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21/09/13

APPUNTI SULLA STRUTTURA DEL PROCESSO INQUISITORIO

APPUNTI SULLA STRUTTURA DEL PROCESSO INQUISITORIO (breve sintesi parziale da G. Alessi, Processo penale (diritto intermedio), inEnciclopedia del diritto, vol. XXXVI, Milano 1987, pp. 360-401).

Il modello del processo inquisitorio linquisitio haereticae pravitatisecclesiastica, una procedura processuale formalizzata in seguito allesplosione delleresia catara in Linguadoca ed Aquitania. Al concilio di Tours (1163) papa Alessandro III istitu la prima legislazione universale (valida cio per tutti i cristiani) in materia. Nel 1215 Innocenzo III fiss poi il meccanismo inquisitorio in modo quasi definitivo, perfezionando notevolmente il dettato conciliare di cinquantanni prima. Fra le caratteristiche principali dellinquisitio haereticae pravitatis si contano liniziativa dufficio del giudice, basata sul presupposto della fama del reo e la sua sottrazione alla giurisdizione episcopale nelle diocesi: venne infatti affidata agli ordini monastici (francescani e domenicani) e coordinata su ambiti territoriali pi vasti delle diocesi. Per linquisitio sistituirono regole eccezionali per lepoca, quali il divieto di rivelare allinquisito i nomi dei testimoni e la possibilit di somministrare la tortura e di comminare la pena capitale, sebbene mitigabile ad arbitrio del giudice. Si vede gi in questultima caratteristica il carattere genetico di paterna correzione dellinquisito che pervade la giustizia inquisitoriale ecclesiastica e che innerver anche il modello inquisitorio penale. A fine 200 nasce il processo romano-canonico vero e proprio, dalla saldatura fra lordine processuale del diritto romano, la procedura inquisitoriale ecclesiastica qui brevemente accennata e le varie tipologie di giustizia penale diffuse ell Europa continentale. Il processo inquisitorio divenne di fatto quello utilizzato per tutti i delitti penali gravi e fu adottato dalla legislazione dei Comuni italiani, passando cos successivamente anche in quella degli stati regionali italiani nati dalla dissoluzione dei comuni e dallavvento delle signorie. Il prestigio delle universit italiane e la grande opera di diffusione che i giuristi italiani a partire da Irnerio svolsero nei confronti del diritto romano acceler fra le altre cose anche ladozione del processo romano-canonico nel resto dellEuropa continentale. La struttura del procedimento inquisitorio prevede le seguenti fasi: 1) denunzia o cattiva fama dellinquisendo, detto anche reo 2) istruttoria del giudice, decisa da lui, ma svolta dai suoi subalterni, ossia i birri ed il loro capo, il bargello o cavaliere del podest. In essa si accumulano prove di vario genere e di crescente rilevanza a carico del sospetto: dagli adminicula (prove minori), agli indizi, ai testi e aidocumenta, ossia le prove scritte. La gerarchia delle prove prevede al proprio vertice la confessione del reo, seguita da due testimonianze dirette (cio solo oculari o auditive) e concordi (cio o entrambe relative allo stesso fatto o entrambe derivanti dalla stessa modalit di scoperta da parte del teste). Le prove scritte rivestono un peso limitato a fronte della parola del reo e dei testi, ritenuta lo specchio rivelatore delle loro anime. Seguono poi gli indizi e gli adminicula. Esiste anche il notorio, ossia la piena evidenza fattuale di un reato, ma, per quanto risolutivo nel caso che si verifichi, una possibilit pi che altro teorica. 3) Pubblicazione del processo: alle parti venivano concesse a pagamento copie delle deposizioni, omettendo per spesso il nome dei testi (dipendeva dalla procedura seguita dal singolo tribunale e lo prevedevano anche molti statuti cittadini, italiani e no). 4) Difesa dellaccusato, o meglio dellinquisito, con presentazione di prove a difesa (per lo pi testimoni, ma anche indizi e documenti scritti) in grado di controbattere le tesi del giudice e presentazione di eccezioni o nel merito del contenuto dellistruttoria o della sua modalit di svolgimento oppure riguardo alla credibilit del giudice o alla sua competenza a giudicare quel reato. 5) Ripetizione delle testimonianze di fronte allaccusato: una fase raccomandata teoricamente da tutte le Practicae criminali, ma di fatto non prese piede e in et moderna venne ignorata, vista la dilatazione dei tempi che lonnipresenza della scrittura imponeva alla procedura
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inquisitoria. La troviamo concretamente sostituita dal giuramento dei testimoni prima diniziare la loro deposizione e dal loro giuramento verbalizzato dal notaio davanti al reo riguardo alla veridicit della loro testimonianza. Solo da questo momento in poi - e non in tutti i tribunali, giacch anche qui dipendeva dalle singole prassi delle magistrature giudicanti limputato aveva diritto ad un difensore, che non era per paragonabile allavvocato dei giorni nostri. Si trattava normalmente di una persona con uninfarinatura giuridica, per lo pi non un giurista ma un notaio, ampiamente al corrente della prassi giudiziaria locale. Un giurista addottorato non si sarebbe mai fatto carico di un ruolo percepito allepoca come assai poco prestigioso, se comparato alla formazione di cui un dottore in legge disponeva. 6) Emanazione della sentenza, che era sempre scritta, ma assai difficilmente motivata, salvo che per diversi grandi tribunali di stato e solo dal tardo 500 in avanti. Lassenza di motivazione mirava a garantire la brevit e la concisione della sentenza ed a tutelarla da eventuali appelli, con conseguente perdita di autorevolezza per il tribunale giudicante. Tuttavia, essa recideva i legami fra il processo e le norme cui esso sispirava, fomentando proprio il pericolo che intendeva evitare, ossia il ricorso in appello. Per inciso, va notato come la dialettica di appelli e ricorsi e la gerarchia di corti giudicanti che ne deriv nei vari stati costitu uno dei grandi nodi di sviluppo giudiziario fra et medioevale e moderna in Europa. Il modello-base del processo inquisitorio penale fu il Tractatus de maleficiisdi Alberto da Gandino, elaborato fra 1287 e 1301. I caratteri distintivi del processo inquisitorio sono: a) listruttoria segreta e offensiva (ossia tutta tesa ad accumulare prove a carico) b) limportanza attribuita alla confessione del reo come risolutiva per il processo c) la predeterminazione del valore giudiziario delle prove d) il largo impiego della scrittura Tutti questi caratteri vennero recepiti dalle grande leggi penali emanate dallimperatore, nonch da re e principi fra 500 e 600, dalla Constitutio criminalis carolina emanata da Carlo V nel 1532, sino allOrdonnance criminelle di Luigi XIV (1670). Quanto alla tortura, essa non fu esclusiva del processo inquisitorio, poich anche il processo accusatorio lutilizz; tuttavia fu allinterno della logica procedurale inquisitoria che essa trov ampio spazio (sia nellistruttoria che nella difesa) e giustificazione. Ci non significa che la tortura o quaestiovenisse impiegata indiscriminatamente, giacch, consci della possibilit che questo strumento distorcesse la verit dei fatti, i giuristi elaborarono un sistema di tutele che ne regolamentava limpiego: la tortura non poteva giungere a mettere in pericolo la vita del reo ed in teoria non avrebbe dovuto nemmeno arrecare invalidit permanenti, potendo essere inflitta solo in presenza di un medico e del giudice; verano inoltre specifiche categorie sociali esonerate da essa (es.: le donne incinte) o alle quali doveva essere somministrata con particolare cautela. Al di l delleffettiva applicazione delle tutele giuridiche in merito alla legittimit del suo uso, va detto che se la tortura continu ad essere utilizzata in modo pi o meno ampio, ci dipese dal sistema di predeterminazione delle prove e dai forti vincoli che esso imponeva allaccettabilit delle stesse. Vale a dire che prima ancora di essere posta in connessione con le altre, una prova doveva essere valutata dal giudice e solo se veniva ritenuta da lui congruente con determinati criteri di accettabilit, poteva esser ammessa. I criteri di ammissibilit erano molto rigidi e privilegiavano in genere la prova testimoniale (per quanto riguarda questultima, uno degli standard pi noti e richiesti era appunto la necessit di testimonianze concordi). La rigidit dei criteri di accettabilit di tutte le prove fin col provocare il rischio dellinsufficienza delle stesse. Fu dunque per ovviare a questo rischio che la tortura continu ad essere impiegata con successo nel processo inquisitorio.

Laura Turchi

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