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ULTIMI SVILUPPI

GLI ULTIMI – PER CERTI ASPETTI, CLAMOROSI – SVILUPPI DELLA MIA


RICERCA, AMPIAMENTE RIPORTATI DALLA STAMPA INTERNAZIONALE, MI
CONDUCONO AD UNA LETTURA SPECIFICA CHE TENDA AD VALUTARE IN
MODO COMPLESSIVO L’IPOTESI DI UN “ GIACIMENTO RELIQUIARIO “ DI
SUSSISTENZA LAURENZIANA E PRIMA ORIGINE APOSTOLICA TOMISTICO –
CRISTIANA.
SOTTO QUESTO PUNTO DI VISTA, SI EVIDENZIA QUINDI COME LA GIA’
ESPOSTA TEORIA DI PRIMA COMPOSIZIONE “ COMPLESSA” DELLE
COMPONENTI RELIQUIARIE DA NOI POSTE COME ALLA BASE DELLA
LEGGENDA DEL “ SANTO GRAAL “, SI DELINEI SEMPRE PIU’, PER NOI,
NELLA LETTURA DELLA DISTRIBUZIONE EVANGELIZZATRICE DI GREGORIO
– SUCCESSIVA AL 590 - , IN RELAZIONE A COMPONENTI “ POSITIVE”
PRESENTI NELLA STORIA E NELLA LEGGENDA DEI POPOLI EUROPEI.
SOTTO QUESTO ASPETTO, ACCANTO ALLA GRANDE ED INSOLUTA
QUESTIONE RELATIVA AL CALICE VITREO DI SAN LORENZO LE VICENDE
STORICHE DI HUESCA – VALENCIA, E BUTE – GLASTONBURY, QUI
ESAMINATE, CI APPARIREBBERO DEL TUTTO EMBLEMATICHE E
DELINEANTI; MENTRE DEL TUTTO PARTICOLARE E DECISIVO CONTINUA A
DELINEARSI, NELL’AMBITO DELLA NOSTRA VISUALE, IL RUOLO STORICO
DEL GRANDE PAPA DELL’ANNO MILLE SILVESTRO II, REALE DEFINITORE
DELL’ANTICA AZIONE DI GREGORIO MAGNO.

QUESTO DOCUMENTO – ANCORA IN ATTESA DI DEFINIZIONE FORMALE


ULTIMATIVA, A BREVE, E QUINDI DA VALUTARE IN TERMINI DI IPOTESI
DA “ APPUNTI DI STUDIO”, - NON PUO’ QUINDI CHE RIMANERE
FINALIZZATO ALLA CREAZIONE DI UNA “ COMMISSIONE
INTERNAZIONALE MULTIDISCIPLINARE DI STUDIO”, DA NOI DA TEMPO
INVOCATA ALLE AUTORITA’ DI PERTINENZA ECCLESIASTICA E
CULTURALE.

Per quanto riguarda questi ultimi sviluppi, si prega quindi qui di consultare *:
- i tre articoli speciali di Intervista, qui in visione, della pluridecennale Rivista
nazionale “ IL GIORNALE DEI MISTERI “, riassuntivi la componente intera
di origine della ricerca, e contenenti anche citazione dello sviluppo di
conoscenza mondiale dell’ipotesi scientifica ;
- il grande articolo della Gaceta de Los Negocios di Madrid, contenente le
ultime definizioni di ricerca sulla componente che più appare connessa alla
antica Tradizione dell’Ultima Cena cristiana, cioè il Santo Caliz di Valencia;
- la Scheda riassuntiva, delineata alla lettura generale in data 4 Marzo.
Grazie
Roma, Marzo 2009 Alfredo M. Barbagallo
*

Gli articoli de “ Il Giornale dei Misteri”, edito a Siena, sono qui in visione dai nn. 446
– 447 -448 della Rivista, relativi ai mesi da Febbraio ad Aprile 2009. Si ringrazia
quindi qui in maniera speciale il Direttore, Dr.ssa Francesca Vajro, che ha consentito
– derogando ad una consolidata metodica giornalistica, e nella considerazione
dell’enorme portata scientifica della Questione – in eccezionale anteprima, la visione
anticipata della Rivista di Aprile.
Uguale ringraziamento lo devo al Redattore madrileno de “ La Gaceta”, Dr. Santiago
Mata, per lo straordinario sviluppo dei dati di studio relativi alla questione
valenciana.
Un ringraziamento infine al mio impareggiabile webmaster, il giovane e validissimo
Andrea Biagioni, che segue con grande passione la stesura di questo sito personale.

A.B.

SAN LORENZO E IL SANTO GRAAL

4/03/09
Pochi e semplici punti – è una sintesi estrema - per evidenziare gli aspetti principali
della Teoria particolare che mi sono permesso di esprimere, presente in maniera
articolata nel mio sito personale senza fine alcuno di lucro alfredobarbagallo.com,
nato da tre anni di studi costanti e diramati e diffusi negli anni in tutto il mondo:

1) Il Santo Caliz di Valencia fa parte come componente centrale, per questa


ricerca, di un “ giacimento reliquiario “ supremo, consistente nelle reliquie
materiali oggettuali per tradizione custodite dai Papi nei primi secoli, affidate
da Sisto II – da grande Tradizione ecclesiastica – a Lorenzo, Diacono e Santo,
durante la persecuzione dell’imperatore Valeriano, e sepolte insieme a Lui nelle
Catacombe romane del Verano dopo il suo martirio. Sono i famosi “ Tesori
della Chiesa”, di natura essenzialmente spirituale, citati da Prudenzio,
Ambrogio, Agostino e Leone Magno;
2) E’ opinione di questa ricerca che questo patrimonio sacrale – consistente in più
componenti – sia venuto alla luce dal reperimento ed ingresso nella Tomba
stessa del Santo negli anni di poco precedenti al 590, da parte dei Monaci
diretti da Papa Pelagio II. L’immenso e sacrale episodio è direttamente citato
dal successore di Pelagio, Gregorio Magno, nella sua Epistola a Costantina
Augusta, Imperatrice bizantina; ed avviene durante la tragica pestilenza
mondiale di quegli anni, che fa ritenere prossima la Fine del Mondo;
3) Questa ricerca identifica, nella fase intorno al 590 stesso, tre grandi flussi
principali di questo “ giacimento reliquiario “, diretti a fini evangelizzatori da
parte di Papa Gregorio; a) Roma; b) Iberia; c) Britannia.

I tre grandi riferimenti di Reliquie sono relativi a :

a) un elemento di Tradizione relativo agli eventi dell’Ultima Cena, identificabile


con il cosiddetto Santo Caliz di calcedonio, attualmente a Valencia, e
riconducibile alla trasmissione da Gregorio a Recaredo I in conversione dei
Visigoti ( “ Recadero” ) attraverso un San Donato abate, pre - fondatore del
Monastero dei Servitani di San Juan de la Pena, intorno al 590 stesso ;
b) un elemento di Tradizione relativo agli eventi della Deposizione, identificabile
con la cd. Ampolla “dispersa” di Glastonbury, ma in realtà riconducibile alla
trasmissione reliquiaria di Gregorio a Etelberto del Kent, attraverso San Blano
di Bute, vescovo scozzese di Kingarth- Dunblane, intorno al 590 stesso;
c) un elemento di Tradizione relativo agli eventi della Resurrezione,( v. Arculfo,
VII sec. ) identificabile con il particolare Calice vitreo interrato e murato nel
pilastro di fondazione della Basilica di San Lorenzo fuori le Mura, a Roma, da
parte con ogni probabilità dell’autorità pontificale di Papa Pelagio II stesso, e
reperito dal grande archeologo Giovanni Battista De Rossi, sotto il regno di Pio
IX, con citazione completa dal maggio 1864 ( oggi – forse – in Vaticano ).

Questi elementi supremi, riuniti in Giacimento di origine, costituirebbero i Tesori


della Chiesa sepolti con San Lorenzo; e riletti attraverso il circuito pellegrinare
medioevale – tra cui il centrale itinerarium romano – come fonte ispirativa del
ciclo poetico duecentesco del SANTO GRAAL ( Grial/ Grail ).
Ad essi si aggiungerebbe in maniera profonda e diversamente specifica una
ulteriore componente ipogea ( colum/ infundibulum ), di origine pagana e
cristianizzata, e presente nella Catacomba di sepoltura romana di San Lorenzo; e
per la nostra ricerca, vista come di carattere essenzialmente spirituale, riguardando
la concezione originaria stessa del Purgatorio cristiano, di patronato laurenziano.

Quale quindi l’origine cristiana primaria dei Tesori tramandati a San Lorenzo ?
Questa ricerca si permette di identificare ciò in una precedente alta custodia di
Reliquie evangeliche, di suprema natura apostolica, da parte di Tommaso
Apostolo, con possibile origine nell’evangelica Cafarnao.
La ricerca sembra condurre all’identificazione del Martirio di Tommaso in terra
indiana in relazione alla antica colonia romana commerciale di Arikamedu, nel
golfo del Bengala, identificata nel secondo dopoguerra da Sir Mortimer Wheeler.
Ma Arikamedu sarebbe appunto colonia estrema della toscana Arretium (Arezzo ),
che nell’antica tradizione cristiana sarebbe la città dell’antico miracolo del “
calice vitreo” ad opera di un altro e centrale San Donato, di Arezzo.
Il reperimento di una insula – sanctuarium del I secolo ad Arezzo, sotto proprio la
antica chiesa di San Lorenzo al Colcitrone, ci indica la seguente via di indagine:
a) I Tesori vengono ricondotti ad Arretium da Arikamedu dopo il martirio
di Tommaso;
b) Probabilmente nell’ambito del II secolo, ricondotti a Roma sotto
l’autorità pontificale;
c) Sepolti poi con San Lorenzo; e riemersi nel 590, con collocazione
particolare del Calice vitreo.

Sarà proprio il Santo Caliz valenciano – di tradizione, relativo all’Ultima Cena – a


creare, per la nostra analisi, l’origine stessa del ciclo cristiano del Graal.
Identifichiamo nel misterioso e grande Gerberto di Aurillac – poi Papa dell’Anno
Mille, con in nome di Silvestro II – la potente figura di ricostruzione della vicenda
storica del Calice dell’ Ultima Cena, attraverso la propria funzione monacale nella
Spagna altomedioevale, a Ripoll ed a Cordoba e Barcellona; e poi con la gestione
dell’abbazia di Bobbio, fondata da San Colombano.
Nella nostra visuale, Gerberto riconosce profondamente – in quell’epoca remotissima
- il senso cristiano del Santo Caliz dell’Ultima Cena nel suo quasi sconosciuto De
corpore e sanguine Domini , prima dogmatica sulla Transustanziazione eucaristica,
costituendo così il vero primo nucleo della vicenda poetica del Santo Graal cristiano.
Mentre, secoli dopo, la stessa volontà di sepoltura di Pio IX esattamente sopra il
punto di ritrovamento del Calice vitreo reperito dal suo archeologo, nel nartece della
Basilica di San Lorenzo fuori le Mura, fa capire di poter essere di fronte ad una
straordinaria e dispersa reliquia oggettuale apostolica di devozione Resurrezionale.

Roma, 4/3/09
A.B.
SAN LORENZO E IL SANTO GRAAL
4/03/09
Pochi e semplici punti – è una sintesi estrema - per evidenziare gli aspetti principali
della Teoria particolare che mi sono permesso di esprimere, presente in maniera
articolata nel mio sito personale senza fine alcuno di lucro alfredobarbagallo.com,
nato da tre anni di studi costanti e diramati negli anni a tutto il mondo:

4) Il Santo Caliz di Valencia fa parte come componente centrale, per questa


ricerca, di un “ giacimento reliquiario “ supremo, consistente nelle reliquie
materiali oggettuali per tradizione custodite dai Papi nei primi secoli, affidate
da Sisto II – da grande Tradizione ecclesiastica – a Lorenzo, Diacono e Santo,
durante la persecuzione dell’imperatore Valeriano, e sepolte insieme a Lui nelle
Catacombe romane del Verano dopo il suo martirio. Sono i famosi “ Tesori
della Chiesa”, di natura essenzialmente spirituale, citati da Prudenzio,
Ambrogio, Agostino e Leone Magno;
5) E’ opinione di questa ricerca che questo patrimonio sacrale – consistente in più
componenti – sia venuto alla luce dal reperimento ed ingresso nella Tomba
stessa del Santo negli anni di poco precedenti al 590, da parte dei Monaci
diretti da Papa Pelagio II. L’immenso e sacrale episodio è direttamente citato
dal successore di Pelagio, Gregorio Magno, nella sua Epistola a Costantina
Augusta, Imperatrice bizantina; ed avviene durante la tragica pestilenza
mondiale di quegli anni, che fa ritenere prossima la Fine del Mondo;
6) Questa ricerca identifica, nella fase intorno al 590 stesso, tre grandi flussi
principali di questo “ giacimento reliquiario “, diretti a fini evangelizzatori da
parte di Papa Gregorio; a) Roma; b) Iberia; c) Britannia.

I tre grandi riferimenti di Reliquie sono relativi a :

d) un elemento di Tradizione relativo agli eventi dell’Ultima Cena, identificabile


con il cosiddetto Santo Caliz di calcedonio, attualmente a Valencia, e
riconducibile alla trasmissione da Gregorio a Recaredo I in conversione dei
Visigoti ( “ Recadero” ) attraverso un San Donato abate, pre - fondatore del
Monastero dei Servitani di San Juan de la Pena, intorno al 590 stesso ;
e) un elemento di Tradizione relativo agli eventi della Deposizione, identificabile
con la cd. Ampolla “dispersa” di Glastonbury, ma in realtà riconducibile alla
trasmissione reliquiaria di Gregorio a Etelberto del Kent, attraverso San Blano
di Bute, vescovo scozzese di Kingarth- Dunblane, intorno al 590 stesso;
f) un elemento di Tradizione relativo agli eventi della Resurrezione,( v. Arculfo,
VII sec. ) identificabile con il particolare Calice vitreo interrato e murato nel
pilastro di fondazione della Basilica di San Lorenzo fuori le Mura, a Roma, da
parte con ogni probabilità dell’autorità pontificale di Papa Pelagio II stesso, e
reperito dal grande archeologo Giovanni Battista De Rossi, sotto il regno di Pio
IX, con citazione completa dal maggio 1864 ( oggi – forse – in Vaticano ).
Questi elementi supremi, riuniti in Giacimento di origine, costituirebbero i Tesori
della Chiesa sepolti con San Lorenzo; e riletti attraverso il circuito pellegrinare
medioevale – tra cui il centrale itinerarium romano – come fonte ispirativa del
ciclo poetico duecentesco del SANTO GRAAL ( Grial/ Grail ).
Ad essi si aggiungerebbe in maniera profonda e diversamente specifica una
ulteriore componente ipogea ( colum/ infundibulum ), di origine pagana e
cristianizzata, e presente nella Catacomba di sepoltura romana di San Lorenzo; e
per la nostra ricerca, vista come di carattere essenzialmente spirituale, riguardando
la concezione originaria stessa del Purgatorio cristiano, di patronato laurenziano.

Quale quindi l’origine cristiana primaria dei Tesori tramandati a San Lorenzo ?
Questa ricerca si permette di identificare ciò in una precedente alta custodia di
Reliquie evangeliche, di suprema natura apostolica, da parte di Tommaso
Apostolo, con possibile origine nell’evangelica Cafarnao.
La ricerca sembra condurre all’identificazione del Martirio di Tommaso in terra
indiana in relazione alla antica colonia romana commerciale di Arikamedu, nel
golfo del Bengala, identificata nel secondo dopoguerra da Sir Mortimer Wheeler.
Ma Arikamedu sarebbe appunto colonia estrema della toscana Arretium (Arezzo ),
che nell’antica tradizione cristiana sarebbe la città dell’antico miracolo del “
calice vitreo” ad opera di un altro e centrale San Donato, di Arezzo.
Il reperimento di una insula – sanctuarium del I secolo ad Arezzo, sotto proprio la
antica chiesa di San Lorenzo al Colcitrone, ci indica la seguente via di indagine:
a) I Tesori vengono ricondotti ad Arretium da Arikamedu dopo il martirio
di Tommaso;
b) Probabilmente nell’ambito del II secolo, ricondotti a Roma sotto
l’autorità pontificale;
c) Sepolti poi con San Lorenzo; e riemersi nel 590, con collocazione
particolare del Calice vitreo.
Sarà proprio il Santo Caliz valenciano – di tradizione, relativo all’Ultima Cena – a
creare, per la nostra analisi, l’origine stessa del ciclo cristiano del Graal.
Identifichiamo nel misterioso e grande Gerberto di Aurillac – poi Papa dell’Anno
Mille, con in nome di Silvestro II – la potente figura di ricostruzione della vicenda
storica del Calice dell’ Ultima Cena, attraverso la propria funzione monacale nella
Spagna altomedioevale, a Ripoll ed a Cordoba e Barcellona; e poi con la gestione
dell’abbazia di Bobbio, fondata da San Colombano.
Nella nostra visuale, Gerberto riconosce profondamente – in quell’epoca remotissima
- il senso cristiano del Santo Caliz dell’Ultima Cena nel suo quasi sconosciuto De
corpore e sanguine Domini , prima dogmatica sulla Transustanziazione eucaristica,
costituendo così il vero primo nucleo della vicenda poetica del Santo Graal cristiano.
Mentre, secoli dopo, la stessa volontà di sepoltura di Pio IX esattamente sopra il
punto di ritrovamento del Calice vitreo reperito dal suo archeologo, nel nartece della
Basilica di San Lorenzo fuori le Mura, fa capire di poter essere di fronte ad una
straordinaria e dispersa reliquia oggettuale apostolica di devozione Resurrezionale.
Roma, 4/3/09 Alfredo M. Barbagallo

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