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Giancorrado Barozzi
Considerazioni su una raccolta di preghiere popolari
Giancorrado Barozzi
Considerazioni su una raccolta di preghiere popolari
11. In questo genere di cose rientrano non solo gli oggetti concreti
(quadri, tappeti, statue, porcellane, aratri, carri agricoli, attrezzi da
lavoro, giocattoli, e persino tappi di bottiglia, scatole di fiammiferi,
bustine di zucchero, o altre infinitesimali cianfrusaglie), ma anche i beni
cosiddetti immateriali, ossia linsieme delle espressioni corporee e
verbali, dei modi di dire, dei saperi tradizionali, dei rituali liturgici della
religione ufficiale o della devozione popolare, delle espressioni
musicali, delle tradizioni orali (formalizzate e non), e cos via
discorrendo. Insomma, tutte quelle manifestazioni dellingegno e dell
animo umano che non richiedono altro supporto che il gesto e la voce,
integrati, tuttal pi, da semplici protesi che ne esaltino le intrinseche
potenzialit (quali, ad es., gli strumenti musicali).
12. E allo sterminato insieme dei beni immateriali appartengono anche
le orazioni in dialetto de Al ben di nstar vc. La pubblicazione curata da
Quarenghi e Ferrari composta da testi, di varia lunghezza, ma nella
maggior parte dei casi assai brevi, raccolti nel Mantovano dai due
curatori spigolando altri libri sullargomento, oltre che interpellando dal vivo - anziani testimoni che avevano mandato a memoria, e ancora
le conservavano intatte nel loro bagaglio mentale, vecchie orazioni,
spesso apprese in tenera et. La tenacia dimostrata dai curatori di
questo corposo volume, che ha ora superato le 300 pagine, ci rende
partecipi di unampia raccolta di frammenti memoriali, provenienti da
pi voci, focalizzati tutti quanti sul tema della preghiera e dei rapporti
delluomo con la dimensione del sacro, anche se, come meglio si dir
pi avanti, non tutti i testi qui raccolti sembrano appartenere in modo
univoco al genere preghiera.
13. Le intenzioni dei curatori sono state esplicitate nella Presentazione
del volume firmata da Quarenghi. Lopera, egli scrive, si propone di
documentare le orazioni di anime semplici, lontane dalla sapienza
teologica e dalla dotta cultura di una chiesa, a volte distante.... Il
tentativo di colmare una duplice distanza sta dunque alla base della
ricerca. Il suo primo scopo quello di avvicinare a noi, lettori di oggi,
appartenenti a un mondo ormai del tutto alfabetizzato, le parole
semplici adoperate dai testimoni dialettofoni, interpellati dai due
curatori, per superare le loro angustie materiali ed elevarsi al di sopra
delle proprie miserie quotidiane, riuscendo ad affrontare, con i mezzi
linguistici messi a loro disposizione, un dialogo quasi sempre sincero e
spontaneo con le entit metafisiche del cosmo religioso. In secondo
luogo i curatori hanno provato a colmare loggettiva distanza esistente
tra i depositari di quel patrimonio orale di preghiera e la cultura
Giancorrado Barozzi
Considerazioni su una raccolta di preghiere popolari
ufficiale della Chiesa, che troppo spesso, fatte salve alcune lodevoli
eccezioni, ha per lo pi ignorato, trascurato o, addirittura, bollato come
eretici, i linguaggi e le elaborazioni concettuali che provenivano dal
mondo popolare.
14. Di Franco Ferrari, che ha dato il so apporto determinante a questa
pubblicazione, ma che oggi - purtroppo - non pi qui tra noi,
Quarenghi ha ricordato, nella Presentazione, il sodalizio che per circa
un anno lo aveva accumunato a lui nellimpegnativa realizzazione
dellopera. Con Ferrari ho avuto anchio una, sia pure pi episodica,
frequentazione, e ne rammento lestrema gentilezza danimo, la sua
fede religiosa che lo ha sostenuto, come costante ispirazione ideale,
tanto nelle accurate ricerche di carattere storico-archivistico da lui
condotte sulle vite dei santi del territorio mantovano che nelle
esplorazioni nel campo del folklore religioso e della devozionalit di
matrice popolare. Ferrari aveva inoltre una spiccata passione
collezionistica grazie alla quale, con laiuto di sua moglie, riusc a
mettere assieme una cospicua banca dimmagini di soggetto sacro.
Patrimonio che un pomeriggio, nella sua casa di Levata, egli volle
mostrarmi, commentando ogni pezzo da profondo conoscitore della
materia, qualera. Di quelle ore trascorse, ma sarebbe meglio dire
volate, in sua compagnia manterr per sempre un grato ricordo.
15. Quarenghi nella Presentazione del volume rivolge un pensiero
affettuoso anche a Enzo Lui, che io pure ho conosciuto e frequentato,
per un certo periodo. Enzo era lom da la vta da poc, il poeta e
affabulatore popolare dallenergia che pareva inesauribile. Quarenghi
mi ha confessato il ruolo di assoluto apripista svolto proprio da Enzo
nella riscoperta delle vecchie urasin poich, per primo, era stato Lui
(mi riferisco al cognome) a iniziare a raccogliere quel tipo di testi
popolari, interpellando gli anziani ospiti degli ospedali di Suzzara e di
Villafranca, dove esercitava la professione dinfermiere. Enzo, che era
anche in proprio un poeta dialettale, spesso amava replicare, al termine
dei suoi recital, alcune di queste vecchie urasin, incoraggiato, molto
probabilmente, dal modello del Mistero Buffo di Dario Fo, di cui allora
cercava di imitare, anche nella dizione, certe intonazioni espressive. Il
titolo del volume: Al ben di nstar vc, un palese omaggio reso dai
curatori alla memoria di Enzo Lui, che per primo lo aveva concepito e
glielo aveva trasmesso cos com.
16. Enzo Lui non si limitava a raccogliere le urasin popolari per tenerle
chiuse in un cassetto o per metterle in un libro, ma lo faceva col preciso
intento di restituirle alloralit{, recitandole nel corso delle sue
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