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Conversazione con Vittorio Sgarbi, il cui ultimo libro, dedicato alla storia della nostra arte, uscir domani
Lopinione
Negazionismo e legislazione
Angelo Sindoni* ancora viva lemozione del ricordo delle Fosse Ardeatine e del 70 anniversario della razzia contro gli ebrei di Roma nellottobre 1943, mentre un altro vivacissimo fronte di discussione si apre sulle tragedie vissute dal nostro Paese. Loccasione data dalla discussione in Senato, e dalla concomitante approvazione della Commissione Giustizia dellinserimento di un comma allart.14 del codice penale, secondo cui va applicata una pena anche a chiunque nega lesistenza di crimini di guerra o di genocidio. insorta per prima lAssociazione degli storici contemporanei (poi i modernisti), presieduta da Agostino Giovagnoli, il cui Direttivo ha approvato un documento che esprime forti perplessit su tale norma, poich di difficile interpretazione ed attuazione. Sulla definizione dei genocidi nella storia non c accordo tra gli storici n tra i giuristi, e ancor meno tra i Paesi, che si rimpallano le responsabilit, cos per esempio i turchi (questione armena) con i francesi (questione algerina). Si tratterebbe di trasferire ai giudici un giudizio squisitamente storico. Nel documento dei contemporaneisti c un passaggio cruciale: La verit storica non pu essere fissata per legge o nelle aule dei tribunali. Il reato ipotizzato dal comma di cui sopra potrebbe essere, in fondo, un reato di opinione. Ma le verit ufficiali o di Stato sono sempre unarma a doppio taglio; nei Paesi in cui sono state applicate leggi antinegazioniste paradossalmente hanno avuto effetti negativi, offrendo un megafono e facendo passare addirittura per perseguitati i portatori di tesi ignobili, che altrimenti rimarrebbero confinati ad una presenza residuale. La tendenza a far decampare quello che una volta si chiamava il tribunale della storia in veri e propri tribunali di giustizia corrisponde ad una evoluzione profonda del costume del nostro Paese negli ultimi decenni. Il punto di svolta si avuto, a mio avviso, con il caso di Eluana Englaro. Emblematicamente, qualcuno con locuzione simile a quella del documento degli storici oggi allora us lespressione morire per legge. Nellet premoderna la morte aveva ancora una dimensione comunitaria, era gestita dal vicinato, dalla Chiesa; i riti collettivi servivano a dare uno spessore metafisico al trapasso. Nellepoca pi recente, con il progresso della scienza, la morte stata gestita sempre pi dalla medicina; ai medici si sono date troppe deleghe, quasi a voler sconfiggere, o rimuovere, la morte. Quando ci si resi conto che i medici erano stati caricati di compiti a loro superiori, si verificato il passaggio alla legge. Un tribunale ha deciso quando bisognava staccare la spina, essendo i medici divisi su quale dovesse essere lultimo istante di Eluana. Luomo contemporaneo purtroppo incerto, ha perso la bussola, ha bisogno di un appoggio esterno, della legge, per definire il fine-vita e, adesso, addirittura per stabilire le verit storiche. Per ogni minima cosa anche di carattere etico politico c bisogno della sentenza del giudice, salvo poi infischiarsene disinvoltamente. Come chiamare questa nuova fase? Occorrerebbe forse un nuovo termine giuridico per questo formalismo amorale. Gli storici perci han fatto bene a ricordare che, per certi problemi, pi che le leggi, sono necessari il sapere critico e una forte coscienza etico-civile.3 *docente di Storia moderna Universit di Messina
I bellissimi mosaici del Duomo di Monreale e, in alto, il Cristo Pantocratore di Cefal progetto si lega perfettamente al 150 anniversario dellUnit dItalia. Il problema semmai che questo progetto include la stessa Racalmuto che, in modo arbitrario e fascista, ha visto lo scioglimento del proprio comune su presunzioni infondate. Esiste, evidentemente, uno Stato dal doppio volto: da una parte c la figura competente di Massimo Bray che sente la priorit dei beni artistici e letterari come fondamentale da un punto di vista pedagogico, come liberazione da ogni mafia; ma poi c anche lo Stato che scioglie i comuni di Racalmuto e Salemi. A proposito di lingua, lei nel libro sottolinea come il Cristo Pantocratore del duomo di Cefal e i primi poeti siciliani di lingua italiana siano sostanzialmente contemporanei Nel libro i riferimenti letterari sono associati esclusivamente per contestualizzare al meglio le immagini. Il Cristo Pantocratore bizantino, risale al 1145 e ha una potenza inedita che sembra parlare una lingua nuova; allo stesso modo e nei medesimi anni, Ciullo dAlcamo e Giacomo da Lentini, in Sicilia prima che altrove, scrivono in lingua italiana. Ci emblematico dun cambiamento in atto. Il Tesoro dItalia un lungo cammino nel mondo dellarte italiana, un progetto ambizioso davvero ambizioso Studiando e commentando opere darte non ho mai pensato che fosse possibile intendere la storia dellarte come necessit di un progresso espressivo, si tratta di una teoria positivistica ormai superata. Il Tesoro dItalia, invece, il primo di tre volumi che si spingeranno sino al 600, narrando in modo organico e rispettoso la storia dellarte del nostro Paese. Tuttavia ancora in ballo lipotesi che lopera possa essere composta da cinque volumi e in quel caso si pu immaginare che vi sar una maggiore connotazione saggistica, interpretativa e letteraria. Che ne pensa del fatto che linsegnamento della storia
Vittorio Sgarbi
In un volume gli Aneddoti infantili, 15 racconti pubblicati fra 1939 e 1940 sul settimanale Oggi
Si tratta di quindici fantasie infantili pubblicate tra il 17 giugno 1939 e il 20 gennaio 1940 sul settimanale Oggi, dove Elsa Morante tenne una rubrica intitolata Giardino dinfanzia: uno spazio in cui pot affinare il suo sguardo acuminato e la sua lingua corposa, e incarnare in un campionario di immagini e personaggi vivacissimi la sua vocazione precoce. Mia madre raccontava che allet di due anni e mezzo, girando intorno alla tavola, avevo composto il mio primo....3