicazione (Eser et
al., 2000; Mauromicale et al., 2003; Mauromicale et al., 2004; Mauromicale e Copani,
1990; Morello et al., 2000).
Radicazione.In questa prova, la temperatura del substrato di radicazione stata in media di 23,2 C (con tmax e tmin medie rispettivamente di 28,5 e 17,9 C) e di 12,6 C (con tmax
e tmin medie, rispettivamente, di 20 e 5,2 C),
rispettivamente, nel bancale provvisto di impianto di riscaldamento basale e nel bancale freddo; con una differenza media di temperatura tra i due bancali di 7,5 C.
Il numero di carducci radicati stato maggiore su bancale freddo rispetto al riscaldamento basale ed impianto di nebulizzazione (Tab. 2). Questo risultato stato determinato non tanto dalleffetto delle differenti
temperature realizzate sui bancali, quanto
alleccesso di umidit realizzatosi solo sul
bancale riscaldato, provvisto di impianto di
nebulizzazzione e di copertura con film plastico. Leccessiva umidit, accompagnata
da temperatura piuttosto elevata, ha creato
al di sotto del film plastico un microclima
caldo umido tale da favorire la diffusione di
fenomeni di marcescenza che hanno decisamente compromesso la vitalit dei car-
Conclusioni
I risultati ottenuti hanno evidenziato la
possibilit di definire un itinerario e metodologie per lo sviluppo di unattivit vivaistica specializzata nella produzione di
piantine di carciofo precoce (Foto 11).
In sintesi, infatti, dalle prove riportate
emerso che: a) possibile allevare in fuori suolo, in ambiente protetto, piantemadri di carciofo da destinare alla produzione di carducci sani, durante tutto lanno;
b) la capitozzatura delle piante madri allo
stadio di circa 15 foglie, sia per Locale di
Mola che per Violetto di Provenza, consente una rapida ed abbondante emissione di carducci che, 30-40 giorni dopo
la capitozzatura, raggiungono dimensioni opportune a garantire una buona percentuale di radicazione e possono essere destinati alla produzione di piantine
con radice protetta; c) i carducci prodotti
in epoche non opportune alla produzione
di piantine, possono essere frigoconservati fino a tre mesi conservando la loro
vitalit e capacit di radicare; d) la radicazione dei carducci la fase pi critica
del ciclo di produzione delle piantine;
necessario pertanto prestare attenzione
allumidit del substrato e dellambiente
di radicazione. sconsigliabile utilizzare
nella fase di radicazione il riscaldamento
basale e la nebulizzazione, perch favoriscono il marciume dei carducci, mentre
pu essere adottata la sub-irrigazione a
flusso e riflusso; e) lapplicazione di fitoregolatori rizogeni ha mostrato unefficacia parziale sulla radicazione, con risultati variabili nel tempo, pertanto questo
aspetto del processo produttivo andrebbe ulteriormente studiato, sia in relazione
alla scelta del fitoregolatore che in relazione alle dosi da applicare.
n