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FACOLT DI ECONOMIA.

ECONOMIA ED AMMINISTRAZIONE AZIENDALE.

GRUPPI DI PRESSIONE, INTERESSI PARTICOLARI


ED
ACCORDI COMMERCIALI TRA STATI

TESI DI LAUREA DI
Giuseppe Romano

RELATORE
Prof. Luigi Balletta

ANNO ACCADEMICO 2012 - 2013

Indice
Introduzione

Influenza Attraverso Contributi


1.1 Il Modello Generale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
1.2 Menu Auction e Funzioni quasi-lineari . . . . . . . . . . . . . . . . . .

4
4
7

Unapplicazione del modello: Gli accordi commerciali


2.1 Introduzione al modello . . . . . . . . . . . . . . .
2.2 La funzione di utilit del governo e delle lobby . .
2.3 Gioco non cooperativo . . . . . . . . . . . . . . . .
2.4 Laccordo commerciale . . . . . . . . . . . . . . . .
2.5 Il modello pienamente dinamico . . . . . . . . . .

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14
19
23

Conclusioni

27

Bibliografia

29

Introduzione
Nella concezione della democrazia si portati a pensare, idealmente, che la politica
pubblica sia guidata dallassunto un uomo, un voto, ma nella realt le decisioni
di policy sono influenzate dai cos detti gruppi di interesse speciali (SIG).
Le SIG possono essere definite come un gruppo di elettori che condividono simili
caratteristiche demografiche, credenze, interessi e simili preferenze su determinate
decisioni pubbliche. Qualora questi gruppi riescano ad organizzarsi per poter fare
pressione per adottare una certa politica allora possiamo definirle lobby.
In questa sede non si affronteranno i problemi relativi alla formazione delle lobby e alla risoluzione del free riding problem, per unanalisi di tali punti si veda, per
esempio, Furusawa e Konishi (2008).
Le SIG possono influenzare la formazione delle policy da adottare essenzialmente in due modi:
1. attraverso linformazione: le lobby riescono ad ottenere maggiori informazione
rispetto al policy maker (PM). Grazie alla conduzione dei propri affari, infatti,
riescono ad ottenere informazioni in maniera meno costosa del PM (e.g. le imprese di farmacia ovvio che ne sappiano di pi del policy maker di farmaci,
in quanto il loro campo di affari), grazie a ci possono convincere che la
policy da loro preferita sia in realt la policy preferita dagli elettori;
2. attraverso il denaro: le SIG attraverso la campagna di contribuzioni dei policy maker possono interferire con la policy che sarebbe stata adottata. Le
SIG costruiranno un piano di contribuzione (contribution schedule), cio uno
schema di incentivi per influenzare la policy adottata dal policy maker ed
avvicinarla a quella preferita da loro.
In questo lavoro mi concentrer sulla interazione tra le SIG e il governo in carica,
quando le lobby cercano di influenzare le policy attraverso luso del denaro.
Nel primo capitolo presenter il modello generale di lobbying game, sulla base
di Grossman e Helpman (1994) e Grossman e Helpman (2002), in cui le lobby, che
hanno o possono avere interessi contrastanti, costruiscono le contribution schedule
in modo da incentivare il governo ad adottare determinate policy. Descriver e
risolver il gioco creato da tale contesto come un problema di common agency, come
descritto in Dixit et al (1997) e Bernhiem e Whistnon (1986a), infatti le lobby possono
essere viste come dei principali che condividono lo stesso agente, il PM.
Successivamente qualificher le funzioni di utilit delle lobby e del governo dando al gioco una struttura simile a quella di unasta a men, come descritta in Bernhiem e Whinston(1986b), qui mi concentrer sulle propriet di un insieme di equilibri, i cos detti equilibri di nash veritieri. In tali equilibri la funzione di contribuzione
delle lobby veritiera, nel senso che esprime la loro disponibilit netta a pagare per
2

far applicare una determinata policy. Le lobby costruiscono le loro funzioni di contribuzione veritiere in modo che vengano compensati dal cambiamento della policy, cio la differenza di due differenti offerte di contributi per due diverse policy
compensa la lobby esattamente per la diversa utilit determinata dallapplicazione
delle due diverse policy. Grazie a questo lequilibrio che si viene a creare Pareto
efficiente, cio non esiste nessun altra policy e insieme di contributi che aumenta
lutilit di alcuni senza diminuire lutilit degli altri.
Il fatto che questi equilibri siano Pareto efficienti non lunica propriet di cui
godono, infatti se pemettiamo alle lobby di comunicare tra di loro le strategie che
seguiranno, allora non esister nessuna coalizione di esse che avr linteresse dal
deviare dalle strategie dichiarate. Per dimostrare ci utilizzeremo il concetto di
Coalition Proof Nash Equilibrium come descritto in Bernheim et al (1987).
Nel secondo capitolo presenter unapplicazione del modello, sulla base di Maggi e Rodrguez-Clare (2007): in un contesto in cui due governi che sono pressati
da delle lobby interne, stipulano un accordo commerciale, qui linterazione politica
riesce a dare una spiegazione nuova allaccordo commerciale.
Il classico motivo per stipulare un accordo commerciale quello di sfuggire al
dilemma del prigioniero creato dai terms of trade, in questo modello, oltre a tale
motivo, i governi avranno un nuovo motivo: il voler risolvere un problema di
time inconsistency creato dalla interazione tra il governo e le lobby. Infatti le lobby costruiranno la loro funzione di contribuzione dato il capitale investito, che
variabile, questo crea una distorsione che non viene risarcita al governo, in quanto le lobby investiranno prevedendo una determinata protezione causando cos un
sovrainvestimento. Per questo il governo vorr legarsi le mani, questo sar il motivo
dellimpegno domestico.
Allinizio mi concentrer nel gioco a due stadi, uno in cui viene stipulato laccordo, che imposta una tariffa limite, e il successivo in cui viene scelta la tariffa
da applicare. Qui mostrer che la variabile chiave sar la mobilit del capitale,
infatti quando esso rigido la riduzione della tariffa applicata sulle importazioni,
rispetto allequilibiro non cooperativo, sar bassa, in quanto il motivo dellimpegno
domestico si affievolisce; invece quando il capitale abbastanza mobile allora assisteremo a una liberalizzazione pi accentuata, in quanto il governo pu ridurre il
sovrainvestimento.
Successivamente descriver il modello pienamente dinamico, in cui laccordo
decide la tariffa limite in ogni istante. Grazie ad esso riusciamo a dare una nuova
spiegazione al gradualismo delle liberalizzazioni, infatti anche in questo caso essa
da ricercarsi nella mobilit del capitale.

Influenza Attraverso Contributi

In questo capitolo analizzer linterazione tra le lobby e il policy maker e le politiche


che verranno scelte dal policy maker. Le lobby influenzano le politiche adottate attraverso lelargizione di contributi. Ci potrebbe portare ad immaginare un politico
corrotto, in una stanza piena di fumo, a spacciare favori ed a mercanteggiare per il prezzo,1
ma la realt (o potrebbe) essere diversa.
Infatti non vi alcun bisogno di nessuna discussione esplicita tra le lobby e il
PM, il tutto si basa sulle aspettative che ognuna delle parti ha sulle azioni dellaltra. Le Lobby potrebbero rendere nota la propria volont di elargire contributi a
chi mostrasse simpatia per una certa causa. Il PM, a sua volta, sapendo questo si
aspettera determinati contributi adottando determinate policy.

1.1

Il Modello Generale

Il modello prende la struttura del common agency problem, come descritto in Bernheim e Whinston (1986a) e in Dixit et al (1997), cio una situazione in cui diversi
principali condividono lo stesso agente. Infatti possiamo considerare le lobby come
principali e il policy maker come lagente.
Ogni lobby dovr costruire il suo schema di incentivi tenendo conto dei comportamenti delle altre lobby e delle preferenze del PM. Cio ogni lobby costruisce il suo
programma di contribuzione, non solo tenendo conto delle reazioni del PM ad esso,
ma anche dei possibili piani di contribuzione delle altre lobby.
Il PM deve scegliere un vettore p P di policy da adottare e riceve, da un
insieme L di lobby, dei contributi C = {Ci }iL . Lobbiettivo del PM quello di
massimizzare la funzione di utilit G (p, C), essa cattura le chance di essere rieletto
ed crescente in Ci , G ()/Ci > 0 i L.
Le preferenze delle lobby rispetto al vettore delle policy p e dei contributi elargiti
da essa Ci sono espresse dalla funzione di utilit Ui (p, Ci ), che assumiamo essere
decrescente in Ci , Ui ()/Ci < 0.
Lobbiettivo delle lobby quello di trovare un schema di pagamenti per indurre
il PM ad adottare una policy a lei preferita, per far ci progetta una funzione di
contribuzione, Ci (p), che assumiamo differenziabile.
Date le funzioni di contribuzione delle lobby il PM sceglier le policy che massimizzano il suo benessere, quindi possiamo costruire linsieme delle policy che il
PM sceglier:
I (C(p)) = argmax G (p, C(p)).
pP
1 Grossman

e Helpman 2002

Adesso definiamo linsieme delle miglior risposte della lobby i alle funzioni di
contribuzioni delle altre lobby. 2
Definizione 1 Il vettore pi e la funzione di contribuzione Ci (p) sono una miglior risposta
per la lobby i alla lista delle funzione di contributi delle altre lobby, Ci (p) se e soltanto se:
1. pi I (C(p));
2. Non esiste una funzione di contribuzione C i e una policy p i tale che:
Ui ( p i , C i ( p i ) > Ui ( pi , Ci )
p i I (Ci , C i )
La definizione non fa altro che dire che la policy deve essere una di quelle che il
PM sceglierebbe se la lobby i offrisse la funzione di contribuzione Ci (p) tenute fisse
le funzioni di contribuzione delle altre lobby e che non deve esistere nessun schema
di pagamento che la lobby preferisce a Ci (p), date le funzioni di contribuzione delle
altre lobby.
Adesso siamo pronti a dare la definizione di equilibrio del lobbying game:
Definizione 2 (po , Co (p)) un equilibrio (di Nash) del lobbying game se e solo se:
1. po I (Co (p));
2. i L (Cio , po ) appartengono allinsieme delle miglior risposte della lobby i.
La suddetta definizione non altro che la classica definizione di equilibrio di
Nash, cio la miglior risposta di ogni giocatore alla miglior risposta degli altri giocatori.3 Infatti la prima condizione indica la miglior risposta del PM alla funzione
di contribuzione e la seconda condizione indica la miglior risposta della lobby i alla
miglior risposta delle altre lobby.
Proposizione 1 (po , Co (p)) un equilibrio del lobbying game se e soltanto se per ogni i:
1. po I (C o ( p));
2. (po , Cio (p)) argmax Ui (p, c)
(p,c)
o

s.t. c = C ( p)

G (p, (Coi , c)) sup G (p, (Ci , 0))


pP

2 Con

Ci indichiamo la lista delle funzioni di contribuzione delle lobby esclusa i


Osborne e Rubinstein (1994) a A viene definito un equilibrio di Nash del gioco
( N, Ai , succeqi ) se:
ai Bi ( ai )i N
3 in

dove Bi linsieme delle miglior risposte del player i

Figura 1: interazione tra la singola lobby e il PM

La prima condizione della proposizione 1 rappresenta la miglior risposta del policy


maker ed anche una condizione necessaria per far si che po appartenga allinsieme
delle miglior risposte della lobby.
La seconda condizione il vero cuore della proposizione e mette in relazione
ogni singola lobby con il PM. Ogni singola lobby costruisce la propria funzione
di contribuzione, massimizzando la propria utilit prendendo per date le funzione
di contribuzione delle altre lobby e come vincolo che il PM deve avere almeno la
stessa utilit che avrebbe avuto se la lobby non avesse offerto nessun contributo
(individual rationality constraint).
Per capire meglio linterazione fra i due guardiamo la figura 1, dove G i G i rappresenta la curva di indifferanza della funzione dellutilit del PM, a livello
sup G (p, (Ci (p), 0)) e la curva U i U i rappresenta la curva di indifferenza della lobpP

by i. Il punto pi la policy che sarebbe stata scelta qualora la lobby i non avesse
offerto alcun contributo. Ora supponendo che lutilit del PM sia crescente in pi ,
avremo che G () cresce quando le curve di indifferenza si spostano verso lalto, invece sappiamo che lutilit della lobby decresce allaumentare dei contributi, quindi
aumenta al diminuire delle curve di indifferenza.
Pertanto la lobby i sceglier il punto di tangenza, ( pio , cio ), per far ci costruir
una funzione di contribuzione che tangente nel punto suddetto.
Proposizione 2 In equilibrio lutilit del PM sar:
o
G ( po , C o ( po )) = sup G ( po , (C
i , 0))
pP

i L

Grazie a questa proposizione, possiamo dire che il vincolo della seconda condizione
della proposizione 1 viene rispettato con il segno di uguaglianza.

1.2

Menu Auction e Funzioni quasi-lineari

Adesso qualifichiamo un po di pi le funzioni di utilit delle lobby e del PM,


utilizzeremo delle funzioni quasi lineari, pi precisamente avremo:

Ci ( p)

(1)

Ui (p, Ci ( p)) = Wi ( p) Ci ( p)

(2)

G (p, C(p)) = aW (p) +

i L

Dove W (p) possiamo interpretarla come una funzione che cattura le opportunit di
essere rieletto e Wi (p) la funzione di benessere della lobby i data la policy p.
Applicando la proposizione 1 e tenendo conto della proposizione 2 avremo che:
po argmax aW (p) +
pP

Cio (p)

i L

implica che:
a W ( p o ) +

Cio (p) = 0

(3)

i L

(po , Cio ( p)) argmax(p,c) Wi (p) ci


s.t. ci = Ci ( p)
aW ( p) + jL Cj ( p) = sup pP aW ( p) + jL/i Cj ( p)
che implica:
(

Wi (po ) Cio (po ) + ( a W (po ) + iL Cio (p)) = 0


1 + = 0

da cui si ottiene:

Wi (po ) Cio (po ) + a W (po ) +

Cio (p) = 0

(4)

i L

che deve valere per ogni i L. La condizione (3) e la condizione (4), prese insieme
implicano:
Wi (po ) = Ci (po ) i L.
(5)
Questa equazione ci dice che la funzione di contribuzione localmente veritiera, nel
senso che le lobby costruiscono le loro funzioni di contribuzione in modo che cambiamenti marginali nei contributi per un piccolo cambiamento nelle policy corrisponda alleffetto sullutilit della lobby dovuto ad esso.

Quando il lobbying game descritto dalle funzioni di utilit (1) e (2), il gioco ha
la struttura di unasta a men, come descritta in Bernheime Whinston (1986b), cio
una situazione in cui gli offerenti dichiarano un men di offerte per le possibili
azioni del banditore.
Essi definiscono un particolare categoria di offerte che chiamano veritiere, la
medesima cosa pu essere eseguita per quanto riguarda la funzione di contribuzione:
Definizione 3 Una funzione di contribuzione della lobby i si dice veriteria se per ogni
possibile vettore di policy p:
Ui (p, C (p)) = Uio
o
Ui (p, C (p)) < U o e C ( p) = 0

Quindi data questa definizione la funzione di contribuzione veritiera, avr la seguente


forma:
CiT (p, U o ) = max[0, Wi Uio ].
Essa esprime la disponibilit a pagare netta della lobby. Bernheim e Whinston
(1986b) dimostrano che la scelta del dire la verit non costosa per le lobby, in
quanto linsieme delle miglior risposte ad ogni funzione di contribuzione delle
altre lobby contiene una strategia veritiera. 4
Definizione 4 (po , Co (po )) un equilibrio di nash veritiero (TNE) del lobbying game se
e solo se un equilibrio di Nash del lobbying game e Co sono delle funzioni di contribuzione
veritiere.
Il TNE ha delle interessanti propriet, iniziamo con analizzare la prima. Se po
una policy di equilibrio allora essa apparterr a I (Cio (p)) allora:
aW (po ) +

Cio (po ) aW (p) + Cio (p)

i L

p P

i L

Ma se esso un equilibrio di nash veritiero, tutte le funzione di contribuzione


saranno veritiere, quindi:
aW (po ) +

[Wio (po ) Uio ] aW (p) + [Wi (p) Uio ]

p P

i L

i L

da cui:
aW (po ) +

Wio (po ) aW (p) + Wi (p)

i L

i L

Dunque:
4 confronta

Bernheim e Whinston (1986b)

p P

Proposizione 3 In tutti gli equilibri di nash veritieri (po , C o (po ), il PM adotta la policy
po che massimizza il benessere congiunto delle lobby e del PM:
po argmax a W (p) + Wi (p)
pP

i L

Quindi ogni TNE congiuntamente efficiente per le lobby e per il governo. Un


altra caratteristica del TNE che questi equilibri sono stabili.
In alcuni equilibri, se viene permessa la comunicazione tra le lobby prima che il
gioco inizi, una coalizione di esse potrebbe avere linteresse nel intrattenere comunicazione fra di loro con lo scopo di deviare congiuntamente dalla strategia dichiarata agli altri. Linsieme di equilibri per i quali nessuna coalizione deviante esiste,
vengono detti Coalition-Proof Nash Equilibrium (CPNE).
Pi formalmente:
Definizione 5 (i) (po , C o (po )) un Coalition-Proof Nash Equilibrium in un lobbying
game con una sola lobby se e solo se (po , C o (po )) un equilibrio di Nash del gioco.
(ii) (a) (po , {Cio (po }iM )) (con M>1) un equilibrio di Nash che si auto impone (selfenforcing) se per ogni L L, (po , {Cio (po }iM )) un CPNE del gioco composto
dal sottogruppo L tenendo fisse le strategie delle altre lobby;
(b) (po , {Cio (po }iM )) un CPNE se un self-enforcing equilibrio di Nash e ogni utilit delle M lobby non Pareto dominata da ogni altro self-enforcing equilibrio di
Nash.
Essa non fa altro che definire ricorsivamente il CPNE: se vi soltanto una lobby
allora ogni equilibrio di Nash ovviamente una coalition-proof; se invece ci sono
due lobby allora sar un CPNE soltanto se lequilibrio di Nash Pareto dominante;
se invece M=3 allora un equilibrio CPNE soltanto se gli equilibri del gioco formato
da ogni coppia di lobby, tenendo fissa la strategia del terzo, sono Pareto dominanti
e lequilibrio del gioco con tutti e tre le lobby Pareto dominante, e cos via.
Teorema 1 Ogni equilibrio di Nash veritiero del lobbying game un Coalition-Proof Nash
Equilibrium.
Grazie a questo teorema possiamo dire che, quando la comunicazione tra le lobby permessa, soltanto linsieme degli equilibri di Nash veritieri sono degli equilibri
stabili.

Unapplicazione del modello: Gli accordi commerciali

In questo capitolo mostrer unapplicazione del modello visto nel capitolo precedente. Pi precisamente descriver il modello presente in Maggi e Rodrguez-Clare
(2007).
In questo modello vi sono due paesi che sono soggetti alla pressione interna delle
lobby del settore che importata allestero. Questi due paesi, nel modello, hanno due
ordini di motivi per adottare unaccordo commerciale: il primo il classico problema di risolvere il dilemma del prigioniero dovuto ai terms of trade, e il secondo
quello di risolvere un problema di time inconsistency.
Le lobby dei due paesi faranno pressione per ottenere una tariffa sulle importazioni piuttosto alta cos da poter avere una rendita. Per questa distorsione il governo ricever una ricompensa, quindi i due paesi non avrebber alcun motivo per
impegnarsi in un accordo commerciale, infatti cos facendo perderebber parte o del
tutto i contributi che le lobby elargirebber.
Per se introduciamo il fatto che il capitale che viene investito non fisso, allora
il governo si trover a fronteggiare un sovrainvestimento nel settore, dovuto alle
aspettative di una tariffa alta, del quale il governo non ha alcun risarcimento.
Quindi il governo si trova davanti ad un classico problema di time inconsistency:
prima ha tutto linteresse ad aumentare la tariffa, in quanto per questa distorsione
viene risarcito, poi quando gli investimenti si sono eseguiti ha tutto linteresse nel
diminuirla per poter diminuire il sovrainvestimento, per il quale non viene risarcito.
Per risolvere tale problema il governo si lega le mani, questo il motivo dellimpegno domestico del accordo commerciale.
Oltre a ci i due paesi adottano laccordo commerciale per poter sfuggire al
dilemma del prigioniero dovuto ai terms of trade, questo uno dei motivi classici
che si trovano in letteratura.5
Unaltra novit del modello costituita dal fatto che d una ragione nuova al
gradualismo delle liberalizzazioni. 6 Infatti nel modello, come vedremo, il motivo
della gradualit della liberalizzazione da ricercarsi nelle frizioni del capitale, cio
nella capacit del capitale di spostarsi da un settore allaltro: pi alte sono le frizioni
pi lentamente ci saranno liberalizioni.
Il capitolo viene diviso in quattro parti:
una prima parte in cui si fa una piccola introduzione al modello;
5 Si veda per esempio Kyle Bagwell e Robert W. Staiger (2004) per una trattazione della teoria sugli
accordi commerciali.
6 Per una trattazione dellargomento si vedano per esempio Robert W. Staiger (1994) e Taiji
Furusawaa, Edwin L.-C. Lai (1999)

10

Figura 2: Flussi di beni tra il paese H e il paese F

una seconda parte in cui si parla del gioco non cooperativo: qui si considerano
soltanto gli equilibri di Nash veritieri; 7
una terza parte in cui si analizza laccordo commerciale;
una quarta parte in cui si rende dinamico laccordo commerciale: cio laccordo commerciale dovr scegliere il percorso che dovr seguire la tariffa.

2.1

Introduzione al modello

Si supponga che nelleconomia ci siano due paesi: Home (H) e Foreign (F). In ogni paese si producono tre beni: un bene numerario (N) e due beni manufatturieri
(M1 ; M2 ), per la produzione dei diversi beni vengono impiegati due diversi tipi di
capitale, i due tipi di capitale in ogni paese sono pari ad 1.
Il bene manifatturiero M1 viene prodotto con rapporto 1 ad 1 con il capitale di
tipo 1, stessa cosa per quanto riguarda il bene manifatturiero M2 , questo in tutte e
due i paesi. Lunica differenza nella tecnologia usata sta nel fatto che nel paese H il
bene numerario viene prodotto utilizzando il capitale di tipo 1 invece nel paese F il
bene numerario viene prodotto attraverso il capitale di tipo 2, sempre con rapporto
1 ad 1.
Questo fa si che il paese H sia un naturale esportatore del bene manifatturiero
M2 , in quanto ha un vantaggio comparato, infatti il paese F deve rinunciare ad una
quantit del bene numerario per produrre una quantit del bene manifatturiero M2 ,
e per lo stesso motivo il paese F un naturale esportatore del bene manifatturiero
M1 .
Quindi ricapitolando il paese H importa il bene manifatturiero M1 ed esporta il
bene manifatturiero M2 , linverso fa il paese F (figura 2). Grazie a queste condizioni
si ha una struttura simmetrica in cui gli effetti della mobilit del capitale interessano
soltanto il settore che soggetto ad importazione ed il settore numerario. Il paese
H sceglie una tariffa t e il paese F sceglie una tariffa t , quindi i prezzi dei beni
manuffatturieri sono:
p1 = p1 + t
p2 = p2 + t
7 vedi

definizione 4

11

dove pi il prezzo del bene Mi nel paese H e pi il prezzo del bene Mi nel paese F.
Supponiamo inoltre che i consumatori abbiano la seguente funzione di utilit per il
consumo dei tre beni:
2

U ( c n , c1 , c2 ) = c n + u ( c i )
i =1

dove cn rappresenta il consumo del bene numerario, ci rappresenta il consumo del


bene manifatturiero Mi e u() una sottofunzione di utilit che ha la seguente forma:
u ( ci ) = v ci +

ci 2
2

dove v R+ un parametro.

2.2

La funzione di utilit del governo e delle lobby

Attraverso la funzione di utilit del consumatore possiamo ricavare la domanda dei


beni. Si tratta di risolvere il ben noto problema di massimizzazione dellutilit:
(

max U (cn , c1 , c2 )
s.t. cn + p1 c1 + p2 c2 = E

da cui le condizioni del primo ordine sono:

U
c1
U
cn
U
c2
U
cn

= p1

= p2

c n + p1 c1 + p2 c2 = E

v c1 = p1
v c2 = p2

c n + p1 c1 + p2 c2 = E

c1 = v p1 = d1
c2 = v p2 = d2

cn = E 2i=1 pi ci

sostituendoli alla funzione di utilit, troviamo la funzione di utilit indiretta:


2

V = E + si
i =1

dove si = u(di ( pi )) pi di il surplus del consumatore.


Adesso siamo in grado di scrivere la funzione di welfare (i.e. lutilit dellagente
rappresentativo), essa sar uguale alla somma delle entrate dei possessori dei diversi fattori produttivi, il ricavato della tariffa sulle importazioni che viene redistribuito

12

e il surplus del consumatore.


2

W = (1 x ) + p1 x + p2 + t m + s i = (1 x ) + ( p1 x + t m1 + s1 ) + ( p2 + s2 )
|
{z
} i =1
E

e per il paese F:
W = (1 x ) + ( p2 x + t m2 + s2 ) + ( p1 + s1 )
dove x ed x sono i capitali impiegati nel settore soggetto ad importazione, rispettivamente nel paese H ed il paese F, ed m1 ed m2 sono le importazioni rispettivamente
nel paese H e nel paese F, quindi m = d( p) x. I termini (1 x ) + ( p1 x + t m1 +
s1 ) dipendono da t e da x, invece i termini ( p2 + s2 ) dipendono da t e da x .
Visto che i due paesi sono simmetrici, tutti i risultati che avremo dal paese H
saranno uguali a quelli del paese F, quindi dora in poi ci concentreremo sul paese H,
e ometteremo i pedici. Il mercato internazionale con riguardo ai beni manifatturieri
sar in equilibrio, cio non ci saranno eccessi di domanda o di offert, se:
d( p) + d( p ) = 1| {z
+ x}
|
{z
}
offerta
domanda
v p + v p = 1 + x
da cui:

2v p p + t = x + 1

1
p(t, x ) = v ( x + 1 t)
2

(6)

1
p (t, x ) = v ( x + 1 + t).
2

(7)

e quindi:

Le importazione saranno:
1
m = d( p) x = v p x = v v ( x + 1 t) x
2
quindi
1
(x t).
(8)
2
Dove x = 1 x non altro che la differenza di offerta tra i due paesi. Sostituendo
la (6) e (8) nella funzione di welfare, avremo una funzione che dipende da t ed x:
m=

W (t, x ) = (1 + x ) + ( p(t, x ) x + t m(t, x ) + s(d( p(t, x )))) + []

(9)

Dove [] sono tutti i termini che non dipendono n da x n da t, allo stesso modo il

13

welfare del paese F sar:


W (t, x ) = ( p (t, x ) + s (d( p(t, x ))) + []

(10)

Supponiamo che il settore soggetto ad importazione, nei due paesi, si organizzi


in lobby che offrono al proprio governo contributi per avere in cambio protezione,
inoltre assumiamo che gli altri settori non siano in grado di organizzarsi in lobby.
Indicando con C i contributi offerti dalla lobby del settore soggetto ad importazioni dallestero, assumiamo che la funzione di utilit del governo :
U G (t, x ) = aW (t, x ) + C

(11)

dove a il peso che il governo d al benessere sociale. Invece la funzione di utilit


delle lobby, sar:
U L ( x, t) = p(t, x ) x C
(12)
I contributi che le lobby elargiscono al governo vengono raccolti in proprorzione al
capitale impiegato nel settore:
C = c(t, x ) x.
Facciamo dipendere i contributi unitari, sia dal capitale che viene impiegato sia
dalla tariffa che verr applicata dal governo, inoltre assumiamo che la funzione di
contribuzione veritiera (Definizione 3).

2.3

Gioco non cooperativo

Prima di parlare dellaccordo commerciale, concentriamoci sul gioco non cooperativo, cio quando i due paesi scelgono individualmente la propria tariffa senza,
appunto cooperare. Questo gioco si concretizza in due tempi: prima gli investitori decidono quanto capitale allocare nel settore, naturalmente questa scelta fatta
in base alla possibile protezione che ci sar in seguito; dopo il governo e le lobby
contrattano sulla tariffa da applicare alle importazioni.
Nel risolvere questo gioco proseguiremo a retroso, prima capiremo quale tariffa
uscirebbe fuori dal secondo stadio, e dopo ci concentreremo sul primo stadio.
Per trovare lequilibrio del secondo stadio, basta applicare la proposizione 3,
quindi basta massimizzare la funzione:
J SR = U G + U L .
sostituendo alla precedente la (11) e (12), avremo:
J SR = aW (t, x ) + p(t, x ) x.

14

Quindi lequilibrio sar la t( x ) che massimizza la funzione precedente:


max aW (t, x ) + p(t, x ) x.
t

Da cui la condizione del primo ordine :


a

W (t, x )
p(t, x )
=
.
t
t

Le derivate parziali saranno:


p(t, x )
m(t, x )
s p(t, x )
W (t, x )
=
x+t
+ m(t, x ) +

t
t
t
p
t
da cui, ricordando le equazioni (6) e (8) e la funzione di domanda, ricaviamo:


W (t, x )
1
1
1
1
= x+t
+ (x t) d(t, x ) =
t
2
2
2
2
1
1 1
t
1 1
1 1
1 1
3
x
1
= x t + x ( x + 1 t) = t + x + t = t +
2
2
2 2
2 2 2
2 4
4 4
4
4
e:
1
p(t, x )
= .
t
2
Ritorniamo alla condizione di primo ordine e sostituiamo i risultati precedenti:
x
3
a t+
4
4


1
= x
2

da cui ricaviamo la tariffa:

x 2x
+ .
(13)
3
3a
Questa tariffa pu essere divisa in due parti, la prima x/3 cattura lincentivo a
distorcere del governo quando la differenza tra le offerte dei due paesi alta. Essa
anche la tariffa che avrebbe scelto il governo senza lintervento delle lobby, infatti:
tJ =

tW = lim t J =
a

x
3

(14)

La seconda parte 2x/3a la distorsione dovuta alle pressioni delle lobby al governo,
essa cresce al crescere di x perch i soggetti che hanno investito molto nel settore si
aspettano pi protezione, e diminuisce al crescere di a. Questo equilibrio pu essere
interpretato come un equilibrio di breve periodo, in quanto si sceglie la tariffa in
base ad una quantit di capitale investito data.
Per trovare i contributi elargiti dalla lobby, possiamo applicare la proposizione
2, quindi avremo:
a[W (tW ( x ), x ) W (t, x )] = C

15

quindi:

3 2
x W 3 W 2 x
t t
t+ t =
C = a[W (t ( x ), x ) W (t, x )] = a
4
8
4
8


3a W 2
3a
2
2
(2t tW 2 t tW + t2 ] = (t tW ) .
8
8
Ma visto che i contributi sono dati dal prodotto tra i contributi unitari e il capitale
investito, avremo:
3a
c(t, x ) x = (t tW ( x ))2
8
da cui:
3a
2
c(t, x ) =
(t tW ( x )) .
(15)
8x
Come poteva essere intuito, allaumentare del peso che il governo d al welfare i
contributi unitari aumenteranno, invece allaumentare del capitale investito, a parit
di condizioni, i contributi unitari diminuiranno. Naturalmente questa funzione ha
significato soltanto per t tW .
Prima di procedere nel trovare la quantit investita nel settore troviamoci la
quantit che le imprese allocherebbero se ci fosse libero scambio. Se la tariffa
uguale a 0, il prezzo del bene manifatturiero sar uguale al prezzo del bene numerario, in quanto la remunerazione del capitale nel settore manifatturiero e nel settore
numerario dovr essere uguale:



p 0, x f t = 1
v


1  ft
x +1 = 1
2
x f t = 2v 3

Assumiamo anche che il bene manifatturiero venga prodotto nel paese anche quando vi libero scambio, quindi dalla condizione:
0 < xft < 1
otteniamo che:

3
< v < 2.
(16)
2
Questa condizione verr mantenuta per il resto dellesposizione.
Adesso siamo pronti per il primo stadio. In questo stadio i possessori del fattore produttivo decidono quanto capitale allocare nel settore manifatturiero, naturalmente fanno questa scelta in base alle loro aspettative riguardanti la tariffa che
verr implementata nel secondo stadio. Sappiamo che la tariffa che verr implementata sar t J ( x ), inoltre essi investiranno nel settore manifatturiero fino a quando

16

la remunerazione del settore manifatturiero sar maggiore o uguale alla remunerazione del settore numerario, e naturalmente in equilibrio le due remunerazioni
saranno uguali:
p(t, x ) c(t, x ) = 1.
(17)
Questa equazione implicitamente definisce una funzione x er (t), cio tutte le x che al
variare della tariffa soddisfano lequazione (17), questa curva la chiameremo equalreturn curve.
Lequilibrio del gioco, lo possiamo vedere come un equilibrio di lungo periodo, in cui sia t che x sono endogene, e si trovano risolvendo il sistema in cui la
tariffa uguale a t J (eq. (13)) e il capitale uguale alla equal-return curve definita
implicitamente dallequazione (17).

t sono un equilibrio se soddisfano il seguente sistema:
Quindi x,
(

t = t J (x)
p(t, x ) c(t, x ) = 1

(18)

7
allora esister un equilibrio, in cui si imporr una tariffa t
Proposizione 4 Se a > 66v
(2 v )
positiva ma non proibitiva, che diminuisce al crescere di a e tende a tW quando a tende ad
infinito.

I possessori del fattore produttivo in t J avranno la massima protezione che si


possono aspettare dalla pressione che esercitano, quindi lallocazione del capitale
sar anche essa il massimo possibile.
Proposizione 5 In equilibrio x il massimo di x er (t).
Dimostrazione: iniziamo con il calcolare la derivata di x er (t), ricordando la (17):
p( x er (t), t) c( x er (t), t) = 1
dunque:

da cui:

dx er

+ [ p( x, t) c( x, t)] = 0
[ p( x, t) c( x, t)]
x
dt
t

dx er
t [ p ( x, t ) c ( x, t )]
=
dt
[ p( x, t) c( x, t)]
x

1
a
dx er
2 
4x (3t x ) 
=
=
)
a
dt
12 12x
c(t,x
x

1
2
1
2

a
4x
(3t x )

a
+ 12x
(3t x )

c(t,x )
x

Il denominatore di questa frazione maggiore di 0, per la condizione che abbiamo


dato ad a, invece il numeratore:
1
a
(3t x ) 0
2 4x
17

2x
3t x +
a

1
t
3

2x
x +
a

= tJ

quindi t J il massimo di x er . C.V.D.

Figura 3: Equilibrio di lungo periodo del gioco non cooperativo, la figura tratta da
Maggi e Rodrguez-Clare (2007)

In figura 3 mostrato lequilibrio di lungo periodo. In questa figura nellasse


delle ordinate vi la tariffa e nellasse delle ascisse il capitale allocato nel settore,
ovviamente il punto di incontro di questi due assi sar dato dalla tariffa nulla e dal
capitale allocato nel caso di libero scambio x f t .
Inoltre vi sono disegnate tre curve:
la tW ( x ) che indica la tariffa che massimizza il welfare calcolata in differenti x, essa decrescente in quanto lincentivo a distorcere il mercato da parte
del governo crescente allaumentare della differenza di offerta tra i due stati
(vedi equazione (14));
la curva t J ( x ) che la tariffa scelta dal governo sotto le pressioni delle lobby,
qui disegnata in maniera crescenta ma essa non sempre crescente, 8 anche se la disegnassimo decrescente non cambierebbe nulla dal punto di vista
qualitativo;
8 la

curva t J ( x ) crescente per a < 2

18

la curva x er (t): essa secondo la preposizione 5, crescente per t < t J , quindi


e crescente quando si trova al di sotto della curva t J ( x ), ed decrescente per
t > t J , quindi decrescente quando al di sopra della curva t J ( x ).
Il punto di incontro tra tW ( x ) e x er (t) lequilibrio che ci sarebbe se non ci fosse

la pressione delle lobby (C=0), quindi il punto xW , tW rappresenta il benchmark,

invece il punto di incontro tra t J ( x ) e x er (t), t, x , rappresenta lequilibrio di lungo
periodo del gioco non cooperativo.
Come vediamo t J , naturalmente, maggiore rispetto a tW 9 quindi si crea una
distorsione maggiore rispetto al benchmark, ma per questa distorsione il governo
risarcito dalle lobby attraverso i contributi. Questa non lunica distorsione
che troviamo nellequilibrio, anche il capitale investito nellequilibrio del gioco
maggiore rispetto al caso di benchmark, quindi siamo in presenza di un sovrainvestimento.
Questa distorsione, al contrario della precedente, non viene risarcita al governo, quindi il governo avrebbe incentivo a spingere in basso la tariffa, questo il
motivo dellimpegno domestico del governo nel stipulare laccordo commeciale.

2.4

Laccordo commerciale

Supponiamo che prima che la riallocazione del capitale abbia luogo il governo ha
lopportunit di stipulare un accordo commeciale per fissare una tariffa limite t.
Laccordo massimizzer la somma delle utilit dei due governi e delle lobby dei
rispettivi paesi:

= UG + UG + UL + UL
Supponiamo che prima che la tariffa da imporre sia determinata, i possessori del
capitale possano riallocare il capitale nel settore numerario, con probabilit z [0, 1]
cio il capitale
ed assumiamo che il capitale allocato nel settore manifatturiero sia x,
di equilibrio del gioco non cooperativo.
Il parametro z esprime la facilit con cui il capitale pu essere riallocato nel settore numerario, se z = 0 allora il capitale investito nel settore manifatturiero fisso nel senso che coloro che hanno investito in questo settore non possono riallocare
il loro capitale.
Nellaltro caso estremo, cio con z = 1, avremo una piena mobilit del capitale,
cio tutto il capitale, in eccesso rispetto al capitale investito nel caso di free-trade,
potr essere totalmente riallocato nel settore numerario. Nel caso in cui z (0, 1),
avremo una imperfetta mobilit del capitale.
La tempistica del modello sar la seguente:
(a) laccordo viene stipulato;
9 la

curva t J sempre al di soptra della curva tW o al massimo per a (quasi) coincidende

19

(b) il capitale viene riallocato;


(c) ogni governo sceglie la tariffa da imporre, tenuto conto del vincolo dato dallaccordo commerciale.
Se il governo stipula laccordo con una tariffa limite maggiore rispetto alla tariffa
che massimizza il welfare, t > tW , allora le lobby dovrebber rimborsare il governo
per questa scelta, quindi ci potrebber essere contributi nel equilibrio ex-post.
Prima di concentrarci sullaccordo commerciale con pressione delle lobby exante, vediamo cosa sarebbe successo senza lobby, laccordo in questo caso massimizzer la somma del welfare delle due nazioni:
max W (t, x ) + W (t, x )
t

quindi le condizioni del primo ordine saranno:


W W
+
=0
t
t
x 3
x 1
t
+ t=0
4
4
4
4
da cui:
t=0
quindi senza lazione delle lobby i due governi avrebbero scelto t = 0, cio libero
scambio, questo caso lo considereremo come in nostro benchmark.
Adesso passiamo allaccordo commericiale. Riscriviamo la funzione che dobbiamo massimizzare:
= aW (t, x ) + aW (t, x ) + p(t, x ) x + ( x x ) = J SR + aW + ( x x )

(19)

Essa sar uguale alla funzione che abbiamo massimizzato precedentemente, J SR


pi altri due termini: aW che cattura lesternalit dovuta ai terms of trade (un
aumento della tariffa erode il potere di acquisto che si ha nel mercato internazionale
creando una esternalit negativa nel paese che esporta); il secondo termine ( x
x ) cattura invece la rendita dei possessori di capitale che si spostano dal settore
soggetto ad importazione al settore numerario.
Per trovare lequilibrio, procederemo a retroso: prima ci troveremo la tariffa e i
contributi dati dal massimizzare J SR per questa volta sar soggetta al fatto che la
tariffa scelta devere essere minore o uguale alla tariffa limite scelta dallaccordo:
(

max J SR
s.t. t t

20

se t > t J , cio se la tariffa limite scelta dallaccordo commerciale maggiore rispetto


alla tariffa che massimizza J SR allora la tariffa scelta sar t J , invece se essa minore
rispetto alla tariffa t J allora la tariffa scelta sar t, quindi ricapitolando avremo:
t(t, x ) = min{t, t J }.

(20)

Per quanto riguarda i contributi il ragionamento abbastanza lineare, se la tariffa scelta minore o uguale alla tariffa che massimizza il welfare allora le lobby
non elargiranno alcun contributo, in caso contrario pagheranno i contributi come in
equazione (15). Ricapitolando avremo:
(
c ( t ( t ), x ) =

3a
8x

t tW

2

se t(t) > tW
se t(t) tW

Adesso occupiamoci del prossimo passaggio, cio troviamoci lallocazione di


capitale di equilibrio. Come detto precedentemente il parametro z esprime la facilit con cui il capitale pu essere riallocato nel settore numerario, quindi il capitale
investito nel settore sar:
x max{ x f t , xz }

dove xz = (1 z) x.
Se z molto piccolo allora i possessori di capitale, rimarranno in qualche modo
imprigionati, e non potranno uguagliare x = x er come abbiamo visto nel caso del
gioco non cooperativo. Invece se z abbastanza grande allora lequilibrio giacer
nella equal return curve (eq. (17)).
Quindi in generale lequilibrio giacer, o in xz o in x er , questo dipender dal
valore di z. Possiamo definire, allora, una curva simile alla equal return curve:
x er = max{ x er , xz }.
Essa la equal return curve troncata, per, in xz .
Quindi il problema consister nel massimizzare soggetta al vincolo che x = x er
e t = t, infatti laccordo non ha nessun motivo per imporre una tariffa limite maggiore di t J , in quanto la tariffa che si verrebbe a imporre successivamente sarebbe
appunto t J :
max (t), x ) = aW (t, x ) + aW (t, x ) + p(t, x ) + ( x x )
s.t.
x = x er = max xz , x e r
Sia t = argmaxt (t, x ) e ter ( x ) = x er 1 .

10 ,

allora avremo:

possibile soltanto perch nellintervallo preso in cosiderazione, [ x f t , x ] la funzione x er


strettamente crescente
10 ci

21

Proposizione 6

1. La tariffa limite scelta dallaccordo sar:


(
t=

min{ter ( xz ), t ( xz )}
0

se xz > x f t
se xz x f t

2. la riduzione della tariffa t t crescente al crescere di z


Il primo punto della preposizione ci dice quale tariffa limite verr scelta dallaccordo. Se il valore di z sufficientemente grande da garantire la piena mobilit
(xz x f t ) allora la tariffa scelta sar t = 0.
Se invece z non abbastanza grande allora la tariffa che verra scelta giacer o
nella curva x er o nella curva t , questo dipende dalla flessibilit del capitale, ovviamente maggiore la flessibilit pi il capitale si pu spostare per garantire uguali
rendimenti nei due settori.

Figura 4: Accordo commerciale con imperfetta mobilit del capitale

Questo risultanto mostrato in figura 4, vi sono due diversi casi uno con z0 e
laltro con z00 > z0 , nel primo caso verr scelta la tariffa limite t ( xz0 ), perch la
curva t e al di sotto della curva ter e quindi lequilibrio sar il punto A0 , nel secondo
caso, invece, si sceglier la tariffa limite ter ( xz00 ) e quindi lequilibrio sar il punto
A00 .
In generale verr scelta la tariffa ter ( xz ) se tale curva giace al dissotto della curva
t , viceversa se la curva t giace al di sotto della curva ter . Linsieme dei punti che
costituiscono laccordo commerciale al variare di xz evidenziato nella figura da
una linea pi marcata.
Il punto due della proposizione un risultato abbastanza importante in quanto
ci dice che maggiore la mobilit del capitale maggiore sar la liberalizzazione.
22

Quindi empiricamente dovremmo trovare pi liberalizzazione nei settori dove il


tasso di mobilit dei fattori produttivi maggiore.
Come detto precedentemente vi sono due motivi che spingono i governi a stipulare un accordo commerciale, il primo la distorsione di lungo periodo e il secondo
lesternalit del term of trade (TOT dora in poi), quindi la riduzione della tariffa,
rispetto allequilibrio non cooperativo, causato da entrambi gli effetti.
Cerchiamo di separare gli effetti dovuti alla distorsione di lungo periodo ed al
TOT, per far ci immaginiamo che il governo si impegni unilateralmente ad adottare
DC
una tariffa limite, t .
In questo modo abbiamo separato i due effetti, leffetto dato dalla distorsione
DC
del lungo periodo, sar: t t ; invece leffetto dato dallesternalit del TOT, sar:
DC
t t.
Calcoliamoci t DC , in questo caso dobbiamo massimizzare una funzione dove non
compare lutilit dellaltro governo:
J (t

DC

, x )) = aW (t

DC

, x ) + p( x, t

DC

) x + ( x x )

Il problema del tutto analogo a quello precedente, per questa volta non si considera il benessere dellaltro paese.
Proposizione 7 Se il governo pu impegnarsi unilateralmente, sceglier:
(
t

DC

ter ( xz )
tW

se xz > xW
se xz xW

Possiamo notare che la riduzione imputabile alla distorsione di lungo periodo,


crescente in z. Per quanto riguarda la riduzione imputabile alla componente TOT,
non esiste una risposta ovvia. Possiamo soltanto dire che per z abbastanza piccola
DC
decrescente: se ci spostiamo da z = 0 ad un valore prossimo allo 0, avremo che t
decresce con una pendenza prossima allinfinito, 11 invece la tariffa limite decresce
DC
con una pendenza infinita, quindi t t decrescente.

2.5

Il modello pienamente dinamico

Adesso consideriamo il modello con tempo continuo, in cui laccordo commerciale


determina lintero percorso della tariffa limite.
Consideriamo lo stesso modello che abbiamo visto nei paragrafi precedenti, per
questa volta il tempo, che indichiamo con s, continuo. Supponiamo che ogni possessore di capitale che ha investito nel settore manifatturiero ha, in ogni istante, la
DC

z piccolo allora t
= ter che a sua volta uguale alla funzione inversa di x er , e ricordando
er

che x ha massimo in t x avremo che la derivata calcolata in questo punto sar ovviamente uguale
a 0, quindi la funzione inversa calcolata nel medesimo punto avr pendenza infinita
11 Se

23

possibilit di uscire dal settore con probabilit z, supponiamo inoltre che lentrata
nel settore manifatturiero libera.
Indichiamo il tasso di sconto, che utilizzano sia il governo che le lobby, con
> 0. Siano Vm e Vn il valore del capitale investito rispettivamente nel settore
manifatturiero e nel settore numerario, quindi avremo le seguenti equazioni di non
arbitraggio:
Vn = V n + 1.
(21)
Lequazione di sopra non ci dice altro che il costo opportunit di mantenere il capitale nel settore numerario, dato da VN deve essere uguale alla somma tra il capital
gain, V n e i profitti.
Vm = z(Vn Vm ) + V m + ( p c).
(22)
Come prima: il costo opportunit di mantenere il capitale nel settore manifatturiero,
dato da Vm , sar uguale alla somma tra il capital gain, V M , i profitti dati da p c
e il valore atteso del capital gain degli investitori che spostano il capitale dal settore
manifaturiero a quello numerario.
Sottraendo alla (22) la (21), e definedo y = Vm Vn avremo:
y = ( + z)y ( p c 1)

(23)

y ( + z)y = ( p c 1)
moltiplicando per il fattore integrante, avremo:
d  (+z)v 
e
y = e(+z)v ( p c 1)
dv
quindi integrando ed imponendo g(t, x ) = p(t, x ) c(t, x ) 1 avremo:
Z
Z
d  (+z)v 
e
y dv =
e(+z)v g(t, x )dv
s

dv

da cui imponendo che lim y = 0, avremo:


s

y=

Z
s

e(+z)(vs) g(t, x )dv.

(24)

Abbiamo imposto libera entrata nel settore manifatturiero, da ci deriva che y(s)
0. Quindi lequilibrio t(s), x (s), y(s) deve soddisfare le seguenti condizioni:
n
o
t(s) = min t(s), t J (s)

(25)

s : y(s) 0

(26)

x = zx se y(s) < 0 e x zx se y(s) = 0

(27)

Lultima condizione dice che se il valore del capitale nel settore numerario stretta24

mente maggiore del valore del settore manifatturiero allora i possessori di capitale
si sposterenno il pi velocemente possibile dal settore manifatturiero a quello numerario, invece se il valore del capitale uguale nei due settori allora possibile
ogni tipo di riallocazione.
Per trovare laccordo commerciale ottimo, dobbiamo massimizzare la somma
delle funzioni di utilit dei due governi e delle lobby dei due paesi, quindi:
max

Z +
0

es (t(s), x (s))ds

dove (t(s), x (s) definita dallequazione (19), questa deve essere soggetta alle
condizioni descritte dalle equazioni (25), (26) e (27).
Cerchiamo di ricondurre il problema in una forma pi comprensibile. Sappiamo
che i governi non hanno alcun motivo per scegliere una tariffa limite maggiore di t J
quindi t t J , quindi la prima condizione la possiamo riscrivere:
t(s) = t.

(250 )

La condizione (27), imponendo u(s) = x la possiamo scrivere come segue:


u(s) + zx 0.

(270 )

Quindi per trovare laccordo commerciale ottimo dobbiamo massimizzare la funzione obbiettivo, soggetta alle condizioni (26), tenendo conto che y deve soddisfare
lequazione (24) e dalla condizione (270 ), tenendo conto che abbiamo sostituito x
con u(s), la condizone (250 ) la consideriamo sostituendo t(s) = t(s) alla funzione
obbiettivo.
x f t },
Adesso possiamo trovare il percorso ottimo della tariffa limite, sia xz = max{ezs x,
allora avremo:
Proposizione 8 La tariffa limite ottima seguir il seguente percorso:
1. Una riduzione istantanea della tariffa da t a t ( x );
2. una prima fase, dove la tariffa sar: t(s) = t ( xz (s)), e y(s) < 0;
3. una seconda fase di liberalizzazione graduale dove la tariffa sar t(s) = ter ( xz (s)) e
y(s) = 0;
4. uno stato stazionario dove la tariffa 0.
Il percorso ottimo della allocazione del capitale dato da:

s : x (s) = xz (s)

25

Quindi avremo un salto verso il basso della tariffa in s = 0, ed in seguito una


fase di graduale liberalizzazione dove t percorre la curva t , e dopo unaltra fase di
liberalizzazioni dove t percorre la curva ter ed infine uno stato stazionario dove vi
libero scambio.
La differenza di valore del capitale investito nel settore manifatturiero e in quello
numerario sar negativo per la prima fase di liberalizzazione e uguale a 0 nella
seconda fase e, naturalmente, nello stato stazionario.
Notiamo che pi grande z pi veloce avver la liberalizzazione, infatti il percorso del capitale investito nel settore manifatturiero dato da xz , e questo tende a
x f t velocemente pi z e grande, anche qui possiamo quindi fare losservazione che
abbiamo fatto nel paragrafo precedente: dovremmo riscontrare una liberalizzazione
maggiore e pi veloce nei settori dove i fattori produttivi sono pi mobili.
Cerchiamo di capire leffetto del parametro a al taglio della tariffa t t(s): se z
vicino a 0, avremo che per ogni S > 0, t t(S) sar vicino a t t , che crescente
in a, invece se z abbastanza grande il taglio della tariffa sar vicino a t, il quale
decrescente in a .
Adesso proviamo a capire qual leffetto dovuto alla distorsione di lungo periodo e alla componente TOT. Per far ci immaginiamo, ancora una volta, che il
governo possa impegnarsi unilateralmente per imporre una tariffa limite.
Proposizione 9 Se il governo pu impegnarsi unilateralmente allora il percorso ottimo
della tariffa sar il seguente:
DC
t (s) = ter ( xz (s))
fino a raggiungere lo stato stazionario in:
t

DC

= tW

Questo accade perch il governo pu raggiungere il proprio obbiettivo (ridurre il


sovrainvestimento) senza intaccare il ritorno del capitale del settore manifatturiero,
seguendo il percorso ter ( xz (s)) da (t, x ) a (tW , xW ). Quindi la prima parte della
libberalizzazione, da t a t , imputabile interamente alla componente TOT.

26

Conclusioni
In questo lavoro stato descritto il modello generale di lobbying game, in cui le
lobby cercano di influenzare le decisioni politiche attraverso i contributi. Date delle
determinate caratteristiche lequilibrio determinato dal lobbying game Pareto efficiente.
Infatti se le lobby scelgono le funzioni di contribuzione veritiere lequilibrio (di
nash veritiero), appunto Pareto efficiente (proposizione 3), perch le lobby costruiscono la loro funzione di contribuzione tale per cui la loro funzione di utilit
compensata dal cambiamento delle policy (definizione 3) e visto che il PM sceglie
la policy, che massimizza la propria utilit date le funzioni di contribuzione delle
lobby, allora lequilibrio sar congiuntamente efficiente.
Questo particolare equilibrio non affatto costoso da raggiungere, in quanto,
qualunque sia la funzione di contribuzione scelta dalle altre lobby, la funzione di
contribuzione veritiera apparterr sempre allinsieme delle miglior risposte della
lobby.
Oltre a tale propriet gli equilibri di Nash veritieri, sono gli unici equilibri che
sono Coalition Proof Nash Equilibrium (teorema 1), cio sono gli unici equilibri tale per
cui, se la comunicazione tra le lobby fosse permessa allora non esisterebbe nessuna
coalizione di lobby che vorrebbe deviare dalla strategia dichiarata. Questo rende
questi equilibri stabili.
Successivamente stata descritta unapplicazione del modello generale. Ho descritto il modello di Maggi e Rodrguez-Clare (2007), dove viene descritto uno scenario in cui due governi stipulano un accordo commerciale, quando sono entrambi
pressati dalle lobby del settore soggetto ad importazione dallestero.
Qui i due governi si servono dellaccordo commerciale per poter risolvere un
problema di time inconsistency, creato dallinterazione tra il governo e le lobby. Le
lobby scelgono i contributi dato il capitale investito. Quindi le decisioni degli investimenti non rientrano nei contributi, pertanto il governo non viene risarcito dal
sovrainvestimento che si verifica. Questa la ragione dellimpegno domestico del
governo.
Il valore chiave di questo modello il grado di mobilit del capitale investito nel settore importatore. Infatti, come stato descritto nei capitoli precedenti,
assisteremo ad una maggiore liberalizzazione ad un maggiore grado di mobilit.
Se il capitale fisso, il governo non potr correggere la distorsione dovuta al
sovrainvestimento, quindi lunico motivo rimanente allaccordo commerciale quello di sfuggire al dilemma del prigioniero dovuto ai terms of trade pertanto il grado
di liberalizzazione sar piccolo.
Se invece il capitale pienamente mobile allora il governo potr correggere la
distorsione dovuta al sovrainvestimento, quindi avremo lunione dei due motivi
che porteranno alla piena liberalizzazione.
27

Se invece il capitale mobile, ma non pienamente, allora si avranno entrambi


i motivi ed assisteremo ad una grado di liberalizzazione crescente al crescere del
grado di mobilit (proposizione 6).
Il grado di mobilit del capitale anche la causa della gradualit della liberalizzazione come descritto nel modello pienamente dinamico dellaccordo comericale. Infatti il percorso della tariffa determinato dal percorso del capitale investito
(proposizione 8), il quale a sua volta determinato dal grado di mobilit del capitale.

28

Riferimenti bibliografici
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System, The MIT Press, edition 1, volume 1, number 0262524341, June.
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Econometrica, Vol. 54, No. 4, pp. 923-942
[4] Bernheim, B. Douglas e Michael D. Whinston. 1986b. Menu Auctions, Resource Allocation, and Economic Influence, The Quarterly Journal of Economics,
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