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2
Il greco antico possiede numerosi termini per tradurre la
parola "amore". Ognuno di questi termini si carica di
sfumature semantiche differenti. In questo testo si fa
riferimento a: Philia che l'amore di affetto e piacere, da cui
ci si aspetta un ritorno, ad esempio tra amici; Eros che
denisce l'amore del trasporto sessuale; Agape che amore
di ragione, incondizionato, anche non ricambiato, spesso con
riferimenti religiosi.
3
Si tratta di un passo di Diogene Laerzio (Cfr. Edoardo
Bratina. Vite e dottrine dei loso. La Reincarnazione,
documentata dalla religione, losoa e scienza. ETI, Trieste,
1972) con il quale lo storico cerca di riassumere la teoria
della metempsicosi divulgata da Pitagora.
4
Nella nzione della narrazione, il matematico Ippaso
immaginato assiso tra le colonne del tempio dorico che la
citt di Metaponto dedic alla divinit mitologica Hera. Si
tratta di un monumento risalente al VI secolo a.C. di cui,
ancora oggi, ci rimane il colonnato esterno (le Tavole
Palatine) in buono stato di conservazione.
5
L'Hestia, o altare universale, il nome che il pitagorico
Filolao dava al fuoco centrale dell'universo, ordinatore e
plasmatore della materia e fulcro attorno a cui ogni corpo
celeste deve ruotare. Filolao fu tra i primi ad abbandonare
l'ipotesi che la Terra fosse il centro sso del mondo, sostenuta
invece dal maestro Pitagora. Ci fa di lui un copernicano
ante litteram.
6
Nella scuola Pitagorica vigeva una distinzione tra i
discepoli: vi erano gli acusmatici, gli ascoltatori obbligati a
seguire le lezioni in silenzio ed i mathematici che potevano
interloquire con il maestro ed ai quali erano rivelate le parti
pi profonde della scienza.
7
Secondo Giamblico (losofo greco, 250 - 330 d.C.) Ippaso
fu lo scopritore del dodecaedro regolare (solido ottenuto dalla
giustapposizione di dodici pentagoni regolari) e della
dimostrazione della sua iscrivibilit in una sfera. Secondo la
tradizione questa dimostrazione fu completata contro il
volere dello stesso maestro Pitagora. La stessa tradizione
attribuisce ad Ippaso anche la scoperta del concetto di
incommensurabilit e dell'esistenza dei numeri irrazionali.
Secondo Kurt von Fritz (Cfr. Kurt von Fritz. Le origini della
scienza in Grecia. Il Mulino, Bologna, 1988) la scoperta degli
irrazionali da parte di Ippaso avvenne proprio durante la sua
ricerca sulla costruzione del pentagono regolare e del
dodecaedro che basato su questa gura. Quindi, secondo
questa interpretazione, la prima quantit irrazionale scoperta
nella Grecia antica sarebbe la sezione aurea ( (1+)5)/2 ) che
appare nella costruzione del pentagono e non la diagonale
del quadrato ()2).
8
Le prove sulla irrazionalit di )2 (ossia la diagonale del
quadrato) sono molteplici e tutte utilizzano il procedimento
della confutazione per assurdo. La pi comune e diffusa di
tipo algebrico. Tuttavia una dimostrazione algebrica molto
lontana dallo spirito originario della matematica greca che
basava tutte le sue argomentazioni su costruzioni
geometriche. Per questa ragione nel testo si fa riferimento ad
una prova geometrica dell'irrazionalit di )2 concepita negli
anni 50 dal matematico Stanley Tennenbaum. Questa
divertente ed elegante dimostrazione, come anche la pi
comune prova algebrica, possono essere lette nell'articolo
25
Irrationality From The Book di Steven J. Miller e David
Montague (scaricabile da http://arxiv.org/abs/0909.4913).
9
Secondo la leggenda Ippaso mor poco tempo dopo aver
divulgato l'esistenza degli irrazionali vittima di un naufragio
voluto dallo stesso Zeus adirato. Scrive il losofo greco Proclo
(412 - 485 d.C.): I pitagorici narrano che il primo
divulgatore di questa teoria [degli irrazionali] fu vittima di
un naufragio; e parimenti si riferivano alla credenza secondo
la quale tutto ci che irrazionale, completamente
inesprimibile e informe, ama rimanere nascosto; e se qualche
anima si rivolge ad un tale aspetto della vita, rendendolo
accessibile e manifesto, viene trasportata nel mare delle
origini, ed ivi agellata dalle onde senza pace.
10
La reazione dei seguaci pi ortodossi di Pitagora al
"crimine" di Ippaso fu durissima. Secondo la tradizione
Ippaso fu bandito e venne eretto un monumento funebre
nonostante egli fosse ancora vivo.
26
ECONOMIA
27
foto di Luca Scavone
Esattamente, vestito e tutto, con quanto ti
porto via?
di Antonio Di Stefano
Un chilo di arance costa al Sud * 1,35. Prezzo
tendenzialmente stabile. Ce lo dice il servizio SMS
consumatori
1
, che ci consente con una certa
attendibilit di denire il costo da attribuire al frutto e
conseguentemente di valutare se attivare, e in che
misura, il nostro comportamento di acquisto. Questo
comportamento (identicare un bene di interesse e
assegnargli un valore) se ci pensate un po un assillo
costante della nostra esistenza. Per questo abbiamo
inventato la moneta, che strumento econometrico
oltre che riserva di valore nanziario, e costruito luoghi
di denizione del valore economico dei beni come le
borse valori (rispetto ai quali in realt tuttavia siamo
degli alieni ignoranti che non capiscono nulla salvo che
forse si dovrebbe battere le mani come foche felici
quando al telegiornale ci raccontano che il fuzzi mib
ha conseguito valore positivo. Il fuzzimib
2
? L homo
oeconomicus in balia di una cosa che suona come una
bibita frizzante?).
Sar che ciascuno di noi dispone di risorse limitate e
necessita di comprendere come giocarsele nel mercato
dellesistenza, esattamente quanto vale? (altres
declinabile nella variabile di saggezza Ma ne vale la
pena?) pertanto un refrain della nostra quotidianit.
Tuttavia questo cruccio valutativo, sicuramente
funzionale alla nostra sopravvivenza, viene sempre pi
ad essere declinato nella sua variante mercantile: Ma
quanto costa? , manifestando una deriva culturale che
ci induce a parametrare loggetto del desiderio, quale
esso sia, con riferimento quasi esclusivo ad una valuta
corrente.
Il losofo americano Michael J. Sandel, in un libro in
uscita in Italia nella prossima primavera
3
, ma del quale
sono apparse anticipazioni sulla stampa, sostiene che
negli anni pi recenti si passati da una economia di
mercato ad una societ di mercato, in cui tutto o quasi
si pu comprare. In merito propone alcuni esempi di
questo decadimento, ad esempio in una scuola di
Dallas la corresponsione di una retribuzione pari a due
dollari a benecio degli scolari per ogni libro letto. A
questo punto, prima di lasciarci affascinare da una
discussione montessoriana sul valore educativo della
lettura, permettete una digressione incidentale: in Italia
questa misura non avrebbe particolare efcacia, posto
che un pacchetto di sigarette, un biglietto del cinema o
una ricarica telefonica costano pi dellequivalente di
due dollari, salvo avere a disposizione un glio di
extracomunitari o un futuro dirigente Mediaset in
grado di produrre un bignami del libro da leggere ad
un prezzo massimo di * 0,50/0,70 (va da s che il
futuro dirigente coordina un gruppo di extracomunitari
che lavorano a cottimo). Ad un prezzo superiore che
non ci sarebbe convenienza, il margine non coprirebbe
il rischio dimpresa di venire beccati nella propria
ignoranza, del resto pure sti extracomunitari non
possono essere cos esosi, pure loro devono piegarsi alla
legge del mercato.
Chiusa questa parentesi di sociologia economica
scolastica, e tornando alle preoccupazioni del losofo
Sandel, si pu argomentare che una societ di
mercato, ovvero ove quasi tutto si pu comprare,
tende ad essere una societ organizzata in modalit
verticale piuttosto che orizzontale
4
, ovvero a
denire straticazioni sociali su base censuaria piuttosto
cha preferire pratiche redistributive. Ma se questa
tendenza alla sperequazione fosse solo un effetto
momentaneo di una transizione da una organizzazione
sociale nella quale i fallimenti dei mercati vengono
raddrizzati da uno stato paternalista (e se quasi tutto ha
un costo esso viene diluito tra gli appartenenti alla
societ) ad un modello societario nel quale tutto ha un
prezzo e tutto esattamente certo, quello che posso
comprare e quello che non mi posso permettere,
nessuno interferir, lo stato assicurer il solo rispetto
delle regole di scambio e non ti prester un euro?
Lo so questa ipotesi ci ripugna, non ci piace lidea di
vedere gente che muore di fame e poco pi in l
persone che girano in automobili che valgono come un
appartamento di quattro stanze, servizi e cucina (per
solo un moto della coscienza passeggero, di fatto gi
viviamo in questo contesto). Ma assumiamo che questa
societ improntata allo stronzismo sociale ci possa
stare, perch il capitalismo dal volto sociale ha ormai
una brutta cera e la terza via blairiana si dimostrata
solo un vicolo cieco. E proviamo a godere gli indubbi
vantaggi di questo nuovo modello di relazioni sociali
nellambito delle quali tutto pu essere suscettibile di
avere un prezzo esatto. Basta incertezze. Desideriamo
qualcosa: limportante denirne il prezzo e metterla
nel carrello. Ad esempio, perch il commesso del banco
salumi dovrebbe servirci lo stracchino con simpatia?
pagato per vendere stracchino non per distribuire
entusiasmo, e per.. un 5% in pi sul prezzo di
28
vendita ed ecco che il nostro commesso diventa un
amicone, ci sorride, ci augura buona giornata e ci fa un
complimento per come siamo vestiti. Sar pure
prezzolato, ma resta la sensazione del pelo allisciato.
Dal medico c la la? Basta acquistare un titolo di
precedenza (dal valore variabile a secondo della
quotazione del medico) per avere accesso alla visita con
priorit. Sono tutti nuovi spazi di mercati che si aprono,
si pensi nellesempio adottato alla dinamica di
compravendita dei titoli di priorit alla visita che
potrebbe innescarsi tra i pazienti. Oppure pensiamo
alla applicazione negli ospedali del modello Ryanair:
hai diritto al posto letto e alla terapia, ma con
pagamenti a mezzo posse puoi sceglierti il letto vicino
al l a nestra, stabil ire di essere accudito da
uninfermiera di 25 anni generosa di circonferenza seno
invece che da una operatrice sanitaria prossima alla
pensione (nei reparti di cardiologia si paga esattamente
per il servizio contrario), assaporare il men
macrobiotico invece che la sbobba-base della mensa,
ricevere parenti fuori orario e cos via scorrendo, con
una casistica di prestazioni opzionali praticamente
innita.
Nella societ davvero di mercato si possono valorizzare
al megl i o meccani s mi d azi one nora non
adeguatamente sfruttati, quali ad esempio la delega,
oggi relegata allesercizio per interposta persona di
diritti patrimoniali e non strettamente personali. E
perch vivere con queste limitazioni? Perch non posso
mandare qualcun altro (pagandolo ovviamente) a fare
shopping con il coniuge o a discutere sullandamento
scolastico di mio glio con i suoi professori? Per non
parlare dei doveri di partecipazione sociale quali il voto.
Perch non posso mandare un altro al posto mio o
viceversa recarmi io in rappresentanza di terzi?
Dunque per un compenso pattuito assumo il titolo a
recarmi al voto al posto di Caio, previo ricevimento di
mandato univoco sulle modalit di esercizio. A mio
volta potrei rivendere questo titolo ad una societ ad
hoc che si organizza in forma imprenditoriale per
esercitare volont di voto in conto terzi. Cos facendo di
fatto cartolarizzo il voto di Caio e ci guadagno sopra
senza neppure andare a votare. Come gi succede per i
trader bancati o delle materie prime. E non che si sia
troppo lontani dalla realt: cronache giudiziarie ci
dicono che in alcune zone della Campania un voto vale
circa cinquanta euro e viene praticamente scambiato su
pubblica piazza, sebbene non sia ancora possibile
attribuire a questa attivit di transazione commerciale
la dignit di un contratto giuridico e ovviamente siamo
ben contenti di vericare che nel nostro Sud esistano
sperimentazioni giuridico-sociali cos avanzate.
Il meccanismo dellagire in conto terzi previo
compenso potrebbe portare anche una certa vivacit
nel mondo delle carceri, se tutto ha un prezzo denito
ogni condannato sa esattamente quanto deve pagare un
terzo per scontare la pena al posto suo, con un
indubbio vantaggio sulle casse pubbliche. Alla
osservazione ma cos si manda in galera un innocente
si pu tranquillamente obiettare che piuttosto si
restringe un cittadino che volontariamente baratta la
propria libert con un valore monetario attribuendo
cos un esatto prezzo alla sacricio della sua innocenza
che, per altro, non viene affatto negata.
Certo non facile abituarsi d'emble a vivere in un
modello di convivenza nella quale anche il sentimento
pu essere suscettibile di valutazione economica, dopo
secoli di pascimento a cristiana misericordia e
rivoluzioni improntate allegualitarismo e allo spirito di
solidariet civile, costringe a cambiare il nostro modo di
pensare. Frasi quotidiane quali Non so che darei per
vedere appioppata una multa a quel bastardo di turno
che parcheggia sul marciapiedi davanti casa mia! non
avranno pi senso, perch sapremmo esattamente
quanto dovremmo dare, ovvero il costo del servizio a
chiamata del vigile urbano che solertemente, su nostra
s ol l ec i t az i one, ar r i va e af bbi a l a mul t a
allautomobilista indisciplinato. E attenzione, non
stiamo acquistando la potest in ossequio alla quale
viene erogata la multa, se infatti il vigile fosse passato
autonomamente da quelle parti avrebbe potuto
sanzionare autonomamente lautomobilista, quello che
di fatto abbiamo acquistato la soddisfazione di vedere
lintimazione di pagamento su un parabrezza.
Sul versante dei consumi questo modello poi potrebbe
avere interessanti applicazioni: supermercati nei quali
pagando hai informazioni aggiuntive sulla salubrit dei
prodotti, macellerie che su richiesta ti scaricano le foto
degli animali che stai per mangiare ed intervista video
al veterinario che ha fatto loro la festa, negozi di
abbigliamento nei quali puoi comprare labito che ha
indosso la commessa o il commesso e chiedere di
toglierselo l, su due piedi, e di consegnartelo. In alcuni
negozi specializzati potrebbe potrebbe portarsi via
anche laddetto alle vendite.
Se ogni cosa, ogni relazione intorno a noi fosse
economicamente misurabile, o fosse suscettibile di
29
esserlo, nalmente avremmo la misura esatta del nostro
agire allinterno della comunit, nalmente sapremmo
con precisione che cosa ci permesso e n dove
possiamo spingerci. Certo, un modello ancora da
rafnare, potremmo ad esempio acquistare un organo
nuovo se qualcosa del nostro corpo iniziasse a difettare,
ma ancora troveremmo qualche difcolt a farci
sostituire da terzi in punto di morte. Almeno per il
momento.
Alcuni detrattori tuttavia potrebbero obiettare che
millenni di storia umana non possono calpestare ogni
etica e ridurre ogni relazione tra gli uomini ad una
contrattazione monetaria. Ma forse esagerano, non
detto che per forza ogni cosa possa essere acquistata,
certo posso anche pagare un mio conoscente per
andare al mio posto al matrimonio di mio cugino, con
tanto di delega scritta, ma non detto che debba per
forza attribuire ad ogni atto o relazione un valore, e che
ogni cosa sia delegabile, lincazzatura del ragionier
Pelletti per il goal subito alla partita settimanale di
calcetto, quella per esempio e in qualunque circostanza
non avrebbe prezzo.
Note
_________________
1 .
P e r m a g g i o r i i n f o r m a z i o n i h t t p : / /
www.smsconsumatori.it/
2.
Il Ftse Mib il pi importante indice della Borsa di Milano
dove sono riuniti i titoli a maggiore capitalizzazione e
liquidit di mercato.
3.
Quello che i soldi non possono comprare Feltrinelli
editore, prossima uscita
4.
In proposito Sulle regole, Gherardo colombo, Feltrinelli
editore
30
PROSPETTIVE
31
foto di Giuseppe Dimatteo
Leterno bisogno di respirare esattezza.
di Bruna Giordano
La terza delle Lezioni Americane di Italo Calvino
inizia cos: La precisione per gli antichi Egizi era
simboleggiata da una piuma che serviva da peso sul
piatto della bilancia dove si pesano le anime. Quella
piuma leggera aveva nome Maat, dea della bilancia. Il
geroglico di Maat indicava anche l'unit di
lunghezza, i 33 centimetri del mattone unitario, e
anche il tono fondamentale del auto. Sin da subito,
Calvino mette in risalto lo stretto legame tra esattezza,
numero e, quindi, matematica. Questo legame
indissolubile, presente nella storia sin dallantico Egitto,
viene formalizzato e strutturato dalla scuola losoca
greca, ponendo le basi per la nascita della losoa
moderna. Lo stesso Platone sosteneva che, se vero che
le sensazioni possono ingannarci, altrettanto vero che
la matematica ci d certezze inconfutabili e che, solo se
la realt fosse fatta in termini puramente matematici,
sarebbe possibile affermare che l'unica materia per
studiarla la matematica. I Pitagorici, sulla scia del
pensiero di Platone, furono i primi greci ad occuparsi in
maniera sistematica di questa scienza. Essi ritenevano
che i principi della matematica fossero anche i principi
dell'intera realt. Notarono che la matematica
possedeva tutti i principi per essere utilizzata come
principio dell'intera realt; essa, infatti, non
un'opinione e, come sosteneva lo stesso Aristotele, gli
oggetti di studio della matematica sono permanenti ed
immutabili. Ci in quanto la matematica, menzionata
tra le scienza esatte, pu rispondere a qualsiasi
domanda nel proprio ambito con rigore e risultati
esatti, misurabili, riproducibili ed esprimibili in modo
analitico ed oggettivo, rendendo possibile, come indica
Calvino, la creazione di un disegno dellopera ben
denito e ben calcolato. E proprio il tendere a questa
perfezione che caratterizza larte rinascimentale, che
introduce il concetto di prospettiva al ne di ottenere
unesatta riproduzione della realt che non fatta di
sagome piatte, ma di volumi, deniti dalla luce
al l i nterno di spazi ri conosci bi l i , natural i o
architettonici. La prospettiva, gi studiata da Euclide e
Giotto, raggiunge la sua massima espressione tra il 400
e il 500, secoli in cui cambia il rapporto delluomo nei
confronti della realt: adesso luomo artece del
proprio destino e centro delluniverso. Larte rende
possibile e realizzabile questa concezione grazie alla
prospettiva, scienza geometrica della rappresentazione
artistica, che, rafgurando la profondit spaziale, punta
verso una rappresentazione rigorosamente geometrica
e teoricamente esatta della realt sensibile.
Ci viene riportato nel De Pictura di Leon Battista
Alberti (1435) e nel De Prospectiva Pingendi di Piero
della Francesca (1482). Infatti, l'essere di un oggetto e il
suo apparire in rapporto alla posizione dell'osservatore
si pongono in termini rigorosamente geometrici,
rendendo possibile, con pochissimi prerequisiti di
geometria euclidea, lo sviluppo di teoremi di grande
interesse per le applicazioni al disegno prospettico.
Proprio per questo, una delle opere pi rappresentative
del rinascimento La agellazione di Cristo di Piero
della Francesca, in cui possibile riscontrare una
perfetta sintesi di naturalezza e rigore matematico,
capace di evocare, come indica Calvino, immagini
visuali nitide, incisive e memorabili. Piero della
Francesca rappresenta, in un piano prospettico perfetto
e nissimo, la scena della agellazione, curando la
rafgurazione dei particolari architettonici della loggia,
la loro impeccabile disposizione nello spazio e
scandendo lambiente con lesatta riproduzione della
pavimentazione a scacchi bianchi e neri.
Come larte rinascimentale, grazie al linguaggio
pittorico, riuscita a descrivere la realt in modo esatto
e preciso, cos la letteratura e la poesia richiedono,
come indica Calvino, un linguaggio il pi preciso
possibile come lessico e come resa delle sfumature del
pensiero e dellimmaginazione. Secondo Flaubert la
poesia una scienza esatta, come la geometria, e, come
citato da Prampolini, il testo poetico necessita di
esattezza del signicante, con un grado che potremmo
denire parossistico. Difatti, un testo viene considerato
poetico nella misura in cui vive nellesattezza della
(ri)produzione dei suoi mezzi espressivi. La riprova di
questaffermazione si ha constatando che nel testo
poetico, dal punto di vista percettivo e materiale, nulla
pu essere cambiato. Alla elasticit e indeterminatezza
del signicato si oppone la massima rigidit del
signicante. interessante notare che Calvino nella
lezione sullesattezza cita Leopardi e sottolinea quanto
il poeta dellInnito fosse preciso nel denire il termine
vago (Le parole lontano, antico, e simili sono
poeticissime e piacevoli, perch destano idee vaste, e
indenite, Zibaldone, 25 settembre 1821).
In un mondo ormai abituato allinesattezza e
allindeterminazione, si dovrebbe accettare linvito da
parte di Calvino di servirsi di un linguaggio preciso.
32
Beppe Severgni ni , nel suo arti col o El ogi o
dellesattezza, sostiene che la precisione diventer lo
spartiacque tra chi prova e chi tenta; tra chi costruisce e
chi accumula. In ultima analisi, tra chi riesce e chi
fallisce. Inoltre, sottolinea che la mancanza di
esat t ezza del l e nor me, del l e procedure,
dellamministrazione, della giustizia, delle carriere
che ha spinto lItalia a scivolare verso il basso. Senza
rumore, perch il declino si pu oliare, come una
carrucola, e afferma che la precisione non solo una
sana consuetudine lavorativa; anche un atteggiamento
verso le persone e le cose. Forti di questi insegnamenti,
riscopriamo leterno bisogno di respirare esattezza da
sempre presente nelluomo, ma soprattutto lurgente e
necessaria adozione di questo stile di vita, non solo
nal i zzato al l a propri a ri usci ta personal e e
professionale, ma soprattutto alla costruzione di una
societ nuova.
33
ARTe
34
foto di Antonio Laraia
L'astrattismo morale di Piet Mondrian.
di Emanuele Greco
Attraverso l'interiorizzazione di ci che conosciamo come materia e
attraverso l'esteriorizzazione di ci che conosciamo come spirito -
nora troppo distinti! - materia-spirito diventa un'unit. Il
Neoplasticismo presenta l'ordine esatto.
1
Piet Mondrian
Deve essere stato davvero profondo lo sconforto del
pittore olandese Piet Mondrian (1872-1944) nel 1921
se, dopo aver dedicato tutta la sua vita all'arte, ed essere
arrivato ad una maturit di ricerca artistica, teorica ed
umana era, infatti, ormai alla soglia dei cinquant'anni
aveva preso seriamente in considerazione l'idea di
abbandonare la pittura e di trasferirsi denitivamente
da Parigi, dove era tornato a vivere dal 1919 dopo la
ne della guerra per andare a lavorare nel podere di un
amico nel sud della Francia. La disperata idea nasceva
in un momento di forte scoraggiamento dell'artista che
s i era acui t o
ulteriormente
dopo l ' e s i t o
disastroso della
s u a u l t i ma
mos t r a. Tr a
l' ottobre e il
novembre del
1921, infatti, il
g a l l e r i s t a
p a r i g i n o
L o n c e
Rosenberg, che
gi da tempo
lavorava con il
pittore, aveva
esposto nove
d e l l e
u l t i mi s s i me
o p e r e d i
Mondri an, a
cui aveva gi
d a t o u n
anticipo, in una
mostra collettiva presso la sua galleria. I dipinti esposti,
tra cui gurava anche il famoso Tableau I del 1921,
erano tutti caratterizzati da un rigoroso astrattismo
for mal e, prodotto dal l e sue ul ti me ri cerche
neoplastiche. Non essendo riuscito a vendere niente,
Rosenberg aveva restituito le nove opere all'artista
chiedendogli indietro anche il suo anticipo. Sentendosi
sfruttato, scoraggiato e in gravi difcolt economiche,
Mondrian aveva pensato cos, seppur per breve tempo,
al "drastico progetto". Questo era solo l'ultimo di una
serie di avvenimenti che aveva fatto nascere nell'artista
la convinzione che la sua ultima e pi matura (ma
anche la pi estrema) fase artistica, tesa n dal 1917
verso un puro ed esatto astrattismo, a cui aveva dato il
nome di "neoplasticismo", fosse incompresa dal
pubblico. Allo stesso modo, per, egli considerava
l'astrattismo come la necessaria conseguenza di
quell'idea di puricazione a cui aveva sempre
indirizzato la sua ricerca pittorica.
Piet Cornelis Mondriaan (la graa "Mondrian", con
una sola a, fu adottata dal 1912, quando si trovava a
Parigi) nacque ad Amersfoort in Olanda nel 1872, da
Pieter Cornelis e da Johanna Christina Kok, di cui il
secondo di cinque gli. Il padre, membro della Chiesa
riformata olandese, era il direttore della scuola
elementare calvinista di Amersfoort e militante
nazionalista. Nel 1880 la famiglia Mondriaan si
trasferisce a Winterswijk, dove il giovane Piet rimane
no al 1892. In questo periodo sotto l'insegnamento
dello zio Frits, pittore di paesaggi appartenente alla
Scuola dell'Aia, inizia lo studio del disegno per
l'acquisizione di un primo e, successivamente, di un
secondo diploma per l'insegnamento del disegno nelle
scuole. Nel 1892 si trasferisce ad Amsterdam dove
segue con risultati mediocri i corsi all'Accademia,
dipingendo paesaggi, ritratti e nature morte che replica
in serie nel tentativo, ancora latente, di estrarne un
signicato essenziale ed universale nascosto dietro il
particolare ed il contingente. Nel 1903 si reca nella
regione del Bramante, da cui rimane folgorato:
35
FIG 1
FIG 2
l'essenzialit della natura e la semplicit degli uomini,
gli appaiono cos consoni al suo sentire da convincerlo a
trasferirsi nel villaggio di Uden dal 1904 al 1905. In
questo periodo si interessa maggiormente alle dottrine
teosoche, secondo le quali il mondo concepito come
un tutto unitario, retto da determinate leggi e principi
matematici in cui i poli opposti tendono alla
ricomposizione e all'armonia cosmica. questa una
fase importante per il suo percorso mistico alla ricerca
della vera religione che gli si riveler in seguito laica e
totalmente umana, e traducibile nella razionale
assolutezza delle forme, intese come un assoluto
universalmente comprensibile. Nel 1905 torna ad
Amsterdam, dove rimarr no al 1911. Tutte le estati
dal 1908 al 1911 Mondrian si reca a Domburg,
nell'isola di Walcheren, dove conosce il pittore Jan
Toorop che gl i fa scopri re i n profondi t i l
neoimpressionismo, e soprattutto la lezione di Van
Gogh, il divisionismo di Seurat e la sperimentazione
coloristica dei Fauves. Questo stimolante confronto
artistico d luogo all'elaborazione di un particolare
linguaggio a met tra divisionismo e fauvismo, carico di
signicato simbolico ed esoterico, che Mondrian
sperimenta su pochi soggetti (ancora una volta seriali),
ovvero: le dune, il mare, la chiesa a Domburg e il faro
di Westkapelle.
Nell'ottobre del 1911 Mondrian espone al Moderne
Kunstkring di Amsterdam in una mostra omaggio a
Czanne dove, insieme al grande maestro francese,
compaiono anche opere di Picasso, Braque, Derain,
Dufy, Vlaminck, Redon ed altri. L'incontro con la
pittura cubista ha per Mondrian un ef fetto
sconvolgente. Egli si rende conto, infatti, di non poter
arrivare all'universale, a cui tendeva con le sue ricerche
pittoriche, attraverso la rafgurazione allegorica del
simbolo: una volta rappresentata ed incarnata qualsiasi
idea, anche quella dell'assoluto, diventa particolare,
terrena, e per questo non universale. L'artista capisce
che per conseguire il suo ideale egli deve uscire dalla
tradizione estetica occidentale, abolendo le opposizioni
tra gura e sfondo e tra forma e signicato. Il punto di
partenza della sua ricerca pittorica diventa, quindi, il
riconoscimento della supercie del quadro come l'unit
principale dell'opera. A tale scopo, tra la ne del 1911 e
il 1912, Mondrian realizza le sue prime tele cubiste.
Nella primavera del 1912 a Parigi, dove rimane no
al 1914. Sono anni di intensa ricerca: ben presto le sue
esercitazioni cubiste, indirizzate sull'esempio del
cubismo analitico di Picasso e di Braque (dei quali
riprende in un primo momento anche la tavolozza di
toni grigi ed ocra e la forma ovale dei dipinti) lo
portano a spingersi verso l'astrazione pura e l'assoluta
semplicazione delle immagini. I piani decostruiti dei
motivi rappresentati nell'opera sono uniformarti da
Mondrian, tramite una quadratura lineare, alla
supercie del quadro, la quale preclude qualsiasi
penetrazione ottica. Nelle ultime tele di questo primo
periodo parigino, quelle del 1914, l'artista arriva a
porre maggiormente l'attenzione sull'opposizione tra il
verticale e l'orizzontale e a fare uso di una tavolozza
non pi "cubista", ma derivata dai colori primari (usa
36
FIG 3
FIG 4
infatti: il rosa, l'azzurro, il giallo-marrone), che
preannunciano la sua pi matura fase neoplastica.
Tornato in Olanda nell'estate del 1914, vi trattenuto
dallo scoppio della guerra no al 1919. In questo
periodo soggiorna per un tempo a Domburg, dove pu
meditare nuovamente su alcuni motivi che lo avevano
affascinato in passato: la chiesa, l'oceano e i moli.
Prosegue nell'elaborazione del suo linguaggio e delle
sue premesse teoriche, arrivando a quella che stata
denita la fase "del pi e del meno". Nelle opere di
questo periodo, infatti, Mondrian abolisce in maniera
radicale l'opposizione tra gura e sfondo, aderendo
denitivamente all'astrazione, come si capisce dal
quadro Composizione con linee del 1917. Da questo
momento la ricerca artistica di Mondrian si fa
frenetica. Sempre nel 1917 una serie di composizione
astratte, ciascuna chiamata Composizione con piani di
colore, costruite con brevi tratti neri e campiture
rettangolari, prevalentemente in azzurro, grigio e rosa
su uno spazio bianco, appaiono come un ulteriore
estremo sviluppo verso la puricazione delle forme. Tra
il 1918 e il 1919 l'artista introduce la griglia modulare
globale con la quale riesce ad attenuare ogni contrasto
nel dipinto, impedendo qualunque individualizzazione
e abolendo denitivamente l'opposizione tra gura e
sfondo.
Gli anni trascorsi in Olanda sono importanti per
Mondrian. In quel periodo, infatti, conosce un gruppo
di artisti, intellettuali ed architetti, tra cui Tho van
Doesburg, Bart van der Leck, Vilmos Huszr, Georges
Vantongerloo, Jacobus Johannes Oud, con i quali si
ritrova intorno alla rivista De Stijl, fondata nel 1917,
a cui collaborer no al 1924. Con la fondazione della
rivista si fa coincidere la nascita del movimento artistico
del "neoplasticismo", il cui primo manifesto fu
pubblicato proprio su De Stijl nel 1918, a cui segu
un secondo dedicato alla letteratura nel 1920 e un terzo
nel 1921.
Tornato a Parigi nel 1919, Mondrian abbandona
gradualmente la griglia modulare in quanto esalta la
ripetizione ossia il "naturale", arrivando cos ad una
denizione pi precisa dell'arte neoplastica. Il
fondamento del neoplasticismo denito da Mondrian
come il "principio generale dell'equivalenza plastica".
Quest'ultimo riguarda non soltanto le arti, ma ogni
attivit umana, ogni produzione culturale, ogni
esistenza sociale. un dualismo apparente volto a
dissolvere ogni particolarit; qualunque armonia che
non sia doppia, cio costituita da una "opposizione
equivalente", non che illusione. Tutto ci che non
"det er mi nat o dal suo cont rari o" "vago",
"individuale", "tragico"
2
. In tutti i suoi scritti degli anni
Venti, di cui Le No-Plasticisme pubblicato nel 1920 a
Parigi uno dei pi signicativi, Mondrian fa
riferimento ad un equilibrio assoluto ed universale,
vagheggiando una societ futura perfettamente
armonica dove ogni elemento determinato
3
. Ogni tela
neoplastica , quindi, come ha osservato Yves-Alen
Bois il modello teorico e microcosmico di un
macrocosmo che deve ancora realizzarsi. La pittura
costituita da un insieme di elementi universali: i piani di
colore primario che si contrappongono ai piani di
"non-colore" (grigio, nero, bianco); le linee verticali che
si oppongono alle linee orizzontali, al tempo stesso
sondando i vari piani da esse delimitati sulla supercie
della tela, da cui il movimento del tutto bandito
4
.
Dopo l'uscita di Mondrian da De Stijl nel 1924 per
divergenze con van Doesburg (sembra che la causa
diretta della loro rottura fosse stata la volont di
quest'ultimo di utilizzare direttrici diagonali nelle opere,
fatto che Mondrian non tollerava in quanto, a suo
avviso, esse introducevano un fattore dinamico che
spezzava l'equilibrio della composizione), l'artista
olandese diventa il punto di riferimento per gruppi di
ricerca astratta. In un primo momento, nel 1929, egli
aderisce al gruppo astrattista "Cercle et Carr" ed in
seguito, nel 1932, al movimento "Abstraction-
Cration". In questi anni la ricerca teorica ed artistica
di Mondrian si evolve totalmente. Al posto del principio
dell'immobilit, che aveva contraddistinto le sue opere
no ad allora e che adesso, invece, nisce per assume
un negativo signicato di "naturale", l'artista introduce
il concetto di "equilibrio dinamico". Le linee, che
avevano sempre rivestito un'importanza secondaria
rispetto ai piani, diventano adesso la parte pi attiva
della composizione pittorica. Esse assumono una
funzione distruttiva nell'opera: intersecandosi, infatti,
eliminano l'identit formale e statica dei piani, ovvero
dei rettangoli.
37
FIG 5
Nel 1938, quando l'Europa sconvolta dall'aggressivit
e dal disordine nazista, Mondrian lascia Parigi per
rifugiarsi a Londra, dove ospitato da alcuni amici
artisti. Nel 1940 viene convinto a trasferirsi a New
York, dove rimane no alla sua scomparsa avvenuta nel
febbraio del 1944. Nel periodo newyorkese egli avverte
una pi forte pulsazione vitale, come una gioia per la
conquista della libert dall'ossessione traumatica della
guerra. In questo periodo lavora all'ultima fase delle sue
ricerche, incentrata sul problema delle linee presenti
nelle sue opere. Per impedire di cogliere la supercie,
intesa come forma, del dipinto, Mondrian introduce in
esso un complesso intreccio di spessori di strisce
colorate. Le ultime tele, tra cui l'incompiuta Victory
Boogie Woogie del 1944 (Inserire gura 6 qui),
rappresentano l'indagine su quest'ultima vitale
possibilit. Esse sono in grado di donare all'osservatore
l'ebbrezza di una lieve profondit che ha il compito di
liberare e puricare la nostra visione. Ed quest'ultimo
un estremo atto di fede nelle possibilit morali
dell'uomo ancor pi che un manifesto estetico di Piet
Mondrian.
Non un caso, quindi, che anche lo storico dell'arte
Giulio Carlo Argan, in un suo fulminante e
pionieristico articolo del 1953, in un periodo in cui
l'opera di Mondrian non era ancora molto diffusa in
Italia
5
, metter in evidenza proprio le qualit morali
dell'artista olandese. Scrive infatti il critico: Per quanto
la sua pittura [di Mondrian] si componga poi in
un'attitudine speculativa e distaccata, il suo movente
originario non naturalistico, ma umano e sociale: la
passione morale, il desiderio di agire, il furor
6
. Ed
ancora aggiungeva: Perci ogni quadro di Mondrian
non pu considerarsi come un risultato concluso e
valido per l'eternit, ma come uno stimolo, un
programma. Esso non si propone all'osservatore come
un esempio di bellezza da ammirare, ma come un aiuto
per conseguire quel grado di chiarezza nella percezione
che pu conferire al suo fare un carattere di conoscenza
o di creativit
7
.
Note
_________________
1
Citato in A. Busignani, Mondrian, Firenze 1968, p. 22.
2
Cfr. Y.-A. Bois, L'iconoclasta, in Piet Mondrian, catalogo
della mostra (L'Aia, Haags Gemeentemuseum; Washington,
National Gallery of Art; New York, Museum of Modern Art,
1994-1996) a cura di Y.-A. Bois, J. Joosten, A.Zander
Rudestine, H. Janssen, Milano 1994, pp. 313-374.
3
Cfr. P. Mondrian, Il Neoplasticismo, a cura di F. Ferrari,
traduzione di L. Sosio, Milano 2008.
4
Cfr. Y.-A. Bois, L'iconoclasta cit., p. 315.
5
Cfr. R. Venturi, Non pu essere che cos. Ragghianti e il
modernismo di Mondrian, in Predella, rivista online, n. 28,
2010.
6
G. C. Argan, Mondrian, in Civilt delle macchine, VI,
1953, poi in Id., Salvezza e caduta nell'arte moderna. Studi e
note II, Milano 1964, pp. 122-130, p. 127.
7
Ivi, p.128.
Didascalie immagini
_________________
- Figura 1: Arnold Newman, Piet Mondrian nel suo studio di
New York, 1942.
- Figura 2: Piet Mondrian, Tableau I, 1921, olio su tela, cm.
96,5x60,5. Museum Ludwig, Colonia.
- Figura 3: Piet Mondrian, Il faro di Westkapelle, 1910 ca.,
olio su cartone, cm. 39x29. G.J. Nieuwenhuizen Segaar,
L'Aia.
- Figura 4: Piet Mondrian, Composizione ovale (Alberi),
1913, olio su tela, cm. 93x78. Stedelijk Museum,
Amsterdam.
- Figura 5: Piet Mondrian, Composizione con linee, 1917,
olio su tela, cm. 108,4x108,4. Rijksmuseum Kroller-Muller,
Otterlo.
- Figura 6: Piet Mondrian, Victory Boogie-woogie, 1944, olio
e carta colorata incollata su tela, cm. 126x126. Haags
Gemeentemuseum, L'Aia.
38
FIG 6
FUMETTO
39
Foto di Benedetto DAlfonso
NO WAR
di Giulio Laurenzi
Italo Calvino, nella terza delle sue Lezioni Americane, denisce cosa evoca in lui il termine esattezza:
un disegno dellopera ben denito e ben calcolato; levocazione di immagini visuali nitide, incisive,
memorabili; un linguaggio il pi preciso possibile sia come lessico che come resa delle sfumature del
pensiero e dellimmaginazione.
Con questo suo contributo, Giulio Laurenzi ci offre per immagini la sua chiave di lettura nitida, incisiva e
memorabile.
Delle tre tavole disegnate per il nostro Magazine, stato tratto anche uno short movie.
GUARDA LO SHOT MOVIE SU YOUTUBE
40
41
42
43
architettura
44
foto di Gianluca Calzaretta
[Tr]ick or [tr]uth
di Alessandra Maisto
Quando dormo molti sogni
esco in strada con gli occhi aperti
che conservano ancora
la loro traccia e la loro certezza.
1
Il 5 dicembre dellanno appena conclusosi scomparso
un famoso architetto brasiliano, Oscar Niemeyer,
vincitore del premio Pritzker nel 1988, fervente
sostenitore della centralit delluomo nellarchitettura.
Niemeyer, parlando della bellezza in architettura,
scrive:
[] quando la forma crea bellezza essa ha nella
bellezza la propria giusticazione.
2
Per quanto si disquisisca sullimportanza di valori altri
rispetto alla bellezza, meno caduchi, e per quanto si
tenda a guardare con maggior rispetto agli architetti
che fanno della funzione il proprio stendardo, sarebbe
ipocrita negare la propensione dellocchio umano a
soffermarsi su forme gradevoli, perch in fondo noi
cerchiamo la bellezza ovunque
3
.
Diventa cos inevitabile chiedersi come sia possibile
denire la bellezza in architettura, e per fortuna non
dobbiamo risolvere questa annosa questione da soli,
poich ci viene incontro larchitetto romano Vitruvio, le
cui teorie, per quanto elaborate nel sec. I a.C., ne fanno
tuttoggi il pi grande teorico dellarchitettura di tutti i
tempi. Nel suo De Architectura, scritto intorno al 15
a.C., Vitruvio afferma:
Haec autem ita eri debent, ut habeatur ratio,
rmitatis, utilitatis, venustatis.
4
Note
_________________
1
Il libro dellinquietudine, Fernando Pessoa, Casa Editrice
tica, Lisbona, 1982
2
Meu Sosia e Eu, Oscar Niemeyer, Revan, Rio de Janeiro
1992
3
Bellezza, Marlene Kuntz, da Bianco sporco, Virgin Record,
2005
4
In tutto questo che si ha da fare devesi avere per scopo la
solidit, l'utilit, e la bellezza.
5
SI veda Correzioni ed illusioni ottiche in architettura,
Gaetano Fano, Dedalo libri, Roma, 1979
6
Si veda Visualit dello spazio architettonico medioevale,
Angelo Ambrosi, Dedalo Libri, Roma, 1979
7
Il signicato delle arti visive, Erwin Panofsky, Einaudi,
Torino, 1962
8
Cfr. nota 6
9
Complessit e contraddizioni nell'architettura, Robert
Venturi, Edizioni Dedalo, Bari, 2002 (6 ed.)
10
Si veda Luigi Moretti. Architetto del Novecento, a cura di
Fonti Daniela, Muntoni Alessandra, Bozzoni Corrado,
Gangemi Editore, Roma, 2012
11
Idem
12
Letteralmente muro a tenda, il curtain wall o facciata
continua un particolare tipo di facciata, leggero e continuo,
che trasferisce alla struttura delledicio le sollecitazioni a cui
sottoposto, tramite appositi collegamenti, portando cos
solo il peso proprio.
13
Cfr. nota 10
14
Marianne Moore, scrittrice e poetessa, 1887, Kirkwood -
1972, New York
51
FIG 10
MUSICA
52
foto di Francesca Zito
Coltrane, storia dell'esattezza di un
amore Supremo.
di Giuseppe Romaniello
La costruzione di un amore
spezza le vene delle mani
mescola il sangue col sudore
se te ne rimane
Ivano Fossati
Si pu inventare il jazz? Il jazz sembra pi simile
allelettricit, o allAmerica, una cosa che non stata
inventata consapevolmente ma solo scoperta ex post da
un qualche individuo particolarmente acuto o
fortunato. Con questa domanda, Ted Gioia nel suo
volume LArte imperfetta. Il jazz e la cultura
contemporanea, dedicato al jazz quale espressione del
romanticismo contemporaneo, ci riporta al grande
dilemma del jazz, ossia a quella continua necessit di
inventare qualcosa di nuovo, se si vuol suonare il jazz;
altrimenti non jazz. Invenzione e improvvisazione
non sono tuttavia sinonimi, anche se ogni appassionato
approccia a un concerto di jazz dando per scontata
questa similitudine. In una sorta di vampirismo
auditivo, lascoltatore di jazz preferisce la performance
allincisione, limprovvisazione solistica ogni volta
differente alle stanche repliche di quelli che denisce
stilemi esecutivi non consoni allo spirito del jazz.
Questo approccio profondamente radicato nella
cultura del jazz, sia essa lespressione degli esecutori o
improvvisatori, che il desiderio degli appassionati. In
genere, si giudica la qualit del solista dal grado di
inventiva che di volta in volta egli riesce ad esprimere
durante le sue perfomance. Allora la domanda giusta :
si pu inventare ogni volta qualcosa di nuovo afnch
sia jazz? E soprattutto, come distinguere una
invenzione da un clich? Gi, perch linvenzione tale
se qualcuno poi disposto a riconoscerla, a certicarla,
ad esplicitarla; insomma, a reinterpretarla secondo uno
specico codice estetico-musicale. Ma il codice
presuppone una regola, un principio, che di per s un
limite limitante, una norma. Quindi la domanda giusta
potrebbe essere: linvenzione dunque la violazione di
un codice estetico-musicale preesistente?
Quella che sembra essere una acculturata dissertazione
tra musica ed estetica nel jazz, in verit dilemma
atavico, cruciale per dimostrare che a rendere cos
affascinante il jazz non limprovvisazione in s, ossia il
tentativo continuo del musicista di reinterpretare il
preesistente, bens il campionario estetico-emotivo di
cui il jazz ha bisogno per essere vivo e pulsante, per
darsi delle regole, per non proporre delle soluzioni a
priori, ma invenzioni frutto della continua verica in
situazioni di performance; solo queste ultime invenzioni
possono ambire a diventare canone estetico
predominante, seppur in attesa del prossimo
superamento. In altre parole, il jazz non si inventa, ma
si scopre; tutti i grandi solisti di jazz lo sanno bene, pur
non sapendolo spiegare. Provate a chiedere ad uno di
loro di parlare della musica che eseguono o, pi
semplicemente, provate a leggere le interviste che
rilasciano. Viene fuori una quadro disarmante per
lascoltatore; laffermazione pi diffusa che, al di l di
regole e stili, ognuno di loro suona la musica che aveva
gi sentito dentro di s, in una sorta di premonizione
armonica. In altri casi, il jazzista dichiara di aver
trovato una invenzione/innovazione mentre nella sua
improvvisazione stava cercando altro, o semplicemente
applicando canoni stilistici che pensava lavrebbero
portato da unaltra parte.
quello che gli americani chiamano la serendipity,
ossia la sensazione che si prova quando si scopre una
cosa non cercata e imprevista mentre se ne sta cercando
un'altra; spesso infatti scoperte importanti avvengono
mentre si stava ricercando altro. Lappassionato di jazz
rischia di sentirsi, quindi, come uno dei tre prncipi di
Serendippo, antico nome persiano dello Sri Lanka, i
quali nel loro viaggio continuavano a fare scoperte di
cose di cui non erano in cerca; naturalmente le scoperte
dei tre prncipi sono s intuizioni dovute al caso, ma
sono anche il frutto dello spirito acuto e della capacit
di osservazione. Per dirla con Julius H. Comroe, la
serendipit cercare un ago in un pagliaio e trovarci la
glia del contadino. Nel jazz non puoi che rimanere
folgorato dalla bellezza della glia del contadino dei
campi di cotone del sud, folgorato dalla sua intensit e
dalla sua energia, dallesattezza delle sue fattezze, che
restano tali nonostante la sda che di volta involta
velocit e virtuosismo le impongono.
Velocit, virtuosismo, intensit ed energia sono infatti
gli elementi chiave attraverso i quali misurare
lesattezza del jazz, nonostante lincombenza di dover
inventare il nuovo in ogni esecuzione o performance.
unattrazione a volte dannata verso lignoto che spinge
53
il jazz a non poter fare a meno di nessuno di questi
elementi; ed ogni volta uno stile o unepoca nisce per
prediligere un fattore su gli altri: il bebop dalla
forsennata velocit, in una sorta di on the road
musicale, consacrato poi dalla beat generation di
Keruac; il jazz modale dalla rafnata intensit,
suggellata dallunione tra cinema e jazz, inaugurata dai
soli davisiani di Un ascensore per il patibolo; la
fusion dallaccattivante virtuosismo estetico, che ha
fatto da controcanto fashion agli anni delledonismo
reaganiano; il free jazz dallenergia disperata, pugni
chiusi e black power, quale libera espressione di una
new thing mai denita no in fondo, in grado di dare
voce alla rabbia di diritti civili mancati. Ma ogni
jazzista, nella sua ricerca che non concede soste, ha
aspirato almeno per un momento allequilibrio tra
questi 4 elementi, quasi fosse nellesattezza del dosaggio
di acqua, vento, aria e fuoco che risiede lalchimia dei
capolavori.
Ma pu un jazzista inventare ogni volta capolavori,
chiamato com ad improvvisare, ossia a creare ogni
sera unopera darte e, allo stesso tempo, a dare prova
di capacit tecnica, potenza, classe e ispirazione? Certo,
pu farlo, o quanto meno provarci; ed questa
lalchimia del jazz che lascia i suoi appassionati ed
estimatori appesi al lo dellincertezza, del sogno e
dellambizione di poter, per una volta, raccontare: cero
quella sera e quellensemble ha suonato come mai
aveva fatto. Ci succede perch il jazz per sua natura e
per scelta dei suoi esponenti pi signicativi, ha deciso
che la sua estetica sarebbe stata una sorta di non
estetica. Intendo dire che, se intendiamo per estetica la
denizione di una forma a priori, il jazz risponde s a
codici estetici, anche se ha, quale suo mito fondativo,
limprovvisazione, intesa quale forma di espressione
artistica basata sul riuto dellesistente, ossia di ogni
codice di forma predenita. Il jazz nato, o meglio
stato suonato e poi si girato ad analizzare la forma
darte espressa, riconoscendone i tratti di una non-
estetica.
Sarebbe sbagliato affermare che il jazz non aderisce ad
alcuna forma; meglio dire che il jazz non aderisce ad
una forma a priori, e, straordinariamente, questo non
ne fa una forma darte meno esatta delle altre.
Abbiamo due modi di aderire alla forma: uno risiede
nel metodo progettuale, che poi quello al quale la
nostra cultura glia del razionalismo e della tecnica,
quale chiave interpretativa del mondo, pi si riconosce.
Un artista pianica in anticipo ogni particolare
dellopera darte che intende creare, sia essa un quadro,
una composizione, una statua o una esecuzione. Il jazz,
anticipando una modalit che poi altre forme darte nel
Novecento avrebbero fatte proprie, adotta un metodo
retrospettivo: limprovvisatore modella ogni frase
musicale in rapporto a ci che avvenuto prima. Ogni
musicista che si cimentato con il jazz conosce questo
principio, ma lo conosce anche ogni oratore che ama
declamare discorsi lasciando spazio ad una ispirazione
estemporanea, come lo conoscevano gli artisti dadaisti
o i calciatori che si ispiravano a Gianni Rivera piuttosto
che a Sandro Mazzola.
Ma pu una forma darte ispirata ad una sorta di non
estetica considerarsi esatta, laddove, per dirla con Italo
Calvino, lesattezza vuol dire il ricorso ad un
linguaggio il pi preciso possibile, come lessico e come
r e s a d e l l e s f u ma t u r e d e l p e n s i e r o e
dellimmaginazione? In verit, Calvino, nelle sue
Lezioni Americane, dichiara, con disarmante sincerit,
nella proposta dedicata allesattezza, che avrebbe voluto
parlare della sua predilezione per le forme
geometriche, per le simmetrie, per le serie, per la
combinatoria, per le proporzioni numeriche, ma le sue
riessioni erano scivolate verso linnito ed il cosmo. La
sua passione per lesattezza gli rendeva ossessivamente
attraente linnitamente grande come linnitamente
piccolo, no ad ammettere, citando Flaubert, che
totalmente innito Dio perch tutto lui in tutto il
mondo, ed in ciascuna sua parte innitamente e
totalmente.
Alla stessa maniera, John Coltrane dedic oltre 10 anni
ad una ricerca spasmodica ed ossessiva su come
perfezionare il suo virtuosismo solistico, tanto che i suoi
estimatori coniarono lespressone sheets of sound, per
indicare il suo stile d'improvvisazione molto particolare,
costituito da un fraseggio denso di scale in rapidissima
successione. Dedic inoltre gran parte del suo studio
armonico a creare sostituzioni e successioni armoniche
in grado di stupire ascoltatori ed intenditori con
sequenze inaspettate, come aveva fatto con Giant Steps,
in cui proponeva una progressione armonica basata su
intervalli di terza maggiore: un intervallo cos ampio
che solo un gigante avrebbe potuto eseguire o
camminarci sopra, se vogliamo proseguire con la
metafora -.
Gran parte delle sue energie furono dedicate alla
ricerca di un suono intenso e puro, cos sinceramente
54
doloroso ed ispirato da rappresentare la voce di
unepoca e di una generazione di americani. Per averne
piena percezione, sufciente ascoltare le incisioni cos
centrate, allo stesso tempo tradizionali e innovative,
delle ballads, ossia di quei classici da musical che i
jazzisti amano riproporre per dichiarare le radici della
loro musica o semplicemente dedicarle allamore della
loro vita. Dedic la voce del suo sassofono alle tragedie
del suo tempo, come accade con Alabama, da lui
composta nel 1963, modellando lincedere del sax sul
discorso funebre tenuto da Martin Luther King alla
celebrazione dellefferata uccisione di 4 ragazze da
parte del Ku Klux Klan a Birmingham, in Alabama.
Certo, si ripropongono anche per John Coltrane le
categorie di lettura e di comprensione dellesattezza
della sua musica gi in precedenza analizzate, ossia
velocit, virtuosismo, intensit ed energia. Ma anche la
ricerca di Coltrane, per quanto ossessivamente attratta
da questi canoni stilistici, nisce per consegnarsi alla
categoria del Dio dellinnito, Dio che respira le
vibrazioni della musica di ogni essere umano. Lo
dichiara, con una sincerit parimenti disarmante, lo
stesso Coltrane che, nella poesia da lui scritta e suonata
in A Love Supreme, sceglie queste parole: God
breathes through us so completely, so gently we hardly
feel it, yet, it is our everything. Thank you God. Per
comprendere lesattezza del jazz, occorre, quindi,
misurarsi con la ricerca coltraniana, con il suo pensiero
e con la sua musica.
Coltrane rappresenta il culmine dellidea che il jazz ha
sempre coltivato dellindividualismo esasperato, ossia
quellidea romantica del jazz per cui appare impossibile
che unopera darte possa prescindere dal suo creatore.
Questa simbiosi, tipica del jazz, nellesperienza di
Coltrane diventa totalizzante: lopera darte coincide
talmente con il suo autore, da indurre schiere di
appassionati a venerarlo come una sorta di santo.
L'impatto del musicista stato cos forte da indurre
l'istituzione negli Stati Uniti di una chiesa dedicata al
musicista, la "St. John Will-I-Am Coltrane African
Orthodox Church" di San Francisco. La chiesa venera
Coltrane come un santo vero e proprio e basa le
proprie funzioni su A Love Supreme.
John William Coltrane coincide con leroe romantico,
che con la sua devozione alla ricerca della verit nella
musica, sacrica se stesso sullaltare della creazione; la
sua vita artistica stranamente breve, se rapportata
allamplissima produzione musicale, realizzata, almeno
per la parte pi signicativa, tra il 1956 ed il 1967,
anno della sua morte. Nasce il 23 settembre 1926,
suona Rithm & Blues per tanti anni; poi nel 1955 lo
chiama Miles Davis. la svolta della sua vita; nel 1961
lascia Davis per mettere su il suo quartetto; ha in testa
come dovr suonare, ha in testa il suo sound. Saranno
sei anni incredibili, durante i quali la sua ricerca non
segner mai pause. Lanno del capolavoro il 1964. In
una sola seduta, avvenuta il 9 dicembre, dalle 20 a
mezzanotte incide in un rinomato studio di
registrazione a Englewood Cliffs, nel New Jersey, A
Love Supreme. Alice Coltrane cos racconta la
gestazione del capolavoro di suo marito John, che
incrocia mentre egli scende dalla stanzetta al primo
piano dedicata alla esercitazione con il sassofono:
Era come Mos quando scende dalla montagna, una
cosa meravigliosa. Venne da basso e sul suo viso scorsi
pace, gioia, tranquillit. Cos gli dissi Dimmi tutto.
Sono quattro o cinque giorni che non ti fai quasi
vedere.. E lui la prima volta che ho lispirazione
per tutta la musica che voglio incidere su un disco. la
prima volta che ho tutto, proprio tutto pronto (tratto
da A Love Supreme, Storia del capolavoro di J.
Coltrane Ashley Kahn).
Il nome della suite manifesta gi un azzardo nella scelta
poco anglosassone di invertire laggettivo; supreme,
posizionato a seguire il sostantivo love, dona lirismo e
musicalit ad un titolo che gi contiene una promessa
solenne. Solo il successivo ascolto sveler la musicalit
cos blues di un tale titolo. A Love Supreme pu essere
inteso come un album spirituale, che rappresenta la
personale lotta dellartista verso la purezza. Ma perch,
a dispetto delle tante incisioni che Coltrane ha fatto in
precedenza e tutte ispirate al suo ossessivo desiderio di
perfezione, proprio questo album ad avere la capacit
di esemplicare lesattezza nel jazz? Diversi sono gli
elementi che confermano questa tesi, a cominciare
dallequilibrio espresso dalla composizione, che gi
allatto della sua ispirazione Coltrane pensa come una
suite articolata in 4 movimenti concatenati tra loro.
dal 1961 che il sassofonista che suona in ogni
occasione con gli stessi tre musicisti, che ha individuato
negli anni come gli unici in grado di interpretare lidea
cos innovativa che John ha del suo jazz; il quartetto ha
svil uppato un sound sol ido ed un interpl ay
straordinario, tale da rendere lensemble un unico
55
corpo pulsante. Coltrane ha costruito un rapporto
speciale con Elvin Jones, batterista energico e
poliritmico; Jimmy Garrison lunico contrabbassista
in grado di tener testa alla batteria di Jones, oltre che
donare solidit e essibilit al quartetto. McCoy Tyner
un pianista coraggioso e innovatore, armonicamente
esperto, nonostante la giovane et, e con uno stile
percussivo ed elegante allo stesso tempo. Come
consuetudine, i quattro entrano in sala di registrazione
con Coltrane che ha dato pochissime informazioni ai
musicisti; preferisce la spontaneit e la ricerca
dellimmediatezza nellinterplay; lo ha imparato da
Davis, negli anni dellapprendistato: se usi poche
parole, il quartetto aprir le orecchie. Lincisione di A
Love Supreme in presa diretta; il jazz ha bisogno di
questo afnch la performance possa dirsi creativa ed
inventare qualcosa. Il quartetto apre la suite con
Coltrane che suona una inusuale fanfara, ossia una
richiamo di tipo bandistico, e Jones che percuote un
gong, strumento assai atipico nel jazz; ne uscir fuori
un capolavoro di esattezza jazzistica.
esatta la suite nella sua durata e nellarticolazione
delle parti al suo interno; considerando che ogni
musicista non aveva mai suonato prima di quella sera
che parti dellintera composizione, Coltrane tesse le la
de l l a pe r f oma nc e r i us c e ndo, i n ma ni e r a
straordinariamente estemporanea, a ottenere un
equilibrio fra le parti, che durano tutte circa sette
minuti ciascuna, tranne la terza che dura i sette minuti
canonici pi un solo di contrabbasso di tre minuti, con
il compito di traghettare la suite dai ritmi incalzanti
della composizione al lirismo dellultima sezione.
esatta la suite nellintenzione del suo compositore; dal
primo momento Coltrane ha il desiderio di dedicare al
Dio creatore la sua opera e, come se fosse un reverendo
particolarmente ispirato, conduce i suoi session man
lungo le strade della scoperta del trascendente, quasi
fossero dei fedeli da avviare alla preghiera, che egli
inne declama, leggendo, nel quarto movimento, una
poesia con il suo sax tenore. Poesia che riprodurr nelle
note di copertina allatto della pubblicazione
dellalbum.
esatta la struttura della suite, pensata per indicare e
percorrere la via della scoperta del trascendente,
attraverso una articolazione in quattro movimenti:
Acknowledgement, ossia il ringraziamento ma anche
lammissione della propria nitezza; Resolution, quale
risoluzione e riconoscimento del bisogno che luomo ha
di Dio; Pursuance, che sta a identicare la fatica per il
perseguimento della purezza, e Psalm, che identica il
salmo, la preghiera di ringraziamento al Dio creatore.
E esatta la costruzione simmetrica delle quattro parti
della suite: la prima e lultima introspettive ed
i nc ons ue t e, l e due c e nt r al i c on un t ono
specicatamente jazzistico; un concerto sinfonico,
dove le sezioni sono in contrasto tra loro, dove i ritmi e
le atmosfere sono pensate per rendere tangibile lo stato
danimo delluomo nella sua relazione con Dio.
Acknowledgement una profonda invocazione del
sostegno di Dio attraverso un mantra limpido e
ripetitivo cantato dallo stesso Coltrane; questo riff,
suonato e poi cantato, si pu sostanzialmente
considerare una pietra miliare del blues. Coltrane
esegue 37 volte il riff, effettuando permutazioni fra le
varie tonalit, quasi a voler affermare che Dio
dappertutto, in ogni registro, in ogni tonalit (cit.
Lewis Porter). Modernit e tradizione coincidono in un
riff blues che, pur facendo a meno della tipica cadenza
del chorus del blues, esemplica meravigliosamente il
canto liberatorio e catartico che mette ognuno in
ascolto di Dio.
Resolution rappresenta la via che si propone alluomo,
densa di un intenso misticismo. Coltrane aggredisce il
primo chorus con una melodia modernissima e piena di
tensione, frutto della sua capacit di innestare pure
invenzioni su un tessuto tradizionale. A pensarci bene
Resolution non altro che Bernies Tune (pezzo bebop
degli anni quaranta) in unaltra tonalit. Per la
melodia di Coltrane molto diversa (cit. Elvins Jones).
Pursuance e Psalm racchiudono la tensione della
puricazione, seguita dal rilassamento della preghiera
delluomo che ringrazia la misericordia di Dio.
Pursuance il grande momento di Jones, dove il
bat t eri st a pu mescol are t empi e cadenze,
assecondando la sua creativit poliritmica; ritorna
prepotente il blues arricchito da successioni di accordi
tipiche della ricerca coltraniana. Nulla si d per
scontato, ogni volta John, durante il solo, pu
introdurre nuovi cambi e portare il quartetto lungo
qualche altra soluzione alternativa.
Psalm inne labbandono delluomo a Dio; per questa
intenzione, Coltrane non rende intellegibile alcuna
struttura, alcuna metrica, alcuna evidenza ritmica.
esatta la sequenza armonica scelta da Coltrane per
donare alla composizione un equilibrio tonale
nonostante gli azzardi modali esplorati durante la
56
performance. A Love Supreme una sorta di
pellegrinaggio, nel quale il pellegrino riconosce il
divino, decide di seguirlo, cerca di percorrere la retta
via e ringrazia il Signore una volta conseguita. Per
esemplicare questo cammino, Coltrane afda ad una
impostazione pi classica le due sezioni centrali, dove
distinguibile una articolazione per chorus, tipica delle
strutture jazzistiche, nel secondo movimento, ed un
classico blues nella terza sezione.
Al blues, ed al suo mood, invece ispirata tutta la suite,
in una alchimia straordinaria fra tradizione ed
innovazione. Leccezionalit di tale alchimia subito
proposta nel preludio del primo movimento, dove un
semplicissimo riff di contrabbasso, basato su una scala
pentatonica, diventa un mantra ostinato ed ossessivo,
sul quale il solista pu indagare e lo far, a conferma
della ricerca della asimmetricit dellartista, in tutte e
dodici le tonalit - le innumerevoli combinazioni di una
cellula melodica costruita anchessa su una scala
pentatonica di Fa. A conferma della predilezione verso
la simmetria, la suite costruita con quattro centri
tonali, uno per sezione, fa, mi bemolle, si bemolle, do,
lungo le note della scala originaria di fa. La
progressione fra i centri tonali simmetrica: intervallo
di tono, poi di quinta ed ancora di tono; i due
movimenti interni, mi bemolle e si bemolle sono in
relazione di quarta, cos come i due esterni, fa e do.
Inne lintuizione sul quarto movimento. Coltrane
recita con il sassofono un salmo, donando alla musica
un incedere ipnotico e ascetico. Ogni ascoltatore pu
provare a leggere la poesia scritta da Coltrane nelle
note di copertina sulle note e nellintonazione che John
d alla sua esecuzione; la lettura diventa una
esperienza di preghiera, mentre, in sottofondo, si
assapora la straordinaria capacit dellartista di suonare
la tonica della scala, che in musica rappresenta la nota
fondamentale, ogni volta che il testo recita la parola
God. Due note quelle suonate da Coltrane per
recitare il Thank you God della poesia dedicata al
Creatore, che incarnano ci che in tanti amano nella
musica di Coltrane: la forza, la concentrazione, la
purezza, la dolorosa sincerit (da Blue Train. La vita e
la musica di John Coltrane di Lewis Porter).
Un amore supremo. Espresso con esattezza.
Biblio-discograa consigliata
A Love Supreme John Coltrane Impulse! 1965
Larte imperfetta. Il jazz e la cultura contemporanea Ted
Gioia Excelsior 1881 1988
Lezioni americane. Sei proposte per il prossimo millennio
Italo Calvino Mondadori 1993
A love supreme. Storia del capolavoro di John Coltrane
Ashley Kahn Il saggiatore 2002
Blue Trane. La vita e la musica di John Coltrane Lewis
Porter Minimum Fax - 2006
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SEQUENZE
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Foto di Ida Lorusso
LESATTEZZA MATEMATICA DI LEONARDO
FIBONACCI.
di Hamza Zirem
Locchio non vede cose ma gure di cose che signicano altre
cose.
Italo Calvino (Le citt invisibili)
Situata nel cuore dello spazio del Mediterraneo, la citt
di Bugia (attuale Bjaia) in Cabilia possiede molti siti
naturali e storici, che testimoniano gli splendori della
sua lunga storia. La citt algerina ha svolto un ruolo
considerevole nella trasmissione della conoscenza in
tutti tempi, e questo confermato da soggiorni di
diverse personalit prestigiose in tutti campi del sapere:
il metasico andaluso Ibn Arabi, il losofo catalano
Ramon Llull, lo storico Ibn Khaldun, il poeta siciliano
Ibn Hamdis, Ibn Toumert, i religiosi Abu Madyane e
Athaalibi, i viaggiatori Al Idrissi, Ibn Battuta, Leone
LAfricano, il matematico Leonardo Fibonacci.
Questultimo, detto anche Leonardo Pisano, nacque a
Pisa verso il 1170. Ancora fanciullo segu il padre a
Bugia, dove ebbe precoci contatti con il mondo dei
mercanti e pot conoscere e studiare numerose opere
matematiche ancora sconosciute in Occidente. Apprese
i principi dellalgebra e si dedic con grandissima
passione agli studi matematici. Al suo ritorno in Italia,
introdusse per la prima volta in Europa le cifre
numeriche attuali (chiamate arabo-indiane), propose
nuove regole di calcolo e luso del segno zero
0
.
Realizz vari trattati e contribu alla rinascita delle
scienze esatte. Nella sua opera, per la prima volta, si
assiste ad una sintesi tra lo spirito e le tecniche della
geometria greca e gli strumenti di calcolo dovette alle
opere di Muhammad ibn Musa al-Khwarizmi, Abu
Kamil e ai maestri berberi. La sua notoriet giunse
anche alla corte dell'imperatore Federico II, soprattutto
dopo aver risolto alcuni problemi del matematico di
corte. Per questo motivo, gli fu assegnato un vitalizio
che gli permise di dedicarsi completamente ai suoi
studi. Intorno al 1202, pubblic il Liber abaci. Fibonacci
ricordato soprattutto per la serie numerica che porta
il suo nome, una successione ideata nel 1223 a Pisa
come soluzione a un problema posto alla corte di
Federico II: " Quante coppie di conigli si ottengono in
un anno -salvo i casi di morte- supponendo che ogni
coppia dia alla luce un'altra coppia ogni mese e che le
coppie pi giovani siano in grado di riprodursi gi al
secondo mese di vita?" L'intento di Fibonacci era
quello di trovare una legge che descrivesse la crescita
della popolazione di conigli. Assumendo che: la prima
coppia diventi fertile al compimento del primo mese e
dia alla luce una nuova coppia al compimento del
secondo mese; le nuove coppie nate si comportino in
modo analogo; le coppie fertili, dal secondo mese di
vita, diano alla luce una coppia di gli al mese, avremo
che se partiamo da una singola coppia dopo un mese
essa sar fertile, e dopo due mesi avremo due coppie di
cui una sola fertile. Nel mese seguente le coppie
saranno 3 perch solo la coppia fertile ha partorito; di
queste tre ora saranno due le coppie fertili quindi nel
mese seguente ci saranno 3+2=5 coppie. In questo
modo il numero di coppie di conigli di ogni mese
descrive la successione dei numeri di Fibonacci. La
scoperta rappresent la prima progressione logica della
matematica, e trov grande applicazione nelle sue
successive composizioni. La sequenza risultava allora
composta da una serie di numeri ed era simile a questa:
0,1,1,2,3,5,8,13,21,34,55,89,144 ecc. e presentava
diverse propriet.
Si tratta di una sequenza che ritroviamo dapprima a
livello matematico, ma che successivamente trova
riscontro in ogni campo di applicazione: dal disegno
allarchitettura, dalla biologia alleconomia, ai sistemi
informatici, no ad arrivare al segmento aureo. Dalle
forme naturali, quali la spirale delle conchiglie, al
numero dei petali di un ore, sembra che i numeri del
matematico pisano tornino sempre in tutto ci che ci
circonda. La serie di Fibonacci fonda la sua notoriet
nel riuscire a trovare applicazione in ambiti ben lontani
dall'allevamento dei conigli: l'ottica dei raggi di luce, la
disposizione dei semi del girasole o delle squame di un
ananas. Fino al XIX secolo a questa successione non fu
attribuita alcuna importanza, nch si scopr che
poteva essere applicata, per esempio, nel calcolo delle
probabilit, nella sezione aurea e nel triangolo aureo.
Fibonacci ha espresso con una serie di numeri ci che
gli antichi avevano intuito attraverso la geometria e la
proporzione. Attraverso la sua serie si pu facilmente
costruire una gura a spirale. Si dice che la musica
classica costruita secondo la sequenza di Fibonacci,
come nelle fughe di Bach, nelle sonate di Mozart, nella
Quinta di Beethoven Il rapporto 0.618 simbolo
dellarmonia delle costruzioni delluomo e la sequenza
da cui deriva pu regalare assonanze e melodie sublimi.
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AUTORI
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Foto di Monica Nicastro Laguardia
Pierluigi Argoneto
Laureato in Ingegneria industriale, consegue un
dottorato in Ingegneria della produzione. Docente
di Teoria dei Giochi autore di pubblicazioni, testi
scientici e divulgativi. redattore per Il
Quotidiano e Tiscali.
Piero Bongiovanni
Piero Bongiovanni docente di Italiano e Latino
presso il liceo classico Q. Orazio Flacco di Potenza
Francesca Borelli
Laureanda in storia della losoa morale alla
Facolt di Lettere e Filosoa presso l'Universit
degli studi di Roma "Sapienza". Appassionata di
musica e cultura afroamericana e di psichiatria, si
occupa di comunicazione e collabora con diverse
riviste on-line.
Giuseppe Calamita
Laureato in Scienze Ambientali nel 2005, dal 2007
ad oggi ha ottenuto borse di studio e assegni di
ricerca presso l'Istituto di Metodologie per l'Analisi
Ambientale (IMAA) del Consiglio Nazionale delle
Ricerche (CNR) di Tito Scalo (PZ). Nel 2012 ha
conseguito il titolo di PhD in Metodi e Tecnologie
per il Monitoraggio Ambientale. Gli interessi di
ricerca riguardano applicazioni di metodi geosici
per lo studio di parametri idrologici (contenuto di
acqua del suolo). Interessato all'impiego e alla
divulgazione di strumenti software liberi ed open-
source per l'analisi di dati.
Giuseppe De Nittis
nato nel 1977 a Montalbano Jonico (MT).
Studia prima a Pisa (laura in sica teorica) e poi a
Trieste (Ph.D. in sica matematica presso la
SISSA). Attualmente post-doc (alias precario
della ricerca) presso la Friedrich-Alexander-
Universitt di Erlangen (Germania) e le sue
ricerche sono nanziate dalla Alexander von
Humboldt-Foundation. Il tema principale della sua
ricerca riguarda gli aspetti matematici della
meccanica quantistica.
Antonio Di Stefano
Scrive a nome della "Cooperativa sociale
Unaterra", un manipolo di donne e uomini che da
una quindicina d'anni promuove, con tutte le
difcolt del caso, forme di consumo equo,
sostenibile e solidale.
Bruna Giordano
Trentenne lucana, vive a Roma dove si laureata
in Ingegneria Biomedica. Specializzata in
valutazione delle tecnologie e management di
progetto, lavora in unazienda ospedaliera,
ponendosi come unica nalit quella di alleviare le
sofferenze dei pazienti con laiuto e il supporto
della tecnologia. Impegnata in gruppi di lavoro e
associazioni relativi alla propria professione e alla
tutela della sicurezza, ha come grande passione
larte, in cui trova la massima espressione
dellarmonia, del bello e dellessere umano.
Emanuele Greco
Ha conseguito la laurea specialistica in Storia
del l ' Arte, Facol t di Lettere e Fi l osoa,
all'Universit degli Studi di Firenze nel 2008.
Attualmente iscritto al secondo anno della
Scuola di Specializzazione in Beni Storico Artistici
dell'Universit di Siena. Interessi: storia dell'arte
contemporanea e storia della critica d'arte
contemporanea. Collabora con la rivista online
Milano Arte Expo.
Vito Imbrenda
Laureato in Ingegneria Ambiente e Territorio
allUniversit di Basilicata, ha conseguito nel 2011
il titolo di dottore di ricerca in Ingegneria
dellambiente - Tecniche di osservazioni della terra
per indagini ambientali. Attualmente assegnista di
ri cerca presso l IMAA-CNR ( Ist i t ut o di
Metodologie per lAnalisi Ambientale Consiglio
Nazionale delle Ricerche) di Tito Scalo (Pz). Il
tema della ricerca lo studio dei fenomeni di land
degradation di origine naturale ed antropica
attraverso luso di dati satellitari. Appassionato di
storia e letteratura.
Giulio Laurenzi
Disegnatore dal 2007 al 2010 per il Quotidiano della
Basilicata con cui ha ideato, coordinato e
prodotto 70 numeri del Quotidiano della Satira.
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Dal 2010 pubblica per le testate satiriche
nazionali: Mamma!, Frigidaire, Il Nuovo Male,
L'Antitempo e per il gruppo satirico spagnoloEl Web
Negre. Ha collaborato, tra gli altri, anche con
Liberazione, Brand New!, EMME (allegato satirico
dell'Unit), Mucchio Selvaggio, Il Gazzettone, Il Metro,
Panini Comics, Suono. Recentemente ha illustrato il
mese di maggio del Calendario 2013 di Emergency,
illustrazione dalla quale stato tratto un corto,
animato da Luigi Beccasio.
Alessandra Maisto
Nata nel 1985. Laureanda in Ingegneria Edile
Archi tettura si i nteressa di Archi tettura,
Urbanistica, Design di interni.
Giuseppe Romaniello
Giuseppe Romaniello, dirigente generale di
APOF-IL. Pubbl i ca su numerose ri vi st e
economiche e di formazione. Musicista, allievo
della scuola di jazz del Conservatorio Gesualdo da
Venosa di Potenza; ha suonato in molti festival del
jazz di rilevanza nazionale. tra gli ideatori del
Festival delle Dolomiti Lucane.
Hamza Zirem
Nato in Cabilia nel 1968, uno scrittore algerino.
Laureato in lettere e ha insegnato francese nelle
scuole superiori per 15 anni. Vive in Italia dal
2009 e lavora come mediatore culturale. Ha
collaborato per due anni con la rivista La Grande
Lucania. Ha pubblicato 7 libri di cui lultimo La
forza delle parole edito dalla casa editrice Aracne
di Roma.
Selezione e cer nita componente visuale, artistica,
corrispondenza e assonanza percettiva delle opere rispetto al
tema del Magazine: Fiorella Fiore.
Addette alla verica della concordanza grammaticale,
sintattica e talvolta logica: Valentina Tramutola,
Carmen Salvatore.
Responsabile della fascinazione cromatica, allineamento
parasimmetrico visuale, note, bordi e immagini: Vania
Cauzillo.
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ARTISTI
Le immagini che illustrano questo numero del
Magazine sono frutto della collaborazione tra
Liberascienza e lassociazione Basilicata Foto, con cui
stato realizzato un contest ad hoc.
La foto che risultata vincitrice, e dunque selezionata
per la copertina, di Rocco Carnevale.
Un ringraziamento sentito va a Roberto La Cava e a
tutti quanti hanno, cos numerosi, partecipato a questa
iniziativa. Le immagini selezionate, riportate nel
Magazine con lindicazione dellAutore, sono solo una
parte di quelle che ci sono arrivate. A tutti e a ciascuno
il sentito ringraziamento da parte di Liberascienza.
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Foto di Rocco Carnevale
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