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Sensorialit, comunicazione, alienazione in Erwin Straus e Ludwig
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attorno a cui ruotano i loro interessi professionali: la psichiatria, la psicologia, la psicopatologia, la terapia. Dalla fenomenologia, entrambi gli autori si
attendono una nuova sistemazione di tali discipline allinterno di un paradigma unitario, emancipato dai dogmi meccanicisti e scientisti che dominano le scienze delluomo ottocentesche. Entrambi gli autori ritengono di poterne ricavare delle categorie puramente descrittive capaci di restituire al
fenomeno umano unitariet e concretezza, al di l delle distorsioni imposte
dalle esigenze causalistico-esplicative della scienza, ma anche al di l di una
tradizione filosofica condizionata, nelle comprensione delluomo o della coscienza, da esigenze epistemologiche e ontologiche, apparentemente opposte a quelle della scienza3. Nonostante questa comune aspirazione riformatrice, il problema che appare con forza ad una lettura attenta dei due autori che, anche l dove Straus e Binswanger fanno riferimento a concetti appartenenti a una comune tradizione fenomenologica, luso che essi fanno di
tale tradizione diverge al punto da ipotizzare a loro riguardo due concezioni
differenti o addirittura opposte della fenomenologia: una fenomenologia
oggettivista o realista4 dietro cui traspare una filosofia unitaria della
Natura o unontologia monista dellEssere nel caso di Straus; una fenomenologia idealista o trascendentale che emerge con chiarezza nelle ultime opere nel caso di Binswanger. Uno degli obiettivi conclusivi di
questo saggio tentare di superare la loro opposizione, senza tuttavia stemperarne le differenze. Nel terzo paragrafo, affrontando il problema delle allucinazioni uditive, individueremo un passaggio attraverso cui si possono forse riconciliare due concezioni pressoch antitetiche delluomo e della follia.
Tentiamo di chiarire queste differenze riferendoci a un esempio specifico, a quel concetto di essere-nel-mondo che a partire dal 1927 sembra entrare con forza nella loro riflessione5. Ci che entrambi gli autori recepisco3
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destino, come il Da per lappunto, in cui il Dasein si trova gettato, Id., Psychiatrie und Philosophie, cit., p. 937. In altri passi, Straus ci ricorda per quale sia stato il merito principale dellessere-nel-mondo e, quindi, implicitamente in che senso ne sia lui stesso debitore: stato
Heidegger a spezzare per primo in Sein und Zeit il potere del concetto tradizionale di coscienza. Nei suoi scritti egli evita del resto lespressione coscienza perch lessere della coscienza
sarebbe dal punto di vista ontologico completamente oscuro, ivi, p. 988.
6 L. Binswnger, Wahn, Neske, Pfullingen, 1965, trad. it. di G. Giacometti, Delirio, Marsilio, Venezia, 1990, p. 25.
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re una relazione sensoriale col mondo sui generis, una relazione simpatetico-comunicativa strutturalmente deviata che deforma lunit originaria e
naturale con laltro uomo e con lambiente. In direzione opposta, si muove
invece Binswanger. Lessere unitario del mondo diviene qui plurale: posto
tra virgolette, il mondo si sdoppia e si riflette in un gioco di rinvii e rispecchiamenti tra lesterno e linterno che producono una molteplicit di
mondi soggettivi-oggettivi, una quantit di mondi esterni interni13 e di
mondi interni esterni pari al numero di individui esistenti effettivamente
nel mondo14. Ma mentre nellindividuo normale i diversi mondi interno
ed esterno, pubblico e privato sono animati e veicolati da una circolarit
ermeneutica che li mette tra loro in comunicazione e che si consolida in
una totalit unitaria, allinterno della struttura temporale del Dasein, della
sua progettualit esistenziale e delle sue decisioni pi o meno autentiche
nellindividuo alienato tale circolarit comunicativa si cristallizza in mondi
esterni interni o in mondi interni esterni irrigiditi e fissati. Essa sinfrange in frantumi di mondo e in frammenti di senso che interrompono la
continuit storica, in cui normalmente si stabilizzano le ek-stasi temporali
dellesistenza umana, fino a trasformare lesperienza dellalienato in un discorso incomprensibile per il Dasein ortonormato. Nelle fasi estreme della psicosi delirante, il mondo dellalienato affermer Binswanger nel suo
testo pi tardo irretito nelle maglie di uno schematismo rigido e fissato che pare quasi ricondurre lesistenza umana al modo di esperire prefissato dallistinto e inchiodato allistante dellanimale15. La sofferenza
che il malato prova a causa di questa fissazione mostra tuttavia che neppure
in questi stati psicotici estremi luomo completamente riducibile allanimale. Posto di fronte a questa sofferenza irriducibile a un mero dolore biologico, lo psicologo antropoanalitico confrontato dunque con il problema
di entrare in comunicazione con lalienato ricostruendo la trama ingarbugliata degli sdoppiamenti e rinvii che connettono misteriosamente i fili della
loro esperienza, tentando di riavviare la circolarit ermeneutica interrotta
tra linteriorit e lesteriorit del mondo, tentando di portare alla luce il codice segreto di un rapporto comunicativo distorto. A tal fine il terapeuta an13 Cfr. A. Gehlen, Der Mensch, Athenaion, Berlin, 1940, trad. it. di C. Mainoldi, Luomo,
Feltrinelli, Milano, 1983, pp. 298 sgg.
14 [] per indicare il mondo in senso trascendentale dovremo sempre servirci dellespressione progetto di mondo, oppure semplicemente mondo, ponendolo tra virgolette,
L. Binswanger, Lindirizzo antropoanalitico in psichiatria, cit., p. 23. In una direzione opposta
sembra spingersi Straus nel momento in cui afferma: Il visibile non ci appare in un mondo esterno. Il visibile e io apparteniamo a un mondo, al mondo. Io appartengo al mondo, e non il
mondo a me. Il mio incontro egocentrico con laltro avviene nel mondo a noi comune. Noi ci incontriamo nel mondo, non nel mio mondo, E. Straus, Psychiatrie und Philosophie, cit., p. 948.
15 L. Binswanger, Delirio, cit., pp. 59, 84-85.
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tropoanalitico dispone soprattutto di un mezzo: di un linguaggio metaforico, flessibile e articolato, capace di descrivere le strutture aeree, ignee,
telluriche, zoologiche, botaniche (Ellen West), elettriche (Aline),
urbanistiche, architettoniche (Jrg Zund) in cui prende corpo lesistenza stramba e fissata dello psicotico. Egli dispone di un corpo di concetti metaforici ispirato alla biologia o alletologia, ma anche alla fisica, alla
geologia, alla geometria o alla topologia in cui si incidono vuoti, picchi, punti di torsione e di rottura, in cui si iscrive il testo frammentario, discontinuo e quasi illeggibile dellesperienza dellalienato16. Binswanger un grande crittografo del testo metaforico intricato che d corpo
allesperienza umana. Egli un grande scopritore o creatore di metafore
perch la metafora quel mezzo di trasporto simbolico grazie a cui
lanalista tenta di portare alla luce unesperienza che altrimenti non ha voce.
La metafora infatti quel doppio vettore di spostamento e traslazione
immaginativa, quel volano circolare grazie a cui linterno comunica con
lesterno, il mondo interiore acquisisce la visibilit, la palpabilit e la concretezza del mondo esteriore e il mondo esteriore si anima della vitalit, della temporalit e dellemotivit della vita interiore17. Essa lo strumento grazie a cui linteriorit umana comunica con il suo Altro, al fine di comprenderlo nella sua alterit a partire da ci che pi direttamente e immediatamente agibile ed esperibile, ovvero a partire dal corpo proprio; ma anche ci che gli permette di comprendere ci che del corpo e di se stesso
nascosto al proprio sguardo ci che in esso oscuro, sfuggente, indeterminato, in divenire a partire da ci che pi direttamente visibile, udibile, tangibile, ovvero a partire dal suo Altro. Posto di fronte al compito di
teorizzare questo rapporto di circolarit comunicativa tra i diversi mondi
che coesistono in modo discordante nellesperienza dellalienato, posto di
fronte al compito di identificare il luogo esatto in cui lesperienza umana
diverge da quella animale, costituendosi in senso pieno come esperienza
metaforica e immaginativa, Binswanger arretra e preferisce considerare tale
pluralit di mondi e circolarit comunicativa in senso esistentivo, ovvero
come una declinazione, modificazione o attualizzazione ontica di quella
struttura esistenziale, unitaria ed universale, che lessere-nel-mondo
heideggeriano. Tentando di attuare questo raccordo empirico-trascenden16 [] come avviene molto frequentemente nella schizofrenia, il contenuto della metafora verbale viene assolutizzato, cio staccato dai membri della similitudine che stanno in reciproco rapporto, L. Binswanger, Der Fall Lola Voss, in Schweiz. Arch. f. Neur. u. Psych.,
vol. 63, 1949, trad. it. di G. Banti, in Id., Essere nel mondo, cit., p. 335.
17 A. Gehlen, Luomo, cit., pp. 325 sgg. G. Lakoff, M. Johnson, Metaphors We Live By, University Chicago Press, Chicago, 1980, trad. it. di P. Violi, Metafora e vita quotidiana, Bompiani, Milano,
1998; Id., (trad. it. di M. Cervi), Elementi di linguistica cognitiva, Quattro venti, Urbino, 1998;
M. Johnson, The Body in the Mind, The University Chicago Press, Chicago and London, 1987.
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tale tra strutture ontologico-esistenziali elaborate a livello di analisi filosofica, e le strutture esistentive elaborate a livello di una descrizione antropoanalitica che, a sua volta, sussume trascendentalmente i concetti empirici
della psicoanalisi o della psicopatologia Binswanger non si accorge di incorrere in difficolt di ordine diverso, che Straus, nei suoi testi pi tardi,
non ha esitato a rilevare. Esaminiamone alcune.
La prima difficolt riguarda il rapporto tra scienza e filosofia, ovvero
lincapacit di stabilire un rapporto veramente complementare, comunicativo e circolare, tra le scienze umane. La gerarchia che vede al proprio vertice la filosofia (lanalisi esistenziale heideggeriana) e sui gradini pi bassi,
rispettivamente, la psicoanalisi, la psichiatria e la neurofisiologia, intese come scienze dellhomo natura, una gerarchia ideale in cui le discipline che
stanno in alto pagano la loro superiorit di senso con una sorta di impotenza terapeutica. Ogni volta che lo psichiatra intende passare dal terreno
della comunicazione e della comprensione umana a quello della terapia, esso sembra infatti obbligato a scendere di livello proporzionalmente al grado
di efficacia auspicata. Tale impotenza terapeutica finisce per assegnare alla
relazione interumana riuscita che si stabilisce tra medico e paziente, grazie
al paziente lavoro di decifrazione metaforica del testo illeggibile dellesperienza del malato il valore regolativo di un modello comunicativo ideale, animato dalla carit cristiana e dallamore per laltro, ma che nella pratica terapeutica effettiva non pu, suo malgrado, esimersi dal fare appello alla
psicoanalisi, alla farmacologia e, in ultimo, alla camicia di forza18. In altri
18 Il carattere idealmente normativo della concezione binswangeriana della comunicazione
interumana non sfugge a Straus, il quale la considera inapplicabile nella situazione terapeutica
reale in cui il medico non mai pagato per mettere le proprie competenze professionali a disposizione di un solo paziente: La Daseinanalyse pretende che lo psichiatra vada incontro al
paziente come a un altro uomo, come a una totalit, in unautentica relazione comunicativa. La
prassi psichiatrica rimane ampiamente arretrata rispetto tale esigenza. E forse non senza ragione. [] Com possibile comprendere laltro nella sua completezza, senza darsi a lui completamente? Nessuno si aspetta dallo psichiatra che egli, in comunicazione esistenziale col paziente, faccia proprie le sue idee deliranti. Anche nellincontro fatale tra due esseri umani, laltro si
ritira sempre di nuovo nellombra del lui o del lei. La distanziazione oggettivante non un
tradimento esistenziale del malato; essa lindispensabile condizione dellattivit psichiatrica.
Che una relazione io-egli non possa divenire una relazione io-tu, una manifestazione primaria
della psicosi nel mondo della vita. Indicare le sue ragioni, rimane il nostro compito. La medicina ha a che fare con dei casi. Larte terapeutica ha assunto al suo servizio la scienza terapeutica. La scienza terapeutica pu per essere insegnata e venire appresa, soltanto se le sue
conoscenze vengono formulate in proposizioni che sono per tutti vincolanti, valide in molti
singoli casi. Le antropoanalisi di Binswanger sono state cautamente presentate come il caso
Ellen West, il caso Jrg Zund. Questi nomi designano i malati, cos come lei o lui, nella terza persona devono venire chiamati da ognuno nello spazio sociale. Con ci, non tuttavia ancor chiaro se essi debbano venire compresi come casi di una categoria nosologica o come disturbi dellordine del Dasein. Nel suo gabinetto lo psichiatra non incontra il paziente come un
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vit umana, che lantropoanalisi avrebbe il merito di portare alla luce, riconducendo tale componente esistentiva alle strutture esistenziali del Dasein, e in particolare allessere-per-la-morte, si introduce in modo non esplicito una componente normativa e valoriale derivata dallatteggiamento autentico o inautentico dellEsserci di fronte alla morte allinterno di categorie antropoanalitiche che si vorrebbero, in senso fenomenologico, puramente descrittive20. A questo primo inconveniente pratico-teoretico, se ne aggiunge uno a nostro avviso ancor pi grave. Anche se Binswanger ha a pi
riprese tentato di mitigare latteggiamento disolamento esistenziale del Dasein di fronte alla morte tramite forme di autenticit meno solitarie e
maggiormente legate allintersoggettivit della comunicazione e della comunione nellamore, lantropoanalisi non riuscita mai ad emanciparsi totalmente dalla condizione di solitudine individuale che grava sullanalisi esistenziale21. Bench il Dasein sia riconosciuto fin dallinizio come intrinse20 A questo riguardo, vale la pena di riportare ci che Straus nel testo degli anni 60 che
abbiamo citato afferma a proposito della categoria heideggeriana dellautenticit, della sua
ricaduta sulla Daseinanalyse di Binswanger e, pi in generale, del rapporto, in un certo modo ambiguo, tra questultima e la psichiatria: La Daseinanalyse [] si sente servitrice della
psichiatria dellautentica colonna vertebrale della scienza psichiatrico-medica (Binswanger). Questo ruolo ancillare non tuttavia il suo ruolo principale. La Daseinanalyse in principio del tutto possibile senza il metodo psichiatrico-clinico. Essa, innanzi tutto, lavora ai fondamenti delledificio della psichiatria. Il confronto, a cui aspira la Daseinanalyse, tra i mondi
della vita dei malati di mente e degli esseri umani sani, oggettivamente e metodicamente fondato sullanalisi fenomenologico-apriorica, ontologica di Hedegger, e sulla fenomenologia della
costituzione trascendentale di Husserl. [] La stretta connessione con lanalitica del Dasein,
cos come essa stata presentata in Essere e tempo, si rivelata tuttavia essere anche un peso
per la Daseinanalyse e attraverso di essa per la psichiatria. Heidegger, al contrario di Freud,
non viene certo dalla psichiatria, e non si neppure diretto verso di essa. Anche lopposizione
dellautenticit e dellinautenticit, e cio della possibilit del Dasein di assumersi o di perdersi [non] deve essere compresa [] come sono ormai inclini a credere soprattutto gli psicoterapeuti come una caratterizzazione psichiatrica e una valorizzazione. La descrizione heideggeriana del Si non lascia dubbi sul fatto che la stragrande maggioranza degli uomini che
non soffrono n per s, n per il mondo, e neppure fanno soffrire eccessivamente gli altri, vivono nel Si piuttosto comodamente e soddisfacentemente. [] Se linautenticit fosse da intendere
non come esistenziale, bens come categoria psichiatrica, allora noi psichiatri dovremmo invitare
nel nostro studio lintera umanit, presupponendo presuntuosamente che noi siamo riusciti non
solo a capire il nostro s grazie alla nostra formazione, ma anche che siamo in grado di aiutare gli
altri a compiere la stessa cosa, E. Straus, Psychiatrie und Philosophie, cit., p. 928. Queste critiche
rivolte alla Daseinanalyse di Binswanger e al suo rapporto di sudditanza nei confronti dellanalisi
esistenziale non devono essere per comprese si affretta ad aggiungere Straus come una definitiva liquidazione, ma come un tentativo di preservare, per il presente e per il futuro, ci che vi
di valido nellapporto della Daseinanalyse per la psichiatria.
21 Secondo Straus, una delle prerogative della Daseinanalyse dovrebbe proprio essere
quella di portare alla luce il carattere sociale, politico, familiare e, pi in generale, comunicativo, della malattia mentale, cfr. E. Straus, Psychiatrie und Philosophie, cit., p. 927. In ragione di
ci che abbiamo messo in luce nella nota precedente, rimane tuttavia da chiedersi se, e in che
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camente storico e sociale, lanalisi binswangeriana della follia assurge raramente a una dimensione storica, politica e sociale22. Essa rimane spesso confinata nello spazio ristretto dellindividuo atomizzato, adulto e borghese,
di un individuo il cui rapporto con la famiglia, con il contesto sociale
dorigine, con lambiente culturale, preso in considerazione soltanto a livello clinico, ma non nellambito dellelaborazione teorica e della descrizione delle strutture trascendentali dellesistenza. Ci conduce a una separazione tra genesi empirica e strutture trascendentali che Binswanger percepir in seguito come insufficiente e tenter di ovviare ricorrendo in ultimo a
Husserl e al punto di vista complementare della genesi empirico-trascendentale. Anche questultimo tentativo di recuperare il problema della genesi
allinterno dellanalisi antropologica della follia non gli permetter tuttavia
di reintegrare la dimensione storico-politico-sociale, e neppure quella dimensione dellesistenza che non conosce ancora lessere-per-la-morte, le decisioni inautentiche e le responsabilit esistenziali, ma in cui affonda le sue
radici pi tenaci la follia: linfanzia. In modo inconfessato e paradossale, forse a una sorta di fenomenologia pura della condizione infantile che ha tentato
di avvicinarsi Straus con la sua ontologia del sentire: la quasi-animalit del
sentire, messa criticamente in luce da Binswanger, potrebbe in tal senso essere intesa come una metafora della condizione di puro sentire in cui si trova chi
non ha ancora raggiunto la stazione eretta, luso articolato della mano, il potere daffermazione e negazione della realt veicolato dal linguaggio23.
La terza difficolt riguarda Binswanger solo indirettamente, nella misura
cio in cui egli ha compreso solo in parte, o forse troppo tardi, il fatto seguente: la dottrina heideggeriana del Dasein non pu fornire allanalisi fenomenologico-antropologica della follia uno strumento sufficientemente efficace proprio perch essa, a scapito delle sue pretese totalizzanti, non riesce a offrire una descrizione veramente unitaria delle strutture dellesseremisura, Straus consideri questo obiettivo come mancato e quanta responsabilit debba essere
attribuita alleccessiva influenza di Heidegger sulla Daseinanalyse di Binswanger.
22 Aperture in tal senso sono presenti nellanalisi binswangeriana del manierismo, in cui
lalienazione pare prodotta dalladesione rigida e fissata a ruoli, stereotipi e schemi sociali
vuoti. Binswanger sembra non prendere tuttavia in considerazione il fatto che tali maschere,
scudi e veli possano essere anche imposti socialmente dallalto come avviene nellattuale
societ dello spettacolo. Ladesione a tali ruoli appare qui una questione dadattamento e
sopravvivenza per chi vuole evitare lesclusione e lisolamento, piuttosto che una questione
di decisioni infondate e auto-inganno. Sulla scorta dellironica affermazione di Straus (cf. nota
precedente), ci si pu allora chiedere se, in una situazione storica di questo genere, il gabinetto
psichiatrico ospiti pi frequentemente esistenze manierate o coloro che ricercano seriamente
lautenticit. Oppure ci si pu chiedere fino a che punto la Zeitkritik possa legittimamente orientare la psichiatria. L. Binswanger, Drei Formen missglckten Daseins, Niemeyer, Tbingen, 1956,
trad. it. di E. Filippini, Tre forme di esistenza mancata, Bompiani, Milano, 2001, pp. 214 sgg.
23 Cfr. F. Leoni, Follia come scrittura, cit., pp. 148 sgg.
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nel-mondo umano. Affermare per esempio che lessere-nel-mondo sempre e in ogni modo essere-con-gli-altri non spiega ancora in che modo si
costituisca effettivamente questa intersoggettivit originaria e cosa renda
inoltre possibile al singolo Dasein di separarsi da essa, fino a comprendere
se stesso in totale isolamento e solitudine. Le Grundformen tenteranno di
rielaborare questo insieme di problemi fino a mostrare che il processo che
conduce alla separazione dagli altri pu condurre non soltanto alla scelta
autentica, ma anche allisolamento autistico e alla follia. Incluso il prendere
parte attiva, bisognerebbe aggiungere, alla follia nazionalsocialista. Ma
c un altro punto che importante considerare. La totalit strutturale messa in luce dallanalisi esistenziale non spiega del resto ancora che ruolo giochino, in tale processo di costituzione sottrattiva della soggettivit a partire dallintersoggettivit, listanza del linguaggio, la struttura del discorso e
la voce della coscienza; in che modo il reticolo di rimandi su cui poggia il
discorso sia costituito dal linguaggio oppure si fondi sulla struttura di appagativit in cui irretito lutilizzabile intramondano grazie allazione manipolatrice della mano; in che modo infine listanza pragmatica, costruttiva e attiva della mano si accordi con listanza passiva e intuitiva dellocchio, istanza
in parte solitaria per la quale ci che si manifesta il colore per esempio
sempre vero, indipendentemente da ci che ne affermer il giudizio
per mezzo del linguaggio. In altri luoghi, abbiamo tentato di mostrare che
queste tre istanze antropologiche dellocchio, della mano e della voce-udito
non pervengono mai a una reale sintesi allinterno dellontologia dellEsserci e che tale separazione di ambiti sensoriali-esperienziali viene metaforizzata in tre dottrine della verit contrastanti che predominano su altrettanti piani metateorici incommensurabili: sul piano intuitivo e puramente
descrittivo del fenomeno e della verit (oculare) fenomenologica; sul piano
prettamente attivo e costruttivo dellutilizzabile intramondano e della verit
(manuale) pragmatica; sul piano circolarmente comprendente, anticipante e
rammemorante, del discorso e della verit ermeneutica (fono-uditiva e linguistica)24. Come gi notato, queste difficolt diventano evidenti nel momento in cui le categorie esistenziali vengono utilizzate al fine di elaborare
una dottrina della follia. Esse producono allora le difficolt, cui abbiamo
accennato, concernenti il problema di definire il modo esatto in cui, nellesperienza delluomo normale e nellesperienza dellalienato, si configuri
in modo contrastivo il rapporto tra immanenza e trascendenza, il rapporto
comunicativo tra mondo interno, mondo esterno e mondo comune, laccordo o il disaccordo tra lasciar essere e anticipazione, tra progettualit e gettatezza. Binswanger tenter di superare tali problemi inaggirabili oltrepas24 Cfr. A. Gualandi, Uomo, linguaggio, modernit in Heidegger e Gehlen, in Discipline filosofiche, IX, 2, 1999, pp. 268 sgg.
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sando il punto di vista della descrizione delle strutture esistenziali, e recuperando la dimensione husserliana della genesi. Straus tenter di affrontarli
invece sul terreno estesiologico dellanalisi dei sensi e dei diversi modi in cui
locchio, la mano e lorecchio ci garantiscono un accesso allalterit del
mondo25. Tramite questo spostamento essi sperano di risolvere infine un
problema irrisolvibile allinterno della dottrina heideggeriana che presuppone lidentit immediata tra essere-con-gli-altri ed essere-nel-mondo: il
problema di capire come il malato possa giungere ad invertire la relazione
comunicativa che lessere umano intrattiene con lAltro e con il mondo al
punto da giungere ad attribuire allAltro ci che appartiene alla propria coscienza, al punto da far parlare con i propri pensieri il mondo. Il fenomeno del delirio psicotico e dellallucinazione, in cui si manifesta in tutta la sua
gravit lalienazione, diviene cos un importante banco di prova per una teoria delluomo e della ragione. Lestesiologia di Straus ci mostrer infine
che tale fenomeno permane incomprensibile fino a quando non lo si pone
sul terreno fono-uditivo del suono e della voce. Per il momento limitiamoci
ad analizzare in modo pi preciso alcuni temi, prendendo spunto dalla recensione che Binswanger ha dedicato allopera principale di Straus.
2.Tra Allon e Heteros
Dopo unintroduzione che pone laccento sul mutamento paradigmatico che separa il nuovo ideale scientifico (delle scienze fenomenologiche
delluomo) dalle discipline scientifiche ottocentesche, ancora asservite agli
ideali positivistici di esattezza sperimentale della scienza cartesiano-newtoniana, la recensione di Binswanger esordisce con unaffermazione che
non pu non suscitare sorpresa in un lettore preparato ad una entre en matire pi amichevole nei confronti di Straus: Da questo punto di vista si
tratta di prendere le difese di Descartes contro Straus26. Come intendere
questa affermazione teoricamente spiazzante che non trova nessun riscontro
esplicito nel seguito del testo? Qual la posta in gioco di questa presa di distanza preliminare al percorso che Binswanger intende tracciare attraverso
25 In Psychiatrie und Philosophie, cit., p. 935, Straus polemizza duramente con la concezione heideggeriana dellutilizzabile intramondano (Zuhanden), inteso come matrice originaria
del significato che si deposita nel linguaggio quotidiano e come modello predominante di rapporto allente, rispetto cui lente naturale (Vorhanden) risulta secondario e derivato. Tale critica giunge fino a mettere in discussione lo statuto di verit delle categorie heideggeriane. Per
unanalisi di questi problemi pi favorevole a Heidegger, ma sempre connessa con il problema della
differenza antropologica, cfr. V. Costa, Esperire e parlare, Jaca Book, Milano, 2006.
26 L. Binswanger, Vom Sinn der Sinne. Zum gleichnamigen Buch von Erwin Straus, in Archiv fr Neurologie und Psychiatrie, XXXVIII, 1, 1936, p. 4. Nelle pagine che seguiranno, i
riferimenti a questa recensione saranno contenuti nel testo tra parentesi tonde.
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rie dessenza che le differenti modalit sensoriali intrattengono con lesserecon-gli-altri? Secondo Binswanger, tali domande non possono assolutamente essere messe da parte. Esse sono talmente urgenti da perseguitarci finch non abbiamo trovato una risposta convincente. E questa risposta suona
cos: Straus poteva trascurare il riferimento al con-essere della comunicazione simpatetica solo perch per dirlo in breve nel sentire il mondo
non viene affatto vissuto come mondo, bens come tu. (Lasciamo qui in sospeso in che misura ci vale anche per lanimale; ovviamente ci non vale
nel senso dellautentico tu, del tu dellamore). In altri termini, il mondo del
sentire non pu venire esaurito senza considerazione dellinterumana relazione io-tu dellamore e dellodio e della relazione religiosa io-tu dellamore
per Dio e della fuga da Dio (p. 22).
Soffermiamoci sulla risposta di Binswanger al fine di valutare ci che
essa, da un lato, chiarisce, e ci che essa, dallaltro, complica. Nella prima
parte della risposta, Binswanger rende manifesta linversione fondamentale
che ha avuto luogo nella dottrina di Straus inversione tra lambiente naturale e il mondo umano che gli ha reso possibile definire il rapporto sensibile
con il mondo come un rapporto con lalterit in generale32. In tal senso,
la dottrina strausiana del sentire parrebbe fin dallinizio organizzata in funzione di una trasposizione metaforica dal mondo umano sullambiente naturale che Straus ha il merito di intuire, ma di cui non pu renderne pienamente ragione perch non ne coglie lautentica origine. Lobiezione di Binswanger pare ancora una volta cogliere nel segno, tanto pi che nelle ultime
opere di Straus questorigine e trasposizione emergono chiaramente. Per
comprendere tutta la portata di tale mutamento, operiamo una distinzione
allinterno di quel generico Altro di cui ci parla Straus. Chiamiamo Allon
lambiente naturale con cui sensorialmente in rapporto il nostro corpo, e
Heteros lalter-ego umano che risponde ai nostri appelli e collabora con i
nostri progetti e intenzioni fin dalla prima infanzia. Se nel mondo delladulto, lHeteros si staglia come una parte sullo sfondo unitario della totalit dellAllon, nel mondo del bambino ha luogo una curiosa inversione,
di cui Straus ci rende conto cos: Nei primi mesi della storia di vita individuale, per il lattante, che del resto sempre anche un vivente trasportato,
Allon e Heteros non sono ancora chiaramente separati. Dobbiamo chiaramente riconoscere che nella prima infanzia lAllon ancora incorporato
nella madre provvidente, la quale esperita nella sua interezza come colei
che risponde. Soltanto con lo sviluppo della motilit viene scoperto, passo
dopo passo [] lambiente circostante. La separazione si compie contemporaneamente alla fase della stazione eretta, nella misura in cui il bambino,
con lalzare la testa, con landare a carponi, con lergersi in piedi e con il
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dallamore che luomo nutre per Dio? In che modo il rapporto con lAltro
sia esso essere umano o Dio pu condizionare il rapporto con noi stessi e
con il mondo fino a inserire la sua mediazione nel pi profondo dellesperienza sensibile, in quellambito di certezza intuitiva in cui luomo, al pari
dellanimale, pareva immerso in una sorta di comunione immediata con il
mondo, in una sorta di paradiso perduto da cui il linguaggio e la conoscenza lo vengono a scacciare? E introdurre in tal modo lintersoggettivit
fin nel cuore della sensibilit, non significa riavvicinarsi pericolosamente a
Descartes il quale ha potuto in fin dei conti ritrovare la realt e sfuggire alla
follia soltanto per mezzo della mediazione (onto-teologica) di Dio?
Nella recensione di cui trattiamo, Binswanger non fornisce una risposta chiara a queste domande. Per fornirvi una risposta, egli avrebbe dovuto
rischiare di pronunciarsi pi nettamente sulla differenza che distingue la
struttura comunicativa che caratterizza lesperienza delluomo dalla struttura istintiva che caratterizza in modo pi ampio e profondo lesperienza
dellanimale. Egli avrebbe dovuto definire in che modo in questa differenza che Binswanger finir per considerare sacra sinserisca il problema della mediazione divina. In assenza di tale precisazioni, il richiamo
binswangeriano al carattere fondativo della relazione comunicativa io-tu
corre a sua volta il rischio di apparire soltanto come una trasposizione metaforica, come una personificazione poetica, o come unidealistica romanticheria. E in effetti, proprio in rapporto alla filosofia romantica della natura che Binswanger precisa il carattere fondante e trascendentale della relazione comunicativa che gi a livello del sentire si stabilisce tra luomo e
lambiente naturale. Il riferimento ad una citazione strausiana della Farbenlehre permette a Binswanger di mostrare che in tale relazione comunicativa
la Natura occupa letteralmente il posto del tu: Egualmente la Natura si
manifesta a un altro senso. Si chiuda locchio, si apra e si affini lorecchio, e
dal pi leggero alito fino al pi selvaggio rumore, dal pi semplice suono fino al pi elevato accordo, dal grido pi vigoroso e passionale fino alle pi
delicate parole della ragione solo la Natura che parla e rivela la sua presenza, la sua forza, la sua vita e le sue relazioni, cos che un cieco, a cui
sfugge linfinito visibile, pu cogliere nelludibile linfinito vivente. In questo passo della Farbenlehre, suggerisce Binswanger, la struttura comunicativa della relazione che luomo intrattiene con il mondo emerge con chiarezza
perch il genio di Goethe ha intuito che, nellautentico sentire, lintera Natura si trasforma letteralmente in persona e si rivela e ci parla in forma di
tu. Tuttavia, precisa Binswanger, tale personificazione della Natura in
forma di tu non va intesa come una semplice figura poetica o come una
prosopopea retorica, come una trasposizione metaforica della struttura-tu
dal mondo umano sulla natura esterna. Come Scheler ha mostrato, si tratta
piuttosto di una struttura-tu essenziale ed a priori che precede la conoscen-
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tura assomiglia per certi versi a quello che caratterizza lautistico schizofrenico per il quale laltro uomo e la natura sono soltanto una cosa muta,
che tace e si nasconde: In netto contrasto [con latteggiamento dialogico
goethiano], lo schizofrenico pu fornirci lesempio di un io per il quale il tu
in gran parte o completamente tace (cosa che Straus non ha preso in considerazione, ma che era gi contenuta in forma descrittiva nella teoria dellautismo di Bleuler). Lautismo schizofrenico non in ogni caso un processo
nellorganismo o in unanima singola, bens una deviazione determinata
e chiaramente determinabile della relazione io-tu sia nellambito con-mondano che in quello ambientale. La relazione dello schizofrenico con il paesaggio diversa da quella del sano, in quanto e nella misura in cui egli non
pu pi comportarsi amorevolmente nei confronti del con-mondo e dellambiente (pp. 23-24). In conclusione, limpostazione ontologico-ermeneutica che Binswanger eredita, in parte da Heidegger, in parte dalla tradizione idealistico-romantica, conduce a una svalutazione epistemologicoesistenziale del valore di verit della scienza naturale ancor pi radicale di
quella di Straus.
Ma c ancora un ultimo punto su cui ci pare necessario riflettere. Commentando le parole tratte dalla Farbenlehre, Binswanger sembra trascurare
un fatto piuttosto importante: bench la citazione di Goethe inizi con le parole si chiuda locchio, si affini lorecchio, e sia tutto centrato sul modo in
cui la Natura si rivela tramite la sua espressivit sonora e quasi-musicale
allaltro senso, al senso delludito (e ci fino al punto daffermare che anche un cieco pu coglierne il principio infinitamente vitale intendendola
parlare), Binswanger sembra interpretare tale passo riferendolo in modo
paritetico al vedere e alludire. Binswanger sembra in altre parole non
prestare attenzione alla differenza sensoriale e allasimmetria strutturale
che c tra il vedere, ludire e il toccare, al fatto cio che le diverse modalit sensoriali hanno un peso e un valore diverso perch svolgono una funzione diversa nella relazione comunicativa che unisce lessere umano agli altri e allambiente. Tale diversit di funzioni, che affonda le proprie radici
nel corpo vissuto delluomo ancor prima di fornire un fondamento alle strutture astratte e a priori del Dasein esistenziale, stata a pi riprese al centro
dellinteresse di Straus. Dopo avere rivolto la nostra attenzione critica alle
ricerche di Straus relative a tale questione, tenteremo di mostrare che proprio in ragione del suo incorporamento nella peculiare struttura sensoriale delludito e della voce, la relazione comunicativa di cui abbiamo trattato
sulla scorta di Binswanger non soltanto una metafora romantica. Ma prima
di affrontare questa questione dobbiamo osservare che quei caratteri di
pesonificazione, di scambio comunicativo con un mondo che sembra parlarci nella forma del tu, sono identificati nellultima importante opera
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di Binswanger non come i caratteri segreti di una saggezza superiore, bens come i segni peculiari dellalienazione.
3. Lalienazione fono-uditiva
In un saggio pubblicato a pi riprese tra il 1948 e il 1958, Erwin Straus
ricostruisce le linee essenziali della sua dottrina, fino a giungere, nel terzo e
ultimo paragrafo, a trattare del tema che d il titolo allo stesso saggio: Estesiologia e allucinazioni. In tale paragrafo conclusivo sono contenute alcune
analisi estesiologiche e psicopatologiche che hanno una notevole rilevanza
per la nostra indagine. Scrive Straus in una pagine finale del saggio: Parlando di allucinazioni pensiamo che le voci udite dal malato siano le sue
voci, che egli esperisca qualcosa che appartiene a lui come appartenente
allAltro. Chiamo mio ci di cui posso disporre, ci che mi si adegua, che
mi presta attenzione, che mi appartiene, inoltre ci che produco, che ho
prodotto oppure ci cui appartengo e che vanta dei diritti su di me; in breve ci su cui ho un immediato potere di creazione o di disposizione. Lo
spostamento del confine tra mio e suo quale si instaura nel sentire le
voci ci rivela un cambiamento nella sfera della libert, unalterazione
centrale del rapporto interumano34. Queste considerazioni, apparentemente banali, sullalienazione uditiva del malato, rappresentano in realt una
sfida ancora aperta per la psichiatria sia che si intenda questultima, sulla
scorta delle neuroscienze contemporanee, come una scienza dellhomo natura, sia che la si intenda come volevano, in modi diversi, Straus e Binswanger come una scienza delluomo colto nellinterezza delle sue determinazioni spirituali e corporee. Esse rappresentano inoltre una sfida per la
filosofia, la quale non pu pi esimersi, nel proporre una concezione filosofica della ragione, dallelaborare al contempo una concezione di ci che ne
rappresenta lantitesi, cio la follia. Allinterno del paradigma del Cogito auto-evidente di stampo cartesiano, kantiano e husserliano come dar conto
del fatto che qualcosa che presente alla coscienza come mio, in quanto
prodotto da me, sia sistematicamente (auto)-interpretato come suo, in
quanto prodotto dallAltro? Come si produce questalterazione fondamentale dei rapporti di inclusione dei contenuti di coscienza, questo scompaginamento della normale partizione di tali contenuti nel senso interno o nel
senso esterno partizione che in Kant precede e condiziona lapplicazione dei Principi a priori dellintelletto e il normale funzionamento delle
34 E. Straus, Aesthesiology and Hallucinations, in R. May, E. Angel, H.F. Ellenberger,
Existence New York, 1958, trad. it. di P. Gambazzi, Estesiologia e allucinazioni, in E. Minkowski, V. von Gebsattel, E. Straus, Antropologia e psicopatologia, Bompiani, Milano, 1967, p.
226.
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35 E. Straus, Die sthesiologie und ihre Bedeutung fr das Verstndnis der Halluzinationen,
Zeitschrift fr Psychiatrie und Neurologie, 182, 1949, ora in Id., Psychologie der menschlichen Welt, cit., p. 268, cfr. il seguito.
36 L. Binswanger, Delirio, cit., p. 53.
37 Ivi, pp. 74, 77-78. Cfr. anche Id., Studien zum Schizofrenieproblem: Der Fall Suzanne
Urban, in Schweizer Archiv fr Neurologie und Psychiatrie, 1952-1953, trad. it. di G. Giacometti, Il caso Suzanne Urban, Marsilio, Venezia, 1994, p. 60.
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141. Su questi temi, cfr. A. Ruco, Lineamenti estesiologici e antropologici nella riflessione di Straus,
Univ. di Bologna, in corso di pubblicazione.
45 E. Straus, Vom Sinn der Sinne, cit., pp. 212, 398 sgg.; E. Straus, Die sthesiologie und
ihre Bedeutung, cit., p. 257.
46 E. Straus, Psychiatrie und Philosophie, cit., p. 964.
47 E. Straus, Die sthesiologie und ihre Bedeutung, cit., p. 262.
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48 E. Straus, Vom Sinn der Sinne, cit., p. 343. Id., Die Formen des Rumlichen, in Psychologie der menschlichen Welt, cit., pp. 147 sgg.
49 E. Straus, Die sthesiologie und ihre Bedeutung, cit., p. 261.
50 E. Straus, On Obsession, cit., pp. 9-19, 26 sgg.
51 Ivi, pp. 37, 40 sgg.
52 E. Straus, Die sthesiologie und ihre Bedeutung, cit., p. 259.
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Straus il ruolo pi importante53. la deformazione strutturale del normale rapporto fisiognomico con lAllon rapporto che funge da norma in
quanto riferito alle potenzialit medie, specie-specifiche del genere umano
che produce la deformazione ossessiva del rapporto con lHeteros, e non
linverso54. Lesperienza di una compiuta e riuscita comunicazione con
lAltro resa inaccessibile al malato in ragione della deformazione di queste
strutture antropobiologiche basilari e non, come vorrebbero Freud e Binswanger, in ragione di una sorta di insufficienza spirituale, dirrigidimento
o ipotrofia della sfera della libert, dincapacit di agire e di operare una
scelta valoriale e normativa in direzione dellHeteros55.
Nel mondo dellossessivo la deformazione della struttura simpateticocomunicativa basilare pu investire anche il rapporto con la parola, ma non
pu essere attribuita a un rapporto in se stesso distorto con il linguaggio.
Nellesperienza dellossessivo, la parola e il linguaggio sono dei veicoli attraverso cui si propaga, in modo rapido ed efficace, la contaminazione quasi-tattile del putrido e della morte56; ma la forza pervasiva del suono e la
forza evocativa del nome non sembrano ancora impossessarsi della sfera pi
intima della carne. La stessa cosa sembra tuttavia non valere per le psicosi
che hanno unorigine endemica, e non pi sintomatica, e in particolare per
la schizofrenia. Come anticipato, Straus sembra addentrarsi in questo campo con molta prudenza e con alcune incertezze, come se il rapporto sensoriale con lAllon si sovrapponesse qui con la sfera peculiare dellHeteros;
come se il dominio delle disposizioni strutturali e delle predisposizioni genetiche interferisse profondamente con il dominio della biografia e della
storia; come se il sistema dei bisogni primari interagisse con il dominio
dellintersoggettivit e dellautodeterminazione; come se il livello della selfpreservation si sovrapponesse qui a quello della self-realization57; come se si
aprisse di nuovo, qui, lo spazio per unantropologia di tipo pi alto alternativo e, in parte, coestensivo con la Daseinanalyse di Binswanger58. Ci
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sentire che caratterizza tutto il suo primo anno di vita e che lo pone in una
situazione di svantaggio rispetto a ogni altro animale, di disadattamento rispetto al mondo circostante63. per tale ragione che, nei rituali di caccia, il
suono immancabilmente invocato per restituire coesione al gruppo, e che
i passi di danza permettono di orientare collettivamente gli individui nelle
diverse fasi della caccia dellanimale64. Ma il potere della parola e del linguaggio pare assorbire in s e al tempo stesso oltrepassare quello del suono.
Il suono passa e non lascia traccia; nulla invece come prima dopo che
entrato in gioco il linguaggio65. Contrariamente a ci che vorrebbero i nominalisti, generalizzazioni e astrazioni precedono il linguaggio poich non ci
sarebbe altrimenti nessuna possibilit di categorizzare i suoni stessi che
compongono il linguaggio. Esse sono connaturate in un corpo senziente e
s-movente che categorizza e valorizza lambiente in funzione dei suoi bisogni e delle sue azioni. Grazie al linguaggio, tuttavia, tali generalizzazioni trascendono il qui ed ora del momento presente e dellambiente circostante e
divengono stabili e permanenti: divengono dei nomi66. Grazie a dei nomi
che passano di bocca in bocca, mantenendosi relativamente stabili nel loro
suono e nel loro riferimento a una realt esterna (gi discriminata sensorialmente), gli esseri umani anticipano il futuro o rievocano una realt che
non pi attualmente presente. Grazie a parole che si combinano in proposizioni, gli esseri umani si dispongono in un rapporto con la realt che non
pi confinato al proprio mondo privato, ma che si pone gi, al posto
dellaltro, in un mondo comune. Grazie a delle proposizioni che sono
implicitamente affermate come vere, ma che contengono anche la possibilit del falso, essi anticipano il possibile consenso o dissenso dellAltro67.
solo per mezzo del linguaggio che giunge a compimento quella sintesi intenzionale del tempo che Binswanger spiegava ricorrendo di nuovo a Husserl, perdendo per di vista ci che aveva messo in evidenza per mezzo di
Heidegger: la funzione proiettiva-anticipativa, ritenzionale-rammemorante,
del linguaggio. I nomi propri esonerano il bambino dalla prensione tattile
delle cose e sostituiscono gradatamente il gesto indicativo della mano68. I
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sfero destro78. Se una situazione di questo tipo ipotizzabile allora possibile che linterlocutore silente che coabita il nostro corpo si impadronisca
improvvisamente dei nostri pensieri o dia consistenza sonora al conflitto
che agita la nostra mente. Se una situazione strutturale di questo tipo immaginabile, ci risulter pi facile comprendere, se non ancora del tutto
spiegare, lambigua situazione esemplificata dal caso Urban, in cui le voci
sadiche sono percepite come quelle di un Altro pur sapendo che esse le appartengono. Oppure il caso di Aline, in cui il suo cervello pensa sotto linflusso di congegni meccanici che agiscono sulla parte posteriore della scatola cranica. Oppure il caso di Goethe e Strindberg in cui lindistinzione originaria del suono vissuta come identificazione infantile con tutto ci
che respira e stormisce, con una Natura che a tratti personificata in modo
violento e ostile, a tratti in modo lirico e fusionale. Ma ritorniamo ora alla citazione di Straus con cui abbiamo iniziato questo capitolo.
Lo spostamento del confine tra mio e suo quale si instaura nel
sentire le voci ci rivela un cambiamento nella sfera della libert, unalterazione centrale del rapporto interumano. Nella versione tedesca, lo stesso
passo attribuisce invece tale spostamento a unalterazione centrale dellaffezione [des Bettroffenseins]: ci che afftta qui il malato presumibilmente lAllon79. Ora sappiamo che questa ambiguit tra lAllon e lHeteros
ha un senso. Il sistema fono-uditivo costituisce il punto di raccordo tra queste due realt: la sua deformazione conduce alla confusione tra ci che appartiene a me o allAltro, ma anche alla confusione di ci che appartiene
allHeteros e allAllon. La destrutturazione fono-uditiva ha come conseguenza la dissociazione del pensiero, la perdita del senso di appartenenza a
s della coscienza, una sorta di ritorno alle fasi iniziali della vita del suono. La facolt di autodeterminazione, di decidersi liberamente per luna o
per laltra possibilit esistenziale, non pu non risultarne profondamente
compromessa. Nellessere umano adulto, ogni rapporto di trascendenza
con il mondo, con lambiente naturale o con lalter-ego, viene subordinato,
organizzato e controllato dal processo immaginativo di anticipazione e ricognizione uditiva. Grazie a tale anticipazione e verifica silenziosa, il mondo
intero pare irretito nelle maglie immateriali della nostra coscienza, la trascendenza sembra dischiudersi magicamente allinterno dellimmanenza.
Poich ogni contenuto di coscienza organizzato in funzione di questa
struttura uditiva, tale orizzonte non dischiude solo un insieme di contenuti
78 Cfr. la teoria bicamerale della schizofrenia di J. Jaynes, The Origin of Consciousness in
the Breakdown of the Bicameral Mind, 1976, trad. it. di L. Sosio e A. Sassano, Il crollo della mente
bicamerale e lorigine della coscienza, Adelphi, Milano, 1984, pp. 126, 485 sgg., ove lautore si riferisce direttamente a Straus per quanto riguarda la teoria delle allucinazioni e della schizofrenia.
79 E. Straus, Die sthesiologie und ihre Bedeutung, cit., p. 268.
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