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Consigli di messa a dimora e gestione degli ALBERI da FRUTTO

Azienda Agraria Gabbianelli di Gabbianelli A. e C. s.s.


Via Case Nuove 44 - Castelleone di Suasa (AN) - P.Iva 00438220428 C.F. 83005810425
Tel e Fax 071.96.61.68 - www.vivaigabbianelli.it - email: info@vivaigabbianelli.it

Consigli piantagione alberi da frutto.doc pag. 1 di 7 ver. 2

1. Introduzione
Per chi ne ha la possibilit e lo spazio, realizzare un piccolo frutteto familiare sicuramente unattivit
gratificante ed appassionante ma anche delicata al tempo stesso. La messa a dimora va quindi eseguita
attuando alcune semplici ma fondamentali linee guida che consentiranno di dare una lunga e prospera vita
agli alberi, poich, la pianta che cresce bene e sana nella fase iniziale, crea tutti i presupposti per resistere
meglio agli agenti atmosferici, alle malattie e per regalarci abbondanti e costanti produzioni.

2. Epoca di piantagione
Il miglior periodo per la messa a dimora degli alberi da frutto dallautunno
inoltrato fino alla fine dellinverno, quando le piante sono in riposo vegetativo e
prive di foglie.
Ci sono diversi vantaggi ad effettuare la piantagione in questo lasso di tempo:
Lattecchimento sar pi sicuro poich il terreno con cui stata richiusa la buca si compatter bene
attorno alle radici grazie alle piogge invernali.
Lalbero inizier ad emettere la nuova vegetazione non appena la temperatura dellaria ricomincer
ad aumentare alla fine dellinverno e potr esprimere il massimo potenziale di sviluppo consentito
dalla sua capacit vegetativa. Ponendo invece a dimora la pianta a primavera inoltrata, anche se in
ottime condizioni, il periodo di crescita utile nellarco dellanno, sar inevitabilmente pi breve poich
la partenza sar pi tardiva.
Saranno necessari meno interventi di manutenzione, intesi soprattutto come annaffiature, poich
con le piantagioni autunno-invernali la pianta affronter la stagione estiva bene impossessata nel
terreno, con le radici gi ben sviluppate ed autonome nellapprovvigionamento idrico.
Tutto ci essenzialmente valido per le piante fornite a radice nuda mentre per gli alberi coltivati in
vaso, essendo questi ultimi con lapparato radicale gi formato e quindi pi autonomi, la messa a
dimora pu essere eseguita per tutto larco dellanno, evitando sempre comunque i periodi estivi pi
caldi, soprattutto nei terreni aridi e con poca disponibilit di acqua per le irrigazioni estive di soccorso. Ci
sono poi alcune specie notoriamente delicate quali, ad esempio, olivo, kaki, fico e nespolo del Giappone che
potrebbero essere danneggiate dal freddo invernale per cui, nei luoghi pi freddi, quasi tassativa la loro
messa a dimora primaverile, indipendentemente dal fatto che siano in vaso o radice nuda.

3. Scelta del luogo idoneo e del sesto dimpianto
In linea generale tutte le piante da frutto amano una posizione soleggiata, luminosa,
preferibilmente esposta a mezzogiorno e al riparo dalle correnti fredde settentrionali.
Ci sono poi alcune specie come ad esempio il ciliegio, melo, pero, pesco, sorbo,
cotogno e nespolo europeo che non temono assolutamente il freddo e che si possono
quindi collocare anche in posizioni meno favorevoli. Altre specie invece, quali albicocco, mandorlo e nespolo



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del Giappone, temono i ritorni di freddo tardivi che possono provocare danni ai fiori ed anche ai nuovi
germogli se il freddo molto intenso.
Il tipo di terreno un fattore determinante che pu decretare il successo o linsuccesso della
piantagione. Generalmente sono da preferire quei suoli di medio impasto, ricchi di sostanza organica e ben
drenati. Sono sicuramente sempre da evitare quelli molto argillosi, compatti ed asfittici.
Nella scelta del sesto di impianto, cio lo schema di piantagione, un altro fattore fondamentale da tenere in
considerazione lo spazio aereo e radicale che andr ad occupare lalbero una volta adulto. Gli schemi di
piantagione possono essere schematicamente riassunti nei seguenti quattro:
a file.
a file sfalsate.
a quadrato (posizionando le piante ai quattro angoli).
a quinconce (posizionando le piante a quadrato ed una al centro).
Qualunque sia il sesto scelto, in linea del tutto generale, si consiglia di prevedere distanze relative
tra le piante di circa 4/6 metri, variabili in funzione della vigoria della pianta, esposizione e pendenza
del terreno.
Attenzione infine a rispettare distanze di almeno 2/3 metri da recinzioni, muretti e pavimentazioni e di almeno
6/7 metri da altri alberi esistenti ed edifici.

4. Modalit di messa a dimora
Definito il tipo di terreno, si deve procedere con la preparazione delle buche delle
seguenti dimensioni: larghezza 80/100 cm. e profondit 60/80 cm.
Questa operazione deve essere eseguita diverso tempo prima della piantagione,
preferibilmente durante lestate in modo da arieggiare il suolo e lasciarlo
successivamente esposto agli agenti atmosferici invernali che lo renderanno friabile e
poroso.
Se nel terreno fossero stati presenti in precedenza altri alberi da frutto, si consiglia di spolverare tutte le
pareti della buca con calce viva per distruggere eventuali funghi derivanti dai vecchi apparati radicali.
Qualora il terreno si presenti argilloso e compatto, sar indispensabile collocare sul fondo della buca uno
strato di circa 10/15 cm di sassi o ciottoli al fine di favorire il drenaggio delle acque. E inoltre consigliabile
apportare, sempre sul fondo della buca, anche uno strato di letame maturo (qualora disponibile) oppure del
compost maturo andr bene lo stesso.
La pianta deve essere posizionata con la sua zolla nel terreno ad unaltezza tale che il colletto (zona di
passaggio fra il fusto e lapparato radicale) sia di qualche centimetro al di sopra del piano di campagna; ci
molto importante in quanto una profondit eccessiva potrebbe provocare asfissia alle radici mentre un
interramento troppo superficiale lascerebbe le radici esposte allaria.



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La buca pu essere quindi richiusa con il terreno di scavo, qualora sia friabile e bene sminuzzato, in modo
da accostarsi perfettamente allapparato radicale, evitando quindi la pericolosa formazione di sacche daria o
acqua.
Questo un passaggio determinante ed importantissimo per la riuscita della piantagione; qualora il
terreno presente in loco non sia idoneo (grosse zolle non frantumabili, molta ghiaia, etc...), opportuno
apportarne di migliore oppure miscelarlo (prima di usarlo per chiudere la buca) con terriccio universale o
sabbia.
Di fianco allalbero andr posizionato un paletto tutore in legno scortecciato di pino o castagno che avr
il compito di sorreggere il fusto in presenza di vento, evitando quindi che venga sradicato e che cresca
storto. Solitamente laltezza del tutore deve essere pari al punto in cui inizier ad aprirsi la chioma della
pianta. Nella scelta dei materiali di legatura importante optare per legacci in pvc morbido o in juta,
resistenti ma svenevoli al tempo stesso in modo da evitare strozzature al fusto durante laccrescimento. In
alternativa, in commercio si trovano dei fermagli elastici dotati anche di distanziatore, utilissimo per evitare
che la corteccia e il tutore sfreghino tra di loro danneggiando la corteccia della pianta. Si consiglia inoltre di
controllare periodicamente la legatura per verificarne la tenuta ed evitare strozzature.
Qualora non si sia apportato letame in fondo alla buca, sar necessaria una leggera concimazione
superficiale con circa 1-2 kg. di concime contenente azoto organico a lenta cessione (tipo stallatico ) in
modo che il nutrimento sia via via disponibile allalbero per tutta la stagione vegetativa.
Ultima operazione eseguire unabbondante annaffiatura con circa 50/100 litri dacqua avente lo scopo di
fare accostare bene il terreno alle radici.

5. Cure colturali
Dopo la messa a dimora della pianta, il lavoro non finito, ma anzi incomincia. Per
avere delle piante da frutto sane, rigogliose e capaci di regalarci tanta frutta, si rendono
infatti necessarie tutta una serie di operazioni colturali che si devono ripetere
ciclicamente e regolarmente ogni anno.

6. Potature
Una volta completata la messa a dimora dellalbero, si passa ad eseguire la potatura
di formazione (detta anche di allevamento) che verr poi proseguita solamente per
i primi 3/4 anni. Essa si prefigge diversi ed importanti obiettivi:
Formare lo scheletro della pianta da frutto della dimensione desiderata che
supporti la produzione ma assecondando comunque il suo naturale portamento.
Veloce raggiungimento della fase di maturit, cio della piena fruttificazione.
Permettere lesecuzione da terra delle operazioni di potatura e raccolta.
Agevolare la meccanizzazione delle cure colturali.



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Si possono generalmente distinguere due tipologie di allevamento: forme in volume e forme appiattite .
Classica forma in volume il vaso, la pi usata e conosciuta per i piccoli frutteti a carattere familiare, che
presenta tre o quattro branche principali inserite ad una certa altezza del tronco in una unica impalcatura.
Lobiettivo generale cercare di mantenere vuota la parte centrale della pianta togliendo i cosiddetti
succhioni (rami verticali non produttivi), cercando di dare una forma sempre pi verso lesterno ai rimanenti
ed avendo cura di lasciare i rametti piccoli che hanno gemme a fiore, gonfie e arrotondante. sempre buona
norma eliminare anche i rami che si intersecano tra loro e quelli che ombreggiano il tronco. Eliminare, infine,
i rami spezzati a causa di traumi o gelate e i rami rovinati dalle malattie. Se il ramo tagliato o asportato di
grandi dimensioni, opportuno proteggere la superficie del taglio con una pasta cicatrizzante.
La palmetta invece un esempio di forma appiattita dove tutte le branche principali sono orientate su di un
unico verticale in modo da limitare lo sviluppo laterale della chioma.
La tecnica della potatura tuttavia molto vasta e complessa e quindi impossibile da schematizzare in poche
righe. Lobiettivo di questi appunti solamente quello di dare uno stimolo ad approfondire largomento su
qualche guida illustrata o testo specializzato.

7. Trattamenti fitosanitari
Alla caduta delle foglie importante eseguire una corretta difesa fitosanitaria
intervenendo con prodotti rameici (poltiglia bordolese), utili per cicatrizzare ferite,
cancri rameali e gommosi e prevenire eventuali infezioni fungine primaverili.
Un secondo intervento, della stessa tipologia, si render necessario durante linverno
dopo avere eseguito la potatura od in presenza di piante con rami danneggiati dalla neve o dopo periodi
particolarmente piovosi.
Prima della fioritura, nella fase di bottoni rosa (gemme a fiore ingrossate), si consiglia un intervento con olio
bianco associato ad un insetticida in modo da prevenire numerose malattie.
Si consiglia di operare sempre in giornate di sole, in assenza di vento e con scarsa probabilit di pioggia;
qualora dovesse poi piovere dopo sole poche ore dallintervento, necessario ripetere il trattamento.
Mentre gli interventi al bruno, compiuti cio durante il riposo vegetativo dellalbero, si possono ritenere
validi un po per tutte le specie, pomacee e drupacee, sui trattamenti tardo-primaverili ed estivi, impossibile
fornire delle linee guida generali in quanto ogni specie ha i suoi patogeni specifici ed epoche e modalit di
intervento differenti.
Sul nostro sito, nella sezione I nostri consigli, possibile consultare e scaricare delle guide illustrate sulla
gestione fitosanitaria delle diverse specie da frutto.
Si raccomanda, in ogni caso, di evitare il fai-da-te e, in caso di dubbio, rivolgersi ad un consulente tecnico di
zona.





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Consigli piantagione alberi da frutto.doc pag. 5 di 7 ver. 2
(stallatico).

8. Concimazioni
Per il frutteto a carattere familiare sempre conveniente apportare letame ben
maturo, concime organico azotato che migliora la struttura del terreno e consente di
nutrire le piante in modo naturale e per tutta la stagione vegetativa; in assenza di
letame, si pu utilizzare come concime organico il pellettato bovino
Lepoca ideale di concimazione durante tutto linverno e comunque prima della
ripresa vegetativa poich lazoto organico ivi contenuto, ha bisogno di diverso tempo e trasformazioni prima
di essere disponibile ad essere assorbito dalla pianta.
In presenza di piante di scarsa vigoria, terreni poveri, primavere molto piovose, si consiglia una seconda
concimazione, ad aprile-maggio, con concime misto organico-minerale, a pi pronto effetto, col il quale si
apporta oltre allazoto anche fosforo, potassio ed altri microelementi.
Il concime va distribuito superficialmente attorno al tronco su una superficie corrispondente alla proiezione
della chioma sul terreno, avendo cura di spargerlo in modo uniforme. Le dosi variano caso per caso in
funzione dellet e mole della pianta e del titolo del concime per cui non possono essere schematizzate e si
consiglia di attenersi alle indicazione proposte nella confezione.
Qualora il terreno si presenti compatto, prima di distribuire il concime, si consiglia di eseguire una leggera
sarchiatura, utile anche alla rimozione delle malerbe e successivamente procedere ad una leggera
innaffiatura, tutto ci al fine di favorire laccorpamento del concime nel terreno.

9. Irrigazioni
Durante il periodo estivo spesso ci si gioca la sorte della pianta. E difatti
fondamentale, soprattutto durante i primi anni di sviluppo dellalbero da frutto, essere
metodici nel monitorare costantemente sul campo lo stato idrico dellalbero ed
intervenire con adeguati interventi di irrigazione di soccorso.
In linea del tutto generale, in assenza di piogge di una certa consistenza, si
consiglia di intervenire ogni 10/15 giorni circa con almeno 50/100 litri per ogni pianta. Questa,
ribadiamo, solo unindicazione molto di massima in quanto nel fabbisogno idrico di un albero concorrono
tanti fattori, per esempio, tanto per citarne alcuni: tipo di pianta, tipo di terreno, temperatura, stadio
vegetativo, etc... Solo lo spirito di osservazione, lesperienza acquisita sul campo e un p di buon senso,
saranno in grado di indirizzarci verso una corretta gestione.
In associazione allirrigazione sono importantissime anche adeguate sarchiature con le quali si
ottengono tre importanti obiettivi:
Tenere pulito dalle malerbe il terreno ed evitare quindi la loro competizione.
Interrompere il flusso di risalita dellacqua per capillarit con conseguente evaporazione, riducendo
quindi il fabbisogno idrico.



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Facilitare lassorbimento dellacqua di irrigazione e ridurne gli sprechi per scorrimento, problema in
particolare sentito nei terreni acclivi e argillosi che tendono a formare una crosta impermeabile. A tal
proposito si consiglia di formare sempre attorno alla pianta, con il terreno circostante, la cosiddetta
tazza, cio una sorta di bacino capace di contenere una buona quantit di acqua.
Se si possiede un piccolo frutteto organizzato in filari e si opta per la sarchiatura a pieno campo,
importante ricordare che le lavorazioni del terreno devono essere superficiali (10/15 cm) per evitare
danneggiamenti agli apparati radicali. Qualora si decidesse invece per la tecnica dellinerbimento, si
consiglia di seminare tra le file delle foraggere leguminose (come ad esempio il trifoglio), che non
sottraggono elementi nutritivi alla pianta ma anzi, favoriscono la fissazione di azoto atmosferico nel terreno,
migliorandolo nettamente e contrastando linsediamento delle erbe infestanti. Anche scegliendo questa
tecnica sar comunque necessario mantenere, almeno per i primi 3/4 anni, attorno allalbero unarea di
terreno zappettata e libera da malerbe. In alternativa si pu ricorrere alla posa, attorno al tronco dellalbero,
di dischi di pacciamatura biodegradabili in juta e fibra di cocco che, oltre a contenere linfestazione delle
malerbe, trattengono lumidit e assicurano unefficace barriera allevaporazione dellacqua.

10. Raccolta della frutta e conservazione
Un accorgimento molto importante, spesso tralasciato o semplicemente
sconosciuto, il diradamento dei frutticini in maturazione. Se lalbero molto
carico di frutti, si corre il rischio di ottenere una ridotta pezzatura, una scarsa
colorazione dellepidermide e uno scadente sapore dei frutti. Dopo la cascola
fisiologica, si esegue quindi il diradamento manuale cercando di lasciare sui
rametti i frutti distanziati di circa 10/15 cm; in questo modo si ottengono frutti di
pezzatura maggiore e dal gusto pi saporito.
Il periodo ottimale per la raccolta della frutta dipende dalla variet e dalla destinazione duso del prodotto. La
frutta che matura in piena estate deve essere raccolta pochi giorni prima della maturazione mentre,
allopposto, le variet invernali devono essere raccolte il pi tardivamente possibile per avere dei frutti pi
maturi e di maggiore pezzatura.
E buona norma raccogliere durante delle belle giornate, senza vento o pioggia. I frutti devono essere
staccati asciutti con il loro picciolo e riposti in cesti o panieri imbottiti, avendo cura di non ammaccarli.
Durante le operazioni di raccolta inoltre molto importante non danneggiare i rametti che portano i
frutti. Ci sono infatti delle specie quali, ad esempio, il ciliegio, il melo ed il pero che fruttificano anche su dei
delicati rametti di diversi anni (mazzetti di maggio e lamburde); romperli vorrebbe dire perdere parte della
produzione per alcuni anni.
La frutta si conserva bene in ambienti freschi, arieggiati e senza troppa umidit, facendo attenzione, durante
i mesi invernali, ad eseguire controlli e cernite volte a togliere i frutti eventualmente marci.




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11. Problematiche
Tra i numerosi problemi che affliggono le piante da frutta, uno dei pi lamentati la
mancanza di fruttificazione. Se lalbero non fruttifica, ci possono essere tanti motivi
ma i pi comuni sono:
Lalbero ancora in fase di giovanilit e non entrato in produzione.
Lalbero vecchio, in fase di senescenza e sta terminando il suo ciclo vitale.
In alcune specie (per esempio ciliegio e susino) ci sono delle variet autosterili per cui in assenza
di idonea cultivar impollinatrice, la fruttificazione sar molto ridotta o nulla.
Spesso le gelate tardive possono danneggiare i fiori, i frutticini e tenere lontani gli insetti pronubi.
La pianta presenta sviluppo stentato ed ingiallimenti, segno evidente di poche o errate concimazioni,
soprattutto nei terreni poveri.
Con interventi di potatura sbagliati si eliminano i rami a frutto oppure, se troppo drastiche, si ottiene
un forte sviluppo vegetativo a discapito della fruttificazione.
Un eccesso di concimazione azotata, spesso associata a potature eccessive, provoca una forte
vigoria, emissione di succhioni e di polloni, il tutto a discapito della differenziazione di gemme a fiore.

Un altro problema, spesso ricorrente, il mancato attecchimento o scarso sviluppo delle piante, dovuto
a diversi errori tra i quali i pi comuni sono:
Realizzazione di buche troppo strette e/o poco profonde, soprattutto in presenza di terreni argillosi,
compatti e non drenanti.
Messa a dimora a eccessiva profondit.
Distribuzione di concimi chimici a diretto contatto con le radici, provocando ustioni a queste ultime.
Scarse o assenti cure colturali, soprattutto nei primi anni di vita (trattamenti fitosanitari, irrigazioni,
potature e concimazioni).


Nota: Questa guida stata creata in proprio unendo nozioni scientifiche alla nostra esperienza pluriennale
"in campo" e non vuole certamente avere la pretesa di essere un testo esaustivo della materia (peraltro di
enorme vastit) ma solo un piccolo aiuto allhobbista che si avvicina per la prima volta a questo settore.
Siamo disponibili a raccogliere critiche ed eventuali suggerimenti per futuri apliamenti della guida.

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