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La guerra degli Stati Uniti con i droni genera terroristi in tutto il
globo
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La guerra degli Stati Uniti con i droni genera terroristi in tutto il globo Jody Williams,
Premio Nobel per la pace
Di Jody Williams
e Sophie Shevarnadze
14 gennaio 2014
Il futuro si avvicinato a noi di soppiatto senza che lo notassimo. Quella ce era fantascienza venti anni fa, ora
realt di tutti i giorni. Non sono soltanto i computer e gli smartphone il progresso ci ha portato nuove macchine
da guerra aerei senza pilota che attaccano dal cielo, oggi non sono pi una sorpresa per nessuno. Ma che cosa
ci ha preparato il progresso nella guerra negli anni a venire? oggi parliamo con una donna che ha ottenuto il
Premio Nobel per la pace, che ha lottato contro le mine terrestri e che ha vinto. Ora impegnata in una crociata
contro la nuova minaccia letale: i robot che uccidono. Jody Williams lospite di oggi nel programma Sophie&Co.
Sophie Shevarnadze: La nostra ospite di oggi Jody Williams, attivista politica e vincitrice del premio Nobel per
la Pace. Jody, grandioso averti nel nostro programma.
Jody Williams: Sophie, grazie di avermi invitata.
SS: Quindi lavori per ottenere che le mine vengano messe al bando, e questo ti ha fatto vincere il Premio Nobel
per la Pace. Ora hai come obiettivo quelli che chiami i robot che uccidono armi completamente autonome.
Dicci qualche altra cosa al riguardo, con parole semplici, per coloro che non sanno che cosa sono.
JW: Certo. Penso che quando diciamo robot che uccidono, la maggior parte delle persone pensi ai droni, ma i
robot che uccidono sono armi che farebbero sembrare primitivi i droni. Almeno, per i droni c un essere umano
che guarda lo schermo del computer, vede lobiettivo e spinge il pulsante per lanciare il missile e uccidere. Vari
militari stanno facendo ricerche sulle armi che non implicherebbero il coinvolgimento di nessun essere umano nel
prendere come bersagli degli esseri umani e ucciderli. Abbiamo scoperto che scioccante e orripilante che le
persone pensino che vada bene dare il diritto alle macchine di prendere come bersagli degli esseri umani e di
ucciderli.
SS: Queste cose non sono state ancora usate, giusto? Dimmi qualche altra cosa
JW: Giusto, ma ci sono molti precursori di quelli che chiamiamo robot che uccidono. Gli Stati Uniti, per esempio,
stanno testando lX-47B che un superdrone subsonico, come viene chiamato. Il Regno Unito sta testando il
Taranis, le nazioni europee, sotto la guida della Francia, stanno testando il Neuron, la Cina ha appena testato il
suo drone stealth (con offuscamento della visibilit) e non siamo molto sicuri di che cosa stia sperimentando la
Russia, ma so che nel 2013 ha annunciato che avrebbe aperto un centro militare di robot nel 2014. Ci sono dei
prototipi che vanno dai droni invisibili al radar, e fino a dei micro-robot delle dimensioni di una zanzara, che
potrebbero volare allinterno di una stanza o per fare sorveglianza o per iniettare una tossina che uccide il
bersaglio spaventoso che le gente pensi che questa sia una cosa giusta.
SS: Non ci vorrebbe ancora un essere umano per metterlo in movimento e inviarlo in una direzione o in unaltra?
JW: Bisognerebbe programmare il robot, ma una volta lasciato andare, procederebbe a decidere chi prendere
come bersaglio da uccidere, a meno che la nostra campagna per fermare i robot che uccidono sia in grado di
assicurare che gli esseri umani debbano essere coinvolti in maniera significativa nelle decisioni di uccidere.
SS: Proprio prima di entrare in tutta la parte morale della storia, vogliono sapere qualche altra notizia sui dettagli
tecnici. Questi oggetti sono quindi incontrollabili una volta che sono messi in azione, o in realt possono essere
fermati, si pu invertire lazione e riportarli indietro?
JW: Questo non lo sappiamo ancora, perch, come fai notare, questi oggetti sono ancora nella fase di prototipi e
di sperimentazione. Alcuni scienziati esperti di robot e che fanno parte della nostra campagna, spesso parlano di
che cosa accadrebbe se, per esempio, una squadriglia di droni chwe uccidono e invisibili al radar fosse messa in
moto e poi subisse un attacco informatico proprio come avviene quando i pirati informatici violano i sistemi dei
computer, non c possibilit di sapere che non potrebbero violare il sistema informatico della squadriglia di droni
assassini e mandarlo fuori controllo. Chi in quel caso responsabile delle uccisioni fatte dai robot assassini? Il
programmatore? Il comandante che in qualche modo responsabile della flottiglia? La persona che ha
programmato il robot? Il fabbricante del robot? Nella legge internazionale ci deve essere una catena di comando
e una responsabilit diretta. Questa unaltra parte della faccenda che la rende malsana dal punto di vista etico
e riprovevole moralmente , lo dico molto con molta franchezza.
SS: Le mine sono state proibite dopo che tanta gente ha sofferto. Sarete presi sul serio considerando che non ci
sono state ancora vittime?
JW: Siamo stati presi sul serio, il che una delle cose straordinarie della faccenda, Sofia. Abbiamo dato il via alla
campagna soltanto nellaprile di questo anno, cio del 2013. E nel giro di 7 mesi, cio adesso, la comunit
internazionale sta per occuparsi del problema, qui a Ginevra, il maggio prossimo, credo, in un incontro di 4 giorni
sui robot assassini, e saranno i governi del mondo sotto lombrello della convenzione sulle Armi Convenzionali,
qui a Ginevra, che si occuperanno del problema. E speriamo che andranno avanti e che continueremo un dialogo
per arrivare a un nuovo strumento internazionale che dovrebbe proibire i robot che uccidono completamente
autonomi. E quindi non un qualcosa per cui non saremo pi derisi, sebbene tu abbia ragione quando per la
prima volta abbiamo usato il termine robot che uccidono delle persone hanno detto che stavamo usando delle
tattiche per spaventare. Non vero. S, vogliamo catturare lattenzione pubblica, il che significa usare un
linguaggio che faccia fermare la gente a pensare; per, immediatamente le forze armate hanno cominciato a
risponderci, mostrando chiaramente che non ci stiamo inventando le cose, non fantascienza. Vorrei che lo
fosse, onestamente.
SS: Jody, mi chiedo hai mai avuto personalmente loccasione di parlare direttamente alle persone che stanno
producendo queste armi autonome? Stanno realmente considerando i pericoli di quello che stanno costruendo?
JW: Ebbene, non ho ancora parlato con loro, ma intendo farlo. Sono consapevoli, e su questo c un dialogo
sempre pi robusto, specialmente tra gli avvocati, come si pu immaginare, da entrambe le parti implicate nel
problema. La parte sfavorevole ai robot che uccidono, dice che la legge internazionale cos come adesso non
in grado di occuparsi completamente di questa nuova tecnologia, e gli altri credono che le armi del tutto autonome
siano la cosa migliore che ci sia dopo il pane bianco tagliato a fette: sostengono che sono una cosa buona e che
la legge internazionale pu occuparsene e che abbiamo soltanto bisogno di pratiche ottime. Quando gli Stati
Uniti, che sono lunico paese che finora lo ha fatto, ha prodotto la sua direttiva militare riguardo ai robotche
uccidono , hanno in realt elencato una lunghissima serie di preoccupazioni che bisogna considerare rispetto ai
robot che uccidono. E quindi, perfino le forze armate statunitensi che hanno pensato a lungo che questi robot
sono inevitabili e che faranno parte della loro forza militare, riconoscono che questo molto problematico.
Intendiamo ampliare questo argomento, se vuoi.
SS: Che cosa dici a coloro che sostengono che i sistemi autonomi sono nel nostro futuro, che sono un processo
irreversibile, e che se i governi non li useranno in modo regolato, finiranno per essere usati da gruppi ribelli e da
protagonisti e che non fanno parte del governo?
JW:No, perch i gruppi ribelli e protagonisti che non fanno parte del governo non li producono mai da soli: a
meno che eserciti dotati di alta tecnologia come Stati Uniti, Israele, Corea del sud, Russia, Cina e le cosiddette
industrie della difesa le producano i gruppi ribelli non hanno la capacit di farlo. Quello che stiamo cercando di
attuare un bando preventivo come abbiamo fatto, per esempio, con le armi con raggi laser accecanti, gi nel
1995 o nel 1996: erano state proibite preventivamente; dobbiamo farlo con i robot assassini: non siamo contro i
robot, siamo contro i robot provvisti di armi e del tutto autonomi che possono prendere la decisione di uccidere
esseri umani. E molto sconvolgente che la gente pensi che sia giusto.
SS: Va bene, ho capito, proibirli preventivamente credo che sia un obiettivo grandioso, ma la vostra campagna
comprende le macchine semi-autonome, come i droni?
JW: No, ci sono membri della nostra campagna che si occupano di droni, ma la base logica legale per i droni
e per i robot assassini diversa. Vogliamo essere molto chiari riguardo al fatto che ci occupiamo preventivamente
del sistema futuro che in fase di ricerca e di sviluppo. Non immaginiamoci che appartengano a un futuro molto
lontano. Sono sul nostro orizzonte immediato, se non li fermiamo. Occuparsi dei droni, come ho detto, ha un
approccio legale diverso, e, lo dico francamente, cercare di mescolare le due cose rende molto difficile la nostra
campagna.
SS: Se considerate i droni diversi dai robot che uccidono, voglio sapere soltanto la tua opinione personale al
riguardo luso dei droni per eseguire degli attacchi, pu essere moralmente giustificato, una cosa giusta?
JW: Sono personalmente, moralmente ed eticamente offesa dalluso dei droni. Infatti stavo facendo delle ricerche
per un articolo, stavo scrivendo riguardo alla CIA, allesercito degli Stai Uniti, alle forze mercenarie che usano, e
alluso dei droni e alla sua illegalit in molte circostanze, perch li trovavo moralmente riprovevoli. Ritengo che il
fatto che queste armi possano volare quasi autonomamente per circa 11.000 chilometri verso localit dove,
sfortunatamente il mio esercito e la CIA attaccano le persone in paesi con i quali non siamo in guerra sia
semplicemente orripilante e, che sia, come molti sostengono, una violazione della legge internazionale e il suo
assassinio. Non sostengo lassassinio da parte del mio governo, punto.
SS: Molti sostengono che armi sofisticate come i droni, malgrado tutti i loro svantaggi, siano sempre migliori di
esseri umani che localizzano un bersaglio, e inoltre la vita del pilota sicura.
JW: Sai, altri sostengono che queste armi che rimuovono lessere umano dalla reale azione militare, rende pi
facile che la nazione faccia la guerra. Credo fermamente che gi troppe nazioni trovano facile fare la guerra. Non
abbiamo bisogno di sistemi di armi che rendano pi facile per una nazione uccidere persone di un altro paese
senza dover soffrire le conseguenze delle loro azioni militari. C stato un giovane ex pilota di droni che aveva
parlato pubblicamente di che cosa gli era successo come pilota. Diceva che la gente pensa che non sia
traumatico, e diceva che invece traumatico guardare cos da vicino la gente che corre, perch si riesce a sentire
larrivo del drone, traumatizza interi villaggi e popolazioni e osservare le persone che corrono cercando di
evitarli, e poi vederle saltare in aria ridotte in frantumi, come diciamo in inglese. Ha detto che molto
impressionante. Tuttavia, se fosse sul terreno, forse non prenderebbe la stessa decisioneMi preoccupo
soprattutto per il mio paese, perch per primo ha usato i droni. Attacchiamo obiettivi in Yemen, in Somalia,
abbiamo attaccato la Libia, il Sudan. Ho sentito che forse c stato un attacco in IndonesiaNon siamo in guerra
con quei paesi che diritto abbiamo di assassinare le persone? Se dovessimo mandare l il nostro esercito,
sarebbe una storia del tutti diversa. Un altro problema etico riguardo ai droni che sono implacabili, il che un
aspetto importante dellimpegno militare. Essere implacabili vuol dire che il nemico non ha alcuna possibilit di
arrendersi quando prendono di mira una persona e decidono di farla esplodere con i missili Hellfire, non hanno
nessun modo di arrendersi. Li fanno proprio saltare per aria. E un fallimento a livello morale ed etico. Molti di noi,
compresi i soldati statunitensi in servizio attivo, sostengono che questo stia causando un enorme reazione
negativa contro gli Stati Uniti e stia motivando altri cosiddetti terroristi a intraprendere una lotta contro il nostro
paese.
SS: La tua vita stata questa missione disinteressata per tutto il tempo, e hai vinto un Premio Nobel per la pace e
senza alcun dubbio lo hai meritato, e anche molti altri, ma in generale credi che quelle persone che ottengono di
solito il Premio Nobel per la pace, lo meritino sempre?
JW: Non sempre, certamente no. Ho grossi problemi riguardo ai politici, o alle posizioni politiche, dove
impegnarsi in guerre, avendo ricevuto un Premio Nobel. Penso che sia un po una follia
SS: non pensi quindi che Obama meritasse un Premio Nobel per la pace?
JW: Lho detto molte volte in pubblico, quindi non esiter a dirlo ora come prima cosa della lista, colpa del
Comitato per il Nobel di quellanno aver scelto Obama. Il testamento del Signor Nobel molto chiaro sui termini
che dovrebbero essere seguiti quando si sceglie a chi assegnare il Premio per la pace, ed espressioni di
possibilit future quando il Signor Obama parlava in termini di disarmo nucleare espressioni del futuro non
sono i termini del testamento. Credo quindi che lo stesso Comitato del Nobel abbia fatto un errore vergognoso.
Quando il Signor Obama uscito dalla Casa Bianca e ha detto che sapeva di non meritare il Premio per la pace
in quel momento sono stata fiera di lui e desideravo che continuasse dicendo: Perci non posso accettarlo, E
non penso che Henry Kissinger lo abbia mai meritato.
SS: Ma chi credi che meriti un Premio per la pace che non lo ha ricevuto?
JW: Oh, mio Dio, potrei elencarne molti. Mi capita di pensare che chi fa la guerra non merita il Premio per la pace.
Mi capita di pensare che chi combatte sul terreno e non parlo di combattimenti militari lottando per mantenere
vive le comunit, lottando per promuovere soluzioni pacifiche nel contesto della guerra queste sono le persone
che meritano il Premio per la pace. Sar molto onesta: ho proposto due volte un procuratore generale del
Guatemala per il Premio Nobel per la pace. Il suo nome Claudia Paz y Paz ed del Guatemala. Quando lei era
aveva quella carica, lex dittatore del Guatemala stato processato e condannato per crimini contro lumanit,
crimini di guerra, genocidio, compiuti quando era presidente e uccideva gli indios Maya nella cosiddetta Guerra
civile degli anni 80 in Guatemala.
Penso che meriti il Premio per la pace. Sta sfidando limmunit e limpunit che sono due delle cose che possono
far s che i dittatori e i capi di stato credano che potrebbero fare qualsiasi cosa vogliono, perch nulla accadr
loro. Se possiamo realmente attaccare limpunit attraverso la Corte Penale Internazionale, per esempio, tramite i
tributali nazionali, come ha fatto la signora Paz y Paz in Guatemala, faremo un grande salto in avanti per
occuparci di criminali di guerra e forse per convincere probabili futuri criminali di guerra che non dovrebbero
commettere crimini di guerra. Penso che Claudia Paz y Paz sia molto degna del Premio per la pace.
SS: Sembri super sicura di ogni passo che fai, come se nessuno potrebbe fermarti, e ringrazio Dio per questo.
Sei stata fisicamente assalita e attaccata a causa del tuo attivismo, e tuttavia non sei spaventata. Come fai a
mettere da parte la paura? Che cosa ti fa andare avanti ogni mattina che ti alzi?
JW: Ci stavo pensando laltro giorno. Ero allincontro delle donne parlamentari per parlare sulla leadership delle
donne, sia nei parlamenti che nelle aziende o nellattivismo, e pensavo alle sei donne che fanno parte del gruppo
Iniziativa delle donne del Nobel (Nobel Womens Initiative); ognuna di noi intrepida e fiera della nostra
convinzione di poter rendere fare del mondo un posto migliore. Siamo intrepide e fiere nella nostra indignazione
morale per lingiustizia. Quello che mi fa muovere, quando sento il fuoco nel cuore riguardo alla situazione lidea
che non possa fare qualcosa. E quindi questo che mi ha portato a iniziare a esortare i gruppi a creare una
campagna per fermare i robot che uccidono. Quando ho saputo che esistevano, ero proprio spaventata,
terrorizzata, totalmente; francamente, ero terrorizzata. E poi ho capito che dovevo fare qualcosa per tentare di
affrontare questo problema pubblicamente. C bisogno di parlare a livello globale su come le guerre vengono
condotte nel nostro nome. Sono agguerrita ad assicurare che questo non accada; non inevitabile.
SS: Abbiamo tempo soltanto per unultima domanda. Dici che preoccuparsi senza unazione reale una perdita
di tempo, ma che succede se ci si sente impotenti? Cio, come pu fare una persona comune a impedire ai
governi di fare qualunque cosa fanno?
JW: Mia cara, sono una persona estremamente normale. Vengo da un villaggio di 1.200 persone nel piccolo stato
del Vermont. N mia madre, n mio padre, hanno finito la scuola superiore e tuttavia mi hanno incoraggiato a
diventare quello che volevo diventare nel mondo , e io sono andata via e la prima cosa che ho fatto stata di
offrirmi come volontaria per unorganizzazione che operava nel paese centroamericano di El Salvador. Non c
nulla di magico in questo. Di recente ho scritto un memoriale di attivismo popolare in cui parlo di questo, parlo
della mia vita famigliare molto misera e molto povera. Eravamo ricchi di amore nel sostenerci, ma non avevamo
soldi. Scrivo del fatto che al college ero una studentessa confusa, come tanti altri. Scrivo che ho fatto degli errori
nella vita, e che tuttavia non ho mai deviato dalla convinzione che tutti abbiamo la capacit di contribuire a un
mondo migliore. Non necessario essere attivista a tempo pieno, come me. In un certo senso ho avuto il
privilegio di trovare questa strada nella mia vita, ma cerco di immaginare, che se ognuno nel mondo realmente
volesse un mondo migliore per tutti noi, anche per le persone che non gli piacciono; se ognuno facesse
volontariato poche ore al mese, per qualsiasi argomento per cui provano passione non deve essere il mio, non
devono essere i robot assassini, non devono essere le armi (mi occupo anche del cambiamento del clima) ma
qualsiasi cosa che produca una comunit migliore, se ci si offrisse volontariamente, servirebbe a
responsabilizzarsi. Tutti abbiamo lenergia e possiamo scegliere di usarla oppure no. Ho scelto di usarla, e
continuer a usarla fino alla morte, perch credo che tutti abbiamo una responsabilit, cos come dei diritti, e io
eserciter il mio per sempre.
SS: Jody, grazie di questa meravigliosa intervista. Penso che tu sia incredibile e che ispiri anche i meno
appassionati tra noi. Continua quindi ad andare avanti, siamo tutti con te. Grazie per essere stata con noi, Jody
Williams, attivista politica e vincitrice del Premio Nobel per la Pace. Questo tutto per oggi, gente, ci vediamo alla
prossima trasmissione di Sophie&Co.
Nella foto: Jody Williams con Wangari Maathai, del Kenya, al Vertice per un mondo senza mine, a Nairobi,
2004.

Da: Z Net Lo spirito della resistenza vivo
www.znetitaly.org
Fonte: http://www.zcommunications.org/us-drone-warfare-breeds-terrorists-around-the-globe-jody-williams-nobel-
peace-prize-winner-by-jody-williams
Originale: RT.com
Traduzione di Maria Chiara Starace
Traduzione 2013 ZNET Italy Licenza Creative Commons CC BY NC-SA 3.0

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