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gennaio/febbraio 2014

Spedizione in A.P. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n 46) art. 1, comma 1, DCB (Bologna) - Bimestrale n.1/2014 anno XXIII/BO - 2,00

Un nuovo anno con il piano di Lewis e Colli, gli archi del Belcea e la Franz Liszt Chamber Orchestra

Musica Insieme vara le rassegne dedicate allAteneo e alla contemporanea

The Peasant Girl: Viktoria Mullova e lanima gitana della musica

Musica a Bologna - I programmi di Musica Insieme


Editoriale
Save the date di Fabrizio Festa Universal Music Group - Mirko Gratton Note di viaggio di Elisabetta Collina

SOMMARIO n. 1 gennaio - febbraio 2014


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Imprenditoria e cultura

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Musica Insieme in Ateneo


Serenate e paesaggi vocali di Anastasia Miro

MICO - Musica Insieme COntemporanea Interviste

Gabor Boldoczki di Bianca Ricciardi Federico Colli - Paul Lewis di Cristina Fossati Belcea Quartet di Alessandro Di Marco Viktoria Mullova di Fulvia de Colle

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Il profilo

Modest Musorgskij di Giordano Montecchi Capolavori in citt di Maria Pace Marzocchi Bruxelles - Bruges - Gand 27-30 marzo 2014

I luoghi della musica

I viaggi di Musica Insieme

Il calendario Per leggere


di Chiara Sirk

I concerti gennaio / febbraio 2014

Le pagine multicolori di Bortolotto, Werfel, Bonacchi

Incontri sonori: Mullova, Meneses-Pires, Blechacz


di Lucio Mazzi
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Da ascoltare

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MUSICA INSIEME

In copertina: Viktoria Mullova e The Matthew Barley Ensemble (foto Nick White)

EDITORIALE

SAVE THE DATE


23 e 28 gennaio, due date da ricordare. Il perch semplice: prendono il via due iniziative che per Musica Insieme rappresentano da sempre la testimonianza del nostro modo dintendere lattivit di operatore culturale. Stiamo parlando di Musica Insieme in Ateneo e di Musica Insieme COntemporanea, giunte rispettivamente alla diciassettesima e alla nona edizione. Sono numeri che contano. Vogliono dire, infatti, che non si trattato di eventi sporadici, di rassegne nate per seguire magari la moda del momento o unintuizione, oppure sullonda di un malinteso senso del marketing. Al contrario, n dalla loro progettazione sono state immaginate come il naturale corollario ad unattivit concertistica, I Concerti di Musica Insieme appunto, che gi di per s non volevano essere un mero contenitore, solo un palcoscenico su cui ospitare artisti di chiara fama. E con uno scopo preciso: dare maggior vigore a quellidea di formazione del pubblico, che riteniamo debba essere uno dei motori dellazione culturale, tanto pi se questa va ad inserirsi in unidea ampia ed evoluta di cittadinanza. Di conseguenza, proprio gli studenti universitari, in una collaborazione che ci vede ormai partner consolidato dellUniversit di Bologna, abbiamo sempre pensato dovessero essere al centro dellattenzione di chi fa della cultura la propria impresa, guardando peraltro al futuro. Lo studente di ieri il pubblico di oggi; lo studente di oggi sar il pubblico di domani. Ed un pubblico formato, consapevole, un pubblico che abbia maturato una sua coscienza critica un pubblico che passer nel tempo il suo testimone, generazione dopo generazione. Daltronde, la cultura e larte non possono essere trattate come fossero prodotti usa e getta, da consumare senza neppur leggere letichetta, e poi dimenticare. Anzi, parlare di consumo culturale, come si fa troppo spesso in questi nostri anni, gi implica una nozione transeunte e inconsistente dellarte e della cultura stesse. Musica Insieme non ha mai immaginato di proporsi ad un pubblico di meri consumatori. Come invece dimostra lapprezzamento degli artisti che si alternano sul nostro palcoscenico, abbiamo sempre pensato che far musica signicasse condividere unesperienza, condivisione che si sarebbe allargata ad una consapevolezza sempre pi matura ed ampia persino del proprio essere membri di una comunit. Quindi, gli studenti da un lato, la musica dei nostri giorni dallaltro, sono itinerari necessari per arricchire tale esperienza e magari farla diventare, anno dopo anno, un piccolo, ma signicativo, pezzo di storia della nostra citt, sempre guardando al futuro.

LOratorio di San Filippo Neri gremito durante un concerto di MICO 2013

Fabrizio Festa

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MUSICA INSIEME

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IMPRENDITORIA E CULTURA

UNIVERSAL MUSIC GROUP

Grandi nomi, spazio ai giovani e al panorama italiano: Mirko Gratton, Direttore della Divisione Classica e Jazz di Universal Music Italia, ci svela le sue carte vincenti
Universal Music rappresenta etichette importantissime, spesso leggendarie per la storia della discograa, da Archiv a Deutsche Grammophon o Decca, fondate peraltro con grande uto da inventori, imprenditori e costruttori di strumenti: oggi che i download e Youtube imperversano, quali sono secondo lei le nuove strade da percorrere, o viceversa i ritorni allantico che premiano?

Novit e tradizione

niversal Music Group riunisce oggi le principali case discograche dedicate alla musica classica, raccogliendo leredit di etichette che hanno collaborato con interpreti leggendari, da Karajan a Michelangeli, da Del Monaco alla Tebaldi, e con grandissimi compositori del secolo scorso, come Bernstein e Britten. Con il 40% di share del mercato mondiale, lavora con artisti del calibro di Pierre Boulez, Alfred Brendel, Cecilia Bartoli, Riccardo Chailly, Maria Joo Pires, Stefano Bollani, Lang Lang, solo per citarne alcuni. Attraverso la costante attenzione alla qualit, lampio spazio lasciato a nuovi grandi talenti e il recupero di incisioni storiche, Universal Music Italia (ramo italiano, appunto, del gruppo) affronta la crisi, registrando addirittura un ampliamento del mercato nel settore classico, come ci racconta il Direttore della Divisione Classica e Jazz, Mirko Gratton.

a ritmi importanti, ed presumibile che entro un paio di anni rappresenter una percentuale rilevante nel cosiddetto mercato classico. Inoltre c ancora una grandissima fetta di appassionati legata al cd cosiddetto sico, anche grazie al fatto che i prezzi dei cd di catalogo sono scesi notevolmente. Oggi si possono trovare cofanetti con incisioni anche importanti, che arrivano a costare anche intorno ai due euro a cd, e sono molto apprezzati.
Come descriverebbe la situazione della discograa oggi, in particolare in Italia, e quali sono, nel vostro ambito, le strategie messe in campo per arginare la crisi economica?

La musica classica fatica ancora a trovare la sua strada nel mercato del download digitale per tante ragioni. Innanzitutto i portali non sono quasi mai studiati appositamente per lappassionato di musica classica e presentano spesso problemi di tracciabilit dei brani ricercati; inne c un problema di qualit e di velocit del download e di necessit di materiale esplicativo di accompagnamento che non stato ancora completamente superato. Ci detto, lo scarico digitale sta aumentando

Mirko Gratton

La strada scelta da Decca e Deutsche Grammophon da sempre quella di insistere: rmare gli artisti migliori, senza compromessi nella qualit, e sviluppare nuovi talenti, investendo risorse notevoli per metterli nelle condizioni di esprimere al meglio il loro talento. A questo, in molti paesi, ed in particolare in Italia, abbiamo afancato una intensa produzione locale, sia creando un vero e proprio roster (in Italia abbiamo contratti con una trentina di artisti, ed abbiamo realizzato, con grande soddisfazione, numerose incisioni, fra cui quelle con Abbado, Chailly, Bollani, Bahrami, Prosseda, Cascioli, Baglini, Dego, e tanti altri), sia assemblando cofanetti con incisioni internazionali a prezzi competitivi, che stanno incontrando un notevole gradimento da parte del pubblico. Quello appena trascorso stato un anno particolarmente importante per noi, tanto che alla ne di ottobre 2013 il repertorio classico cresciuto dell80% e oltre rispetto allanno precedente. Una grande soddisfazione, in tempi di grande crisi generale, che ci spinge a fare sempre di pi e a migliorarci.
Dal suo punto di vista privilegiato, qual a suo avviso il prolo del-

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MUSICA INSIEME

lascoltatore medio della classica, ovvero quali gli orientamenti principali nellacquisto di musica in Italia?

avuto lonore di ospitare il suo debutto discograco con un recital chopiniano per letichetta Decca).
Quali sono invece gli artisti storici di Universal? Ha qualche ricordo particolare?

difcile dirlo, e gli studi sono molto lacunosi in proposito. Sicuramente non c un unico prolo: c uno zoccolo duro importante, formato da grandi e piccoli collezionisti, a cui va il nostro ringraziamento, e che cerchiamo sempre di soddisfare con produzioni di alta qualit, ma anche una fetta notevole di giovani, e meno giovani, che con piacere scoprono quanto la musica classica in realt possa essere bella, e addirittura trendy. Limportante indirizzare questo nuovo pubblico ed aiutarlo a distinguere la qualit. Il cd non un pezzo di metallo, ma ci che contiene: come una tela, che ha poco valore in s, ma che assume valori diversi se dipinta da Tiziano o da un pittore dilettante. Non molto diverso da quello che succede per una Stagione concertistica, credo.
Com nata e come si caratterizza la sezione Crossover, un ambito a cui anche Musica Insieme sta dando spazio nelle ultime Stagioni?

UNIVERSAL MUSIC GROUP


Presidente

CARTA DIDENTIT

Crossover un termine che non amo molto, anche perch stato svuotato del suo signicato originario per metterci di tutto. Di fatto dovrebbe essere un progetto che travalica il suo target tipico, o il suo ambito di riferimento originale, andando in territori diversi: quindi il classico che deborda nel pop, o viceversa, per fare un esempio, creando commistioni il pi possibile geniali. Trovo invece che molto spesso sia solo una scorciatoia per integrare nellambito classico progetti astrusi, o addirittura di pessimo gusto. Bisogna stare attenti. Ci sono senzaltro esempi di grandissima qualit: ad esempio Ludovico Einaudi, un antesignano nella ricerca di nuovi percorsi, ed a questi che dobbiamo guardare.
Quanto spazio d oggi Universal ai talenti emergenti?

Quando si parla di una casa discograca storica come la nostra ci sono centinaia di artisti da citare, e davvero farei torto ricordando qualche nome singolo. Lavoro da ventotto anni per questa azienda e ho avuto la fortuna di incontrarne tanti: forse questo il lato pi bello del mio lavoro. Mi permetto di citare il solo Georg Solti, avendolo incontrato per la prima volta a Bologna, la vostra citt, nel 1986, quando fu invitato per i festeggiamenti dellUniversit. Grande uomo: la sua stata una generazione con storie drammatiche alle spalle, che mi ha fatto riettere tantissimo su concetti come libert, ricchezza, intelligenza, e che aveva avuto la fortuna di conoscere di persona compositori come Strauss, Rachmaninov, Bartk. Come dimenticare i racconti di Bolet su Rachmaninov, o di Solti su Strauss, ad esempio? Di recente mi sono impegnato personalmente a mantenere vivo il ricordo dellarte di questi personaggi storici, inaugurando una linea di cofanetti antologici a prezzi accessibili, che sta ottenendo un grandissimo successo: sembra incredibile, ma nomi come Solti, Davis, Bolet, Mengelberg, Arrau, Ozawa, rischiano di sparire dagli scaffali dei negozi di dischi. Sarebbe una perdita incolmabile per le giovani generazioni. Abbiamo appena inaugurato una pagina su Facebook, Classical Collections, che promuover proprio queste raccolte storiche.
Quali sono i progetti pi importanti a cui sta lavorando in questo periodo?

Lucian Grainge

Tantissimo spazio. importante per mantenere una medietas, senza correre dietro a meteore. Per fortuna Universal ha saputo mantenere un equilibrio fra nuovo e antico, e i giovani che lanciamo hanno sempre cose importanti da dire: mi vengono in mente, per fare due recenti esempi, i pianisti Jan Lisiecki o Daniil Trifonov (questultimo di fatto scoperto proprio da noi in Italia, visto che abbiamo

Le novit nel periodo natalizio sono tante. Se proprio devo fare una scelta, direi le Sinfonie di Brahms dirette da Chailly, le Invenzioni e Sinfonie bachiane, interpretate da Bahrami, Tu scendi dalle stelle, il disco natalizio interpretato da un tenore molto particolare come Frate Alessandro, il concerto di Dvor k con la Mutter ed il recital di debutto su Deutsche Grammophon di Daniil Trifonov. Ci stanno dando enormi soddisfazioni anche due mega-progetti italiani: la serie di cd sulla musica sinfonica di Nino Rota, diretta da Grazioli, e lintegrale dei concerti per violino di Viotti davvero bellissimi con Rimonda.

Universal Music Group storicamente leader nel mercato discografico classico con le sue etichette Deutsche Grammophon e Decca (nella quale confluito da alcuni anni limportante catalogo Philips Classics), a cui vanno aggiunti marchi ad esse collegati, come Archiv Produktion, LOiseauLyre, Argo, London, Mercury Living Presence, fino ai recentissimi Panorama e Mercury Classics. impossibile elencare in maniera esaustiva il roster artistico di queste etichette: praticamente tutti gli artisti pi celebri hanno registrato o registrano per le etichette Universal. Cos Deutsche Grammophon la casa di nomi indimenticabili del passato come Karajan, Boehm, Fricsay, Kleiber, Bernstein, Michelangeli, Kempff, ma anche di Abbado, Pollini, Zimerman, Pires, Netrebko, Accardo e tantissimi altri, mentre Decca, a fianco di nomi storici come Pavarotti, Del Monaco, Tebaldi, Bergonzi, Simionato, Solti, Bolet, Britten, Richter, Szeryng, Arrau e Carreras, vanta la presenza nelle sue file di artisti come Chailly, Ozawa, Ashkenazy, Hogwood, Bartoli, Fleming, Florez. Fra i talenti recentemente lanciati dalle due etichette si segnalano Trifonov, Lisiecki, Beczala, Nezet-Seguin, Karadaglic, Dudamel e Yuja Wang. Attente ai giovani artisti, oltre che alle grandi star, Decca e Deutsche Grammophon recentemente hanno dedicato particolare attenzione al panorama italiano (sia ad artisti nati in Italia, che a giovani stranieri che hanno eletto il nostro paese come luogo principale per la loro attivit): sono stati siglati importanti contratti con Prosseda, Romanovsky, Dego, Baglini, Cascioli, Ashkar, De Maria, Lifits, Dindo, Tchakerian, Carbonare, Griminelli e tanti altri. Da segnalare a questo proposito il particolare successo delle incisioni di Ramin Bahrami, che per 4 volte si affacciato nella classifica pop dei dischi pi venduti, e della coppia ChaillyBollani, che con Rapsodia in blue ha stabilito un record di vendite e di permanenza nelle classifiche, conseguendo lambitissimo Disco di platino.

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MUSICA INSIEME

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MUSICA INSIEME IN ATENEO

La XVII edizione della rassegna che Musica Insieme, in collaborazione con lUniversit, dedica agli studenti dellAteneo bolognese, visiter idealmente cinque paesi in cinque concerti, affidati a straordinari talenti del panorama odierno di Elisabetta Collina
certo, rivolgendosi per cos dire ad un pubblico del futuro, ossia a quegli studenti la cui preparazione musicale sempre pi afdata allimpegno autodidattico, ad una felice casualit familiare, o alla propria passione individuale. La longevit di questo progetto dimostra quanto fu giusta quellintuizione. Nel 2014 Musica Insieme in Ateneo giunge infatti alla sua diciassettesima edizione: i cinque concerti che avranno luogo da gennaio ad aprile (offerti come sempre agli studenti ed al personale dellUniversit di Bologna) allAuditorium del Laboratorio delle Arti di Piazzetta Pasolini (ovvero in uno dei molti cuori pulsanti del mondo universitario bolognese) hanno tutti una parola chiave. Se la scorsa edizione era stata dedicata ai migliori frutti dellalta formazione italiana, il viaggio, geograco quanto temporale, regger le la dei concerti in programma per il 2014, portandoci dalla Francia allUngheria, dalla Russia allInghilterra, alla Germania, ed esplorando quei repertori che hanno caratterizzato dal Seicento ad oggi levoluzione della musica e del suo strumentario (dalla viola da gamba al clarinetto, dal piano solo al quartetto darchi, allensemble da camera). Ecco quindi lapertura, gioved 23 gennaio, con un programma tutto francese, afdato allEnsemble Sezione Aurea, compagine che riunisce artisti dediti allesecuzione del repertorio europeo del XVII e XVIII secolo, utilizzando strumenti musicali e relative messe a punto per quanto pi possibili vicini non solo per et ma anche per territorialit alla genesi del repertorio indagato. A guidarlo, uno straordinario violinista come Luca Giardini, perfezionatosi nella prassi esecutiva storica e spesso ospite di ensemble di rilievo, tra cui Accademia Bizantina, la Venexiana, The Orchestra of the Age of Enlightenment. Accanto al

Note di viaggio

2014 gioved 20 marzo Leonardo Colafelice pianoforte


Musiche di Kurtg, Bartk

2014 gioved 20 febbraio Quartetto Lyskamm

Musiche di Ferrabosco I e II, Vaughan Williams, Finzi, Warlock, Jacob

2014 luned 7 aprile Andrea Massimo Grassi clarinetto

Musiche di Rachmaninov, Prokofev, Stravinskij

Michael Flaksman violoncello Anna Quaranta pianoforte

Musiche di Schumann, Brahms in collaborazione con Centro La Soffitta Dipartimento delle Arti

violino, il clavicembalo di Federica Bianchi, perfezionatasi con Gordon Murray e premiata in numerosi concorsi nazionali ed internazionali, ed uno strumento
Lingresso a tutte le manifestazioni della rassegna gratuito per gli studenti ed il personale docente e tecnico amministrativo dellUniversit di Bologna; gli inviti possono essere ritirati presso la sede dellURP in Largo Trombetti n. 1 la settimana precedente ciascun concerto (Luned, Marted, Mercoled e Venerd dalle 9 alle 12,30; Marted e Gioved dalle 14,30 alle16,30). Il giorno del concerto, tutti i cittadini potranno ritirare gli inviti ancora disponibili, recandosi allURP negli orari di apertura.

Andrea Massimo Grassi

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MUSICA INSIEME

Foto Marco Borggreve

rmai diciassette anni fa, Musica Insieme varava uno dei primi accordi in Italia tra una fondazione privata e unistituzione accademica: di concerto, letteralmente in questo caso, con lUniversit degli Studi di Bologna, nasceva cos Musica Insieme in Ateneo, con il preciso scopo di avvicinare allarte dei suoni il pubblico studentesco attraverso appuntamenti dai programmi vari e stimolanti, introdotti da conversazioni a carattere divulgativo. Il tutto era mosso dallintento di offrire un ulteriore momento formativo che andasse ad afancare e arricchire lesperienza del con-

2014 gioved 23 gennaio Ensemble Sezione Aurea 2014 marted 4 febbraio Orchestra da Camera
Musiche di Rameau, Royer, Couperin, Marais, Leclaire

Laboratori delle Arti /Auditorium (Piazzetta Pier Paolo Pasolini 5/b) ore 20,30

CALENDARIO 2014

del Collegium Musicum Almae Matris Carlo Tenan direttore

Orchestra da Camera del Collegium Musicum Almae Matris

affascinante la cui storia strettamente legata alla letteratura musicale francese (ed i cui fasti si sono rinnovati nellultimo ventennio anche grazie a star come Jordi Savall ed a pellicole come Tutte le mattine del mondo di Alain Corneau): la viola da gamba, afdata a Rosita Ippolito, a sua volta ospite di importanti formazioni specializzate nellesecuzione della musica antica. Marted 4 febbraio si riconfermer la tradizionale presenza in cartellone della compagine del Collegium Musicum Almae Matris, diretta per questoccasione da Carlo Tenan, con un programma che ci porter invece in Inghilterra, unInghilterra che sembra riettere su se stessa, dal Seicento delle pavans o delle variazioni sullIn nomine della liturgia, al Novecento che a sua volta riprende e rilegge con sguardo moderno le antiche forme e melodie (come Alman, o lintramontabile Greensleeves). Uno sguardo ben riassunto dalle parole di uno degli autori in programma, Peter Warlock: La musica non n moderna n antica: c tuttavia della buona o della cattiva musica, ma la data nella quale fu scritta non ha nessun signicato. Le date ed i periodi storici hanno senso solo per gli studenti di storia della musica... tutta la musica antica stata moderna al tempo in cui fu scritta E tutta la buona musica, di qualsiasi periodo, senza tempo. Continuiamo a scorrere il

cartellone, ed ecco che il viaggio di Musica Insieme in Ateneo prosegue alla volta dellUngheria e della Russia, chiamando a renderne testimonianza altri straordinari talenti, al loro debutto a Bologna. In Ungheria ci porter infatti (il 20 febbraio) il Quartetto Lyskamm, formatosi sotto la guida dellArtemis Quartett presso lUniversit delle Arti di Berlino, vincitore di numerosi premi, tra cui il Concorso Internazionale di musica da camera Guido Papini 2009, ed ospite del Festival Mito come della Societ del Quartetto di Milano. Nel suo impaginato, due autori fondamentali per il loro paese, e per il Novecento musicale tout court: Bla Bartk e Gyrgy Kurtg. In Russia ci guider invece (il 20 marzo) uno strabiliante artista appena diciottenne, quel Leonardo Colafelice che nel 2012 ha portato a casa il Primo Premio al Concorso Chopin di Szafarnia, e che nella stagione in corso gi invitato ad esibirsi in Europa e Stati Uniti, con lOrchestra dei Pomeriggi Musicali di Milano e con la Aarhus Symphony Orchestra danese. Per lui pagine di grande impegno tecnico, come le Variazioni Corelli di Rachmaninov, le Visions fugitives di Prokof ev, e la potenza bruitistica dei Tre Movimenti da Petruka di Stravinskij. Il concerto conclusivo, luned 7 aprile,

sancisce a sua volta una collaborazione ormai consolidata com quella con il Centro La Softta Dipartimento delle Arti dellUniversit di Bologna, e lo fa ospitando un ensemble raro quanto affascinante come il trio di clarinetto, violoncello e pianoforte, rispettivamente con Andrea Massimo Grassi, Michael Flaksman e Anna Quaranta, che si alterneranno in pagine di Schumann e Brahms, per concludere il concerto con il Trio di questultimo per linsolito organico appunto di clarinetto, violoncello e pianoforte. Tutti i concerti saranno aperti, com ormai tradizione, da conversazioni introduttive tenute dai docenti e dagli stessi artisti sul palco, nello spirito di divulgazione e formazione del pubblico che da sempre contraddistingue limpegno di Musica Insieme. Musica Insieme in Ateneo si realizza grazie al fondamentale contributo di Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna, cui si aggiunge la partnership tecnica di SOS Graphics.

Leonardo Colafelice

MICO - Musica Insieme COntemporanea 2014

Da gennaio a maggio, la nona edizione di Musica Insieme COntemporanea presenta i ritratti di Grisey e Maderna, e un trittico dedicato alla voce doggi di Anastasia Miro

Serenate e paesaggi vocali


n percorso, dal titolo davvero suggestivo di Paesaggio voce, articolato in tre concerti e dedicato alla vocalit moderna e contemporanea, e due concerti-ritratto, due omaggi che ci guideranno negli universi sonori di altrettanti compositori, certo molto diversi tra loro sia nella personalit sia nella produzione, ma entrambi pietre miliari nel cammino della musica del secondo Novecento. Stiamo parlando di Grard Grisey (scomparso proprio al limitare del secolo scorso, nel 1998, cui dedicheremo il concerto dapertura, il 28 gennaio) e Bruno Maderna, di cui ricorrevano nel 2013 i quarantanni dalla morte (e che ricorderemo nella serata conclusiva del 16 maggio). Queste le chiavi dascolto della nona edizione di Musica Insieme COntemporanea. La sede quella gi rodata dellOratorio di San Filippo Neri, sotto i riettori quello che ormai a tutti gli effetti lensemble residente della rassegna: il FontanaMIX. Dunque, con Ritratto Grisey che sinaugurer MICO 2014, con ci proseguendo nella serie di Ritratti che lensemble realizza da ormai diversi anni intorno ad importanti compositorno a questa, tre pagine particolarmente idonee a dar testimonianza della sua poetica: il Prologue per viola sola (1976), Charme per clarinetto (1969) ed inne la sua rilettura dei Lieder di Hugo Wolf per voce ed ensemble, ultimata nel 1997. Solisti il mezzosoprano Marie Luce Erard, Valentino Corvino alla viola e Marco Ignoti al clarinetto. A dirigere il FontanaMIX uno dei suoi fondatori: Francesco La Licata. Maderna Srnade il titolo, poi, dellultimo concerto, un progetto presentato lo scorso dicembre alla Cit de la Musique di Strasburgo e che, grazie allincontro (voluto e sostenuto dal Festival Suona Francese/Italiano) fra lEnsemble Accroche Note e il FontanaMIX, vuol mettere in luce il pi autentico spirito maderniano: gioia di fare musica insieme, insaziabile curiosit per i differenti linguaggi musicali e autentica passione per tutte quelle istanze innovative di cui inne fatta la tradizione. Attorno alle tre Serenate di Bruno Maderna che costituiscono il fulcro del programma, i due ensemble presenteranno quattro nuovi lavori di Paolo Aralla, Igor Ballerau, Gilberto Cappelli e Marco Antonio Perez Ramirez, dedicati alla gura del maestro veneziano. I tre appuntamenti centrali hanno invece, come accennavamo pi sopra, il titolo suggestivo di Paesaggio Voce. La voce, infatti, al centro dei programmi di queste serate. La voce impegnata in pagine che hanno segnato la storia della musica moderna e contemporanea, come nel concerto del 13 febbraio, quando ascolteremo le esperte Monica Bacelli e Valentina Coladonato impegnate nelle celeber-

Monica Bacelli

tori del panorama internazionale (ricordiamo fra gli altri Wolfgang Rihm, George Crumb, Ivan Fedele, sino a Soa Gubaidulina e George Aperghis, protagonisti della scorsa edizione 2013). Questanno la scelta (che rientra nellambito del progetto Suona Francese) caduta dunque su Grard Grisey. Al centro del concerto, interamente costituito da sue partiture, una delle pi impegnative composizioni del musicista francese: Vortex Temporum, portato a termine nel 1996. In-

Ensemble Accroche Note

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MUSICA INSIEME

rime Folk Songs di Luciano Berio, ma anche nella pi rara Kantrimusik di Mauricio Kagel, in un impaginato dov messa in primo piano la relazione fra le nuove espressioni della vocalit e il patrimonio delle tradizioni vocali del folklore. Se infatti le undici Folk Songs di Berio rappresentano una vera e propria traduzione, ora lirica ora vivace e divertita, di melodie genuinamente popolari, Kantrimusik, eseguita per la prima volta durante le Donaueschinger Musiktage nel 1975, intreccia due soggetti: musica dalla campagna e musica sulla campagna, ovvero musica folklorica e sinfonia pastorale. Ma non un montaggio di citazioni da entrambe, n si tratta di quadri idilliaci, racconta lo stesso Kagel. Gli otto movimenti e sette intermezzi di questa pastorale attinta a diversi paesi rifuggono infatti ogni facile montaggio di citazioni popolari o quadro idilliaco, come conclude Kagel: Ogni volta che i compositori hanno steso le loro memorie della vita in campagna, laspetto aneddotico e illustrativo del linguaggio musicale ha avuto il sopravvento. Ora che possiamo inserire materiale sonoro concreto, abbiamo lopportunit di fare sintesi diverse fra naturalismo, impressionismo ed espressionismo veristico. Il 25 marzo, poi, afdato al soprano Livia Rado e sotto la direzione di Marco Angius, ecco proposto per Paesaggio Voce II quel Pierrot Lunaire di Arnold Schoenberg, rapida-

Musica Insieme COntemporanea CALENDARIO 2014


2014 marted 28 gennaio FONTANAMIX ENSEMBLE

Oratorio di San Filippo Neri (Via Manzoni 5) ore 20,30

Marie-Luce Erard mezzosoprano Valentino Corvino viola Marco Ignoti clarinetto Francesco La Licata direttore
RITRATTO GRISEY Musiche di Grard Grisey

13 FONTANAMIX ENSEMBLE
febbraio 2014 gioved
PAESAGGIO VOCE I Musiche di Kagel, Berio

Monica Bacelli voce Valentina Coladonato voce Francesco La Licata direttore

Valentino Corvino

25 FONTANAMIX ENSEMBLE
marzo 2014 marted

Livia Rado soprano Valentino Corvino violino Marco Angius direttore


aprile 2014 mercoled

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PAESAGGIO VOCE II Musiche di Ghisi, Maderna, Schoenberg

Iris Lichtinger voce e flauti dolci Chiara Telleri oboe Eva Zahn violoncello Walter Zanetti chitarra Marco Angius direttore

16 ENSEMBLE ACCROCHE NOTE


maggio 2014 venerd

PAESAGGIO VOCE III Musiche di Evangelisti, Maderna, Sarto, Gervasoni, La Licata

FONTANAMIX ENSEMBLE Franoise Kubler voce Giovanni Hoffer corno Francesco La Licata direttore

mente assurto a pagina simbolo della trasformazione di un mondo, e non solo in senso musicale. Il Pierrot, stravolgente capolavoro della vocalit da camera del Novecento, verr qui proposto accanto alla prima esecuzione italiana di Abroad (per voce, strumenti ed elettronica, su testi di Pessoa) del giovane compositore Daniele Ghisi, il cui lavoro si peraltro gi fatto strada nei teatri di tutta Europa. Terzo appuntamento dellitinerario Paesaggio Voce, il 16 aprile: un appuntamento nel quale verranno proposte le prime esecuzioni assolute di opere di Nicola Evangelisti e Andrea Sarto, mentre in prima italiana saranno presentate pagine di Stefano Gervasoni e Francesco La Licata, tutti brani caratterizzati dal rapporto fra la voce (in questo caso quella di Iris Lichtinger) e un particolare strumento solista.

MADERNA SRNADE Musiche di Maderna, Aralla, Perez Ramirez, Cappelli, Ballereau

ACQUISTO BIGLIETTI

Eva Zahn e Sofia Gubaidulina durante le prove del concerto del 7 aprile 2013 di MICO

I biglietti saranno in vendita presso lORATORIO DI SAN FILIPPO NERI (Via Manzoni, 5 Bologna), il giorno del concerto a partire dalle ore 19.

PREZZI: Posto unico 10. Abbonati Musica Insieme, studenti Universit e Conservatorio 7.

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LINTERVISTA

GABOR BOLDOCZKI
Considerato lerede ideale del grande Maurice Andr, il trombettista ungherese si esibir il 13 gennaio in un capolavoro assoluto di ostakovi, al fianco dei connazionali della Franz Liszt Chamber Orchestra di Bianca Ricciardi
mio rapporto con il pubblico sempre la cosa pi importante, mi piace comunicare con le persone che frequentano i concerti e condividere con loro la mia esperienza musicale.
Quale potrebbe essere secondo lei un compositore del passato o del presente da riscoprire?

Il canto degli ottoni

ra i pi brillanti artisti della sua generazione, Gabor Boldoczki si imposto a livello nazionale giovanissimo, aggiudicandosi a 14 anni il Primo Premio del Concorso Ungherese di tromba, e poco pi tardi ha ricevuto la propria consacrazione internazionale, con la vittoria al Grand Prix de la Ville de Paris, la pi importante competizione in assoluto per il suo strumento. Esibitosi insieme alle pi prestigiose orchestre nei teatri di tutta Europa, nel 2013 stato insignito del Franz Liszt Honor Prize, la pi alta onoricenza del Ministero della Cultura Ungherese.
Come nata la sua passione per la musica e in particolare per il suo strumento?

La mia passione per la musica iniziata davvero molto presto. Mio padre era un insegnante di strumenti a ato, e quindi mi ha incoraggiato n da piccolo ad imparare a mia volta a suonare uno strumento. Cos ho iniziato a studiare il pianoforte a otto anni, e un anno dopo mio padre mi ha regalato una tromba. Mi sono subito trovato a mio agio con questo strumento, e ho studiato molto insieme a lui. Il giorno del mio ventesimo compleanno, ho vinto il terzo premio al Concorso Internazionale di tromba di Ginevra, ed stato in quel momento che ho deciso di diventare un musicista di professione.
Quali sono stati i suoi maestri pi importanti, non solo dal punto di vista musicale?

Amo molto la musica di Fazil Say, specialmente il suo Concerto per tromba che ho avuto lonore di suonare in prima assoluta nel 2010 al Festival di Mecklenburg Vorpommern; un musicista eccezionale e un grande amico. Sono anche molto emozionato perch Krzysztof Penderecki comporr unopera per me. Credo che sia molto importante incoraggiare i compositori contemporanei a scrivere nuove opere per tromba, in modo che il repertorio vada via via espandendosi.
Come descriverebbe i suoi partner nel concerto per Musica Insieme?

Suoner a Musica Insieme con i miei connazionali della Franz Liszt Chamber Orchestra; un ensemble eccezionale, che proprio questanno celebra il cinquantesimo anniversario dalla sua fondazione. A noi si unir uno straordinario solista come Alexander Romanovsky, ed insieme suoneremo il Concerto di ostakovic in do minore per pianoforte, tromba e archi.
Vuole descriverci questo Concerto di ostakovic , che peraltro rappresenta un unicum nel repertorio?

Sicuramente mio padre ha esercitato una grande ispirazione su di me nel mio processo di crescita, oltre ad inuenzare la mia carriera come musicista. Un altro importante maestro stato Reinhold Friedrich, professore di tromba al Conservatorio di Karlsruhe. Era nella giuria dellARD Music Competition di Monaco e del Concorso Internazionale Maurice Andr di Parigi, quindi in seguito ho deciso di studiare con lui; un musicista fantastico, un bravo maestro e una persona davvero affettuosa.
La sua attivit concertistica la porta ad esibirsi in tutto il mondo; come descriverebbe il suo rapporto con il pubblico nei tanti paesi in cui invitato a suonare?

Secondo me semplicemente un capolavoro. In origine era stato composto per essere un concerto per tromba e orchestra, mentre il pianoforte venne aggiunto durante il processo di composizione per farne un doppio concerto. Si tratta di unopera ricca di sentimento e di momenti di contrasto fra latteggiamento satirico dellautore e la sua profonda malinconia; unopera che amo davvero molto suonare.
La tromba uno strumento che nella classica possiede un repertorio non sterminato, ma ricco di capolavori: quali sono a suo avviso i must per tromba solista?

Tenere concerti in tutto il mondo mi riempie davvero di grande soddisfazione. Il posto in cui preferisco in assoluto esibirmi sempre il teatro dove ancora mi devo esibire che sia il Musikverein di Vienna o una piccola sala. Il

Non ci sono cos tante opere per tromba, come ce ne sono per il pianoforte, ma ci sono molte possibilit di ampliare il repertorio grazie alle trascrizioni e alla musica dei compositori contemporanei. Il mio ultimo cd, Tromba Veneziana, un album di trascrizioni di Vivaldi che ho registrato con lensemble Cappella Gavetta; Vivaldi ha scritto solo un concerto per tromba, cos ho arrangiato una selezione dei suoi lavori per altri strumenti. Questa esperienza mi ha dato la possibilit di cantare con il mio strumento. Amo suonare queste opere accanto al repertorio classico per tromba, e non vedo lora di condividere questi pezzi con il pubblico durante il mio prossimo tour.

Foto Marco Borggreve

INTERVISTA DOPPIA

FEDERICO COLLI - PAUL LEWIS


DallItalia allInghilterra, due raffinati interpreti ci presentano il loro programma per Musica Insieme, raccontandoci anche, con profondit e passione, la loro filosofia artistica di Cristina Fossati
riet. Questo compositore non ha scritto molte opere e mor molto giovane, ma quello che ci ha lasciato straordinario. Federico Colli: La musica contemporanea come un enorme calderone nel quale necessario (necessario perch possibile) far luce, portando a galla le opere pi meritevoli. Scrivere musica oggi limpresa pi ardua e paradossalmente pi banale mai immaginata. Rifuggendo ogni accademismo, ogni preconcetto, sono le libere idee a dover inverarsi nella musica, i pensieri di ordine losoco e storico a dover parlare, pensieri che trovano nellarte oggi pi che mai il loro pi grande accomunamento. Ritrovo questi temi fondamentali nella musica di un mio caro amico e mentore: Alberto Bonera.
Quali sono stati i vostri pi importanti punti di riferimento (non solo dal punto di vista musicale)?

Al di l del suono

l primo, inglese, ha calcato i palcoscenici delle pi prestigiose sale da concerto dEuropa e doltreoceano, sebbene il suo nome resti particolarmente legato alla Wigmore Hall di Londra dove apparso in pi di 40 occasioni, suonando con le principali compagini, dalla London Symphony Orchestra alla Los Angeles Philharmonic, dai Wiener Symphoniker alla Australian Chamber Orchestra. Il pubblico bolognese lo ricorder di certo per le sue apprezzatissime interpretazioni schubertiane, che lo hanno visto protagonista fra laltro della rassegna dedicata al compositore viennese per Musica in Santa Cristina 2011/12. Il secondo bresciano, ma in Inghilterra ha avuto la sua grande consacrazione, aggiudicandosi il 1 Premio con Medaglia doro Daw Aung Sun Suu Kyi al Leeds International Piano Competition nel 2012: nella Town Hall di Leeds, registrato dal vivo da BBC Radio 3 e BBC Four, ha suonato il Quinto Concerto di Beethoven con lOrchestra Sinfonica Hall di Manchester diretta da Sir M. Elder. DallItalia allInghilterra, Paul Lewis e Federico Colli si raccontano in questa intervista in cui emergono due personalit diverse per formazione e sensibilit, ma con una caratteristica comune: un sincero, spontaneo legame con il pubblico che li ascolta.
Nei vostri ricordi, qual stato il pi bel concerto (suonato o ascoltato)?

Paul Lewis: Questa una domanda troppo difcile! Un concerto che mi ha impressionato davvero molto stato quello di Benedetti Michelangeli che andai a sentire alla Barbican Hall di Londra quando avevo 14 anni. Quella fu davvero una grande occasione per me. Federico Colli: Sono spiritualmente molto legato ai concerti tenuti da Sokolov nel Teatro della mia citt. Ricordo, quasi sei anni fa, una sua interpretazione della Sonata in do minore di Schubert: ero seduto sulle scale del teatro, entrato di soppiatto, ogni antro era zeppo di pubblico. Ricordo limpressione che mi rese incapace di alzarmi, lincredulit di fronte a tale chiarezza di libert e di idee. stato un concerto che mi ha trasgurato e rivelato.
Qual a vostro avviso un compositore del passato o del presente da riscoprire?
Foto Sarah Ferrara

Paul Lewis: Nellultimo periodo ho lavorato sulla Sonata per pianoforte di Julius Reubke, e credo che sia un lavoro che meriterebbe una maggiore noto24

Paul Lewis: La mia famiglia; mi ha sempre aiutato a rimanere con i piedi per terra. Federico Colli: Sono molto legato ai miei amici defunti, che purtroppo non ho mai conosciuto: Bach mi insegna il timore dellAssoluto, Mozart la semplicit mai frivola, Beethoven la bramata disda nei confronti del Cielo, Liszt la vacuit delle troppe parole, Schumann la fortunata meraviglia con cui interpretare il magma che ci muove. Insomma, sono gli amici con cui condivido la mia quotidianit. A volte rispondono, a volte mi consigliano. Sono pieno di gratitudine per ogni persona che ha saputo darmi qualcosa di buono, donarmi qualche seme che nella mia anima, col tempo, germogliato. La mia prima insegnante, Anita Battioni, che ha fatto della musica un gioco infantile mai noioso; il mio primo Maestro, Sergio Marengoni, che mi ha traghettato dalla fanciullezza alle porte della maturit; Konstantin Bogino che mi insegna la sofferenza, la solitudine e la stremante abnegazione quotidiana sullo strumento; Boris Petrushansky, che mi insegna le idee; Enzo Restagno, che come una lanterna dalla luce mai oca mi consiglia e mi sprona in ogni ambito della mia vita professionale; Franco Scala, che mi insegna la saggezza del saper vedere lontano; Marian Rybicki, che ha creduto in me in un momento difcile della mia vita musicale; Pavel Gililov, che mi insegna larte della diplomazia.
Federico Colli

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MUSICA INSIEME

Paul Lewis: Parlare con qualcuno che ha assistito a un tuo concerto e vedere che stato trasportato dalla tua musica in maniera totalmente sincera. Questo il premio pi grande. Federico Colli: Siamo perennemente insoddisfatti di noi stessi: per questo, troviamo nella nostra volont la forza di voler sempre essere migliori di quel che gi siamo. I premi sono segni che confermano di essere sulla giusta strada. Le parole si conservano sempre nel cuore: in Polonia, lo scorso giugno, dopo un concerto molto rafnato con musiche di Mozart e Schubert, un ragazzo non vedente si avvicina a me dicendomi: Grazie Maestro, ascoltandola mi parso di poter vedere nuovamente davanti ai miei occhi immagini colorate.
C unopera pianistica a cui siete particolarmente legati, e se s per quali motivi?

Paul Lewis: Tutto quello che suono, non sono in grado di scegliere unopera sola. Federico Colli: Sicuramente Gaspard de la Nuit di Ravel. Lo studio di questopera stato per me formativo e totalizzante: ho imparato che le opere non sono creazioni esterne alla nostra anima, ma diventano parte integrante del nostro destino; ho imparato a dialogare e accettare le inquietudini e i demoni che abitano dentro il cuore di un artista; ho imparato che, per fare di questi capolavori unopera darte, necessario che la propria vita sia essa stessa unopera darte.
Maestro Lewis, il programma che presenta per Musica Insieme traccia una storia del pianoforte da Beethoven a Busoni, con opere che hanno rivoluzionato sia luso dello strumento che la concezione formale: quali sono gli aspetti pi interessanti che ha voluto mostrare in questa antologia musicale?

Paul Lewis
renze fra il pubblico anglosassone e quello italiano?

Federico Colli: Ogni pubblico, dal Brasile al Giappone, dal Messico alla Russia, ascolta ed apprezza in modo diverso, perch diversi sono il mondo culturale e le categorie di pensiero a cui appartiene. Comunque, tra anglosassoni e italiani non ho notato sostanziali differenze.
Il suo programma sembra mostrare le evoluzioni e rivoluzioni della sonata in appena mezzo secolo di storia: quali sono a suo avviso i punti cruciali dei tre lavori?

Paul Lewis: Ho voluto mettere in evidenza lincredibile originalit delle opere nella seconda met del XIX secolo e il contrasto tra realt e fantasia che passa attraverso tutto il programma.
C un motivo per cui ha deciso di alternare le due Sonate op. 27 di Beethoven ad altrettante elaborazioni di Busoni dei Corali bachiani?

Federico Colli: Il mio programma, una sorta di pacco preconfezionato, vuole essere una proposta che lascia allascoltatore un senso di unit e coerenza. Esso mostra il concetto di sonata cos come era al comincio (Mozart), nella sua apoteosi di profondit e grandiosit (Beethoven) e nel suo lento ma rovinoso disfacimento, nella decomposizione della forma vincolata a favore di una vitalit libera, di una freschezza irrefrenabile del sentire (Schumann).
Un paio di anni fa ha partecipato insieme al suo collega Casadei a un noto programma televisivo di Canale 5, Italias Got Talent. Cosa ricorda di questa esperienza? Crede che lutilizzo dei nuovi media possa aiutare ad avvicinare i giovani al mondo della musica classica?

Paul Lewis: S, certo: i Corali di Bach sono opere che si percepiscono come molto connesse alla terra, ma che tuttavia cercano di stabilire un legame con un luogo che al di l. Entrambe le due Sonate di Beethoven op. 27 quasi una fantasia cominciano come se si fosse in un luogo al di l. Per questo ho voluto ricreare questa sensazione di connessione correndo attraverso le opere senza neanche una pausa.
In che modo secondo lei la rilettura di Busoni arricchisce i preludi bachiani?

Paul Lewis: Il modo di suonare sicuramente di Busoni, ma la musica ancora di Bach. La ricchezza della sonorit del pianoforte una meravigliosa aggiunta ai Preludi-Corali, pur mantenendone il senso originale.
Due anni fa ha eseguito i capolavori di Schubert per la rassegna Musica in Santa Cristina. Che ricordo ha del pubblico bolognese?

Federico Colli: Ci siamo divertiti tanto, ma abbiamo anche capito quali regole e quali dogmi governano il mondo della televisione. Il proponimento di demitizzare il rito del concerto, la voglia di svestire il frac e di avvicinarsi in modo non convenzionale al pubblico dei non addetti ai lavori, insomma il desiderio di portare la musica colta a chiunque principii che ci avevano indotto a partecipare alla trasmissione sono risultati mere illusioni giovanili. Soprattutto, abbiamo purtroppo capito che viviamo in unepoca in cui il culto della bellezza, nella sua essenza pi vera, non esiste pi. Ma non sar la bellezza a salvare il mondo, bens la verit.
Progetti futuri?

Paul Lewis: Un pubblico molto attento, informato e preparato.


Maestro Colli, nel 2012 ha vinto il Primo Premio al Leeds International Piano Competition; trova sensibili diffe-

Paul Lewis: Una combinazione di varie cose: Brahms, Haydn, Liszt, Schoenberg e molto altro!. Federico Colli: Studiare. Tutto il resto viene di conseguenza.
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Foto Harmonia Mundi - Eric Manas

Fra i premi e i riconoscimenti (anche verbali) che avete ottenuto nella vostra carriera, qual il pi importante?

LINTERVISTA

BELCEA QUARTET
Debutta a Bologna il Quartetto formatosi a Londra, ma composto da musicisti di tre nazionalit diverse, uniti da una forte amicizia che li ha fatti sentire una cosa sola fin dal primo momento di Alessandro Di Marco
avvenuto il vostro primo incontro e quali sono stati i vostri primi passi sulla scena musicale?

Omaggi inglesi
vero, siamo nati nel 1994. Al di l del comune amore per la musica da camera e per il repertorio quartettistico, ad unirci stata lamicizia fra tre di noi (il violista, il violoncellista ed io eravamo gi amici ai tempi in cui frequentavamo la Yehudi Menuhin School, dove sono stata per tre anni prima di passare al Royal College of Music). Inoltre, last but not least, ci ha unito il profondo rispetto e lammirazione per il Quartetto Chilingirian, che allora insegnava al Royal College. Personalmente, ho sempre amato il modo di suonare e di insegnare del primo violino, Levon Chilingirian, e fremevo nellattesa di poter andare a lezione da lui. Cos il nostro primo incontro stato particolarmente emozionante, tanto pi che Laura, lelemento che ancora non conoscevamo, ha dimostrato la stessa acuta curiosit nellesplorare il repertorio quartettistico. Insomma, ci siamo sentiti una sola cosa n dal primo momento. Il primo pezzo che abbiamo affrontato stata lop. 18 n. 1 di Beethoven, davvero una grande sda per noi. Poi, pi tardi, cominciata la carriera vera e propria. In quel momento ci siamo resi conto di quanto sarebbe stata dura la nostra vita, poich lattivit quartettistica richiede molto lavoro e sacrici. Tra di noi eravamo tutti pi giovani c stato anche chi ha sentito come troppo restrittiva quella scelta, che lo allontanava da ogni altra (come la composizione, oppure semplicemente la vita da studente), ed stata la maturit di Krzysztof, di pochi anni pi vecchio di noi, a tenerci uniti. Sulla scena internazionale ci siamo arrivati cominciando con le masterclass con

l Belcea ben rappresenta lo stato attuale dellarte nellaristocratico contesto del quartetto darchi. Oggi, infatti, lintersecarsi delle diverse scuole, e di conseguenza dei differenti stilemi interpretativi che avevano caratterizzato le vicende di questo ensemble per tutto il secolo scorso, il dato di maggior interesse. Cos non sorprende che il Belcea sia nato correva lanno 1994 nel fecondo ambiente londinese del Royal College of Music, ma a fondarlo siano stati una violinista rumena Corina Belcea appunto ed un violista polacco, Krzysztof Chorzelski. A loro volta, sommandosi cos alla formazione londinese, eccoli portatori di unesperienza formativa che li aveva visti seguire il magistero di due grandissimi quartetti, quali lAlban Berg e lAmadeus. A tutto questo saggiunge lesperienza ancora diversa, maturata in terra di Francia, dei loro due compagni di viaggio: il violinista Axel Schacher ed il violoncellista Antoine Lederlin. Altro elemento che caratterizza la nouvelle vague del quartetto darchi nel terzo millennio linteresse per la musica moderna e contemporanea da un lato, che sembra sempre pi unirsi vero e proprio segno dei tempi a quello per il sostegno alle attivit musicali di formazione destinate alle nuove generazioni. Lo sguardo sul contemporaneo, peraltro, come dimostra il programma che presenteranno nel loro debutto a Bologna, si estende spesso a quello verso il repertorio antico, in un ulteriore straticarsi di suggestioni e suggerimenti. Lasciamo che sia proprio la violinista Corina Belcea a raccontarci la vicenda artistica di quello che oggi uno dei quartetti protagonisti della scena internazionale.
Il Quartetto Belcea nato nel 1994 lei ne stata la fondatrice. Com

il Quartetto Amadeus in Austria e Francia, e poi con lAlban Berg, che abbiamo incontrato regolarmente nel perfezionamento per la Hochschule di Colonia. Un grandissimo aiuto arrivato quando abbiamo ottenuto il sostegno dallo Young Concert Artist Trust, che ci ha permesso di realizzare concerti sia in Gran Bretagna sia allestero.
Parlando del programma che presenterete a Bologna, ritiene possibile tracciare una linea che unisca Purcell a Britten in una sorta di via inglese alla musica per archi? Ovvero, ritiene che esista una possibile relazione nella produzione musicale britannica tra lantico e il moderno?

Come Britten stesso ebbe a dire: Uno dei miei scopi cercare di restaurare la struttura del linguaggio musicale inglese, quella brillantezza, libert e vitalit che sono divenute stranamente rare dalla morte di Purcell. Britten stato un grande ammiratore di Purcell, e riport alla ribalta numerose sue composizioni, anche incorporandole allinterno delle proprie, come nel caso di The Young Persons Guide to the Orchestra, che ha appunto per sottotitolo Variazioni e Fuga su un tema di Purcell: ed ancora, eccolo modellare i suoi Five Canticles sui Divine Hymns di Purcell; ed avvicinandoci al nostro repertorio, non possiamo non ricordare che il suo Secondo Quartetto per archi, realizzato nel 1945, fu composto come un omaggio a Purcell.
Il Quartetto Belcea ha registrato lintegrale dei Quartetti di Britten. Il Terzo, e ultimo, una composizione davvero speciale, scritto com un anno prima della morte, e con esplicite citazioni dalla sua ultima opera Morte a Venezia. Quale via interpre-

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tativa avete scelto per affrontare unopera cos particolare?

davvero una composizione fuori dallordinario ed uno dei brani che sentiamo pi vicini ai nostri cuori. Allinizio non stato facile per chi di noi veniva da una cultura pi sanguigna, quella dellEuropa Orientale, afferrare larte tutta britannica dellunderstatement, ma alla ne, con laiuto dei nostri colleghi, con il magistero dellAmadeus, un po alla volta ci siamo avvicinati a quel modo davvero elusivo, delicato, ma commovente, di scrivere per archi. Laver potuto ascoltare i componenti dellAmadeus, che ci parlavano di quella musica in maniera tanto intima, ci ha permesso di conoscere sempre pi a fondo questo suo lavoro. Del resto, lAmadeus aveva eseguito il Terzo Quartetto davanti a Britten a casa sua, ed stata questa lunica volta che il compositore lo ha ascoltato prima di morire. Inoltre siamo stati invitati molte volte al Festival di Aldeburgh, dove abbiamo registrato lintegrale di Britten e molti dei nostri cd: cos siamo venuti a contatto con il mondo che Britten amava. Ecco il frusciare del vento alle spalle della sala da concerto dello Snape Maltings, quella speciale solitudine, con la quale a volte vieni in contatto visitando quellaffascinante parte dellInghilterra, il canto degli uccelli che ritrovi nel terzo movimento ed inne, ovviamente, lunicit della bellezza di Venezia, che ha ispirato il nale. Abbiamo cercato di trasferire tutto questo nella nostra interpretazione e di farlo sentire al pubblico. Spesso ho avuto la sensazione che il pubblico, infatti, percepisse il senso della morte incombente provato dal compositore e da lui descritto nel nale: lultimo accordo, che Britten stesso aveva denito come una domanda, e lultima nota tenuta del violoncello solo, che suona un po come il rallentare ed il fermarsi del battito cardiaco attraverso il monitor in una stanza dospedale. Del resto, con la consueta modestia, Britten, dopo aver ascoltato lesecuzione dellAmadeus, rivolgendosi al suo amico Hans Keller, che lo aveva convinto a scrivere quel Terzo Quartetto, disse semplicemente: It works (funziona).
Perch unopera di Mozart in chiusura di programma?

suonate, a nostro avviso, solo allinizio. Per noi rappresentano lequivalente moderno di unintroduzione di un gruppo di viole, che poi inviti ad ascoltare una musica pi intima, qual quella del Terzo di Britten. Lovvio legame tra Purcell e Britten ci porta a chiudere la prima parte. Mozart serve forse a risollevare lo spirito, dopo latmosfera meditativa e non proprio ottimistica della Passacaglia di Britten.
Vorrebbe dirci qualcosa a proposito del Belcea Quartet Trust?

seguirli regolarmente, con la stessa passione e attenzione che noi, da studenti, abbiamo ricevuto. Laltro aspetto importante dellattivit del Trust sono le commissioni di nuovi lavori, commissioni che possiamo realizzare grazie ai nostri sostenitori e cercando di lavorare con compositori che sentiamo afni. Un giorno riusciremo a convincere anche Thomas Ads a scrivere un lavoro per noi.
Questo sar il vostro debutto a Bologna, ma avete gi suonato in Italia. Cosa pensate del pubblico italiano?

Le Fantasie di Purcell possono essere

Il Belcea Quartet Trust nasce dalla necessit di avere una maggiore autonomia in alcune aree della nostra attivit. Linsegnamento una parte rilevante del nostro impegno. Ci che per noi fa la differenza la motivazione in chi studia. Cos abbiamo potuto in tutta autonomia scegliere tre Quartetti per noi promettenti e

S, abbiamo suonato in Italia molte volte. La pi recente a Genova, dove abbiamo realizzato lintegrale dei quartetti di Beethoven. Abbiamo trovato il pubblico italiano non solo attento e caloroso, ma soprattutto capace di ascoltare in silenzio e di reagire in maniera davvero positiva.
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Foto Ronald Knapp

LINTERVISTA

VIKTORIA MULLOVA
La violinista russa, presenza costante dei nostri cartelloni, torna a Bologna con uno dei suoi eccentrici progetti insieme al violoncellista e arrangiatore Matthew Barley, puntando dritto allanima gitana della musica di Fulvia de Colle
Nel 2000, con Matthew Barley abbiamo realizzato un progetto dal titolo Through the Looking Glass, che approdato anche a Bologna per Musica Insieme: si trattava del nostro primo progetto in assoluto in cui uscivamo dalla musica classica in senso stretto, ed era unoperazione molto difcile perch ancora nessuno sapeva esattamente che cosa fosse, cosa ne sarebbe nato... Quando abbiamo cominciato invece a preparare The Peasant Girl lidea era molto pi chiara: avevamo scoperto che tantissima musica inuenzata dalle tradizioni est-europee e gitane. Non solo la classica, ma anche molte canzoni jazz sono piene di queste inuenze: abbiamo deciso quindi di dividere idealmente il programma a met, con una parte classica che comprender i Duetti di Bartk e una Sonata di Kodly, entrambi compositori che hanno raccolto un gran numero di melodie popolari magiare sul campo, usandole, o comunque rifacendosi ad esse nelle loro composizioni. Poi ci sar la musica jazz, con gli arrangiamenti di brani che hanno risentito molto di queste inuenze gitane, da Django di John Lewis a Pursuit of the Woman with the Feathered Hat dei Weather Report, e molto altro.
Anche il titolo The Peasant Girl proviene da una canzone dei Weather Report...

Nel cuore della musica

ei il cuore pulsante intorno al quale ruota tutto. Cos ha denito Viktoria Mullova il pianista Julian Joseph, che ascolteremo insieme a lei a Bologna in The Peasant Girl. Per il pubblico di Musica Insieme, ogni incontro con la violinista russa anche loccasione per superare le tradizionali denizioni di genere, incontrare nuovi repertori e organici inediti (nel 2009 labbiamo ascoltata insieme a Giuliano Carmignola in un programma per duo di violini, nel 2011 ha riletto le sonate di Beethoven accompagnata dal fortepiano): esplorazioni musicali, insomma, rese possibili da una tecnica impeccabile, ma anche dalla curiosit di unartista colta dal cuore di paesana, come ci racconta in questa intervista. In The Peasant Girl, che unir Viktoria Mullova alla band capitanata dal violoncellista e arrangiatore (nonch suo consorte) Matthew Barley, si riuniranno anche lEuropa dellEst, la Russia e lAmerica, il Mediterraneo e i Balcani, il gypsy e il jazz. Il programma allinea infatti, accanto ai due compositori-etnomusicologi Bartk e Kodly, nomi come John Lewis del Modern Jazz Quartet, o i Weather Report, band americana animata da leggende quali Jaco Pastorius, Joe Zawinul, Wayne Shorter. E poi le tradizioni russe, come in Yura, che sintrecciano al Mediterraneo del DuOud, ossia un duo di autori e virtuosi di oud tunisini.
Ci racconterebbe innanzitutto come nato questo originale progetto?

graco che ho scritto con la collaborazione di unamica, Eva Maria Chapman, lei rideva e diceva, Tu suoni Bach e Beethoven, ma provieni pur sempre da una famiglia di contadini!; assolutamente vero, e mi ha fatto pensare che io sono davvero contadina, pur suonando musica molto rafnata... Mentre parlavamo di questo insieme a mio marito, stavamo ascoltando in sottofondo un brano dei Weather Report che Matthew aveva gi intenzione di arrangiare, ma del quale non conoscevamo ancora il titolo: quando abbiamo scoperto che quel brano si intitolava proprio The Peasant, ci venuta lidea di dare il nome The Peasant Girl allintero progetto.
From Russia To Love The Life and Music of Viktoria Mullova il titolo della sua biograa, scritta appunto dalla Chapman con la sua collaborazione. Che cosa le ha dato il la?

Fino ad un certo momento non sapevamo proprio come intitolare questo progetto, poi parlando del mio passato, mentre preparavamo un libro autobio-

Con Eva Maria abbiamo parlato a lungo delle mie origini, dei miei avi. La mia famiglia (che viveva in un villaggio ucraino) era molto povera, ed i miei hanno sofferto tantissimo durante la guerra e la rivoluzione sovietica. Quello che volevo fare era proprio raccontare delle mie origini contadine, e poi di come andavano le cose nellUnione Sovietica al tempo in cui sono cresciuta, sino alla storia della mia rocambolesca fuga negli Stati Uniti attraverso Finlandia e Svezia, nel 1983 [quando Viktoria Mullova e il suo compagno dovettero attendere tutto il ne settimana nascosti in una camera dalbergo di Stoccolma poich

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Adoro la musica brasiliana, e fra qualche mese pubblicher un nuovo cd, Stradivarius in Rio, interamente ideato e prodotto da me
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lAmbasciata americana era chiusa per le celebrazioni dellIndependence Day, ndr]. Tutto il resto venuto dopo. Ho semplicemente pensato che sapere come andavano le cose in un certo periodo storico fosse molto importante, e potesse interessare tutti.
Oltre agli arrangiamenti originali dei brani classici e non, Matthew Barley ha composto per lei anche un altro pezzo in programma: Yura, dedicato a suo padre, ed ispirato alla visione del Lago Bajkal in Siberia.

nista della musica est-europea e zigana: come cambia il modo di suonarlo, e quale strumento usa per questo particolare repertorio?

S, e proprio il giorno dopo che labbiamo eseguito per la prima volta, mio padre morto. Matthew laveva scritto due mesi prima pensando a lui, che peraltro era gi molto malato.
Ritiene che accostare molti generi musicali, anche pi leggeri, possa aiutare la causa della divulgazione, specie fra i giovani che non sempre frequentano le sale da concerto?

Ho due strumenti, un Guadagnini del 1750 che uso per la musica barocca e classica, come i concerti di Bach, Vivaldi, o Beethoven, mentre il mio Stradivari Julius Falk (del 1723) lo uso per tutto il resto, come nel caso di The Peasant Girl, o del disco che abbiamo registrato a Rio. Ovviamente cambia tutto, sia a seconda dello strumento che del repertorio; quando sono impegnata nei miei progetti crossover, tutto molto pi rilassato, e considero una mia grande fortuna poter eseguire molti generi musicali diversi.
In un repertorio come questo, molto contano anche creativamente gli interpreti e, come dicevamo, limprovvisazione.

Credo di s, il punto che si tratta semplicemente di musica molto bella e interessante, inoltre c tanta improvvisazione (io stessa ho imparato ad improvvisare dopo una vita intenta ad eseguire le note scritte!), di modo che ogni concerto diverso dagli altri. Con questo programma abbiamo tenuto oltre 50 concerti in tre anni, un tour che si coroner praticamente a Bologna, prima di dedicarci ad un nuovo repertorio....
Dai concerti di Bach (che presentiamo pi avanti in questo numero, nella rubrica Da ascoltare) al jazz, sembrerebbe che lei volesse esplorare lintero universo violinistico: ha gi in cantiere un nuovo progetto?

S, si chiamer Stradivarius in Rio: uscir fra pochi mesi il montaggio gi ultimato un cd con arrangiamenti di canzoni brasiliane da me realizzato insieme a una chitarra, due percussioni, e Matthew Barley al basso. Adoro questo repertorio, e tengo particolarmente a questo progetto, che ho ideato io in prima persona, mentre per gli altri miei incontri musicali al di fuori della classica il colpevole stato sempre mio marito. Credo che quella brasiliana sia una musica bellissima, chi la ascolta non pu non provare gioia.
Tornando a The Peasant Girl, il violino tradizionalmente un protago-

S, anche grazie ad artisti provenienti da un ambiente non classico, come il pianista Julian Joseph che mi ha dato molto supporto, ho potuto imparare ad improvvisare: la mia prima volta come improvvisatrice stata praticamente solo un anno fa, e lo ritengo molto liberatorio e importante per eseguire un repertorio come quello di The Peasant Girl o Stradivarius in Rio. Suonare con mio marito Matthew Barley, poi, una bella esperienza e ci permette di non separarci troppo a lungo, viaggiando insieme per le nostre tourne. Il fatto poi che entrambi adoriamo il repertorio che eseguiamo aggiunge gioia alla gioia. Per The Peasant Girl in particolare, Matthew ha scritto tutti gli arrangiamenti, me li ha per cos dire cuciti addosso, mentre Stradivarius in Rio un progetto interamente mio: per la prima volta sono stata io ad occuparmi di tutto, dalla scelta delle musiche alla loro produzione.
The Peasant Girl insomma anche un incontro fra due mondi, il classico e il popolare...

Infatti: oltre a me, il percussionista Sam Walton proviene dal repertorio classico, mentre Paul Clarvis, che suona con noi anche in Stradivarius in Rio, proviene da un ambito meno accademico. Ma a me piace particolarmente suonare con colleghi che provengono dagli ambienti musicali pi vari, stimolante.
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IL PROFILO

MODEST MUSORGSKIJ
Ritratto di un compositore il cui genio fu riconosciuto solo postumo: un anti-accademico che amava il linguaggio della natura e della propria terra, come nei Quadri di unesposizione in programma per Musica Insieme di Giordano Montecchi
versivo radicale e intransigente della dottrina compositiva classico-romantica, in particolare di matrice tedesca. A questo proposito, tanto citata quanto eloquente la celebre lettera spedita a Nikolaj RimskijKorsakov il 15 agosto 1868: Il mio parere che tanto pi si semplici e sinceri, tanto pi si convincenti... Perch volete imitare i tedeschi? ... Oh che effetti inutili! Quanto rovinate la buona musica!. Ancora a proposito dello sviluppo sinfonico: Sembra che abbiate paura di scrivere alla Korsakov e non alla Schumann... Basta con lo sviluppo sinfonico... Quando lartista si mette a rielaborare, resta insoddisfatto e quando essendo gi soddisfatto si mette a rifare o, ancor peggio, a far delle aggiunte, allora tedescheggia e rimastica quanto ha gi detto. Noi non siamo ruminanti ma onnivori. Contraddizioni! Seguiamo la natura. La natura era il chiodo sso di Musorgskij, animato comera da unincrollabile fede nel realismo estetico. Egli fece di tutto per travasarla nella propria musica e non di rado vi riusc lasciando sconcertati i suoi contemporanei e noi: ma se i primi scuotevano la testa, Debussy e anche noi restiamo a bocca aperta per certe intuizioni di libert e originalit tali da scavalcare a pie pari il suo tempo, offrendo modelli che sono tuttora da godere e approfondire. Musorgskij voleva un canto che riproducesse come un sismografo lespressione della lingua russa. Riutava lidea dello sviluppo perch ammirava la costruzione formulaica, le ripetizioni variate della musica contadina. Riutava i precetti dellarmonia con una nettezza degna di certi mavericks americani alla Ives o alla Zappa. E cercava suoni altri: neri e
Modest Musorgskij (1839-1881) in un ritratto di Il'ja Repin eseguito pochi giorni prima della sua morte

Natura e verit

ualche mese fa, su questa pagina, scrivendo di Dvor k, abbiamo citato una frase di Debussy riferita a Musorgskij: egli ha numerosi diritti alla nostra devozione. Obbligatorio ricuperarla, ora che questa paginetta dedicata proprio a lui: Modest Petrovic Musorgskij. La gratitudine che Debussy gli riserva, scrivendo nel 1901 sulla Revue Blanche, sarebbe stata certamente ricambiata da parte di Musorgskij, se solo questi fosse vissuto pi a lungo, anzich nire tristemente la sua esistenza nel 1881, a soli 42 anni, distrutto dallalcool. infatti anche grazie alla sconnata ammirazione che Debussy nutr per la sua musica, che lautore del Boris Godunov avvi nalmente la sua carriera postuma nei panni del genio, quale egli era, anzich del naf di talento quale fu considerato durante la sua vita, e specialmente dai suoi compagni e amici pietroburghesi che compativano la sua testardaggine e si credevano musicalmente pi ferrati di lui. Tutto sommato abbastanza facile riassumere Musorgskij in due parole: un sov-

pesanti come la terra, taglienti come il ferro, limpidi come lacqua. Oppure che riportassero amorevolmente alla memoria i dipinti di Viktor Aleksandrovic Hartmann, uno dei suoi migliori amici, deceduto a 39 anni. Dopo la sua morte, nel 1874, a Pietroburgo gli dedicarono una grande esposizione i cui quadri si sono trasformati in una pietra miliare della letteratura pianistica ottocentesca. Ci vollero per decenni prima di riuscire a cogliere la grandezza di Musorgskij, anzich liquidarla come dilettantismo tanto geniale quanto maldestro. Ma leggiamo ancora Debussy: Nessuno ha parlato alla parte migliore di noi con accento pi tenero e profondo: egli unico e lo rester per la sua arte senza schemi e senza formule disseccanti. Mai una sensibilit pi rafnata si tradotta con mezzi cos semplici; [...] tutto vi si regge e si compone per piccoli tocchi successivi, connessi da un legame misterioso e da un dono di luminosa chiaroveggenza. Ma Debussy non era lunico innamorato di Musorgskij. La partitura del Boris glielaveva fatta conoscere un amico compositore, Jules de Brayer, la cui fronte di veggente scrive Debussy si direbbe mandi lampi fatidici quando parla di Musorgskij, che egli pone molto al di sopra di Wagner. Nella cerchia debussysta anche Pierre Lous era convintissimo di questa superiorit: non una boutade, ma un giudizio di portata storica. Poich proprio tramite Musorgskij che si crea quella sorta di asse franco-russo che avr in Stravinskij il suo campione e che imprimer alla storia quella svolta che sappiamo, le cui decisive implicazioni, alternative al mainstream austro-tedesco, sono oggi ancora in corso di elaborazione, sia sul piano storiograco, sia, ci che forse pi conta, sul piano della composizione.

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MUSICA INSIEME

I LUOGHI DELLA MUSICA

Capolavori in citt
al fondo buio e senza tempo, la Ragazza con lorecchino di perla ci guarda. Giunse alle collezioni del Mauritshuis allAia nel 1902, dopo pi di due secoli di latitanza. Era il 1696 quando ad Amsterdam fu battuta allasta e dispersa la collezione del tipografo di Delft Jacob Dissius, che contava una ventina di dipinti di Jan Vermeer. Appena venne collocata in una delle sale del museo (la dimora seicentesca del conte di Nassau-Siegen Johan Maurits, affacciata su uno specchio dacqua), di questa Monna Lisa olandese si disse che pi di qualsiasi altro Vermeer sia dipinto con polvere di perle. Dall8 febbraio prossimo, la celebre tela sar esposta a Bologna in Palazzo Fava, ultima tappa, ed unica in Europa, di un tour mondiale consentito dalla chiusura del Mauritshuis per restauri ed ampliamenti, prima del ritorno alla sua sede nellestate 2014, insieme agli altri quaranta dipinti del Seicento olandese che lhanno accompagnata e che saranno in mostra: ritratti di Rembrandt e Franz Hals, scene di interni

In occasione della mostra a Palazzo Fava che porter a Bologna il pi celebre dipinto di Vermeer, scopriamo le altre opere con soggetto musicale del maestro fiammingo

di Maria Pace Marzocchi

In alto: Jan Vermeer (1632-75), La lezione di musica (1665). A sinistra: Jan Vermeer, Ragazza con lorecchino di perla (1665-66)
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e di vita popolare, paesaggi, nature morte, scene di genere ed una di musica, la Suonatrice di violino dipinta nel 1626 da Gerrit van Honthorst (Gherardo delle notti in Italia), donata al museo dellAia nel 1995. Anche nella produzione di Vermeer trentasette le tele concordemente riconosciute dalla critica compaiono alcuni dipinti di soggetto musicale: giovani donne intente a suonare una spinetta o una chitarra nelle tranquille stanze di ricche case borghesi. Le si potrebbe accomunare alla copiosa produzione di scene di genere realizzata da tanti maestri olandesi, se non fosse per quellarcana atmosfera sospesa nella trama di uno spazio prospettico vero e metasico ad un tempo, per quella luce che viene dalla nestra vetrata sulla sinistra della tela, e insieme dallocchio lucido e poetico del pittore, per quei colori di luce, gialli e azzurri sempre imitati e mai pi raggiunti. Una luce bianca e dorata invade la stanza che accoglie La lezione di musica (rmata nel 1665 I V Meer) di propriet di Sua

Maest la Regina Elisabetta II [non esposta a Palazzo Fava, ndr], che nel 1762 approd alle collezioni reali inglesi con il nome di Van Mieris, pittore allora ammiratissimo, quando invece nome e fama di Vermeer erano cancellate dalla memoria della pittura, pur nel fascino intatto dei suoi dipinti, sempre ammirati magari sotto un nome diverso (anche Rembrandt, lunico pari a Vermeer per vertici di assoluto). La giovane suonatrice di spinetta ritratta di schiena (ma ne scorgiamo il volto riesso nello specchio), assorta nel cogliere lultima vibrazione della nota che si acquieta, appena emanata dal prezioso strumento, che dal fregio del pannello anteriore con arabeschi e cavallucci marini si direbbe del famoso artigiano di Anversa Andreas Ruckers. Accanto a lei, in piedi, nel nero abito della moda del tempo, ritratto il maestro di musica (o forse un giovane amante?). Ma dentro al quadro c anche Vermeer, presenza elusa eppur restituita dal cavalletto nello specchio, al modo di Jan Van Eyck nel Ritratto dei coniugi Arnolni, al modo di Velazquez ne Las Meninas. Seminascosto dal tavolo coperto da un tappeto, un violoncello posato sul pavimento a riquadri di marmo che arretrano verso il fondo secondo unimpeccabile prospettiva. Il quadro stato letto come armonia dellamore, sottesa al ruolo metaforico della musica, come si legge nel motto scritto sul coperchio della spinetta: MUSICA LETITIAE COMES MEDICINA DOLORUM. La musica compagna della gioia e balsamo per i dolori
La ragazza con lorecchino di perla. Il mito della Golden Age. Da Vermeer a Rembrandt Capolavori dal Mauritshuis

Palazzo Fava. Palazzo delle Esposizioni Bologna, via Manzoni 2 8 febbraio - 25 maggio 2014

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I VIAGGI DI MUSICA INSIEME

Bruxelles - Bruges - Gand


27-30 marzo 2014

Musica Insieme, che da 20 anni propone viaggi culturali che affiancano la visita delle principali capitali europee allascolto di concerti nelle sale pi prestigiose, organizza un nuovo viaggio alla scoperta del Belgio
noto al pubblico di Musica Insieme per i suoi applauditissimi recital nel cartellone dei nostri Concerti. Il programma prevede il celebre Concerto n. 3 KV 216 per violino e orchestra di Wolfgang Amadeus Mozart, e nella seconda parte lintensa Ottava Sinfonia in do minore op. 65 di Dmitrij ostakovic . Sabato 29 marzo, la giornata sar dedicata alla visita di Bruges e Gand, rispettivamente capoluoghi delle Fiandre Orientali e Occidentali. Bruges, la Venezia del Nord, rappresenta com noto una delle citt medievali pi suggestive dEuropa, mentre Gand, citt darte e di storiche tradizioni, dalla pittoresca posizione che si snoda lungo numerosi canali e isolette, conserva i maggiori capolavori dellarte amminga. Dopo la visita previsto il rientro a Bruxelles, per trascorrere la serata nella capitale. Inne, domenica 30 marzo sar dedicata alle visite individuali, ma sar come sempre possibile scegliere anche ulteriori escursioni guidate per la citt, a seconda degli interessi dei nostri ospiti. Nel pomeriggio raggiungeremo laeroporto di Bruxelles, dove un volo Lufthansa (via Francoforte) ci riporter a Bologna in serata. Per tutte le informazioni relative al viaggio possibile rivolgersi direttamente alla segreteria di Musica Insieme (tel. 051 271932) oppure allagenzia Uvet Pomodoro Viaggi di via Farini, 3 (tel. 051 6102611).

ruxelles, Bruges e Gand saranno le mete del viaggio che Musica Insieme organizzer il prossimo marzo, proseguendo una consolidata tradizione che ci ha visto accompagnare i nostri abbonati nelle principali capitali europee e non solo della musica: San Pietroburgo e Mosca, Parigi, Londra, Madrid, Amsterdam, Berlino, Copenhagen, Oslo, Istanbul, sono alcune delle mete raggiunte in quasi un ventennio di viaggi, nati con il preciso obiettivo di conoscere realt musicali e culturali dagli artisti ai siti pi importanti di altri Paesi. La partenza prevista nel pomeriggio di gioved 27 marzo con volo diretto Lufthansa per Bruxelles. La sistemazione dei nostri ospiti avverr presso lHotel Royal Windsor (5 stelle), situato nel centro storico di Bruxelles, a due passi dalla Grand Place e dai principali monumenti cittadini.

Nella foto sopra: Bruxelles, la Grand Place (foto di Eric Danhier). Sotto: una veduta della citt di Bruges. In basso: Julian Rachlin, protagonista del concerto del 28 marzo

La mattina di venerd 28 marzo sar dedicata a una visita guidata di Bruxelles, che riveler le principali bellezze architettoniche ed i centri pi importanti della vita della capitale belga: dal quartiere Art Nouveau con le sue case in stile Liberty, al Parlamento, al quartiere reale con la residenza ufciale del Sovrano, ed ancora allAtomium (vero e proprio simbolo di Bruxelles, costruito per lEsposizione Universale del 1958, che rafgura una molecola di ferro ingrandita 165 miliardi di volte), no alla Grand Place, con il suo splendido Municipio gotico e le Case delle Corporazioni.

Alla sera di venerd 28 marzo la grande musica sempre al centro dei nostri progetti culturali assisteremo, presso il Teatro Palais des Beaux Arts (sipario alle 20), al concerto che vedr protagonisti lOrchestre National de Belgique diretta da Andrey Boreyko, solista lo straordinario violinista Julian Rachlin, artista ben

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I CONCERTI gennaio/febbraio 2014


Luned 13 gennaio 2014 AUDITORIUM MANZONI ore 20.30

FRANZ LISZT CHAMBER ORCHESTRA GABOR BOLDOCZKI..................................tromba ALEXANDER ROMANOVSKY...........pianoforte


Musiche di Stravinskij, ostakovic , Britten, Liszt
Il concerto fa parte degli abbonamenti: I Concerti di Musica Insieme e Invito alla Musica per i Comuni della provincia di Bologna

Luned 20 gennaio 2014 AUDITORIUM MANZONI ore 20.30

PAUL LEWIS.....................................................pianoforte
Musiche di Bach/Busoni, Beethoven, Liszt, Musorgskij
Il concerto fa parte degli abbonamenti: I Concerti di Musica Insieme e Invito alla Musica per i Comuni della provincia di Bologna

Luned 3 febbraio 2014 AUDITORIUM MANZONI ore 20.30

BELCEA QUARTET
CORINA BELCEA-FISHER........................violino AXEL SCHACHER............................................. violino KRZYSZTOF CHORZELSKI.........................viola ANTOINE LEDERLIN.......................................violoncello
Musiche di Purcell, Britten, Mozart
Il concerto fa parte degli abbonamenti: I Concerti di Musica Insieme e Musica per le Scuole

Luned 10 febbraio 2014 AUDITORIUM MANZONI ore 20.30

THE PEASANT GIRL THE MATTHEW BARLEY ENSEMBLE


MATTHEW BARLEY........................................violoncello JULIAN JOSEPH................................................pianoforte SAM WALTON.....................................................percussioni PAUL CLARVIS...................................................percussioni

VIKTORIA MULLOVA...............................violino
Musiche di Bratsch, Lewis/Bratsch, Bartk, Kodly, Weather Report, Barley, DuOud
Il concerto fa parte degli abbonamenti: I Concerti di Musica Insieme e Invito alla Musica per i Comuni della provincia di Bologna

Luned 24 febbraio 2014 AUDITORIUM MANZONI ore 20.30

FEDERICO COLLI.........................................pianoforte
Musiche di Mozart, Beethoven, Schumann
Il concerto fa parte degli abbonamenti: I Concerti di Musica Insieme e Musica per le Scuole

Per ulteriori informazioni rivolgersi alla Segreteria di Musica Insieme: Galleria Cavour, 2 - 40124 Bologna - tel. 051.271932 - fax 051.279278 info@musicainsiemebologna.it - www.musicainsiemebologna.it

Luned 13 gennaio 2014

La leggendaria compagine ungherese celebra a Musica Insieme il suo cinquantesimo anniversario, accompagnata da due straordinari solisti
di Mariateresa Storino

Variazioni neoclassiche
FRANZ LISZT CHAMBER ORCHESTRA
LUNED 13 GENNAIO 2014 AUDITORIUM MANZONI ORE 20.30

Foto Marco Borggreve

GABOR BOLDOCZKI tromba ALEXANDER ROMANOVSKY pianoforte


Igor Stravinskij Concerto in re Dmitrij ostakovic Concerto in do minore per pianoforte, tromba e archi Benjamin Britten

Introduce Fabrizio Festa, compositore, docente di Conservatorio e saggista

Franz Liszt Rapsodia Ungherese in do diesis minore n. 2 R 106 trascrizione per orchestra darchi di Peter Wolf

Variazioni su un tema di Frank Bridge op.10

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oncerto, variazione: sono termini che, a livelli diversi, rinviano ad un passato pi o meno lontano. La distanza da queste forme, che oggi appare platealmente evidente non tanto allascoltatore quanto al compositore, non incia il groviglio di riferimenti in esse contenuti. Sono vocaboli sopravvissuti a cambiamenti epocali, con riformulazione e rifusione dei propri elementi costitutivi. Come denire tali forme? Quali esempi analizzare per delineare una struttura generale? Quali cautele deve prendere il compositore moderno al ne di non rimanere solo un emule del passato? Quale inevitabile raffronto lascoltatore deve mettere in atto nel momento della ricezione per comprendere la specicit delle singole opere rispetto ad una norma? Letimologia dei termini cristallina, ma non ad essa

che possiamo aggrapparci volendo avvicinarci a quella nutrita schiera di compositori che, stanchi di ogni retorica romantica, spenta la amma dellespressionismo, restii momentaneamente alla corrente avanguardistica, nel corso del Novecento cercano una nuova via maestra su cui dirigere le proprie energie creative. Dagli anni Venti, e in modo pi consistente nel decennio successivo, molti musicisti guardano al passato vagliandone la ricchezza stilistica e formale con sensibilit moderna. Accanto alla pluralit di esperienze musicali si allinea una nuova corrente: il neoclassicismo. Nel 1920 Ferruccio Busoni denisce i principii della nascente corrente: Per nuovo classicismo intendo il dominio, il vaglio e lo sfruttamento di tutte le conquiste di esperienze precedenti: il racchiuderle in forme solide e belle. Lapproccio al passato deve essere di tipo intellettualistico; nessun reusso di sensualit e soggettivismo di matrice romantica o decadentista; solo musica, solo lopera nella sua oggettivit. Tra i fautori di un approccio a principii stilistici di matrice barocca e classica, mediato dalla lente dellintelletto, si staglia la gura di Igor Stravinskij. Dopo aver portato il colore russo alle estreme conseguenze nelle Noces (1917), con Pulcinella il compositore si richiama al Settecento di Pergolesi: una virata neoclassica, scrive Roman Vlad. La ricostruzione tuttavia prende corpo nello specchio del proprio stile; Stravinskij conquista lOccidente musicale, se ne appropria; non si pu parlare di imitazione, n di passiva ricreazione. Il passato musicale innervato delle componenti specicamente stravinskiane, quelle stesse componenti che si rintracciano ancora a distanza di pi di un ventennio in

una forma tradizionale almeno nellintitolazione quale il Concerto in re per orchestra darchi. Stravinskij compone il Concerto nel 1946 su richiesta del direttore dorchestra e lantropo Paul Sacher, per celebrare i ventanni dellOrchestra da Camera di Basilea. Strutturato nei classici tre movimenti, il Concerto si distende in un discorso di spigliata leggerezza, di puro intrattenimento, privo di qualsiasi vena polemica o intento satirico. Dai colori luminosi e vivaci del primo movimento (Vivace), al cantabile e danzante Arioso, no al ritmico Rond nale, il brano interamente dominato dallintervallo di seconda minore. Questa cellula dissonante viene pressantemente ripetuta: trasportata su gradi diversi della scala cromatica, accresce la tensione armonica senza mai, tuttavia, negare la tonalit dimpianto (re maggiore). Con prescrizioni precise del tocco, Stravinskij indica ogni particolare dellesecuzione, quasi con maniacale accuratezza; ogni dettaglio contribuisce alleffetto complessivo. Se nellarchitettura il richiamo alle forme di stampo settecentesco pu essere adombrato dai caratteristici elementi del linguaggio stravinskiano (disposizione anomala di accenti, commistioni di funzioni armoniche, reiterazione di frammenti, frequenti cambiamenti di tempo), nellorchestrazione diventa esplicito con la ripartizione tipicamente barocca dellorchestra tra un ristretto gruppo di solisti (il concertino) e linsieme degli archi con effetto di ripieno (il concerto grosso). Composto tra il marzo e laprile del 1933, con lintento di ampliare il repertorio strumentale sovietico, il Concerto per pianoforte con accompagnamento di orchestra darchi e tromba di Dmitrij ostakovic fu eseguito lo stesso anno nella Sala

La Franz Liszt Chamber Orchestra, formatasi presso lAccademia Franz Liszt di Budapest, ha debuttato nel 1963, intraprendendo unintensa attivit concertistica, che la vede esibirsi sui palcoscenici pi prestigiosi dEuropa, America, Australia e Giappone. Nei suoi 50 anni di attivit ha collaborato con i pi importanti solisti, tra cui Argerich, Ojstrakh, Richter, Rostropovi, Menuhin, Stern, e, pi recentemente, con Repin e Perahia. Ha allattivo pi di duecento registrazioni discografiche, per le quali stata premiata per ben tre volte al Grand Prix de lAcademie Franaise du Disque di Parigi. Il trombettista ungherese Gabor Boldoczki, considerato dalla critica come lerede del grande Maurice Andr, ha ricevuto prestigiosi riconoscimenti internazionali, tra cui il Grand Prix de la Ville de Paris e il Prix Davidoff. Si esibisce con compagini di primo piano come lOrchestra del Mozarteum di Salisburgo, lOrchestra Sinfonica del Teatro Mariinskij e la Kremerata Baltica. Vincitore, appena diciassettenne, del Concorso internazionale F. Busoni di Bolzano, Alexander Romanovsky calca oggi i palcoscenici pi rinomati al mondo, esibendosi con orchestre quali Royal Philharmonic Orchestra, Orchestra Nazionale di Santa Cecilia, Filarmonica della Scala, New York Philharmonic e Chicago Symphony Orchestra, collaborando con direttori come Pletnev e Gergiev.

I protagonisti

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Luned 13 gennaio 2014


Filarmonica di Leningrado; il compositore sedeva al pianoforte, lorchestra locale era diretta da Fritz Stiedry. Il Concerto si esprime in toni scherzosi, con una vivida gestualit, un vigore forte e a tratti caricaturale, a partire dallattacco iniziale, giocato su unimprovvisazione tra pianoforte e tromba che coglie di sorpresa lascoltatore al punto da lasciarlo interdetto: il Concerto gi iniziato? Certo leffetto doveva esser ben presente al giovane ostakovic , se, qualche mese dopo lesecuzione, dichiarava di voler difendere il diritto di ridere allinterno della cosiddetta musica seria, di non essere turbato quando gli ascoltatori ridono ad un concerto con sue musiche, anzi, di esserne compiaciuto. Il compositore si era saldamente formato nella tradizione dei classici viennesi, tradizione le cui forme e melodie potevano diventare materiale per nuove opere. Il Concerto un esempio tangibile del neoclassicismo di ostakovic , della sua volont di essere vecchio in un nuovo modo, delle possibilit di ltrare il passato con la sensibilit novecentesca senza apparire demod. ostakovic non si limita a riprendere formule compositive (compreso il contrappunto canonico), ma inserisce citazioni di musiche proprie e altrui: da Haydn allAppassionata di Beethoven, dai canti popolari ebraici ad un tema tratto dalle sue stesse musiche composte per il testo teatrale Il povero Colombo del drammaturgo Erwin Dressel. Nel quadro di una chiarezza classica, il Concerto si articola in quattro movimenti: ad un Allegro moderato in cui si annidano immagini ironiche e deformate, segue un tempo Lento che mitiga la temperie compositiva del movimento introduttivo con un lirismo quasi crepuscolare. Qui la tromba e il pianoforte duettano alla pari; la scrittura elegante, misurata; sullo sfondo il caldo tono dei violoncelli e la voce solitaria dei violini.

Impresa improba quella di sintetizzare il lunghissimo percorso discografico del celebre complesso ungherese. Dal 1976 ad oggi si contano in catalogo oltre duecento incisioni, il cui repertorio spazia dal barocco al moderno, senza mancare nessuno dei passaggi intermedi. Certo domina il primo, con una predilezione spiccata per le opere di Antonio Vivaldi e quelle di Johann Sebastian Bach: questi i compositori registrati nei primi tre lavori discografici, del 1976 appunto, per la Hungaroton. La casa discografica ungherese avr lesclusiva sino alla fine del secolo scorso, poi la Franz Liszt Chamber Orchestra trover accoglienza in diverse etichette, tra le quali le prestigiose Teldec (per i suoi tipi nel 2000 incider le Sonate di Rossini) e Harmonia Mundi. per questultima che la FLCO realizza ben due versioni della Musica per percussioni, archi e celesta di Bartk (1992). Lattivit discografica si dirada in questi ultimi anni, ma il catalogo si arricchisce di tessere importanti, quali la registrazione della Passione secondo Matteo di Bach (Red Bus Classical 2011) e unantologia di Concerti per tromba, solista Edward Tarr (Christophorus 2012).

DA ASCOLTARE

Il Moderato successivo solo un momento di passaggio che, senza soluzione di continuit, porta ad un Allegro con brio dal piglio militaresco con squilli di tromba a mo di fanfara. Come in Stravinskij e in ostakovic , anche in Benjamin Britten il rapporto con il passato privo di pathos: nessuna nostalgia, nessun rammarico. Il passato la linfa vitale di cui nutrirsi per poter procedere nel nuovo secolo, ma allo stesso tempo la gabbia da cui liberarsi per affermare la propria identit. Con le Variations on a Theme of Frank Bridge op. 10, Britten rende omaggio al suo maestro. Siamo nel 1937, Britten inizia ad affermarsi in campo internazionale con un proprio linguaggio. Le Variations si congurano come una sintesi degli stili del passato in cui le risorse timbriche degli strumenti ad arco sono esplorate con eleganza e profondit. Dopo un Lento maestoso, introdotto il tema di Bridge (tratto dai Tre Idilli per quartetto del 1906), il compositore sfrutta le risorse formali ed espressive acquisite nel periodo di studio: dal recitativo dellAdagio della prima variazione al procedere elegante della March; a seguire una leggiadra Romance a cui ribatte unAria italiana, parodia di co-

loratura rossiniana. Il Settecento fa capolino con una Bourre classique, seguita da un Wiener Walzer. Non manca il virtuosismo in Moto perpetuo, n il lamento di una Funeral March. Ancora un Chant e poi la dotta scrittura contrappuntistica in una Fugue and Finale. Se ciascuna delle dieci variazioni di cui si compone il brano presenta tratti della tradizione fortemente connotati, che rendono inevitabile una lettura sullo sfondo di epoche passate, questi non impediscono al compositore di vivicare il noto con un linguaggio armonico pieno di ambiguit, riccamente cromatico e deliberatamente dissonante. Leffetto allascolto di straniamento, come nei due Concerti di Stravinskij e ostakovic . Abbiamo forme cariche di espressivit, di rinvii ad altro da s gi nei titoli, che costringono a mediare tra fascinazione sonora e percezione consapevole. Perno la trascrizione per archi di Peter Wolf della Rapsodia Ungherese n. 2 di Liszt richiede una doppia lettura. La Rapsodia non subisce alcuna metamorfosi, solo un cambiamento timbrico; gli archi intensicano il carattere magiaro ed accentuano alcuni tratti popolareggianti sfruttando abilmente sia la variet di registri che il tocco; ma realmente possibile ascoltarla prescindendo dalloriginale per pianoforte?

Lo sapevate che... La Franz Liszt Chamber Orchestra, fondata nel 1963 nellambito dellomonima Accademia di Budapest, nel 1992 stata insignita dal Governo Ungherese del titolo di Cavaliere della Cultura

Luned 20 gennaio 2014

Unantologia

Il pianista inglese, oggi tra i pi apprezzati a livello internazionale, per la prima volta ospite di Musica Insieme, ci condurr in un affascinante viaggio nella storia del repertorio di Valentina De Ieso

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Foto Harmonia Mundi - Eric Manas

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el 1802, lo stesso anno in cui, meditando il suicidio, scriveva il suo famoso Testamento di Heiligenstadt, Beethoven consegn alle stampe uno dei suoi massimi capolavori: la Sonata op. 27 n. 2, pi nota con il titolo apocrifo di Chiaro di luna. Paradossalmente, quella che divenuta forse la sonata pi celebre della storia non una vera e propria sonata: Beethoven infatti ha intitolato entrambe le composizioni dellop. 27 Sonata quasi una fantasia, dichiarando cos di aver voluto deliberatamente interpretare gli schemi formali con una certa elasticit. La Sonata in mi bemolle maggiore op. 27 n. 1, composta nel 1801 e dedicata alla principessa Josephine von Liechtenstein, introdotta dallAndante. Allegro. Andante, in forma di fantasia, costruito su un tema malinconico di note ribattute, una sorta di lamento in pianissimo, che si ripropone costantemente. Dopo un pacato Allegro molto e vivace, si presenta lAdagio con espressione. Qui i due delicatissimi temi si susseguono con pensosa leggerezza, portando senza soluzione di continuit (le due Sonate prevedono lesecuzione dei movimenti senza pause) allAllegro vivace, condotto con grandissima libert formale. Pi nota la Sonata in do diesis minore op. 27 n. 2, dedicata alla contessa Giulietta Guicciardi, della quale Beethoven scriveva allamico Wegeler il 16 novembre 1801: La mia vita diventata ora pi piacevole []. Questo mutamento lo ha prodotto una cara, incantevole ragazza, che mi ama e che io amo, in due anni sono questi i soli momenti beati ed la prima volta che sento che il matrimonio potrebbe rendere felici, ma purtroppo essa non del mio ceto sociale. LAdagio sostenuto quanto di pi distante si possa immaginare allepoca per un primo tempo di sonata. Beethoven scrive in partitura Si deve suonare tutto questo pezzo dolcissimamente e senza sordini per sottolineare la necessit di unintimit adatta alla confessione dei pi riservati sentimenti, afdata al tema puntato, che riecheggia per tutto il movimento, no allultima enunciazione nel registro grave, una sorta di desolato addio. LAllegretto, denito da Liszt un ore tra due abissi conduce al Presto agitato nale, un movimento di rara tragicit in cui quattro temi si intrecciano e si oppongono con esasperazione crescente, no al brusco nale.

PAUL LEWIS

LUNED 20 GENNAIO 2014 AUDITORIUM MANZONI ORE 20.30


pianoforte

Introduce Giordano Montecchi. Saggista e critico musicale per quotidiani e riviste, insegna Storia della Musica al Conservatorio di Parma

J.S. Bach / F. Busoni Preludio-Corale Nun komm der Heiden Heiland BWV 659 Ludwig van Beethoven Sonata quasi una fantasia in si bemolle maggiore op. 27 n.1 J.S. Bach / F. Busoni Preludio-Corale Ich ruf zu dir, Herr Jesu Christ BWV 639 Ludwig van Beethoven Sonata quasi una fantasia in do diesis minore op. 27 n. 2 Franz Liszt Schlaflos! Frage und Antwort R 79 Unstern (Sinistre. Disastro) R 80 R.W. Venezia R 82 Modest Musorgskij Quadri di unesposizione

Ho creduto di lavorare nello spirito di Bach, mettendo al servizio del suo piano le estreme possibilit dellarte odierna, quale organica continuazione dellarte sua, come le estreme possibilit dellarte del suo tempo erano divenute mezzo di espressione per lui stesso. Cos scriveva nella sua Autorecensione del 1911 Ferruccio Busoni. Egli sosteneva di essere stato sospinto verso Bach da una misteriosa disposizione del destino: suo padre, clarinettista professionista, lo aveva, invece, sempre esortato a studiare con dedizione il compositore

tedesco. Nel 1898 Busoni trascrive dieci Preludi di Bach, pubblicandoli nel terzo volume della sua monumentale Edizione Bach-Busoni. Il preludio al corale, forma tipica della musica liturgica luterana, unintroduzione organistica allintonazione del corale, anticipandone il tema ed elaborandolo sotto forma di variazioni: Busoni ne fa invece un rafnato brano di musica da camera, non limitandosi ad adattarlo al pianoforte, ma esplorando le possibilit dello strumento moderno. Nel Preludio-Corale Nun komm der Heiden Heiland (Vieni Salvatore delle genti) BWV 659, che riprende lomonimo corale di Lutero, Busoni mantiene evidente la struttura polifonica, afdando la melodia a registri diversi, ma la ammorbidisce creando effetti drammatici tramite le frequenti variazioni dintensit dal piano al forte. Il Preludio-Corale Ich ruf zu dir, Herr Jesu Christ (Ti invoco, Signore Ges Cristo) BWV 639, che riprende invece un corale di Johannes Agricola, maschera la struttura polifonica evidenziando la cantabilit della delicata melodia, esaltata anche in questo caso da un uso di variazioni di intensit e dalla presenza di continui rallentando. La legittimazione della libert nella trascrizione, secondo Busoni, sta nella sorprendente modernit di Bach, la modernit del saper trovare i mezzi necessari ad esprimere i propri scopi, lasciando a chi verr dopo inesauribili possibilit di interpretazione. E se nella sua concezione pianistica, Bach rappresenta lalfa, Liszt lomega, il com-

Considerato dalla critica come uno dei migliori artisti della sua generazione, Paul Lewis, che si formato con Alfred Brendel, ha ottenuto, fra i molti riconoscimenti, il premio della Royal Philharmonic Society come Migliore strumentista dellanno, un Diapason dOr e due Premi Edison, il 25 Premio Internazionale dellAccademia Musicale Chigiana di Siena, e tre Gramophone Awards. Tiene concerti in tutta Europa, Stati Uniti e Giappone nelle sale pi prestigiose, tra cui la Wigmore Hall di Londra, la Toppan Hall di Tokyo, il Concertgebouw di Amsterdam, il Kennedy Centre di Washington e la Konzerthaus di Vienna. ospite regolare dei festival pi importanti, tra cui Lucerne Piano Festival, White Light Festival a New York, Tanglewood Festival, Schubertiade di Schwarzenberg, Festival di Salisburgo, Edinburgh International Festival e London BBC Proms. Ha suonato con le maggiori orchestre, fra cui tutte le compagini inglesi, la Los Angeles Philharmonic, lOrchestra del Gewandhaus di Lipsia e la Mahler Chamber Orchestra, e con direttori come Haitink, von Dohnanyi, Sawallisch, Kitajenko, Davis, Harding. Ha tenuto una serie di concerti a New York, Chicago, Milano e Torino con la London Symphony Orchestra diretta da Sir Colin Davis, oltre ad un tour negli Stati Uniti con la Australian Chamber Orchestra.

Paul Lewis

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Luned 20 gennaio 2014


pimento, il termine ultimo a cui tendere. Denizione tanto pi calzante se rapportata al tardo Liszt, alle ultime, enigmatiche composizioni. Lultimo Liszt presenta arditezze armoniche e ambiguit tonali sconosciute alle opere giovanili e a quelle della prima maturit. Sono musiche pervase da un senso di ansia e disperazione, che le discosta totalmente dal resto della sua feconda produzione. Liszt confess allamica Lina Ramann di sentire una profonda tristezza nel cuore, che prima o poi sarebbe dovuta erompere in suono. Al 1883 risale Schlaos! Frage und Antwort (Insonnia! Domanda e risposta) R 79. La prima enunciazione del tema, ora incerta, ora nervosa, concentrata nel registro grave, nella tonalit di mi minore, simboleggia la domanda: il perch della morte. Ed ecco giungere la risposta, la redenzione, una melodia delicata, ma solenne, spostata sul registro acuto, nella tonalit di mi maggiore. Il tema utilizzato il medesimo, quasi a suggerire che la risposta gi nella domanda: la morte come strumento della Salvezza. Due anni prima Liszt aveva composto Unstern (Sinistre. Disastro) R 80, dallemblematico titolo trilingue. Diviso in tre sezioni, il brano inizia con frammenti melodici che si interrompono sul tritono, il lugubre intervallo per secoli chiamato Diabolus in musica, che gli conferisce da subito unatmosfera funebre. Segue una serie di passaggi accordali, quasi squilli di tromba, sempre pi incalzanti, per giungere nel nale ad una sezione in forma di corale, pensosa e vagante. Pochi mesi prima della morte di Richard Wagner (che aveva sposato la glia di Liszt, Cosima, nel 1870), a Venezia, Liszt aveva composto La lugubre gondola: egli stesso rivel di averla scritta in preda ad una sorta di premonizione. Due mesi dopo compose le due elegie Alla tomba di Richard Wagner e R.W. Venezia R 82, il cui stile emula emblematicamente quello wagneriano. Una decina di anni prima Liszt aveva avuto occasione di studiare ed elogiare lopera di un giovane compositore che, venuto a conoscenza del suo apprezzamento, scrisse ad un amico: Chiss quanti

DA ASCOLTARE
Lo scorso febbraio, Gramophone ha segnalato come Disco del mese la sua registrazione di una scelta delle Sonate di Schubert, arricchita dai celebri Quattro Impromptus D 899 (Harmonia Mundi, casa per la quale il pianista inglese incide regolarmente). Dopo il lungo intermezzo beethoveniano, dunque Lewis torna a Schubert, dando vita ad unincisione matura e coinvolgente. Schubert, che aveva affrontato realizzando una registrazione dei cicli liederistici Schwanengesang, Die schne Mllerin e Winterreise assieme a Mark Padmore, oltre a unantologia di duetti pianistici, partner questa volta Steven Osborne. Per trovare altre sonate del viennese bisogna tornare allinizio della sua carriera, quando Lewis a Schubert dedic le sue prime fatiche discografiche (inclusa unincisione nel 2006 de La Trota, unica incisione cameristica assieme ai Quartetti con pianoforte di Mozart). Il resto sostanzialmente Beethoven, di cui Lewis ha registrato lintegrale delle Sonate (in 10 cd) e dei Concerti per pianoforte (con la BBC Orchestra diretta da Blohlvek). A Liszt ha dedicato un disco nellormai lontano 2005, dove, accanto ad unantologia di brani tratti dalle ultime opere dellungherese, troviamo la Sonata in si minore.

nuovi mondi mi si aprirebbero parlando con Liszt, per sua natura coraggioso e probabilmente non avrebbe difcolt a fare con noi unescursione in nuove terre. Il giovane compositore era Modest Musorgskij. Una settimana dopo aver scritto questa lettera, apprese la notizia della morte di Viktor Hartmann, artista a cui era legato da un solido rapporto damicizia. Visitando la mostra organizzata in suo onore lanno seguente, il 1874, a San Pietroburgo, Musorgskij concep una delle sue opere pi conosciute, la suite per pianoforte Quadri di unesposizione, suddivisa in quindici movimenti, ossia dieci quadri e cinque Promenades, le passeggiate per spostarsi da un quadro allaltro. Dopo la prima Promenade, solenne e decisa, viene presentato il primo quadro, Gnomus, in cui rapidi passaggi, tremoli e scale si alternano a pause improvvise, a rappresentare i movimenti sospettosi della malvagia creatura. Segue la seconda Promenade, pi pacata e riessiva, che porta al secondo quadro, Il vecchio castello, che reca in partitura la dicitura Andante molto cantabile e con dolore: nellItalia medievale, un trovatore intona il suo lamento amoroso davanti ad un maniero avvolto da un paesaggio malinconico. Una terza Promenade conduce il visitatore ancora turbato verso un nuovo quadro: Tuileries, il celebre parco parigino che ospita giochi infantili. Si accede poi al

quadro successivo, Bydlo, il carro tipico dei contadini polacchi, il cui passaggio rafgurato da accordi cadenzati che aumentano di intensit allavvicinarsi dello spettatore, per poi divenire uneco lontana. Dopo una breve Promenade viene presentato il quinto quadro, Balletto dei pulcini nei loro gusci, rappresentato da trilli e ritmi puntati. A seguire il sesto quadro: Samuel Goldenberg e Schmuyle, in cui due temi, uno petulante e acuto e laltro imperioso, corrispondono alle voci dei due personaggi. Lultima Promenade conduce al settimo quadro: Limoges, il mercato, dove le contadine, sempre pi concitate, cominciano a litigare. Completamente diversa latmosfera del quadro successivo: Catacombe Con i morti in una lingua morta. La prima sezione, statica e drammatica, introduce una seconda parte che allude alla discesa dello stesso pittore, Hartmann, nelle catacombe. Dopo il nono quadro, La capanna sulle zampe di gallina (Baba-Yaga), dalla terricante atmosfera, si accede allultimo e pi celebre, La grande porta di Kiev. Riferito al progetto di Hartmann stesso per le porte monumentali della citt, in onore dello zar, riprende, solennizzandolo, il tema iniziale della Promenade, afancandolo ad un secondo tema tratto da un inno ortodosso, in una sorta di celebrazione civile e religiosa della Russia di Alessandro II.

Lo sapevate che... Lewis stato il primo pianista nella storia dei BBC Proms a suonare tutti i Concerti di Beethoven in ununica stagione. Il ciclo completo stato ripreso dalla BBC Television
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MUSICA INSIEME

Luned 3 febbraio 2014

Fantasie a 4 voci
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Il Quartetto formatosi al Royal College di Londra quasi ventanni fa approda per la prima volta a Bologna, con un tributo a due capisaldi della musica inglese
di Daniele Follero
n omaggio allInghilterra, paese troppo spesso relegato dalla storia della musica ai margini della tradizione europea, il Belcea Quartet, formatosi per lappunto a Londra, dedica alle proprie origini istituzionali gran parte del programma di questo concerto. La scelta cade su due simboli della musica inglese di tutti i tempi, due autori tanto distanti cronologicamente, quanto vicini nella sensibilit musicale e nella maestria compositiva. Accomunati dalla passione per il teatro, fonte di successo per entrambi, Henry Purcell e Benjamin Britten (del quale ricorreva nel 2013 il centenario della nascita) pi che due pietre miliari, rappresentano due parentesi che chiudono un discorso lungo quattrocento anni. Composte nel 1680, le Fantasie per consort di viole di Purcell sono contemporanee alle sue Sonate. Ma, mentre queste ultime ci mostrano un compositore al passo con i tempi, attento alle evoluzioni del mondo musicale, le Fantasie, genere gi ampiamente obsoleto allepoca, volgono lo sguardo verso il passato dellInghilterra elisabettiana. Scritte in un arco di tempo molto breve, e per un numero crescente di parti, da 3 a 7 (le quattro scelte per questo concerto sono tutte a 4 voci), probabile che fossero state concepite come ununica sequenza, rimasta incompleta. Nello stile contrappuntistico di queste composizioni, dalla forma libera, Purcell guarda a John Dowland, William Byrd e Orlando Gibbons, pi che ai suoi contemporanei. In contrasto con la musica celebrativa che ha contraddistinto il periodo della Restaurazione inglese, le Fantasie conservano il carattere intimo di una musica privata, domestica, che ricorda altri tempi. La grandezza di Purcell quella di riuscire, pur restando saldamente legato alla tradizione dei polifonisti inglesi, a mescolare la severit del contrappunto alla passionalit delle sue arie, le rigide strutture verticali dei suoni allespressivit delle linee melodiche. Linuenza di Purcell sulla musica di Benjamin Britten ben nota, e non solo per la dedica esplicita nel Quartetto n. 2, composto in occasione del 250 anniversario della sua morte, o per gli elogi che il compositore del Peter Grimes non ha mai risparmiato nei confronti della sua fonte dispirazione. Lo stile di Britten, nellutilizzo di forme e generi del passato, nella ricerca di un nuovo tonalismo, in netta opposizione allo sperimentalismo radicale delle avanguardie mitteleuropee, proprio dalla musica di Purcell, da quel particolare incontro tra

Considerato dalla critica come uno dei Quartetti pi interessanti del momento, il Belcea Quartet si formato al Royal College of Music nel 1994, ricoprendo il ruolo di Quartetto Residente alla Wigmore Hall di Londra dal 2001 al 2006 e divenendo nel 2010 Ensemble Residente presso la Konzerthaus di Vienna. Si esibisce regolarmente nelle sale pi prestigiose del mondo, tra cui Laeiszhalle di Amburgo, Concertgebouw di Amsterdam, Palais des Beaux Arts di Bruxelles, Victoria Hall di Ginevra, Auditorium Gulbenkian di Lisbona, Konzerthuset di Stoccolma, Carnegie Hall e Alice Tully Hall di New York, Sala Verdi di Milano e Thatre du Chtelet di Parigi. Il Quartetto partecipa ad importanti festival come la Schubertiade di Schwarzenberg e i Festival di Edimburgo, Cheltenham, Aldeburgh, Bath e Salisburgo, e collabora stabilmente con importanti artisti, quali Thomas Ads, Piotr Anderszewski, Thomas Quasthoff, Paul Lewis, Isabelle van Keulen, Menahem Pressler, Martin Frst, Imogen Cooper, Ian Bostridge, Anne Sophie von Otter e Angelika Kirchschlager. Nella scorsa Stagione ha presentato lintegrale dei Quartetti di Beethoven nelle sedi europee pi significative ed ha debuttato al fianco di Valentin Erben, del leggendario Alban Berg Quartet, ai BBC Proms di Londra.

Belcea Quartet

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MUSICA INSIEME

modernit, passionalit e stile severo, che si nutre maggiormente. Concentrato nella scrittura di opere per il teatro, sua maggiore fonte di fama e di guadagni, Britten tralasci le composizioni per il quartetto darchi per ben trentanni. Tanto il tempo che trascorre tra il Secondo e il Terzo, terminato nel 1975, un anno prima della sua morte, avvenuta il 4 dicembre dellanno successivo. Il compositore non riusc, quindi, ad assistere alla prima del suo ultimo Quartetto, eseguito il 19 dicembre dallAmadeus String Quartet, per il quale era stato composto. Alla ricerca di un suono etereo, Britten scrive pagine di estrema delicatezza, in cui la tonalit sospesa ma non scompare mai, lasciando uttuare le melodie senza stringerle nelle maglie di rigidi schemi. Lesempio pi chiaro di questa scrittura sono il primo e lultimo movimento. In

BELCEA QUARTET

LUNED 3 FEBBRAIO 2014 AUDITORIUM MANZONI ORE 20.30

CORINA BELCEA-FISHER violino AXEL SCHACHER violino KRZYSZTOF CHORZELSKI viola ANTOINE LEDERLIN violoncello
Henry Purcell Fantasia in fa maggiore n. 6 Z 737 Fantasia in re minore n. 8 Z 739 Fantasia in mi minore n. 10 Z 741 Fantasia in sol maggiore n. 11 Z 742 Benjamin Britten Quartetto n. 3 in sol maggiore op. 94 Wolfgang Amadeus Mozart Quartetto in re maggiore KV 499 Hoffmeister

Introduce Fulvia de Colle. Collabora da quindici anni alla direzione artistica di Musica Insieme, scrive di musica e traduce per Einaudi Editore

Duets, la pi astratta delle cinque parti, il compositore, come il titolo stesso suggerisce, gioca sulle possibilit dellincontro tra due strumenti, innescando veri e propri confronti tra le quattro voci. Il nale invece una Passacaglia (torna ancora una volta il riferimento alle forme della tradizione) che porta il sottotitolo La Serenissima, in omaggio a Venezia, citt in cui stato composto. Tra le chiare citazioni dalla sua ultima opera per il teatro, Morte a Venezia, e lalternarsi di atmosfere rarefatte e improvvisi crescendo, leffetto ipnotico, cos come straniante la conclusione, lasciata volutamente sospesa. Un punto di domanda, unaltra question, dopo quella di Charles Ives, cui lautore non ha dato risposta. Dei cinque movimenti di cui si costituisce il Quartetto, il secondo e il quarto hanno un carattere molto diverso dagli altri. Il ritmo
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DA ASCOLTARE
I due membri fondatori, la violinista Corina Belcea e il violista Krzysztof Chorzelski, provengono rispettivamente dalla Romania e dalla Polonia; il secondo violino e il violoncello sono francesi, e il Quartetto si formato alla Royal Academy di Londra, per prendere poi definitivamente la cittadinanza britannica. Non stupisce quindi che in ormai quasi ventanni di vita more uxorio, il Belcea abbia saputo unire le quattro spiccate individualit (e radici) dei suoi componenti in una personalit unica e potente, esplorando ovviamente i quattro cantoni del quartettismo europeo. Ecco quindi la Gran Bretagna di Benjamin Britten, del quale il Belcea ha registrato lintegrale per EMI Classics gi nel 2005; ma la lunga collaborazione con la storica major ha dato molti altri frutti, tra cui ancora unintegrale, quella di Bartk, e i Quartetti Dissonanzen e Hoffmeister di Mozart, questultimo in programma anche per Musica Insieme. La pi recente fatica discografica il Belcea lha dedicata alle origini del genere, con lintegrale dei Quartetti di Beethoven in due volumi, pubblicata nel 2012/13 con la nuova etichetta del gruppo, dal nome eloquente di ZigZag Territoires, e subito premiata con riconoscimenti come lECHO Klassik Award.

incalzante, le stridenti melodie e la relativa brevit ne fanno quasi degli intermezzi, che racchiudono il movimento centrale (Very calm), il cuore pulsante di tutta la composizione, lunico a prevedere una parte solista ben marcata, accompagnata da uno strumento alla volta. Apparentemente, in un omaggio allInghilterra, Mozart sembrerebbe quasi un pesce fuor dacqua, eppure, il Quartetto n. 20 in re maggiore KV 499 un legame (mancato) con lisola britannica ce lha. Il 1786 un anno cruciale per il compositore di Salisburgo. I rapporti con il padre, malgrado laffetto di fondo non sia mai venuto a mancare, cominciano seriamente a logorarsi. Leopold, titubante per gli esiti della carriera viennese del glio, sempre pi preoccupato per le sue sorti. E non ha tutti i torti. I problemi economici, nonostante la fama indiscutibile e i buoni guadagni conquistati nella capitale austriaca, si fanno sempre pi incalzanti. A partire dalla stagione quaresimale del 1876, la serie trionfale di concerti pubblici va esaurendosi, cos come linteresse per le sue opere comincia a scemare in un pubblico abituato ad appassionarsi alle novit. In questa situazione, Mozart, compositore ormai esperto e navigato, spazia tra i pi svariati generi, spesso su commissione. E medita di lasciare Vienna. proprio in questo pe-

riodo di forte incertezza, ma anche di grande creativit ( lanno delle Nozze di Figaro) che Wolfgang pensa allInghilterra e alla possibilit di costruirsi un futuro oltremanica. Ma lidea naufraga o, meglio, lattenzione del compositore si sposta pi ad Est, verso quella Praga che accoglier entusiasticamente il Don Giovanni, aprendo alla musica di Mozart nuovi conni. in questo clima che nasce il Quartetto n. 20, anche conosciuto come Hoffmeister dal nome dellamico editore (e creditore) per il quale fu scritto. Denito da Massimo Mila una strana composizione, il Quartetto Hoffmeister il prodotto di una grande maestria nella costruzione, ma caratterizzato da unespressivit timida, a tratti arida, difcilmente paragonabile ai colpi di genio mostrati in altri generi. Secondo Mila sarebbe proprio questo Quartetto lesempio pi chiaro dellarte mozartiana del luogo comune, quella sua provocatoria attitudine a cavare un discorso signicante dalla combinazione di elementi convenzionali. Elegante, ma evasiva, la partitura si apre con un Allegretto che ne rappresenta perfettamente il carattere ambiguo, gi dallesposizione. La forza e la chiarezza del primo tema, invece di lasciare il posto al secondo, lo sovrastano, tanto da cancellarne i contorni. Alcuni elementi della prima idea tematica ritornano durante

tutto il tempo dellesposizione, come in una sorta di incontro tra la forma-sonata e il rond. Il risultato quello di donare una forte unit alla composizione, creando le condizioni per il germogliare di nuove idee, sul principio della variazione continua. E qui, il Mozart del luogo comune, lascia il posto al Mozart precursore di tecniche compositive che caratterizzeranno, solo molto pi tardi, la musica romantica, da Beethoven a Brahms. Il materiale del primo tema prevale anche nello sviluppo, dove le sue parti principali si intersecano e dialogano tra loro, sfociando nella ripresa, in cui non si ravvedono cambiamenti di grande rilievo no a quando la chiusa non diventa il pretesto per una poetica e intensa coda. Convenzione, eleganza e contegno sono i caratteri che meglio descrivono il Minuetto successivo, anchesso un Allegretto, nella stessa tonalit del primo movimento. Anche qui, le voci sono spesso elaborate in stile imitativo, in particolare nella parte precedente il Trio, che con le sue terzine e i caratteristici trilli stato denito da Einstein un pezzo di vera stregoneria musicale. Pacato, serenamente malinconico, simmetrico lAdagio. Anche qui la forma-sonata non esprime il suo tipico dualismo, in favore di unomogeneit espressiva che permette a Mozart di elaborare entrambi i temi sino a fonderli insieme, senza che ci renda incongruente o meno uido il discorso musicale. In contrasto con landamento sognante dellAdagio, lAllegro nale irrompe con la sua vivacit e irrequietezza. La struttura, ancora una volta a met tra la forma-sonata e il rond, ricorda quella dellAllegretto iniziale, con la differenza che qui si riconoscono almeno tre temi, la cui elaborazione comincia gi nellesposizione. La complessit delle trame di questo nale non solo la conferma dellattenzione che Mozart dedicava ai movimenti conclusivi (valga per tutti il Finale dellultima Sinfonia in do maggiore), ma la degna sintesi di un quartetto che vede proprio nellarte dellelaborazione la sua caratteristica principale.

Lo sapevate che... Nel 2011 il Quartetto ha creato il Belcea Trust, per sostenere i giovani artisti attraverso intense masterclass e commissionare nuovi lavori ai principali compositori
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Un violino gitano
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Classico e popolare, jazz e folklore si intrecciano nel progetto di Viktoria Mullova e Matthew Barley, che supera i confini tra i generi nel nome della buona musica
di Fabrizio Festa

ellaffrontare il tema del crossover, contesto nel quale palesemente sinserisce il programma presentato da Viktoria Mullova e da Matthew Barley, dovremmo sgombrare il campo da un convincimento comune, ma sostanzialmente errato. Si soliti pensare, infatti, che il mescolare le carte, comunque lo si chiami (da fusion a crossover, appunto), sia una novit, o almeno sia un fenomeno artistico relativamente recente, da situare nella seconda met del secolo scorso, ad esempio. Le cose non stanno cos. La storia delle diverse arti cinsegna, al contrario, che mescolare le carte di per s lattivit dellartista. Stranamente la purezza sterile; ovvero, tanto pi ci si allontani dalla mischia, si cerchi di provare a costruire strutture concettuali e formali totalmente autonome, ci si avvii su una strada che ideologicamente ha tutte le caratteristiche dellintegralismo, ebbene quello il momento in cui la nostra arte comincia a morire. BaMI
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sterebbe pensare a che ne stato della breve stagione della musica pura. Qualche pezzo da camera (magari anche un capolavoro), un paio di sinfonie, ma alla ne ha prevalso la vita. Ha prevalso cio la necessit dellartista di essere nel e col suo tempo, magari anche rinunciando a certe esigenze o pretese, ma al tempo stesso trovando una dialettica con la storia e col quotidiano, elemento indispensabile al crescere dellarte medesima. Del resto, la distanza tra popolare e colto solo una distanza ideologica. popolare lottavatore che improvvisa i suoi versi, formalmente impeccabili e magari anche esteticamente di pregio, ed al tempo stesso recita a memoria i grandi poemi, come la Commedia dantesca o lOrlando dellAriosto? Oppure colto, anche se numerosi erano i casi di poeti improvvisatori del tutto analfabeti? Fa la differenza laver appreso la propria arte sui libri, seguendo un corso accademico, oppure laver imparato semplicemente

ascoltando il poeta o il musicista pi anziano, secondo lefcacissimo metodo della trasmissione orale del sapere? Due modalit queste che, ad esempio, nellapprendimento della tecnica di uno strumento musicale si mescolano, in un sovrapporsi di scienza ed esperienza. Dunque, dove sta il conne? Nel cercarlo si giunge ad una semplice conclusione: tale conne non esiste. Il pi ardito polifonista rinascimentale non disdegnava dusare melodie tipicamente popolari. Viceversa, nella musica popolare troviamo molto spesso soluzioni complesse, intricate strutture, che nulla hanno da invidiare alla musica colta. In realt, quel convincimento nasce come costola di un ragionare romantico intorno alla musica. In quellambito laggettivo puro suonava affascinante, salvo poi tutti i romantici dedicarsi con sollecito impegno alla musica applicata, specie se questa garantiva successo e denaro. Lopera lirica ne lesempio preclaro. Persino Wagner ha dovuto

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fare i conti col pubblico. E quando questo non stato (si pensi alla stagione delle avanguardie), se ne poi pagato lo scotto. Larte esiste solo nella relazione con chi ne fruisce, altrimenti diviene uno sterile esercizio di stile. Certo, si pu scegliere cosa mettere sul piatto della bilancia. Ma nel caso della musica linteresse reale, pratico, concreto del compositore la dif-

fusione e quindi il successo dellopera sua. Il che taglia i corni del dilemma, mettendo peraltro linterprete nella fortunata condizione di non dover essere lui a scegliere, almeno in prima battuta. E linterprete attuale ha un altro grande vantaggio: pu scegliere in un repertorio sterminato. Cos capita magari che si accostino Bartk e Zawinul (il leggendario compositore, pianista e tastierista, fondatore dei Weather Report insieme allaltrettanto leggendario sassofonista e compositore Wayne Shorter), peraltro entrambi formatisi nel milieu post-asburgico. Zawinul, val la pena rammentarlo perch il suo un esempio di crossover genetico/culturale, nacque a Vienna nel 1932, citt dove si spento nel 2007. La sua era una famiglia di origine ungherese, con ramicazioni che si perdevano persino nel mondo Rom. Formatosi musicalmente nella citt natale, solo nel 59 Zawinul si trasferisce negli States. Pur divenendo uno dei protagonisti della scena jazz americana (basterebbe ricordarlo qui coi Jazz Messengers di Art Blakey o con il quintetto capitanato dai fratelli Adderley), non perde il suo sentire originario, che riemerger in tutta la sua potenza allorquando incontrer Miles Davis nel 1968, per poi trovare denitiva concretizzazione appunto nella fortunata vicenda artistica dei Weather Report. Una band, si badi bene, in cui lelemento improvvisativo era strategicamente incorniciato nel contesto di composizioni complesse, articolate e di pregevolissima fattura. Questo spiega perch li si possa eseguire con grande facilit in un concerto cameristi-

LUNED 10 FEBBRAIO 2014 AUDITORIUM MANZONI ORE 20.30 The Peasant Girl

MATTHEW BARLEY violoncello JULIAN JOSEPH pianoforte SAM WALTON percussioni PAUL CLARVIS percussioni

THE MATTHEW BARLEY ENSEMBLE

VIKTORIA MULLOVA

violino

Introduce Viktoria Mullova

Bratsch Bi Lovengo John Lewis / Bratsch Django Bla Bartk Sette Duetti (trascrizione per violino e violoncello) Zoltn Kodly Duo per violino e violoncello op. 7 Weather Report Pursuit of the Woman with the Feathered Hat Matthew Barley / tradizionale Yura Weather Report The Peasant DuOud Per Nadia

co. Per dirla in breve: tutto scritto (o quasi). Affatto simile la vicenda di John Lewis e del Modern Jazz Quartet, sebbene il prolo stilistico sia di tuttaltra natura. Anche in questo caso John Lewis, coadiuvato compositivamente dal talento del vibrafonista Milt Jackson, costruisce unesperienza musicale in cui lelemento accademico (evidente il riferimento a

Dopo la vittoria della Medaglia doro al Concorso ajkovskij di Mosca, nel 1982, Viktoria Mullova ha dato inizio ad una folgorante carriera, che lha vista calcare i palcoscenici pi prestigiosi del mondo, al fianco di direttori ed orchestre di primo piano. Grazie alla sua versatilit, collabora con ensemble specializzati nei pi diversi generi musicali e il suo spiccato interesse per la prassi esecutiva su strumenti originali lha portata ad esibirsi con Ottavio Dantone e Accademia Bizantina, Orchestra of the Age of Enlightenment, Giardino Armonico, Venice Baroque e Orchestre Revolutionnaire et Romantique. Al suo fianco, in The Peasant Girl, sar Matthew Barley, violoncellista attivo con importanti orchestre ed apprezzato arrangiatore, nonch ideatore di progetti trasversali, fra cui Through the Looking Glass, che Musica Insieme gi ospit con successo nel 2000. Il suo Matthew Barley Ensemble affianca a violino e violoncello un duo di percussioni, affidate a Sam Walton e Paul Clarvis, e il pianoforte di Julian Joseph, compositore, divulgatore di successo (sua la trasmissione Jazz Legends per BBC Radio) e fondatore nel 2013 di una propria Jazz Academy a Londra.

I protagonisti

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Bach) si fonde con quello jazzistico. Il risultato non , come si potrebbe pensare, una sorta di ibrido. Al contrario, come sempre quando c mestiere e c talento, nasce qualcosa di nuovo, le cui diverse radici sono utilissime nellalimentare proprio la novit di quellesperienza. Django cos ha una straordinaria melodia, che si sviluppa lungo una classicissima progressione, dal sapore bachiano, pur mantenendo un colore blues. O meglio, dovremmo dire manouche, visto che il brano, come esplicita il titolo, dedicato al chitarrista belga, ma di etnia sinti, Django Reinhardt. Il che in qualche modo ci riporta a Bartk e Kodly, ovvero a quel mondo mitteleuropeo, in cui culture diverse erano appunto le radici di un unico albero sempreverde e ricco di ramicazioni. Dei due compositori vengono proposte pagine in un certo senso gemelle, nate per il duo di violini, o di violino e violoncello. Un duo questultimo che non pu contare su una vastissima letteratura, ma per il quale sono state scritte opere signicative, come ad esempio la Sonata in do maggiore di Ravel, la Sonatina VI di Honegger o il Duo . Tra queste sta anche il Duo di Martinu op. 7 di Kodly (1882-1967), composto nel 1914, e da allora accolto sempre con grande successo dal pubblico, tanto da entrare stabilmente nel repertorio dei pi grandi interpreti, come daltronde dimostrano le numerose incisioni discograche. La prima esecuzione averr solo dieci anni dopo, nel 1924 a Salisburgo nellambito del Festival organizzato dalla Societ Internazionale di Musica Contemporanea. Organizzato in tre movimenti secondo il canonico avvicendarsi di tempi veloci (il primo e lultimo) con ladagio nel mezzo, nel primo di questi proprio la componente folklorica emerge con chiarezza. Meno evidente nel prosieguo della partitura, eccola riapparire nel Presto nale, brillantissima pagina che chiude in maniera travolgente questa pietra miliare della letteratura cameristica per soli archi. I 44 Duetti di Bartk (1881-1945), qui presentati in una selezione di sette nella tra-

DA ASCOLTARE
Oltre al recentissimo cd con i Concerti di Bach per Onyx Classical insieme alla Bizantina di Ottavio Dantone (che recensiamo pi avanti in questo numero di MI), Viktoria Mullova e i suoi hanno pubblicato nel 2011 un doppio cd (sempre Onyx) con lintero progetto The Peasant Girl, che riuniva sotto la parola dordine Music is Music un microcosmo di note del ventesimo secolo, accomunate dal fatto di essere particolarmente care ai loro interpreti, ma soprattutto dalle loro evidenti influenze gypsy, ossia gitane e popolari. Come popolari sono le origini della strepitosa violinista, che vi sfodera con il suo Stradivari evoluzioni tecnico-zigane impeccabili, lasciandosi talora andare pure a qualche libert improvvisativa (anche nei Duetti di Bartk per due violini, che Barley ha trascritto alluopo per violino e violoncello). Una passione cui manca forse soltanto di sporcarsi un po di pi con quellimperfezione estemporanea tipica della musica popolare. Tanto pi ammirevole, anche per questo, la curiosit dellartista russa, che da sempre osa sconfinare dal regno della classica, di cui indiscussa sovrana, per esplorare le proprie origini (e ne d conto anche con ricchi materiali e interviste il dvd Onyx The Making of The Peasant Girl) o inseguire le proprie passioni (con un cd in uscita, registrato a Rio e dedicato alladorata musica brasiliana).

scrizione per violino e violoncello di Matthew Barley, vengono composti nel 1931 per due violini allo scopo di fornire, analogamente a quanto realizzato con gli album pianistici raccolti nei diversi volumi del Mikrokosmos, brani per lo studio dello strumento gi intenzionalmente orientati verso unestetica moderna. Dunque non si tratta di pagine concertistiche, seb-

bene da tempo ormai i Duetti siano stati invece inseriti nei programmi da concerto e nelle pi diverse trascrizioni. Che linterprete sia invogliato a presentarli in pubblico, e magari a farlo con un organico per esempio costituito da violino e sarmonica, lo si comprende immediatamente scorrendo la lista dei titoli, prima ancora che ascoltando i singoli numeri. Si tratta nella maggior parte dei casi, infatti, di brevi e piacevoli pagine dispirazione popolare, nello stile del Danze Rumene e delle Danze Ungheresi, altre pagine notissime del compositore magiaro. Dunque, ancora una vicinanza al mondo gitano, e naturalmente a quel mondo popolare evocato nel titolo che Viktoria Mullova e Matthew Barley hanno inteso dare a questo loro concerto, e il cui signicato crediamo a questo punto appaia chiaro al lettore: The Peasant Girl. Mondo al quale appartengono sia la musica dei Bratsch, una gipsy band francese, sia quella dello DuOud, duo costituito da due virtuosi nordafricani di oud, i fratelli Smadj e Medhi Haddab, in realt formatisi nella Parigi degli anni 90 e la cui musica fa largo uso dellelettronica, molto amato com noto il mix elettro/folk anche negli ambienti della musica da intrattenimento.

Lo sapevate che... Nella sua avventurosa fuga dallURSS, nel 1983, Viktoria Mullova lasci linestimabile Stradivari di propriet dello Stato in una camera dalbergo di Kuusamo, in Finlandia
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Foto Sarah Ferrara

Tre sonate nel tempo


Vincitore nel 2012 del Leeds International Piano Competition, il talento di Colli affronta la forma pianistica per eccellenza
di Maria Chiara Mazzi

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MUSICA INSIEME

Luned 24 febbraio 2014

onata una parola straordinaria, dentro la quale stanno tre secoli di storia, stanno mondi incredibili e quasi inconciliabili, stanno intere civilt musicali, stanno pi o meno tutti gli autori, grandi e piccoli, che rappresentano la galassia della classica. Eppure la parola pi semplice del mondo, perch allinizio questa parola vuole, semplicemente, dirci che il brano va suonato (e non cantato), senza nessunaltra implicazione formale, contenutistica o estetica: e le sue radici affondano nellorigine stessa della musica strumentale darte, nel Rinascimento, quando non cera stato il tempo di inventare generi e forme nuove e si decise di partire dalla musica vocale, da una canzone, semplicemente decidendo di suonarla anzich di cantarla. La canzone da sonar un brano solo, fatto per di tanti pezzetti che si susseguono senza soluzione di continuit, ma diversi e contrastanti tra di loro per carattere, scrittura e velocit. insomma una sorta di pangea musicale le cui zolle (per proseguire con la metafora geologica) gi nel corso del Seicento cominciano a separarsi: le varie sezioni si staccano, si allungano nella durata, cominciano ad assumere una identit se non ancora formale almeno funzionale, mantenendo forse una memoria ancestrale di quella unit primigenia. E inizia cos, a ne Seicento, la storia meravigliosa che conosciamo, scritta dapprima da gruppi piccoli e grandi di strumenti e poi, dallinizio del secolo successivo no ad oggi, anche dalla tastiera (prima dal clavicembalo e poi dal pianoforte). Ma la storia non nisce qui, anzi, forse qui ricomincia: se allinizio i vari tempi (perch questo sono diventate nel frattempo, a tutti gli effetti, le zolle musicali originarie di questa strana tettonica inventata da noi) cercano di differenziarsi nel modo pi radicale possibile, piano piano nel corso dellevoluzione della forma della sonata, da Beethoven in poi, sembra riemergere unantica memoria, sembra che quella unit iniziale cerchi a poco a poco di ricostituirsi malgrado i compositori, nonostante la storia e le necessit espressive ed estetiche. Tale questa spinta che gli ultimi approdi, i pi originali in questo senso (pensiamo, fra tutti, alla Sonata di Liszt)

riusciranno con straordinaria efcacia a ricostruire quellunione tra le parti, a far s che i tanti tornino ad essere uno, dopo avere compiuto un viaggio tra i pi straordinari che si possano mai descrivere nella storia della musica. I brani afancati nel programma di questo concerto ci raccontano la prima e la seconda parte della storia: da Mozart, nelle cui sonate i vari tempi hanno una sionomia caratteristica, attraverso Beethoven e Schumann, con brani nei quali la forma ciclica cerca di recuperare lunit nella differenza. Sulla scia del primo gruppo di sonate di Haydn, sotto linusso prima dello stile galante e poi di quello sensibile (di Johann Christian Bach), nascono le prime sonate per pianoforte, composte da Mozart nel 1774 a Salisburgo prima della sua partenza per Monaco, che risentono degli inussi musicali centroeuropei e italiani. Non solo, la Sonata KV 283, come le altre di quegli anni, rispecchia oltre alle esigenze retoriche della struttura narrativa, il gusto dei consumatori, ancora prevalentemente dilettanti, che a quel tipo di repertorio si avvicinavano e al quale esso era destinato. pieno di galanterie e riverenze infatti il tema principale del primo tempo; un piccolo inciso elegante che si ritrova, associato ad una buona quota di calma malinconia, anche nel movimento centrale e si fa sentire persino nella rapidissima sezione conclusiva della sonata. Certo, non possiamo ancora parlare di sonata ciclica, ma un lo sottile che lega i tre tempi prova a farsi strada, appena appena, tra le meraviglie della fantasia mozartiana che straborda anche in questa se pur piccola pagina. Non scrive pi per i dilettanti, e quasi nemmeno per gli esecutori di media forza il Beethoven delle sonate di mezzo, quello che produce, allinizio del nuovo secolo XIX, monumentali capolavori. Complice un nuovo e pi potente pianoforte, egli non accetta pi passivamente la forma della sonata come dato acquisito nel quale collocare idee musicali logicamente ordinate, ma un mezzo per esprimere una personalissima visione del mondo, nel quale visualizzare conitti, opposizioni e risoluzioni di essi, caricata dal di dentro di contenuti e motivazioni che per i compositori precedenti e coevi non

FEDERICO COLLI

LUNED 24 FEBBRAIO 2014 AUDITORIUM MANZONI ORE 20.30


pianoforte

Introduce Maria Chiara Mazzi, docente al Conservatorio di Pesaro e autrice di libri di educazione e storia musicale

Wolfgang Amadeus Mozart Sonata in sol maggiore KV 283 Ludwig van Beethoven Sonata in fa minore op. 57 Appassionata Robert Schumann Sonata in fa diesis minore op. 11

Perfezionatosi presso lAccademia Internazionale di Imola e il Mozarteum di Salisburgo, Federico Colli ha ricevuto il Primo Premio al Concorso Internazionale Mozart di Salisburgo nel 2011 e il Primo Premio con Medaglia doro al prestigioso Concorso pianistico di Leeds nel 2012, suonando il Quinto Concerto di Beethoven con la Hall Manchester Symphony Orchestra diretta da Sir Mark Elder. Si esibito assieme a compagini di primo piano, quali lOrchestra Sinfonica di Roma e lOrchestra dellArena di Verona, sotto la direzione di LucBaghdassarian,Nicola Paszkovski, Pier Carlo Orizio e Francesco Lanzillotta. Ha calcato importanti palcoscenici internazionali, come la Musashino Cultural Hall di Tokyo, la Sala del Musikverein di Vienna, la Sala Verdi di Milano, la Kursaal Arena di Berna, la Konserthuset di Stoccolma, la Salle Cortot di Parigi. Nel 2011 stato impegnato in un tour di concerti in Germania con la Klassische Philharmonie Bonn, diretta da Heribert Beissel. stato premiato come Musicista dellanno 2011, per aver dato prestigio internazionale alla citt di Brescia.

Federico Colli

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Luned 24 febbraio 2014


erano nemmeno immaginabili. In questo senso egli opera da subito alcuni mutamenti formali radicali: il progressivo dilatarsi delle proporzioni si associa infatti ad una quasi siologica riduzione della lunghezza e del numero dei temi, spesso solo semplici scansioni ritmiche o elementari espressioni armoniche, che per si ripropongono opportunamente trasformati nei diversi movimenti, nella ricerca di una nuovissima (o antica?) unit. Questo accade nella Sonata op. 57 Appassionata (il sottotitolo apparve nelledizione di Cranz del 1838), composta nel 1803, opera monumentale costruita su un numero limitatissimo di elementi sintattici e musicali, al punto da poter essere denita ciclica, cio basata su un unico tema che ritorna in ogni movimento, il cui aspetto sempre differente perch soggetto a mutazioni continue. Il tema iniziale, quello che torner anche alla ne della sonata, altro non infatti che la successione delle note dellaccordo di fa minore (la tonalit della sonata), esposte prima in senso discendente poi ascendente, ma cos caratterizzate espressivamente e timbricamente da determinare il clima emotivo dellintera composizione. E persino il bitematismo, struttura portante della losoa compositiva beethoveniana, diventa secondario rispetto ad una ricerca di unit che ricava il secondo tema del primo movimento direttamente dal primo, rovesciato e trasportato in tonalit maggiore. Al posto del tradizionale Adagio, la sonata propone una serie di variazioni il cui tema, privo di qualsiasi lusinga melodica, in realt una pura astrazione armonica. Non so se nella musica vi sia unaltra creazione della stessa monumentale semplicit scrive Riezler costruita sui soli elementi fondamentali dellarmonia, in cui qua e l aforano brevi gurazioni melodiche. Una creazione che, nonostante la sua efcacia spirituale, sgorga incomparabilmente ed giustamente considerata una delle grandi conquiste della musica di ogni tempo. Dalla conclusiva riproposta del tema iniziale si diparte poi un brevissimo interludio che collega direttamente que-

DA ASCOLTARE
La discografia di Federico Colli si arricchisce di anno in anno di nuovi interessanti tasselli. Nel 2009, in duo con il violoncellista Alberto Casadei, con il quale si aggiudicato il primo premio al Concorso Internazionale di Musica da Camera Gaetano Zinetti di Verona, ha inciso un disco con musiche di Beethoven, Brahms e Debussy. Prodotto dal Concorso, con il patrocinio della Fondazione Antonio Salieri, ed edito da Azzurra Music ed Edizioni Michelangeli, il cd stato distribuito in allegato alla rivista Suonare News, riscuotendo grandi consensi da parte della critica e del pubblico. Dopo lincisione di un cd solistico con musiche di Mozart, Beethoven e Ravel (Tonstudio Universitt Mozarteum, 2010), insieme alla Klassische Philharmonie Bonn diretta da Heribert Beissel, Colli ha registrato dal vivo il Quinto Concerto op. 73 per pianoforte e orchestra di Beethoven, alla Beethovenhalle di Bonn (2011). Per letichetta inglese Champs Hill Records, dopo la sua vittoria al Leeds, iniziata infine la preparazione di un cd che verr lanciato nella primavera del 2014, in occasione del suo debutto alla Queen Elizabeth Hall di Londra. Conterr la Sonata n. 10 op. 70 di Skrjabin, Quadri di unesposizione di Musorgskij e lAppassionata di Beethoven, che ascolteremo anche nel suo concerto per Musica Insieme.

sta sezione alla tremenda inesorabilit del Finale. E di nuovo linciso costruito sulle note dellaccordo di tonica che aveva caratterizzato linizio della sonata torna protagonista, trasformato in un angosciante moto perpetuo senza contrasti tematici (fatti salvi alcuni blocchi accordali) no alla scarica di terribile tensione del Presto conclusivo. Attraverso la forma ciclica, splendidamente e originalmente intrecciata con un andamento rapsodico che gli consente di uscire dalla collezione di piccoli pezzi che aveva caratterizzato il suo catalogo no a quel momento, Schumann approda alla grande forma e lascia il suo segno nel percorso della sonata alla ricerca della sua unit originaria. La Sonata op. 11, la prima e forse la pi signicativa delle tre per la qualit della scrittura e la quantit di sentimenti e di atteggiamenti che vi sono espressi, da questo punto di vista esemplicativa. Costruita per aggregazione in momenti diversi e addirittura da brani diversi, essa recupera unit e saldezza dallassunto losoco dal quale nasce (dedicata a Clara da Florestano ed Eusebio) nel 1834. La forma della sonata, infatti, col suo passato di grande pezzo consentiva a Schumann di rendere unitaria la frammentariet, di collegare gli opposti, di costruire in gran-

de partendo da piccoli elementi, di unicare stati danimo divergenti e momenti psicologici e musicali apparentemente contraddittori. Recuperare quella forma, quindi, per Schumann non signica adagiarsi su modelli abituali per il pubblico e la societ dellepoca, ma tornare indietro no alla concezione unitaria beethoveniana e, attraverso quella, tendere ancora una volta a quella unit originaria della quale stiamo parlando dallinizio di questo percorso. Un discorso estetico che si svolge qui su due piani apparentemente distinti che si ricongiungono nella sfera elevatissima dellarte pura: da un lato c la straordinaria conoscenza virtuosistica dello strumento, del quale il musicista sfrutta tutte le possibilit tecniche, dallaltra troviamo la poeticit delle idee tematiche e lirruenza della passione, che mostrano come Schumann incarni in modo davvero incomparabile tutte le idee e le contraddizioni, gli aneliti e le angosce del romanticismo. Non a caso uno dei pi grandi ammiratori di questa pagina (proposta per la prima volta in concerto da Clara nel 1837) sar proprio quel Liszt cui si dovr il completamento del viaggio, la ricomposizione (quasi in un big bang al contrario) di tutte le parti delluniverso-sonata in una sola grande struttura unitaria.

Lo sapevate che... Nel 2010, insieme al violoncellista Casadei, Colli si qualificato finalista al popolare programma Italias got Talent, offrendo al pubblico una rilettura del Volo del calabrone
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MUSICA INSIEME

PER LEGGERE
Antonio Bonacchi
Che lavoro fai? Il violinista. S, ma di lavoro.?

(Curci, 2012)

PAGINE

di Chiara Sirk

Con un titolo irriverente, e con lilluminante sottotitolo Arte, mestiere, misteri del suonare il violino, uscito per i tipi delleditore Curci il volume di Antonio Bonacchi, con la prefazione di Marco Fornaciari. una bella pubblicazione, ricca di notizie, di curiosit e corredata da numerose foto a colori. Lautore, personaggio eclettico e con interessi multiformi (nel libro si presenta in questo modo: sono babbo a giorni alterni, scrittore della domenica, violinista per passione, liutaio e archettaio per diletto, tornitore autodidatta, informatico per necessit, imprenditore per divertimento, inventore per passatempo, cuoco per amicizia) ha raccolto una miniera dinformazioni. Alla ne il profano uscir arricchito dalla lettura di un dietro le quinte dello strumento di solito non facilmente reperibile, mentre il musicista, soprattutto quello alle prime armi, trover tante notizie utili. Dando per scontato che dello strumento sappia tutto (tecnica, costruzione e manutenzione), legger come scrivere un curriculum, come vestirsi per un concerto e altro ancora. Simpaticissimi anche i ricordi dellapprendistato violinistico dellautore.

MULTICOLORI
Una raccolta di recensioni, critiche, riflessioni che percorre trasversalmente il mondo della classica, un dietro le quinte con il violino protagonista, e un ritratto dautore di Giuseppe Verdi, ripubblicato per il duecentesimo dalla nascita del compositore

Franz Werfel
Verdi. Romanzo dellopera

(Corbaccio, 2013)

Werfel riusc a mettere la parola ne su Verdi. Romanzo dellopera nellestate 1923. Il romanzo, il primo dello scrittore e poeta austriaco naturalizzato statunitense, unopera dalla scrittura elegante e un documento di notevole interesse in quanto, con sensibilit mitteleuropea, buona cultura musicale, notevole capacit di mescolare verit storica e nzione, Werfel consegna al lettore un indimenticabile quadro, ambientato nellinverno 1882-83, quando Giuseppe Verdi si trova a Venezia. Ufcialmente ha lasciato laffetto della sua seconda moglie, il soprano Giuseppina Strepponi, per dare lultimo saluto allamico Vigna, ormai moribondo. Questo, per, solo un alibi. In realt, il Maestro, ormai settantenne, ha compiuto il lungo viaggio perch sa che l trover Richard Wagner, con cui compete a distanza da una ventina danni, colui al quale la sua musica sempre contrapposta, una sorta di ossessione. Werfel dipinge un compositore forte e un po scontroso. Il suo un Verdi eroico, forte, risoluto e, nello stesso tempo, incerto sul proprio futuro. Un romanzo datmosfere, dinquietudini e di confronti sul terreno della musica, perfetto per concludere lanno verdiano.
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Interessante sfogliare il pi recente volume di Mario Bortolotto, Fogli multicolori (Adelphi, 2013), immergersi nella bella prosa, nella ricchezza di considerazioni, nella dovizia di citazioni colte che lautore diffonde generosamente, esserne travolti, perno. Onore allautore, ma, ugualmente, diamo merito ad un quotidiano nazionale per aver lasciato ampio spazio (come ormai raramente accade) alle lunghe, talvolta lunghissime giornalisticamente parlando riessioni di Bortolotto. Perch di questo si tratta: il volume raccoglie una scelta di articoli usciti nel corso degli ultimi anni. Critica musicale, dunque, di altissima qualit, che segue strade sue, a volte prevedibili (unesecuzione), a volte inaspettate (un ricordo). Il libro dedicato ad Anna Ottani Cavina, storica dellarte bolognese, direttrice della Fondazione Federico Zeri, quasi a sottolineare la capacit dellautore di percorrere in modo trasversale se non tutti, certamente molti sentieri dello scibile. Da Hndel ad Ives, da Monteverdi a Debussy, no ad arrivare al Novecento avanzato, con Ligeti e Stockhausen, lautore, come il viandante schubertiano, esplora la musica con acribia, piacevolmente in controtendenza con le frettolose cronache di tanti. In queste pagine non c mai spazio per lovvio, scordiamoci la banalit del gi noto e sentito; qui troveremo considerazioni nuove, cri-

tiche, provocatorie, a volte. Nuovo invito allattraversamento della musica per aspera ad astra, proclama leditore nel risvolto di copertina, ed in effetti, per quanto detto in modo un po altisonante, accade proprio cos. Leggere Bortolotto un bellesercizio, fa bene alla mente, suscita irritazione, anche, non lascia mai indifferenti. Se a questo aggiungiamo la pluralit degli autori e delle epoche trattate, tale da accontentare il pubblico pi vasto, linteresse del volume balza subito agli occhi. Spicca laltezza delle pagine legate al pianoforte attraverso gli esponenti massimi della sua storia (si pensi alle analisi dedicate a Prokof ev o Schumann). Da segnalare, per capacit dinvenzione, i titoli apposti alle critiche del volume: Idillio polacco (Szymanowski), Lo zoo di Praga (Janc ek), Malleabilit del genio (Ravel). Uno studio particolare dedicato a Charles Ives (Sinfonie per il nuovo mondo), compositore cui Bortolotto ha sempre rivolto unattenzione privilegiata. Cos, volteggiando fra i ritratti di Hndel (gigante di stile e noia), di de Falla (musicista... per grazia celeste), di Henze (samurai borghese) ci si accorge quale esercizio intellettuale, pi che sentimentale, sia necessario per la comprensione del mondo della musica.
Mario Bortolotto
Fogli multicolori

(Adelphi, 2013)

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DA ASCOLTARE

di Lucio Mazzi

INCONTRI SONORI

Due grandi incontri: quello fra Viktoria Mullova e lAccademia Bizantina, e quello fra Maria Joo Pires e Antonio Meneses. Conclude la trilogia il nuovo cd chopiniano di Rafa Blechacz
Sar lecito, per una volta, parlando di un album, partire dalla copertina? In certi ambiti musicali la copertina era fondamentale, faceva parte del progetto, nella musica classica molto meno, ma questo bellissimo ritratto di Viktoria Mullova parla. E dice tantissimo. Dice che la musica non solo passione e istinto, ma anche rovello, ripensamento, dubbio, studio. Lo sappiamo, forse, ma giusto ricordarlo, anche perch non si raggiunge il risultato di cui possiamo godere in questi solchi senza tutto ci. Tanto pi se, come in questo caso, ci si confronta con un repertorio eseguito e inciso centinaia e centinaia di volte, un repertorio affrontando il quale ogni musicista probabilmente pensa che occorrer pur inventarsi qualcosa di nuovo... Dunque qui abbiamo i Concerti bachiani BWV 1041 e 1042 per violino, che la violinista russa riprende con uno strumento barocco (e corde di budello) a una decina danni dallincisione (con strumenti moderni) per la Philips. Cambia il suono: certamente pi morbido, si sposa perfettamente con la voce dellAccademia Bizantina, senza prevaricare: abbiamo un solista poco egocentrico, quindi: primus inter pares, si direbbe. Ai due concerti, Mullova e Dantone, brillantissimo sia al clavicembalo che sul podio del suo mirabile ensemble, hanno abbinato due trascrizioni per violino in qualche modo inaspettate (certo non irriverenti, del resto era lo stesso Bach a rimaneggiare sovente il proprio materiale per altre composizioni): quella del Concerto per clavicembalo BWV 1053 in mi maggiore (che poi la violinista ha trasposto in re maggiore) e quella del Concerto BWV 1060 in do minore per due clavicembali (ma originariamente per violino e oboe), divenuta per clavicembalo e violino. Nello splendore generale segnaleremo leloquenza delle frasi musicali nel Siciliano del primo, e lAdagio del secondo nel quale, addirittura, la versione violino-clavicembalo appare pi brillante di quella per due cembali. L'ultima annotazione una domanda: perch in un disco inciso anche da prestigiosi musicisti italiani, le note di copertina scritte da un italiano (Dantone) sono in inglese, tedesco e francese, ma non in italiano?
Viktoria Mullova, Ottavio Dantone, Accademia Bizantina
Bach Concertos

Antonio Meneses, Maria Joo Pires


The Wigmore Hall Recital

(Deutsche Grammophon, 2014)

Quasi due anni ci hanno fatto attendere questo cd! Lalbum documenta infatti un concerto tenuto a Londra nel gennaio del 2012 dal grande violoncellista brasiliano Antonio Meneses sul palco con leccellente pianista portoghese Maria Joo Pires: primo momento del sodalizio tra i due, coronatosi lo scorso novembre anche sul palco dei Concerti di Musica Insieme. Il programma, oltre a brani di Brahms, Mendelssohn e Bach, presenta (come a Bologna) il celebre Arpeggione di Schubert in unesecuzione da annali. Quello che colpisce in queste esecuzioni che, come troppo raramente capita, si ha n da subito limpressione di trovarsi di fronte a due splendidi solisti in grado di compenetrare a vicenda la propria tecnica e la propria sensibilit, e non a un solista e al suo pur validissimo accompagnatore. Cosa in cui, forse, lesperienza di Meneses nel Beaux Arts Trio deve aver giocato un ruolo determinante. Del resto, se la carriera dei due musicisti ci racconta come siamo davanti a due dei maggiori solisti di questo tempo, daltra parte non scontato che dallincontro di due grandi esecutori scaturiscano grandi momenti. In questo cd, semplicemente, succede.
Rafa Blechacz
Chopin Polonaises

(Deutsche Grammophon, 2013)

Affrontando un repertorio di questo tipo (straconosciuto, straamato, straeseguito), un musicista deve avere in testa lidea di creare qualcosa che rappresenti un nuovo paradigma, un nuovo punto di riferimento. Il problema che, inseguendo quella chimera, a volte si rischia di perdere il senso e lo spirito originario della pagina eseguita. Ad esempio, nel caso di Blechacz alle prese con sette Polacche, una delle quali la Polonaise-Fantaisie, alcune scelte (luso forse eccessivo del pedale, soluzioni ritmiche azzardate, unirruenza cui a volte sarebbe preferibile una maggiore dinamica) non convincono appieno: frutto di istinto o di precisa volont? Non dato saperlo: poco importa. La tecnica sempre cristallina, non certo questo il punto. Il punto attiene al gusto personale: se di questi brani apprezzate esecuzioni pi misurate (Pollini, Rubinstein), semplicemente facile che amerete meno i momenti in cui Blechacz, qui, tende a fare la voce grossa.

(Onyx, 2013)
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Hanno collaborato

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