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Da: lucianox8@gmail.com
Inviato il: 18-gen-2010 10.32 AM
A: "LUCIANO X8 A1"<lucianox8@alice.it>
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Oggetto: VEDI ALLEGATO E COMMENTI VARI... SALUTI LX8

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Padova, TUTTI CONTRO LE BANCHE....doc (130K)

Padova. Tutti contro le banche:


«Tassi
d'interesse come quelli degli
strozzini»
DAL GAZZETTINO WEB 17.01.2010

La Procura: «Aumentano le denunce di persone disperate»


Artigiani: «Chiedono troppe garanzie, intervenga Bankitalia»

di Matteo Bernardini

PADOVA (17 gennaio) - «Nell’ultimo anno c’è stata


un’impennata di denunce per usura contro le banche presentate
soprattutto da piccoli e medi imprenditori che si sono rivolti agli
istituti di credito domandando finanziamenti per superare la
crisi. Ma gli interessi loro applicati sarebbero andati oltre i limiti
fissati dal Ministero delle Finanze. Le denunce sono arrivate da
persone disperate, e inoltre ci sono le segnalazioni di diverse
associazioni a cui gli imprenditori si si sono rivolti».

Le parole sono del pubblico ministero Paolo Luca, il magistrato


che coordina il gruppo di sostituti procuratori padovani che si
occupa di reati finanziari. Frasi che portano alla luce una
situazione drammatica non nuova però agli operatori del settore
e ai responsabili delle principali associazioni a difesa dei diritti
dei cittadini.

«Il problema esiste – conferma Fabio Di Stasio, direttore di Artigianfidi – noi, per esempio, stiamo utilizzando un fondo
anti usura di circa 900 mila euro per aiutare i piccoli imprenditori. Le banche infatti non si accontentano più delle sole
garanzie che possiamo offrire loro, ma ne vogliono di supplementari e spesso arrivano a chiederne in eccesso rispetto

http://webmailvtin.alice.it/cp/ps/mail/SLcommands/PrintPopup?d=virgilio.it&u=salva... 18/01/2010
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alla somma domandata dagli imprenditori».

«Gli istituti di credito – continua il direttore di Artigianfidi – hanno chiuso i contatti con moltissime imprese. Il nostro
lavoro, nell’ultimo anno, è aumentato del 38 per cento, ma questo non è certo un bel segnale. Significa che le banche
non hanno più concesso credito nemmeno a chi già ne usufruiva». Ma l’allarme lanciato dalle parole del sostituto
procuratore è condiviso anche dal segretario provinciale di Adiconsum, Roberto Nardo: «Più che i tassi d’interesse
applicati, il problema sono i costi di commissione e le altre spese pretese dalle banche, che sono persino riuscite a
reintrodurre la commissione di massimo scoperto, seppur in altro modo rispetto a prima».

E l’affondo del segretario di Adiconsum nei confronti degli istituti bancari si trasforma in un vero e proprio attacco
all’arma bianca: «Negli ultimi due, tre, anni hanno fatto di tutto e di più per raccogliere denaro e tappare i buchi
provocati dalle speculazioni finanziarie non andate a buon fine. Noi continuiamo a denunciare questi comportamenti e
soprattutto la pericolosità del “sottobosco” rappresentato dalle finanziarie e dalle società di mediazione del credito
Con il segretario provinciale di Adiconsum e con il direttore di Artigianfidi, si schiera anche Nicola Ramundo,
presidente dell’Osservatorio del cittadino contribuente: «Ci sono imprenditori alla canna del gas, specialmente il
popolo delle partita iva all’interno del quale si è registrata una vera e propria impennata di fallimenti. Causati dalle
banche che ormai non permettono più di operare».

«Utilizzando una lunga serie di artifici – termina Nicola Ramundo – arrivano ad applicare quelli che vengono definiti
tassi “oltre usura”. Ma oltre agli istituti di credito i problemi arrivano anche da quelli finanziari che stanno mettendo
sul lastrico tanti piccoli imprenditori. E la cosa incredibile in questa vicenda è il mancato intervento di Bankitalia

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