Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
Il 7 novembre 2008 il Presidente della Società Italiana per la Museografia e i Beni Demoetnoantropologici
(SIMBDEA), prof. Pietro Clemente, ha chiesto ufficialmente al Presidente e al Consiglio Direttivo di ICOM
Italia, di pronunciarsi in merito al Decreto Ministeriale 7 ottobre 2008, che dà un ordinamento all’Istituto
Centrale per la Demoetnoantropologia (ICDE) creato con DPR n.233 del 2007.
In particolare, la richiesta riguarda il merito dell’art. 3, comma 2, che attribuisce la direzione dell’Istituto
a un dirigente storico dell’arte, oscurando e prevaricando in tal modo la competenza
demoetnoantropologica pur ratificata nei ruoli del Ministero con l’istituzione nel 2001 di uno specifico
profilo professionale.
L’ICOM, l’International Council of Museums, come è noto, è l’organizzazione internazionale dei musei e
dei professionisti museali impegnata a preservare, ad assicurare la continuità e a comunicare il valore del
patrimonio culturale e naturale mondiale, attuale e futuro, materiale e immateriale.
SIMBDEA, la Società Italiana per la Museografia e i Beni Demoetnoantropologici, nata per iniziativa di
demoetnoantropologi attivi nel settore dei patrimoni culturali, svolge un costante ruolo di studio e di
monitoraggio di quanto accade oggi nel campo dei musei e dei beni demoetnoantropologici. Sin dalla sua
costituzione ha lavorato per creare adeguate sensibilità e attenzioni per il patrimonio riferibile alle
tradizioni culturali materiali e immateriali delle diverse aree regionali italiane e dei paesi extraeuropei.
1
d) consolidare e sviluppare le conoscenze e le competenze antropologiche applicate al museo e ai
beni demoetnoantropologici in campo scientifico e professionale;
e) promuovere il riconoscimento delle culture locali e "altre" presenti nel territorio e/o documentate
e rappresentate nei musei demoetnoantropologici come parte essenziale della memoria comune
da radicare nel futuro, e orientare in tal senso la politica dello Stato, delle Regioni e degli Enti
Locali.
Il Consiglio Direttivo di ICOM Italia e il Consiglio Direttivo di SIMBDEA
− riconosciuta l’esigenza di tutelare le competenze professionali di quanti operano nel settore dei beni
culturali demoetnoantropologici;
il processo di riforma del Ministero dei beni e le attività culturali ha riordinato l’assetto istituzionale e
introdotto nuove professionalità, evidentemente necessarie ad assicurare in modo più completo i compiti
dell’Amministrazione sia centrale sia periferica;
sul piano normativo (Codice dei beni culturali e del paesaggio) e su quello organizzativo (Direzioni
generali e regionali, Soprintendenze territoriali) il processo di riforma del Mibac ha dato piena visibilità
alla categoria di beni demoetnoantropologici;
rilevato che
− già nel 2007 le associazioni degli antropologi italiani (AISEA e SIMBDEA), ribadirono l’esigenza di
dare piena visibilità al loro settore chiedendo la creazione di un Istituto Centrale per il Patrimonio
Demoetnoantropologico;
a) suggerirono che la sua stessa formazione – in via del tutto transitoria – venisse affidata a un
Dirigente di staff, coadiuvato da una Commissione tecnica in grado di garantire l’autonomia
tecnica e scientifica del settore del patrimonio culturale “dea” in rapporto ad altre categorie di
beni.
2
b) chiesero che l’Istituto, in ogni caso, fosse quanto prima affidato a un Dirigente
demoetnoantropologo.
c) precisarono che “l’apporto delle figure professionali dei demoetnoantropologi nel Ministero è la
condizione necessaria per una seria attuazione del Regolamento in questo settore e per una
corretta politica del patrimonio demoetnoantropologico nei musei e sul territorio”;
d) reclamarono una dotazione organica adeguata sia a livello di funzionari tecnico scientifici (essendo
stato creato nel 2001 il profilo professionale “dea”) sia a livello di dirigenza, e tanto
nell’amministrazione centrale quanto in quella periferica;
ritengono che
− sia indispensabile una piena valorizzazione della demoetnoantropologia italiana nel quadro della
necessaria connessione tra passato, presente e futuro delle diverse culture nazionali;
− tale rilancio meriti di essere orientato da un Istituto Centrale con una sua specifica direzione
professionale, capace di coinvolgere le risorse migliori dell’antropologia dei musei e dei patrimoni,
oggi in Italia affermato settore emergente;
− l'attribuzione della direzione dell'ICDE a uno storico dell'arte non risponda alle competenze
specialistiche richieste e vanifichi le legittime aspettative di quei giovani demoetnoantropologi che si
apprestano a completare il loro percorso formativo nelle nuove scuole di specializzazione in beni
demoetnoantropologici istituite nel 2006;
affermano
− il principio irrinunciabile che la direzione di un Istituto tecnico scientifico come l’ICDE debba essere
affidata a una professionalità competente nello specifico settore di pertinenza patrimoniale;
raccomandano
- di affidare la direzione dell’ICDE, in via transitoria, in attesa che venga espletato un concorso per
dirigente demoetnoantropologo, a un direttore di staff che avvii l’organizzazione tecnico-scientifica e
il buon funzionamento dell’Istituto;
3
- di portare a compimento il processo di riconoscimento del profilo professionale di
demoetnoantropologo mediante la determinazione di nuovi organici del MiBAC e di aprire un canale
di accesso specialistico ai ruoli della dirigenza per gli appartenenti al medesimo profilo;
s’impegnano
- a offrire il proprio contributo al fine di valutare e discutere, in forme da concordarsi, le iniziative che
si riterrà di voler attivare in tema di valorizzazione delle professionalità demoetnoantropologiche
presso gli organi centrali e periferici del Ministero,
riservandosi di dare diffusione a tale raccomandazione, unitamente a eventuali altri documenti, anche al
fine di suscitare un dibattito di merito e di metodo sull’ICDE e il suo futuro.