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Visibilita Perche non si possa accusare Calvino di razionalismo solo perche si oppone vigorosamente allirrazionalismo, ecco una lezione dedicata alla immaginazione, alla creativita che trasforma i concetti e le sensazioni dellartista in forme visibili. Piu precisamente, nella letteratura la parola evoca, quasi proietta come nel cinema ( e infatti Calvino parla di cinema mentale) immagini visive. Anche qui, pero, tutto viene tradotti in chiave di concretezza, direi di materialita, tanto che Calvino arriva addirittura a citare gli Esercizi spirituali di Ignazio di Loyola ricordando che lo stesso santo spagnolo prescrive di inserire la meditazione in una rappresentazione mentale del concreto luogo fisico in cui si vuole situare la persona o levento oggetto della meditazione stessa. Vorrei qui aggiungere che non si tratta certo di una peculiarita del solo Ignazio di Loyola. Basti pensare al fatto che tutta la straordinaria arte che per secoli ha caratterizzato la cultura del Cattolicesimo romano e che lo distingue spesso radicalmente da altre correnti religiose, anche nellambito del Cristianesimo si puo definire con un concetto che oserei definire di spiritualita visibile, tipica di una religione per la quale il pericolo dellantropomorfismo (per alcuni addiruttura quello della idolatria) viene ritenuto meno minaccioso di quello di unastrazione che priverebbe il singolo fedele di un riferimento, un aggancio concreto, sensibile, corporeo visibile, appunto alla sfera spirituale. Molto interessante, in questa lezione sulla visibilita e la riflessione di Calvino sul rapporto fra parola e immagine, e soprattutto la sua osservazione secondo cui nel mondo contemporaneo il problema della priorita della immagine visualeo dellespressione verbale (...) inclina decisamente dalla parte dellimmagine visuale 1 Calvino si sofferma sulla possibilita di pensare per immagini, ma nello stesso tempo constata con preoccupazione come il bombardamento di immagini cui oggi veniamo ininterrottamente sottoposti (attraverso la televisione) ci sovraccarichi, ci ottunda, ci seppellisca sotto un deposito di spazzatura. 2 Credo che sia molto difficile, a quasi 20 anni di distanza, negare la realta di questa preoccupante prevalenza dell immagine sulla parola. Ma in Calvino non troviamo certo una preoccupazione iconoclasta, quanto piuttosto il timore di una visibilita indiscriminata e quindi disordinata, insensata, volgare. Magistrale e invine la chiusa di questa lezione, laddove Calvino supera l a dicotomia immagine/parola ricordando che la grandezza della letteratura consiste nella miracolosa capacita di trasformare le visioni polimorfe degli occhi e dellanima in pagine di segni allineati fitti fitti come granelli di sabbia . 3

4. Visibilit (Passaggi scelti) C un verso di Dante nel Purgatorio (XVII, 25) che dice Poi piovve dentro a lalta fantasia. La mia conferenza di stasera partir da questa constatazione: la fantasia un posto dove ci piove dentro. [p. 92] Occorre definire cos limaginazione, cosa che Dante fa in due terzine (XVII, 13 -18).
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p. 97. p. 103. 3 , p. 110.

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O immaginazione, che hai il potere dimporti alle nostre facolt e alla nostra volont e di rapirci in un mondo interiore strappandoci al mondo esterno, tanto che anche se suonassero mille trombe non ce ne accorgeremmo, da dove provengono i essaggi visivi che tu ricevi, quando essi non sono formati da sensazioni depositate nella memoria? [p. 92] Possiamo distinguere due tipi di processi immaginativi: quello che parte dalla parola e arriva all immagine visiva e quello che parte dallimmagine visiva e arriva allespressione verbale. Il primo proceso quello che avviene normalmente nella lettura. [p. 93] Torniamo alla problematica letteraria, e chiediamoci come si forma limmaginario dunepoca in cui la letteratura non si richiama pi a unautorit o a una tradizione come sua origine o come suo fine, ma punta sulla novit, loriginalit, linvenzione. Mi pare che in questa situazione il problema della priorit dellimmagine visuale o dellespressione verbale (che un po come il problema delluovo e della gallina) inclini decisamente dalla parte dellimmagine visuale. Da dove piovono le immagini nella fantasia? Gli scrittori pi vicini a noi stabiliscono collegamenti con emittenti terrene, c ome linconscio individuale o collettivo, il tempo ritrovato nelle sensazioni che riaffiorano dal tempo perduto, le epifanie o concentrazioni dellessere in un singolo punto o istante. [p. 97] Quando ho cominciato a scrivere storie fantastiche non mi ponev o ancora problemi teorici; lunica cosa di cui ero sicuro era che allorigine dogni mio racconto cera unimmagine visuale. Dunque nellideazione di un racconto la prima cosa che mi viene alla mente unimmagine che per qualche ragione mi si presenta come carica di significato, anche se non saprei formulare questo significato in termini discorsivi o concettuali. Appena limmagine diventata abbastanza netta nella mia mente, mi metto a svilupparla in una storia, o meglio, sono le immagini stesse che sviluppano le loro potenzialit implicite, il racconto che esse portano dentro di s. Attorno a ogni immagine ne nascono delle altre, si forma un campo di analogie, di simmetrie, di contrapposizioni. Nellorganizzazione di questo materiale che non pi solo visivo ma anche concettuale, interviene a questo punto anche una mia intenzione nellordinare e dare un senso allo sviluppo della storia Nello stesso tempo la scrittura, la resa verbale, assume sempre pi importanza; direi che dal momento in cui comincio a mettere nero su bianco, la parola scritta che conta: prima come ricerca di un equivalente dellimmagine visiva, poi come sviluppo coerente dellimpostazione stilistica iniziale, e a poco a poco resta padrona del campo. [Escribir texto]

[pp. 99-100] le soluzioni visive continuano a essere determinanti la nostra immaginazione non pu essere che antropomorfa [p. 101] Ma c unaltra definizione in cui mi riconosco pienamente ed limmaginazione come repertorio del potenziale, dellipoteticodi ci che non n stato n forse sar ma che avrebbe potuto essere. [p. 102] Mi resta da chiarire la parte che in questo golfo fantastico ha limmaginario indiretto, ossia le immagini che ci vengono fornite dalla cultura, sia essa cultura di massa o altra forma di tradizione. Questa domanda ne porta con s unaltra: quale sar il futuro dellimmaginazione individuale in quella che si usa chiamare la civilt dellimmagine? Una volta la memoria visiva dun individuo era limitata al patrimonio delle sue esperienze dirette e a un ridotto repertorio dimmagini riflesse dalla cultura. Oggi siamo bombardati da una tale quantit dimmagini da non saper pi distinguere lesperienza diretta da ci che abbiamo visto per pochi secondi alla televisione. La memoria ricoperta da strat i di frantumi dimmagini come un deposito di spazzatura, dove sempre pi difficile che una figura tra le tante riesca ad acquistare rilievo. Se ho incluso la Visibilit nel mio elenco di valori da salvare per avvertire del pericolo che stiamo correndo di perdere una facolt umana fondamentale: il potere di mettere a fuoco visioni a occhi chiusi, di far scaturire colori e forme dallallineamento di caratteri alfabetici neri su una pagina bianca, di pensare per immagini. [p. 103] Diciamo che diversi elementi concorrono a formare la parte visuale dellimmaginazione letteraria: losservazione diretta del mondo reale, la trasfigurazione fantasmatica e onirica, il ondo figurativo trasmesso dalla cultura ai suoi vari livelli, e un processo dastrazione, condensazione e interiorizzazione dellesperienza sensibile, dimportanza decisiva tanto nella visualizzazione quanto nella verbalizzazione del pensiero. [p. 106] Sar possibile la letteratura fatastica nel Duemila, in una crescente inflazione dimmagini prefabbr icate? Le vie che vediamo aperte fin da ora possono essere due. 1) Riciclare le immagini usate in un nuovo contesto che ne cambi il significato [Escribir texto]

2) Oppure fare il vuoto per ripartire da zero. [p. 107] La fantasia dellartista un mondo di potenzialit che nessuna opera riuscir a mettere in atto; quello di cui facciamo esperienza vivendo un altro modno, che corrisponde ad altre forme dordine e di disordine; gli strati di parole che saccumulano sulle pagine come gli strati di colore sulla tela sono u n altro mondo ancora, anchesso infinito, ma pi governabile, meno refrattario a una forma. Il rapporto tra i tre mondi quellindefinibile di cui parlava Balzac: o meglio, noi lo diremmo indecidibile, come il paradosso dun insieme infinito che contiene altri insiemi infiniti. [p. 109] Comunque, tutte le realt e le fantasie possono prendere forma solo attraverso la scrittura, nella quale esteriorit e interiorit, mondo e io, esperienz e fantasia appaiono composte della stessa materia verbale; le visioni polimorfe degli occhi e dellanima si trovano contenute in righe uniformi di caratteri minuscoli o maiuscoli, di punti, di virgole, di parentesi; pagine di segni allineati fitti fitti come granelli di sabbia rappresentano lo spettacolo variopinto del mondo in una superficie sempre uguale e sempre diversa, come le dune spinte dal vento del deserto. [p. 110]

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