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U.S.A./MEXICAN BORDER: il tentativo di costruzione di un confine elettronico tra Stati Uniti e Messico.

La Repblica de Mxico ha ben 3.185 chilometri di confine in comune con gli Stati Uniti e questultimi per il controllo del confine impiegano anche le tecnologie pi recenti, una su tutte: i droni. Il controllo del confine vede difatti limpiego di tecnologie sempre pi sofisticate al fine di contrastare i cartelli della droga, che hanno nel gigante nordamericano uno dei principali mercati di sbocco per la cocaina e le droghe sintetiche. Dagli anni Novanta i cartelli dei narcotrafficanti si sono evoluti in vere e proprie holding del crimine, strutturate per sfruttare tutti i business illegali con una notevole capacit, purtroppo, di sfruttare tutte le opportunit offerte dalla corruzione, dalla tecnologia e dalluso spietato della brutalit. Per contrastare con pi efficacia la narco-criminalit gli Stati Uniti collaborano da molti anni con il Plan Merida un mix di aiuti economici, aiuti tecnologici e aiuti nel campo delladdestramento. Le note Agenzie statunitensi quali la DEA (Drug Enforcement Agency) e la ICE (Immigrations and Customs Enforcement) sono in prima linea sia sulla lunghissima frontiera tra i due paesi sia allinterno degli Stati Uniti visto lentit crescente della diffusione di piantagioni di cannabis coltivate in zone remote o allinterno di grandi abitazioni, spesso acquisite a poco prezzo a causa della pesante crisi che ha colpito il settore immobiliare statunitense. In questo ambito cercare di proteggere gli oltre tremila chilometri del Border Mexico-Usa si rivelata una impresa di fatto impossibile considerata la sua enorme estensione. Sul versante americano si provveduto, oltre allaumento nellimpiego delle pattuglie della Border Patrol, alla massiccia installazione di videocamere e di una lunghissima recinzione metallica. Si tentato con un progetto ad alto budget, rivelatosi per un insuccesso, di predisporre muro virtuale basato su centinaia di sensori, questo progetto alla fine ha prodotto solo un consumo di risorse pari a oltre un miliardo dollari, divenendo quindi solo una grossa grana da gestire. Cosa accaduto ? alla prova delle prime installazioni il muro virtuale non ha funzionato, su circa 85 km, il clima aspro del deserto ha reso subito molto difficile loperativit dei sensori elettronici, gli effetti del vento non permettevano di distinguere un albero da una persona ed i dati raccolti giungevano al centro di monitoraggio, in gran parte dei casi, con troppo ritardo.

Daltro canto si rivelato un notevole successo limpiego dei droni che integrano la sorveglianza condotta da terra. Sono circa una decina di droni Predator (dotati di radar, sette video camere, un potente zoom e sensore allinfrarosso, dal costo ognuno di 20 milioni di dollari), che con il logo della US Custom and Border Protection pattugliano i cieli di Arizona, Florida, Texas e North Dakota. In ogni caso gli investimenti e i progetti proseguono dato che il Department of Homeland Security ha indetto una gara per poter disporre entro il 2020 di un sistema integrato radar e torri con videocamere atte a rilevare una persona anche fino ad otto chilometri di distanza. Sulla scorta dellesperienza americana anche il governo messicano ha deciso di fare utilizzo dei droni. Per prima cosa ha messo a disposizione uomini e basi per i droni Predator per gestire le operazioni di sorveglianza in proprio. Seconda quanto ha riportato la rivista Wired, il Messico ha acquisito un certo numero di droni di produzione israeliana gli Hermes 900, nella variante senza armi, per una spesa di almeno 50 milioni di dollari per combattere in modo ancora pi sofisticato i cartelli dei narcos. LHermes 900 un drone di ultimissima generazione, pu stare in volo fino a 40 ore consecutive, anche a quote di 10 mila metri, venendo quindi pienamente incontro alle esigenze di sorveglianza richieste dalle autorit messicane.

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