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Lattenzione finanziaria
dellAmministrazione
Circolare 31 luglio 2013, n. 25/E Circolare 31 maggio 2012, n. 18/E D.L. semplificazioni, n. 16/2012: modifiche allart. 52 del D.P.R. n. 633/1972, non pi necessaria lautorizzazione dellAutorit Giudiziaria per laccesso; Abolizione Agenzia per le ONLUS, art. 8, comma 23 del D.L. n. 16/2012 Ragioni della crescente attenzione degli Uffici dal 1 gennaio al 31 ottobre 2011 - secondo i dati diffusi dall'Agenzia delle Entrate - gli accertamenti portati avanti dalla Finanza nei confronti delle false ONLUS hanno permesso di recuperare poco pi di 65 milioni di euro in 1800 interventi.
Avv. Antonio Fiorentino Martino 4
Disciplina fiscale
Ai fini fiscali accade linverso rilevante lattivit esercitata dallente e, segnatamente, loggetto della medesima (se commerciale o non commerciale); di contro, in linea di principio, indifferente il fine perseguito
Levoluzione legislativa
Legge delega n. 80/2003 e prime bozze del nuovo TUIR Persone fisiche ed enti non commerciali soggetti passivi Imposte sul Reddito; Societ di capitali ed enti commerciali soggetti passivi IRES Nel TUIR in vigore dal 1 gennaio 2004:
gli enti non commerciali sono stati parcheggiati (temporaneamente ?) allinterno della disciplina IRES sia pur con talune attenzioni (vd. disciplina transitoria dividendi) MA nella logica della Riforma lIRES unimposta dichiaratamente destinata a colpire la redditivit degli entiimpresa
Avv. Antonio Fiorentino Martino 9
Situazione attuale
Gli enti non commerciali sono soggetti IRES Regole determinazione imponibile inalterate Aliquota proporzionale 27,5 % (salvo agevolazioni specifiche) Regime transitorio dividendi: imponibili per il 5 % e, se corrisposti nel primo periodo dimposta che inizia a decorrere dall1/1/2004, soggetti a ritenuta 12,5% (oggi 20%)
Art. 4 lett. q) D.Lgs. 12 dicembre 2003, n. 344 (attuazione L. 80/2003): fino a quando, ai sensi dellarticolo 3, comma 1, lettera a), della legge 7 aprile 2003, n. 80, non verr attuata l'inclusione, tra i soggetti passivi dell'imposta sul reddito, degli enti non commerciali di cui all'articolo 73, comma 1, lettera c), del citato testo unico delle imposte sui redditi, cos come modificato dal presente decreto legislativo, gli utili percepiti, anche nell'esercizio di impresa, dagli enti stessi non concorrono alla formazione del reddito imponibile, in quanto esclusi, nella misura del 95 per cento del loro ammontare; sull'ammontare imponibile degli utili, in qualunque forma corrisposti nel primo periodo d'imposta che inizia a decorrere dal 1 gennaio 2004, le societ e gli enti indicati nel comma 1 dell'articolo 23 del decreto del Presidente della Repubblica 29 settembre 1973, n. 600 operano, con obbligo di rivalsa, una ritenuta del 12,50 per cento a titolo di acconto.
Avv. Antonio Fiorentino Martino 10
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Conseguenze
Si segnalano:
modalit differenti di determinazione della base imponibile; previsione di obblighi formali e strumentali differenti.
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Conseguenze (2)
Per gli Enti non commerciali:
Ai sensi del comma 2 dellart. 143, Tuir, il reddito complessivo degli enti non commerciali determinato secondo le disposizioni dellarticolo 8. Per gli enti non commerciali, al pari delle persone fisiche, il reddito complessivo non quindi determinato in modo unitario, configurandosi come la sommatoria di diversi tipi di redditi, determinati secondo le regole categoriali. Diversamente dalle societ ed enti equiparati, quindi, torna ad assumere rilevanza il cespite
Avv. Antonio Fiorentino Martino 14
Art. 73 TUIR
Sono soggetti all'imposta sul reddito delle societ:
a) le societ per azioni e in accomandita per azioni, le societ a responsabilit limitata, le societ cooperative e le societ di mutua assicurazione, nonch le societ europee di cui al regolamento (CE) n. 2157/2001 e le societ cooperative europee di cui al regolamento (CE) n. 1435/2003 residenti nel territorio dello Stato; b) gli enti pubblici e privati diversi dalle societ, nonch i trust, residenti nel territorio dello Stato, che hanno per oggetto esclusivo o principale l'esercizio di attivit commerciali; c) gli enti pubblici e privati diversi dalle societ, i trust che non hanno per oggetto esclusivo o principale l'esercizio di attivit commerciale nonch gli organismi di investimento collettivo del risparmio, residenti nel territorio dello Stato; d) le societ e gli enti di ogni tipo, compresi i trust, con o senza personalit giuridica, non residenti nel territorio dello Stato.
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Questioni da risolvere
Stabilire quale sia loggetto esclusivo o principale dellente al quale ci troviamo di fronte (problema n. 1) Verificare il carattere commerciale o meno di tale oggetto (problema n. 2)
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La commercialit
una volta individuata lattivit essenziale per il perseguimento degli scopi dellente bisogna verificare se essa ha o meno carattere commerciale condurre tale indagine significa, di fatto, individuare la nozione fiscale di esercizio di impresa commerciale il riferimento dunque allarticolo 55 del TUIR la nozione tributaria di impresa commerciale pi ampia di quella civilistica non essendo richiesto per le attivit dellart. 2195 c.c.
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La commercialit (2)
Per la giurisprudenza, spesso, la semplice presenza del corrispettivo sintomo della commercialit dellattivit MA non esiste equipollenza tra corrispettivit ed economicit Economicit: attitudine del modulo gestorio allautofinanziamento, cio a garantire una remunerazione stabile e duratura dellimpresa come soggetto operante sul mercato Attivit economica: quella che ha la capacit di sostenersi remunerando i fattori produttivi cos da porsi come soggetto in grado di restare in modo efficiente sul mercato e non quella che si limita ad erogare ricchezza
Avv. Antonio Fiorentino Martino 24
La commercialit (3)
In definitiva, la commercialit dellattivit presuppone leconomicit e quindi lattitudine del modulo gestorio allautofinanziamento, cio alla remunerazione dei fattori produttivi Il problema quello di concretizzare la nozione di economicit: se costantemente i ricavi di unattivit superano i costi siamo sempre di fronte ad unattivit commerciale? Ogni manifestazione del volontariato in utile ma ci dipende dal fatto che non ci sono costi (tutti operano gratuitamente per la manifestazione) Per verificare se lattivit economica in grado di autofinaziarsi si devono valutare tutti i costi, non solo quelli effettivi ma anche quelli occorrenti Non impresa quella che sopravvive perch qualcuno sopperisce alla sua incapacit di remunerare i fattori produttivi
Avv. Antonio Fiorentino Martino 25
La commercialit: in sintesi
La nozione di commercialit legata alla economicit, non alla corrispettivit Nelleconomicit rileva il modulo gestorio come attitudine allautofinanziamento che include tutti i costi necessari Rilevanza dellapporto gratuito di forze lavoro e mezzi
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No applicazione per enti ecclesiastici che sono persone giuridiche e per associazioni sportive dilettantistiche.
Avv. Antonio Fiorentino Martino 29
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Sono compresi i redditi ovunque prodotti (principio di tassazione del reddito mondiale). Non rileva la destinazione assegnata al reddito (irrilevanza del fine)
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Le prestazioni di servizi
Non si considerano attivit commerciali le prestazioni di servizi non rientranti nellart. 2195 c.c. rese: In assenza di specifica organizzazione In conformit alle finalit istituzionali dellente; Dietro corrispettivi non eccedenti i costi di diretta imputazione. Ex: associazione con scopi ricreativi che organizza festa e fa pagare ai partecipanti quota esclusivamente comprensiva del costo dellaffitto delle sale, del cibo e delle altre spese direttamente imputabili allorganizzazione dellevento, e lo faccia senza specifica organizzazione
Avv. Antonio Fiorentino Martino 34
La contabilit separata
Art. 144 TUIR: Per l'attivit commerciale esercitata gli enti non commerciali hanno l'obbligo di tenere la contabilit separata. Comma 6: Gli enti soggetti alle disposizioni in materia di contabilit pubblica sono esonerati dall'obbligo di tenere la contabilit separata qualora siano osservate le modalit previste per la contabilit pubblica obbligatoria tenuta a norma di legge dagli stessi enti.
Avv. Antonio Fiorentino Martino 37
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Redditi di capitale
In virt dellart. 2, comma 1, lett. c), e dellart. 11, comma 1, D.Lgs. 1 aprile 1996, n. 239, gli enti non commerciali sono soggetti ad imposta sostitutiva delle imposte sui redditi (12,5 %) ovvero a ritenuta a titolo dimposta (27 %) per gli interessi, i premi e gli altri frutti delle obbligazioni e dei titoli. Dal 1 gennaio 2012, la ritenuta del 20%
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Redditi di impresa
La natura non commerciale di un soggetto non implica, di per s, la natura non commerciale della specifica attivit svolta (Cass. n. 22598 del 20 ottobre 2006). Gli enti non commerciali possono quindi svolgere anche unattivit di impresa e, cos, produrre reddito dimpresa. Non per in maniera prevalente. Limitatamente alle attivit commerciali esercitate, ai sensi dellart. 20 del D.P.R. n. 600/73, tornano applicabili gli articoli del medesimo D.P.R. dedicati alle scritture contabili obbligatorie delle imprese commerciali Per lattivit commerciale esercitata gli enti non commerciali hanno lobbligo di tenere la contabilit separata
Avv. Antonio Fiorentino Martino 41
Regime forfetario per gli enti non commerciali, art. 145 TUIR
Per effetto dellart. 145 TUIR, gli enti non commerciali ammessi alla contabilit semplificata ai sensi dellarticolo 18 del D.P.R. n. 600/73, possono optare per la determinazione forfetaria del reddito dimpresa Ci pu quindi accadere solo per gli enti che abbiano ricavi entro Euro 309.874,14 (se prestazioni di servizi) o Euro 516.456,90 (se altre attivit) A questo fine prevista lapplicazione, allammontare dei ricavi conseguiti nellesercizio di attivit commerciali, di coefficienti di redditivit (diversi a seconda che si tratti di prestazione di servizi o altre attivit) secondo classi di appartenenza (per volume di ricavi). Va poi aggiunto lammontare delle plusvalenze, delle sopravvenienze attive, dei dividendi e dei proventi patrimoniali
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b) altre attivit:
1) fino a lire 50.000.000 [euro 25.822,84], coefficiente 10 per cento; 2) da lire 50.000.001 [euro 25.822,8] a lire 1.000.000.000 [euro 516.456,90], coefficiente 15 per cento.
Avv. Antonio Fiorentino Martino 43
B. I dividendi
Ai sensi dellart. 4, lett. q) del D.Lgs. 12 dicembre 2003, n. 344, gli utili percepiti, anche nellesercizio di impresa, dagli enti n.c. sono esclusi dalla formazione del reddito per il 95% del loro ammontare. Sullammontare imponibile degli utili, in qualunque forma corrisposti, le societ operano, con obbligo di rivalsa, una ritenuta del 12,50 per cento a titolo di acconto (adesso, ritenuta del 20%).
Avv. Antonio Fiorentino Martino 45
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Ulteriori agevolazioni
Comma 3: associazioni politiche, sindacali di categoria, religiose, assistenziali, culturali, sportive dilettantistiche, di promozione sociale e di formazione extra-scolastica della persona
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una disciplina uniforme del rapporto associativo ispirato alla democraticit della partecipazione (non si applica alle associazioni religiose riconosciute), ed inoltre escludendo espressamente la temporaneit della partecipazione; lintrasmissibilit della quota o contributo associativo, ad eccezione dei trasferimenti a causa di morte; lobbligo di devolvere il patrimonio dellente, in caso di suo scioglimento, ad altra associazione con finalit analoghe; leleggibilit libera degli organi amministrativi, il principio del voto singolo e la sovranit dellassemblea dei soci, associati o partecipanti nonch i criteri di loro ammissione ed esclusione (non si applica alle associazioni religiose riconosciute).
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Modello EAS
Ai sensi dellart. 30 (Controlli sui circoli privati) del D.L. 29 novembre 2008, n. 185 (conv. L. 28 gennaio 2009, n. 2), i corrispettivi, le quote e i contributi di cui allart. 148 del Tuir, e allarticolo 4 del D.P.R. n. 633/72 non sono imponibili a condizione che:
gli enti associativi siano in possesso dei requisiti previsti dalla normativa tributaria; trasmettano per via telematica allAgenzia delle entrate i dati e le notizie rilevanti ai fini fiscali mediante un apposito modello (cd. Modello EAS, cfr. Provv. 2 settembre 2009 e Provvedimento 14 settembre 2009).
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espressa
sono esclusi
le associazioni pro-loco, che hanno optato per il regime forfetario previsto dalla legge n. 398/1991; le associazioni e societ sportive dilettantistiche, iscritte nel registro del CONI, che non svolgono alcuna attivit di tipo commerciale (e, pertanto, non applicano alcun regime tributario agevolato); le associazioni e organizzazioni di volontariato iscritte nei registri regionali, di cui allart. 6, L. n. 266/1991 che svolgono attivit commerciali rientranti in quelle marginali, di cui al D.M. 25 maggio 1995 e che assumono la qualifica di ONLUS di diritto, ai sensi del comma 8, dellart. 10, D.Lgs. n. 460/1997.
Avv. Antonio Fiorentino Martino 65
per
assenza
dei
Per assenza dei presupposti, restano esclusi dallobbligo di presentare il modello: gli enti che non hanno natura associativa (come le fondazioni) e che non beneficiano delle disposizioni tributarie agevolate, di cui agli articoli 148 del T.U.I.R. e 4, D.P.R. n. 633/1972; gli enti di diritto pubblico; gli enti che applicano una disciplina fiscale specifica e che non si avvalgono delle agevolazioni richiamate dagli artt. 148 del T.U.I.R. e 4 del D.P.R. n. 633/1972 (come i fondi pensione); gli enti associativi commerciali, in quanto mai destinatari di alcuna disciplina tributaria agevolativa.
Avv. Antonio Fiorentino Martino 66
Sono poi escluse le ONLUS di diritto (co. 8, dellart. 10, D.Lgs. n. 460/1997), quali le organizzazioni non governative (ONG) riconosciute, di cui alla legge 26/02/1987 n. 49 e le cooperative sociali, di cui alla legge 8 novembre 1991 n. 381, nonch le organizzazioni di volontariato, che non svolgono attivit commerciali al di fuori di quelle marginali, di cui alla legge 11 agosto 1991, n. 266. Sono invece obbligate alla presentazione del modello EAS, ancorch in versione semplificata (compilando solo taluni punti), le cd. ONLUS parziali, di cui co. 9, dellart. 10, D.Lgs. n. 460/1997 (enti ecclesiastici e associazioni di promozione sociale), sempre che siano qualificabili come enti associativi e fruiscano delle agevolazioni tributarie di cui agli artt. 148 del T.U.I.R. e 4 del D.P.R. n. 633/1972.
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Per gli enti non commerciali laliquota del 3,9%; Per gli enti pubblici dell8,50% relativamente al valore prodotto nellesercizio di attivit non commerciali e del 3,9 per quello di eventuali attivit commerciali esercitate. Inoltre, mentre negli enti non commerciali il metodo retributivo applicato per competenza, negli enti pubblici applicato per cassa.
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Le attivit commerciali sono quelle considerate tali ai fini delle imposte sui redditi
Avv. Antonio Fiorentino Martino 72
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Organizzazioni di Volontariato
L. n. 266/1991: per attivit di volontariato si intende lattivit prestata in modo personale, spontaneo e gratuito, tramite lorganizzazione di cui il volontario fa parte senza fini di lucro, anche indiretto, ed esclusivamente per fini di solidariet; Lattivit del volontario non pu essere retribuita in alcun modo nemmeno dal beneficiario. Al volontario possono essere rimborsate dallorganizzazione di appartenenza soltanto le spese effettivamente sostenute per lattivit prestata entro limiti preventivamente stabiliti dalle stesse organizzazioni.
Avv. Antonio Fiorentino Martino 80
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Non devono quindi essere documentate con scontrini o ricevute; Non comportano obbligo di dichiarazione Tuttavia, gli acquisti soggetti a Iva non possono essere detratti
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IL REGIME ONLUS
Il regime fiscale Onlus nasce come regime speciale soggettivamente delimitato, ossia riferito a particolari soggetti individuati dallart.10, comma 1, d.lgs. n.460/97; Non occorrono i requisiti dellart. 73, comma 1, lett. c) TUIR (no indagine su oggetto esclusivo o principale dellente, e quindi sulla commercialit dellattivit) Non si applica lart. 149 TUIR sulle condizioni per la perdita della qualifica Si tratta di unautonoma e distinta categoria di enti, rilevante solo ai fini fiscali (Circ. n.168/E del 26 giugno 1998) Prescinde dalla previa qualificazione come ente non commerciale
Avv. Antonio Fiorentino Martino 89
I soggetti
I tratti caratterizzanti tale figura sono, in negativo, integrati dallespressa esclusione di taluni soggetti (art.10, comma 10):
societ commerciali, diverse da quelle cooperative; enti pubblici; fondazioni bancarie; partiti e movimenti politici; organizzazioni sindacali; associazioni di datori di lavoro e le associazioni di categoria.
Per tutti questi, lesclusione ope legis, indipendente cio da ogni valutazione, altrimenti prescritta, circa i fini perseguiti ed il settore di intervento.
Avv. Antonio Fiorentino Martino 90
I soggetti (2)
In via interpretativa, erano stati esclusi gli enti non residenti (cfr. Cir. n.168/E del 26 giugno 1998). Questa posizione stata per corretta, nel senso che oggi non esiste una preclusione a priori per gli enti residenti allestero: se ricorrono tutti i requisiti prescritti, anche questi sono quindi ammessi a beneficiare del regime agevolativo (Circ. n. 24/E del 26 giugno 2006).
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I soggetti (3)
In positivo, con la previsione espressa di una serie di figure soggettive, civilisticamente tipizzate, quali le:
associazioni; comitati fondazioni; societ cooperative.
per prevista una formula ampia di chiusura, tale da rendere lelencazione meramente esemplificativa. Sono, infatti, Onlus anche altri enti di carattere privato, con o senza personalit giuridica.
Avv. Antonio Fiorentino Martino 92
I soggetti (4)
Lelenco evidenzia la trasversalit della figura Onlus rispetto ai modelli civilistici. Accanto a figure tipicamente connotate da finalit solidaristiche (come le fondazioni), abbiamo soggetti che, di contro, non presentano tale profilo (come le cooperative, connotate dal fine mutualistico che, seppur non lucrativo, rimane un fine egoistico).
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Le ONLUS di diritto
Le ONLUS di diritto: Non devono adeguare i propri statuti alle clausole dellart. 10 del D.lgs. n. 460/97; Non devono usare la dicitura ONLUS; Non devono effettuare la comunicazione allanagrafe unica (Circ. n. 168/E del 26 giugno 1998 e Circ. n. 22/E del 22 gennaio 1999). Sono: Enti di volontariato di cui alla L. 266/1991; ONG di cui alla L 49/1997; Cooperative Sociali e Consorzi formati al 100% da cooperative sociali
Avv. Antonio Fiorentino Martino 94
Le ONLUS parziali
Si tratta di enti considerati ONLUS limitatamente allesercizio delle attivit elencate (enti ecclesiastici delle confessioni religiose; le associazioni di promozione sociale) A condizione che, per tali attivit, siano tenute separatamente le scritture contabili di cui allart. 20-bis del D.P.R. n. 600/73.
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Svolgimento dellattivit in settori tassativamente individuati Esclusivo perseguimento di finalit di solidariet sociale Divieto di svolgere attivit diverse Divieto di distribuire utili ed avanzi di gestione Obbligo di destinazione degli utili e degli avanzi di gestione Obbligo di devolvere il patrimonio residuo ad altre ONLUS Obbligo di redigere il bilancio o rendiconto annuale Democraticit e trasparenza nellassetto interno organizzativo Impiego della denominazione ONLUS
Tutti i predetti elementi debbono essere indicati espressamente negli statuti o atti costitutivi, redatti nella forma dellatto pubblico o della scrittura privata autenticata o registrata
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in
settori
in
settori
tutela e valorizzazione della natura e dellambiente, con esclusione dellattivit, esercitata abitualmente, di raccolta e riciclaggio dei rifiuti urbani, speciali e pericolosi di cui allarticolo 7 del decreto legislativo 5 febbraio 1997, n. 22; promozione della cultura e dellarte; tutela dei diritti civili; ricerca scientifica di particolare interesse sociale svolta direttamente da fondazioni o da esse affidata ad universit, enti di ricerca ed altre fondazioni, che la svolgono direttamente, in ambiti e con modalit definite con apposito regolamento (cfr. D.P.R. 20 marzo 2003, n. 135, con cui stata operata la definizione degli ambiti e delle modalit di svolgimento dell'attivit di ricerca scientifica, di particolare interesse sociale, da parte di fondazioni senza fini di lucro).
Avv. Antonio Fiorentino Martino 98
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componenti collettivit estere, limitatamente agli aiuti umanitari (profughi); a soci, associati o partecipanti ma solo se si trovano in condizioni di svantaggio.
Avv. Antonio Fiorentino Martino 102
Con Circ. n. 168/E del 26 giugno 1998 stato precisato che la condizione di svantaggio intende cogliere persone che versano in condizioni di obiettivo disagio, come nel caso di disabili fisici o psichici, tossicodipendenti, alcolisti, indigenti, anziani non autosufficienti ecc.
Esempio: Le associazioni dei consumatori in quanto operano indistintamente per la tutela dei diritti di tutti i consumatori, non sono riconoscibili come ONLUS (Ris. n. 81/E del 17 giugno 2005)
Avv. Antonio Fiorentino Martino 103
Per lA.F. ai fini della qualifica di persone svantaggiate rilevante in ogni caso anche la condizione economica del soggetto (Circ. n. 48/E del 18 novembre 2004 e Ris. n. 75/E del 21 maggio 2001). La Cassazione (Cass. n. 24883 del 9 ottobre 2008) ha per affermato che, ai sensi della disciplina Onlus, sintendono perseguite finalit di solidariet sociale quando le cessioni di beni e le prestazioni di servizi sono dirette ad arrecare benefici a persone svantaggiate in ragione di condizioni fisiche, psichiche, economiche, sociali o familiari. La situazione di svantaggio economico del beneficiario, quindi, soltanto una tra quelle previste dal legislatore in via alternativa. Non lunica.
Avv. Antonio Fiorentino Martino 104
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Le attivit connesse non devono essere prevalenti rispetto a quelle istituzionali I proventi delle attivit connesse non debbono superare il 66% delle spese complessive della ONLUS in ciascun esercizio e nellambito di ciascuno dei settori elencati.
Avv. Antonio Fiorentino Martino 106
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diverse:
La detenzione di partecipazioni in societ di capitali consentita alle ONLUS, a condizione che il possesso di titoli o quote di partecipazione in soggetti societari si sostanzi (in ragione dellentit della partecipazione e del ruolo effettivamente svolto nella partecipata) in una gestione statico-conservativa del patrimonio. Se la ONLUS, mediante la partecipazione, assume funzioni di coordinamento e direzione della societ partecipata, esercitando uninfluenza dominante ed incidendo sulle scelte operative degli organi della societ stessa, si configura lo svolgimento di una attivit commerciale non consentita alle ONLUS. preclusa alle ONLUS, pena la perdita della qualifica, la possibilit di detenere partecipazioni in societ che consentano unattivit di gestione della partecipata. Non assume rilevanza il fatto che loggetto della societ partecipata sia lo svolgimento di attivit analoghe a quelle istituzionali dellONLUS
Avv. Antonio Fiorentino Martino 109
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Altri obblighi
Obbligo di redigere il bilancio o rendiconto annuale Democraticit e trasparenza nellassetto interno organizzativo
Deve essere assicurata una regolamentazione uniforme del rapporto e delle modalit associative, tale da garantire leffettivit del rapporto medesimo. Non pu essere prevista la temporaneit della partecipazione alla vita associativa. Va assicurato il diritto di voto a tutti i partecipanti maggiorenni per lapprovazione e la modificazione dello statuto e dei regolamenti, nonch per la nomina degli organi direttivi. Tale previsione non si applica alle fondazioni n agli enti riconosciuti dalle confessioni religiose
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Lesito del controllo, condotto dalla Direzione regionale, essenziale per liscrizione nellanagrafe. Decorsi 40 giorni, la Direzione notifica allente lesito del controllo e lavvenuta iscrizione ovvero il diniego. Opera del caso il silenzio assenso
Avv. Antonio Fiorentino Martino 122
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ONLUS e IVA
Diversamente da quanto previsto per le imposte sui redditi, qui non viene operata una riqualificazione fiscale dellattivit Rimangono validi i presupposti ordinari Le previsioni introdotte per le ONLUS modificano solo taluni profili specifici di disciplina, peraltro prevedendo in massima parte lapplicazione del regime di esenzione che, notoriamente, non agevolativo
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Sono poi escluse le ONLUS di diritto (co. 8, dellart. 10, D.Lgs. n. 460/1997), quali le organizzazioni non governative (ONG) riconosciute, di cui alla legge 26/02/1987 n. 49 e le cooperative sociali, di cui alla legge 8 novembre 1991 n. 381, nonch le organizzazioni di volontariato, che non svolgono attivit commerciali al di fuori di quelle marginali, di cui alla legge 11 agosto 1991, n. 266. Sono invece obbligate alla presentazione del modello EAS, ancorch in versione semplificata (compilando solo taluni punti), le cd. ONLUS parziali, di cui co. 9, dellart. 10, D.Lgs. n. 460/1997 (enti ecclesiastici e associazioni di promozione sociale), sempre che siano qualificabili come enti associativi e fruiscano delle agevolazioni tributarie di cui agli artt. 148 del T.U.I.R. e 4 del D.P.R. n. 633/1972.
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