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Gli enti del terzo settore nel codice civile.

Profili di responsabilit
Avvocato Nataniele Gennari Universit Cattolica del Sacro Cuore Milano - 19 Settembre 2013

ORGANIZZAZIONI DEL TERZO SETTORE

Disciplina codicistica

Insieme di disposizioni di carattere generale

Associazioni e fondazioni riconosciute


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Associazioni non riconosciute e comitati


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ORGANIZZAZIONI DEL TERZO SETTORE

Istituti extra-codicistici

Insieme di disposizioni di carattere speciale

Tipologie di ENP soggetti a ulteriore specifica disciplina


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QUADRO DI SISTEMA

L. 49/1987
Costituzione L. 266/1991 Codice Civile

L. 381/1991
DLgs. 460/1997

DPR 361/2000

GENERALE
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SPECIALE
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COMITATO

COSTITUZIONE

Il comitato costituito mediante un contratto plurilaterale con comunione di scopo Per la conclusione del contratto non necessaria alcuna forma particolare
Il comitato viene utilizzato qualora lesigenza di perseguire fini di pubblica utilit sia avvertita da persone che non dispongono di mezzi patrimoniali adeguati Il gruppo di persone si fa promotore di una sottoscrizione pubblica, raccogliendo cos i fondi necessari

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COMITATO

ORGANI
Organizzatori Hanno il compito di eseguire le delibere e hanno la responsabilit personale e solidale per la gestione dei fondi raccolti e per la loro destinazione allo scopo annunciato Assemblea Promotori Prende le decisioni necessarie per attuare lo scopo comune e responsabile personalmente e solidalmente per le obbligazioni assunte dal comitato Presidente Occupa la pi alta posizione gerarchica nellambito dellorganizzazione ed ha la rappresentanza del comitato

Sottoscrittori Non fanno parte del comitato e sono tenuti a effettuare soltanto le oblazioni promesse
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RESPONSABILITA PATRIMONIALE
Le associazioni e i comitati non riconosciuti godono di unautonomia patrimoniale imperfetta Delle obbligazioni dellassociazione rispondono, con il loro patrimonio ed in via sussidiaria, le persone che hanno agito in nome e per conto dellassociazione (art. 38 c.c.)
Delle obbligazioni del comitato rispondono "i suoi componenti personalmente e solidalmente " (art. 41 c.c.) Logica: esigenza di tutela dei creditori rispetto agli enti personificati per i quali, si presume, lautorit amministrativa ha gi verificato la adeguatezza patrimoniale in relazione allo scopo dellente
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TAVOLA DI CONFRONTO

Tipo di ente non profit

Con personalit giuridica

Senza personalit giuridica

Controllo dellautorit

SI

NO

Iscrizione nel registro p.g.

SI

NO

Responsabilit dei membri per i debiti dellente

NO

SI responsabile chi ha agito in nome e per conto dellente


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DISCIPLINA PREVENZIONE RISCHIO


Sicurezza (DLgs 18/2008)

Tracciabilit (DLgs 136/2010)

S.T.RA.P.

Privacy (DLgs 196/2003)

RAE (DLgs 231/2001)


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DECRETO LEGISLATIVO 8 giugno 2001, n. 231 Disciplina della responsabilita' amministrativa delle persone giuridiche, delle societa' e delle associazioni anche prive di personalita' giuridica, a norma dell'articolo 11 della legge 29 settembre 2000, n. 300.

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ART. 5 DLGS 231/2001 RESPONSABILITA

1. L'ente responsabile per i reati commessi nel suo interesse o a suo vantaggio: a) da persone che rivestono funzioni di rappresentanza, di amministrazione o di direzione dell'ente o di una sua unita organizzativa dotata di autonomia finanziaria e funzionale nonche' da persone che esercitano, anche di fatto, la gestione e il controllo dello stesso; b) da persone sottoposte alla direzione o alla vigilanza di uno dei soggetti di cui alla lettera a). 2. L'ente non risponde se le persone indicate nel comma 1 hanno agito nell'interesse esclusivo proprio o di terzi.

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DECRETO LEGISLATIVO 30 giugno 2003, n. 196 Codice in materia di protezione dei dati personali.

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ART. 2 DLGS 196/2003 FINALITA

1. Il presente testo unico, di seguito denominato "codice", garantisce che il trattamento dei dati personali si svolga nel rispetto dei diritti e delle liberta' fondamentali, nonche' della dignita' dell'interessato, con particolare riferimento alla riservatezza, all'identita' personale e al diritto alla protezione dei dati personali. 2. Il trattamento dei dati personali e' disciplinato assicurando un elevato livello di tutela dei diritti e delle liberta' di cui al comma 1 nel rispetto dei principi di semplificazione, armonizzazione ed efficacia delle modalita' previste per il loro esercizio da parte degli interessati, nonche' per l'adempimento degli obblighi da parte dei titolari del trattamento.

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DECRETO LEGISLATIVO 9 aprile 2008, n. 81 Attuazione dell'articolo 1 della legge 3 agosto 2007, n. 123, in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro.

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ART. 1 DLGS 81/2008 FINALITA


1. Le disposizioni contenute nel presente decreto legislativo costituiscono attuazione dell'articolo 1 della legge 3 agosto 2007, n. 123, per il riassetto e la riforma delle norme vigenti in materia di salute e sicurezza delle lavoratrici e dei lavoratori nei luoghi di lavoro, mediante il riordino e il coordinamento delle medesime in un unico testo normativo. Il presente decreto legislativo persegue le finalita' di cui al presente comma nel rispetto delle normative comunitarie e delle convenzioni internazionali in materia, nonche' in conformita' all'articolo 117 della Costituzione e agli statuti delle regioni a statuto speciale e delle province autonome di Trento e di Bolzano, e alle relative norme di attuazione, garantendo l'uniformita' della tutela delle lavoratrici e dei lavoratori sul territorio nazionale attraverso il rispetto dei livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali, anche con riguardo alle differenze di genere, di eta' e alla condizione delle lavoratrici e dei lavoratori immigrati. 2. (Omissis)

3. Gli atti, i provvedimenti e gli adempimenti attuativi del presente decreto sono effettuati nel rispetto dei principi del decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196.
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