Sei sulla pagina 1di 3

Rivista elettronica del Centro di Documentazione Europea

dellUniversit Kore di Enna



www.koreuropa.eu

LA CORTE DI GIUSTIZIA DICHIARA LINVALIDIT
DELLA DIRETTIVA SULLA CONSERVAZIONE DEI
DATI
Anna Lucia Valvo
Professore Ordinario di Diritto dellUnione europea nellUniversit Kore di Enna

PAROLE CHI AVE: Conservazione dati, Direttiva Data retention, Sentenza Corte giustizia cause riunite
C-293/12 e C-594/12


Prima dellavvento delle nuove tecnologie era il rito cattolico della confessione a farla
da padrone nella raccolta dei dati personali. Per secoli, ad onta di ogni (un tempo
inesistente) pi rigida regola sulla privacy, dinanzi al confessore milioni di persone hanno
rivelato fatti e misfatti propri ed altrui consegnando volontariamente innumerevoli dati nelle
mani del pi potente servizio di intelligence di tutti i tempi: quello in tonaca.
Con landar dei tempi, per, il confessionale ha perso il suo antico appeal e ha ceduto il
passo a motori di ricerca e social network attualmente leader indiscussi nella categoria degli
007, sia pur in salsa virtuale.
Scagli infatti la prima pietra chi, googolando di qua e di l fra le pagine del web,
nellincontenibile impeto di far conoscere tutto a tutti, non abbia incoscientemente fornito una
pluralit di dati personali: dalla propria data di nascita al numero di telefono cellulare, dalle
preferenze eno-gastronomiche e cinematografiche al cognome della madre e via discorrendo.
Gli utenti di internet, dunque, di privato ormai non hanno pi niente e men che meno
quei dati sensibili la cui tutela oggetto di specifica regolamentazione da parte del Codice
sulla protezione dei dati personali (D.lgs. 30 giugno 2003, n. 196), e sotto questo specifico
profilo davvero non si riescono a comprendere le grida di giubilo che ha suscitato la sentenza
della Corte di giustizia che in data 8 aprile 2014 (cause riunite C-293/12 e C-594/12) si
pronunciata sulla invalidit della Direttiva 2006/24/CE, meglio nota come Direttiva sulla Data
retention.


Rivista elettronica del Centro di Documentazione Europea
dellUniversit Kore di Enna

www.koreuropa.eu

Emanata con lobiettivo di armonizzare le disposizioni degli Stati membri concernenti
gli obblighi, per i fornitori di servizi di comunicazione elettronica accessibili al pubblico o di
una rete pubblica di comunicazione, relativi alla conservazione di determinati dati da essi
generati o trattati, allo scopo di garantirne la disponibilit a fini di indagine, accertamento e
perseguimento di reati gravi, la Direttiva si applicava ai dati relativi al traffico, a quelli
relativi allubicazione delle persone fisiche e giuridiche e ai dati connessi necessari per
identificare labbonato o lutente.
Orbene, bench in passato la Corte di giustizia con sentenza dell11 febbraio 2009 causa
C-301/06 si fosse espressa nel senso della legittimit della Direttiva in questione, da ultimo,
come detto, la Corte del Lussemburgo, adita in via pregiudiziale dallAlta Corte dIrlanda e
dalla Corte costituzionale austriaca, re melius perpensa si pronunciata nel senso
dellinvalidit della stessa.
Va pur detto, tuttavia, per amor di precisione, che differenti argomentazioni giuridiche e
violazioni di norme dei Trattati istitutivi e/o di Carte preposte alla tutela di diritti e libert
fondamentali erano venute in linea di conto nei ricorsi di legittimit (il primo) e in via
pregiudiziale (il secondo) portati alla cognizione della Corte di giustizia.
Gaudeamus igitur, la Direttiva Data retention stata dichiarata invalida perch lesiva
del diritto al rispetto della vita privata e familiare e autorizza una eccessiva e dunque
illegittima ingerenza nel diritto alla protezione dei dati personali.
Volendo tralasciare ogni considerazione di carattere giuridico sulla sentenza che ha
dichiarato linvalidit della Direttiva 2006/24/CE e spostando il discorso sulla questione, da
non sottovalutare, della riservatezza dei dati su internet, si rileva come, in realt, a fronte della
spontanea e volontaria resa degli utenti di internet che dinanzi alla lusinga di un risultato
autopromozionale e autoconoscitivo non esitano a diffondere dati e notizie ad essi
personalmente riferibili, e di ogni genere e specie, leffetto in concreto apprezzabile della
sentenza della Corte di giustizia UE da un canto molto minore di quanto possa immaginarsi e,
daltro canto, non sembra che potr significativamente incidere sul problema pur importante
ed esistente della tutela della riservatezza dei dati personali della generalit degli utenti.


Rivista elettronica del Centro di Documentazione Europea
dellUniversit Kore di Enna

www.koreuropa.eu

Sotto questo specifico profilo, dunque, si ritiene che la sentenza in questione rappresenti
s una vittoria, ma una vittoria soltanto apparente o, comunque, una vittoria soltanto sul piano
giuridico e molto, molto meno sul piano fattuale.
Sul piano pratico, infatti e come si detto, ben pochi possono essere gli effetti della
citata sentenza atteso che la pi gran parte dei dati sensibili, resi direttamente pubblici dagli
stessi utenti di internet, sono stati sapientemente archiviati dalle multinazionali del web e, con
ragionevole probabilit, saranno gi stati consegnati alla famigerata NSA, la nota Agenzia di
Sicurezza Nazionale USA che, francamente, da ritenere molto pi temibile delle indagini
condotte da un qualunque Procuratore della Repubblica italiana il quale ultimo, a tutto
ammettere, offre di gran lunga maggiori garanzie di legittimit.
La questione della regolamentazione di internet e quella, strettamente connessa, del
trattamento dei dati personali, ovviamente resta una questione di non poco momento la cui
delicatezza non sfugge al legislatore, ai giuristi e agli utenti pi avveduti. Tuttavia, leterna
lotta delle multinazionali e delle lobby economico-finanziarie contro gli interessi dei privati
rende pressoch impossibile la predisposizione di norme a tutela di questi ultimi che, ignari
delle trame e degli occulti disegni che si celano fra le fila della famosa ragnatela, sono e
sempre saranno i peggiori nemici di se stessi.
Gaudeamus igitur: la Direttiva non c pi, gli 007 virtuali autentici criminali del web
con la complicit del potere costituito continueranno indisturbati a raccogliere quanti pi
dati sensibili potranno e i lietopensanti utenti di internet (quantomeno quelli europei) potranno,
nellillusione di una riacquisita neutralit della rete, continuare a fornire i loro dati restando
per sempre felici e connessi.

Potrebbero piacerti anche