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Complementi di Analisi
per Informatica
***

Capitolo 5

Spettrografia
a

Raggi Infrarossi

Sergio Benenti
7 settembre 2013

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asse x

Sample

Detector

SB

Indice
5 Spettrografia a raggi infrarossi

5.1 Lambiente fisico . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

5.2 Lambiente matematico . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

5.3 Richiami sulla TdF . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

5.4 Linterferogramma monocromatico . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

5.5 Linterferogramma policromatico . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 10


5.6 Dallinterferogramma policromatico allo spettro. . . . . . . . . . . . . . 11
5.7 Errori . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 13
5.8 Auto-eliminazione dellerrore di fase . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 14

ii

Capitolo 5

Spettrografia a raggi infrarossi


5.1

Lambiente fisico

Ogni struttura sufficientemente elastica possiede delle frequenze proprie o frequenze di rinonanza: sollecitate da unazione esterna con una di tale frequenze, si pongono
in vibrazione. Linsieme delle frequenze di risonanza si chiama spettro di risonanza.
Le molecole si distinguono fra loro perche dotate di uno spettro di risonanza
caratteristico, le cui frequenze per`
o sono molto elevate: nella fascia dellinfrarosso.
Si pu`
o allora pensare di costruire una macchina per lanalisi chimica strutturata secondo lo schema di figura 1.

Sample

Source

Detector

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|||||||

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axis

Tuner of infrared
frequencies

Input: wavenumber .

Fig. 1

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Output: intensity I(
)
of the light.
SB

Una sorgente emette fasci di raggi infrarossi con numero donda finemente regolabile.1
1

Il numero donda `e linverso della lunghezza donda: = 1/.

Capitolo 5. Spettrografia a raggi infrarossi

Questo fascio attraversa il campione da esaminare e arriva ad una cellula fotoelettrica


che ne misura lintensit`
a di campo.2 Se il scelto non `e di risonanza, (quasi) tutta
lintensit`
a di campo della sorgente arriva al rivelatore. Se invece il `e di risonanza,
allora il campione si mette in vibrazione e assorbe energia. Il rivelatore prende nota
che per quel valore di si ha un picco, verso il basso, dellintensit`
a di campo. Facendo
variare nella banda degli infrarossi, si viene a costruire su di un monitor lo spettro
di risonanza I(
), cio`e un grafico costituito da una serie di picchi in corrispondenza
ai numeri donda di risonanza.
Il chimico sa riconoscere da questo spettro la composizione del campione, perche
conosce gli spettri di tutti gli atomi e di tutte le molecole.
Purtroppo per`
o, per quanto brillante, questidea non `e realizzabile perche la tecnologia
non ha ancora saputo costruire un generatore di infrarossi a frequenza variabile.
Non essendo possibile costruire una sorgente a raggi infrarossi di frequenza variabile,
lunica alternativa `e quella di irradiare il campione con un fascio di raggi infrarossi a
largo spettro utilizzando un interferometro di Michelson3 schematizzato in Fig. 2.

Specchio fisso

SB

Beamsplitter

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Specchio
mobile

Sorgente
di raggi infrarossi
ad ampio spettro

asse x

Detector

Fig. 2

d: distanza di O dal detector.


f: distanza di O dallo specchio fisso.
m: distanza di O dalla specchio mobile.
s: distanza di O dalla sorgente.
I(h)

Computer

Interferogramma
policromatico

I(
)

Spettro di
risonanza

Questo apparecchio `e costituito dai seguenti elementi:


2
3

Questa `e il valor medio in un periodo della densit`


a denergia. Vedi pi`
u avanti.
Il cui ruolo nella teoria della relativit`
a ristretta `e ben noto.

Monitor

5.1. Lambiente fisico

Una sorgente di raggi infrarossi a largo spettro (policromatici) paralleli ad un


asse x.
Un beamsplitter, costituito da un vetrino piano posto a 45 rispetto allasse x,
il cui centro si fa coincidere con lorigine O dellasse.
Uno specchio mobile perpendicolare allasse x in grado di traslare lungo questo.
Uno specchio fisso piano, parallelo allasse x.
Un campione chimico da esaminare.
Un detector (unapparecchiatura fotovoltaica) capace di misurare quello che
chiameremo interferogramma policromatico, rappresentato da un segnale
I(h), funzione di una variabile h detta scan, di cui vedremo il significato. Questo
segnale viene inviato ad un computer per una sua elaborazione matematica,
illustrata nella successiva figura 3. Lo scopo finale di questa elaborazione `e quella
di produrre lo spettro di risonanza I(
), un segnale da inviare al monitor
dove apparir`
a come una sequenza di picchi da cui il chimico potr`
a dedurre la
composizione del campione.
Dimostriamo con laiuto della figura 3 che la variabile scan h `e data da
h = 2 (m f )

(5.1)

Poiche l a distanza f dello specchio piano dallasse x `e costante, h dipende solo dalla
distanza m tra lorigine O dellasse x e lo specchio mobile.

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asse x

Sample

Fig. 3

Detector

SB

Capitolo 5. Spettrografia a raggi infrarossi

Guardando la figura 3, seguiamo un raggio r emesso dalla sorgente, parallelo allasse


x ed a una distanza da questo.
1. Il raggio r viene scomposto in due raggi r1 e r2 dal beamsplitter.
2. Il primo raggio r1 arriva allo specchio mobile, viene riflesso da questo, ritorna allo
splitter dove viene deviato verso il campione, lo attraversa e arriva al detector.
Il suo cammino ottico `e quindi:
|r1 | = s + 2 (m + ) + d = s + d + 2 m.
3. Il secondo raggio r2 viene riflesso dallo splitter verso lo specchio fisso; `e riflesso da
questo, attraversa lo splitter poi il campione, e arriva al detector. Il suo cammino
ottico `e quindi:
|r2 | = s + 2 (f + ) + d = s + d + 2 f.
4. La cosa interessante da osservare `e che questi due cammini non dipendono da ,
cio`e dal raggio r scelto nel fascio.
5. La differenza dei due cammini ottici `e quindi data dalla (5.1).

5.2

Lambiente matematico

La successione
I(
)

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Detector

I(h)

Computer

Interferogramma
policromatico

Monitor

Spettro di
risonanza

che compare nella figura 2 e che permette di passare dallinterferogramma I(h) allo
spettro I(
) fa parte dellambiente matematico della macchina. Nella figura 4 ne sono
schematizzati i dettagli.

Fig. 4

Detector
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........
.....
.

Computer
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..... ..... .. .. ..... ..
... ....... .... .... .... ....
......
... ....
...
...

Trasmissione dellinterferogramma policromatico I(h)


Calcolo dello spettro di risonanza I(
) con la TdF
della funzione 2I(h) I(0)
Trasmissione al monitor dello spettro di risonanza I(
)
Monitor
SB

5.3. Richiami sulla TdF

5.3

Richiami sulla TdF

La TdF di una funzione x(t) `e definita dallintegrale


Z +
(5.2)
F [x]() = x
b() =
x(t) eit dt

Vale la formula di inversione (antitrasformata di Fourier)


Z +
1
(5.3)
x(t) =
x
b() eitd
2
Valgono le propriet`
a:

La TdF di una funzione reale e dispari in t `e nulla.


La TdF di una funzione reale e pari in t `e nulla.
La TdF di una funzione reale e pari in t `e una funzione reale pari in .
La TdF di una funzione reale e dispari in t `e una funzione immaginaria dispari
in .
La TdF si spezza nella somma di due trasformate: la trasformata-coseno di
Fourier definita dallintegrale
Z +
C x() =
x(t) cos( t) dt,

e la trasformata-seno definita da
Z
S x() =

x(t) sin( t) dt.

Risulta:
F x() = C x() + i S x().

5.4

Linterferogramma monocromatico

Occorre partire dallanalisi del caso pi`


u semplice possibile: la sorgente emette unonda
elettromagnetica piana, monocromatica e polarizzata, nel vuoto.
I campi elettrico e magnetico in un dato istante t, nei vari punti dellasse x (o di
qualunque retta ad esso parallela), hanno landamento riportato in figura 5: le due
cosinusoidi si spostano solidalmente, in istanti succesivi, nel verso dellasse x con la
velocit`
a della luce c. I moduli dei due vettori sono in ogni istante ed in ogni punto
uguali.

Capitolo 5. Spettrografia a raggi infrarossi

Fig. 5

Se x `e lasse di propagazione, e (x, y), (x, z) sono i piani di polarizzazione del campo
elettrico E = (Ex, Ey , Ez ) e magnetico H = (Hx , Hy , Hz ), rispettivamente, allora le
loro componenti sono
x

Ey = A cos
t ,
Ez = Ex = 0,
c
(5.4)

x
t ,
Hx = Hy = 0.
Hz = A cos
c
dove la costante positiva A `e lampiezza comune dei due campi, e la costante positiva
`e la pulsazione. Ad vengono associate le seguenti grandezze equivalenti:
la frequenza , numero di cicli al secondo:

,
2

= 2

la lunghezza donda (wavelength) , distanza tra picchi adiacenti: =

il numero donda (wavenumber):

il periodo:

T =

Ricordiamo inoltre che ad un qualunque campo elettromagnetico vengono associate le


seguenti due grandezze fisiche scalari:
La densit`
a di energia
(5.5)

. 1
E =
(E 2 + H 2 ).
8

Lintesit`
a di campo, definita come valor medio della densit`
a denergia in un

5.4. Linterferogramma monocromatico

periodo,
. 1
I=
T

E (t) dt.

Per calcolare queste due grandezze per il campo sopra introdotto conviene riscrivere
le equazioni (5.4) nella forma4

(5.6)

Ey = A cos(t 2 x),

Ez = Ex = 0,

Hz = A cos(t 2 x),

Hx = Hy = 0.

Abbiamo allora
(5.7)

E =

1
1 2
(E 2 + H 2 ) =
A cos2 (t 2 x)
8
4

Di conseguenza,
(5.8)

1
I=
T

A2
E (t) dt =
4T

cos2 (t 2 x) dt.

Questultimo integrale `e del tipo


Z T
(5.9)
cos2 (t k) dt,

k = 2 x.

Il corrispondente integrale indefinito si sviluppa in


Z
Z
Z
1
1
2
2
cos (t k) dt =
cos (t + k) d( t k) =
cos2 u du,

con u = t k. Il passaggio dalla variabile t alla variabile u comporta il cambiamento


dei limiti di integrazione: per t = 0 si ha u = k e per t = T si ha u = T k = 2 k.
Allora lintegrale definito (5.9) diventa
Z T
Z 2k
Z 2
1
1

T
2
2
cos (t k) dt =
cos u du =
cos2 u du = = ,
k
0

2
0
essendo noto che

cos2 u du = .

Ritornando allora allintegrale (5.8) si trova che lintensit`


a di campo `e espressa dalla
semplice formula
(5.10)
4

I=

A2
8

Si osservi che /c = 2/c = 2


, e che il coseno `e pari.

Capitolo 5. Spettrografia a raggi infrarossi

Oltre a questonda (E, H) consideriamone una seconda, (E h , H h ), dello stesso tipo,


con la stessa , cio`e dello stesso colore, con la stessa ampiezza A, ma relativa ad un
diverso valore della x, diciamo xh = x + h, con h positivo o negativo. Valgono formule
analoghe alle (5.6):
(5.11)

Eyh = A cos(t 2 x1 ),

Ezh = Exh = 0,

Hzh = A cos(t 2 x1 ),

Hxh = Hyh = 0.

Far interferire queste due onde significa sommare i due campi, elettrici e magnetici
rispettivamente. Londa risultante `e data da
(E R , H R ) = (E + E h , H + H h ).
Teorema 5.4.1 La densit`
a denergia dellonda risultante (E R , H R ) `e data dalla
formula
(5.12)

ER =

i A2
1 h R 2
(Ey ) + (HzR )2 =
cos2 (
h) cos2 (t )
8

dove
(5.13)

= (2x + 1)

Dimostrazione. Le componenti non nulle dellonda risultante sono


EyR = HzR = A [cos(t 2
xh ) + cos(t 2
x)]
= A [cos(t 2
(x + h)) + cos(t 2
x)] .
Questultima uguaglianza pu`
o porsi nella forma
(5.14)

... = A [cos( ) + cos ] ,

posto
(5.15)

= t 2 x,

= 2 h.

Applicando la formula di prostaferesi


cos x + cos y = 2 cos

x+y
xy
cos
,
2
2

si trova luguaglianza



cos( ) + cos = 2 cos


cos ,
2
2

5.4. Linterferogramma monocromatico

per cui, ritornando alla (5.14),





=
= 2 A cos
cos
2
2
= 2 A cos (t 2 x h) cos( h)

EyR

HzR

= 2 A cos (t ) cos( h)
posto
= 2 x + = (2x + 1).
Segue:
(EyR)2 + (HzR )2 = 8 A cos2 (t ) cos2 ( h)
Ricalcando la (5.7) otteniamo la (5.12).

Per quel che riguarda lintensit`


a di campo, che `e loggetto che pi`
u ci interessa, adattando al campo risultante il calcolo fatto per londa (E, H), si trova
(5.16)

IR =

i
A2
A2 h
cos2 (
h) =
1 + cos(2
h)
2
4

Questa formula fornisce lintensit`


a di campo di due onde dello stesso colore, vale a
dire monocromatiche, con il medesimo numero donda , della stessa ampiezza A,
ma sfasate rispetto a x di uno scan h.
In base a questa formula procediamo a tre osservazioni successive:
Pensando alla lampada che ci fornisce la luce infrarossa ad ampio spettro, `e del tutto
naturale supporre che lampiezza A debba dipendere dal numero donda (cio`e dal
colore). La matematica impone dunque che A debba essere considerata una funzione
di : A = A(
).
Di conseguenza, la funzione IR (intensit`
a di campo dellonda risultante) data dalla (5.16) va interpretata come una funzione I(
, h) del numero donda e dello scan.
Risrcriviamo quindi la (5.16) cos`:
(5.17)

I(
, h) =

i
A2 (
) h
1 + cos(2
h)
4

Ponendo
(5.18)

I(
) =

A2 (
)
4

possiamo allora riscrivere la (5.17) nella forma


h
i
(5.19)
I(
, h) = I(
) 1 + cos(2
h)

10

Capitolo 5. Spettrografia a raggi infrarossi

Chiamiamo interferogramma monocromatico questa funzione. Questa formula


rappresenta il corrispondente matematico dellapparecchiatura ideale illustrata nella
figura 2, dove per`
o la luce infrarossa emessa dalla sorgente ha un numero donda
perfettamente sintonizzabile nella banda dellinfrarosso, come nel caso della figura 1.
Se fosse possibile costruire una sorgente di luce infrarossa con numero donda perfettamente sintonizzabile, questa formula permetterebbe di rivelare lo spettro di
risonanza I(
) del campione chimico, e quindi di riconoscerne la sua composizione.
Ma sappiamo che questo non `e possibile. Come fare?
` importante considerare il caso h = 0. La (5.19) fornisce
Osservazione 5.4.1 E
I(
, 0) = 2 I(
).
Ci`
o mostra che, a meno del fattore 2, la I(
) `e lintensit`
a di campo misurata dal
detector per unonda monocromatica.

5.5

Linterferogramma policromatico

Quello che si pu`


o fare, come si `e detto, `e irradiare il campione con luce policromatica,
con numero donda variabile in un certo intervallo [
m , M ]. Con questintegrazione
rimarr`
a solo la dipendenza da h. Introduciamo pertanto la funzione
Z M
(5.20)
I(h) =
I(
) [1 + cos(2
h)] d

che chiamiamo interferogramma policromatico.


Dobbiamo per`
o ritenere ignoti questi limiti di integrazione se non conosciamo perfettamente lo spettro di emissione della sorgente. Nulla vieta di considerare lintensit`
a di
campo complessiva misurata dal detector, per ogni valore h dello scan, considerando
il dominio di integrazione rispetto a d
esteso da 0 a +:
Z +
Z +
Z +
(5.21) I(h) =
I(
) [1 + cos(2
h)] d
=
I(
) d
+
I(
) cos(2
h) d

Ci`
o vuol dire che stiamo considerando una sorgente di luce priva di ogni restrizione.
Osserviamo ancora che per h = 0 la (5.21) si riduce a
Z +
(5.22)
I(0) = 2
I(
) d
.
0

Quindi la stessa (5.21) si pu`


o riscrivere
Z
(5.23)
I(h) = 12 I(0) +

I(
) cos(2
h) d

11

5.6. Dallinterferogramma policromatico allo spettro.

Con questa formula possiamo chiarire definitivamente il problema:


(1) La funzione, o il segnale I(h) `e ci`
o che il detector rivela e manda al computer
(figura 4).
(2) A noi interessa determinare lo spettro di risonanza I(
) che `e contenuto dentro
lintegrale della (5.20).
(3) Si tratta pertanto di risolvere lequazione integrale (5.20) rispetto
allincognita funzione I(
), essendo nota la funzione I(h).
Vediamo nel prossimo paragrafo come questo problema sia risolubile grazie allintervento della trasformata di Fourier.5

5.6

Dallinterferogramma policromatico allo spettro.

Teorema 5.6.1 Dato linterferogramma policromatico I(h) si consideri la funzione


(5.24)

X(h) = 2 I(h) I(0)

e se ne calcoli la TdF (nella variabile


),
(5.25)

I (
) = F X(
) =

X(h) ei h dh

Allora la funzione
(5.26)

I(
) = I (2
)

`e lo spettro di risonanza.
Dimostrazione. Presumendo di poter applicare una trasformata (o una antitrasformata) di Fourier, provvediamo ad estendere lintegrale (5.20) da a +. Per far
questo estendiamo per simmetria la funzione I(
) a valori negativi della variabile , ponendo I(
) = I(
).6 Ne consegue che le funzioni da integrare nella (5.21) diventano
una funzioni pari di (perche pari `e anche il coseno) e quindi che7
Z +
Z +
I(h) = 12
I(
) d
+ 21
I(
) cos(2
h) d
.

Cerchiamo comunque di renderci conto della complessit`


a del problema. Il segnale I(h) contiene in se una
massa di dati inestricabile, dovuta al fatto che la luce infrarossa emessa dalla sorgente `e policromatica
e che lampiezza delle onde monocromatiche in essa contenuta `e del tutto ignota, almeno in linea
di principio. Appare veramente incredibile che da questi dati disuniformi si possa trarre un chiaro
risultato espresso dalla funzione I(
).
Considerare valori negativi per i numeri donda non ha ovviamente alcun significato fisico. Per`
o `e
accettabile dal punto di vista matematico.
Avendo raddoppiato lintervallo dintegrazione, occorre dimezzare lintegrale.

12

Capitolo 5. Spettrografia a raggi infrarossi

ovvero:
2 I(h) =

I(
) d
+

I(
) cos(2
h) d
.

Ma, stante la (5.22), abbiamo


Z

I(
) d
= I(0)

e di conseguenza la (5.21) risulta equivalente a


Z +
(5.27)
2 I(h) I(0) =
I(
) cos(2
h) d

Rispetto alla (5.21), questequazione `e pi`


u facile da risolvere rispetto alla I(
). Il
trucco consiste nellosservare che essendo I(
) una funzione pari, si ha
Z +
I(
) sin(2
h) d
=0

perche il sin(2
h) `e una funzione dispari di . Allora la (5.27) `e equivalente a
Z +
2 I(h) I(0) =
I(
) [cos(2
h) + i sin(2
h)] d
,

perche il contributo immaginario `e nullo. Possiamo per`


o applicare la formula di Euler
e scrivere
Z
+

2 I(h) I(0) =

I(
) ei(2 h) d
.

Adesso riconosciamo che lintegrale a secondo membro ha laspetto di una antitrasformata di Fourier. Lo si rende ancor pi`
u evidente dapprima con la trasformazione di
variabile
(5.28)

= 2

per cui esso diventa


1
2
e poi introducendo la funzione

I(
) ei h d
,

I (
) = I(
/2).
Con queste trasformazioni otteniamo allora lequazione
Z +
1
2 I(h) I(0) =
I (
) ei h) d
,
2
che, posto X(h) = 2 I(h) I(0), `e equivalente a
I (
) = F 1 (X).
Con ci`
o il teorema `e dimostrato.

13

5.7. Errori

5.7

Errori

La formula (5.25) risolve solo teoricamente il problema della determinazione dello


spettro del campione posto nellinterferometro.
In realt`
a questo spettro `e affetto da tre tipi di errori:
1. Errore di background. Lo spettro ottenuto va confrontato con lo spettro di
fondo (o di background) ottenuto, in fase di taratura della macchina, senza la presenza di un campione. Esso tiene conto delle varie componenti monocromatiche della
luce emessa dalla sorgente e degli (incogniti) assorbimenti di energia dovuti allambiente in cui si propaga londa elettromagnetica (composizione dellaria, materiali usati per
il beamsplitter, specchi, etc.).
2. Errore di fase. Richiamiamo la funzione (5.24)
.
X(h) = 2 I(h) I(0)
e lequazione (5.27),
(5.29)

X(h) =

I(
) cos(2
h) d
.

Come abbiamo gi`


a osservato, lintegrando `e una funzione pari, dato che il coseno `e
pari. Una perdita di simmetria nellintegrando pu`
o inficiare tutta la discussione fatta
al paragrafo precedente. Una perdita di simmetria pu`
o essere causata da un errore di
fase addizionale dovuto allazione dello splitter e degli specchi, per cui la formula
precedente va in realt`
a sostituita da
Z +
(5.30)
X (h) =
I(
) cos(2
h ) d
.

La presenza di questo si propaga per tutto il resto dei calcoli. Ma, fatto veramente
sorprendente, si dimostra che alla fine lerrore di fase viene automaticamente eliminato applicando la formula (5.25) di costruzione dello spettro. Vedi il prossimo
paragrafo.
3. Errore di scan. Lo scan h non pu`
o ovviamente variare da a +, come richiesto dalla (5.25), perche linterferometro ha dimensioni finite. Al posto dellintegrale di
Fourier
Z
+

F X(
) =

X(h) ei h dh,

dobbiamo pertanto sostituire lintegrale


Z a
X(h) ei h dh.
a

Questa restrizione comporta un errore: lerrore della limitatezza dello scan, o


brevemente, lerrore di scan.

14

Capitolo 5. Spettrografia a raggi infrarossi

Anche questo errore si pu`


o correggere. Ma questo argomento, peraltro assai complesso,
va oltre gli scopi di questo corso.
Osserviamo soltanto che allinverso 1/a della semi-ampiezza a dellintervallo di scan si
attribuisce il significato di risoluzione dellinterferometro. Pi`
u alto `e a, pi`
u alta `e la
fedelt`
a grafica dello spettro.

5.8

Auto-eliminazione dellerrore di fase

Dimostriamo il fatto sorprendente di cui si `e detto sopra a proposito dellerrore di fase.


Teorema 5.8.1 Lintegrale
I(
) =

X(h) ei h dh

`e esente da errore di fase.


Appoggiamoci sul seguente lemma, la cui dimostrazione comporta luso della delta di
Dirac:
Lemma 5.8.1 La trasformata-coseno e la trasformata-seno della funzione (5.30)
(5.31)

X (h) =

I(
) cos(2
h ) d
.

con errore di fase sono date da


(

(5.32)

C X () = I() cos (),


S X () = I() sin ().

Dimostrazione. Poiche cos( ) = cos cos + sin sin , risulta


(5.33)

X(h) =



I(
) cos(2
h) cos + sin(2
h) sin d
.

Calcoliamo di questa funzione la trasformata coseno:


C X () =
=

Z

X (h) cos( h) dh

 
I(
) cos(2
h) cos + sin(2
h) sin d
cos( h) dh = . . .

15

5.8. Auto-eliminazione dellerrore di fase

Siccome lincognita fase non dipende da h ma eventualmente da , possiamo scrivere


... =
+

I(
) cos

I(
) sin

Z

Z


cos(2
h) cos( h) dh d


sin(2
h) cos( h) dh d
= ...

Ma lultimo integrale si annulla perche lintegrando `e dispari. Si arriva quindi alla


formula
Z +

Z +
(5.34)
C X () =
I(
) cos
cos(2
h) cos( h) dh d
.

A questo punto occorre affrontare lintegrale


=

cos(
h) cos( h) dh = 2

cos(
h) cos( h) dh,

posto 2 =
. Richiamando ancora una volta la formula di prostaferesi,
cos x + cos y = 2 cos

x+y
xy
cos
,
2
2

e posto

h=

x+y
,
2

h =

xy
,
2

risulta
x = (
+ ) h,

y = (
) h

e quindi lintegrale si traduce in un integrale della somma di sue coseni:


=

+ n

o
cos[(
+ ) h] + cos[(
) h] dh.

Siccome si pu`
o dimostrare che
(5.35)

cos(x h) dh = (x)

dove (x) `e la delta di Dirac, risulta


h
i
= (
+ ) + (
) .
Possiamo ora ritornare alla (5.34), tenendo conto che
= 2
(vedi sopra), ponendo
I (
) = I(
/2), e tenendo sempre presente che pu`
o dipendere da , vale a dire da

16

Capitolo 5. Spettrografia a raggi infrarossi

:
C X () =

I(
) cos d
=

=
=

1
2
1
2

h
i
I(
) cos (
+ ) + (
) d

h
i
I (
) cos (
+ ) + (
) d

I (
) cos (
+ ) d
+

1
2

I (
) cos (
) d
.

Ora, per la stessa definizione della delta di Dirac, si ha


Z +
(5.36)
X (x) (x x0 ) dx = X (x0 ),

per cui

1
1
I () cos () + I () cos ().
2
2
Ma, per definizione, I () = I . Dunque,
C X() =

C X () = I() cos ().


In maniera del tutto analoga si dimostra che la trasformata-seno `e
S X() = I() sin ().

Dimostrazione del Teorema. Se quadriamo e sommiamo le due uguaglianze (5.32)


ora dimostrate,

2 
2
C X() + S X () = I 2 (),

osserviamo che a secondo membro lerrore non `e pi`


u presente. Quindi la stessa
formula vale anche per = 0:

2 
2
I 2 () = C X() + S X() .
Questo ci autorizza a scrivere una formula risolutiva dello spettro:
q
I(
) = (C X(
))2 + (S X(
))2
(5.37)

avendo effettuato il cambiamento di variabile = , e dove X(h) `e definita dalla (5.24)


X(h) = 2 I(h) I(0)
Daltra parte la TdF `e legata alle trasformate seno e coseno dalla formula generale
(C X())2 + (S X())2 = (F X())2 ,
per cui la (5.37) diventa
I(
) = F X().
Ritroviamo quindi la (5.25) tenuto conto della (5.26) e della (5.28).

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