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Storia contemporanea I Banti B 12 I

mondi postcoloniali
1. Uno sguardo dinsieme:
a. la decolonizzazione:
i. la guerra del Vietnam: sconfitta della massima potenza occidentale e irresistibilit
del processo di emancipazione;
ii. ambizioni neoimperiali: controllo economico, sostegno finanziario a gruppi politici
o militari;
b. mondi postcoloniali e cultura occidentale:
i. condizionamenti notevoli da parte dei modelli di organizzazione economica e
politica occidentale;
ii. lo Stato nazionale come unica forma statuale in grado di svilupparsi nelle realt
postcoloniali;
iii. matrici concettuali occidentali: nazionalismo, comunismo, democrazia
rappresentativa;
iv. adattamento dei modelli occidentali alle culture locali.
2. LAsia tra democrazia e comunismo:
a. i caratteri generali:
i. il Giappone e lIndia: strutture politiche democratiche, libero mercato, economia
mista;
ii. lAsia centro-orientale e sud-orientale: comunismo;
iii. grandi potenzialit di sviluppo;
b. il Giappone:
i. controllo statunitense (generale MacArthur);
ii. la nuova Costituzione (1946):
1. Parlamento rappresentativo;
2. conservazione dellimperatore, ma con potere di natura non divina e ruolo
solo simbolico;
iii. processo dei massimi dirigenti politici e militari del precedente regime: epurazione
dellesercito;
iv. il pluralismo democratico:
1. dominio del Partito liberal-democratico (1955);
2. relegazione del Partito socialista allopposizione;
3. presenza ampiamente minoritaria del Partito comunista: vicinanza di
minacciose forze comuniste (Urss, Cina, Corea del Nord);
v. il rapporto con gli Stati Uniti:
1. fornitura di macchine, componenti e manufatti;
2. non pagamento dei danni di guerra, ma sostegno economico e finanziario:
straordinaria crescita giapponese;
vi. leconomia e la societ:
1. il Giappone entra tra le massime potenze economiche mondiali;
2. presenza di pochi e grandissimi zaibatsu (complessi industriali e finanziari)
e formazione di un indotto di piccole e medie aziende;
3. piena occupazione e crescita dei salari;
4. conflittualit sociale: movimento studentesco (1968-69) e agitazione
antiamericana, ma scarsa conflittualit nelle fabbriche dopo il 1955-59;
5. persistente dominio della morale scintoista: lealt, operazione, obbedienza e
spirito di sacrificio;
c. lIndia di Nehru:
i. la Partition (1947) e lassassinio di Gandhi (1948): leadership di Nehru;
ii. le condizioni dellIndia:
1. enorme popolazione;
2. preminenza dellagricoltura;
3. analfabetismo, povert, diseguaglianza sociali e regionali;
iii. la Costituzione (1949):
1. sistema rappresentativo democratico;
2. eguaglianza giuridica di tutti i cittadini: abolizione delle discriminazioni di
genere e delle caste;
iv. le dinamiche politiche:
1. dominio del Partito del Congresso (1947-64): unico partito nazionale;
2. stabilit politica;
3. le correnti interne al Partito: Nehru (socialismo) e Patel (moderatismo
nazionalista);
4. discussione pubblica della linea del partito: ampia e leale discussione anche
nellopinione pubblica;
v. la politica economica:
1. riforma agraria: redistribuzione delle propriet terriere tra i contadini;
2. finanziamento della costruzione di infrastrutture: strade, dighe, centrali
elettriche;
vi. la politica estera:
1. la Conferenza di Bandung (1955) e il non allineamento;
2. dissensi con la Cina per il Tibet: sconfitta in una breve guerra (1962);
d. lIndia di Indira Gandhi:
i. morte di Nehru (1964) e ascesa alla leadership del partito della figlia, Indira Gandhi
(1966);
ii. i problemi:
1. progressivo declino del Partito del Congresso a favore dei partiti locali;
2. complessi rapporti con il Pakistan;
iii. lo stile politico autoritario: assunzione della presidenza del Consiglio e di diversi
ministeri chiave da parte di Indira Gandhi;
iv. i rapporti con il Pakistan:
1. prima guerra (1965), non risolutiva, per il controllo del Kashmir;
2. intervento militare indiano a favore dellindipendenza del Pakistan orientale
(1971): sconfitta dellesercito pakistano contro il movimento nazionale
bengalese e formazione del Bangladesh;
3. crisi delle relazioni diplomatiche tra lIndia e gli Stati Uniti, alleati del
Pakistan: accordo di amicizia e collaborazione con lUrss (1974);
v. la politica interna:
1. rilancio del Partito del Congresso: riforme sociali e nazionalismo ind;
2. progressi dellagricoltura: sementi agricole selezionate, fertilizzanti
artificiali, miglioramento della produzione casearia;
3. grande successo del Partito del Congresso nel 1971;
vi. il crollo di Indira Gandhi:
1. accuse di irregolarit nelle elezioni del 1971: interdizione di sei anni contro
Indira Gandhi (1975);
2. la Gandhi proclama lo stato di emergenza per insurrezione interna, e resta
cos al potere;
3. nuove elezioni (1977): vittoria del Janata Party, federazione di
raggruppamenti politici uniti dallostilit verso lautoritarismo della Gandhi;
e. la Cina:
i. la politica interna:
1. vasta riforma agraria: redistribuzione delle terre ai contadini;
2. sistema politico monopartitico: repressione delle opposizioni;
3. il primo piano quinquennale (1953-58): nazionalizzazione delle miniere e
delle industrie pesanti e industrializzazione;
ii. la politica estera:
1. trattato di collaborazione con lUrss (1950);
2. egemonia della Cina nellAsia centrale, orientale e sudorientale;
3. intervento in Corea (1950);
4. annessione del Tibet (1951): repressione della rivolta tibetana (1956-59) ed
esilio del Dalai Lama;
5. guerra contro lIndia e controllo del Tibet meridionale;
6. sostegno ai Viet Cong;
iii. il nuovo piano economico (1958):
1. il grande balzo in avanti: raddoppio della produzione agricola e
industriale;
2. collettivizzazione rigorosa delle aziende agricole: formazione di comuni
produttive dirette da organismi elettivi;
3. esiti disastrosi: crollo della produzione di cereali e denutrizione;
iv. la crisi dopo il fallimento del grande balzo in avanti:
1. indipendenza e autonomia dallUrss: chiusura dei rapporti diplomatici;
2. ammissione allOnu al posto della Repubblica di Taiwan (1971);
3. robusta opposizione interna: Deng Xiaoping;
v. la rivoluzione culturale (1966-69):
1. invito agli studenti e ai figli di operai, contadini e soldati a realizzare una
rivoluzione culturale: mettere in discussione i dirigenti del partito;
2. entusiasmo: manifesti murali, diffusione delle guardie rosse, successo del
Libretto rosso di Mao;
3. attacchi alle massime autorit del partito: Deng costretto ad allontanarsi
dallincarico;
4. appoggio del ministero della Difesa e delleserciti al movimento giovanile;
5. coinvolgimento di milioni di studenti: mobilitazione permanente, iniziative
violente;
6. raggiungimento degli obbiettivi di Mao: eliminazione degli oppositori;
7. il movimento giovanile fuori controllo: intervento dellesercito contro le
guardie rosse e fine della rivoluzione culturale.
3. LAmerica Latina:
a. i rapporti tra Stati Uniti e America Latina:
i. influenza economica e politica;
ii. lOrganization of American States (1948): coordinamento e controllo dellAmerica
centromeridionale;
iii. investimenti e trattati commerciali;
iv. addestramento, finanziamento, collegamento con le forze armate locali: frequenza
dei colpi di Stato militari;
b. leccezione di Cuba:
i. dittatura di Fulgencio Batista (1933-44);
ii. reintroduzione del sistema costituzionale pluralista (1944-52);
iii. secondo colpo di Stato di Batista e nuova dittatura (1952-59);
iv. fallimento dellattacco alla caserma militare Moncada (26 luglio 1953): esilio di
Fidel Castro;
v. organizzazione del movimento 26 luglio da parte di Fidel Castro in Messico (1955);
vi. sbarco di Fidel Castro a Cuba (1956): costituzione di un ampio esercito di
guerriglieri e simpatia dei contadini;
vii. offensiva definitiva: sconfitta di Batista (gennaio 1959);
viii. riforma agrario a danno ei grandi proprietari locali e della United Fruit;
ix. tentativi di avvicinamento agli Stati Uniti: rifiuto di Washington e intreccio di
rapporti commerciali e diplomatici con lUrss;
x. tentativo statunitense della Baia dei Porci (1961): piena adesione castrista al modello
comunista;
xi. instaurazione di una dittatura comunista: repressione militare delle opposizioni;
xii. esiti deludenti delle riforme economiche: livello di vita complessivamente modesto;
xiii. sconfitta dellanalfabetismo;
xiv. Cuba come modello ed esempio per tutti i gruppi indipendentisti e antistatunitensi
dellAmerica Latina: marxismo e rivoluzione comunista;
c. i movimenti rivoluzionari:
i. il Frente Sandinista in Nicaragua;
ii. i Tupamaros in Argentina;
iii. il Movimento de la izquierda revolucionaria in Cile;
iv. spavento delle classi medie e appoggio alle giunte militari sostenute dagli Stati
Uniti: numerosi colpi di Stato militari;
d. i colpi di Stato militari:
i. Argentina (1962 e 1966);
ii. Bolivia (1964);
iii. Brasile (1964);
iv. Per (1968);
v. Ecuador (1972);
vi. Uruguay (1973);
e. il caso del Cile:
i. formazione di un governo di unit popolare che include comunisti e socialisti,
guidato dal socialista Salvador Allende (1970);
ii. nazionalizzazione delle miniere di rame: danneggiamento degli interessi statunitensi;
iii. colpo di Stato militare di Augusto Pinochet (1973): giunta militare (1973-88);
f. il caso dellArgentina:
i. colpo di Stato militare contro Pern (1955);
ii. ritorno al potere di Pern (1973);
iii. morte di Pern (1974) e ascesa di Isabel Martnez de Pern;
iv. grave crisi economica (1976) e nuovo colpo di Stato militare;
v. dittatura: corpi speciali di polizia e operazione di inaudita brutalit.
4. La decolonizzazione nellAfrica centro-meridionale:
a. la situazione:
i. persistenza, sebbene condannata a finire, del dominio coloniale;
ii. consistenza dei movimenti indipendentisti;
iii. crisi degli Stati colonizzatori;
b. i caratteri generali della decolonizzazione:
i. costruzione di Stati assemblati in modo artificioso: gruppi etnici e linguistici diversi;
ii. influenza del passato coloniale: inglese e francese come lingue ufficiali;
iii. dittature autoritarie e lotte interne: interventi occidentali diretti o indiretti per lo
sfruttamento delle risorse economiche;
c. il Kenya:
i. presenza di una nutrita colonia inglese: regime duramente razzista;
ii. attivit indipendentista antinglese (1953-59) e conquista dellindipendenza (1963);
d. il Congo belga:
i. indipendenza dal Belgio (1960) sotto la guida di Patrice Lumumba;
ii. tentativo secessionista, incoraggiato da belgi e americani, del Katanga, regione ricca
di giacimenti minerari;
iii. durissima guerra civile (1961-64): uccisione di Lumumba;
iv. repressione del tentativo secessionista e formazione del governo dittatoriale di
Mobutu (1964);
e. la Nigeria:
i. conquista dellindipendenza (1960);
ii. tentativo secessionista, favorito dagli USA, del Biafra, ricco di petrolio;
iii. guerra civile (1966-70) e ricomposizione dellunit;
f. il Sudafrica:
i. indipendenza e autonomia dal Commonwealth britannico raggiunta dalle lite
bianche (1961);
ii. il regime dellapartheid: segregazione razziale della popolazione nera;
iii. lotta dellAfrican National Congress (Anc) contro lapartheid;
iv. lAnc messo fuori legge: dalla lotta non violenta alla protesta armata;
v. incarcerazione di Nelson Mandela (1962) e degli altri dirigenti dellAnc;
g. la Rodhesia:
i. indipendenza dal Commonwealth (1965);
ii. dominio della minoranza bianca e segregazione razziale;
iii. movimenti nazionalisti neri: guerriglia.
5. LIslam postcoloniale:
a. i caratteri:
i. destrutturazione degli imperi coloniali ed esistenza di Stati gi autonomi;
ii. profondi cambiamenti: potente spinta alla costruzione di Stati laici;
iii. dominio delle lite militari: regimi militari a partito unico, con orientamento
socialisteggiante;
iv. nazionalizzazione di risorse o attivit produttive;
v. riforme agrarie a vantaggio dei contadini poveri;
b. i movimenti di rinascita dellislam:
i. costruzione di strutture statali basate sulla Sharia;
ii. scarso seguito delle tendenze integraliste;
iii. le dinamiche contrarie: gli ayatollah sciiti in Iran, gli ulema sunniti in Algeria e i
gruppi radicali in Egitto;
c. la Libia:
i. amministrazione transitoria affidata a Francia e Regno Unito ne dopoguerra;
ii. indipendenza (dicembre 1951) e monarchia costituzionale di Idris I;
iii. scoperta di giacimenti di petrolio (1959): benefici per una ristrettissima lite;
iv. colpo di Stato militare guidato da Muhammar Gheddafi;
v. dittatura militare di ispirazione islamica, ma peso limitato delle lite religiose;
vi. ruolo dellislam nella costruzione di unidentit libica antioccidentale;
d. il Marocco: indipendenza guidata dal sultano Muhammad, figura religiosa e politica, e
instaurazione di una monarchia costituzionale con legislazione molto tradizionalista (1956);
e. la Tunisia:
i. conquista dellindipendenza da parte del Partito nazionalista di Burghiba;
ii. sistema politico a partito unico (Destur);
iii. connotazione laica: parit dei generi, divieto della poligamia, sottomissione del
diritto di famiglia a tribunali laici;
iv. scoraggiamento di alcune pratiche religiose, come il velo;
v. fase di orientamento socialista, poi decisa liberalizzazione delleconomia: sviluppo
del turismo;
f. lAlgeria:
i. formazione di un Fronte di liberazione nazionale dellAlgeria (1954);
ii. guerriglia del Fronte ad Algeri (1957): temporanea sconfitta del Fronte;
iii. minaccia di un colpo di Stato delle forze armate francesi: Charles De Gaulle ottiene
il governo in Francia (1958);
iv. indipendenza algerina (1962);
v. elezione del presidente Ben Bella: Costituzione di impianto socialista e con regime a
partito unico;
vi. colpo di Stato di Boumdienne (1965): dittatura militare laica e socialista;
vii. resistenza degli ulema alla laicizzazione e tendenze autonomiste delle popolazioni
rurali;
viii. tentativi di industrializzazione: petrolio e gas naturale;
g. le novit in Medio Oriente:
i. formazione dello Stato di Israele;
ii. valorizzazione economica: scoperta di ricchissimi giacimenti petroliferi;
iii. tentativi di coordinamento degli Stati arabi: la Lega araba (1945) e lintervento
militare contro il neonato Israele (1948);
iv. tentativi federativi: la Repubblica Araba Unita (1958-61), accordo tra Egitto e Iraq
(1964);
v. lOpec: iniziale sintonia con le imprese occidentali;
h. lIran:
i. lo shah Mohammed Reza Pahlavi nomina Primo ministro Mosadeq, nazionalista
convinto (1951): nazionalizzazione della gestione del petrolio;
ii. ostacoli posti dalle potenze occidentali: la Cia organizza un colpo di Stato militare e
rovescia il governo Mosadeq (1953);
iii. formazione di un regime imperniato sullo shah, che controlla esercito e polizia
segreta e nomina il governo, e su unlite di ufficiali, funzionari e mercanti;
iv. abbandono del processo di nazionalizzazione e sostegno di Stati Uniti e Regno
Unito;
v. modernizzazione del paese:
1. moderata riforma agraria;
2. sistema di istruzione pubblica;
3. trasformazione in senso occidentale delle relazioni di genere;
4. riforma del diritto di famiglia;
vi. opposizione degli ayatollah sciiti, colpiti dalla riforma agraria e scolastica:
1. protesta contro loccidentalizzazione delle norme e dei costumi;
2. protesta contro la dipendenza economica dellIran dallOccidente,
3. opposizione al regime autoritario e dispotico dello shah;
vii. risultati deludenti della politica economica: i contadini diventano operai, ma non
migliorano le loro condizioni di vita;
viii. profitti delle lite imprenditoriali e funzionariali;
ix. il contrasto tra ayatollah e shah:
1. esilio di Khomeini (1964);
2. campagna per lintroduzione della Sharia e lattribuzione del potere politico
alle lite religiose;
3. necessit di rovesciare la monarchia;
i. lIraq:
i. colpo di Stato militare organizzato da ufficiali nazionalisti: creazione di un regime
politico militare (1958);
ii. crisi politica: ascesa al potere del Partito Baath di Saddam Hussein (1968) e
instaurazione di una dittatura militare socialisteggiante;
iii. nazionalizzazione dei giacimenti petroliferi;
iv. opposizione alle richieste di autonomia dei curdi.
6. I conflitti arabo-israeliani, dalla crisi di Suez alla guerra del Kippur:
a. lEgitto
i. dittatura militare di Nasser (1952);
ii. desiderio di porsi alla guida di un grande movimento dei paesi arabi contro Israele;
iii. il progetto della diga di Assuan: trattative con Stati Uniti e Regno Unito per i
finanziamenti;
iv. accordo dellEgitto con i paesi del blocco sovietico: gli Usa si ritirano dal progetto
di Assuan (1955);
v. nazionalizzazione del canale di Suez (1956);
b. le tensioni:
i. intenzioni del Regno Unito: riprendere il controllo militare del Canale;
ii. desiderio della Francia: punire lEgitto per il supporto al Fronte algerino;
iii. pessimo stato delle relazioni diplomatiche tra Egitto e Israele: chiusura del Golfo di
Aqaba alle navi israeliane ed isolamento di Eilat (1955), incursione di Ben Gurion a
Gaza;
c. la guerra di Suez (1956):
i. intervento dellesercito israeliano e occupazione del Sinai;
ii. sostegno dellaviazione anglofrancese: presa del Canale di Suez;
iii. reazione minacciosa dellUrss e condanna degli Stati Uniti: cessazione delle ostilit;
iv. crescita del prestigio di Nasser: lEgitto come potenziale paese guida degli arabi;
d. lo Stato di Israele:
i. capacit economiche e militari di Israele;
ii. linsediamento di Israele come atto di protervia occidentale: ottimi rapporti di
amicizia e collaborazione con gli Stati Uniti, corpo estraneo rispetto al mondo arabo;
iii. presenza di vaste colonie di profughi palestinesi in Giordania, Gaza, Libano;
iv. i guerriglieri fedayn palestinesi: sostegno egiziano e attacchi terroristici contro
Israele;
v. creazione dellOlp e prestigio di Yasser Arafat (1964);
vi. potenziamento degli eserciti e difficolt delle relazioni diplomatiche;
e. la guerra dei Sei Giorni (5-10 giugno 1967):
i. mobilitazione delle truppe egiziane nella zona del Sinai e chiusura del Golfo di
Aqaba;
ii. rappresaglia militare israeliana preventiva guidata da Moshe Dayan: attacco a
Egitto, Giordania e Siria;
iii. conquista di Golan, Sinai, Gaza e Cisgiordania;
iv. rifiuto di Israele di restituire le terre occupate, nonostante le pressioni dellOnu;
f. gli sviluppi:
i. morte di Nasser e insediamento di Sadat (1970);
ii. uccisione di un gruppo di atleti israeliani alle Olimpiadi di Monaco da parte di
terroristi palestinesi (1972);
g. la guerra del Kippur (1973):
i. attacco congiunto egiziano e siriano contro Israele;
ii. contrattacco di Israele e blocco dellavanzata nemica;
iii. mantenimento del controllo del Golan e di Gaza, restituzione graduale del Sinai
allEgitto;
h. la rinascita del radicalismo arabo:
i. dura repressione dei Fratelli musulmani da parte di Nasser;
ii. il pensiero di Qutb: jihad e radicalismo islamico contro lOccidente, quintessenza di
corruzione, individualismo, promiscuit sessuale, avidit, decadenza morale;
iii. arresto ed esecuzione di Qutb (1966): stimolo e diffusione del radicalismo islamico;
iv. decisione di Sadat di aprire trattative con Israele: opposizione dei gruppi radicali
islamici;
i. lazione dellOpec:
i. il conflitto tra Israele e i paesi arabi diventa una questione di rilevanza mondiale;
ii. lOpec sostiene lo sforzo dellEgitto nella guerra del Kippur (1973): innalzamento
del prezzo del barile di petrolio greggio;
iii. innalzamento del prezzo come strategia permanente: grave danneggiamento
delleconomia Europa;
iv. lo shock petrolifero: salita del 460% del prezzo del petrolio, chiusura di una fase di
espansione economica e crisi.

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