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- Cronache del DopoGrilli ..pag.

2
- Le nuove leve del liceo classico ..pag.3
- Storia del Mariotti (1860-1905) ..pag.4
- We dont need no education ..pag.5
- La saga di Leviathan ..pag.6
- Teatrando si impara ..pag.7
- Lincoln ..pag.8
- Le vostre voci ..pag.8-11
- Il registro scolastico ..pag.10
- Mostra al Corriere dellUmbria ..pag.12

Spazio alla fantasia!
La redazione dello Zibaldone
ha deciso questanno di pubblicare le
storie composte da voi mariottini.
In questo numero
Cerchiamo sempre qualcuno nella folla
e In fumo ..
Mariotti..chi era costui?
Per tutti quelli che si sono chiesti chi fosse:

Annibale Mariotti fu un poeta, medico e filosofo,
nato nella prima met del '700. Prese parte atti-
vamente alla politica del suo tempo dato anche il
suo carattere che lo portava ad essere uno spirito
libero. Nel 1797 con l'entrata dei Francesi a Peru-
gia divenne prefetto consolare ma nel 1799 gli
Aretusi, conquistando la citt, lo incarcerano ac-
cusandolo di giacobinismo. Mor nel 1801.

Continua a pag. 4
Novembre 2013
Lo Zibaldone
N.1
Bleon 8TTuTo zo1a
Trionfo di THE MENTALIST, THINK DIFFE-
RENT si afferma, disfatta di iLISTA

Annualmente la rappresentanza si rinnova, an-
nualmente il Liceo, nella persona del Corpo Stu-
dente, cambia volto. Ed , questa, una realt
appurata da decenni. Queste elezioni hanno a-
vuto, per, qualche elemento di innovazione, se
confrontate a quelle degli anni precedenti, tro-
vandosi il Liceo nel pieno della tempesta
del DopoGrilli.

Continua a pag. 2
Index..
Referente: Prof. Pasquale Guerra
Caporedattore: Rosa Algieri, IIIL
Grafica: Elisa Orr, IIB
Email: //
Lo Zibaldone, pagina 2
Voci di corridoio
Annualmente la rappresentanza si rinnova,
annualmente il Liceo, nella persona del
Corpo Studente, cambia volto. Ed , que-
sta, una realt appurata da decenni. Que-
ste elezioni hanno avuto, per, qualche
elemento di innovazione, se confrontate a
quelle degli anni precedenti, trovandosi il
Liceo nel pieno della tempesta del Dopo-
Grilli.
Questo fenomeno, che prende il nome da
colui che fu pi in
vista allinterno
dellapparato
studentesco,
negli ultimi tre
anni, sta ,in realt,
ad indicare il
periodo di transi-
zione successivo
al diploma dei
principali volti della
politica scolastica
e alla dissoluzione
di LISTEN. Anche
quello che fu suo
unico antagonista nel 2012, LISTA NOVA,
non si ricandidato, essendosi diplomati il
capolista e altri nomi di spicco.
Questanno le liste non sono pi due, ma
tre. Fine del bipolarismo? Delle tre liste
presentatesi la favorita sembrava essere
di gran lunga THE MENTALIST (erede spi-
rituale di LISTEN e composta da elementi
non nuovi alla politica dellistituto), ma la
comparsa di THINK DIFFERENT con la
sua campagna virale e il suo forte vento di
innovazione ha sconvoltola scacchiera co-
stringendo i favoriti a una lotta energica e
dagli esiti per niente scontati. Pi in sordi-
na la campagna di iLISTA, la terza lista
che ,dopo la sconfitta alle elezioni per la
Rappresentanza in consulta (vinte da THE
MENTALIST e disertate da
CRONACHE DEL DOPOGRILLI
Trionfo di THE MENTALIST, THINK DIFFERENT si afferma, disfatta di iLISTA
THINK DIFFERENT) gi non sembrava es-
sere destinata a grandi risultati.
Lo sfoglio dei voti parla chiaro: la favorita
THE MENTALIST conquista tre dei quattro
scranni elettivi con i candidati Sofia Paradisi
(non nuova sulla scena politica dellistituto),
Filippo Dottori, Beniamino Pangaro, e un
posto da rappresentante consultivo, occupa-
to da Diego Calcagni. Segue a stretto giro
THINK DIFFERENT con il solo Giacomo Bi-
scottini come rappre-
sentante elettivo e
Tommaso Bizzarri e
Letizia Castellani co-
me consultivi. Fuori
dai giochi, come pre-
visto, iLISTA che ot-
tiene un solo scranno
consultivo (e quindi
senza diritto di voto
sulle deliberazioni del
Consiglio dIstituto),
che va a Edoardo
Gentili, e che quindi
rimarr una compar-
sa sul palco della politica scolastica.
Il Liceo Ginnasio Annibale Mariotti non ha
dunque accantonato il bipolarismo che lo ha
caratterizzato per pi di tre anni, anche se,
certamente, questo sistema mostra ora delle
sostanziali modifiche e la periferica presenza
di un terzo elemento, tanto che si potrebbe
quasi parlare di una sorta di bipolarismo al-
largato, i cui esiti promettono bene, ma que-
sto lo si potr dire solo a fine anno.

Luigi Leone Chiapparino, IG
Voci di corridoio
Lo Zibaldone, pagina 3
Le nuove leve del Liceo Classico
Siamo giunti al capolinea, la fine di un viaggio linizio di
uno nuovo. Viaggi molto diversi, ma ugualmente coinvol-
genti: tre anni trascorsi con i vecchi compagni delle ele-
mentari(per quanto riguarda alcuni), nei quali si tentati
di acquisire delle buone basi metodologiche nello studio
che possano essere daiuto nel viaggio successivo, lun-
go circa il doppio degli anni, durante il quale si arriver
ad acquisire la famosa maturit, sia come pezzo di carta
da esibire nelle varie universit che si sceglieranno, sia
come arrivo allet adulta da quella di adolescente. Di
certo il cambiamento, ovvero il passaggio dalle medie al
ginnasio, non cos repentino, anzi molto difficile per i
pi poich si in contatto con una realt del tutto diver-
sa. Ci si ritrova in classe con sconosciuti molto spesso
con cui condivideremo cinque anni e dei quali conoscia-
mo poco o niente: sar necessario conoscerli, e fare
nuovamente nuove amicizie.
Non si hanno pi gli amici che si avevano alle medie, si
entra in un mondo del tutto nuovo e ci rende difficile
ambientarsi. Ci si ritrova in un luogo a noi non noto, che
ci disorienta, ci pu spaventare. Anche ritrovarsi a con-
tatto con persone pi grandi intimorisce. Ora si pi
maturi e si hanno pi responsabilit: questo pesa molto
a questa et, abbiamo una maggiore consapevolezza
delle nostre scelte e delle nostre azioni, non si ha pi
qualcuno che ci pu guidare come prima. Oltretutto sce-
gliere che scuola superiore frequentare stata la prima
vera decisione compiuta nella nostra vita: si ci sente
indecisi fino a quando non la si conosce, non si ci vive,
non si sa se la strada intrapresa veramente quella
giusta. Tale condizione dello studente neoliceale ini-
zialmente fonte di insicurezza e il suo superamento pu
avvenire mediante un confronto con gli adulti o con per-
sone che sanno cosa significhi, per esperienza, e abbia-
no superato, ai loro tempi, di certo non agevolmente,
questo periodo.
Anche se possono essere presenti incertezze e dubbi di
tal genere, intraprendere un nuovo percorso ci affascina:
nuove materie, professori diversi e soprattutto luoghi
diversi.
Il Liceo Mariotti offre, oltre a professori molto qualificati,
un gran numero di attivit pomeridiane che soddisfano i
gusti pi disparati e che permettono di vivere ancora pi
intensamente la vita scolastica.
Un augurio sincero di buona fortuna a tutte le nuove le-
ve e agli studenti ormai al termine del loro percorso lice-
ale da parte di due neomariottini,
Francesco Fantini , IVF e Margherita Carusillo, IV C
Passaggio dalle medie al ginnasio
Se siete approdati quest'anno alla realt nuova del lice-
o, ma gi la stanchezza e lo scoraggiamento iniziano a
farsi sentire e voi rischiate che prendano il sopravven-
to, questo articolo potrebbe fare al caso vostro e alle-
viare, almeno un po', i vostri "dolori" di neoliceali.
Certamente, il passaggio dal ginnasio al liceo non
proprio facile; anzi, per trovare una via di mezzo, po-
tremmo dire: "un'impresa da ragazzi". Insomma: diffici-
le s, ma non impossibile. Qual il trucco per sopravvi-
vere? Mi dispiace, non ancora stato inventato. Dob-
biamo, quindi, accontentarci dell'unico metodo salutare
che esista e che, che voi ci crediate o meno, anche il
pi semplice: studiare (e, per favore, non saltate all'ar-
ticolo successivo!). Per studiare da sola, non una
parola che basta. Proviamo, per esempio, ad aggiun-
gerci degli avverbi di modo: attentamente, attivamente,
serenamente ma, soprattutto, con entusiasmo! Del
resto, lentusiasmo lessenza dello studio, della ricer-
ca, dellinvenzione!
Infine, sebbene anch'io sia nel mezzo di questo percor-
so di studi, voglio comunque provare a darvi un consi-
glio, che vi tiri su, quando avrete perso l'entusiasmo e
la motivazione per studiare. Quello che pu farci corag-
gio, prima del suono della campanella, pensare che
prima di noi moltissimi hanno gi affrontato le fatiche
degli studi classici e, adesso, molti di loro sono profes-
sori, scrittori, medici provate a chiedergli quante volte
hanno pensato di gettare la spugna! Sicuramente
moltissime volte, proprio come noi facciamo ogni gior-
no, anche se molti di noi, neppure immaginano come
saranno fra due mesi, figuriamoci dopo il liceo!
Se non sono stata molto convincente, oppure se que-
sto proprio non riuscite a pensarlo, allora ricordatevi
che esiste sempre, per farvi coraggio, un metodo alter-
nativo e sempre infallibile: una sana risata, di prima
mattina, con chi condivide il nostro stesso faticoso
viaggio; del resto, vero che aver compagno al duol,
scema la pena!
Giulia Scialpi, IIB
Approdo al liceo, quello vero!
Lo Zibaldone, Pagina 4
Le radici Voci di corridoio
Per il liceo classico Annibale Mariotti sono passati numerosi studenti e una buona parte di essi oltre a doman-
darsi costantemente il motivo per cui siano finiti in questa scuola, si saranno anche chiesti qual la storia del
Liceo e come vivevano i ragazzi che li hanno preceduti; ebbene, se siete una di quelle tante persone, avrete la
vostra risposta.
Il liceo classico Annibale Mariotti nacque il 10 novembre del 1860, mentre a governare l'Umbria c'era il Mar-
chese Gioacchino Napoleone Pepoli, Commissario Straordinario delle Provincie dell'Umbria. Due mesi prima -
il 14 settembre- le truppe piemontesi erano entrate nella citt e l'avevano unita al regno di Sardegna, che poco
dopo sarebbe stato quello d'Italia.
Il primo preside fu Giovanni Pennacchi, un insegnante di ideali romantici e liberali che lo portarono ad avere
una vita movimentata: ciononostante egli fu un personaggio illustre, avendo partecipato alla repubblica romana
e operando anche nell'ambito universitario.
Come avete letto, la nostra scuola nacque mentre l'Italia si andava formando; ma da chi era finanziata?
Le spese erano a carico della provincia di Perugia, essendo un liceo comunale quindi retto dalla provincia/
comune che si occupava anche del materiale, infatti con l'istituzione vengono assegnate 49.310 lire alle tre
provincie: Perugia, Spoleto e Rieti che il 10 novembre formarono un istituto. Tra l'altro la nostra scuola era an-
che di seconda classe: si definiva tale se la citt dove era collocato aveva una popolazione superiore ai ventimi-
la abitanti.
Possiamo parlare di Mariotti solo da 1865, quando, con un decreto del ministro dell'istruzione, Giuseppe Nato-
li, si istituivano i primi 68 licei della penisola aventi nome di un personaggio italiano. Pennacchi decise di intito-
lare la nostra scuola con questo nome motivando la sua scelta con un discorso che pronunci al sindaco in cui
diceva che non si poteva trovare un nome pi venerando di quello del Mariotti, in tempi molli e difficili, propu-
gnatore di liberi e italiani concetti e acuto quanto onesto ricercatore delle patrie cose con rara critica esposte e
dimostrate. E proprio da tanto che ci chiamiamo Mariotti, per la precisione 148 anni... Ma quante cose saran-
no cambiate da quel tempo? Quanti studenti lavranno frequentato? Quanti avranno mollato? Ma soprattutto
quante volte avranno rifatto il campetto della centrale? A tutte queste domande non possiamo rispondere, an-
che se il numero dei rifacimenti pari alla lunghezza del campetto per radice di due tutto diviso la larghezza,
ma possiamo fornirvi i dati per intendere come i TEMPI siano cambiati. Spulciando nell'archivio con l'aiuto della
professoressa Alba Cavicchi, abbiamo trovato un registro degli alunni iscritti dal 1858-1859 al 1860-1861 e
nel 1873-1874, e... altro che registro elettronico: gli alunni erano schedati con nome,cognome, paterni-
t ,condizione, et, patria, domicilio, introduzione nelle scuole (con quanto avevano superato l'esame per en-
trare in quell'anno), condotta, diligenza (frequenza con cui si partecipava alle lezioni), profitto globale. In una
prima liceo di circa trenta alunni abbiamo contato che 5 sono stati promossi, 11 rimandati di cui 2 a tutte le
materie, uno ha cambiato scuola, 2 hanno abbandonato per convitto e 11 sono bocciati. C' da dire che per
erano altri tempi: lo studio non era per tutti, l'Italia era appena stata unita, il liceo classico appena istituito... S,
anche questo ha influito: infatti i professori, o erano insegnanti universitari quindi abituati a comunicare con i
ragazzi in ben altro modo, o mancavano. Ma tra loro ne riconoscerete sicuramente uno: Luigi Bonazzi. Egli fu
uno storico e un attore teatrale, studi medicina e l'insegn a Perugia e ad Ascoli. Lavor con compagnie tea-
trali famose e ne cre anche una, finch, avendo gi lasciato il mondo del palcoscenico, mor nel 1879.
Continuando con la storia del Mariotti arriviamo al 1869 anno del titolo regio, che aveva gi avuto con la sua
nascita, poi tolta per darla al liceo di Spoleto. Da qui voliamo al 1898 quando il liceo e il ginnasio furono uniti:
eh s, una volta erano divisi e ora vi spieghiamo il perch. Se si voleva frequentare il classico bisognava sce-
glierlo dopo l'esame di quinta elementare; cos si passava al ginnasio che durava cinque anni che attualizzan-
do corrisponderebbero alle scuole medie e i primi due anni di studi classici superiori. Soltanto dopo si entrava
al liceo vero e proprio di durata triennale che prima del '98 era diviso dal ginnasio perugino infatti il primo era
municipale mentre il secondo comunale/regio; solo nel 1940, con la riforma Bottai, avremo il liceo classico
come lo conosciamo oggi. Ultima data importante il 1905 quando la nostra scuola diventava statale come lo
adesso.
Bene Mariottini speriamo che la storia vi sia piaciuta e vi abbia incuriosito: se siamo riusciti nel far questo, sia-
mo sicuri che leggerete volentieri il continuo.
Alessia Marotta, Michele Fatti, I D
STORIA DEL LICEO CLASSICO ANNIBALE MARIOTTI DAL 1860 AL 1905
Era necessario riprendere un po' in mano la storia del Mariotti
e ripresentarne qualche saggio, qualche spunto, qualche dato
- Dal libro per il primo centenario del liceo Mariotti
Lo Zibaldone, Pagina 5
Arte, genio e follia
In chiave di sol
Come ben sappiamo, lo Zibaldone partito alla
ribalta quest'anno, carico di nuovi progetti e ricco
di vari argomenti scelti appositamente per voi Ma-
riottini. Questo lo nuovo spazio che abbiamo
deciso di riservare alla musica, affinch possiamo
analizzare e, perch no?, riflettere insieme sui ge-
neri musicali che hanno entusiasmato gli anni
passati e su quelli che stanno segnando il nostro
presente, da accontentare cos sia chi predilige il
vecchio stile (come me), sia chi favorisce il nuovo
pop.
La nostra generazione ormai solita ascoltare i
soliti motivetti mandati dalle radio, la musica da discoteca - comunemente chiamata "house
music"- apprezzando solamente quel genere considerato <<commerciale>> che sta invadendo
tutti gli stati del nostro mondo, dimentichi o forse proprio ignari di generi musicali passati che
oserei considerare pi sinceri e veri, capaci di trasmettere quelle emozioni paragonabili ai pia-
ceri derivanti dalla lettura di un buon libro. Con ci non di certo sto screditando artisti italiani
come Raf, Neffa o Laura Pausini e artisti stranieri di fama mondiale come Eminem, Rihanna o
Lady Gaga, ma rivendico l'importanza di fare un tuffo nel passato e rivisitare, ad esempio, quel
vecchio ma bellissimo rock che ha caratterizzato gli anni '60, '70 e '80 del secolo passato. Con
questi buoni propositi inizier, a partire da questo numero, col proporvi diversi gruppi musicali
pi o meno conosciuti, che mi auguro possano suscitare in voi interesse e ammirazione come
ne suscitarono a me, quando li "scoprii".
Sentito mai parlare dei Pink Floyd, ad esempio? Sebbene io ritenga che almeno il 99% di voi
sappia di chi sto parlando, informo l1 % che i Pink Floyd erano una band britannica fondata da
Roger Waters, Richard Write, Nick Mason e David Gilmour all'incirca a met degli anni sessanta
e che, nel tempo divent uno dei gruppi rock pi importanti della storia, grazie alla loro ricerca
dell'unicit e particolarit; infatti erano famosi per i loro innumerevoli esperimenti sonori, per le
grafiche innovative,e per i loro testi tendenti alla psichedelia e allo space rock. Nel 2008 diver-
se fonti attestano che avrebbero venduto circa 250 milioni di dischi in tutto il mondo! Gli album
pi noti sono certamente "The dark side of the moon" (1973), "Wish you were here" (1975) e
"The wall" (1979), completi di canzoni considerate quasi poesie, per il loro testo prettamente
filosofico e personale, e le loro melodie pacate e ipnotiche che catturano l'udito e la mente nel-
lo stesso medesimo istante. Non vi mette una certa curiosit, ascoltare il frutto del loro lavoro?
In conclusione, mi sento di potervi consigliare una canzone che mai potrebbe mancare nella
vostra playlist: Comfortably Numb, una delle canzoni pi famose di questa band rock, special-
mente per l'assolo di chitarra eseguito alla fine del brano dal celebre Gilmour. Perch non ten-
tare? Dopotutto sempre un piacere infilarsi un paio di cuffiette alla fermata dell'autobus e tuf-
farsi in un vortice di emozioni con le canzoni migliori di ogni tempo, e nelle giornate di pioggia
come queste Comfortably Numb pu di certo offrire un'ottima e riflessiva compagnia.
Buon ascolto, Mariottini!
Sara Pacioselli, IIIG
We dont need no education!
Viaggio nella musica anni 70 con i Pink Floyd.
Perch qui al Mariotti ora si cambia musica..
Lo Zibaldone, Pagina 6
La saga di Leviathan
Nel vasto panorama del
(discriminato) genere fantasy,
una singolare nicchia viene occu-
pata dal cosiddetto genere Ste-
ampunk; tale movimento artisti-
co (talvolta definito subcultura)
si presenta come il trait dunion
tra il romanzo storico ed il fan-
tascientifico. Punto fondamenta-
l e di qu es t o s t i l e
lanacronismo, non a caso la fra-
se che meglio ne sintetizza le
idee Il futuro come sarebbe
accaduto nel passato. Lo scena-
rio dei libri di questo genere
infatti una Londra Vittoriana
post-Seconda Rivoluzione Indu-
striale, dove tecnologie e scien-
ze moderne vengono mosse
dallenergia del vapore, descri-
vendo un universo alternativo
evoluto eppure immaturo ornato
dottone e sporcato da neri fumi
industriali. Libri di questo gene-
re vivono in un perenne limbo,
avversati dagli amanti dei classi-
ci (come J. R. R. Tolkien) e spes-
so rilegati a semplici letture
leggere. Ma se si gratta oltre
questa crosta di pregiudizi, si
potr assaporare un mondo nuo-
vo che non potr fare a meno
stupirvi. Ed proprio sullonda
di questo genere che lautore
australiano Scott Westerfeld,
nella sua Trilogia Leviathan, ci
dipinge un Europa degli inizi del
Novecento molto lontana da
quella che studiamo sui libri di
storia. Il Vecchio Continente che
fa da sfondo alle vicende del li-
bro e infatti diviso in due
blocchi, con ideologie politico-
scientifiche agli antipodi. Da un
lato gli stati detti Darwinisti
che si avvalgono di animali modi-
ficati geneticamente in ogni
campo, dai trasporti alla guerra
(si ipotizza infatti che Darwin
abbia scoperto il DNA e abbia
imparato a modificarlo), dall'al-
tro gli stati Cigolanti fautori
dell'utilizzo delle macchine. La
Grande Guerra alle porte, ed
proprio in questo complesso mo-
saico di stati divisi e rivali che si
ambienta la storia di due giova-
ni, Alek, figlio dell'arciduca d'Au-
stria ed erede unico ma illegitti-
mo al trono del Cigolante impero
Austro-ungarico, nonch vittima
innocente di un ingegnoso piano
ordito dai Tedeschi, e Deryn ,
una ragazza di umili origini con
la passione del volo, che si ar-
ruoler nell'Aviazione dell'Inghil-
terra Darwinista fingendosi un
ragazzo per inseguire il suo so-
gno proibito. Parte apprezzabile
del lavoro di Westerfeld sta nella
sua capacit di dare vita propria
agli eterogenei personaggi che
abitano le pagine del suo
romanzo. Molti sono presi in
prestito dalla Storia convenzio-
nale, tra questi Nora Darwin,
Nikola Tesla, Pancho Villa e
Francesco Giuseppe. A dispetto
del substrato irreale, il libro non
scade mai nella banalit, mante-
nendo unadeguata tensione nar-
rativa. L'abile penna di Wester-
feld alterna con maestria avvin-
centi sequenze d'azione con cu-
rate sequenze descrittive, evi-
tando che le une prevalgano sul-
le altre, mostrando ora il punto
di vista di Alek, ora quello di
Deryn, tenendo alta l'attenzione
del lettore, affascinandolo e fa-
cendolo restare sempre all'inter-
no della vicenda. Perci chiude-
te un po quei libri di Storia, ab-
bandonate il borioso mondo del-
le date e delle battaglie campali
e decollate a bordo del Levia-
than; vedrete che alla fine non
potrete che schierarvi anche voi:
Darwinisti o Cigolanti?
Giovanni Ciocca, VB
(con contributo di Saverio Man-
nocci, VB sullintroduzione al
genere steampunk)
Arte, genio e follia
Scripta manent
La Grande Guerra come nessuno ve lha mai raccontata
Scheda tecnica:
Titolo: Leviathan.
La trilogia: Leviathan Behemoth Goliath
Edito da: Einaudi, disponibile in formato ebook
Lo Zibaldone, Pagina 7
Arte, genio e follia
Dietro le quinte
Le luci si spengono. Il sipario si alza.Anche questanno, mercoled 23 Ottobre, il teatro Morlacchi ha dato avvio
alla propria Stagione di Prosa.Come consuetudine, il nostro Liceo ha rinnovato la convenzione con
lassociazione, permettendo agli studenti interessati di godere di ben sei spettacoli: si tratta di un progetto di
lunga tradizione, che prende avvio da unidea della docente di lettere DAndrea e che i professori portano a-
vanti per educare allapprezzamento e limportanza di questarte ragazzi dal quarto ginnasio al terzo liceo.
E bench non tutte le classi vi abbiano preso parte, magari perch gli studenti sono portati a pensare che si
tratti di una perdita di tempo, o una semplice occasione per ottenere un agognato credito scolastico, crediamo
profondamente che sia una possibilit di arricchirsi culturalmente e, non esageriamo, spiritualmente. Provate
a leggere questa rubrica.
Questanno lonore e lonere di aprire la stagione stato affidato ad un grande habitu dei palcoscenici della
penisola: Umberto Orsini.
Lattore, pronto ad interrogare lo spettatore sul vero significato della libert, accompagnato in scena dal
bravo Leonardo Capuano, sotto la direzione artistica di Pietro Babina, riprende e amplia un passo interno al
romanzo pi famoso di Dostoevskij, I fratelli Karamazov: La leggenda del Grande Inquisitore.
Certo, le classi della professoressa DAndrea, che hanno avuto modo di assorbire le sue preventive spiegazioni,
non erano totalmente digiune del complesso mondo dostoevskijano, ma proprio la complessit dei temi trat-
tati che pu inizialmente spaventare il povero studente. Eppure, grazie al carattere universale delle tematiche
affrontate, lepisodio pu essere compreso ed ammirato anche al di fuori del contesto del libro, come
effettivamente avvenuto nel caso dei numerosi ragazzi che non avranno avuto il piacere di leggere lopera
dostoevskijana. E i pi il libro non lavevano letto. Credeteci sulla parola.
Nella leggenda Ivan Karamazov spiega al fratello Alioscia la trama di un libro che non verr mai scritto, ma
che torner come una costante nella vita delluomo.
Orsini veste i panni di Ivan, rinchiuso in un monolocale e sovrasta la scena la parola FEDE scritta con i neon,
vacillante.
Nei primi venti minuti dello spettacolo il dialogo assente e compare un secondo personaggio, un demone, un
diavolo forse frutto dello stesso inconscio di Ivan. Soltanto la gestualit e la bravura dei due attori trasmette
una prima idea della situazione di pazzia febbrile che vive luomo.
Questa stessa parte poi ripetuta nuovamente, aggiungendo le battute e chiarendo le idee confuse della
platea.
La seconda parte invece vede solo Ivan recitare il discorso del Grande Inquisitore.
Con una climax esasperata Orsini lancia accuse al Cristo tornato in Terra, come se si trattasse di una Ted Con-
ference (anche se siamo nel XV secolo) con un sorriso amaro e parole ciniche, capaci di far riflettere lo spetta-
tore, cui si rivolge con il dito puntato.
E rimprovera al suo interlocutore di aver concesso la libert ad un popolo che non in grado di esercitarla.
Esemplare la scena, durante il delirio antecedente, in cui Ivan rimane intrappolato, quasi soffocato da un len-
zuolo su cui impressa la parola libert.
Conclusa la visione dello spettacolo, non possibile negare che il primo impatto con lopera teatrale emoti-
vamente e visivamente forte, tanto da lasciare interdetti a causa della complessit e la durezza dei temi af-
frontati. Ecco perch fondamentale ed apprezzato stato sicuramente lincontro organizzato dal Teatro Mor-
lacchi il pomeriggio del 24 ottobre con i due straordinari attori, i quali, con ammirabile disponibilit e pazienza,
hanno dissipato ogni dubbio e spiegato il perch di certe scelte.
Tirando le somme, se mai ne aveste loccasione, speriamo possiate anche voi assistere ad uno spettacolo cos
complesso e completo, realizzato da professionisti e che invita anche a compiere riflessioni importanti: la reale
condizione umana forse quella descritta dal crudele Inquisitore, dominata dal non sapere autogestirsi e dal
desiderare, implicitamente, una diabolica entit manipolatrice in grado di sistemare le cose? Siamo davvero
cos?
Giulia Cruciani,Martina Gostinicchi, I D
Teatrando si impara
Lo Zibaldone, Pagina 8
Arte, genio e follia
La trama di questo film,per quanto possa sembrare contorta e difficile, si concentra sui
mesi che hanno preceduto l'approvazione del tredicesimo emendamento, ovvero
labolizione della schiavit, e ripercorre la guerra tra gli stati abolizionisti e degli stati sudi-
sti ,conosciuta anche come Guerra di Secessione.
Le prime scene del film sono girate sul campo di battaglia: ci lascia pensare che il film
tratti soltanto della guerra, ma la vera guerra di cui si parler nel film quella che si svolge
in un senato corrotto e conservatore che tenta in qualsiasi modo di frantumare il sogno
del presidente americano.
Il regista dipinge Abraham Lincoln come un uomo sereno e scherzoso, ma, sotto questa
maschera allegra, si nasconde un uomo tormentato e disperato che nasconde le sue paure
e le sue debolezze; l unica cosa che gli fa ritrovare la speranza e il coraggio di continuare
la sua lotta per l abolizione della schiavit il sogno di un futuro migliore, non solo per lui,
ma per tutti i suoi cittadini e sostenitori: pagher il realizzarsi di questo sogno con la sua stessa vita.
Il regista ha deciso di trattare tematiche tali per rendere moto a tutti e denunciare i giochi sporchi della politica, renden-
do il film una lezione di grandissimo impatto e di estrema attualit.
Il messaggio che si estrapola dalla proiezione ben chiaro: il desiderio di libert e la grande forza di volont di un uomo
pu cambiare il corso della storia e la vita di milioni di persone anche di coloro i quali ci succederanno nei decenni a
seguire.
Costanza Castellani IV C
La strada era sconnessa e scivolosa, il piede mi scivolato mandando l'altro piede fuori strada
ma mi sono ripreso e mi sono detto: sono scivolato, non sono caduto.
Abraham Lincoln.
Scheda tecnica:
Titolo: Lincoln
Regista: Steven Spielberg
Genere: drammatico, biografico
La storia di una lotta alla schiavit
Cineforum
Davide cadde pesantemente sulla sedia in legno, sollevando qualche granello di polvere, che fluttu nellaria prima di depositarsi sulla stoffa
nera della sua giacca.
-Andassero tutti al diavolo, sai cosa ti dico?- esclam, battendo una mano sul tavolo e producendo un rumore sordo a causa dellurto
dellanello di metallo contro il legno duro.
-Posa quella sigaretta, Dave. Ti ho gi detto di non fumare qui dentro. Anzi, ti ho gi detto di non fumare in generale.- Davide sospir, poi pos
il pacchetto di sigarette nella tasca interna della giacca e tir indietro la testa, osservando la donna dai corti capelli rossi che lo fissava con
aria corrucciata.
-Mi avevi promesso che avresti smesso...- lo rimprover, allungando una mano per dargli un buffetto ben poco amichevole sulle dita ancora
abbandonate sul tavolo.
-Scusa, Anna. Sai che quando sono nervoso pi forte di me...- rispose, abbassando di nuovo la testa e calciando lo zaino di scuola con la
punta delle scarpe nuove. Anna gli tir un dito, come faceva sempre quando voleva essere ascoltata ma era troppo persa nei propri pensieri
per pronunciare qualche parola ad alta voce. Il ragazzo si gir a guardarla, studiandone i vividi occhi azzurri che in quel momento erano cattu-
rati da qualcosa in un angolo e le rughe intorno alla bocca rossa, che le conferivano una plasticit e unespressivit al volto tali da rendere
ogni minima emozione particolarmente evidente. Davide aveva sempre ammirato quella sua capacit di esprimere unintera valanga di emo-
zioni con un movimento minimo delle labbra o delle sopracciglia e quando le rughe dellet si erano fatte in lei pi evidenti lui le aveva accolte
con entusiasmo.
-Cosa ti hanno fatto oggi?- gli domand, guardandolo con intensit. Davide scroll le spalle, reprimendo la voglia di prendere di nuovo il pac-
chetto di sigarette dalla giacca e limitandosi a stringere un pugno sotto al tavolo.
-Il solito. Checca. Disadattato. Frocio. Errore. Malato. Ormai non ci faccio nemmeno pi caso, il fatto che un continuo. Sai cosa ho trovato
scritto su uno dei bagni della scuola? Che dovrei proprio...- Davide lasci che la voce gli scemasse, per evitare di far sentire ad Anna che il
In fumo..
Le vostre voci
Voci di corridoio
Lo Zibaldone, Pagina 9
pianto gli attanagliava la gola. Non gli andava che lei lo vedesse cos debole, anche se alla fine era lunica che lo faceva sentire sempre perfet-
to, sempre al posto giusto. Deglut, prese un respiro profondo e complet la frase:-... che dovrei proprio impiccarmi, perch porto solo vergogna
alla mia scuola e alla mia famiglia.-
Anna chiuse gli occhi e volt il capo, ma Davide sapeva che lei soffriva per quello che lui le raccontava, quasi pi di quello che soffriva lui. Sa-
peva che lei si sentiva responsabile di quella sua emarginazione, di quel suo essere ritenuto diverso, eppure, se lui avesse potuto tornare in-
dietro nel tempo, non avrebbe esitato a rifare esattamente ci che aveva fatto. Doveva a lei tutto, compresa la forza che gli permetteva di non
buttarsi gi ogni volta che qualcuno lo insultava in una nuova maniera.
-Anna. Anna. Non colpa tua, va bene? Sono loro che sono solo degli idioti, io e te non centriamo niente, va bene?- Davide si alz dalla sedia,
muovendo un paio di passi in direzione della donna, che lo abbracci non appena lui si fu seduto sulla sedia accanto alla sua. Rimase ad an-
nusare quellodore che lo accompagnava fin da quando era piccolo, che era un misto di profumo alla lavanda e di maglie in microfibra, e che
lo calmava quasi quanto una ninnananna sussurrata in un orecchio.
-Dio, Dave, perch ti fanno ci?- gli sussurr lei contro i capelli, posandogli un bacio sulla testa. Davide le strinse la vita sottile con delicatezza
e scosse la testa, sorridendo.
-Loro non capiscono, Anna. Non capiscono niente.- le sussurr, staccandosi poi da lei e osservandola negli occhi. La donna fece una smorfia
addolorata, poi gli dette una botta sul fianco con la mano grinzosa.
-Io invece capisco perch tu vorresti fumarti dieci pacchetti, uno dopo laltro. Ma non puoi, Dave. Ricordati che non si balla con il fumo nei
polmoni...- disse, guardandolo fare laccenno di un sorriso quando inizi a dire quelle parole che erano per Davide di una familiarit estrema.
-...ma come fossimo fumo. Lo so, Anna, lo so. E solo che davvero, a volte vorrei solo abbandonare tutto.-
-Per cosa, per dargli la soddisfazione di averti cacciato, tesoro? Via, ti conosco da quando eri alto cos, sei un lottatore nato, uno di quelli che
andranno avanti anche con ottanta pesi sulle spalle. Devi resistere ancora un po, cercare di non ascoltarli, cercare di renderli solo un sotto-
fondo. Fra sei mesi ci sar laudizione e il tuo riscatto e il tuo futuro, si trovano l.- La voce di Anna si era fatta pi chiara e pi forte, mentre un
impeto di rabbia le nasceva in gola. Davide la conosceva troppo bene per non sapere che di l a poco lavrebbe mandato alla sbarra a faticare
come un ossesso per le successive due ore, spingendolo a dare il massimo. Anna era fatta cos, era una forza che dava forza agli altri,
unesplosione di energia e di sentimenti che ancora, a settantanni, non smetteva di sorprendere il prossimo.
-Hai capito? Eh? Davide, voglio vederti reagire!- la voce di Anna lo distrasse dalle sue considerazioni e il ragazzo si riscosse, sobbalzando leg-
germente. Annu, mentre la donna gli dava una botta sulla schiena esortandolo ad alzarsi in piedi e le porse la mano a sua volta, sollevandola
quasi fosse senza peso.
Senza che lei gli dicesse niente lasci scivolare la giacca sulla sedia e si chin sullo zaino, estraendo un paio di scarpette consumate e logore.
-Sono qui, Anna, sono qui e non l fuori a fumarmi il mio futuro in sigarette, lo vedi? Sono qui.- la rassicur, studiandola con attenzione. La
donna annu e drizz la schiena, mettendo in evidenza i muscoli ancora tonici che si erano conservati in anni e anni di danza.
-Ti vedo, ti vedo. E vedo in te una persona coraggiosa, Davide. Ma mi chiedo, a volte, se chiederti di passare qui met della tua vita abbia in-
fluito su quello che ti succede ora...- sospir, guardandolo avvicinarsi con lentezza alla sbarra accanto alla parete di specchi sulla quale si
riflettevano il tavolo, le tre sedie e il parquet logoro e consumato della vecchia palestra.
-Certo che ha influito. Influisce sempre tutto, no? Per tutto sommato non cambierei nulla e tu sai che non la prima volta che te lo dico. E poi,
dannazione, se non avessi avuto questo, credo che sarei gi scappato da un pezzo, non credi? Non sarei stato lo stupido ballerino frocio disa-
dattato, solo lo stupido frocio disadattato, a quel punto s che sarebbe stato un disastro. Ne abbiamo gi parlato, Anna. Non addossarti colpe
che non hai.- esclam il ragazzo, tirando indietro la testa e pestando un piede a terra con forza. Erano anni che andava avanti quella storia, lui
che si rifugiava da Anna dopo scuola, a provare e riprovare passi di danza quasi impossibili, pur di non concentrarsi sulla desolazione della sua
vita. A volte gli veniva da ridere, considerando che era proprio lo stereotipo delladolescente omosessuale incompreso che sognava di far car-
riera in un posto lontano, ma capitava anche che questo pensiero lo confortasse, perch, si diceva, se era diventato uno stereotipo voleva dire
che gi altri prima di lui avevano vissuto la stessa cosa.
In diciassette anni di vita, Davide poteva ricordare come unici momenti di vera felicit quelli passati con Anna nella vecchia palestra e quei
brevi e fugaci momenti in cui era lui il protagonista del palcoscenico. Non aveva mai pensato di rinunciare a qualcuno di quei momenti, nono-
stante tutto aveva sempre trovato in essi la forza di andare avanti. Ed ora che le audizioni per un posto nella prestigiosa Accademia di Monte-
carlo erano vicine, ora che finalmente aveva la possibilit di cambiare tutto, Davide non voleva avere paura. Certe volte a casa, chiuso nella
sua stanza, si chiedeva se fosse davvero pronto. Se davvero sarebbe riuscito a liberarsi del suo passato cos, in un battibaleno. Si chiedeva se
senza Anna la danza avrebbe avuto lo stesso significato, se avrebbe avuto la stessa forza davanti ad un mondo che sembrava odiare tutto ci
che cera di diverso.
-Davide.-
Il ragazzo non si accorse di essere rimasto in silenzio ed immobile fino a quando la voce della maestra non lo riport alla realt con severit.
-Davide, non osare definirti stupido. Mai pi. E se ti sento ancora parlare di te stesso in termini cos offensivi, ti giuro che ti azzoppo io stessa.
Non provarci pi.- gli intim la donna, rigida e fremente di rabbia. Davide sorrise e pens che in fondo quellaffetto e quella stima reciproca
sarebbero sopravvissuti anche a migliaia di chilometri e di anni.
-Chiedo perdono, maestra. Non capiter pi.-
Anna si sciolse in una risata leggera, pur mantenendo la seriet negli occhi. Lo guard con affetto, con gli occhi di chi madre per scelta, di chi
ha paura di perdere qualcosa che non suo, ma che alla fine lo comunque, di chi ha fiducia, ma anche paura, perch la cattiveria ancora
pi cieca dellamore.
-Muoviti, vai a lavorare. Che non si balla con il fumo nei polmoni, ma come fossimo fumo.- gli intim, guardandolo mentre, rasserenato, si avvi-
cinava alla sbarra per gli esercizi.
E in quellistante, quando lo vide concentrarsi e prepararsi a dimenticare tutto il resto, vide che anche la paura, il dolore e la rabbia, per un
attimo, andavano in fumo
Silvia Guerriero, IID
Lo Zibaldone, Pagina 10
Arte, genio e follia
Nessuno (o quasi), al rientro dalle vacanze estive, si sarebbe aspettato di ritrovare sopra alla cattedra
della propria classe un computer appena acquistato e connesso in ogni momento alla rete.
Sebbene il periodo di crisi che stiamo vivendo e di cui tutti parlano ci costringa a sacrificare gran parte
delle risorse scolastiche messe a nostra disposizione, lo Stato non ha voluto rinunciare al progresso
tecnologico. E ci ha significato adottare il cosiddetto REGISTRO ELETTRONICO e comprare (in alcuni
casi affittare) 365.000 computer (uno per ogni classe della penisola) per gestirlo.
La disposizione del Ministero, da attuare nellanno corrente, prevede la dematerializzazione delle
procedure amministrative in materia di docenti, personale, studenti e famiglie attraverso il trasferi-
mento della comunicazione scolastica sulla rete. Obiettivo finale quello di formare classi virtuali in cui
insegnanti e alunni siano in grado di comunicare con la sola mediazione telematica.
Come in tutta Italia cos allinterno della nostra scuola, ogni classe stata dotata di computer con an-
nesso collegamento a Internet. Ogni professore, una volta effettuato laccesso online, in grado di
firmare, segnare le assenze, inserire telegraficamente gli argomenti di lezione, i compiti assegnati e gli
eventuali commenti sugli studenti.
Gi negli ultimi anni le case editrici, mettendo in commercio libri di testo parzialmente o totalmente
scaricabili dalla rete hanno aperto alle scuole la strada della tecnologia. Tuttavia, mentre per i libri il
processo di digitalizzazione piuttosto lento e giunger a poco a poco a compimento, quella del regi-
stro elettronico stata uninnovazione affermatasi in breve tempo e alla quale tutti, studenti e docen-
ti, si sono dovuti adattare.
Come ogni novit che si rispetti, oltre a essere fonte di vantaggi, ha comportato anche degli svantaggi,
a seconda della categoria alla quale si appartenga. Per gli insegnanti limpegno di inserire in tempo
semi-reale ogni provvedimento preso ma anche lopportunit di elaborare cartelle personali e incrocia-
re i dati con quelli dei propri colleghi. Gli studenti hanno loccasione di accedere in ogni momento alla
scheda personale e vedere la tabella dei voti o il curriculum. Dallaltro lato per non pi possibile
nascondere le cattive notizie ai genitori, i quali, oltre ad apprendere giudizi sgraditi, possono visualiz-
zare le assenze dei figli e, a volte, essere vittime di brutte sorprese
Potr avere s delle contestazioni, s dei mal funzionamenti, s delle falle. di recente pubblicazione
un articolo del Corriere della Sera in cui si racconta che il marito di una professoressa sia riuscito a
capire come truccare i dati indesiderati.
pur sempre una forma di modernizzazione che con il tempo verr perfezionata ma di cui progressi-
vamente raccoglieremo i frutti: non un caso che in altri Paesi sia gi in uso da tempo e che negli
stessi, a lunga distanza, se ne siano colti i positivi risvolti.
Martina Vaselli, IIF
New age
Parliamo della nuova avanguardia di questanno: il registro elettronico
Vincitore del premio Pericolo pubblico numero 1 degli studenti.
Voci di corridoio
Lo Zibaldone, Pagina 11
Le vostre voci
Cara Mads,
Londra bellissima. So che lo dicono tutti, so che ormai un luogo comune, ma davvero, Londra meravi-
gliosa. C una vita, intorno, che scorre e ti travolge e tu sei l e ti dimentichi chi sei, quale il tuo nome o da
dove vieni, la cosa importante che sei l e che sei tu, non una tua pallida imitazione.
Insomma, Mads, Londra davvero bella, troppo bella per me e per i miei due occhi, che sono solo
due.
Ma non per dirti di quanto sia bella Londra, che ti scrivo. Centra anche questo, altrimenti non te lavrei
detto, ma forse solo un modo per prendere tempo, non lo so.
Oggi sono andato a Piccadilly Circus e cera tanta gente, sai, era lora di punta e i taxi, gli autobus, le perso-
ne, i cani si mescolavano tutti insieme, cos tanto che ho pensato E un posto meraviglioso.
Ero l con la mia ventiquattrore in mano, da solo, ma cerano cos tante persone che mi sconvolgevano e mi
facevano sentire cos immerso in quella vita che mi sono sentito un londinese anche io. Probabilmente si
trattava del momento pi pieno e intenso di tutta la mia vita e ho pensato che era l il mio posto, che era l
che dovevo stare, un neo-assunto che per la prima volta tornava a casa dallufficio. Poi allimprovviso suc-
cesso qualcosa che non avevo calcolato: qualcuno, non so chi o cosa, mi ha toccato la spalla e io mi sono
girato, sorridente.
Sai perch sorridevo, Mads?
Perch pensavo che fossi tu.
Tutti cercano qualcuno, nella folla. Qualunque sia la folla, ovunque ci si trovi, sia pure su Marte o in capo al
mondo, tutti cerchiamo qualcuno, consapevoli anche del fatto che impossibile che quel qualcuno ci sia e
nonostante questo ci speriamo lo stesso e lo cerchiamo tra le capigliature, gli accessori e i contatti casuali.
Sono rimasto immobile, Mads, a cercarti, prima vicino e poi lontano da me, alzandomi sulle punte dei miei
mocassini nuovi, guardandomi intorno febbrilmente, girandomi ogni volta che qualcuno mi toccava una ma-
no.
Tutti cercano qualcuno, nella folla. E io cercavo te, ti cercavo perch nonostante fossi da solo ma non solo,
sentivo che mi mancava qualcosa.
I medici dicono che si chiama sindrome dellarto mancante, quando qualcosa ci manca e noi sentiamo co-
munque dolore, pur essendo consapevoli della sua assenza.
Eri il braccio che mi mancava, Mads.
La cosa sconvolgente era che non mi sentivo solo, non avevo bisogno di compagnia, anzi, ero cos pieno di
quello spettacolo che mi sentivo in paradiso.
Eppure mi mancavi tu e questo rendeva imperfetta la cosa, la scena. Mancavi tu, Mads, e allora la bellezza,
il senso di appartenere alla citt perdevano senso.
Non posso dirti altro se non questo, Mads. Per anni abbiamo sognato insieme, distesi in solaio, la citt caoti-
ca, il distacco da quelle vite che ci stavano strette, vite di provincia che non si adattavano a dei sognatori
come noi ed ora che io sono qui e tu dispersa chiss dove, ora che non so quanto amore possa contenere
un cuore prima di scoppiare, solamente ora capisco che la bellezza non sta nel luogo, ma in colui che l a
condividerla.
Mi manchi, Mads.
Mi manchi come mi manca un braccio che ho perso.
Torner in qualche modo a sognare in un solaio con te, Mads.
Ti stringo.
E ti cerco.
Silvia Guerriero, IID
Cerchiamo sempre qualcuno nella folla
"Non cercarmi quando sei solo, ma quando sei in un momento bellissimo."
Inviate articoli e commenti
alla nostra e-mail:
lozibaldone@hotmail.it
Lo Zibaldone, Pagina 12
Caporedattore: Rosa Algieri, IIL
Hanno partecipato a questo numero: Rosa Algieri; Luigi Leone Chiap-
parino; Francesco Fantini;
Margherita Carusillo; Giulia Scialpi; Alessia Marotta; Michele Fatti;
Sara Pacioselli; Martina Vaselli; Silvia Guerriero; Giovanni Ciocca;
Saverio Mannocci; Samantha Galli.
Grafica: Elisa Orr, IIB.
Siamo anche su Internet!
Ci potete leggere sul blog della scuola:
www.blogmariotti.blogspot.it
Pochi giorni da si svolta alla Rocca Paolina la mostra in occasione dei trenta anni del Corriere dell'Umbria.
Anche la redazione dello Zibaldone, accompagnata dal Dirigente Scolastico e dal professor Pasquale Guerra,
ha partecipato all'evento,avendo cos modo di approfondire il metodo di lavoro dei giornalisti. Siamo stati guida-
ti nella mostra da due di essi che ci hanno spiegato, oltre alle caratteristiche di un giornale, anche il duro lavoro
che stato necessario per allestire la mostra. Essa,infatti, si componeva di grandi cartelli, somiglianti alla prima
pagina di un quotidiano, che erano tanti quanti gli anni del Corriere. A partire dal 1983, anno della sua nascita, i
cartelli riportavano le notizie principali uscite nella nostra regione: omicidi, processi, sparatorie, eventi sporti-
vi,religiosi, culturali. Importanza prima veniva data alle foto piuttosto che all'articolo scritto, poich l'osservatore
portato ad individuare prima l'immagine e poi a ricercare la breve didascalia corrispondente. Abbiamo inoltre
visualizzato un filmato che mostrava il procedimento di lavoro in un giornale,dalla raccolta delle notizie alla ste-
sura ed infine alla stampa di esso. Molto interessante stata infine la risposta che i due giornalisti hanno dato
ad una domanda del Preside: "Come mai in un quotidiano sono pi le notizie brutte di quelle belle?" "Ci deriva
da due fattori: vero che i giornalisti tendono a scegliere gli scandali perch fanno pi scalpore di una buona
azione, ma vero anche e soprattutto che le fonti, che poi chiameranno i giornalisti, operano gi una prima e
decisiva selezione."
Samantha Galli, IIIG
Il Corriere dellUmbria si mette in mostra.

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