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e disequazioni
LORENZO ROI
Edizioni HALPHA
c Edizioni HALPHA. Febbraio 2006. H
Il disegno di copertina rappresenta un particolare dellinsieme di Mandelbrot
centrato in (1.2897200621, 0.43530057) e ingrandito 7.6799275 10
8
volte.
Titolo: Sfumature frattali.
INDICE
Capitolo 1
1.1 Funzioni inverse delle goniometriche . . . . . . . . . . . . . . . 1
1.2 Equazioni goniometriche elementari . . . . . . . . . . . . . . . . 9
1.3 Disequazioni goniometriche elementari . . . . . . . . . . . . . . 12
Capitolo 2
2.1 Funzioni lineari in seno e coseno . . . . . . . . . . . . . . . . . 16
2.2 Funzioni omogenee di secondo grado . . . . . . . . . . . . . . . 20
Capitolo 3
3.1 Equazioni e disequazioni omogenee . . . . . . . . . . . . . . . . 22
3.2 Metodi alternativi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 23
3.3 Tavola riassuntiva dei metodi discussi . . . . . . . . . . . . . . . 25
CAPITOLO 1
1.1 Funzioni inverse delle goniometriche
I graci delle funzioni, denite in R, y = sen x, y = cos x e y = tg x, sono a tutti
noti (gg. 1.1, 1.2). Questi suggeriscono con immediatezza la non invertibilit` a
delle funzioni circolari in quanto, se ad x R corrisponde una sola y (a parte
i valori x = /2 + k dove la tangente non `e calcolabile), ad una y in genere,
corrispondono pi` u valori di x.
y = sen x
y = cos x
O
2
2
3
2
2
1
1
Fig. 1.1. Graci del seno e del coseno.
Trattandosi di funzioni periodiche, la corrispondenza
y ! x | x = f
1
(y)
non `e soddisfatta e quindi le funzioni sopraddette non sono delle biiezioni. Inoltre
in R non sono monot` one.
Ricordando quanto detto al riguardo dellesistenza delle applicazioni inverse*,
sappiamo che anche si possa parlare di funzione inversa `e necessario che f : x y
* 2.5 della dispensa sulle funzioni.
2 1.1 Funzioni inverse delle goniometriche
sia iniettiva. Daltra parte osservando i graci delle funzioni circolari `e possibile
determinare degli intervalli, sottoinsiemi di R, dove le funzioni stesse sono iniet-
tive (gg. 1.1, 1.2).
3
2
2
3
2
O
y = tg x
Fig. 1.2. Graco della tangente.
Rispettivamente per il seno, coseno e tangente, le possibili restrizioni del loro
dominio negli intervalli I R
seno:
_
2
+k,
2
+k
_
coseno:
_
k, (k + 1)
tangente:
_
2
+k,
2
+k
_
con k Z
permettono di ridenire delle funzioni invertibili. In tal modo possiamo disporre
di due funzioni
f : A B f
1
: B A
che sappiamo* soddisfano alle
f
1
f = I
A
f f
1
= I
B
,
dove la prima rappresenta lidentit` a in A e la seconda quella in B: scritte in
termini di equazioni rappresentative, assumono la forma
f
1
_
f(x)
= x per x A (1.1)
f
_
f
1
(y)
= y per y B (1.2)
* 2.6 della dispensa gi`a citata.
1.1 Funzioni inverse delle goniometriche 3
Si sceglie pertanto di restringere la funzione seno nellinsieme
_
2
,
2
_
,
intervallo su cui `e strettamente crescente; linversa quindi di
sen : x y
o pi` u esplicitamente
y = sen x con x
_
2
,
2
_
e y [1 , +1]
si chiama arcoseno, si indica con il simbolo arcsen
arcsen : y x
ed `e tale che
x = arcsen y con y [1, 1] e x
_
2
,
2
_
.
Tenendo presente il teorema che assicura il medesimo carattere di monotonia sia
per la funzione f che per la sua inversa f
1
, tale funzione risulta essere una
biiezione strettamente crescente dellintervallo [1, 1] sullintervallo [/2 , /2].
Per ogni y [1, 1], x = arcsen y `e perci`o lunico numero reale x [/2 , /2]
tale che y = sen x ossia x `e larco (o angolo) il cui seno `e y.
Il graco della funzione x = arcsen y risulta essere nientaltro che quello della
funzione seno ristretto nel gi` a detto intervallo. Difatti per conoscere i valori
della funzione arcoseno `e suciente leggere a rovescio la tabella dei valori del
seno per gli intervalli sopra deniti.
Daltra parte onde mantenere la convenzione che associa alla variabile indipen-
dente la lettera x e a quella dipendente la y, possiamo risalire al graco della
funzione Y = arcsen X (g. 1.3) considerando quello simmetrico al graco di
y = sen x ottenuto con una simmetria assiale avente per asse la bisettrice b : y = x
del I e III quadrante ed espressa dalla equazioni*
_
X = y
Y = x.
* 3.3 della dispensa sulle funzioni.
4 1.1 Funzioni inverse delle goniometriche
y = arcsen x
y = sen x
1
2
O
1
2
1
2
1
2
Fig. 1.3. Graci del seno, dellarcoseno e propriet`a di simmetria.
Da tale rappresentazione risulta immediato rilevare la simmetria dispari della
funzione arcoseno cio`e la validit` a dellidentit` a
arcsen(x) = arcsen(x) x [1, 1] ,
diretta conseguenza dellanaloga propriet` a del seno.
Pure evidente emerge la gi`a nominata propriet` a di monotonia strettamente cre-
scente rappresentata dalle disequazioni
x
1
< x
2
arcsen x
1
< arcsen x
2
con x
1
, x
2
[1, 1] (1.3)
e che discendono da quelle per il seno
x
1
< x
2
sen x
1
< sen x
2
con x
1
, x
2
_
2
,
2
_
. (1.4)
Inne si osservi che lanaloga di (1.1) risulta essere
arcsen(sen x) = x x
_
2
,
2
_
(1.5)
mentre, per ogni x R risulta
arcsen(sen x) = x
dove x
= sen x
1.1 Funzioni inverse delle goniometriche 5
(si veda la g. 1.4 e il successivo esercizio).
Per ogni x [1, 1] si ha poi
sen(arcsen x) = x, (1.6)
che costituisce il caso particolare della (1.2), dove va ricordato che la y `e stata
rinominata x.
Esercizio 1.1. A conferma del fatto che in generale x
= arcsen(sen x) implica
x
2
sen x
Fig. 1.4. Signicato di x
= arcsen(sen x).
Procedendo analogamente, per la funzione coseno si sceglie la restrizione nellin-
tervallo [0, ], in tal modo inducendo una biiezione strettamente decrescente di
questo intervallo su [1, 1]. Linversa quindi di
cos : x y
ossia
y = cos x con x [0 , ] e y [1 , 1]
si chiama arcocoseno, viene indicata dalla scrittura arccos e simbolicamente come
arccos : y x,
ed `e tale che
x = arccos y con y [1, +1] e x [0 , ] .
6 1.1 Funzioni inverse delle goniometriche
1 1
2
1
y = arccos x
y = cos x
O
Fig. 1.5. Graci del coseno e dellarcocoseno.
Per ogni y [1, 1], x = arccos y `e perci`o lunico numero reale x [0 , ] tale che
y = cos x ossia x `e larco (o angolo) il cui coseno `e y.
Sottoponendo il graco del coseno alla simmetria assiale che scambia gli assi
coordinati e denita sopra, si ottiene quello della funzione y = arccos x (g. 1.5).
Le propriet` a di monotonia strettamente decrescente si sintetizzano nelle
x
1
< x
2
arccos x
1
> arccos x
2
con x
1
, x
2
[1, 1] (1.7)
che discendono da quelle per il coseno
x
1
< x
2
cos x
1
> cos x
2
con x
1
, x
2
[0 , ] . (1.8)
Le analoghe espressioni di (1.1) e (1.2) sono:
arccos(cos x) = x x [0 , ] (1.9)
cos(arccos x) = x per x [1 , 1] . (1.10)
Va notato ancora che la (1.9) vale se e solo se x [0, ] mentre se non appartiene
a questo intervallo `e arccos(cos x) = x ossia, in generale `e
arccos(cos x) = x
= cos x
(vedi esercizio 1.1).
Inne restringendo la funzione tangente allintervallo ] /2 , /2[ si ottiene una
biiezione strettamente crescente di questo intervallo in R. Linversa di
tg : x y
cio`e
y = tg x con x
_
2
,
2
_
e y R
viene detta arcotangente, `e identicata dai simboli arctg o arctan cio`e
arctg : y x
ed `e tale che
x = arctg y con y R e x
_
2
,
2
_
.
Il numero x = arctg y rappresenta quellunico valore reale che soddisfa alla y =
tg x ossia x esprime larco (o angolo) la cui tangente `e y. Il graco (g. 1.6),
ottenuto con la consueta operazione di simmetria, evidenzia la simmetria dispari
della funzione e la sua monotonia strettamente crescente.
2
O
y = tg x
y = arctg x
2
Fig. 1.6. Graci della tangente e arcotangente.
8 1.2 Funzioni inverse delle goniometriche
Valgono pertanto le seguenti identit` a e relazioni:
simmetria: arctg(x) = arctg x x R
monotonia: x
1
< x
2
arctg x
1
< arctg x
2
con x
1
, x
2
R (1.11)
che discendono da quelle per la tangente
x
1
< x
2
tg x
1
< tg x
2
con x
1
, x
2
_
2
,
2
_
. (1.12)
Inoltre, con considerazioni analoghe a quelle fatte per il seno e coseno `e
arctg(tg x) = x x
_
2
,
2
_
(1.13)
mentre
tg(arctg x) = x (1.14)
per ogni x R.
`
E interessante notare landamento asintotico della funzione y = arctg x e che
discende da quello della tangente, avendo questa due asintoti verticali di equazioni
x = /2 e x = /2. Con scrittura informale risulta,
x + y +
2
x y
2
,
espressioni che nellAnalisi verranno riprese entro un opportuno quadro teorico.
Per concludere `e facile dimostrare la seguente identit`a:
arcsen x + arccos x =
2
.
Difatti posto = arcsen x, discende x = sen = cos(/2 ). Poiche
/2 < < /2
risulta pure
0 < (/2 ) <
cosicche
_
2
_
= arccos x
da cui la tesi.
1.2 Equazioni goniometriche elementari 9
1.2 Equazioni goniometriche elementari
Volendo risolvere le equazioni goniometriche elementari
sen x = m cos x = m tg x = n
e ricollegandoci alle osservazioni nali fatte per ciascuna delle funzioni inverse
sopra denite, possiamo dire che se m / [1, 1] le prime due non hanno soluzioni,
mentre se m [1 , 1] lequazione sen x = m possiede innite soluzioni. Difatti,
riscrivendo lequazione sen x = m nella forma
_
y = sen x
y = m,
`e possibile identicare la ricerca delle sue soluzioni con quella delle ascisse dei
punti di intersezione delle due funzioni del sistema. Poiche i graci di queste
ultime sono noti, osservando la g. 1.7, `e possibile concludere che le soluzioni
costituiscono un insieme numerabile di numeri reali.
+ 2
y = m
Fig. 1.7. Interpretazione graca dellequazione sen x = m.
Per determinare questo insieme `e suciente conoscere un unico valore dellango-
lo (si veda la g. 1.7) con [/2, /2] in corrispondenza del quale il seno vale
m ossia sen = m. Tale valore `e fornito dalla funzione = arcsen m cosicche
linsieme cercato si pu`o rappresentare tramite le espressioni
x = arcsen m+ 2k e x = arcsen m+ 2k (k Z),
per le quali esiste pure una forma pi` u compatta
x = (1)
k
arcsen m+k (k Z).
Analogamente, se m [1 , 1] lequazione cos x = m si pu` o interpretare come
lintersezione delle due funzioni
_
y = cos x
y = m.
10 1.2 Equazioni goniometriche elementari
2
y = m
Fig. 1.8. Interpretazione graca dellequazione cos x = m.
Osservando la g. 1.8 e determinato quellunico valore dellangolo il cui coseno
vale m cio`e = arccos m con [0, ], le soluzioni sono date da
x = arccos m+ 2k (k Z).
Inne linterpretazione dellequazione tg x = n con n reale qualsiasi tramite il
sistema
_
y = tg x
y = n,
(g. 1.9) conduce alle soluzioni
x = arctg n +k (k Z),
essendo = arctg n.
O
+
y = n
2
Fig. 1.9. Interpretazione graca dellequazione tg x = n.
1.3 Equazioni goniometriche elementari 11
Le equazioni sen x = m, cos x = m e tg x = n possiedono pure una diversa
interpretazione che spesso risulta pi` u comoda ed immediata. Difatti tenendo
presenti le denizioni del seno e del coseno `e noto che si pone sen x = y
P
e
cos x = x
P
cio`e, il seno di un angolo `e interpretabile come lordinata di un
punto P appartenente alla circonferenza goniometrica e individuato dal lato
variabile dellangolo x: il coseno invece ne rappresenta lascissa. Da ci`o segue
che lequazione sen x = m si pu` o riscrivere come y
P
= m. Poiche P allora
x
2
P
+y
2
P
= 1 per cui si ottiene il sistema
_
y
P
= m
x
2
P
+y
2
P
= 1,
e la ricerca delle soluzioni dellequazione goniometrica iniziale equivale dal punto
di vista geometrico allindividuazione delle intersezioni della retta orizzontale
y
P
= m con la circonferenza goniometrica (vedi g. 1.10).
P
y
P
= m
1 1
1
1
P
x
P
= m
1 1
1
1
1 1
1
1
Q
y
Q
= n
Fig. 1.12. Interpretazione alternativa dellequazione tg x = n.
funzioni inverse delle goniometriche permette di denire correttamente langolo
e quindi linsieme delle soluzioni (nel caso ovviamente che questo insieme non
sia vuoto).
1.3 Disequazioni goniometriche elementari
La risoluzione delle disequazioni elementari e quindi della forma
sen x > m cos x > m tg x > n
oppure della
sen x < m cos x < m tg x < n
si pu` o facilmente ricondurre alla risoluzione delle relative equazioni associate.
Difatti volendo risolvere sen x > m e supposto m [1, 1], la ricerca dei valori di
1.3 Disequazioni goniometriche elementari 13
x per cui la precedente disequazione si riduce ad una diseguaglianza vera, equivale
alla determinazione delle ascisse dei punti del graco della funzione y = sen x che
possiedono ordinata maggiore dei corrispondenti punti appartenenti alla retta
y = m (evidenziati in rosso in g. 1.13). In base alla gura `e quindi immediato
dedurre che ci` o si verica per tutte le x appartenenti agli intervalli
+ 2k < x < ( ) + 2k (k Z),
dove si ottiene ancora tramite = arcsen m.
+ 2
y = m
Fig. 1.13. Interpretazione graca della disequazione sen x > m.
Se invece si vogliono ricercare le soluzioni di sen x < m, dallo stesso graco si
deduce che queste sono rappresentate dallinsieme di valori (in nero)
( ) + 2k < x < + 2k (k Z).
In modo del tutto analogo si pu` o interpretare la disequazione cos x > m per
cui, in base al graco di g. 1.8 discende che le soluzioni saranno rappresentate
dallinsieme
cos x > m + 2k < x < + 2k (k Z)
con = arccos m. Se invece si vuole cos x < m, le soluzioni sono individuate
dalla scrittura
cos x < m + 2k < x < (2 ) + 2k (k Z).
Nel caso che sia m [1, 1] le soluzioni delle relative disequazioni si ottengono
immediatamente in quanto `e noto il codominio della funzione seno: allora se
m > 1 sen x > m = x R
m < 1 sen x > m = x R
m > 1 sen x < m = x R
m < 1 sen x < m = x R
14 1.3 Disequazioni goniometriche elementari
Analoghe espressioni si ottengono sostituendo al sen x il cos x.
Inne, riprendendo il graco di g. 1.9, e con le medesime modalit`a discende
tg x > n +k < x <
2
+k con = arctg n (k Z)
oppure
tg x < n
2
+k < x < +k con = arctg n (k Z).
Sulla base invece dellinterpretazione che fa uso della circonferenza goniometrica
, gli angoli che soddisfano alla senx > m sono individuati dai punti di che
appaiono in rosso nella gura 1.14a. I punti di che soddisfano alla cos x > m
sono invece evidenziati sempre in rosso in gura 1.14b. Inne per la tangente si
pu` o utilizzare una rappresentazione del tipo di gura 1.15 che mette in evidenza
i punti di che soddisfano alla tg x > n.
y
P
= m
1 1
1
1
a) sen x > m
x
P
= m
1 1
1
1
b) cos x > m
Fig. 1.14. Interpretazioni grache alternative per sen x > m e cos x > m.
1.0 Disequazioni goniometriche elementari 15
1 1
1
1
y = n
2
,
2
_
`e pure cos > 0, per cui
cos =
1
_
1 + tg
2
: sostituendo tg =
b
a
cos =
1
1 +
_
b
a
_
2
=
1
_
1 +
b
2
a
2
=
1
_
a
2
+b
2
a
2
=
|a|
a
2
+b
2
e (2.4) diviene
A =
a
cos
=
a
_
|a|
a
2
+b
2
_ =
a
|a|
_
a
2
+b
2
. (2.5)
2.1 Funzioni lineari in seno e coseno 19
In denitiva y = a sen x +b cos x +c si pu` o riscrivere come
y = Asen(x +) +c (2.6)
con A denito dalla (2.5) e langolo dalla = arctg(b/a).
La forma appena ottenuta per la funzione f suggerisce di applicare a questa una
semplice traslazione.* Difatti, portando a primo membro la costante c risulta
y c = Asen(x +) per cui denita la traslazione
:
_
y
= y c
x
= x +
e la sua inversa
1
:
_
y = y
+c
x = x
,
(2.7)
la funzione trasformata f
assume la forma
y
= Asen x
il cui graco
= Asen x
O
2
2
3
2
2
A
A
c
y = Asen(x +) +c
= Asen x
.
Risulta ora immediato risalire al graco della funzione originaria f. Difatti
riprendendo le equazioni (2.7) della traslazione inversa
1
_
y = y
+c
x = x
,
emerge che si ottiene traslando il graco di f
del vettore
t = (, c) (g. 2.2)
ossia, usando termini meno formali ma comunque sucientemente descrittivi,
* Si veda a tale proposito il 3.5 della dispensa sulle trasformazioni.
20 2.2 Funzioni omogenee di secondo grado
si deduce traslando verso sinistra quello di f
= y c
x
= x
la funzione f possiede limmagine f
descritta da
y
= b cos x
2
+k. Per x =
2
+k discende invece
a
sen
2
x
cos
2
x
+b +c
sen x
cos x
+
d
cos
2
x
0
e poiche
sen x
cos x
= tg x e
1
cos
2
x
= 1 + tg
2
x
risulta
a tg
2
x +b +c tg x +d(1 + tg
2
x) 0.
Posto tg x = t la precedente diviene una disequazione razionale di II grado nella
variabile t
t
2
(a +d) +ct + (b +d) 0
la cui risoluzione conduce a delle disequazioni elementari della funzione tg x.
Vogliamo inne trattare una forma particolare delle disequazioni lineari ma che
si incontra abbastanza di frequente nei problemi e cio`e il caso in cui sia nullo il
termine noto c. Allora la disequazione assume la forma
a sen x +b cos x 0 (3.4)
e ai metodi gi` a discussi si aggiungono altre due possibili alternative.
La prima consiste nello studiare a parte il caso cos x = 0 ossia va analizzato se i
valori x =
2
+ k sono delle soluzioni della (3.4) e successivamente, nellipotesi
che sia x =
2
+k e fattorizzando il cos x, la disequazione si pu` o riscrivere come
a sen x +b cos x 0 = cos x(a tg x +b) 0 :
di conseguenza si possono ottenere le sue soluzioni tramite lo studio del segno dei
due fattori.
In alternativa, a seconda delle ipotesi sul segno di cos x, la disequazione (3.4)
risulta equivalente ai due sistemi
_
cos x > 0
a tg x +b 0
_
cos x < 0
a tg x +b 0
e nel caso sia cos x = 0, ancora una volta vanno trattati a parte i valori x =
2
+k.
Come si pu`o ben vedere anche i metodi generali presentati inizialmente in que-
sta sezione necessitano di alcune ipotesi restrittive che obbligano ad uno studio
separato per alcuni valori della variabile. Questa limitazione non sussiste invece
per i metodi della sezione 3.1.
3.3 Tavola riassuntiva dei metodi discussi 25
3.3 Tavola riassuntiva dei metodi discussi
DISEQUAZIONI LINEARI
Metodi generali
1) a sen x +b cos x +c 0 = Asen(x +) +c 0
Non contiene limitazioni su x.
2) a sen x +b cos x +c 0 = Atg
2
x
2
+Btg
x
2
+C 0
per x = + 2k.
x = + 2k si deve studiare a parte.
Metodi particolari: c = 0
3) a sen x +b cos x 0 = cos x(a tg x +b) 0 per x =
2
+k
Si studia il segno di entrambi i fattori e, a parte, il caso x =
2
+k dove cos x = 0.
4) a sen x +b cos x 0 =
_
cos x > 0
a tg x +b 0
_
cos x < 0
a tg x +b 0
Si studia a parte il caso x =
2
+k dove cos x = 0.
DISEQUAZIONI OMOGENEE DI II GRADO
Metodi generali
1) a sen
2
x +b cos
2
x +c sen xcos x +d 0
= Asen 2x + Bcos 2x + C 0 = E sen(2x + ) + C 0
Non contiene limitazioni su x.
2) a sen
2
x +b cos
2
x +c sen xcos x +d 0
= Atg
2
x +Btg x +C 0 se x =
2
+k.
x =
2
+k si deve studiare a parte.