Accade quasi quotidianamente di leggere di interventi sulla stampa, da parte di alcuni
consiglieri di minoranza, in aperta critica al percorso che lamministrazione, sostenuta
dal Partito Democratico, sta seguendo in materia di evoluzione dellattuale settore marmo. In buona sostanza, si accusa lamministrazione, da un lato, di lassismo, perch non procede speditamente nelliter di ultimazione ed approvazione del nuovo testo del regolamento degli agri marmiferi, invitandola cos a non curarsi del dovuto coordinamento tra il Comune e la Regione Toscana, dallaltro, di codardia, perch non procede una volta per tutte a ratificare la fine dei cosiddetti beni estimati, considerata come questione risolta dalla Sentenza della Corte Costituzionale del 1995. E perci giunto il momento di fare un po di chiarezza, nondimeno evidenziando come laccanimento mediatico certamente frutto dellansia di quelle forze dopposizione che, presa consapevolezza che siamo alla vigilia di grandi e positivi cambiamenti nella regolamentazione del settore marmo, cos manifestano il proprio disappunto, per non aver contribuito a determinarli. In primo luogo, il Comune di Carrara (nellelaborazione del nuovo regolamento degli agri marmiferi) ben sta facendo a procedere di pari passo con la Regione Toscana (intenta ad elaborare la nuova Legge Regionale in materia), giacch il comportamento contrario avrebbe soltanto lunico effetto di aprire, eventualmente, una sorta di secondo fronte, con la conseguenza che il Comune non dovrebbe pi soltanto discutere delle nuove regole con le rappresentanze del settore, ma potrebbe anche trovarsi in contenzioso con la stessa Regione Toscana, in entrambi i casi, nelle diverse sedi a ci deputate. E evidente che non certo questultima la strada per la miglior tutela degli interessi della nostra collettivit. Il Partito Democratico auspica e si impegna affinch vi sia una condivisione di obbiettivi tra Comune e Regione, nellottica di un percorso collaborativo che le nostre Istituzioni stanno portando a termine. Lopportunit di questo percorso condiviso con la Regione non solo dettata dal buon senso, bens anche dalla Legge, stante la necessaria approvazione del regolamento da parte del consiglio regionale come previsto dalla legge mineraria del 1927 invocata a pi riprese negli interventi della minoranza, dato che il regolamento comunale dovr comunque inquadrarsi nellambito del sistema normativo di cui fa parte anche la nuova Legge Regionale . Lattesa della nuova Legge Regionale, per essere chiari, non un alibi per prendere tempo, come qualcuno ha insinuato bens il necessario intervento normativo a complemento dellattivit di regolamentazione dellamministrazione. Noi come Partito siamo certi che leventuale dilungarsi delliter di approvazione della nuova Legge Regionale non paralizzer certo gli atti di riforma di questa amministrazione la quale far comunque a breve un rapido percorso , a prescindere dal momento in cui il nuovo regolamento e la nuova Legge regionale potranno entrare in vigore. Da un lato, infatti, a prescindere dal momento in cui entrer in vigore il nuovo Regolamento Comunale, e parimenti anche in costanza del futuro periodo transitorio (che necessariamente dovr precederne la sua definitiva entrata a regime), il Partito Democratico si attiva e coadiuva lamministrazione perch si attivi ad applicare nuove metodologie di determinazione dei canoni di concessione/autorizzazione, finalizzate, non solo ad aumentare generalmente la remunerazione per le casse comunali, ma anche fondate su principi di maggior premialit per chi contribuisce allo sviluppo sostenibile del settore, ovvero, pi concretamente, nuove metodologie fondate sul principio per cui a pagare di pi saranno coloro che determineranno, mediante
lescavazione, un maggior impatto ambientale (pi materiale estratto in termini di
volumi), una maggiore produzione di escavato di bassa qualit (pi sassi, meno blocchi), e nel contempo non contribuiranno alla redistribuzione del reddito prodotto attraverso lincremento occupazionale. Dallaltro, ottenuto lultimo parere legale da parte dellUniversit di Roma Tre, il Comune ha definitivamente ricevuto la conferma che la questione dei beni estimati deve essere approcciata nel senso che essi fanno parte, al pari di tutti gli altri, del proprio patrimonio indisponibile, indirizzo al quale, lamministrazione intenzionata sin dora ad uniformarsi, a prescindere dal momento in cui entrer in vigore il nuovo regolamento comunale, nel senso di far si che a questi sia applicato un canone, quale corrispettivo per il diritto di escavazione, non diverso dalle altre cave. Tuttavia, ci non toglie che l'intervento sulla normativa vigente in materia di beni estimati dovr riguardare, non solo il regolamento comunale (attuali art. 1 e 13), ma anche la Legge Regionale stessa (art. 2 L. 104/75, in particolare comma 6), come sopra ricordato, per non aprire la strada ad impugnative giurisdizionali nei confronti della delibera di modificazione del regolamento, e dei successivi provvedimenti attuativi.