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Periodico bimestrale n.

2/2014

E se internet sparisse cos, da
un moment o al l al t ro? Le
c o n s e g u e n z e s a r e bbe r o
catastroche, non c dubbio:
dai siti di informazione, ai
gestori di energia, ai cellulari, ai
nostri conti in banca, ai lm in
streaming, ai social, al 99% del
nostro lavoro, gelosamente e
misteriosamente custodito in
anonimi les su di un cloud immateriale, tutto potrebbe
essere trascinato via e cancellato in una frazione di
secondo. Le persone a cui andato irreparabilmente in
crash il pc o a cui hanno rubato da poco lo smartphone
sanno benissimo di cosa sto parlando.

Pensateci un attimo.

Gli esperti lo chiamano il Grande Blackout. A parlarne per
primo in termini scientici stato Dan Dennett, Direttore
del Center for Cognitive Studies alla Tufts University di
Boston, non pi di qualche mese fa. Il suo invito stato
quello di cercare almeno di prepararci (psicologicamente
e non solo) a sopravvivere per le prime 48 ore di caos e
paralisi totale che deriverebbe dal Grande Blackout,
perch in quei primi due giorni forse ci giocheremmo
tutto, lumanit (almeno quella che abita nei paesi
avanzati) rischierebbe di retrocedere in una sorta di
Medioevo.

Sar vero? Probabilmente questo pericolo cos grande
che non riusciamo a percepirlo compiutamente, o forse,
per via della struttura stessa di Internet, policentrica,
f ederat a, non gerarchi ca, di #usa, essi bi l e,
semplicemente poco probabile che la rete mondiale
possa essere esposta ad un collasso generale istantaneo.

un dato di fatto per che Internet, insieme ai tantissimi
vantaggi, abbia portato anche qualche problema. Uno di
questi, per ora ancora poco studiato, sicuramente
quello dellIRP, la Internet Related Psychopathology,
ovvero la psicopatologia internet-correlata. Gi, perch se
vero che di gente un po strana ce n sempre stata in
giro, da recenti studi sembra che Internet fomenti i
disordini di carattere psicopatologico. In particolare le
patologie preminenti sembra siano cinque: 1) dipendenza
dal cybersesso, e non c bisogno di dire molto altro, 2) la
dipendenza patologica da gioco dazzardo on-line, 3)
lesclusivit delle cyber-relazioni, ovvero coloro che
preferiscono chattare con qualche sconosciuto o postare
continuamente immagini sui social piuttosto che uscire di
casa e incontrare qualcuno di persona, 4) la sudditanza
compulsiva verso qualsiasi tipo di informazione online
(dalle news, alle mail, alle notiche social: basta far caso a
quante volte controlliamo il nostro smartphone o tablet in
unora per capire di cosa si parla) e, da ultimo, 5)
limmedesimazione con i personaggi deigiochi di ruolo.

Essere supereroi o divinit per intere notti, protagonisti di
vite eccitanti e parallele stile I sogni segreti di Walter Mitty
per nel mondo virtuale di Internet e non in quello
immaginico di Hollywood, sembra sia un problema molto
pi di#uso di quanto si pensi. Internet e i videogiochi
permettono, molto pi facilmente che in loro assenza, di
crearsi storie virtuali, trasformate in elementi di
compensazione per i problemi reali della vita di tutti i
giorni.

L'identicazione in superuomini o in personalit di
successo un fenomeno abbastanza frequente quando si
tratta di disturbi mentali: una volta lo stereotipo di questa
patologia era il paziente che si credeva Napoleone, ora
non pi. Cos, magicamente, un disoccupato diventa un
manager di successo, un trentenne si trasforma in un dio
onnipotente e una studentessa si sente sotto i riettori
delle telecamere come nel lm The Truman Show. Un vero
e proprio sdoppiamento di personalit, noto da tempo
anche in letteratura, e solo amplicato da Internet.

Voltaire, ad esempio, in una nota a Dei delitti e delle pene
di Cesare Beccaria, raccontava di un pazzo vissuto verso
la met del Seicento che, non potendo credersi
Napoleone per ovvi motivi cronologici, si credeva Cristo.
Quest'uomo venne rinchiuso in un ospizio dove per
incontr un altro folle che, ironia del caso, si credeva il
Padre Celeste. Lincontro tra Ges e il Padre Celeste
turb cos tanto il primo da causargli un (temporaneo)
rinsavimento.

Letto questo racconto di Voltaire, Milton Rokeach,
psicologo americano di origine polacca morto nel 1988,
pens bene di provare ad intaccare quellergastolo
mentale che la paranoia patologica seguendo la stessa
strada terapeutica. Egli prov quindi a mettere in
contatto, in modo continuativo e controllato, tre pazienti
dotati di convinzioni simili riguardo alla loro identit: Clyde
Benson, agricoltore settantenne alcolizzato; Jospeh
Cassel, scrittore, e Leon Gabor, ex seminarista e veterano
della Seconda guerra mondiale.

Tutti a#etti da schizofrenia di tipo paranoide. Tutti e tre
convinti di essere Cristo.

A partire dallo shock iniziale, se io sono Ges Cristo,
come possibile che ci siano altre due persone in questa
stanza che dicono la stessa cosa?, Rokeach narra
lesperimento in un'opera di grande poesia, cruda e
divertente: I tre Cristi. Un libro interessante, non sempre di
facile lettura, da cui per esce un ritratto lucido ed
eteroclito di tre esseri umani nella loro completezza. Tre
persone nel senso pi pieno della parola: degli esseri unici
e imprevedibili.

vero, dopo lesperimento nessuno di loro si tolse mai
dalla testa la convinzione di essere Ges Cristo, ma
altrettanto vero che ognuno di essi continu ad esserlo in
un modo proprio ed originalissimo.

Cosa che, forse, ognuno di noi quasi mai riesce a fare con
le proprie personali follie, internet compreso. Lasciandoci
cos col dubbio che, in fondo in fondo, i poveri Cristi
potremmo proprio essere noi.

!"#$%&'()&
I POVERI CRISTI
lEditoriale di Pierluigi Argoneto

Periodico bimestrale n.2/2014
ATTUALITA

I VACCINI E LAUTISMO
Emanuele Menietti
Dopo il Caso Stamina", la disinformazione scientica
continua a mietere vittime: per fortuna per (almeno
per ora) si parla solo di vittime mediatiche. E notizia
recente che la procura di Trani ha aperto unindagine
sui possibili e#etti del vaccino MPR sui bambini. Pu e
deve la magistratura intervenire su tali tematiche? Se
s, in che modo? Su quali basi scientiche si basano le
accuse che tentano di collegare i vaccini allautismo e
dunque di bloccarne la somministrazione? Leggi qui
larticolo!

COME DI VENTARE ( VI RTUALMENTE)
IMMORTALI
Laura Parker
Se il lm Vanilla Sky vi aveva lasciati interdetti,
non si et e nemmeno a met del l opera.
Raccogliendo i vostri dati sul web, da Facebook a
Twitter, alle vostre telefonate Skype, una start up
americana ha studiato un ingegnoso (ma efcace?)
modo per permettervi di diventare virtualmente
immortali. Eccome come fanno. Leggi qui larticolo!

Donne di Scienza
LA SCIENZIATA CHE VISSE DA ATTRICE CON IL NOME DI HEDY
LAMARR.
Federico Peiretti
Bellissima, trentacinque lm, sei mariti, tre gli (uno adottivo, ma forse no) e un
brevetto per radioguidare i siluri contro i sottomarini nazisti. Brevetto ideato mentre
faceva le prove di canto insieme ad un pianista, infatti il sistema prevede 88
sottofrequenze: tanti quanti sono i tasti di un pianoforte. E la biograa ridotta all'osso
di Hedwig Eva Maria Kiesler, la scienziata che visse da attrice con il nome di Hedy
Lamarr. Leggi qui larticolo! Qui il brevetto di Hedy Lamarr.

Periodico bimestrale n.2/2014

ADA E IL PRIMO COMPUTER
Giuseppe Longo, Corrado Bonfanti
Ada Byron, glia del poeta Lord Byron, visse solo 37 anni, ma ebbe una parte notevole
nello sviluppo ideale dellinformatica, anticipando il concetto di macchina programmata.
Elaborando le idee di Charles Babbage, Ada intu le straordinarie potenzialit della
Macchina Analitica da lui progettata e scrisse una pubblicazione di fondamentale
importanza in cui si indicava il modo di programmare il primo computer. Nel 1979, 127
anni dopo la sua morte, il dipartimento della Difesa degli Stati Uniti diede il nome di
ADA ad un linguaggio di programmazione agevole ed e$ciente. Leggi qui larticolo!
GLI EFFETTI DEI CAMBIAMENTI CLIMATICI
SULL'AGRICOLTURA DEL MEDITERRANEO

Elisabetta Intini
Qual i sono l e ri cadute del ri scal damento gl obal e
sull'agricoltura di casa nostra? Tra deserticazione e perdita
della biodiversit, ecco lo scenario (inquietante) che
potremmo aspettarci. Leggi qui larticolo!
LETTERATURA
ORWELL SPIEGA, IN UNA LETTERA, PERCH HA
SCRITTO 1984
Andrea Bressa
Come tanti suoi illustri colleghi anche George Orwell ci ha
lasciato in eredit, oltre alle sue opere, numerosi carteggi e
scambi epistolari. Tutti questi materiali aiutano spesso le
ricerche e gli studi accademici, ma anche i lettori che
vogliono conoscere meglio il pensiero e i punti di vista dei
propri beniamini, oltre che, talvolta, a scoprire come sono
nati alcuni dei pi grandi capolavori. Leggi qui larticolo!
IL 1913? LANNO CHE CAMBI IL MONDO
Luca Beatrice
Il primo istante del 1913 fu uno sparo nella notte di New
Orleans: arrestato un dodicenne, Louis Armstrong, che
si calma solo quando il direttore del riformatorio gli
mette tra le mani una tromba. L'impiegato delle
assicurazioni praghesi Franz Kafka ha cominciato a
scrivere La metamorfosi, mentre Stalin e Hitler si
incontrano per caso in un parco di Vienna, poco distante
dallo studio dove Sigmund Freud Leggi qui larticolo!

Periodico bimestrale n.2/2014
BELLEZZA e LUNA
IL SENSO DEI MATEMATICI PER LA BELLEZZA
DELLE EQUAZIONI
Clara Moskowitz
Quando un matematico osserva delle formule che giudica
molto gradevoli, nel suo cervello si attiva un'area
associata alle reazioni emotive alla bellezza visiva e
musicale. E a di#erenza di ci che accade con un quadro
o un brano musicale, l'apprezzamento estetico delle
equazioni fortemente legato a una piena comprensione
del loro signicato. Leggi qui larticolo!
BOMBARDARE LA LUNA. IL PIANO SEGRETO
DEGLI USA
Francesco Tortora
Dalla corsa allo spazio lanciata negli anni Cinquanta
no alle guerre stellari annunciate da Ronald Reagan, il
periodo della guerra fredda ha stimolato fortemente
limmaginazione degli amanti della fantascienza.
Eppure neppure il pi ardito tra questi avrebbe potuto
ipotizzare che tra i progetti sviluppati dalle due
superpotenze ci fosse anche quello di bombardare la
Luna unicamente per dimostrare la propria potenza.
Leggi qui larticolo!
SHERLOCK HOLMES E IL MISTERO DELL'UNIVERSO SENZA SCOPO
John Horgan
Partendo dalla malinconica conclusione di uno dei casi pi raccapriccianti del grande investigatore, una riessione sulle
spiegazioni del senso delluniverso e della vita proposte da due grandi sici e da un protagonista della controcultura
psichedelica. La storia comincia quando una signora riceve un pacco contenente due orecchie, una di uomo e una di
donna. Alla ne Holmes riesce a risolvere il mistero, dietro il quale si cela un quadrato amoroso culminante in un doppio
omicidio con mutilazioni Leggi qui larticolo!
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un approfondimento
interessante che pensi sia
adatto al nostro Fanzine?

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PERCHE LE UNIVERSITA?
Umberto Eco, pag. 3
Luniversit ancora il luogo in cui sono possibili confronti e discussioni, idee migliori per
un mondo migliore, il ra#orzamento e la difesa di valori fondativi universali di#usi e
propagati con ogni mezzo possibile? Secondo Umberto Eco

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Six Memos
LINTERVISTA
CONVERSAZIONE CON TOMMASO MACCACARO SULLORIGINE DELLUNIVERSO
Pierluigi Argoneto, pag. 1
Luned 17 marzo 2014 un gruppo di ricercatori ha annunciato di avere trovato per la prima volta una serie di prove che spiegano
ci che accadde nei primissimi istanti del Big Bang, il momento in cui si cre ed ebbe inizio il processo di espansione
delluniverso. Se questa scoperta sar confermata, sar la pi importante per la cosmologia degli ultimi decenni e permetter di
perfezionare e ampliare le teorie che, in buona sostanza, spiegano come si formato tutto ci che abbiamo intorno. Per capirci
qualcosa in pi abbiamo intervistato
Tommaso Maccacaro, gi Direttore
dellOsservatorio Astronomico di Brera,
Presidente dellIstituto Nazionale di
Astrosica e tra i fondatori del Gruppo
2003 per la ricerca scientica. E vero,
l a conf erma dei modi B del l a
polarizzazione del fondo cosmico a
mi croonde sembra un argomento
interessante solo per i personaggi di The
Big Bang Theory, ma in realt si tratta di
una delle scoperte pi importanti degli
ultimi cento anni. Leggere per credere.
YOUFANZINE

Periodico bimestrale n.2/2014
LA COMUNICAZIONE NELLERA POST-ACCADEMICA DELLA SCIENZA
Pietro Greco, scarica il PDF dellintervento
Lintervento di Pietro Greco, giornalista e divulgatore scientico, sul nuovo modo di comunicare la
scienza alla societ nella quale viviamo. Il testo, frutto di un seminario organizzato da
Liberascienza in collaborazione con il CNR, e tenuto dallo stesso Greco nello scorso marzo,
rivolto a quanti si occupano di ricerca, a quanti la vogliono comunicare e a chi, non appartenendo
a nessuna delle due categorie, si chiede perch sia importante farlo.
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PENSATORI


Dopo lannuncio degli scienziati del 17 marzo 2014, pag.1
Tommaso Maccacaro e lorigine delluniverso
intervista di Pierluigi Argoneto

Luned 17 marzo 2014, a detta di molti studiosi, stata una
giornata campale nella storia della scienza. Cosa stato scoperto
di cos sensazionale?
Dopo avere osservato per alcuni anni una zona di cielo utilizzando
un radiotelescopio BICEP2 situato in Antartide e sensibile alle
microonde, lastrosico John Kovac, e il suo team di ricerca, hanno
annunciato di aver misurato lorientamento della polarizzazione
della radiazione cosmica di fondo. Lorientamento osservato, e
soprattutto le sue variazioni spaziali, sembrano essere proprio
quello che ci si attendeva se e#ettivamente lo spazio%tempo era
stato perturbato da onde gravitazionali durante la fase di inazione
cosmica avvenuta durante il Big Bang. Si pu quindi dire che, una
volta confermato, questo risultato annuncia non una ma due scoperte altrettanto importanti: una conferma (indiretta)
dellesistenza delle onde gravitazionale e levidenza (sperimentale) dellinazione cosmica. Ecco perch i sici teorici e i
cosmologi sono cos in fermento.
Queste prove sembrano quindi confermare la teoria dellinazione cosmica: ci pu spiegare brevemente in cosa consiste
questa teoria?
Linazione cosmica fu ipotizzata da Alan Guth e, indipendentemente, da Andrei Linde, poco pi di trentanni fa come modica
alla teoria del Big Bang. Guth e Linde suggerirono che in un tempo inimmaginabilmente piccolo (tra 10^%37 e 10^%32 secondi
dopo il Big Bang), lUniverso si sia gonato sino ad aumentare incredibilmente le proprie dimensioni (di un fattore 10^26 nel
raggio o forse pi). Lintroduzione di questa espansione serviva a risolvere il problema delleccessiva uniformit osservata
nellUniverso e della sua piattezza geometrica. Successivamente sono state elaborate diverse varianti della teoria
dellinazione cosmica (eterna, ibrida, caotica, ). Ulteriori e pi dettagliate osservazioni delle propriet di polarizzazione della
radiazione di fondo cosmico aiuteranno a ra$nare la teoria e discriminare tra le possibili varianti. Molto dipende infatti
dallintensit delle onde gravitazionali emesse durante linazione e dunque dallintensit delle impronte che queste hanno
lasciato sul fondo cosmico.
Cercando le cosiddette onde gravitazionali, cio delle increspature della supercie dello spazio!tempo, si riusciti ad avere
qualche informazione su cosa successo allorigine delluniverso circa 380.000 anni dopo il Big Bang: si potr abbattere
ulteriormente questo muro? Potremo cio capire cosa successo ancora prima?
La radiazione cosmica di fondo ci permette di ottenere la pi antica fotograa nitida dellUniverso utilizzando le onde
elettromagnetiche. Questa immagine risale appunto a circa 380.000 anni dopo il Big Bang. Prima lUniverso era opaco a
questo tipo di radiazione e, da un punto di vista osservativo, ci dunque precluso. E possibile tuttavia superare questo limite e
vedere ancor pi indietro nel tempo ricorrendo alle onde gravitazionali prodotte durante il Big Bang e negli attimi successivi.
Ma dobbiamo ancora riuscire a rivelare queste onde in maniera diretta e non limitarci e vederne gli e#etti.
Quali sono le conseguenze pi immediate di questa scoperta?
Unondata di entusiasmo tra sici teorici, cosmologi e astrosici che li spinger a spremere tutte le informazioni possibili dai
nuovi risultati presentati alla comunit scientica e utilizzarli per ra$nare teorie e progettare nuove osservazioni ed esperimenti.
Uno stimolo ai tanti ricercatori che negli Stati Uniti, in Giappone e in Europa (e anche in Italia) stanno ra$nando la loro
strumentazione per renderla sempre pi sensibile e poter nalmente rivelare le onde gravitazionali che sino ad ora sono sfuggite
a una misura diretta. Ma anche la necessit di una verica indipendente di quanto annunciato. Sembra tutto molto convincente e
robusto ma non dimentichiamo che per un breve periodo di tempo alcuni sostenevano di aver misurato per i neutrini una velocit
maggiore di quella della luce.

Periodico bimestrale n..2/2014

Dopo lannuncio degli scienziati del 17 marzo 2014, pag. 2

Alan Guth e Andrei Linde con la teoria dellinazione cosmica, Higgs con il suo bosone, prima ancora Einstein con la teoria
della relativit e cos via: quanto contano il rigore matematico, lintuito e la creativit per elaborare una buona teoria scientica?
Moltissimo. Il rigore, sia per le teorie che per gli esperimenti o le osservazioni, condizione necessaria ma non su$ciente. Quel
che fa la di#erenza proprio la creativit, la capacit di uscire dagli schemi tradizionali e proporre qualcosa dinnovativo che sia
per vericabile.
Quanto tutto questo rimane vero in unepoca in cui sembra servire sempre di pi una tecnologia molto spinta e dei team di lavoro
per trovare conferme a queste intuizioni solitarie?
Indubbiamente la strumentazione si fa sempre pi complessa e sosticata (e costosa) e la ricerca sperimentale e osservativa di
frontiera richiede sforzi ingenti, competenze diversicate, gruppi numerosi e a$atati di ricercatori. Non a caso si chiama Big
Science. Fortunatamente, le intuizioni geniali possono ancora essere relativamente solitarie. Poi per i geni solitari devono
portar pazienza e lasciare che gli altri si organizzino adeguatamente per le veriche. Pauli ha atteso venticinque anni per vedere
rivelato il suo neutrino. Per il bosone di Higgs ci sono voluti quasi cinquantanni. E anche Guth e Linde hanno dovuto attendere
parecchio.
Questa scoperta riuscir a confermare anche la teoria delle stringhe, ovvero la teoria del tutto? Se cos fosse, il nostro
universo diventerebbe privo di interesse perch ormai completamente descrivibile, almeno da un punto di vista sico e
matematico?
Sulla teoria delle stringhe non mi pronuncio e nemmeno sullimpatto di questi nuovi dati sulla medesima; proprio non glielo so
dire. Mi sento di a#ermare piuttosto che certamente non rischiamo di arrivare a sapere tutto e a considerare lUniverso privo
dinteresse, da nessun punto di vista. Negli ultimi tempi abbiamo scoperto molto ma, sebbene molte domande interessanti
abbiano trovato risposta, sono di pi le domande nuove, emerse dalla conoscenza che abbiamo acquisito. E il bello
sicuramente deve ancora venire!
Da un granello di sabbia alla periferia del cosmo, noi uomini siamo riusciti, 14 miliardi di anni dopo il Big Bang, a comprendere
comera lUniverso quando aveva appena le dimensioni di un atomo. Quanto queste scoperte possono, dovrebbero?,
sconvolgere le nostre abituali convinzioni sullorigine della vita su questo pianeta?
E senzaltro notevole quanto siamo riusciti ad apprendere sullUniverso, sulle leggi che lo governano, sui fenomeni che lo
caratterizzano, estraendo informazione su informazione da quei pochi fotoni che arrivano sul nostro piccolo pianeta alla periferia
del cosmo. E, pensandoci bene, ci abbiamo anche messo veramente poco, un attimo, se paragonato al tempo impiegato
dallUniverso a diventare quello che . Ma non ci siamo ancora fatti una buona idea di quanto comune sia la vita, di come si
formi, di quanto duri, di come evolva, di quanto si di#erenzi da un sistema planetario a un altro, da una galassia a unaltra. Vede,
basta questo per capire che certamente siamo lontanissimi dal poter considerare lUniverso privo dinteresse
***
Intervista rilasciata nel marzo 2014. Si ringrazia il Prof. Maccacaro per lestrema disponibilit.

Periodico bimestrale n..2/2014

Intervento sul ruolo della cultura per costruire lEuropa al tempo di internet, pag. 3
Perch le Universit?
di Umberto Eco

Il 18 settembre del 1988, 388 rettori provenienti da tutta Europa e oltre, avevano
rmato la Magna Charta Universitatum. Da allora, quel testo divenuto
lessenziale punto di riferimento circa i valori e i principi fondamentali
dellistituzione universitaria. A dispetto dei mass media, spesso critici nei
confronti del ruolo delluniversit in un mondo in cui il Web sembra prossimo a
soppiantare le vecchie istituzioni di formazione, credo che la funzione delle
universit sia oggi pi che mai rilevante. Viviamo un momento storico in cui,
nonostante lormai lunga vita dellUnione Europea come istituzione, in molti paesi
dEuropa qualcuno dubita che la creazione dellunit economica per mezzo di
una moneta unica sia su$ciente a sviluppare e sostenere lidea di unidentit
europea. Vorrei ricordare che lidea stessa di una possibile identit europea nasce
nel 1088, con la fondazione della prima universit del mondo occidentale. A
quellepoca lEuropa era solo unespressione geograca che designava la
porzione centrale delluniverso conosciuto, sicuramente meglio nota delle ancora abesche terre dAsia e dAfrica, ma non
portatrice di valori politici o culturali. Cera il Sacro Romano Impero, allora incarnato da Federico Barbarossa; cera la Chiesa di
Roma, cerano i regni di Francia e Inghilterra, in feroce competizione tra loro, e i piccoli regni cristiani di Spagna, in lotta contro il
dominio arabo; le prime Repubbliche marinare e i primi comuni in Italia, e il primo nucleo della Lega Anseatica: tutti divisi da
interessi e idiomi diversi, e uniti solo da una lingua veicolare, il latino medievale, che tuttavia era parlato esclusivamente dagli
eruditi.

Fu proprio su questo pidgin culturale che nacquero le universit, unico caso di migrazione pacica di studiosi e studenti: i clerici
vagantes che si spostavano di ateneo in ateneo, di citt in citt, di nazione in nazione, cosicch nei secoli a venire troveremo
Erasmo, Copernico, Go#redo di Vinsauf, Paracelso e Drer a Bologna, e Bonaventura e Tommaso dAquino a Parigi. Tutti
parlavano la stessa lingua; i problemi dibattuti dagli averroisti a Bologna erano i medesimi discussi alla Facolt delle Arti a Parigi,
e Marsilio da Padova dissertava con Guglielmo da Occam e Giovanni di Jandun su questioni politiche di importanza capitale per
lImpero germanico. Le universit formarono cos il primo nucleo di una futura identit europea: lEuropa delle universit cess di
essere solo unespressione geograca, per divenire una comunit culturale. E anche venendo ai nostri giorni, e pensando alla
globalizzazione (indubbiamente frutto di numerosi sviluppi politici, militari, scientici e tecnologici), non dovremmo dimenticare
che fu anche attraverso la rete universitaria che Fermi e i suoi colleghi italiani portarono i risultati delle loro ricerche negli Stati
Uniti, cos come Einstein riun le esperienze scientiche europee e americane delle tre universit di Berna, Berlino e Princeton.

Credo che questi brevi cenni siano su$cienti per rispondere alla domanda perch le universit?. Negli ultimi novecento anni,
esse sono state crogiuolo di unidentit internazionale, e arteci dei capitoli pi creativi nella storia della cultura occidentale.
Possono ancora svolgere un ruolo nel mondo globalizzato di oggi? Innanzitutto permettetemi una citazione biblica. Nel primo
libro dei Re, capitolo 19, quando Elia si trovava nella caverna del Monte Oreb, allorch fu chiamato alla presenza del Signore, ci
fu un vento impetuoso e gagliardo da spaccare i monti e spezzare le rocce; ma non in vento Dominus, recita la Vulgata, il
Signore non era nel vento. Dopo il vento ci fu un terremoto; ma non in commotione Dominus, il Signore non era nel terremoto.
Dopo il terremoto ci fu un fuoco; ma non in igne Dominus, il Signore non era nel fuoco. Non si pu trovare Dio nel rumore; Dio si
palesa solo nel silenzio. Dio non mai nei mass media, Dio non mai sulle prime pagine dei giornali, Dio non mai in TV, Dio
non mai a Broadway. Dio , dove non c agitazione. Questa massima vale anche per chi non crede in Dio, ma pensa che da
qualche parte esista una Verit da scoprire, o un Valore da creare. Non si possono trovare verit e creativit in un terremoto, solo
in una ricerca silenziosa. Nel tumulto del mondo odierno, gli unici luoghi del silenzio, accanto alle sedi di meditazione religiosa,
restano le universit. Sono ancora fra i pochi luoghi in cui possibile un confronto razionale fra diverse visioni del mondo. Da noi
universitari ci si aspetta che combattiamo, seppure privi di armi mortali, linterminabile lotta per il progresso del sapere e della
pietas. Non sono cos ingenuo da dimenticare che la conoscenza non porta automaticamente pace e misericordia: la storia ci ha
mostrato come le persone possono amare Brahms o Goethe, e allo stesso tempo essere capaci di organizzare campi di
sterminio. Ma quelle stesse persone, prima di realizzare la loro soluzione nale, dovettero cacciare dalle universit, una per una,
tutte le menti critiche: luniversit rappresenta da sempre un pericolo per ogni genere di dittatura. Non di rado, gruppi di
accademici hanno avallato il colonialismo, il razzismo e lintolleranza. Ci non toglie che proprio nellalveo delle universit
occidentali e delle accademie che il mondo moderno ha concepito quel nuovo approccio alle culture e alle civilt che va sotto il
nome di antropologia culturale.

Periodico bimestrale n..2/2014

Intervento sul ruolo della cultura per costruire lEuropa al tempo di internet, pag. 4

grazie agli studi degli antropologi culturali del XIX secolo (che a loro volta si rifacevano a idee introdotte da Montaigne, Locke,
e ai loso dellIlluminismo) che oggi sappiamo dellesistenza di altri modelli culturali, autonomi e organici, che vanno
riconosciuti, compresi nella loro logica interna, e rispettati. Lantropologia culturale, sostituendo il concetto di cultura a quello di
razza, ha lavorato in profondit per renderci tutti pi consapevoli delle altre culture, e del diritto di ogni cultura a sopravvivere.
Lantropologia culturale non ha cambiato il mondo. Mentre gli antropologi ci insegnavano a riconoscere e rispettare
comportamenti culturali, religioni e costumi etnici diversi dai nostri, il mondo occidentale fabbricava i Protocolli dei Savi di Sion,
mentre i primi mezzi di comunicazione di massa, attraverso i romanzi popolari e i lm di Hollywood, di#ondevano lidea dellAltro
come Cattivo: il feroce indiano, il nero stupido condannato a un destino di eterna schiavit dalla sua irrimediabile inferiorit, il
cinese col codino, eccetera. Ma allo stesso tempo, i medesimi stereotipi venivano smontati proprio allinterno dellambiente
universitario. Luniversit ancora il luogo in cui sono possibili confronti e discussioni, idee migliori per un mondo migliore, il
ra#orzamento e la difesa di valori fondativi universali, non ordinati negli sca#ali di una biblioteca, ma di#usi e propagati con ogni
mezzo possibile.

Luniversit una Forza di Pace! Basta pensare al progetto Erasmus, che prevede la creazione di una nuova rete internazionale
di clerici vagantes, i quali spesso si sposano fra di loro, preparando cos, almeno in Europa, una nuova generazione di cittadini
bilingui, immuni alle seduzioni di qualsivoglia nazionalismo. Ma permettetemi anche di citare, a proposito dei doveri
delluniversit oggi, due compiti che ritengo urgenti e fondamentali.

Spesso ci viene detto che uno dei rischi a cui si espone chi cresciuto con i mass media, specie le generazioni pi giovani,
una crisi della memoria storica. Senza memoria non c sopravvivenza. Le societ si sono sempre a$date alla memoria per
conservare la loro identit, n da quando gli anziani delle trib sedevano ogni sera sotto un albero, narrando le imprese degli
antenati. E quando, con un atto di censura, si cancella una parte della memoria sociale, la societ entra in una crisi di identit. In
questo senso, le universit sono ancora luoghi in cui le memorie comuni possono essere inventariate e conservate. Ma la
memoria non solo inventario, anche ltro. La memoria storica non fatta solo di ci che crediamo sia importante ricordare,
ma anche di ci che pensiamo debba essere dimenticato. Una delle funzioni della memoria sociale e culturale fare da crivello.
Una cultura, in quanto memoria storica, non solo un deposito di dati: anche il risultato del loro ltraggio, e della capacit che
abbiamo di scartare tutto ci che riteniamo inutile o non indispensabile. La storia di una civilt fatta di milioni di dati che sono
stati sepolti. Spesso ci accorgiamo che questo processo ha comportato una perdita, e per recuperare le informazioni scomparse
ci vogliono secoli. I nostri antenati greci avevano perso memoria della matematica egizia, e il Medioevo non ricordava buona
parte della scienza greca. Analogamente, noi oggi abbiamo dimenticato il signicato delle statue dellIsola di Pasqua, e molte
delle tragedie citate da Aristotele nella sua Poetica sono andate perdute per sempre. Nondimeno, a prescindere da questi
incidenti indesiderati, una cultura deve eliminare molte informazioni. Quali erano i nomi di tutti i soldati che combatterono a
Waterloo? Che ne fu di Calpurnia, moglie di Cesare, dopo le Idi di Marzo? La cultura ha eliminato questi dati per non
sovraccaricare la nostra memoria storica.

Peraltro questo processo di cancellazione non agisce solo nella cultura, ma anche nelle nostre vite personali. Jorge Luis Borges
ha scritto un bel racconto, Funes el memorioso, su un personaggio che ricordava tutto: ogni foglia che aveva visto da bambino,
ogni parola sentita nel corso della sua vita, ogni so$o di vento che gli aveva sorato la pelle, ogni frase che aveva letto. E
proprio a causa di questa memoria totale, Funes era un idiota, paralizzato dallincapacit di ltrare e scartare i risultati delle sue
esperienze. Il nostro inconscio funziona perch rimuove. Se poi qualcosa ci turba, andiamo a chiedere al nostro psicanalista di
recuperare ci che avevamo rimosso, perch troppo imbarazzante. Ma importante eliminare tutto il resto: lanima frutto di
questa memoria selettiva; se la nostra memoria fosse come quella di Funes, saremmo animali senzanima, cio senza identit.
La nostra identit non fatta solo delle cose che ricordiamo, ma anche di ci che riusciamo a dimenticare. E tuttavia, una
cultura non si limita a suggerire agli individui di dimenticare ci che andrebbe rigettato perch inutile, ma spesso nasconde ci
che essi dovrebbero ricordare. il ruolo della censura, che assume molte forme, no alla damnatio memoriae. Una cultura per
pu censurare non solo per cancellazione e reticenza, ma anche per eccesso di informazione. Ho sempre sostenuto che cera
poca di#erenza fra la Pravda stalinista e ledizione domenicale del New York Times: la Pravda censurava le informazioni
indesiderate, il Sunday Times invece conta ben 600 pagine, che sicuramente contengono All the News thats Fit to Print, tutte le
notizie che vale la pena stampare, ma che con altrettanta sicurezza nessuno riuscir a leggere per intero, neppure nellarco di
una settimana. Rischiamo di restare sommersi da un eccesso di informazioni, e la di#erenza fra il silenzio e il troppo rumore
davvero minima.


Periodico bimestrale n.2/2014

Intervento sul ruolo della cultura per costruire lEuropa al tempo di internet, pag. 5

Indubbiamente, per quanto concerne il Sunday Times, il lettore ben informato in grado di selezionare le informazioni pertinenti
e di cestinare i supplementi che non gli interessano, ad esempio quelli su mercato immobiliare, sport, casa e giardinaggio, o
magari linserto letterario. Ma che cosa sta accadendo oggi a quelleccesso di informazioni che Internet? Il rischio che diventi
come il cervello di Funes. Finora la societ ltrava per noi i contenuti attraverso libri di testo ed enciclopedie; con il web, tutta la
conoscenza e le informazioni possibili, anche le meno utili, sono l a nostra disposizione. Provate a interrogare il web su un
argomento, ad esempio la Shoah. Non esiste alcun criterio che ci dica, a un primo sguardo, se un sito opera di storici
responsabili oppure di un gruppo lonazista negazionista. E se una persona di cultura riesce comunque a capire di che genere di
sito si tratta, come se la cavano invece i meno informati che, per la prima volta, cercano sul web alcune nozioni di base
sullevento? Lincapacit di ltrare comporta limpossibilit di discernere.

Solo le universit (e pi in generale le istituzioni di formazione) possono insegnarci come selezionare. Occorre inventare, e
di#ondere, una nuova arte della decimazione. Altrimenti, senza unEnciclopedia Unicata delle Scienze, tutti avranno diritto a
costruirsi la loro enciclopedia: avremo lEnciclopedia New Age, lEnciclopedia Nazista, lEnciclopedia Astrologica, eccetera. Con
una tale frammentazione della conoscenza, i sette miliardi di abitanti di questo pianeta potrebbero produrre altrettanti metodi di
selezione ideologica, e sette miliardi di lingue diverse, tra loro intraducibili. Il web potrebbe diventare una torre di Babele, in cui si
parlerebbero non settanta ma sette miliardi di lingue individuali. La presenza delle universit pu costituire una garanzia per i
tanti giovani (e meno giovani) che sono alla ricerca di unenciclopedia a$dabile. Creare unEnciclopedia Comune non equivale a
imporre un pensiero unico. un terreno condiviso su cui vericare e comparare ogni di#erenza portatrice di ricchezza.
Luniversit lunico luogo in cui si pu applicare correttamente un approccio unicato alla diversit.

Ma le universit sono anche un modo per o#rire un eccesso di ltraggio. Le culture (o quantomeno la nostra cultura occidentale,
con la sua impostazione lologica) hanno interesse a recuperare dati la cui perdita ci sembra una sventura. Per questo abbiamo
bisogno del lavoro di specialisti, storici o archeologi: a loro chiediamo di risuscitare concetti ed esperienze che sono
accidentalmente sprofondati nelloscurit. Con questatto, la memoria collettiva pu far ria$orare i dati perduti e pu risistemarli,
se non in unEnciclopedia Comune, almeno in una settoriale. In questo modo, una cultura matura sceglie di mettere alcune
informazioni in stato di latenza. Le informazioni in eccesso vengono, per cos dire, congelate in modo che, al bisogno, gli esperti
possano riscaldarle in un ideale forno a microonde e farle rinvenire, allo scopo di, ad esempio, decifrare un antico documento
appena scoperto. I luoghi di latenza sono assimilabili al modello della biblioteca o dellarchivio, indispensabili contenitori di una
sapienza che pu essere rivisitata, anche se non stata frequentata per secoli. Le universit, quindi, non sono solo luoghi di
indispensabile ltraggio, ma anche, con le loro biblioteche e i loro archivi, custodi di indispensabili informazioni latenti.

Vorrei terminare con lultima ragione per cui il ruolo delle universit ancora fondamentale, soprattutto in un mondo che diventa
sempre pi virtuale: le universit sono fra i pochi luoghi in cui le persone si incontrano ancora faccia a faccia, in cui giovani e
studiosi possono capire quanto il progresso del sapere abbia bisogno di identit umane reali, e non virtuali.


***
Discorso pronunciato da Umberto Eco allUniversit di Bologna il 20 settembre 2013 in occasione delle celebrazioni per i
venticinque anni della Magna Charta Universitatum.

Periodico bimestrale n.2/2014
Liberascienza
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