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Emiliano Biaggio - Pt zastvka: eska Republika

EMILIANO BIAGGIO

Pti zastvka: esk Republika

Emiliano Biaggio - Pt zastvka: eska Republika

EMILIANO BIAGGIO

Pt zastvka: eska Republika


(prossima fermata: Repubblica Ceca)

Finito di stampare il 3 settembre 2008

Emiliano Biaggio - Pt zastvka: eska Republika

Presentazione
Pt zastvka:... Con queste parole in Repubblica Ceca autobus, filobus e tram annunciano quale sar il prossimo punto in cui il mezzo arrester la propria corsa; quale sar, cio, la prossima fermata. Pt zastvka: eska Republika (Prossima fermata: Repubblica Ceca) una di quelle. Vale a dire una sosta nel tragitto di un uomo attraverso il mondo, o almeno, una parte di esso. Un momento per visitare luoghi mai visti prima e, soprattutto, fermarsi a raccontare le impressioni suscitate da ci che si visto. Pt zastvka: eska Republika, quindi, pi che un diario di viaggio il ricordo di questo posteriori, una volta concluso. Una ricostruzione operata attraverso i ricordi e le esperienze vissute una volta tornati a casa, a distanza di mesi e anche di anni. La prima parte di questo scritto infatti rievocata un anno dopo il primo viaggio, quando cio ci si rec a Brno e solo di sfuggita a Praga. La rievocazione forse meno dettagliata e meno particolareggiata di quella della seconda parte, proprio perch rivissuta dopo un periodo di tempo abbastanza lungo. Ma forse la ricostruzione che, asciugata da descrizioni che potrebbero distogliere lattenzione di chi legge, meglio racchiude le impressioni prodotte da ci che si visto. La seconda parte invece la parte pi fresca, realizzata nei mesi immediatamente successivi il rientro. E vero che il secondo viaggio in Repubblica Ceca ha avuto durata maggiore, ma anche vero che i ricordi sono nitidi, e quindi pi minuziosi, proprio perch rievocati a distanza di poco tempo. Alla fine, quindi, emergono due resoconti diversi, che raccontano in modo differente i luoghi visitati. Due versioni per altrettanti momenti distanti un anno luno dallaltro, nel corso del quale si ha avuto modo di tracciare una rotta e ritornare, almeno in parte, sui propri passi e su quelli dei propri compagni di viaggio. Pt zastvka: eska Republika infatti il risultato di visite ad amici lontani, che con la loro ospitalit e le loro spiegazioni sulla storia e la cultura della Repubblica Ceca, hanno contribuito, e non poco, alla stesura di questo libro. In queste pagine, nel raccontare le impressioni di viaggio, vogliono guardare alle diverse realt di un Paese che vive una fase di cambiamento: ci non sarebbe stato possibile senza le testimonianze raccolte, che hanno permesso di svelare gli

Emiliano Biaggio - Pt zastvka: eska Republika aspetti forse meno noti di una citt e, in piccolo, di una nazione intera. Per quanto attiene a questo obiettivo le due parti finiscono con il completarsi a vicenda: la seconda infatti racchiude quelle spiegazioni mancanti nella prima, rendendo pi efficace e incisiva la descrizione e il racconto, nel tentativo, si spera raggiunto, di fornire una visione dinsieme pi completa. Infine due parole sul titolo: perch scegliere di intitolare lopera in ceco? Perch, come detto, le parole dello speaker dei mezzi pubblici del Paese sono forse la prima espressione linguistica locale con cui il visitatore si confronta, e con le quali continua a confrontarsi ogni volta che mette piede su un mezzo pubblico. E trattandosi pur sempre di un resoconto di viaggio, lintenzione stata quella di metterlo in risalto in modo pi immediato e, perch no?, pi originale. Con lauspicio di continuare lungo un tragitto ancora lontano dal capolinea e con altre fermate intermedie dove scendere: come sovente accade, per un mezzo da cui si scende ce n immediatamente un altro su cui salire per proseguire nel proprio percorso. Fino alla prossima fermata.

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Brno, ovvero primo viaggio in Repubblica Ceca

La Repubblica Ceca un punto di passaggio, uno Stato tra Stati che collega l'est con l'ovest d'Europa. A met strada tra Baltico e Mediterraneo, parla alloccidente in inglese e tedesco pur conservando la propria natura slava che la lega a est. L'Europa, da sempre, passa di qua. Non a caso la Repubblica Ceca terra di antichi elettori imperiali, sovrani, guerrieri, armate straniere, battaglie e occupazioni. Questa giovane nazione di antica tradizione tappa obbligata per chi vuole raggiungere il resto del continente: pi che una frontiera, un corridoio. E un punto di transito per migliaia di viaggiatori. Uomini di diversi popoli di diverse appartenenze attraversano da secoli questi luoghi: non risulta per nulla strano, dunque, ritrovarsi qui, anche se dopo essere passati per la vicina e una volta unita Slovacchia. Del resto ogni luogo impone i suoi ritmi, i suoi costumi, i suoi stili. E le sue distanze. E per raggiungere Brno pi conveniente atterrare a Bratislava e poi recarsi nella citt morava con il treno. Vengo svegliato da Lucilla: l'aereo ha iniziato la fase di atterraggio e nel giro di pochi minuti si potr mettere piede a terra. Lucilla stata conosciuta in Olanda, nel corso dell'Erasmus: praticamente una persona incontrata per strada, una compagnia di viaggio con cui si continua a condividere viaggi. Vicino a lei siede Enza, sua zia, anch'ella di passaggio nei Paesi Bassi all'epoca del nostro soggiorno olandese. Per essere un aeroporto internazionale il terminal di Bratislava veramente piccolo: impossibile soltanto pensare a fare un paragone con scali ben pi grandi come Heatrow o Fiumicino. A terra ci aspetta Petr, colui che ci ospiter per questi giorni. Anche lui incontrato in Erasmus. E contento di rivederci. Ci conduce alla stazione del treno dopo averci fatto salire su un autobus; fuori gi buio e si vede poco, in pi sono preso a parlare con una persona che non vedo da tempo e quel poco di Bratislava che sfreccia fuori dai finestrini non riesco a coglierla. Per quello che si vede di sfuggita la citt non desta una particolare impressione, ma del resto viaggiamo per le zone periferiche. Quartieri-dormitori con palazzoni tipici dellurbanistica sovietica ricordano il recente passato dal quale uscito il Paese, mentre strutture nuove di

Emiliano Biaggio - Pt zastvka: eska Republika discutibile gusto con insegne luminose di note case automobilistiche e sportive indicano il futuro verso cui la giovane repubblica proiettata. In un paesaggio a tratti desolato spicca il grande centro commerciale appena realizzato, monumento in vetro-cemento alla nuova societ dei consumi. Non abbiamo il tempo per vedere la citt, quindi chiedo a Petr com. Non un granch, mi dice. Niente a che vedere con Brno. Bratislava una citt nuova, ha un piccolo centro storico con un castello su una collinetta. Veramente, credimi, non vale la pena visitarla, altrimenti vi ci avrei portato. Conosco Petr quel tanto che basta per capire che dice la verit. E un ceco orgoglioso della sua terra e fiero della sua nazione, ma non un fanatico. Se ci dice che non c niente da vedere a Bratislava lo dice con sincerit, e non per nascondere chiss quale rivalit con i connazionali di un tempo. Anzi, quando gli chiedo se dalla divisione della vecchia Cecoslovacchia rimasto qualche motivo di astio mi dice di no. E stata una scelta dei governi, non dei popoli. La decisione stata accettata come se niente fosse, perch per la gente era indifferente vivere in un unico stato o in due separati. Per certi versi- mi spiega- eravamo gi separati: sui nostri passaporti era specificato se eravamo cechi o slovacchi, pur appartenendo alla Cecoslovacchia. Sai com: una parte del Paese era ricca, laltra pi povera e quella ricca non voleva pagare per quella povera. Cos i politici hanno deciso per la separazione, ma non cera n odio n rivalit. Noi abbiamo accettato la decisione, anche se non tutti lhanno capita. La zia di Lucilla non parla inglese, cos a turno io e la nipote le dobbiamo tradurre quello che ci diciamo e, ovviamente, le facciamo da interprete ogniqualvolta ha qualcosa da dire a Petr. Enza vuole sapere da Petr com il Paese adesso: la zia di Lucilla stata a Praga quando il mondo era ancora diviso in due blocchi, e quindi adesso curiosa di vedere come sia cambiata la citt, e con essa lintera nazione. Arriviamo alla stazione ferroviaria, dove prendiamo il nostro treno che da Bratislava ci conduce a Brno, citt dove risiede Petr. Ad accoglierci troviamo Michael, amico di Petr gi conosciuto in Olanda quando fece visita all'amico adesso comune. Da buon ceco ci offre da bere, e non c che limbarazzo della scelta: dalla semplice Staropramen, birra tipica ceca di Praga, alla Slivovica, grappa ricavata dalle prugne, fino alla Staroren, vodka molto diffusa in Repubblica Ceca e probabilmente nella zona dellest. Il viaggio in treno piacevole. Di tanto in tanto passano agenti della polizia ferroviaria a controllare biglietti e documenti. Qui i treni sono per lo pi internazionali, ci ricorda. Attraversano due, tre Stati, e oltrepassano altrettanti confini. E' normale che ci siano agenti di diverse nazionalit che controllano. Qui, n quelli

Emiliano Biaggio - Pt zastvka: eska Republika slovacchi n quelli cechi sembrano comunque far caso al nostro arsenale alcoolico in bella vista. Da noi puoi bere dappertutto, mi dice Michael. Qui bevono tutti. Siamo cechi, mi ricorda con un tono tra il fiero e lironico. Manu, ricordi?, mi fa Petr. I cechi sono il primo popolo al mondo per consumo pro capite di birra. Compresi vecchi e bambini. Come dire, dopo lhockey su ghiaccio bere birra lo sport nazionale. Lucilla vorrebbe unirsi a noi, ma la presenza della zia la trattiene. Quando finalmente Enza si addormenta, Lucilla prende la bottiglia. Arriviamo a Brno alle 10 di sera, con freddo e stanchezza che si fanno sentire: lasciamo la zia di Lucilla nel suo albergo e scarichiamo i nostri bagagli nellappartamento di Petr, quindi ci facciamo un breve giro by night per la citt prima di raggiungere il pub dove ci facciamo le nostre birre. E usanza dei cechi consumare almeno tre birre delle loro dimensioni standard da un boccale, e noi adottiamo subito gli usi e costumi del popolo locale, anche se fatichiamo ad assumere i ritmi della gente del posto: la velocit con cui i cechi mandano gi le loro birre tale che mentre noi siamo alla fine del primo boccale gli amici di Petr sono gi all'inizio del terzo. Adesso si pu capire del perch i cechi siano i maggiori bevitori di birra al mondo. Intorno, nella penombra del locale dalle luci tenui, un continuo via vai di camerieri con boccali pieni. L'interno un'unica nuvola di fumo: qui ancora permesso fumare nei luoghi pubblici, l'Unione Europea e le sue disposizioni sono ancora lontane. Michael, in ricordo di quando ci incontrammo per la prima volta e per rendere omaggio alla nostra presenza, confeziona una sigaretta speciale con la quale ci salutiamo. E' solo l'inizio, e tutto iniziato per il meglio. ******

La mattina ci alziamo di buon ora per iniziare il tour per Brno. Lappartamento che Petr divide con altri tre ragazzi grande e luminoso. Ci sono due camere dove sono stati sistemati i letti: nella prima questi sono addossati in fondo alla parete, mentre sul muro di fronte c un vecchio pianoforte; agli altri lati della stanza da una parte c una grande finestra da cui il vano prende tutta la sua luminosit, mentre dallaltra c un tavolino con due poltrone. Nella stanza attigua, quella dove sono sistemato, oltre ai due letti ci sono anche due scrivanie e delle librerie. Usciti dalla stanza c il corridoio. A destra si va nella camera da letto col pianoforte, a sinistra si va in cucina. Prima della cucina ci sono i bagni. In Repubblica Ceca infatti il bagno diviso in due: da

Emiliano Biaggio - Pt zastvka: eska Republika una parte un piccolo stanzino con il water, dall'altra la stanza con il lavabo, la vasca da bagno e in genere la lavatrice. In cucina ci ritroviamo per fare colazione: trovo di tutto, dai korn flakes al pane imburrato fino al salame a fette. Chiedo a Petr qual la tipica colazione ceca. Non c una colazione tipica, mi spiega. In Repubblica Ceca abbiamo diversi modi per fare colazione, ma nessuno nostro. Abbiamo ripreso un po' dagli altri Paesi. Certo non abbiamo il vostro caff ma quello ce lavete solo voi. In Repubblica ceca il caff viene preso disciogliendo la polvere della bevanda in acqua calda, si gira con il cucchiaino per lasciare in sospensione i granelli e quindi si beve lasciando il deposito rimasto sul fondo della tazzina. Frequentando italiani il nostro amico dispone di due moka e ci possiamo prendere del caff italiano, nel rispetto della colazione non tipica servita a tavola. Una volta pronti scendiamo in strada: arriviamo a Piazza della Libert, punto attorno a cui ruota il centro storico di Brno. Appena rammodernata, in questa piazza una volta si teneva il mercato. Oggi si pu vedere un colonna che sorregge una statua allegoria della libert, e un palazzo molto particolare con quattro giganti nellatto di sorreggere il peso delledificio. Dalla piazza si dipanano le strade della citt, tutte piene di negozi. Una volta qui cera il mercato, adesso c larea shopping, mi dice Petr mentre passiamo davanti alle vetrine di H&M. Petr non un comunista n un nostalgico, ma si capisce che il modo in cui sta cambiando il suo Paese non lo convince. Passiamo davanti ad una farmacia che rimasta identica a comera alla fine dellottocento. Chiediamo il permesso di scattare qualche foto, ma ci dicono che possiamo farle solo dallesterno. Le vetrate sono di tutti i colori, con disegni ricavati dalla suddivisione del vetro in tanti tasselli colorati. Allinterno della farmacia ci sono le vecchie bilance e i contenitori originali dellepoca. Anche il bancone in legno lo stesso di un secolo fa. All'esterno profumi di spezie e un forte aroma di cipolla si respirano per le vie brulicanti di uomini e donne di ogni et. Odori gradevoli e pungenti, mai persistenti. Tra un aroma e una vetrina arriviamo laddove Petr ci sta conducendo, vale a dire al cambio. La Repubblica Ceca ancora non entrata nell'area Schengen e conserva la sua valuta, la corona ceca. Per cambiare il nostro denaro Petr ci consiglia di rivolgerci a dei compratori di valuta che acquistano e vendono denaro senza far pagare la commissione che invece si pagherebbe in banca o nelle agenzie di cambio. In questo modo ci dice potere ottenere un cambio pi favorevole: potete cambiare per 1:33 anzich l'1:30 delle banche. Chiedo a Petr se si tratta di una sorta di borsa nera, ma lui mi spiega che legale. Enza preferisce ritirare dal bancomat della banca, mentre io accetto il cambio favorevole che mi ha proposto Petr. Dopo aver ottenuto la moneta locale proseguiamo per il nostro tour e ci arrampichiamo per la collina Petrov, dove sorge la cattedrale di San Pietro

Emiliano Biaggio - Pt zastvka: eska Republika e Paolo. La collina domina la citt, e si pu vedere il panorama di una Brno che risulta essere pi moderna e pi industriale di come ci si potesse immaginare. Brno la seconda citt della Repubblica Ceca per abitanti e per importanza, ci spiega Petr. E un polo economico importante: dopo Praga, la vita economica del Paese qui. Qui ci sono le industrie, meccaniche e automobilistiche per lo pi, e Brno attira molti investimenti, soprattutto esteri. Diverse multinazionali straniere sono a Brno. Una la Siemens, solo per fare un esempio. Poi c il motogp, gli ricordo. Si, ma sono cose che a noi interessano poco. Lo sai che lo sport nazionale lhockey. Le moto attirano per lo pi curiosi e turisti. E portano soldi, questo s, ma il gran premio viene una volta l'anno. La cattedrale imponente, come tutte le strutture gotiche. Fuori c un Cristo tutto dorato, mentre allinterno vetrate coloratissime e pitture di ogni genere ricordano come la chiesa, oltre ad essere luogo di culto, sempre unopera darte. Pur essendo gotica, la cattedrale allinterno inondata da decorazioni barocche: leggendo alla parete la breve storia della struttura scopriamo che stata pi volte rifatta nel tempo. Usciti dalla cattedrale discendiamo la collina, e Petr ci fa fare sosta per un caff in bar chiamato La dolcevita, omaggio a Fellini. Non ha nulla di italiano, se non il nome e i poster dei film di Fellini attaccati alle pareti. Per questo Petr ci ha portato qui. Sa benissimo che non vogliamo avere a che fare con lItalia e con posti italiani quando siamo allestero. Il caff infatti, ahi noi, quello ceco, lungo e acquoso. Ce ne torniamo a valle e ci fermiamo a mangiare in locale tipico che offre birra artigianale fatta in casa. Petr mi consiglia il gulash: non un piatto tipico ceco, anzi viene dallUngheria, ma mi dice che molto popolare. La carne di manzo immersa in una salsa scura speziata, e un pane che ricorda quello in cassetta aiuta a pulire il piatto dalla salsa rimasta. La Pegas la birra della casa, nel senso che prodotta nel medesimo locale. Molto buona. Consumato il pasto riprendiamo il nostro cammino: resta da vedere lo Spilberg, vecchio castello dei re cechi e bastione di difesa successivamente trasformato in prigione dagli Asburgo. E qui che stato rinchiuso Silvio Pellico, mi rivela Lucilla. Non lavrei mai detto. Nemmeno io. Quando Petr me lha detto non ci credevo. Quindi Le mie prigioni le ha scritte da qui? Si. Ma cera solo Pellico?

Emiliano Biaggio - Pt zastvka: eska Republika No, cerano altri italiani. Lo Spilberg diventato un carcere dove gli austriaci rinchiudevano tutti i detenuti politici. I carbonari erano tutti nemici degli austriaci ed erano sovversivi. Ce ne sono finiti tanti di italiani qui. E poi? E poi basta. Quando se ne sono andati gli austriaci ha perso la sua funzione di prigione. Credo che durante la seconda guerra mondiale, o forse la prima, stata usata come prigione, ma adesso un museo. Da quello che mi dice Lucilla capisco che lei qui c gi stata, e ha voluto portarci me e sua zia. La posizione offre unaltra vista dallalto di Brno, fatta di guglie rosse e fili neri, quelli dei tram e dei filobus che attraversano la citt. Lasciamo lo Spilberg e torniamo verso casa, passando davanti allaccademia di musica. Andiamo tutti a prenderci una birra in un locale non distante da casa di Petr dove suonano dal vivo. Il locale sottoterra, composto di due stanze, la prima con la pedana su cui si suona e una piccola pista per ballare e zompettare, e una seconda dove ci sono il bancone e i tavoli. Ci raggiunge uno dei coinquilini di Petr, Irka, che nel giro di mezzora si tracanna due boccali di birra. Ci dice di studiare lettere, e di seguire in particolare studi europei. Dettaglio di non poco conto, poich questo fa s che sappia un po di latino. Grazie alle poche conoscenze di questa lingua una volta morta, questo tipo curioso riesce a conversare con la zia Lucilla, sorpresa forse pi di noi di vedere un ceco parlare la lingua della Roma antica. Non crediamo alle nostre orecchie: una lingua vecchia di millenni e oggigiorno usata solo negli ambienti vaticani torna ad essere dominio del popolo, o almeno di una piccolissima parte di esso. Ma le sorprese non sono ancora finite. Chiss come Enza si ricorda qual il mestiere che vorrei fare e ha deciso di regalarmi una penna, peraltro molto elegante. Un bel gesto, venuto da uno dei tanti viaggiatori che un individuo pu incontrare lungo il proprio cammino di vita. La notte si inoltra a ritmo della musica che proviene dallaltra stanza, si sta facendo tardi. O presto, a seconda dei punti di vista. Mentre finiamo di consumare il nostro ultimo giro di ordinazioni cerco di farmi spiegare da Irka qualcosa della loro lingua per me cos strana, mentre Petr, Lucilla e sua zia decidono il da farsi per il giorno nuovo sempre pi prossimo. Petr vorrebbe mostrarci la regione della Moravia, ma noi lo convinciamo a portarci a Praga. ****** Per andare prendiamo il treno dalla stazione centrale. Il viaggio, come spesso accade, lo spendo

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Emiliano Biaggio - Pt zastvka: eska Republika dormendo, cos il paesaggio fuori dal finestrino non lo vedo. Il treno ci lascia a Holeovice, una delle due stazioni ferroviarie internazionali di Praga assieme a quella centrale. Leccitazione alle stelle, alla fine siamo a Praga. Mandiamo un messaggino a Marianna per farle sapere che siamo l dove anche lei avrebbe dovuto essere se questioni universitarie non le avessero impedito di partire. DallItalia la risposta non tarda ad arrivare: Marianna si dice dispiaciuta per non essere qui con noi, promettendo di unirsi a noi la prossima volta. Prendiamo la metropolitana, che contrariamente a quanto si pensa in Italia risulta pi nuova delle nostre, e scendiamo alla fermata Muzeum. Quando usciamo in superficie, il colpo docchio notevole: un grande edificio neoclassico la sede del museo nazionale - sulla sinistra e unimmensa via piuttosto larga circondata da palazzi che si estende in tutta la sua lunghezza sulla destra. E piazza San Venceslao, il luogo in cui, mi spiega Petr, si concentrano tutte le dimostrazioni di piazza. Qui i cechi hanno manifestato contro i sovietici in occasione della primavera di Praga. Ed qui che Jan Palach si dato fuoco? Si. C un monumento proprio l dietro. Da qui non si vede, ma se vai da quella parte lo vedrai. Piazza San Venceslao pi che una piazza una strada che dal museo nazionale scende gi verso il centro della citt vecchia, e sorprende come tutti la considerino una piazza. E particolare, con i palazzi in stile liberty di diverse tinte che formano un mosaico vivace e colorato. La piazza immensa e spaziosa, con due strade che la percorrono lateralmente e uno spazio centrale per le aiuole e le panchine. Ai lati della strada, negozi di ogni tipo soprattutto di abbigliamenti ricordano al visitatore che ormai anche la Repubblica Ceca appartiene a quella che una volta era la parte occidentale di un mondo diviso in due blocchi. Com cambiata, esclama a bocca aperta la zia di Lucilla. Quando sono venuta io non era cos, non cerano tutti questi negozi. E incredibile come una citt possa cambiare cos in poco tempo. Percorriamo una delle due vie laterali che lambiscono la piazza, mischiandoci alla folla e allodore di salsicce cotte alla piastra e aglio che proviene dai chioschetti disseminati per la via. La zia di Lucilla entra in un negozio, ha visto qualcosa che ha catturato la sua attenzione e probabilmente far acquisti. Lucilla la accompagna, e Petr la segue per sincerarsi che le commesse allinterno sappiano linglese. Subito dopo Petr nuovamente fuori, si vede che le due donne se la possono sbrigare da sole. Adesso che ti sei laureato cosa farai? Ancora non lo so. Per il momento torner a Bristol, con Lucilla. Staremo l per un po, giusto

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Emiliano Biaggio - Pt zastvka: eska Republika il tempo di stabilire cosa fare. Ma per laltra met dellesame di laurea? Devi tornare a dare lesame? Si, dovr tornare, e questo complica un po le cose. Ma ok. E anche per via della seconda met della laurea che non abbiamo ancora deciso nulla. Ma avete intenzione di tornare qui in Repubblica Ceca oppure pensate di trasferirvi allestero? Stiamo decidendo anche questo. Lucilla mi ha detto che non vuole rimanere in Italia e a me lidea da andare da qualche parte in Europa non dispiace affatto. Ad ogni modo vedremo. In Repubblica Ceca il sistema universitario segue altre regole rispetto al nostro: per laurearsi bisogna sostenere un esame generale riepilogativo di tutti gli anni del corso di laurea, con tutte le materie del corso e dellindirizzo. Petr ha superato quello di storia, ma non quello di geografia, cos ha solo met laurea e un rientro forzato a Brno. Ma al di l di questa seccatura, ci che turba il mio amico il non poter fare progetti: si vede che non ha ancora nulla di definito, e in questo Lucilla gioca un ruolo di non poco conto. E il non poter predisporre il futuro getta Petr in uno stato dansia e insofferenza palpabile. Del resto da quando lho conosciuto non c cosa che gli ho visto fare che non fosse studiata e pianificata al dettaglio. Lucilla e la zia tornano trionfanti con una busta tra le mani: hanno trovato ci che stavano cercando. Riprendiamo il nostro cammino e ci immettiamo nella stradina che da Piazza San Venceslao conduce a Piazza della citt vecchia. Attraversiamo la piazza del mercato, dove a banchi di frutta e verdura si alternano stand con prodotti tipici in vetro e legno, ma la mia attenzione viene catturata da una statua di Charlie Chaplin che si trova in una vetrina posta sopra una porta, poco pi avanti. La rassomiglianza notevole, e scopro che si tratta del museo delle cere di Praga. La strada si restringe quasi a diventare un vicoletto, ed affollatissimo. Turisti, per lo pi. Si riconoscono dalle diverse lingue: spagnolo, qualcuno che parla inglese, e gli immancabili italiani. Intorno negozietti di souvenir, messi l per attirare i visitatori. Anche la piazza gremita, essendo uno dei punti di maggior affluenza dei turisti. Al centro domina il monumento a Jan Hus, teologo e riformatore religioso scomunicato e condannato al rogo dalla Chiesa;sullo sfondo un palazzo barocco che ospita il ministero per le politiche agricole, mentre sulla nostra destra un altro palazzo barocco nasconde la facciata della chiesa di Santa Maria di Tn, che spunta dal nulla e sovrasta ledificio con i suoi campanili e le sue guglie gotiche. Limmagine suggerisce un paesaggio da fiaba, e ben richiama alla mente lepoca dei re e dei cavalieri. Rimaniamo per un po a camminare per la piazza invasa dai vacanzieri di tutta Europa,

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Emiliano Biaggio - Pt zastvka: eska Republika quindi ci avviamo verso il palazzo reale che si trova sulla collina. Per farlo attraversiamo il celebre Karlv Most, ponte Carlo. La struttura unica e innegabilmente affascinante: realizzato interamente in pietra, su entrambi i lati ospita statue di santi e cavalieri, forse re. I primi con in mano delle croci, i secondi delle spade. Insomma, i segni del potere e dellautorit temporale da una parte, e quelli del potere spirituale dallaltra. Il ponte invaso da turisti, che si fermano ad ammirare il Vltava e la citt dal ponte. E ogni bancarella disseminata lungo tutto il ponte. Si tratta di stand di prodotti artigianali: orecchini, bracciali, collane e fermagli realizzati con le tecniche pi disparate, ma tutti fatti a mano. Non manca poi chi vende quadri e dipinti realizzati con le diverse tecniche. Petr mi spiega che i venditori disseminati lungo il ponte sono i cos detti artisti, quelli che una volta vivevano sullisolotto alla fine del ponte lisoletta di Kampa - e realizzavano questi prodotti per mantenersi. Oggi questi artisti hanno lasciato lisolotto, dove le case si sono rivalutate e per comprarle occorrono molti pi soldi, ma continuano a vendere ai turisti di passaggio i lavori realizzati. Le statue sono maestose ed imponenti, e il clima di festa e di rilassatezza che si respira sul ponte con la gente che compera, chiacchiera, scatta foto e si affaccia al parapetto per ammirare il panorama non tiene conto della monumentalit dellopera. Alla fine del ponte Petr mi dice di buttare locchio sulla sinistra: l si ammira lisoletta di Kampa una volta patria degli artisti e della loro creativit. Piccola, essenziale, con una piazza delimitata da palazzetti dalle graziose mansarde e gli alberi a garantire ombra e fresco allo spiazzo. Oltre la piazzetta si intravede del verde: sono i giardini pubblici, il parco della Kampa. Abbandonato il ponte ci rechiamo a piedi verso quella che una volta era la sede dei re e che oggi divenuta la residenza del presidente della Repubblica. Quando chiedo a Petr se ci stiamo recando da Vaclav Klaus mi dice Si. Ma per favore, non nominarlo. E evidente, da queste poche parole, che il mio amico non apprezza lattuale classe dirigente del Paese. Ma questo lo sapevo gi, gli ho posto la domanda solo per provocarlo. Arriviamo sulla cima del colle, dove si gode della vista panoramica che offre laltura. La vedi quella ciminiera laggi? mi chiede Petr indicando qualcosa in lontananza. Mmmm...No. Dove? L! Ah, si. Ora la vedo. Che cos?. E lo stabilimento della Staropramen. Adesso sai dove noi cechi produciamo la nostra birra. O almeno, una delle tante. Quella invece la Torre Eiffel, mi dice Lucilla indicando una costruzione in ferro battuto

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Emiliano Biaggio - Pt zastvka: eska Republika sulla destra, che ricorda vagamente lopera simbolo di Parigi. La chiamano cos perch ricorda la torre Eiffel. Ci si arriva con una funicolare, oppure a piedi facendo una bella passeggiata. Io e Petr ci siamo stati lultima volta che sono venuta. Lasciamo ciminiere, birrifici, torri Eiffel e panorama e ci addentriamo nella reggia presidenziale. Attraversando un primo edificio passando per un arco ricavato nello stesso palazzo ci troviamo in una piazzetta dove si staglia la cattedrale di San Vito, imponente opera architettonica gotica nonch la pi grande chiesa della citt. Lingresso si paga. Non molto, ma lidea di dare soldi al clero per varcare le soglie di una chiesa mi infastidisce. Anche Lucilla contrariata, e rimane allesterno. Entra solo sua zia, che esce dopo pochi minuti. Che bella. Non potete capire. Infatti non capiamo come si possa chiedere soldi per vedere linterno di una basilica. Ma da chi vendette le indulgenze non c da meravigliarsi. Non prestiamo attenzione a quello che dice Enza, e non per una forma di scortesia, ma per un forma di protesta nei confronti di chi ci chiede denaro per passare attraverso una porta. Procediamo oltre, girando attorno alla basilica, lasciando sulla destra gli alloggi presidenziali. Sul retro della cattedrale c la via degli alchimisti, ma anche l vengono richiesti soldi per potervi accedere e noi proseguiamo a girare attorno alla chiesa. Dalla parte destra di San Vito, di fronte alla fiancata della basilica, c un edificio che si affaccia su un cortile interrato rispetto a dove stiamo camminando. Petr mi indica una finestra: la vedi quella finestra? Si. E quella della famosa defenestrazione. Quale delle due? Quella da cui scoppi la guerra dei trentanni?. S, proprio quella. Siamo al cospetto della storia, che resta viva e tangibile a distanza di quasi quattro secoli. Facciamo le ultime foto e andiamo via. Enza propone di andare a vedere lorto botanico, che si trova a valle. Prendiamo il tram che ci porta verso la nostra destinazione, ma una volta giunti laddove voleva portarci la zia di Lucilla scopriamo che lorto botanico non apre prima dellarrivo della primavera, e la giacca a vento e i guanti che indossiamo ci ricordano che la bella stagione ancora lontana. Torniamo in centro alla ricerca di un posto dove fermarci, riscaldarci e ristorarci. Lo troviamo dopo aver girato tra il freddo sempre pi pungente. Linsegna su strada, ma il locale allinterno di una piccolo cortile condominiale. Il posto grazioso, ma a noi non interessa, non siamo venuti qui per ragioni estetiche. Petr ci chiede se vogliamo qualche birra ceca, ma quando il cameriere ci lascia il men e scopriamo che nel listino contemplato anche il

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Emiliano Biaggio - Pt zastvka: eska Republika vin brul, lordinazione viene automatica ed la stessa per tutti. O quasi: Enza opta per un t. E pomeriggio inoltrato, si sta facendo sempre pi buio e freddo: ora di andare. Per arrivare alla stazione della metropolitana Petr ci fa fare un giro turistico della citt a bordo di un tram. Guardo la citt scorrere lungo il tracciato ferrato, ma sono immagini che non mi suggeriscono nulla. La citt mi estranea, loscurit inizia ad avvolgerla e la stanchezza comincia a farsi sentire. Vedo Praga tagliata in due dal fiume, con le case che si specchiano sullacqua e le luci della citt che si riflettono sulla superficie del Vltava. La visione spettacolare, ma forse lo solo ai miei occhi di straniero. Probabilmente i cechi sono abituati alla bellezza di certe immagini e non vi prestano pi una cos particolare attenzione. A bordo della carrozza gente di tutte le et: alcuni mangiano, altri leggono, altri ancora ascoltano musica o parlano al cellulare. Una giovane ragazza sfoggia una capigliatura color fucsia e mi chiedo se fino a qualche tempo fa fosse consentito girare cos. La gente, sia pur con un passato e una storia diversi dai nostri, appare la stessa che si incontra sulla metropolitana e sugli autobus di Roma quando arriva il momento di tornare a casa. Alla fine, ci che ci divide e ci rende diversi sono la lingua e la cultura cose di non poco conto, ci mancherebbe ma a parte questo i ritmi di vita e le abitudini iniziano ad essere gli stessi. Anche i comportamenti. Forse le persone che ci circondano hanno solo un pizzico di educazione in pi. Lo si capisce da come fanno le loro cose senza arrecare disturbo o fastidio agli altri: chi parla al telefono non rende partecipe gli altri della propria conversazione, chi mangia non abbandona sui seggiolini l'incartamento del panino, chi legge non lascia il giornale sul tram. Ma forse sono gli ultimi rimasugli di un comunismo che nella sua discutibilit ha lasciato un senso di patrimonio comune e un senso civico che probabilmente col tempo anche i Cechi impareranno a dimenticare. Il viaggio in metropolitana serve solo per constatare una volta di pi lefficienza dei mezzi pubblici cechi, o almeno di quelli urbani. La rete ferroviaria sotterranea supera quella della capitale di casa nostra, battuta anche per numero di linee. Mi pare che lItalia sia lontana anni luce da qui. I politici non fanno altro che citare Francia e Germania come modelli da prendere come esempio, ma anche la Repubblica Ceca ne avrebbe di cose da insegnare, se solo si volesse prestare una maggiore attenzione. Arriviamo a destinazione, in periferia, dove ci aspetta la zia di Petr che ci ospiter per la notte. Si esce dalla metropolitana e ci si ritrova sul ciglio di una strada dove sfrecciano macchine a tutta velocit. Lingresso della fermata si trova sotto un cavalcavia dove altre autovetture passano rombanti e senza sosta. Facendo pochi passi sulla nostra destra si arriva ad un grande piazzale

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Emiliano Biaggio - Pt zastvka: eska Republika dove automobili di ogni tipo e colore riposano in attesa di riprendere a contribuire alleffetto serra: il maxi parcheggio delliper moderno centro commerciale che richiama centinaia e centinaia di praghesi. Tra questi c anche la zia di Petr, arrivata per degli acquisti che molto probabilmente hanno a che fare con il nostro pernottamento a casa sua. Lo shopping centre come tutti i centri commerciali: tre piani di negozi in una struttura cemento e vetro dove lostentazione deve essere sempre in bella mostra. Si, la faccia, o la facciata, della Repubblica Ceca indubbiamente unaltra rispetto a pochi anni fa. E le macchine nuove lasciate allesterno lo testimoniano. Leconomia pianificata ha ceduto il passo a quella di mercato, cos come la societ dei beni comuni ha dovuto fare posto a quella dei beni di consumo. E costose Mercedes e Bmw nuove di zecca hanno rimpiazzato del tutto le vecchie Skoda e le antiquate Trabant. Saliamo su una Skoda, di quelle nuove, perch i cechi, nonostante la voglia di appartenere ad un mondo fino a poco tempo fa proibito, conservano comunque un forte spirito nazionale. La strada scivola via su una stanchezza che corre pi di ogni automobile. Solo Petr conversa, anche perch sua zia parla solo il ceco e quindi ogni tentativo di dialogo vano senza la presenza di Petr. Anche sua zia, nel suo piccolo, testimone del cambiamento avvenuto nella giovane Repubblica indipendente. Mia zia non parla inglese, ma sapete com, fino a poco tempo fa nessuno parlava inglese qui da noi. A scuola si studiava il russo, o al massimo il tedesco, ci spiega Petr. Ecco allora la nuova e la vecchia Repubblica Ceca, una a fianco allaltra. La prima, quella di Petr, quella dellinglese obbligatorio a scuola e nelle universit, lontana dal Cremlino e prossima allentrata nellarea Schengen; la seconda, quella della zia, cirillica e filorussa affacciata sulla piazza Rossa, che non pu acclamare Havel e Dubcek ma che deve osannare Breznev. La zia di Petr rimane colpita da me, o meglio, dal mio nome. Emanuele non nome tipico ceco, ma il nome di un personaggio di una serie di disegni animati molto popolare qui in Repubblica Ceca, Motyl Emanuel. E la storia di una farfalla e della sua amata fanciulla. Ma una serie dellEuropa dellest che noi non conosciamo. La zia di Petr comunque sostiene che io sia la prima persona che conosce ad avere il nome del loro noto personaggio danimazione. Ne prendo atto, ma devo riconoscere di non sapere di cosa la donna stia parlando: purtroppo ormai in Repubblica Ceca tutti conoscono i Simpson, Futurama e South park, mentre noi a malapena sappiamo chi Eisenstein. Del resto il colonizzatore impone sempre il proprio modello allo sconfitto. Siamo arrivati a Beroun, piccola citt fuori Praga. Ma pi che altro siamo arrivati a casa della zia di Petr. La casa, un piccolo e grazioso appartamento, ricavato dal sottotetto delledificio da

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Emiliano Biaggio - Pt zastvka: eska Republika poco ristrutturato. Lappartamento ha un piccolo ingresso, attorno a cui ruotano i bagni. Sulla destra un corridoio, dove si apre una camera per gli ospiti nella quale scopro dormir Enza. Alla fine del corridoio si arriva nel salone-cucina-verandina: sulla destra c infatti la cucina e la zona pranzo, mentre sulla destra, rimediata dalla chiusura a vetri di un balcone, c una veranda con lettini e piante di ogni tipo che dinverno chiusa ma che con la bella stagione si apre e diventa solarium. Le due zone sono divise dal salone, riempito con un grande divano a elle che scopro essere il mio giaciglio per la notte. Alle spalle del divano, tra limbocco del piccolo corridoio che porta ai bagni e la verandina, una scala porta ad un soppalco dove collocata sicuramente una camera da letto. Non la vedo, ma Lucilla mi dice che lei e Petr dormiranno l: cos'altro ci sia sopra le scale rimane un mistero. Per la casa girano liberamente i due cani della zia di Petr, due animali di taglia piccola simpatici e festosi. Doccia, cena e qualche chiacchiera: la serata viene spesa cos prima di coricarsi per seppellire sotto il sonno la fatica accumulata nel giorno appena finito. ****** La mattina allinsegna dellimbarazzo e del disagio. Al mio risveglio tutti gli altri sono ognuno nella propria stanza, chi ancora a consumare gli ultimi istanti di riposo, chi intento a prepararsi. Essendo al centro della casa mi imbatto inevitabilmente nella zia di Petr, con la quale non posso comunicare. E strano trovarsi a che fare con una persona che ti accoglie, ti ospita, ti prepara la colazione e non scambiare con questa neanche una parola. Il disagio resta nonostante, per forza di cose, iniziamo a comunicare con gesti tornando cos alle forme di interazione sociale dei primordi. Lei non sembra farci troppo caso, ma per me la situazione incresciosa e imbarazzante. Peccato comunque non aver modo di poter dialogare con chi, con tanta gentilezza e ospitalit, mi ha fatto sentire a casa. Lucilla scende le scale, Enza arriva poco pi tardi. Petr ci raggiunge per ultimo. Adesso la casa viva del tutto. Scattiamo le ultime foto prima di uscire per la nostra ultima giornata a Praga. La zia di Petr ci accompagner alla fermata della metropolitana, non prima di averci mostrato il posto in cui vive. Casa sua proprio dietro la piazza principale della citt. Per accedervi passiamo sotto larco di una torre in pietra. Ci spiegano che questa torre ci che resta dellantica cinta muraria di difesa dellantica citt. Risale al periodo medievale, ed quanto di pi antico pu offrire al visitatore di passaggio questa cittadina. La piazza immensa, e non a caso vi si tiene il mercato. Al centro della piazza c un monumento, attorno al quale si sviluppa larea verde, fatta di prato e panchine, che contribuisce a ritagliare il bordo percorribile dello spiazzo. Percorriamo la piazza e arriviamo

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Emiliano Biaggio - Pt zastvka: eska Republika alla fine di essa; in fondo una strada immette su un ponticello in pietra e legno che ci porta dietro la piazza, a ridosso della riva del fiume che bagna la cittadina. Petr mi dice che pochi anni fa il fiume straripato arrivando ad allagare lintera piazza principale. La zia di Lucilla ci porta in un negozietto che vende a buon prezzo oggetti di inizio novecento, con gli immancabili cimeli del periodo comunista. Ormai di Marx e Lenin non rimasto altro che qualche effige da vendere ai turisti: chiss se era questo che intendevano per esportazione del socialismo nel mondo... Torniamo verso lauto. La zia di Petr entra in negozio che ha tutta laria di essere una merceria, e ne esce con una piccola toppa su cui disegnato un omino con le ali: la farfalla Emanuele di cui parlavano, e la zia di Petr me la regala. Ancora una volta, dopo il gesto di Enza, ricevo una nuova inattesa sorpresa di questo viaggio, da una persona mai vista prima e chiss se mai si rivedr. C poco da dire, per limbarazzo e per la divisione linguistica. Mi metto nello zaino il regalo e mi limito al mio thanks so much, mentre per la seconda volta nellarco di pochi giorni mi sorprendo, in positivo, dellanimo umano. Non so se definirla accoglienza, ospitalit o educazione. Ma tutto questo mi fa riflettere. Mentre lautomobile viaggia alla volta della stazione metropolitana mi appunto come si dice farfalla in ceco. Arriviamo a destinazione, arrivato il momento dei saluti e dei ringraziamenti, che Petr deve porre per noi. A Praga, Enza decide di regalare qualcosa anche a Petr. Mentre loro discutono e si avviano per negozi, io mi congedo per un giro libero per le vie della citt. Torno nei luoghi dove siamo stati il giorno precedente, mi infilo nei vicoli nascosti che sfuggono alla confusione dei turisti dalla lingua amica, scopro piccoli angoli di Praga nei quali il giorno precedente non ci era riuscito di mettere piede. Mi incammino verso la Porta delle Polveri, una delle tredici porte da cui si poteva accedere al centro della citt nel X secolo, e oltrepassato larco del torrione, getto unocchiata al teatro nazionale, il pi importante luogo culturale ceco per quanto concerne rappresentazioni teatrali e balletti. Quindi mi ricongiungo agli altri che nel frattempo hanno terminato i loro acquisti, con un Petr rassegnato al fatto che la zia di Lucilla le ha regalato una giacca. Manuel, non capisco perch me lha dovuto comprare. Petr, un regalo Si, ma non ce nera bisogno. Lhai detto a Lucilla? Si, ma lei si mi ha detto: io non centro niente. E mia zia che te lo vuole fare, parla con lei. Come?, se non sa linglese?. Con unabile mossa Lucilla ha messo Petr con le spalle al muro, o forse sarebbe pi

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Emiliano Biaggio - Pt zastvka: eska Republika appropriato dire con le spalle dentro la giacca, quella appena comperata. Ci avviamo verso il ghetto ebraico. Enza lo ha gi visto quand venuta, per cui lei se ne va al museo darte contemporanea. Noi ci aggiriamo per vie dai negozi lussuosi e case facoltose, tutte decorate e con scritte in ebraico. Il cimitero, con le sue lapidi in pietra sconnesse, poste in modo disordinato, ricorda quella atmosfere burtoniane alla Nightmare before Christmas. Attraversiamo la strada e ci troviamo sulla riva del Vltava, dietro al palazzo che ospita lorchestra filarmonica della Repubblica Ceca. Petr mi indica un edificio dall'altra parte del fiume su cui sventola una bandiera ceca. Manu, lo vedi quel palazzo laggi con la bandiera ceca? Si. Quella la residenza del primo ministro. Mirek Topolanek. Per favore, Manuel. Non pronunciare quel nome. Il suo primo ministro Petr non vuole nemmeno sentirlo nominare. E un uomo che a lui proprio non va gi. E come Berlusconi, mi dice. Voi avete Berlusconi e noi abbiamo Topolanek. Non neanche un nazionalista, un populista e un imprenditore, uno che spinge per riforme economiche in senso liberista. E a capo del governo e a capo di grandi industrie. E voglio dire, chiaro che non puoi essere le due cose contemporaneamente. Ma questa la Repubblica Ceca. Abbiamo alla guida del Paese uno che rappresenta piccoli gruppi economici e che al tempo stesso si fa le leggi che vuole. Te lho detto, Topolanek il nostro Berlusconi. Dirottiamo la discussione su altro: sopra le sede del primo ministro c una grande asta rossa. E il metronomo, un monumento con una grande asta di ferro che oscilla avanti e indietro esattamente come il segnatempo di cui porta il nome. Pi che per la sua posizione, sulla collina sovrastante la citt, il metronomo deve la propria notoriet per essere stato realizzato laddove una volta dominava imponente unenorme statua di Stalin, fatta rimuovere da Kruscev al momento della propria ascesa al potere. Solo nel 1991 il piedistallo abbandonato dal piccolo padre ha avuto nuova pietra da sorreggere. Non c il tempo per poter arrivare fin lass, quindi ci limitiamo ad osservare dal basso. Torniamo al museo dove entrata Enza, e la aspettiamo seduti sui gradini dellingresso godendoci il pallido sole che con i suoi raggi ancora non primaverili mitiga una temperatura altrimenti gelida. Enza non si fa attendere troppo: con lei camminiamo verso la casa danzante, anche nota come Fred & Ginger, un complesso di due edifici dalloriginale design che lo rende simile a due ballerini stilizzati. E lultima tappa del

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Emiliano Biaggio - Pt zastvka: eska Republika nostro tour: torniamo alla stazione del treno, dove aspettiamo il nostro convoglio in ritardo nella birreria interna dello snodo ferroviario. Io e Petr discutiamo di autobus e aeroplani: gi venuto il momento di tornare alla vita di tutti i giorni. Il viaggio di rientro a Brno lo spendo dormendo, come quasi sempre mi capita durante gli spostamenti sui mezzi. Quando giungiamo a Brno gi tempo di tornare a casa e richiudere la valigia, non prima di aver preso una birra in un pub tutto per noi. Allinterno non c nessuno, eccezion fatta per la gestrice del locale dietro al piccolo bancone. Nella saletta accanto un pianoforte giace abbandonato contro una parete: chiedo il permesso di poterlo suonare. La prima birra viene consumata al piano, tra un accordo e laltro, nellintervallo che intercorre tra le diverse arie; la seconda bevuta al tavolo, con chi mi ha ospitato e accompagnato in questa trasferta. Finite le birre saluto la zia di Lucilla, che rimarr in Repubblica Ceca con la nipote per altri tre giorni. Quindi con i miei compagni torno a casa. ******

E' difficile abituarsi ai ritmi di vita cechi: per tutti la sveglia suona la mattina presto, quando il sole ha da poco iniziato a colorare il giorno, e venir fuori dal letto risulta assai arduo per chi non si adeguato agli orari locali. Il treno e, soprattutto, l'aereo da non perdere impongono di non indugiare un istante. Petr e Lucilla si sono alzati per farmi compagnia nelle nostra ultima colazione in Repubblica Ceca. Ultima per quanto riguarda questa trasferta, perch prometto a Petr a me stesso di tornare quanto prima. Terminata la colazione saluto Lucilla, che ritorna a dormire, mentre Petr mi accompagna a prendere il treno. Prima di andarsene mi lascia 500 corone slovacche. Prendi. E quanto basta per i biglietti dellautobus e una colazione. Ti avanzano anche i soldi per un birra. Grazie, ma allaeroporto accettano anche gli euro. Davvero, non mi servono. Si che ti servono. I biglietti li paghi in corone. E poi io non vado a Bratislava, quindi sono pi utili a te. Aspetta, che ti do il corrispettivo in euro... Manu, quello il tuo treno. E se non ti sbrighi se ne va. Lascia stare, me li rendi la prossima volta.

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Emiliano Biaggio - Pt zastvka: eska Republika Anche questa volta ha prevalso lospitalit locale. Saluto Petr e vado a proseguire il mio sonno interrotto al caldo del treno. Il treno non ha maturato alcun ritardo, nonostante da queste parti le linee siano internazionali, con convogli che per arrivare a destinazione attraversano tre nazioni differenti. Nel mio caso il treno parte dalla Germania per arrivare in Slovacchia via Repubblica Ceca. Nonostante questo il convoglio viaggia in perfetto orario: da noi matura ritardo solo per collegare una metropoli con un paesino di provincia. Tant: non posso fare altro che constatare le nostre inefficienze per mezzo delle funzionalit altrui e recarmi verso laeroporto. Sul bus riscontro ancora una volta le due facce della stessa Slovacchia e di questa parte dEuropa: una legata al passato e unaltra proiettata verso il futuro, che non ha nulla a che vedere con ci che stato. Le persone mature a cui chiedo informazioni mi rispondono imbarazzate in slovacco, facendomi intendere di non capire e non parlare linglese. Solo una coppia di giovani, allincirca miei coetanei, sa fornirmi le indicazioni di cui ho bisogno nella lingua del nuovo corso. I due scendono poche fermate dopo, non prima di avermi rammentato per lultima volta quello che devo fare per giungere allaeroporto. Li saluto e li ringrazio, quindi torno a vedere il paesaggio che scorre via dal finestrino...

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Emiliano Biaggio - Pt zastvka: eska Republika

Ritorno a Praga

Praga inaspettatamente bella. Se non ci si mai stati difficilmente si potr immaginare una citt anche minimamente somigliante a quella che veramente. Praga ha un fascino unico, tutto suo, e cercare di descriverlo cos da renderne lidea non cosa facile. Tornarci a distanza di un anno, e questa volta per un periodo un po pi lungo, il modo giusto per riscoprirla e viverla meglio. Marianna avr finalmente modo di poterla vedere con i suoi occhi, dopo averla conosciuta attraverso i racconti di Lucilla e le mille foto scattate la volta precedente. In un anno ne accadono di cose, cos io non lavoro pi per lagenzia di stampa per la quale ho scritto fino a pochi mesi fa e Petr che prima lavoricchiava in quel di Bristol adesso vive a pianta stabile a Praga, dove lavora allinterno del ministero per lo Sviluppo delle regioni. Ministero che, va detto, si trova proprio in piazza della Citt vecchia, nel cuore del centro storico di Praga. Il viaggio inizia con un brindisi dai toni cechi: a bordo dell'aereo Marianna ed io brindiamo alla nostra rimpatriata ceca con una Staropramen, celebrando cos il battesimo per aria di questa trasferta. Allaeroporto di Ruzyn troviamo ad accoglierci Petr, che torna a vestire i panni di guida in una citt che non ha nulla da invidiare alle altre capitali europee. In periferia si alternano palazzi stile sovietico ad altri pi moderni tutti vetro e cemento: automobili di ogni tipo e marca, insieme allimmancabile McDonalds, ricordano che il cambiamento avvenuto. Il passaggio dalla zona esterna di Praga al centro non lo cogliamo per via della metropolitana che Petr ci fa prendere per arrivare a casa, ma quando arriviamo alla stazione di Flora e usciamo dal tunnel, sia pure in pieno buio, si intuisce chiaramente unaltra citt, pi affascinante e meno moderna. A casa ci aspetta Lucilla, che sta preparando la cena. Il palazzo dove alloggiano e dove per questa settimana alloggeremo anche noi si trova poco distante dalla fermata dove siamo scesi. Petr abita in un quartiere residenziale, tra palazzi che suggeriscono lidea di un quartieredormitorio e graziose villette a due piani appartenenti ai pi abbienti. Per le strade le vecchie Skoda si contano sulle dita della mano. Il palazzo dove entriamo, visto da fuori, un edificio come tanti, uno dei tanti palazzi a pi piani che non ha nulla che possa colpire un individuo. 22

Emiliano Biaggio - Pt zastvka: eska Republika Allinterno troviamo un androne che ricorda lingresso di un ospedale, con una sedia appoggiata al muro tra le porte di due appartamenti che conferisce allambiente un che di sala dattesa. In realt messa l per dare modo a chi entra in casa di sfilarsi le scarpe. Avevo dimenticato che qui hanno lusanza di lasciare le scarpe allingresso subito dopo essere entrati. C un ascensore, che prendiamo solo per via dei bagagli. Arrivati al piano troviamo Lucilla, e con lei la rimpatriata si completa. Ci fa accomodare, ci mostra la strada che conduce alle sedie su cui ci ordina di rimanere in quanto ospiti appena arrivati. La casa ancor pi strana di quella che avevo visto un anno prima a Brno: una specie di anticamera dove si depositano le scarpe immette nella casa. Subito dopo la zona scarpe si apre immediatamente la cucina, che si sviluppa a elle: a fianco del lavello, sul lato che guarda verso la porta da cui si entra in casa, c una stanza chiusa che scopriamo essere quella della coinquilina di Petr, giovane avvocatessa affermata che rincasa la sera tardi solo per dormire e che a volte neanche rientra. Di fronte allangolo cottura, sul lato della zona scarpe, si trovano i due bagni. Questa disposizione, con i bagni che danno direttamente sulla cucina, alquanto curiosa. Ma le sorprese non sono finite: lo spazio non molto grande e, anche per la zona di passaggio che la cucina diventa per via dei bagni, non c tavolo su cui mangiare. Inoltre il tubo di scarico del lavello della cucina intasato e non utilizzabile, per cui ogni operazione prendere lacqua, scolare la pasta, lavare i piatti - deve essere eseguita nel lavandino del bagno. In tutto questo il ripiano della credenza della cucina letteralmente invaso da bottiglie vuote di birra. Siamo arrivati in Repubblica Ceca, dico indicando la mole di birre finite. Si, mi fa Petr. Ci fate la collezione o vi dimenticate di buttarle? Le raccogliamo e poi le riconsegniamo al supermercato, che ci fa uno sconto. Qui da noi la fabbrica fa uscire la bottiglia dalla stabilimento con un prezzo maggiorato, una specie di tassa, che viene rincarato dal supermercato e quindi dalla distribuzione. Quando riporti le birre il supermercato pratica uno sconto sui vuoti che gli porti e li riconsegna alla fabbrica, che a sua volta restituisce del denaro al distributore. Se ho capito bene il meccanismo studiato per non disperdere il vetro nellambiente e permettere il riutilizzo continuo delle bottiglie, in una politica di riciclo che salvaguarda lambiente e premia il cittadino. Insomma, da queste parti ecologia, riciclo e lotta all'inquinamento sono espressioni che ancora hanno un significato. La porta che si apre sulla restante parete, quella tra la camera della giovane avvocatessa e i

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Emiliano Biaggio - Pt zastvka: eska Republika bagni, immette nella camera del coinquilino di Petr; quest'ultimo, per arrivare alla sua stanza o per andare dalla sua stanza in cucina o in bagno, deve attraversare ogni volta gli appartamenti del coinquilino. L'ubicazione delle stanze discutibile e forse poco pratica, ma i vani sono grandi ed possibilissimo viverci in quattro come fossero un monolocale. Ed esattamente quello che facciamo. Nella camera di Petr c lo spazio per i quattro materassi, una scrivania, un armadio, una piccola libreria, i due tavolinetti su cui mangiamo e una pianta. Tutto conservando lo spazio vitale minimo e indispensabile a muoversi. Ah, c anche Sprung, il cane di pezza di Petr e Lucilla. Tra un brindisi e laltro consumiamo il nostro pasto, ricordando i tempi andati e fantasticando su quelli che ci aspettano. Ci domandiamo cosa possa fare Giovanni adesso, a migliaia di chilometri di distanza. Ma a farmi ritornare con la testa allItalia il mio telefono cellulare che si illumina per segnalare un messaggio appena recapitato. E Davide, che vuole sapere se stasera siamo di birra. Non so lui, ma io di certo si. La birra la andiamo a prendere in un locale dietro casa, un posto molto grazioso poco frequentato, probabilmente perch siamo ancora lontani dal fine settimana. Allingresso, lontani da ogni rumore e disturbo, si trova una giovane coppia, mentre in fondo alla sala altre quattro persone consumano birra e discuotono tra loro. Oltrepassiamo la giovane coppia e ci sistemiamo su uno dei tavoli liberi, dove Petr ci consiglia che tipo di birra ordinare. Mentre attendiamo cerco di sapere gli ultimi sviluppi sul progetto che hanno approvato alle ragazze, progetto che Marianna e Lucilla vedono infrangersi contro il muro dellinsolvibilit bancaria, che ancora non garantisce i finanziamenti indispensabili per poter recarsi allestero. E da questa estate che ci dicono che possiamo andare a lavorare al nostro progetto a Groningen, chiarisce Marianna con un tono visibilmente seccato. E ancora niente. Dobbiamo aspettare che ci diano i soldi. Ma il progetto stato approvato, giusto? domando. Si, ma tutto legato ai finanziamenti. Se ci finanziano domani prosegue Marianna- allora dopodomani partiamo. Ma se questi benedetti soldi ce li danno fra tre, cinque, dieci mesi che facciamo? Aspettiamo? Si, infatti, interviene Lucilla. Dove andiamo senza soldi? Senza di quelli non si va da nessuno parte, chiaro. E vergognoso. Ci fanno aspettare, e nel frattempo uno che fa? Guarda, lasciamo perdere, sono schifata. Me ne voglio andare dallItalia. Luu..., fa Marianna rivolgendosi allamica. Le due iniziano a discutere di un argomento

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Emiliano Biaggio - Pt zastvka: eska Republika estraneo a me e a Petr, e veniamo esclusi dal loro scambio di battute. Per forza di cose le conversazioni si dividono tra quella prettamente femminile e laltra tra me e Petr. Parliamo dei nostri progetti, di quello che stiamo facendo, di ci che vorremmo fare. Petr ha gi adocchiato un master cui potrebbe iscriversi a Groningen, cos da non lasciare da sola Lucilla quando per le ragazze verr il momento di tornare in Olanda, semmai il momento dovesse venire. Mi confida che a Praga non si trova bene: quello che fa lo entusiasma fino a un certo punto, ma soprattutto in citt slegato dagli amici di sempre: questi si trovano chi a Bristol chi a Vsetin, e ci gli pesa. Gli parlo di me e di quello che faccio, e si stupisce nel sentire che sto lavorando ad una ricerca su Tarkowskij, molto familiare all'est ma poco conosciuto agli europei occidentali. Dal tavolo in fondo alla sala le risa sempre pi forti evidenziano uno stato debbrezza crescente e cresciuto, rammentandoci che anche per noi giunto il momento di imboccare la via del ritorno. Rientriamo a casa visibilmente stanchi: una volta adagiati sul materasso, ci lasciamo avvolgere dalle coperte e dalle tenebre. *******

E' mattino: adesso possiamo vedere i vecchi edifici stile liberty che si alternano a grossi palazzi che suggeriscono, almeno al sottoscritto, vecchie caserme dei pompieri. Rientriamo nel tunnel della metropolitana moderna e funzionante come l'avevo lasciata e riemergendo in superficie resto rapito da ci che ci circonda. Tutto ancora l, proprio come ricordavo: alla nostra sinistra limponente palazzo che ospita il museo nazionale, e alla nostra destra piazza San Venceslao che si estende in tutta la sua lunghezza con le sue aiuole, le sue vetrine e i suoi passanti. E' a questi che ci mescoliamo: il modo migliore per scoprire una citt girarla a piedi, percorrerla in ogni sua strada e vicolo, e noi disponiamo di Petr e Lucilla quali guide impareggiabili. Petr gi al ministero, cos la nostra amica a guidarci per le strade di Praga. Mentre ci dirigiamo verso la piazza della citt vecchia, quella che ospita il vecchio orologio astronomico, non posso a fare a meno di guardare le mille insegne che inondano la via-piazza San Venceslao. Se non fosse per i palazzi da cui costituita, Praga probabilmente non sarebbe diversa da molte altre citt. Continuando a camminare mi guardo attorno: Praga stupenda. I diversi stili architettonici barocco, gotico e palazzi in stile liberty la rendono suggestiva e unica. Nellinsieme della citt

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Emiliano Biaggio - Pt zastvka: eska Republika possibile riscontrare i diversi periodi della storia, che si dipanano per le strade e le piazze. Restiamo in zona, perch allora di pranzo dobbiamo incontrarci con Petr. Il tempo inaspettatamente splendido: di questi tempi un anno fa si doveva girare con guanti e giacca a vento, adesso si ha caldo gi con il maglione. Ci rechiamo a ponte Carlo, dove Marianna impazzisce sia per la struttura monumentale sia per le bancarelle che la occupano. Le studia una ad una, ripromettendosi di tornare per fare acquisti. Il ponte trasformato in quartiere multietnico della citt: tuttintorno un parlare di lingue ognuna diversa dallaltra, ivi compresa quella che allestero non manca mai. Torniamo indietro, non c tempo per arrampicarsi al castello. Torniamo alla piazza, dove Petr ci raggiunge. Mentre ci conduce dove di l a poco mangeremo, gli chiedo aggiornamenti circa la situazione interna del Paese: la crisi di governo e la difficolt a creare un esecutivo stabile sembrano superate, ma so bene che questo Paese, un po come le repubbliche dellex URSS, sono in mano alle lite locali, di cui Vaclav Klaus e Mirek Topolanek sono rappresentanti. Saprai certamente che la crisi superata mi dice Petr - ma non sai che stata risolta perch il partito di Topolanek ha corrotto dei deputati, che sono passati nel suo schieramento. La situazione era la stessa che adesso avete voi al senato: Topolanek aveva una maggioranza ristretta, ma lui ha i soldi e pu fare quello che vuole. Anche comprarsi i deputati. La situazione e le dinamiche non mi risultano per nulla nuove, ma se la crisi di governo e di governabilit sono state in qualche modo risolte, c ancora un altro nodo da sciogliere, che quello delle installazioni radar che gli Stati Uniti vogliono posizionare sul suolo ceco per il loro progetto di scudo spaziale. La trattativa ancora in corso mi aggiorna Petr - e credo che alla fine la spunteranno gli americani. Questo soprattutto grazie al nostro governo, che sempre stato favorevole e che non ha una forte opposizione a livello politico. Poi adesso che hanno comprato i deputati mancanti possono approvare quello che vogliono. Noi siamo contrari, i cechi non lo vogliono, ma non siamo noi a decidere. Loro ci assicurano che sar una cosa temporanea, ma in Repubblica Ceca per poco tempo vuol dire per sempre. Lattenzione di Petr si dirige su Marianna, che lo chiama per dirgli non so cosa. Da quanto Petr ha appena finito di dirmi noto una certa rassegnazione. Il mio amico dimostra ancora una volta di conoscere molto bene la storia del suo Paese, del resto molto fiero della sua repubblica. Un po meno di chi la dirige. Il nostro Cicerone ci porta in un locale frequentato da lavoratori come lui. Ci tiene a spiegarci che i posti in cui ci porter per tutti i giorni in cui rimarremo in citt non sono per turisti, ma

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Emiliano Biaggio - Pt zastvka: eska Republika tipici posti cechi per cechi. Mentre consumiamo avidamente il nostro pasto, Petr ci dice che nel pomeriggio gli aspetta una conferenza su una eventuale adozione di direttive comunitarie in materia di agricoltura. Ci sbrighiamo a terminare il pranzo, perch Petr ha poco tempo a disposizione e perch io e lui dobbiamo andare cambiare il denaro. In Repubblica Ceca non conviene comprare corone in banca, ma in agenzie di cambio che per applicano tariffe differenti. Qui, a differenza di Brno, non ci sono i compratori di valuta, per cui per avere un cambio conveniente bisogna andare nelle agenzie e trovare quelle che applicano il minorp rezzo della commissione. Petr mi porta dove praticano uno dei prezzi migliori. Il cambio 1 a 25: rispetto allanno scorso la valuta ceca pi forte, e non di poco. Lo scorso marzo un euro valeva 32-33 corone, a seconda dellagenzia di cambio. E perch siamo in Europa anche noi, mi spiega Petr. Adesso siamo allinterno dellarea Schengen, e questo permette un maggior afflusso di capitali e investimenti. Leconomia ha avuto unaccelerazione, e con uneconomia interna pi forte rispetto ad un contesto internazionale a crescita ridotta la valuta si apprezzata. Ma questo apprezzamento non che uno specchietto per le allodole. Praga non la Repubblica Ceca. Lentrata del nostro Paese in Europa precisa Petr vista come unopportunit per pochi di noi e per molte multinazionali straniere. Chi deve investire investe a Praga, non certo nel resto del Paese. La ricchezza si avverte qui perch Praga la capitale, e la meta del turismo. Fuori Praga non arrivano soldi, e non c tutta questa ricchezza. Chi viene qui pensa ad un Paese che in realt non esiste, perch ha negli occhi limmagine che offre Praga. Ma al di fuori di Praga il benessere continua ad essere nelle mani di pochi. Petr torna al lavoro e noi andiamo a prenderci un caff italiano, quello s!, nel bar del museo che si trova all'interno di palazzo Kinsk, proprio sulla Staromstsk nmsti, la piazza della citt vecchia. Il bar, una piccola stanza dove c' posto per il bancone e quattro tavolini, si trova all'interno del palazzo, cos da risultare nascosto e fortunatamente sconosciuto agli stranieri. Il locale grazioso, senza ombra di dubbio, tuttavia i praghesi preferiscono un altro tipo di caffetteria: il caff letterario. Adesso a Praga stanno aprendo diversi caff letterari, ci svela Lucilla. Sono posti come questo, non molto grandi, dove puoi andare a studiare. Sono bar che servono caff, da bere e qualcosa da mangiare, e offrono la possibilit di leggere e studiare. Ogni tanto organizzano qualche evento culturale, non necessariamente letterario. Sono carini, e stanno prendendo piede. Lucilla si ripromette di portarci in uno di essi, quindi lasciamo il caff del museo e torniamo in strada. Rimaniamo nei paraggi, perch Petr ci ha promesso di uscire in anticipo. E cos . Per le

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Emiliano Biaggio - Pt zastvka: eska Republika quattro gi in piazza che ci aspetta. Ma consentito andarsene via prima?, gli chiedo. Si, se hai gi accumulato ore di straordinario. Possono pagartele oppure puoi andare via prima altri giorni. Passando ancora una volta per il Karlv Most ci dirigiamo verso il castello: oggi residenza del Presidente della repubblica, una volta ospitava i re di Boemia. La cattedrale di San Vito la pi importante della citt adesso accessibile al pubblico senza dover pagare lobolo, pertanto questa volta entriamo: come ogni chiesa che si rispetti, anche questa nasconde tesori artistici inimmaginabili. Linterno un tripudio di decorazioni barocche e vetrate multicolori, con una galleria darte che comprende decine e decine di quadri. Visitatori da tutte le parte del mondo immortalano nei loro obiettivi i tesori della cattedrale. Usciamo e torniamo verso la strada degli alchimisti, ma anche questa volta, come gi accaduto in passato, non paghiamo per attraversarla. Discendiamo la collina dal versante opposto, fermandoci ad una terrazza panoramica dove si gode una vista mozzafiato. Per un momento come se avessimo in mano lintera citt, di cui vediamo ogni singolo tetto e ogni singola cupola. Le arterie stradali sono percorse incessantemente da automobili sfreccianti e tram dallandamento intermittente. Il Vltava sembra portare linfa vitale ad un citt pulsante in frenetico movimento... Riprendiamo la nostra discesa, e una volta tornati a livello citt ci fermiamo in un bar per riposarci e, soprattutto, permettere a Lucilla di poter usufruire della toilette. Il posto moderno ma molto carino, ed veramente particolare. Sulla sinistra stata allestita una zona con divani e poltrone, per chi vuole gustarsi il caff o il t come se si trovasse a casa propria; sulla destra c invece la zona classica, con i tavolini, oltre la quale si trova un piccolo spazio per bambini, con tanto di televisore accesso che proietta documentari, un piccolo scivolo e un angolo dove poter disegnare con matite colorate messe appositamente a disposizione. Forse a rendere carino il locale sono proprio le idee attorno alle quali stato realizzato. Il bar frequentato perlopi da turisti provenienti da ogni dove, che si fermano, proprio come noi, per ritemprarsi. Non mancano piccoli gruppi di amici o coppie di amiche che si ritrovano per passare un pomeriggio insieme sui divanetti o confidarsi chiss quali segreti. Dopo averci rivelato che per questa sera ci aspetta una sorpresa, lasciamo il grazioso locale per dirigerci verso casa. Allora chiedo a Petr qual stato lesito della conferenza che doveva seguire. Allora, cosa ha deciso la Repubblica ceca in materia di politiche agricole comunitarie? Niente.

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Emiliano Biaggio - Pt zastvka: eska Republika E di cosa si parlato? E proprio questo il punto. Dovevano discutere delle decisioni da prendere, ma alla fine non hanno deciso nulla. Scusa? Sai com: hanno iniziato a dire sembra tutto cos interessante ma non sappiamo se e quanto le direttive europee sono attuabili nel nostro Paese..., possiamo aspettare.... E quindi? E quello che vorrei sapere anchio. Quando alla fine gli ho chiesto scusate, ma qual la nostra posizione? mi hanno detto Signori, il tempo scaduto i lavori sono terminati. E incredibile. La verit che stiamo prendendo tempo: vogliamo vedere come va negli altri Paesi. Se tutto ok allora anche noi ci adegueremo, senn non faremo niente e potremo sempre dire ma noi lavevamo detto.... Petr mi descrive un Paese che vive il cambiamento con diffidenza: i cechi vogliono uscire dal loro passato ma temono per il loro avvenire; vorrebbero essere liberi ma hanno paura di conoscere nuovi vincoli; in linea di principio sono per leuro, ma spingono perch questo venga adottato il pi tardi possibile; e prima di adottare un politica agricola dallesterno vogliono essere sicuri di trarne benefici e non svantaggi. La situazione da una parte stupisce, ma non sorprende se si guarda la storia della nazione. Negli ultimi due secoli dallesterno per loro arrivato solo assoggettamento: prima gli Asburgo, poi i nazisti, infine larmata rossa. Sulla metropolitana ci sediamo ognuno su posti diversi, distanti tra loro. Sulle facce di Marianna e Lucilla dipinta la stanchezza a forti tinte, e anchio avverto il bisogno di rilassarmi un attimo. Il vagone cattura i pendolari che ritornano dal lavoro per poi lasciarli andare via quando le porte si aprono, e pi il treno si avvicina al capolinea pi rimane orfano delle persone che laffollano. Individui di tutte le et, giovani e meno giovani, sono impegnati chi a consumare uno spuntino prima della cena che verr, chi a sognare, chi ad ascoltare musica, chi a sfogliare le pagine di qualche rivista, chi a conversare con amici e colleghi. Do unocchiata allorologio, giusto per rendermi conto dei ritmi forsennati con cui la popolazione vive la propria giornata lavorativa, e mi chiedo se vale la pena vivere in una citt che si porta via tutto il tempo di un uomo... Usciti dalla metro ci dirigiamo al supermercato, per comperare quello che serve per la cena. Tornati a casa prima della cena consumiamo quello che potrebbe essere un antipasto come un aperitivo, difficile catalogarlo. Ad ogni modo sui nostri tavolini sistemiamo birre, e questo ci

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Emiliano Biaggio - Pt zastvka: eska Republika che conta di pi. Quindi facciamo spazio per quello che non potr mai mancare ovunque ci sia un italiano: pasta. Finita la cena ci prepariamo per andare a godere della sorpresa che ci stata riservata: ping pong, come ai vecchi tempi. La sala giochi si trova non lontano da casa di Petr, che ha gi provveduto a prenotare il tavolo. Il locale si trova sottoterra, disposto su due piani. In quello superiore si trovano le sale con i tavoli da biliardo e quelli da ping pong, mentre in quello inferiore c il pub con le pista da bowling e langolo per tirare freccette. Dopo aver rimediato le racchette, che Petr si fatto prestare da gente che conosce, diamo avvio alle partite. Non sono confronti veri e competitivi, quanto un modo per passare del tempo assieme, anche perch la differenza dei valori in campo ben visibile. Lucilla e Marianna ammettono di non prendere una racchetta in mano da tre anni, da quando giocavamo nello studentato. Ora che ci penso, anche per me lultima partita a tennis da tavolo risale al periodo olandese... Dopo una partita contraddistinta dalle innumerevoli soste e interruzioni per evitare il surriscaldamento della birra lasciata sul tavolo, ci rechiamo al piano di sotto. Ci sediamo con i ragazzi che ci hanno gentilmente prestato le racchette, parlando del pi e del meno. Quando vengono a sapere che siamo italiani ci domandano cosa ne pensiamo di Berlusconi. Chi? Scusa amico, non parlo ceco, gli rispondo. Se la ridono, e potrebbero avere anche pi di un valido motivo per farlo, ma dato che anche loro, da quello che mi dice Petr, non hanno di che stare allegri, glielo ricordo: E voi che ne pensate di Topolanek?. La loro ilarit svanisce. Ah, quindi sai?, si limita a constatare uno dei quattro. Si capisce che non si aspettavano di trovare stranieri informati di politica ceca, cos come ci rendiamo conto che neanche loro, come Petr, abbiano molto voglia di parlare della loro vita politica. La conversazione viene immediatamente dirottata su altri binari. La cosa curiosa che tra questi quattro ragazzi, all'incirca della nostra et, solo due parlano inglese. Evidentemente c' ancora qualcuno delle nuove generazioni a non aver rimosso i legami col passato. Tra un sorso e l'altro, tra una parola e l'altra, Marianna e i nostri interlocutori accendono sigarette: passato un anno ed ancora permesso fumare nei luoghi pubblici. I quattro ci lasciano, mentre noi invece ci fermiamo per unultima birra, da mandar gi mentre si stabilisce il da farsi per il giorno dopo. Decidiamo che domani sera si va a sentire un concerto a ikov, quartiere popolare di Praga. Per la giornata non c problema: comunque si va in giro. ******

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Emiliano Biaggio - Pt zastvka: eska Republika Ci alziamo con comodo e ci prendiamo tutto il tempo che vogliamo. Oltre a noi in casa non c nessun altro, sono tutti fuori a lavorare. Ne approfittiamo per aprire la finestra della camera di passaggio del coinquilino di Petr, cos da favorire un ricircolo daria e soprattutto dossigeno indispensabile per lintera abitazione. La persona in questione infatti fuma una quantit innumerevole di sigarette all'interno della sua stanza sempre chiusa e sigillata, e tutto adesso sa di tabacco e nicotina. Inoltre, nel disperato e vano tentativo di mascherare il forte odore di sigaretta il fumatore incallito usa una gran quantit di deodoranti, con risultati da voltastomaco. Petr deve sigillare le fessure della sua porta per non far entrare lacre odore nella sua stanza. Al punto in cui si giunti le finestre dovrebbero rimanere spalancate uneternit, ma noi lasciamo che entri almeno laria primaverile che dalle nostri parti si sognano. Alla colazione segue la doccia, quindi si esce. Praticamente gi ora di pranzo, per cui ci rechiamo direttamente da Petr per andare a mangiare tutti insieme. Anche oggi Petr ci porta in un locale diverso, ma rigorosamente ceco. Qui, a differenza degli altri posti dove siamo stati, servono la zuppa come antipasto, ed inclusa nel prezzo. In Repubblica Ceca le zuppe sono un piatto molto diffuso: forse uno degli aspetti tipici e caratteristici del Paese, ed esiste una gran variet di zuppe. Alcune sono liquide quasi fossero un brodo, altre invece hanno maggior consistenza e si collocano a met tra le creme e i passati di verdura. Difficile stabilire quale sia la vera specialit nazionale, ma va detto che il pi delle volte il pasto inizia proprio dalla zuppa, servita come antipasto. Le ricette, come detto, sono molteplici e tutte differenti, tanto che in questo ristorante ogni giorno servono una zuppa diversa. Oggi c quella daglio, che contrariamente a quanto si possa pensare meno saporita del previsto, e risulta anzi gustosa e delicata. Poi viene il turno del pasto, che anche questa volta mi viene suggerito da Petr. In inglese suona knee of pork, letteralmente significa ginocchio di maiale, che corrisponde al nostro stinco di maiale in salsa agrodolce, accompagnato con crauti e pane. E uno dei loro piatti tipici, mi spiega Petr. In Repubblica Ceca non esiste una differenza e un divisione tra il primo e il secondo: si consumano piatti unici esclusivamente a base di carne dallelevato contenuto calorico e dal grande valore nutrizionale. Difficilmente si trovano piatti a base di pesce, e rari sono piatti che non siano diversi da carne e verdure. Ancor pi rara, del tutto assente nei locali tipici del posto, la pasta. Forse meglio cos, poich i cechi che provano a cucinarla la condiscono col ketchup. Altra particolarit sono le salse con cui la carne viene condita: anche queste sono tante e tutte diverse. Ce ne sono di speziate va detto che le spezie sono piuttosto usate e in agrodolce, di tutti i gusti e, proprio il caso di dirlo, di tutti i colori. In definitiva

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Emiliano Biaggio - Pt zastvka: eska Republika quella ceca una buona cucina, gustosa e nutriente. Da notare come sulla tavola del ceco non manca mai la birra: con il suo pi elevato consumo pro capite di birra al mondo, la Repubblica Ceca anche il Paese con un'elevata produzione. Ogni citt ha la propria birra, e ogni casa ne produce diversi tipi e qualit. Petr e Lucilla discutono su quello che sar il nuovo angolo di Praga che ci accingiamo a visitare. Lei ha gi deciso, e lui si limita a spiegarle qual la via pi breve per arrivare a destinazione. A questo punto le nostre strade tornano a dividersi: Petr torna al ministero e noi puntiamo sul parco del Metronomo, quello che un anno fa non ebbi modo di vedere. Andato a prendere il posto della statua del piccolo padre della quale Praga rimasta orfana senza troppi rimpianti, da pi di quindici anni il metronomo struttura pienamente funzionante scandisce il ritmo di vita dei praghesi i quali, da come si affannano per le strade, sembrano visibilmente fuori tempo rispetto alle oscillazioni del gigantesco pendolo sovrastante la citt. Il metronomo si trova sulla sommit della collina sovrastante Praga, sullaltra sponda del Vltava, la stessa dove sorge il palazzo presidenziale. Per arrivare dobbiamo quindi scalare la collina per una stradina che permette di compiere questa impresa. Terminata la salita ci si ritrova nel bel mezzo di un lungo viale alberato: il viale del parco, tre file di alberi parallele divise da due tracciati dasfalto. In mezzo, di tanto in tanto, si aprono piccoli slarghi per permettere ai percorsi pedonali di incontrarsi: in questi punti di intersezione sono poste sculture di artisti a noi sconosciuti. Ai bordi del lungo viale si trovano cartelli che illustrano al passante che tipo di flora e fauna popola larea scampata alledificazione urbana. Sulla sinistra, rispetto alla nostra direzione di marcia, possibile ammirare Praga dallalto, con i suoi ponti, le sue case, il suo fiume che scorre possente. La vista panoramica incanta ogni volta, la citt ha un fascino tutto suo sempre magico. Nonostante laria e la temperature primaverili per gli alberi non ancora venuto il momento di germogliare, cosicch ne risulta ancora una via brulla dai fusti spogli. Mentre in sottofondo risuona il brusio della citt ascolto le ragazze che parlano di amicizie finite, tradimenti consumati, ipocrisie tenute nascoste per lungo tempo. Anche quel mondo, quelluniverso a me estraneo che era il mondo di Marianna e Lucilla si sciolto come neve al sole. ...Quella falsa..., si trova a dire Marianna. Ma hai capito che ha fatto? Quello che sembrava un sincero e bel rapporto tra esseri umani si rivelato essere solo un fenomeno di facciata, e mi chiedo quando quellamicizia ha veramente cessato di esistere. Poi Lucilla constata che non solo noi italiani permettiamo ai cani di defecare in giro: con tanto di cartelli che ricordano il divieto di lasciare liberi animali nel parco, una signora del posto

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Emiliano Biaggio - Pt zastvka: eska Republika permette al suo cagnolino di scorrazzare libero, lasciando dove capita le tracce ben visibili del proprio passaggio. Passo dopo passo siamo arrivati sotto il metronomo, sorretto da un gigantesco piedistallo in pietra circondato da due rampe di scale che consentono di raggiungere la sommit dellaltura e del monumento. Dietro al gigante pendolo oscillante si nasconde una pista per skaters, che Lucilla ci spiega essere uno dei principali punti di ritrovo per i giovani che condividono la passione della tavola a quattro ruote. Un nutrito gruppo di ragazzi sta provando qualche numero e delle evoluzioni: a turno, in sequenza, uno dopo laltro, scattano e si lanciano nel vuoto con la loro tavola per poi ricadere e ripetere lesibizione. Qualcuno cade rovinosamente a terra, qualcun altro viene sbalzato gi dallo skate dopo aver toccato il suolo al termine dellacrobazia appena compiuta, ma tutti proseguono senza sosta a preparare chiss quale spettacolo. Lasciamo la gigantesca asta metallica del metronomo alle nostre spalle e proseguiamo il nostro tour per la parte nascosta di Praga, quella delle case signorili. Le case sono tutte a due piani, ognuna diversa dallaltra. Cambiamo i colori, gli stili, i cancelli dingresso, ma si vede che sono abitazioni che non tutti possono permettersi. Alcune sembrano uscite fuori da chiss quali fiabe: una suggerisce la casa dei nani di Biancaneve, unaltra un piccolo castello con tanto di torrette. Ce n una con il tetto spiovente, unaltra piena da affreschi e di decorazioni che si rifanno alle tradizioni passate; una con la sua intelaiatura in legno rassomiglia ad una tipica casa montana tirolese, unaltra ancora nasconde la sue vere forme sotto ununica gigantesca facciata di edera che avvolge la struttura come a rivestirla. Ogni casa unica, nessuna abitazione uguale a s stessa. Tutte ognuna con la particolarit che la contraddistingue, e risulta difficile stabilire quale sia la pi graziosa. Tuttavia dai giardini che circondano questi piccoli tesori urbani si capisce come chi abita e popola queste casette non abbia il modo, e probabilmente neanche il tempo, di viverci come si dovrebbe. Erba spesso incolta e non tagliata, con piante secche e fiori appassiti, denotano uno stato di incuria e abbandono frutto dellassenza o dell'indifferenza umana. Altrove erbacce e piante infestanti spuntano fuori da un manto di foglie secche da troppo tempo cosparso al suolo. Poi, bandiere multicolori sventolanti nei vari cortili svelano il mistero: le graziose case racchiudono e custodiscono sedi diplomatiche di Paesi diversi di diversi continenti. Corea del Sud, Irlanda, Iraq, Egitto, Ungheria, i consolati e le ambasciate si concentrano per lo pi in questo isolato, che raccoglie anche qualche altro ufficio. Allora tutto risulta chiaro: la diplomazia non fare giardinaggio. Camminiamo per le strade, guardando con un pizzico dinvidia case stupende che

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Emiliano Biaggio - Pt zastvka: eska Republika al momento non potremmo permetterci e vai a capire se mai potremo permettercele. Lucilla ci confida che questa zona una delle sue preferite. Questa la parte che forse mi piace di pi, perch ci sono delle case bellissime, ci rivela. Ci vengo spesso, mi piace passeggiare per queste strade in mezzo a queste ville. Quando non hai nulla da fare qui ci puoi stare tutto il tempo che vuoi, ti vedi le case. Lo facevo anche a Bristol, ma in Inghilterra, almeno in citt, hanno tutti le case uguali. Anche qui hanno tutte il giardino, ma sono tutte diverse, colorate, e sono una pi bella dellaltra. Ha ragione. Ricordo poco dellInghilterra, ma le case tutte uguali una in fila all'altra le ricordo bene. Qui invece tutto diverso. Marianna non sa dove rivolgere lo sguardo: non riesce a stabilire quale casa le piace di pi, talmente sono graziose. Terminiamo il nostro giro dellisolato e torniamo indietro. Lungo la strada ci imbattiamo in un pub e visto che un po di stanchezza stata accumulata e che comunque abbiamo tutti bisogno della toilette, entriamo. Linterno interamente in legno, con vecchi manifesti pubblicitari di birra attaccati alle pareti. Nonostante lora pomeridiana il locale abbastanza frequentato, e lo si capisce fin da subito, dal brusio che si sente nel momento in cui si apre la porta e si varca la soglia del locale. Due caff e un cappuccino: in altri periodi a questora avremmo buttato gi mezzo litro di birra, adesso invece ripieghiamo su ben altro tipo di bevande. Segno che il tempo non ha risparmiato le nostre persone. Mentre discutiamo del pi e del meno squilla il telefono di Lucilla: Petr, che ha finito il turno. Lasciamo il locale dopo aver svuotato le nostre tazze e dopo esserci rinfrescati, quindi andiamo ad attendere il nostro amico alla fermato della metropolitana, non distante dal pub. La fermata sorge nel mezzo di una strada trafficatissima a pi corsie, che Lucilla ci spiega essere la strada che da Praga porta allaeroporto. Petr sbaglia uscita, o forse siamo noi che lo attendiamo dalla parte sbagliata, e vorrebbe tentare la temeraria impresa di attraversare tra le macchine sfreccianti. Gli facciamo segno di rimboccare il tunnel, mentre anche noi scendiamo sottoterra. Ci incontriamo per le scale, dove rimaniamo per stabilire cosa fare. Stasera c un concerto a ikov, verso le dieci. Decidiamo di tornare a casa, ricaricare le batterie e uscire subito dopo cena. Sulla metro Petr tira fuori un quotidiano e inizia a leggerlo, e io lo sfotto. Wow, il giornale. Sembri quasi una persona seria, un uomo che ha fatto carriera e che adesso gira con il Financial Times sotto braccio. Vuoi dargli una letta? mi risponde prendendosi gioco del fatto che non conosco la sua lingua. Riconosco la sconfitta e torno a guardarmi intorno. Concentro la mia attenzione sulla scritta

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Emiliano Biaggio - Pt zastvka: eska Republika che oscilla in alto e in basso sul display del vagone della metro. Pt stanice: Mstek. La ripeto mentalmente sulla base di quel poco che Petr mi ha spiegato della fonetica ceca, ma linsieme di suoni duri per di pi del tutto estranei al mio sistema linguistico mi impedisce di leggerla come andrebbe letta. Procedo suono per suono, e alla fine ottengo un risultato che mi soddisfa, ma continuo a constatare il grado di difficolt delle lingue slave. Scendiamo a Flora e ci avviamo verso il supermercato, ultima tappa prima del nostro rientro a casa. Mentre andiamo Petr riprende inaspettatamente il discorso sul quotidiano iniziato sulla metro, ma questa volta in modo serio. Hai presente il giornale che stavo leggendo? Beh, lunico che dia una diversa informazione. Non capisco. Allora Petr mi spiega. Qui noi abbiamo diversi giornali, ma riportano tutti le stesse cose nellidentico modo. Abbiamo un pluralismo dinformazione solo per quanto riguarda il numero delle testate, ma poi scrivono tutti la stessa cosa. Da voi almeno avete giornali di destra, di sinistra, avete diversi punti di vista: da noi le notizie sono lette e scritte sempre con lo stesso criterio. Avere tanti quotidiani per poi di fatto averne uno solo non ha senso. Solo quello che ho comprato io offre una visione diversa dei fatti, ma non molto diffuso e a volte difficile trovarlo. A sentire Petr si sono limitati a cambiare per otto-dieci-dodici volte il nome della Pravda per poi farla finire nelle edicole con altrettanti nomi diversi. Questo perch linformazione controllata e manipolata, e nessuno pu farci niente, prosegue. Sono gli stessi amici di chi ci governa ad avere in mano i mezzi dinformazione. Credimi, incredibile. E la gente non fa niente?, domando spaesato. La gente cosa pu fare? I comunisti non ci sono pi, adesso siamo liberi e molti pensano che le cose vadano bene. Abbiamo anche il pluralismo, Manuel. Ma non ti preoccupare, ti far vedere. Non so a cosa si riferisce Petr quando mi dice I will show you, ma non ho il tempo di chiederglielo perch ci fa cenno di seguirlo a fianco dei cassonetti dellimmondizia. Su un muretto giacciono impilati diversi libri. Petr ci spiega che i librai gettano via i vecchi libri invenduti o in cattive condizioni, e chi vuole pu prenderli prima che arrivi la nettezza urbana. Talvolta si possono fare buoni affari a costo zero, si possono trovare anche libri piuttosto interessanti o rari, e spesso accade che della gente arrivi e se li porti via tutti per cercare di rivenderli per qualche spicciolo in qualche fiera o mercatino. Il nostro amico non trova nulla che lo interessi, e ce ne andiamo a mani vuote verso il nostro supermercato. L compriamo tutto il necessario per la nostra cena. Il reparto birra uno scaffale delle meraviglie, lungo e stracarico

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Emiliano Biaggio - Pt zastvka: eska Republika di ogni tipo e marca. Scegliere diventa difficile, ma tanto c Petr che mi fa prendere birre cece buone e tipiche, sconsigliandomi di mettere nel cestino le lattine. Non beviamo dalla lattina, mi dice. Una persona che beve dalla lattina d una cattiva impressione di s. Petr comunque spinge per andare a vino: da questo punto di vista lui pi italiano di me, ed io divento pi ceco di lui. A casa ci ritroviamo tutti in cucina, come si faceva ai tempi del soggiorno olandese. Laddove non si pu n sedere n mangiare noi portiamo le sedie e l'aperitivo, mentre c chi sistema la spesa, chi inizia a preparare e chi, come me, fa il tifo. Laddove in genere la casa non vissuta ma solo attraversata portiamo una presenza umana forse mai avuta negli ultimi anni. La coinquilina continua a non esserci, mentre laltro vicino di stanza di Petr se ne sta a torso nudo davanti al computer a spegnere sigarette in un portacenere straripante. Una volta pronta la pasta abbandoniamo una rivitalizzata cucina per andare a sistemarci attorno ai tavolini nella stanzamonolocale di Petr. L rimaniamo fino al momento di uscire. Per arrivare dove suonano Petr ci fa fare una bella passeggiata. Per essere sera inoltrata non fa freddo, anche se non si gira a maniche di camicia come quando c il sole. Camminiamo per le strade e le case di ikov, quartiere operaio di Praga. Tradizionalmente rossa, ikov una volta era la zona dove la popolazione sosteneva la sinistra. Oggi difficile dirlo, poich il ceco non pi quello di una volta, almeno a sentire Petr. Qui sinistra forse stride ancora con comunismo, che nessuno rivuole indietro ma che qualcun altro forse, per certi aspetti, inizia a rimpiangere. Il quartiere, che prende il nome dallussita boemo e generale ceco Jan ika, resta comunque popolare. Questo il quartiere del Viktoria ikov, una delle pi antiche squadra di calcio della Repubblica Ceca e la terza di Praga, mi dice Petr. Ma la caratteristica di ikov che il distretto con il maggior numero di pub pro capite di qualsiasi altra citt in Europa. Guardati intorno: un pub ogni venti metri. Questa ikov. E vero: loscurit notturna viene infranta non tanto dalla luce dei lampioni quanto dalle mille insegne colorate di birra che sporgono dai muri degli edifici. Staropramen, Gambrinus, Pilsner Urquell, Budweiser: ovunque ricorrono e si rincorrono cartelli luminosi delle diverse birre che inondano le gole ceche e le vie del quartiere dove ci troviamo. C' una miriade di pub, e allora capisco cosa intende Petr nel dire this is ikov: perdersi qui non affatto la fine del mondo, anzi. Tra i mille locali che riempiono il quartiere noi ci rechiamo allXT3. LXT3 un music club realizzato su due piani: il piano a livello strada costituito dalla normale birreria, con

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Emiliano Biaggio - Pt zastvka: eska Republika bancone e tavoli straripanti di persone intente chi a discutere chi a costruire una sonora sbornia boccale su boccale. Dove si suona sotto terra, alla fine di una rampa di scale che immette nella sala concerti. La sala composta di tre zone: una superiore, che ospita il bancone dove si serve da bere e qualche tavolo, una inferiore, sorta di pista da ballo cui si accede scendendo tre gradini alla fine della zona superiore, e una laterale, che con uno stretto ballatoio corre tutto intorno alla pista da ballo. Questultima zona consente di assistere al concerto in piedi affacciati alla ringhiera e sfuggire al movimento sottostante della pista da ballo. Al lato della zona inferiore di fronte al ballatoio della zona laterale c una piccola pedana rialzata che ospita un paio di tavoli e qualche sgabello. Noi ci sistemiamo sul gradino della pedana, anche perch non ci sono altri posti dove sedersi. Lambiente, peraltro non troppo grande, gremito di giovani. Ci rendiamo conto che questo deve essere un posto piuttosto in voga tra i teenagers dei dintorni, e la band che si esibisce sul palco in fondo alla zona inferiore probabilmente il gruppo di amici di gente presente in sala. Il concerto, da quello che aveva sentito Petr, doveva essere reggae-ska, ma alla fine si rivela essere una serata heavy metal, non si sa se fastidiosa per lelevato grado di inquinamento acustico prodotto dagli strumenti o se da urla in ceco. Tant: ci seguiamo il concerto tra una birra e laltra mentre perdiamo parte delle nostre facolt uditive, facendo una stima dellet media dei presenti in sala e dando fondo al bicchiere per non pensare che noi quella media contribuiamo ad alzarla, e forse non di poco. Ma il problema come sempre un altro, e cio come organizzare il nostro tempo a disposizione. Tra un assolo di chitarra elettrica, un ruggito in ceco e una rullata di batteria gi si pianifica l'immediato futuro, con Marianna che non fa della visita ad H&M materia di contrattazioni. Del resto, come ci ricorda, regola vuole che ovunque ci sia un H&M bisogna entrarci. Ci si pu andare domenica, suggerisce Petr. I grandi centri commerciali e i grandi negozi sono sempre aperti di domenica. E dovremmo passare la nostra domenica pomeriggio da H&M?, chiedo io perplesso e preoccupato. Potremmo lasciare Lucilla e Marianna a fare shopping per un paio d'ore e noi nel frattempo possiamo andare allo stadio, rilancia Petr. Domenica si gioca il campionato e c' BohemiansViktoria Plzn. I Bohemians 1905 sono un'altra squadra di Praga e lo stadio poco distante da casa mia. Volendo ci si pu andare. Se vuoi tu puoi tifare per il Viktoria Plzn, che la squadra della citt dove fanno la Pilsner Urquell. Luci, che ne dici? Per me... risponde Lucilla lasciando intendere che a lei della partita non interessa un fico

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Emiliano Biaggio - Pt zastvka: eska Republika secco, e che il programma di Petr alla fine potrebbe anche andar bene. Va bene, ma invece domani?, chiede Marianna. Petr ci dice che per domani ci sono in programma tre concerti al centro di Praga. E anche per il resto della giornata non c' di che preoccuparci: si gira per la citt aspettando le venti, ora d'inizio dei concerti. Ok, ma adesso? domando io guardando tristemente il bicchiere vuoto. Un'altra birra?, mi risponde Petr gi in piedi pronto per dirigersi al bancone. La sua domanda retorica quanto la mia, tanto vero che pochi istanti dopo siamo nuovamente occupati a svuotare il contenitore di plastica. Il concerto prosegue tra alcool che scivola via, flussi migratori di ragazzi che vanno e vengono e qualche presente intento a muovere il corpo in pista, con gli immancabili gruppetti che tentano di dar vita ad un pogo che resta per lo sfogo di quattro invasati. Com' nell'ordine naturale delle cose, la musica finisce e la band scende dal palco e anche noi, che nel frattempo abbiamo esaurito i nostri contenuti alcoolici, abbandoniamo la sala e ci avviamo verso casa. Uscendo scopro che al piano livello strada del locale c' un piccolo vano dove si trova un biliardino, che all'inizio non avevo notato. Da noi non molto di moda, ma qui invece sembra essere normale avere birrerie dove si pu giocare o a freccette o a calcio balilla. Un po' come nei Paesi Bassi, dove la maggior parte dei locali ha questi tipi di intrattenimenti. L'aria frizzantina della notte accarezza dolcemente il viso, portandosi via l'aria viziata e l'odore di nicotina rimaste imprigionate tra i capelli. Ci risveglia dal torpore, anche se non pu portar via la nostra stanchezza. Camminiamo per le vie illuminate di ikov, tra le quali si confonde una torre iper moderna che sparisce dietro i palazzi ogni qualvolta svoltiamo per la via. Ma dopo pochi passi questa struttura di dubbio gusto torna a sovrastare il quartiere. E' la torre della televisione, ci spiega Petr. E' una delle principali attrazioni o comunque uno dei segni distintivi di ikov. E' una delle strutture pi alte della Repubblica Ceca e fa parte della Federazione mondiale delle grandi torri. Dentro ci sono tre camere di osservazione e un ristorante, e a volte la torre serve anche osservatorio meteorologico. La struttura avveniristica e sembra una rampa di lancio di uno shuttle spaziale, ma la vera particolarit forse il gioco di luci che offre. La torre infatti risplende nella notte dei colori nazionali, blu, bianco e rosso, creando un effetto veramente fantascientifico: un primo troncone blu sorregge una seconda sezione di torre a luci rosse mentre alla fine, la sezione pi alta, appendice della struttura sottostante, con la sua illuminazione bianca sembra veramente un razzo spaziale pronto ad essere lanciato in orbita. Sicuramente la torre

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Emiliano Biaggio - Pt zastvka: eska Republika della TV fa pi effetto di notte, perch di giorno non altro che una tra le tante gigantesche opere di cemento che deturpano l'ambiente urbano. ******

Petr non lavora, quindi non ci sono sveglie a mettere pressione. Il risveglio perci indolore per tutti, cos come i ritmi che precedono la nostra uscita. Proprio perch il nostro amico questi due giorni sar libero non vogliamo certo chiuderlo in un appartamento, soprattutto se fuori un sole caldo invita a godersi la giornata primaverile. Nello zaino si mettono solo i maglioni che serviranno al far della sera, quindi si va. Destinazione Vyehrad, un altro castello di questa realt da favola. Vyehrad forse il sito storico per eccellenza della Repubblica Ceca, con il suo cimitero che ospita le pi importanti personalit della storia del Paese. Nomi e cognomi che a noi suggeriscono poco o niente, ma che ai cechi rievocano il passato e la cultura di una nazione. Dvok sepolto l, insieme a tanti altri. Per arrivare a destinazione prendiamo il tram, che ci permette di disegnare un percorso panoramico per le vie dell'assolata citt. Piazze, strade, chiese: la citt scorre tutt'intorno a noi, tra il rullare del treno e lo speaker che ricorda a chi magari assorto nei propri pensieri dove il tram arrester, sia pure per un attimo, la propria corsa. Pt zastvka:... Lo speaker pu dire quello che vuole, tanto noi non abbiamo la bench minima idea di dove stiamo andando. O meglio: sappiamo che stiamo andando a Vyehrad, non come ci si arrivi; ed essendo Petr che conosce la strada, inutile stare a sentire una voce registrata, peraltro incomprensibile, quando si pu seguire la guida. Il tram passa davanti alla 'casa danzante' e prosegue allontanandosi dal centro citt. Dopo una paio di fermate Petr ci fa scendere: siamo in mezzo alla strada, fuori dal centro urbano e sulle rive del Vltava. Cielo terso, caldo e il suono dello scorrere del fiume coperto solo a tratti dal passaggio delle automobili. L'atmosfera piacevole e rilassante. Lavoro, computer e stress sono ricordi lontani. Attraversiamo la strada e ci inoltriamo per una stradina che costeggia un ospedale: la via si arrampica per giardini e prati coltivati, per poi immettersi sulla strada vera e propria che conduce alla collina su cui sorge il castello. Saliamo una rampa di scale e ci ritroviamo su un viale che arriva ad una vecchia porta medievale: la porta che una volta permetteva l'ingresso alla rocca. Adesso non rimasto pi nulla oltre alla porta, ci spiega Petr.

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Emiliano Biaggio - Pt zastvka: eska Republika L'antico insediamento stato distrutto e non l'hanno ricostruito. Poi quando Carlo IV fece costruire il castello a Praga Vyehrad venne abbandonato. Insomma, anche i re traslocano e cambiano casa. Superata la porta svoltiamo per un vialetto in salita, che si apre in mezzo al verde come un solco in un campo. Siamo nel parco di Vyehrad, circondati da aiuole, alberi e prati. La strada che abbiamo imboccato ci porta su un viale panoramico, che lambisce il baratro sottostante per tutto il suo percorso. Costeggiante il perimetro del parco di Vyehrad, la passeggiata panoramica permette di dominare l'orizzonte di Praga: guardando dritti davanti a s possibile vedere da dove arriva il Vltava, le colline che costeggiano il fiume e la periferia, mentre dal lato opposto, seguendo il corso del fiume, si apre il cuore della citt, mai apparsa cos lontana e distante. Lungo il cammino panoramico ciclisti e coppie con passeggini: si vede eccome che un assolato e caldo sabato mattina, di quelli che invogliano a uscire a fare una passeggiata per godere della bella giornata. Non essendo giorno lavorativo per molte persone, famiglie e gente di tutte le et si ritrovano a fruire del proprio tempo libero. Siamo ormai alla fine del belvedere, schiacciati tra il panorama da una parte e dalla cattedrale di San Pietro e Paolo dall'altro, con il giardino e il parco che la circondano. La realt circostante si fa contrastante: davanti a noi si estende Praga con le sue colline, le sue strade e il suo corso d'acqua; dietro di noi l'orizzonte nascosto dalle possenti mura della cattedrale. E se il sole ci riscalda da un inverno finito chiss dove, improvvise folate di vento gelido ci ricordano che ancora non periodo di primavera, nonostante ci sia concesso di girare in maniche di camicia. Scattiamo le foto di rito e ci dirigiamo verso la chiesa. Notiamo che da queste parti l'obolo ancora in auge, e quindi procediamo oltre costeggiando il cimitero che si estende tutto accanto alla chiesa. Arriviamo ad un piazzale dove qualcuno ha dipinto con della vernice un gigantesco labirinto. Petr inizia a seguire il percorso tracciato sull'asfalto per arrivare al centro del labirinto, poi per, essendo le pareti divisorie dei semplici tratti di colore sul suolo, con un passo decide che ora di arrivare al centro del labirinto. Non fa in tempo ad abbandonare quella singolare area giochi che accorrono dei bambini, e anch'essi iniziano a seguire il labirintico tracciato. Lasciamo i bimbi ai loro giochi e arriviamo ad un altro spiazzo verde, con una stata equestre in bronzo di Carlo IV che campeggia al centro dell'area alberata. Sul retro delle scale in mattoni portano ad una nuova terrazza panoramica, questa volta sulla citt. Vediamo i tetti che la basilica prima ci impediva di scorgere e le case sottostanti. La terrazza, lateralmente, si affaccia anche su un anfiteatro che fa parte del castello di Vyehrad. D'estate viene usato per concerti e spettacoli, ci dice Petr. Il nostro tour finito. Lasciamo che Marianna domini sui tetti di Praga il

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Emiliano Biaggio - Pt zastvka: eska Republika tempo di una sigaretta, e lasciamo Vyehrad per tornare in citt. Scendiamo per delle scale che costeggiano il colle su cui sorge il castello e ritorniamo a valle. Da l torniamo dove ci ha lasciati il tram allinizio della visita a Vyehrad e camminiamo lungo la riva del fiume. Dove ci troviamo c' un piccolissimo isolotto in mezzo al Vltava, sul quale stato ricavato uno yatching club. Sotto di noi, barche attraccate e in fase di riparazione fanno compagnia a quelle che solcano le acque fluviali, mentre proprietari di imbarcazioni prendono il sole sulla banchina. Arriviamo a delle scale in ferro, che immettono su un ponte che attraversa il fiume. Saliamo le scale, e una volta in cima ci ritroviamo sospesi sul fiume. Tra noi e l'acqua, quanto? Venti, trenta metri di vuoto? Difficile dirlo, ma per un attimo tutto scompare. Sul ponte transitano solo treni, e ai pochi pedoni riservata una corsia esterna piuttosto stretta. Niente a che vedere con il ponte Carlo: nessuna bancarella, nessun brusio, nessuna persona. E all'altra estremit del ponte nessun castello e nessuna isoletta, solo qualche stabilimento e una strada poco frequentata. Le ridotte possibilit di movimento suggeriscono la percezione della sospensione nel vuoto: per un attimo come se un gruppo di funamboli stesse camminando su una corda tesa tra cielo e acqua. La camminata acrobatica dura quanto basta, e ci troviamo in una zona della citt decisamente non per turisti. Un capannone, uno stabilimento, e poi palazzotti lungo la strada. Ci troviamo a Smichov, zona industriale e artigianale di Praga la cui unica attrazione il birrificio della Staropramen che, come tutti i birrifici, non solo luogo di produzione ma anche museo della birra. I giganteschi vessilli bianco-verdi della Staropramen risaltano sulla facciata del palazzo, e spiccano in questo paesaggio di lavoro e produzione. Solo un anno fa osservavo la ciminiera di questo stabilimento dall'alto della residenza presidenziale, e adesso mi trovo a camminare per le strade in cui sorge. Resterebbe solo entrare nel museo, ma non siamo qui per questo. Quello che stiamo cercando un posto dove poter pranzare e riposare: senza che ce rendessimo conto il tempo volato e sono quasi le tre. Attraversiamo Smichov, o forse ci lasciamo alle spalle solo i suoi impianti industriali; strade e piazze suggeriscono l'idea di essere nuovamente nel centro urbano fatto di case, negozi, passanti. Anche di locali, che abbondano. Petr si ferma davanti ad ogni men affisso all'esterno, cercando una buona combinazione tra qualit del cibo e prezzo, e piatti vegetariani per Lucilla. Giriamo per le strade fino a quando il nostro Cicerone non scova il posto che stavamo cercando. L'ingresso sulla strada, ma il locale sottoterra. E' un'unica grande sala che ricorda i locali montani, con legno sui muri e ninnoli di ogni genere alle pareti. Ferri di cavallo, stoviglie di rame, boccali di ceramica e attaccapanni in ferro battuto ornano l'interno del locale. In fondo un

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Emiliano Biaggio - Pt zastvka: eska Republika porta a soffietto separa una piccola stanza, la sala non fumatori, dal resto del vano. Cucina e bancone si trovano sulla destra. Nonostante l'ora il locale gremito, segno che la gente quando non assillata dal lavoro se la prende comoda e, soprattutto, che nel ristorante si mangia bene. Come sempre Petr deve spiegarci cosa offre il men, ma questa volta non lui a dovermi suggerire cosa prendere. Io ritorno alla mia anatra, che nel corso della mia prima trasferta ceca ho eletto mio piatto preferito tra quelli offerti dalla cucina locale. Mentre aspettiamo che ci servano quanto abbiamo ordinato osserviamo le cameriere che portano ai tavoli piatti, taglieri in legno e piccoli paioli di rame. E' una loro specialit, ci dice Petr. Come avete potuto vedere qui posti dove mangiare non mancano, e ognuno cerca di dare un tocco di originalit al proprio locale. Qui, oltre all'arredamento del locale, hanno deciso di servire i diversi piatti in modo diverso. Marianna, credo che il paiolo sia il gulash che hai ordinato. Davvero? Petr, ma fantastico. Quindi va mangiato direttamente da l? Si, proprio come quei signori laggi. Che meraviglia!. Marianna ha giusto il tempo di sorprendersi, perch subito dopo lo stesso piatto, o meglio, lo stesso paiolo le viene portato al tavolo. Prima non lo avevamo notato, ma sotto il piccolo recipiente si trova un Bunsen di dimensioni ridotte che produce una fiamma regolare e permette alla carne speziata di continuare a rosolarsi. Avendolo testato non si hanno difficolt a garantire che il contenuto sia assai delizioso, ma adesso forse appare pi bello che buono. Anche la mia anatra riserva delle sorprese, anche se di altra natura: rispetto alla prima volta c' solo la met dell'animale. Ma di meno?, mi fa Lucilla. L'altra volta era di pi o mi sbaglio? L'altra volta l'anatra era intera. Ma fa niente. Constatiamo un altro cambiamento, assai rapido, nella societ ceca. Almeno in quella propria della ristorazione. Ma le pivo, quelle ci sono ancora tutte. Nel mordi e manda gi se ne vanno via due boccali, e stavolta anche Petr si ricorda di essere un ceco. Poi mi dice che lui ceco lo sempre, ma preferisce non bere mai durante i pranzi delle settimana lavorativa. Qui, nonostante le loro pecche come quelle decisionali di cui Petr mi racconta, almeno per ora i ministeri adempiono ai loro doveri e i dipendenti tra una timbratura e l'altra del cartellino sono attenti e intenti a svolgere il proprio compito. Retaggi del passato, quasi sicuramente. Per chi era abituato a ben altri tipi di regime ancora presto per entrare in dinamiche e meccanismi di un altro

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Emiliano Biaggio - Pt zastvka: eska Republika sistema, ma da quello che Petr mi rivela c' da scommettere che nel giro di poco tempo anche loro impareranno a fare della democrazia una maschera di bellezza dove poter nascondere Mirek Topolanek e i suoi compari. Tutto questo sfugge all'occhio del visitatore, attento alle vetrine e distratto da una citt che comunque rapisce, mentre noi abbiamo, grazie al nostro amico, la possibilit di andare al di l di quello che ci si presenta. E allora la citt si mostra in tutta la sua decadenza, e nella sua chimerica parvenza. Potremmo andare in cerca del caff altrove, ma decidiamo di prenderlo dove siamo. Paghiamo e ritorniamo a perderci per le strade della citt, adesso percorse e attraversate da persone di tutte le et, tutte verso il saturday night di Praga. Man mano che ci dirigiamo verso il centro la vita aumenta sempre pi, mentre la citt muta pian piano i propri colori davanti al buio che progressivamente la inghiotte. Ci fermiamo davanti ad un centro commerciale, tipica struttura in vetro-cemento che tradisce il gusto dell'architettura per l'economicit di realizzazione. Le ragazze vanno chiss dove a cercare chiss che cosa, nonostante secondo gli accordi non sia giorno di acquisti; io e Petr ci facciamo un giro per la libreria, primo negozio subito dopo l'ingresso del trade center. Sugli scaffali finalmente si vedono libri di Kundera: Loro Kundera non lo conoscevano, mi aveva rivelato Lucilla in un'altra occasione. Petr l'ha scoperto quando gliene ho parlato io. Pensavo che loro lo conoscessero e lo considerassero uno dei pi grandi scrittori cechi, ma per loro invece sempre stato sconosciuto. Kundera scappato e si rifugiato in Francia, e i comunisti non hanno permesso la circolazione delle sue opere in Repubblica Ceca. Per questo non lo conoscono. Lo stanno scoprendo adesso. Adesso invece si trova in tutte le lingue: francese, tedesco, inglese e ovviamente ceco. Credo che Petr ne abbia letti gi diversi, anche per via di Lucilla. Passo in rassegna a libri dalla lingua incomprensibile e sconosciuta, e alla fine abbandono la libreria. Poco dopo mi raggiunge Petr. Le ragazze non si fanno attendere, e tornano con quello che stavano cercando. Possiamo andare, ci dirigiamo dove tra poco si suoner. La citt ormai ha indossato il vestito da sera, e si trova in un grande salone a cielo aperto con lampioni e insegne luminose a fargli da lampadario. Percorriamo strade dai negozi ormai vuoti, con vetrine illuminate l a ricordare ai passanti cosa li attender domani quando, una volta riaperti gli ingressi, potranno entrare. Vetrine e insegne si susseguono le une alle altre, finch non troviamo quelle del Rock Caf, il nostro locale. Come tutti i music club e tutti i posti notturni cechi che si rispettino, o almeno quelli in cui siamo stati, anche questo disposto su due livelli, con il secondo interrato. Si accede al locale con una piccola rampa di scala che scende: una volta dentro c' un lungo corridoio con tavoli sistemati

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Emiliano Biaggio - Pt zastvka: eska Republika lungo la parete di sinistra, intervallati e nascosti da colonne; sulla parete di destra si trova invece un bancone dove si serve da bere, e sopra di questo strumenti musicali di vario genere attaccati direttamente al muro. Alla fine del corridoio si accede ad una seconda stanza, fatta a 'elle': sulla sinistra si apre la scala che porta al piano interrato, dove suoneranno i tre gruppi che siamo venuti ad ascoltare, sulla destra si apre un altro spazio per tavolini, disposti su due file parallele che corrono da sinistra verso il fondo della piccola sala. A rendere particolare questa piccola sala sono i tavoli della prima fila, dalla forma di una cassa di chitarra elettrica. Alla pareti sono appese fotografie che hanno l'aria di rappresentare un reportage di qualche viaggio fatto in Africa chiss da chi, mentre il soffitto realizzato con strane forme in basso rilievo. Dopo aver pagato ed esserci presi il timbro epidermico di rito, scendiamo al piano di sotto. Qui si apre una sala con al centro divani, disposti in un ordine asimmetrico tale che lo spazio di passaggio tra i tavoli sembra essere un percorso labirintico. Tanto pi che i divani hanno schienali alti e lunghi cos da formare una sorta di muro. Dietro ai divani, in fondo alla sala, le porte con i due bagni, mentre sulla sinistra, all'inizio e alla fine del piccolo labirinto, le porte che immettono nella sala concerti. Questa un grande stanzone con un bancone sulla sinistra, subito dopo essere entrati, e il palco dalla parte opposta in fondo alla sala. In mezzo gli unici tavoli sono le mensole che corrono attorno all'intero perimetro dei pilastri che ci sono nella sala, con qualche sgabello per chi vuole gustare la musica seduto. Prendiamo le nostre birre e ce le andiamo a bere fuori, sui divani. Tra le due porte che immettono alla sala concerti, posta ai lati del labirinto, uno strano dipinto occupa la parete. Razzi spaziali, uomini seduti a tavoli deformati, strumenti musicali e poi ancora tazzine del caff dalle quali fuoriescono le parti terminali delle chitarre al posto del cucchiaino; e poi ancora chitarre elettriche da cui nascono alberi: tutte figure nere su sfondo bianco per un dipinto dall'enigmatico significato. Siamo in anticipo, e sorprendentemente c poca gente. Probabilmente dipende dal fatto che a salire sul palco sono band emergenti, e questo probabilmente fa s che non ci sia affollamento. Attendiamo linizio del concerto seduti sui divanetti, dopo aver ordinato quanto basta per ingannare il tempo che ci separa dallinizio del concerto e alimentare la sete di bere. C giusto il tempo di guardare il piccolo pubblico della serata arrivare alla spicciolata, e constatare una volta di pi come lappuntamento in programma non sia di quelli di cartello. La gente entra e Petr ci fa cenno di seguirla. Lo spettacolo sta per avere inizio. Nella sala in penombra solo poche figure a seguire la band che appena salita sul palco. E' un gruppo folk-rock che utilizza strumenti musicali tradizionali, alcuni sconosciuti. Uno di loro

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Emiliano Biaggio - Pt zastvka: eska Republika suona quella che ha l'aria di essere un cornamusa, probabilmente una gaida; lo stesso musicista impugna nel corso del concerto altri due strumenti mai visti prima. La musica scorre piacevole e veloce, e prima che possiamo rendercene conto il concerto finisce. Il programma prevede che ogni gruppo suoni per un'ora: tra l'uscita di scena di un gruppo e l'arrivo dell'altro c' il tempo per una sigaretta e risposare gambe e piedi gi affaticati sui divanetti all'esterno della sala. Poi si rientra: questa volta c' un quartetto tutto femminile, tutto grinta ed heavy metal. A questo segue un giovane complesso belga, da una performance buona ma che non impressiona. Lasciamo il Rock Caf per dirigerci a ikov, per quella che sappiamo essere la prossima e ultima tappa della nostra serata. La nostra meta il Palc Akropolis. Questo un palazzo multi eventi nel cuore del quartiere. Di giorno bar e ristorante, di notte teatro e discoteca. La musica come sempre arriva dal sottosuolo, dal piano interrato tipico dei locali praghesi, a questo punto underground nel vero senso del termine. Scese le scale si sviluppano lunghi corridoi, ai lati dei quali si trovano aperture che immettono o su altri corridoi o su piccole stanze appartate. Lungo il camminamento ogni tanto un tavolino isolato e alla fine del corridoio principale il bancone che serve alcoolici, con la pista da ballo subito davanti e l'area tavoli immediatamente sulla destra. Il posto pieno: giovani di ogni parte della citt sono venuti a ballare la musica da discoteca che accompagner i pi tenaci fino alle prime luci dell'alba. Troviamo un tavolo e lo facciamo nostro, quindi io e Petr ci dirigiamo al bancone per le ordinazioni Manu, gli ho chiesto anche un'altra cosa. La devi provare. Ah, ok. Cos'? Lo vedrai. Il barman ci pone davanti due bicchierini colmi di un liquido verde. Petr, ma hai ordinato assenzio? Assaggialo e dimmelo tu. Afferro il bicchiere e lascio che delle gocce del liquido entrino nella mia bocca, che immediatamente viene investita da un intenso senso di freschezza. Ma menta! Si. E' molto usata. Ogni ceco ne prende un bicchierino prima di tornare a casa. Serve a nascondere tutto quello che uno ha bevuto e fumato. Elimina ogni prova. Petr di fatto mi svela i trucchi del piccolo ceco, quello che deve nascondere ai propri genitori le prime sbornie e magari anche le prime sigarette. Trucchi che ogni buon tabagista conosce, a prescindere dalla nazionalit. Torniamo al tavolo, dove rimaniamo per tutto il tempo: la giornata

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Emiliano Biaggio - Pt zastvka: eska Republika passata a camminare unita ai tre concerti visti in piedi non consente, pur volendo, di scatenarsi in pista. Tutt'intorno ragazzi e ragazze: chi ride e chi scherza, chi beve, chi torna da un ballo, chi discute chiss di che cosa con un amico. E giovani donne che sorridono e gente che guarda con sorpresa chi, con il costume ancora indosso, arriva a godersi quel che resta della notte dopo aver messo in scena chiss quale spettacolo nel teatro dell'edificio. I discorsi cadono sul pi e sul meno: peccato che non ci sia Giovanni, che bello essere qui, chiss cosa ci riserva l'avvenire. Mentre la serata scivola via mi soffermo a chiedermi come mai non abbia mai condiviso avventure del genere con chi mi stato vicino in questi ultimi anni, e non posso fare a meno di tornare, con un pizzico con malinconia, con chi ho lasciato in luoghi distanti. Ma non tempo di malinconia: insieme ai miei compagni di viaggio torno a perdermi nella notte... ***** Anche la domenica si apre con un sole e un caldo tali da indurre a sgusciare dal letto in un lampo e correre in strada per godersi la splendida giornata. Bohemians 1905 Viktoria Pilzn rester unidea figlia dellalcool, un appuntamento dove non si andr: la citt offre talmente tanto da vedere che spendere del tempo ad assistere ad un incontro per il quale non si ha alcun interesse sarebbe doppiamente senza senso. Marianna ed io usciamo di casa, lasciando a Petr e soprattutto a Lucilla il tempo per svegliarsi come si deve. Noi ci dirigiamo al museo di arte moderna della Kampa, uno dei pi interessanti siti culturali di Praga. Per arrivarci dobbiamo passare per Ponte Carlo, dove ci fermiamo per fare acquisti. Abbiamo tutto il tempo che vogliamo, e stare per strada con questo tempo, su questo ponte, piacevole. I prodotti artigianali sono tanti e disparati, realizzati con materiali e tecniche diversi: per trovare quello che Marianna sta cercando percorriamo il ponte su e gi. Marianna mi chiede una mano per scegliere gli orecchini e i fermagli che deve comprare. Alla fine adotto la tecnica dei gusti opposti: quello che io non comprerei mai lo faccio prendere a Marianna. La aiuto a scegliere un fermaglio per capelli tra quelli che ha adocchiato. Per gli orecchini di Simona non ho bisogno di essere consultato perch Marianna conosce bene i gusti dellamica. Arriviamo al museo: il cortile ospita sculture in ferro che offrono un'anteprima di quello che aspetta il visitatore allinterno del sito. Il museo ospita le mostre permanenti di Frantiek Kupka e Otto Gutfreund, i pi importanti interpreti del cubismo e astrattismo ceco di inizio novecento. Le collezioni sono state donate da Jan e Meda Mldek, esuli cecoslovacchi fuggiti dal

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Emiliano Biaggio - Pt zastvka: eska Republika comunismo. I due hanno finanziato larte e al loro rientro in patria hanno donato le collezioni alla citt di Praga, che ha reso omaggio ai due benefattori con una targa, affissa all'ingresso della mostra, su cui riportata una frase di Jan Mldek: se la cultura di una nazione sopravvive, la nazione stessa sopravvive. Una frase che ben riassume quanto i cechi siano attaccati alle loro radici, quanto siano fieri e orgogliosi della propria cultura, quanto siano legati alla propria identit. Quanto vogliano che si conosca la storia di un Paese che agli stranieri appare solo nella sua parte superficiale: tutti sanno quanto sia particolare piazza San Venceslao e quanto sia meravigliosa Praga, ma ben pochi sanno che la prima scultura cubista apparsa in Europa di Otto Gutfreund. Le tele di Kupka catturano lattenzione pi delle forme di Gutfreund, soprattutto per via delle esplosioni cromatiche che provengono dalle superfici dei quadri: non c paragone con la mono tonalit spaziale delle sculture di Gutfreund che, in confronto, appaiono cupe e poco attrattive. La mostra si articola su pi piani e in diverse sale, in ognuna delle quali lasciato un quaderno per dare la possibilit al visitatore di lasciare commenti e disegni. Ovunque lasciamo traccia del nostro passaggio e approdiamo ad un grande salone che ospita unaltra mostra, questa volta di arte contemporanea di dubbio gusto. Anche questa unesibizione permanente, la collezione darte dellEuropa centrale, ma a noi interessa pi il terrazzo che si apre alla fine del salone: usciamo per ammirare il Vltava irradiati dai raggi solari, e goderci la fresca atmosfera di una domenica praghese. Marianna tira fuori loccorrente per la realizzazione di una sigaretta. Manu, me la chiudi tu? Confeziono la sigaretta a Marianna. Tieni. Da quanto hai smesso? Da un bel po'. Un anno e qualcosa credo, anche se i primi tempi qualcuna la fumicchiavo. Maaa, io impazzirei. E poi tu fumavi assai. Ha ha. E a lavoro come fai? Non fumo. Magari scendo a prendere un caff per spezzare, anche se non la stessa cosa. Ma il modo per perdere tempo si trova sempre, non ti preoccupare. Cambia solo il modo di perdere tempo. Ma adesso quando torni ricominci subito a lavorare? Anche pi di prima, perch inizio una nuova collaborazione. Ho approfittato di questa settimana perch mi rimasta disponibile. Ho chiesto di iniziare con loro a inizio marzo, cos da po-

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Emiliano Biaggio - Pt zastvka: eska Republika ter venire qui. O venivo adesso o non sarei mai venuto. In Olanda devi venire. Ti ospitiamo noi, ma devi stare da noi almeno dieci giorni. Almeno. Se posso ben volentieri, basta che me lo diciate per tempo. Piuttosto: a quando la partenza? La risposta che mi d Marianna la stessa che ho ricevuto la prima sera: la partenza sospesa in un limbo economico-finanziario di natura bancaria. La Carime sulla carta ha dato lok, ma senza soldi non si va da nessuna parte in questo mondo. Marianna contrariata. Lasciamo stare, va!. Rientriamo nel salone e completiamo il nostro tour tra opere che, almeno per quanto mi riguarda, inducono a chiedersi larte dove sia. Lasciamo il piano che ospita lesposizione e ci arrampichiamo per la scala che conduce sul tetto delledificio: a questo precluso laccesso, ma i responsabili della struttura hanno ricavato per il visitatore una piccola area a mo' di balconcino da cui si gode di una vista ancor pi bella di quella della terrazza sottostante. La visita del museo finita: ci godiamo il panorama e discendiamo verso il padiglione esterno, riservato alle mostre non permanenti. Noi abbiamo modo di visionare quella di Aija Zarina, pittrice lettone contemporanea dai tratti semplici ed essenziali che ricordano quelli di un bambino. Anche le didascalie che accompagnano i quadri fanno pensare a quella genuina ingenuit fanciullesca che si manifesta in quelle domande che solo i bimbi sanno porre. E il caso di Fly, opera in cui Zarina rappresenta una donna su un prato circondata da uccelli, e nella didascalia chiede a chi guarda perch non sappiamo volare al di sopra delle sofferenze? A chi mai dovremmo domandare come si fa a vivere in pace e in armonia? Agli uccelli, forse? Non me ne vogliano Petr e i cechi, ma di tutto quello che ho visto nel museo la mostra di Aija Zarina quella che indubbiamente mi piaciuta di pi. Sar perch un tipo di comunicazione artistica pi semplice da recepire, sar perch per la prima volta nella mia vita ho avuto modo di conoscere un esponente culturale della Lettonia, o sar perch che quel modo di disegnare e di interrogarsi per un attimo hanno risvegliato ricordi di uninfanzia meravigliosa e lontana. Lo lascio scritto sul quaderno lasciato per i commenti dello spettatore, mentre Marianna risponde al telefono che tutto dun tratto inizia a squillare. Lucilla e Petr sono arrivati. Sono qui fuori. Quando si dice il tempismo: il resto della compagnia sopraggiunge esattamente nel momento che coincide con la fine della nostra visita. Petr e Lucilla non si presentano per a mani vuote: ci portano un vassoio con dei pasticcini, che mangiamo seduti ad un tavolo allestito in un piccola zona ristoro proprio fuori lingresso del museo della Kampa. Dopo la breve pausa, si va via tutti insieme. Dove lo sa sicuramente Petr, forse Lucilla: sta di

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Emiliano Biaggio - Pt zastvka: eska Republika fatto che si lascia la Kampa e si va a prendere un autobus. Questo ci lascia davanti ad un palazzo signorile tutto bianco e rosso, con un giardino immenso sul retro ed un labirinto di siepi di fianco. Questo il castello di Troja, ci dice Petr. Era la residenza di qualche re ceco?, gli chiedo No, n re n principi vivevano qui. Ci viveva qualche nobile aristocratico. Pi che un castello una sorta di reggia di Versailles in piccolo, una villa come solo i nobili potevano permettersi. Il castello si presenta come un vasto complesso di edifici e giardini: il nucleo del complesso un grande palazzo a tre ali, schiacciato tra un padiglione staccato dal resto delledificio le vecchie scuderie e forse i vecchi alloggi della servit e il parco che si estende sul retro. Noi entriamo nello spiazzo che si apre tra il palazzo e il padiglione staccato, per dirigerci allentrata delledificio bianco e rosso. Una volta dentro due guide piuttosto anziane e con poca conoscenza dellinglese ci fanno attendere seduti su una panchina la fine della visita del gruppo che ci precede. Una volta terminata, possiamo anche noi camminare per gli stanzoni della villa nobiliare. Ogni stanza piena di affreschi, sulle pareti come sul soffitto. Per lo pi i dipinti raffigurano scene di caccia che ricordano la ricchezza e lestrazione sociale della casata giacch solo i ricchi potevano permettersi il lusso di andare a caccia e la storia della famiglia narrata per allegorie. Tutto allinterno rimasto comera nel XVII secolo, mobilie incluse. Facciamo un salto nel passato, mentre passiamo in rassegna sala dopo sala, tra porcellane e ritratti di famiglia. Scopriamo che alcuni dipinti sono opera degli italiani Francesco e Giovanni Marchetti, pittori nostrani a noi noti quanto quelli del barocco ceco. La sala pi bella senza dubbio quella ospita un unico grande affresco che celebra la vittoria di Lepanto: il dipinto, che estendendosi per tutti e quattro i lati fin sopra il soffitto arriva a coprire lintera superficie muraria della stanza, ha come obiettivo quello di celebrare limperatore e mettere in risalto la fedelt della casata agli Asburgo. Oltre la grande sala affrescata si trova un pannello che riassume la storia della villa: realizzata tre il 1679 e il 1685, era la residenza del conte Vclav Vojtch di ternberk, uno dei nobili pi influenti di Praga e appartenente ad una delle famiglie nobili pi antiche della citt. Opera barocca, la realizzazione della casa venne affidata a Jean Baptiste Mahey, architetto francese che decise di modellare la casa sullo stile di una villa romana. Il risultato quello che ancora oggi si pu ammirare, con una villa che non castello n vera e propria reggia ma che ha pur sempre un suo fascino. Allesterno si apre il parco e il labirinto fatto di siepi, di quelli che si conoscono per averli visti

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Emiliano Biaggio - Pt zastvka: eska Republika nei film o averli letti su qualche libro. Logico che si finisca col perderci per il tracciato che labirintico non per via del ciclo delle stagioni: non essendo ancora primavera le siepi sono tutte arbusti spogliati del loro verde, cosicch possibile distinguere i cerchi concentrici del labirinto attraverso il groviglio di piante in attesa di germogliare. Poco importa: completiamo il nostro giro e torniamo verso il giardino. Ci sediamo sul ciglio della fontana e restiamo per un attimo a contemplare la maestosit e lo sfarzo del complesso, quindi ci rimettiamo in moto per tornare in citt. Lasciamo il castello di Troja, camminando per un strada che costeggia il Vltava: la villa nobiliare si trova sullaltra sponda del fiume, che attraversiamo per un ponte pedonale che conduce su uno degli isolotti naturali in mezzo al possente corso dacqua. Nonostante il gorgogliare del fiume e il brusio della gente che affolla il camminamento sospeso tra cielo e acqua, un rimbombo di tamburi attira la nostra attenzione. Guardiamo gi: sotto di noi, sulla riva del Vltava, un gruppetto di persone suona djembe e beve birra in attesa che le braci del barbecue facciano il loro dovere. Resto a guardare per un attimo quelle figure in lontananza, e dun tratto in quello scorcio intravedo qualcosa di famigliare: uno specchio dacqua che riflette la luce della luna, i riverberi delle luci della notte sulla superficie increspata del lago, pietre sulla riva accarezzate dai flutti che si esauriscono dolcemente su una terra popolata da giovanili figure dalle identit celate nel buio. Delle risa, e da dietro un albero un accordo di chitarra: tenebre tuttaltro che inquietanti, vita ed allegria allombra di unoscurit mai cos amica. Manu Una voce mi chiama da non so dove, forse dietro quegli alberi che fanno da cassa di risonanza ad una chitarra dai toni intimi. Manu... La luna di colpo perde il suo pallore e si tinge di rosso, trasformando il buio della notte nei colori del crepuscolo; lo specchio dacqua da immobile che era riprende a scorrere possente nel suo alveo, il suono della chitarra sfuma e al suo posto si odono i tam tam dei tamburi, mentre le risa vengono sovrastate dalle voci dei passanti, estranei alla vista e alludito. Manu, vieni si o no? AhSiArrivo Perch ti sei fermato? No, nienteStavo solo guardano quelli che si stanno facendo la grigliata Lisolotto un punto di raccordo tra le due sponde del fiume, e inevitabilmente diventa un punto

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Emiliano Biaggio - Pt zastvka: eska Republika di transito di molta gente. In tanti popolano l'isola, che ospita un maneggio, un piccolo ippodromo e un bar per la gente di passaggio. C' anche un gigantesco cavallo in legno che riproduce il famoso cavallo di Troia, del resto a pochi metri di distanza c' la reggia che ne porta e ne ricorda il nome. Oltrepassata l'isola e attraversato l'ultimo ponte pedonale ci si ritrova nel bel mezzo di un'area verde che il parco di Havlkovy Sady, uno dei pi estesi ed importanti della citt. E' il parco di Vinohrady, questa zona della citt, inizia a dirci Petr. Come potete intuire Vinohrady ha a che fare con il vino. Infatti qui nel XIV secolo Carlo IV fece adibire l'intera area a vigneto. Poi a distanza di secoli i vigneti sono stati rimossi e al suo posto stato creato il quartiere di Vinohrady, con case e con giardini. E con aree verdi, come questa. Il parco frequentato e vissuto dai praghesi, che vengono qui per evadere dalla citt e tuffarsi nella natura: ci sono ragazzi che sfrecciano sui rollerblade, facendo attenzione a non intralciare i ciclisti e chi invece ha deciso di venire nel parco per fare jogging; ancora giovani mamme spingono passeggini per i viali del parco dove qualcuno passeggia e qualcun altro invece legge un libro seduto sulle panchine disseminate qua l lungo il selciato, mentre intorno, distesi sull'erba, cittadini dalle voglie campestri fanno mostra del picnic avuto qualche ora prima. In questo paradiso verde smeraldo l'eco della citt arriva lontana e indistinta, anche se il centro urbano l, implacabile, a poca distanza. C' un po' di agitazione adesso perch il comune di Praga vuole convogliare il traffico della citt attraverso il parco, ci dice Petr. Prima le automobili in circolazione erano poche, ma adesso sono aumentate a ritmi vertiginosi e quindi il traffico diventato un problema. Hanno pensato di deviarlo per il parco, e sembra che alla fine lo facciano passare sotto quest'area verde. L'idea quella di scavare un tunnel. Potete immaginarvi una cosa del genere?! Gente che corre o che pedala per il parco con un unico grande tubo di scappamento che immette direttamente sul parco stesso. La nuova classe dirigente della Repubblica Ceca dimostra di avere la stessa lungimiranza di qualsivoglia governo occidentale, e una volta di pi non si pu fare a meno di mettere a confronto il vecchio regime con il nuovo: i comunisti, sempre da quello che spiega il nostro amico, hanno realizzato gi a partire dal dopoguerra una rete tranviaria che permette di raggiungere ogni angolo della citt. Anche il parco di Vinohrady raggiungibile col tram, che ferma in mezzo al viale principale del parco stesso. Adesso invece in nome del libero mercato si d grande impulso a mezzi ben pi inquinanti che andranno a contaminare irrimediabilmente

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Emiliano Biaggio - Pt zastvka: eska Republika aree verdi. Il parco muta al calar della sera, con le chiome degli alberi dalle tinte sempre pi scure. La fine del giorno sopraggiunge con la nostra stanchezza, che prevale su ogni sorta di volont. Per questo la nostra meta casa, dove potersi concedere anche quel pasto che oggi venuto a mancare. Torniamo dunque a Flora, per stenderci e avviarci con calma al momento della cena. Una volta in camera Petr accende il televisore per seguire il notiziario, e ci suggerisce di prestare attenzione. Petr, non capiamo il ceco. Non avrete bisogno del ceco per capire. Limitatevi a guardare. Le parole di Petr risuonano enigmatiche ma non ci prestiamo troppa attenzione, probabilmente ci prende in giro. Ma subito dopo cambia il canale, dove va in onda un altro telegiornale con le stesse immagini passate sullo schermo pochi istanti prima. E' lo stesso servizio? Si. Ed lo stesso servizio che viene passato su tutte le reti, nazionali e private. Forse capiamo male: spieghiamo a Petr che anche in Italia sovente un servizio girato per il TG di un canale viene prestato al TG di un altro canale della stessa azienda. Qui non c' nessuna differenza tra reti di stato e private prosegue Petr anche perch di fatto non c' differenza tra pubblico e privato. Chi al governo, e quindi chi controlla le reti di stato, lo stesso che detiene il possesso delle reti private. Tutto standardizzato, l'informazione la stessa per tutti. Le notizie vengono riportate allo stesso modo. E' come i giornali. Vedi? Le stesse immagini, la stessa voce: lo stesso servizio per tutti i telegiornali. Capisco finalmente a cosa alludeva Petr quando pochi giorni fa mi disse che mi avrebbe fatto vedere. Verrebbe da chiedere se questo il cambiamento che i cechi volevano, ma sarebbe una domanda priva di senso: non conta quello che poteva essere, ma ci che e che non stato. E qui di promesse fatte e mai mantenute se ne contano a milioni. In cosa sono dissimili i comunisti e i nuovi leader? In poco, e la libert che questo Paese sognava e sperava di avere solo rinchiusa in una cella pi confortevole. ******

Luned, giorno di acquisti. Ma anche dei primi preparativi per il rientro. Per la prima volta da

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Emiliano Biaggio - Pt zastvka: eska Republika quando siamo qui torniamo con la mente in Italia, con tutte le annesse seccature. Riprendiamo perci a dedicarci alla nostra colazione, per meglio gustare la mattina che si affaccia alla finestra con tutto il suo splendore. I ritmi sono lenti, in fin dei conti per oggi non ci sono programmi particolari: doccia, compere, pranzo con Petr e poi pomeriggio libero ancora per lo shopping. Usciamo da casa per dirigerci verso il centro: l le nostre strade si separano. Le ragazze se ne vanno da H&M, mentre io me ne vado per le vie e i vicoletti del centro. Percorro le stradine che si dipanano attorno alla piazza della citt vecchia e alla torre dell'orologio astronomico, per sfuggire agli italiani e cercare per quelle viuzze nascoste qualche tesoro lontano da occhi indiscreti. E di negozietti carini indubbiamente ce ne sono, tutti artigianali. Chi produce ceramiche, chi borse e foulard, chi marionette in legno. Quando si pensa alla Repubblica Ceca di solito si tende a pensare a birre o ai cristalli di Boemia: il che vero, ma un'altra grande particolarit del Paese l'antica tradizione per le marionette. Fatte tutte rigorosamente a mano, vengono intagliate nel legno, poi dipinte e infine vestite con abiti cuciti e ricamati dagli stessi artigiani. Ci sono marionette di tutti i tipi e di tutte le dimensioni, tutte dai prezzi considerevoli. Esco dal labirinto di stradine per tornare verso piazza San Venceslao, alla ricerca di francobolli che possano ricordare agli amici dei giorni migliori che nonostante tutto c' sempre il tempo per ricordarsi degli altri. Torno verso il teatro statale di Praga, per mischiarmi tra la gente intenta ad osservare i banchi del mercato e per percorre le strade retrostanti la piazza della citt vecchia. Ho giusto il tempo di tornare al luogo del nostro appuntamento, non prima di essermi scontrato con la realt italiana. Ahooooo...Vi qqua, t'ho detto..Nun me fa strill.. piglit' sunn'? Stabbuon', ah! Tutt'intorno un parlare di dialetti famigliari, per quanto poco noti. C' anche un gruppetto di ragazzi che parla un dialetto stretto che sembra essere siciliano. Tutti gridano, si chiamano come fossero al mercato rionale. Accelero per arrivare prima alla piazza, per fuggire da una realt a tratti irritante. Ma una volta giunto davanti al monumento a Jan Hus trovo un nutrito gruppo di ragazzi e ragazze intenti chi a giocare a palla, chi a fare trenini danzanti, con gente che strillando redarguisce chi gioca dove non si potrebbe mentre gli improvvisati calciatori rispondono per le rime. Aggiro il monumento con tutto quello che l si sta consumando e scorgo le ragazze. So, did you get what you were looking for?

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Emiliano Biaggio - Pt zastvka: eska Republika Si, mi fa Marianna trionfante mostrando una busta. A dire il vero non proprio, ma non si pu mai uscire a mani vuote da H&M. Questa la regola. I see. What did you buy? Una splendida maglia a strisce. Ma perch parli in inglese? Just look around, watch and listen to: too much italians. And what italians! I don't want to be recognised by Czechs. Di fatto iniziamo a parlare in inglese prima ancora dell'arrivo di Petr. A parte la maleducazione dell'italiano medio la vita sulla Staromstsk nmst, la piazza della citt vecchia, sembra scorrere normalmente come tutti i giorni, con una folla di turisti a decorare la gi di per s splendida piazza. Ma a ben vedere si capisce che c' qualcosa che anima ancor di pi l'assolato spiazzo: troupe televisive e anziani in divisa, tutti sotto il balcone di Palazzo Kinsk, l'edificio sede della galleria nazionale. L sopra, tra le bandiere nazionali e gli stemmi della citt e della regione di Praga, qualcuno monta microfoni per quello che si annuncia un discorso pubblico alla cittadinanza. Uh, oggi l'anniversario della presa del potere dei comunisti in Repubblica Ceca, dice a voce alta Lucilla. E' vero: il 25 febbraio di sessant'anni fa la Cecoslovacchia, con una manovra politica voluta da Mosca, cadde nella morsa comunista. Quel comunismo che avrebbe dovuto traghettare il Paese dal passato asburgico ad un futuro di libert avrebbe finito per rivelarsi una nuova dominazione forse ben peggiore. Adesso mi tornano in mente le parole di Petr: In Repubblica Ceca per poco tempo vuol dire per sempre. Ciao raga: la cadenza slava con cui Petr pronuncia quelle parole italiane annuncia il suo arrivo prima ancora di vederlo uscire dal ministero e raggiungerci. Lui non affatto sorpreso dei preparativi in corso, conosce bene la storia del suo Paese per non sapere che giorno oggi. Cos ci guida al ristorante dove abbiamo mangiato un paio di giorni fa. Questa volta la casa serve una zuppa di verdure e carne, delicata e leggera, ma niente a che vedere con quella all'aglio. La scelta successiva una normale carne con patate fritte, ma solo perch stata Petr a suggerirla. Mi dice che un piatto tipico molto in voga, che viene consumato nel giro di pochi minuti senza troppi complimenti. La vera sorpresa forse l'insalata di Lucilla, farcita con yogurt. Il sapore particolare: si distingue con la neutralit dell'insalata, ma poi si mischia e si confonde con gli altri ingredienti. Una sorta di piccola insalata russa, ma resa meno persistente dall'assenza della maionese.

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Emiliano Biaggio - Pt zastvka: eska Republika Allora, Manu...Anche tu vai da H&M?, mi chiede Petr. No, ma solo perch non mi serve niente. Altrimenti ci sarei andato, lo sai... Certo, lo so, mi dice sorridendo. Cosa farai allora? Un giro per la citt. Magari torno al castello, ancora non so. Ma star in giro. Posso suggerirti qualche museo... No, grazie. Preferisco fare due passi, stare all'aperto. E' gi tempo di andare. Petr torna al suo lavoro, mentre noi usciamo alla ricerca di un caff. Ci rechiamo in piazza, dove un uomo sul balcone sta arringando alla folla. Uh, Topolanek, esclama Lucilla. Immortaliamo il premier ceco e ci dirigiamo verso il bar della galleria nazionale, che per chiuso. E' chiuso per via di Topolanek? E' chiuso perch luned, risponde Lucilla. La galleria chiusa tutti i luned. Fammi pensare dove possiamo andare... Mi parlavi dei caff letterari. Perch non andiamo in uno di quelli? Ah, giusto. Lucilla ci porta alla Stone Bell House, edificio del XIII secolo e ricostruito nel secolo successivo che si trova alle spalle di palazzo Kinsk e della chiesa di Santa Maria di Tn. Il caff non segnalato, non ci sono insegne ad indicarne l'esistenza, cosicch quando Lucilla spalanca una porta che come tante si affaccia sulla strada il locale sembra sbucare dal nulla. Si capisce immediatamente che quello in cui siamo non una caffetteria come tutte le altre: ragazzi che studiano sui tavolini e scaffali ripieni di libri trasmettono subito il carattere culturale del locale. Al suo interno vengono organizzate mostre, come quella sul retro, in fondo al locale, alla quale il pubblico normale non ammesso non capisco per quali ragioni. E' una zona riservata, e noi non facciamo parte degli addetti ai lavori. Tant': ci sediamo al tavolino in attesa che il cameriere venga a prendere le nostre ordinazioni. Il caff piccolo e accogliente. costituito da una zona centrale che si estende per lungo. Subito davanti all'ingresso ci sono due piccoli tavolini, mentre sulla destra uno scaffale con dei libri occupa la parete, davanti alla quale c' un terzo tavolo. I due lati sono chiusi, per cui si procede sulla sinistra: lungo tutta la stanza sono sistemati gli altri tavolini, tutti in legno: sul fondo c' il bancone, alla cui destra si apre una porta che immette sul retro, dove vengono organizzate le mostre. Procedendo verso il bancone, sulla sinistra un'apertura conduce alla libreria, che lavora come vero e proprio negozio di libri. Qui i testi sono

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Emiliano Biaggio - Pt zastvka: eska Republika solo acquistabili: quelli consultabili si trovano sui ripiani degli scaffali disseminati per il locale. Un secondo scaffale si trova proprio lungo il piccolo corridoio che immette alla libreria. La caffetteria riceve la luce dalle finestre e dalle portefinestre che si affacciano sul cortile interno del palazzo, dove d'estate allestita la sala esterna. Sul lato d'ingresso invece non vi sono finestre, cosicch quello che non pu filtrare dall'esterno viene compensato con l'illuminazione interna, essenziale. Intorno a noi c' chi consuma t, chi beve una birra, chi discute di chiss cosa. C' anche un ragazzo straniero che cerca conquiste con una giovane donna, forse straniera anche lei. Pi in l, su uno dei due tavolini di fronte alla porta d'ingresso, una ragazza studia manuali e quaderni zeppi d'appunti. Nel vederla studiare mi dico che se fossi stato un praghese avrei preparato i miei esami universitari qui. Lucilla ci confida che uno dei suoi sogni quello di aprire un locale dove poter mettere in scena spettacoli, allestire mostre e dare modo a chiunque voglia di potersi esprimere. L'idea non male, anche perch le idee difficilmente fanno male. Solo il tempo sapr dire quale progetto prender corpo tra le tante fantasticherie che affollano le nostre menti. Consumiamo il nostro short coffee e torniamo in strada. Fuori ci dividiamo ancora una volta. Le ragazze vanno per chiss quale negozio, mentre io torno a passeggiare per le strade di Praga, quelle gi percorse e ripercorse. Ma del resto ogni strada un tesoro: solo per fare un esempio bisognerebbe camminare a testa in su per vedere tutte le pregiate decorazioni dei palazzi liberty della citt. Per questo mi aggiro per vie gi all'apparenza note, per poterle rivedere e cercare di scoprire ogni particolare sfuggito le volte precedenti, qualsiasi cosa che possa permettere di scoprire meglio il vero volto della citt. Perch Praga non quella delle cartoline, o almeno, non solo quella. E fatta di storia e cultura, di cibo, stili e modi di vivere per noi estranei e forse proprio per questo pi affascinanti. Gadget di serie animate che non vedremo mai, pranzi che non verranno mai preparati, automobili di tempi mai conosciuti, libri di fiabe frutto di tradizioni lontane e misteriose scritti in una lingua del tutto estranea, botteghe dove il tempo sembra essersi fermato: Praga anche questo. Una citt racchiusa tra scaffali e vetrine, nuovi gioielli e antichi tesori; terra di castelli e re sullo specchio di un fiume, laboratori e bistrot affacciati su scorci caratteristici. Una citt, come tutte le citt, dai mille volti e dagli infiniti aspetti. Alcuni nascosti, altri quasi dimenticati, ma tutti ancora l dove sono sempre stati, tutti da ricercare e da scoprire. Dalla nostra parte la fortuna di avere una guida come Petr, cui si aggiunge Lucilla che suggerisce posti che lhanno colpita prima di noi. Ci aiuta, e non poco, a conoscere la citt in ogni suo posto e in ogni suo angolo, ma soprattutto a svelare la storia e le storie che qui si dipanano.

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Emiliano Biaggio - Pt zastvka: eska Republika Passeggio per le vie del quartiere ebraico, zona che ricorda l'incontro e lo scontro tra culture, per riaffacciarmi davanti al Vltava e al mondo che esso separa dalla sponda su cui mi trovo. Lo contemplo in lontananza, cercando di memorizzare l'ubicazione esatta di ogni singolo tetto, e di tenere a mente il paesaggio che offre la citt. Quindi torno sui miei passi e, pian piano, torno al luogo dell'appuntamento. Sulla Staromstsk nmst tutto ormai finito, e gli anziani in divisa parlano tra loro e ai passanti, ricordando, come sempre fanno gli anziani, le storie di ieri. Non devo attendere molto per ricongiungermi a Lucilla, Marianna e Petr. Con loro proseguo per il giro della citt. Sai Petr? Prima abbiamo visto il tuo primo ministro. Dove? Su quel balcone. Parlava alla folla, ma non so cosa stesse dicendo. Topolanek? Sei sicuro? Gli mostro la foto scattata poco fa. E' lui? Si, lui. Ma in teoria doveva essere a Washington per un incontro con Bush. E cosa diceva?. L'unica parola che ho capito Komministika, o gi di l. Credo che stesse dicendo peste e corna dei comunisti. Si, immagino. Sai come funziona: ognuno legge la storia a modo suo. Quando c'erano i comunisti dicevano che ci avevano liberato dai tedeschi e che ci avevano reso liberi. Adesso loro dicono che il comunismo stata la nostra vera prigionia e che non ha prodotto nulla di buono, e che adesso siamo finalmente liberi. Domani cosa ci diranno? Che oggi eravamo ancora prigionieri? Ok, prima non potevamo decidere cosa fare, che politica avere, ma almeno il popolo poteva fare qualcosa, poteva farsi sentire. Adesso invece questa nuova classe dirigente ha in mano il Paese, i mezzi di informazione, il controllo della popolazione e la gente non pu fare nulla. Prendi la storia delle installazioni radar: sono solo due persone a discuterne. Negoziano in nome dei propri interessi e non tengono conto di quello che vuole la popolazione. Dicono che abbiamo acquistato la vera libert, ma non siamo liberi di decidere su nessuna questione importante riguardante il nostro Paese: loro riescono ad essere anche peggio dei comunisti. Le parole proferite da Petr non hanno bisogno di commenti. Se poi si aggiunge che Petr non un comunista n un nostalgico del passato, il suo sfogo lascia ancor pi senza parole. Ha laria preoccupata Petr ogni volta che parla della sua terra, e quando ti senti dire che lattuale classe dirigente even worse than communists c' poco da dire: indubbiamente qualcosa, e forse

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Emiliano Biaggio - Pt zastvka: eska Republika anche pi di qualcosa, non va. Le apparenze vengono meno e quel luogo di castelli, guglie e statue principesche che si credeva essere uscito fuori da chiss quale fiaba torna a vestire i panni che sono propri del mondo reale, un mondo che lascia ben poco spazio a fiabe o storie a lieto fine. Un mondo di uomini che guardano all'avidit e al denaro anzich all'uomo e all'umanit. Un mondo dove, nonostante tutto, c' ancora chi riesce a vivere per le cose semplici, come incontrarsi e ritrovarsi per stare insieme. E insieme proseguiamo ad attraversare quel luogo che, sotto le prime luci crepuscolari che ne inondano le vie, torna a vestire quell'atmosfera unica che merita solo di essere respirata e vissuta, lasciando alla birra che ci aspetta i discorsi sul passato e lavvenire... Camminiamo per le strade della citt, tra passanti, negozi e vetrine. E' una di queste che attira l'attenzione di Lucilla: Uhhh, Krteek! Che?! Krteek, ripete indicando una talpa di peluche esposta in una delle tante vetrine. E' il personaggio di uno dei pi popolari disegni animati per bambini. Petr mi ha fatto vedere qualche episodio. Nonostante questa talpina sia legata al passato, la sua popolarit non sembra essere stata intaccata dall'avvento dei cartoons occidentali. Gadget di ogni tipo raffiguranti Krteek affollano la vetrina, segno che resistenza culturale ceca ancora forte. Oltrepassiamo la porta della polveri e ci ritroviamo di fronte ad un edificio arabeggiante dai mille colori: la Jeruzalemsk synagoga, edificio che dona alla citt un aspetto di antico oriente. A fianco, una vecchia bottega come ormai non ce ne sono pi vende t e caff. Tempo: a volte sembra fermarsi, scorrere assai lentamente, come per queste piccole botteghe testimonianza di periodi passati; altre volte invece sembra un vortice che tutto risucchia inesorabilmente. Per noi, adesso, il tempo d quest'ultima impressione. Questa settimana gi prossima all'archiviazione: domani a quest'ora sar tutto finito. ******

Pt zastvka:.... Lo speaker dell'autobus annuncia l'arrivo a destinazione, anche se dobbiamo attendere che inizi a sputare parole in inglese per capire che dobbiamo scendere.

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Emiliano Biaggio - Pt zastvka: eska Republika Prossima fermata: Terminal due. Da questo terminal partiranno voli per: Danimarca, Francia, Germania, Spagna, Portogallo, Italia, Regno Unito... Raccogliamo i bagagli sparsi per l'autobus sovraccarico di valigie, facendoci largo tra gli zaini e i borsoni affastellati ovunque e i loro proprietari, con Praga ormai lontana. Della citt non c' pi traccia fuori dal finestrino: solo gli autobus di linea pronti a partire dai loro capolinea ricordano al visitatore che da qualche parte c' la capitale cui appartiene l'aeroporto. Il 119 rallenta, compie un'ultima virata prima di affiancarsi alla banchina e arresta la sua corsa: l'automezzo si ferma e, dopo pochi istanti, spalanca le porte. Usciamo con le nostre valigie, entriamo in aeroporto e cerchiamo sugli schermi il nostro punto d'imbarco. Sbrighiamo il check-in: il resto solo attesa, tra occhiate fugaci alle vetrine dei negozi dell'aeroporto e un ultimo caff per ingannare il tempo. Quindi lo speaker annuncia l'apertura del nostro gate, e andiamo ad imbarcaci. I motori vengono accesi, si avverte il rombo. Le hostess sbrigano le loro procedure che precedono il decollo, poi l'aereo inizia la sua corsa contro la legge di gravit: rulla sulla pista, si inclina e infine si stacca del tutto dal suolo. Mi affaccio dal finestrino: la terra scivola sotto i nostri piedi, mentre case e automobili si fanno sempre pi lontani e indistinti. S: questo viaggio finito.

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Emiliano Biaggio - Pt zastvka: eska Republika

Indice

Presentazione...............................................................................................................pag. 3 Brno, ovvero primo viaggio in Repubblica Ceca........................................................pag. 5 Ritorno a Praga............................................................................................................pag. 22

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