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Marcel Lefebvre - Wikipedia

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Marcel Lefebvre
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Marcel Franois Lefebvre (Tourcoing, 29 novembre 1905 Martigny, 25 marzo 1991) stato un arcivescovo cattolico francese, poi scomunicato da papa Giovanni Paolo II. Fu uno dei pi influenti cattolici tradizionalisti che si opposero alle riforme apportate dal Concilio Vaticano II e nel postconcilio, e in particolar modo alla soppressione della Messa tridentina, alla dottrina della collegialit dei vescovi, all'ecumenismo ed alla dottrina della libert religiosa.
Indice 1 Biografia 1.1 La famiglia Lefebvre 1.2 Giovinezza e sacerdozio 1.3 Vescovo in Africa 1.4 Il ritorno in Francia. Alla guida degli Spiritani 1.5 Il Concilio Vaticano II 1.6 La Fraternit Sacerdotale San Pio X 1.7 La prima condanna 1.8 La visita apostolica del cardinale Edouard Gagnon 1.9 Il protocollo d'intesa 1.10 L'ordinazione dei quattro vescovi e la scomunica 2 Opere 2.1 Bibliografia 2.2 in lingua italiana 2.3 in lingua francese 3 Cinematografia 4 Genealogia episcopale 4.1 Consacrati 5 Note 6 Voci correlate 7 Altri progetti 8 Collegamenti esterni

Marcel Franois Marie Joseph Lefebvre


arcivescovo della Chiesa cattolica

Marcel Lefebvre nel 1980 a Crdoba, in Argentina.

Et Nos Credidimus Caritati Incarichi Vicario apostolico del ricoperti Senegal Delegato Apostolico per l'Africa francofona e Madagascar Arcivescovo di Dakar Vescovo di Tulle Superiore generale della Congregazione dei Padri dello Spirito Santo. Nato 29 novembre 1905 a Tourcoing Ordinato 21 settembre 1929 sacerdote Consacrato 18 settembre 1947 vescovo Elevato 22 settembre 1948 arcivescovo Deceduto 25 marzo 1991

Biografia

Sacerdote dal 1929, membro della Congregazione dello Spirito Santo dal 1932, venne eletto e consacrato vescovo nel 1947 poi arcivescovo dal 1948. Vicario apostolico (1947-55) e primo arcivescovo (1955-62) di Dakar, delegato per le missioni dellAfrica francese (1948-59), vescovo di Tulle (1962), divenne in seguito superiore generale (1962-1968) della Congregazione dello Spirito Santo e fondatore della Fraternit Sacerdotale San Pio X (1970). Sospeso a divinis dal 1976 e scomunicato da papa Giovanni Paolo II il 30 giugno 1988.

La famiglia Lefebvre
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La famiglia Lefebvre a partire dal 1738 ha dato alla Chiesa una cinquantina dei suoi figli, tra i quali un cardinale, diversi vescovi, numerosi sacerdoti, religiose e religiosi, fra i quali il famoso liturgista benedettino Dom Gaspar Lefebvre. Il padre di Marcel, Ren Lefebvre (1879 - 1944), ricco proprietario di industrie tessili ed esponente di spicco della resistenza francese, venne arrestato dalla Gestapo il 21 aprile 1941, condannato a morte a Berlino il 28 maggio 1942 e internato nel campo di concentramento KZ di Sonnenburg (Brandeburgo). Fame, freddo, umidit e il pestaggio a sangue di un guardiano gli procurarono un'emiplegia con sincope. Mor il 4 marzo La famiglia Lefebvre nel 1908 1944 e la sua salma non venne pi ritrovata. La madre, Gabrielle Watine (1880 - 1938), mor in concetto di santit. Marcel ebbe sette fratelli: Ren nato nel 1903 (diventer sacerdote), Jeanne nel 1904, Bernadette nel 1907 (della quale la madre predisse che "sar un segno di contraddizione", come avverr quando fonder, insieme al fratello Marcel, la Congregazione delle Suore della Fraternit San Pio X), Christiane nel 1908 (della quale la madre predisse che sarebbe divenuta carmelitana), Joseph nel 1914, Michel nel 1920 e Marie-Thrse nel 1925[1].

Giovinezza e sacerdozio
Il 25 ottobre 1923 Marcel Lefebvre entr nel Seminario francese di Santa Chiara di Roma, sotto la direzione di padre Henri Le Floch C.S.Sp. (1862-1950), il quale lascer un'impronta indelebile nella sua formazione, fondata sulla Tradizione della Chiesa e sulla teologia di san Tommaso d'Aquino (1225-1274). Dopo aver regolarmente svolto il servizio militare in patria, si laure in filosofia ed in teologia alla Pontificia Universit Gregoriana. Il 21 settembre 1929 a Lille fu ordinato sacerdote[1].

Vescovo in Africa
Dopo un breve periodo come vicario in una parrocchia operaia di Lilla, entr nella Congregazione dello Spirito Santo (fece la professione religiosa nel noviziato dei Padri dello Spirito Santo di Orly il 1 settembre 1931[1]) e part per il Gabon nell'ottobre 1932 come missionario. Iniziava cos un rapporto tra monsignor Lefebvre e l'Africa che dur per trent'anni, fino al 1962. Appena giunto in Africa don Marcel fu nominato Professore di Dogma e di Sacra Scrittura al Gran Seminario di Libreville, che raggruppava tutti i seminaristi dell'Africa equatoriale Francese. Nel 1934 assunse la direzione del Seminario. Seppe dare al clero locale una spiccata vocazione evangelizzatrice tanto da triplicare, tra il 1933 ed il 1947, la popolazione cattolica del Gabon; il paese divenne il pi cristiano dell'Africa francofona, ed il secondo di tutto il continente africano. Nel 1945 don Marcel fu richiamato in Francia per assumere la direzione del seminario dei padri dello Spirito Santo a Mortain. Nel settembre 1947, a 42 anni Lefebvre fu, per volont di papa Pio XII, consacrato vescovo e nominato vicario apostolico del Senegal. Un anno dopo venne nominato delegato apostolico per tutta l'Africa francese: fu cos il rappresentante della Santa Sede in 18 paesi africani, nei quali vi sono 45 giurisdizioni ecclesiastiche e 2 milioni di cattolici, con 1.400 sacerdoti e 2.400 religiose. Nel 1955 diverr il primo arcivescovo metropolita di Dakar, quando in Senegal verr istituita la gerarchia locale. Rester delegato apostolico fino al 1959 e arcivescovo metropolita di Dakar fino al 1962. In 11 anni di lavoro come Delegato apostolico le diocesi passarono da 44 a 65. A Dakar raddoppi il numero dei cattolici e le chiese da tre divennero 13.

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Il prodigioso sviluppo culturale, sociale ed economico dell'Africa francofona degli anni Cinquanta lo si deve, in gran parte, a Monsignor Lefebvre, come ricordano ancora oggi le targhe commemorative, la toponomastica dei luoghi, gli annali e l'emissione dei francobolli a lui dedicati[2].

Il ritorno in Francia. Alla guida degli Spiritani


Marcel Lefebvre si era formato al seminario francese di Roma ai tempi in cui superiore della Congregazione dello Spirito Santo era padre Henri Le Floch (1862-1950), che nel 1927 lasci la guida della congregazione dopo la condanna dell'Action Franaise da parte di papa Pio XI. Papa Giovanni XXIII nel sostenere la posizione di Pio XI si scontr con Marcel Lefebvre all'epoca in cui era nunzio apostolico in Francia. Ritornato in Francia, Lefebvre, nonostante fosse vacante l'arcidiocesi di Albi, nel gennaio del 1962 fu messo a capo della piccola diocesi di Tulle dove rimase per pochi mesi. L'Assemblea dei cardinali e degli arcivescovi francesi, antesignana della Conferenza episcopale francese, esclude dal suo seno gli arcivescovi che guidino una sede non arcivescovile: un provvedimento che penalizza solo mons. Lefebvre. I motivi di contrasto con l'episcopato francese e con papa Giovanni XXIII sono tre: la ferma opposizione di mons. Lefebvre alle innovazioni in campo teologico, liturgico e sociale; il rapporto con l'Islam, che Lefebvre taccia di fanatismo, e il sostegno di Lefebvre alla Cit catholique di Jean Ousset, un'associazione cattolica controrivoluzionaria. Il 25 luglio 1962 il capitolo generale della sua congregazione lo elegge superiore generale. Anche all'interno del capitolo mons. Lefebvre ha tuttavia degli oppositori, che fa capo ai docenti del seminario di Chevilly, che condividono la linea progressista dell'episcopato francese. La sua guida della Congregazione dello Spirito Santo segnata da tre momenti di tensione: la nomina a suo perito conciliare di Victor Berto, un sacerdote secolare; il tentativo di imporre a tutti i confratelli la talare e la collaborazione di mons. Lefebvre alla rivista di destra Rivarol, per cui pubblica una corrispondenza dal Concilio con toni sferzanti. Tra gli Spiritani c' chi non segue il superiore generale e addirittura qualcuno, come don Bguerie, abbandona la congregazione. Al capitolo generale del 9 settembre 1968 mons. Lefebvre si presenta come dimissionario. In polemica per una controversia procedurale lascia il capitolo l'11 settembre e vi ritorna il 30 settembre, poco prima della vittoria del partito dei suoi oppositori. A novembre lo stesso mons. Lefebvre abbandon la congregazione.[3]

Il Concilio Vaticano II
Per approfondire, vedi Concilio Vaticano II.

Come superiore generale dei Padri dello Spirito Santo Lefebvre parteciper al Concilio Vaticano II dopo aver fatto parte nel 1962 della sua Commissione preparatoria e nominato da papa Giovanni XXIII, Assistente al Soglio Pontificio. Durante il Concilio si schier con l'ala conservatrice del Coetus Internationalis Patrum; assunse un atteggiamento fortemente critico nei confronti del rinnovamento liturgico, della collegialit episcopale, dell'ecumenismo e della libert religiosa, che avrebbe lasciato "a tutte le false religioni la libert d'espressione" in uno spirito "liberale ecumenico". All'ex missionario l'ecumenismo, le modifiche alla liturgia e all'insegnamento religioso apparivano come altrettante concessioni a uno spirito neo-modernista e neo-protestante capace di condurre alla rovina del sacerdozio, all'annientamento del sacrificio e dei sacramenti, alla scomparsa della vita religiosa. Insieme ad altri teologi espresse le sue critiche sulla riforma liturgica nel "Breve esame critico del Novus Ordo Missae" pubblicato nel settembre 1969, documento del quale i cardinali Ottaviani e Bacci scrissero la prefazione.
Per approfondire, vedi Intervento Ottaviani.

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La Fraternit Sacerdotale San Pio X


Per approfondire, vedi Fraternit Sacerdotale San Pio X.

Allo scopo di mantenere viva la tradizione liturgica di San Pio V e pi in generale la tradizione della Chiesa, aveva fondato nel 1970 la Fraternit Sacerdotale San Pio X (FSSPX), con un proprio seminario (ad Ecne, in Svizzera, fondato il 7 ottobre 1970). Lefebvre si era ribellato alla frettolosa attuazione delle riforme conciliari e ottenne l'"istituzione canonica", che gli permise di fondare regolarmente la sua organizzazione. Nel 1970 mons. Charriere, vescovo di Losanna, Ginevra e Friburgo firm il decreto di fondazione della Fraternit. Nel 1971 mons. Lefebvre annunci ai suoi seminaristi il rifiuto di accettare il Novus Ordo Missae per motivi di coscienza.

La prima condanna
Fin dal 1972 i Vescovi francesi bollarono Ecne come "seminario selvaggio" e cercarono di ottenerne la chiusura per la formazione e la mentalit ostile al Concilio Vaticano II. Il 19 marzo 1975 Lefebvre dichiar che non si sarebbe mai separato dalla Chiesa, ma ci non fu sufficiente a ridurre l'ostilit di parte delle gerarchie svizzere e francesi. Dopo le inchieste e lunghe procedure ecclesiastiche abituali mons. Pierre Mamie, vescovo di Losanna, Ginevra e Friburgo, in stretto accordo con la conferenza episcopale svizzera e il Vaticano ritir il riconoscimento canonico e ordin la chiusura del seminario di Ecne (1975). Lefebvre rifiut di accettare questa disposizione e disattese la proibizione di ordinare nuovi sacerdoti e di aprire nuove case. Mons. Nestor Adam vescovo di Sion, che fu tra i fautori di questa condanna, si alien una parte considerevole dei fedeli della sua diocesi. Tuttavia, anche se venne lanciata l'interdizione contro mons. Lefebvre, questi conserver il potere di ordinare sacerdoti, in modo valido anche se illegittimo, in quanto nemmeno la Chiesa o il papa in persona possono togliere il sacramento e il potere sacro a un sacerdote. Pur avendo avuto un incontro con Paolo VI nel settembre 1976, rifiut di sottomettervisi[4]. Nel luglio 1976 venne sospeso a divinis da papa Paolo VI (ovvero gli fu imposto il divieto di celebrare i sacramenti usando i nuovi riti). La "Messa proibita" che egli celebr a Lilla nell'agosto 1976 davanti a 10.000 fedeli ottenne, grazie ai 400 giornalisti presenti, una risonanza enorme.

La visita apostolica del cardinale Edouard Gagnon


Negli anni successivi, quantunque continuasse le ordinazioni sacerdotali permanendo nella condizione di disobbedienza, ci furono diversi tentativi di dialogo da parte della Santa Sede. Con papa Giovanni Paolo II, che ricevette Lefebvre in udienza privata gi nel novembre 1978, i rapporti migliorarono e si riapr il dialogo con Roma. Nel 1983 Lefebvre lasci la guida della FSSPX, rimanendone tuttavia l'indiscusso capo carismatico. Il 27 agosto 1986 scrisse una lettera a otto Cardinali per allertare sul primo grande raduno interreligioso di Assisi, affermando che lo scandalo era incalcolabile nelle anime dei cattolici e che la Chiesa ne era scossa nelle fondamenta[2]. Nel giugno del 1987 mons. Lefebvre conferm pubblicamente la sua intenzione di consacrare alcuni vescovi, che avrebbero continuato la sua opera dopo la sua morte. Dopo due incontri fra Ratzinger e Lefebvre (luglio e ottobre del 1987) fu nominato visitatore apostolico di Ecne il cardinal Gagnon, un prelato ben conosciuto per le sue posizioni ultraconservatrici e opposte a quelle dell'episcopato francese. La fase della visita apostolica del cardinale Edouard Gagnon alla FSSPX (novembre-dicembre 1987) si concluse con una relazione stesa da quest'ultimo nel marzo del 1988[5].

Il protocollo d'intesa
Poco dopo (8 aprile 1988) una lettera di papa Giovanni Paolo II al cardinale Ratzinger, il futuro Benedetto

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XVI, allora prefetto della Congregazione per la dottrina della fede, tracciava le linee di una proposta che permettesse alla FSSPX di ottenere una collocazione regolare nella Chiesa, in piena comunione con la Sede apostolica. Su questa base ebbero luogo diversi incontri tra due apposite delegazioni, fino a raggiungere laccordo su un protocollo firmato il 5 maggio 1988. Il 5 maggio 1988 Lefebvre ed il cardinale Ratzinger firmano un protocollo d'intesa per l'utilizzo dei libri liturgici approvati nel 1962 (gli ultimi che il movimento lefebvriano utilizza, poich precedenti la riforma liturgica), per la costituzione della FSSPX in societ di vita apostolica con particolari diritti e prerogative e possibilmente guidata da un vescovo. Il protocollo comprendeva una dichiarazione di ordine dottrinale e il progetto di un dispositivo giuridico nonch di misure destinate a regolare la situazione canonica della FSSPX e delle persone a essa collegate, e ipotizzava la creazione di una commissione vaticana per coordinare i rapporti con i dicasteri della Curia romana e con i vescovi diocesani, come pure per risolvere i futuri problemi. In tale documento, Lefebvre, a nome suo e della FSSPX, promette obbedienza alla Chiesa e al Papa, dichiara di non voler pi discutere il Vaticano II in termini polemici, accetta in particolare la sezione 25 della Lumen Gentium sul magistero pontificio, riconosce la validit dei nuovi riti della Messa. Il giorno dopo Lefebvre ritratter, affermando di essere caduto in trappola e di non potersi astenere dall'ordinare un vescovo il 29 giugno successivo allo scopo di garantire un suo successore alla Fraternit. Per evitare che Lefebvre proceda con l'atto ritenuto scismatico, il 24 maggio 1988 papa Giovanni Paolo II gli concede l'autorizzazione di ordinare un vescovo "alla prossima solennit mariana" (nel caso specifico si trattava del 15 agosto, solennit dell'Assunzione della Vergine Maria) ma Lefebvre risponde per iscritto che ha bisogno di non uno ma tre vescovi, e che intende ugualmente consacrarli il 29 giugno. Il cardinale Ratzinger gli risponde che permanendo questo atteggiamento di disobbedienza, il permesso di consacrare un vescovo il 15 agosto sarebbe stato ritirato. Lefebvre, ritornato in Svizzera e mettendo in discussione il protocollo insistendo, tra l'altro, sulla necessit di ordinare vescovi tre sacerdoti della Fraternit entro il 30 giugno 1988 e chiedendo inoltre di avere la maggioranza dei membri della istituenda commissione romana. Di fronte al rifiuto di Roma, ferma sulla concessione di un solo vescovo e sull'equilibrio prestabilito per la commissione, e di fronte all'invito a rimettersi in piena obbedienza alle decisioni del Papa, Lefebvre, in una lettera del 2 giugno, esprimeva lopinione che il momento di una collaborazione franca e efficace non era ancora giunto e dichiarava di voler procedere alle ordinazioni episcopali anche senza mandato pontificio. Lefebvre aveva mandato a monte il paziente lavoro del cardinale Ratzinger perch alla fine non si era fidato delle assicurazioni dei suoi interlocutori, soprattutto per quanto riguardava la consacrazione di un suo successore. Spiega padre Emmanuel du Chalard, collaboratore di Lefebvre in quei giorni: "Il cardinale Edouard Gagnon aveva condotto una visita apostolica a Ecne e aveva fatto intendere che non erano stati trovati dei sacerdoti con profilo episcopale. Monsignor Lefebvre temeva che il cardinale Ratzinger avrebbe chiesto consiglio al cardinal Gagnon e dunque che, non trovando il profilo episcopale all'interno della Fraternit San Pio X, il nuovo successore sarebbe stato cercato fuori". Qualche tempo dopo, in un'intervista, Lefebvre raccont di aver firmato l'accordo perch non volevo si dicesse che non stavo ai patti, salvo ripensarci il giorno dopo. probabile che a ispirare di forzare la mano fosse stata, all'epoca, l'ala pi dura della Fraternit, la stessa che oggi fa capo al vescovo Richard Williamson, uno dei quattro ordinati quel 30 giugno 1988 da Lefebvre. Il 9 giugno il Papa chiede ancora una volta di non procedere con tale atto scismatico. Il 15 giugno 1988 Lefebvre annuncia in una conferenza stampa i nomi dei sacerdoti che intende ordinare vescovi, ritenendo che la Chiesa si trovasse in un grave stato di necessit, per la sopravvivenza del sacerdozio e della Messa tradizionale.

L'ordinazione dei quattro vescovi e la scomunica


Nonostante un'ammonizione formale (17 giugno), il 30 giugno 1988 Lefebvre ordinava quattro vescovi (uno

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in pi di quanto aveva annunciato in precedenza) e compiva cos un atto scismatico (a norma del canone 751 del Codex iuris canonici), avendo egli apertamente rifiutato la sottomissione al Pontefice e la comunione con i membri della Chiesa a lui soggetti. Di conseguenza sia Lefebvre, sia i vescovi da lui consacrati incorrevano ipso facto (cio con lo stesso porre in essere l'atto) nella scomunica latae sententiae ("sentenza gi data", ovvero vi si incorre per lo stesso fatto di porre il gesto) il cui scioglimento riservato alla Sede Apostolica.[6] La sua scomunica da parte della Chiesa fu formalizzata il 30 giugno, a firma del cardinale Bernardin Gantin. Subito dopo, il 2 luglio 1988, Giovanni Paolo II, con il motu proprio Ecclesia Dei afflicta (popolarmente conosciuto solo come "Ecclesia Dei")[7], dichiara il proprio dolore per l'infelice conclusione della questione, parlando esplicitamente di disobbedienza al Romano Pontefice in materia gravissima e di capitale importanza per l'unit della Chiesa e di atto scismatico che ha per conseguenza diretta la scomunica. Tale atto scismatico dovuto, secondo il Papa, ad un'incompleta e contraddittoria nozione di Tradizione. La formalizzazione della scomunica riguard solo i due vescovi consacranti (Marcel Lefebvre e Antnio de Castro Mayer, quest'ultimo in via "presuntiva") ed i quattro vescovi appena consacrati (Bernard Fellay, Bernard Tissier de Mallerais, Richard Williamson e Alfonso de Galarreta: a norma del Codice di Diritto Canonico la loro consacrazione fu "valida" anche se "illecita"[8]). Il 24 gennaio 2009 papa Benedetto XVI ha rimesso loro la scomunica.[9] Lefebvre mor di cancro nel 1991. Al suo funerale, come possibile vedere dalla documentazione fotografica e filmata di esso, tutti i preti presenti, compresi il Vescovo del luogo, il segretario del cardinale Hyacinthe Thiandoum, il cardinale Silvio Oddi ed il Nunzio apostolico in Svizzera, benedissero la salma. Bisogna ricordare che anche se una persona ha ricevuto una scomunica, pu ancora ricevere su richiesta il rito cattolico delle esequie in quanto sacramentale[10], seppure la Chiesa si riserva il diritto di negare il rito[11]. Lefebvre sepolto presso il Seminario Internazionale San Pio X di Ecne, in Svizzera. Sulla sua tomba ha voluto che si scrivesse: Tradidi quod et accepi, ovvero: "Vi ho trasmesso semplicemente ci che ho ricevuto". Si tratta di una frase dell'apostolo Paolo di Tarso (I, Cor. 15,3), in cui il significato di "et" inteso come semplicemente, per ribadire l'interpretazione del mandato apostolico della Chiesa come opera di difesa del deposito della fede dalle deviazioni che, secondo Lefebvre, si erano diffuse ampiamente nella Chiesa soprattutto dopo il Concilio Vaticano II, che avrebbe definitivamente spalancato le porte delle menti dei Cattolici agli errori del modernismo (giudicato nell'enciclica Pascendi Dominici gregis del 1907 come "sintesi di tutte le eresie").

Opere
Bibliografia in lingua italiana
Cristina Siccardi, Mons. Marcel Lefebvre. Nel nome della verit, Sugarco, Milano, Maggio 2010 ISBN-978-88-7198-594-7 Bernard Tissier de Mallerais, Mons. Marcel Lefebvre Una vita, Tabula fati, Chieti, Novembre 2005 ISBN-88-7475-082-X AA.VV. "Il cristianesimo" Milano 1978 pag. 98-99

in lingua francese
Franois Brigneau, Pour saluer MgrLefebvre. Publications F.B., collection Mes derniers cahiers ,

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1re srie, n 1, Parigi, juin 1991, 64 p. Jean-Anne Chalet, Monseigneur Lefebvre. ditions Pygmalion, Parigi, 1976. 254 p. ISBN 2-857-04037-7; Yves Congar, La Crise dans l'glise et MgrLefebvre (2e dition augmente). ditions du Cerf, Parigi, 1977. 122 p. ISBN 2-204-01115-0; Roland Gaucher, Monseigneur Lefebvre : combat pour l'glise. ditions Albatros, Parigi, 1976. 261 p.; Jacques Goudet, Le Cas MgrLefebvre. ditions l'Herms, collection Les Hommes et les lettres. Documents , Lione, 1978. 209 p. ISBN 2-85934-026-2; Philippe Hduy, Monseigneur Lefebvre et la Fraternit. Fideliter (Eguelshardt) et Socit de production littraire (Parigi), 1991. 145 p. + 4 p. d'illustrations. ISBN 2-903122-46-6; Franois Houang et Roger Mouton, Les Ralits de Vatican II et les dsirs de Monseigneur Lefebvre. Fayard, Parigi, 1978. 143 p. ISBN 2-213-00578-8; Abb Denis Marchal, Mgr Lefebvre : vingt ans de combat pour le sacerdoce et la foi, 1967-1987. Nouvelles ditions latines, Parigi, 1988. 157 p. Jean-Jacques Marziac : Monseigneur Lefebvre, tome 1 : Soleil levant ou couchant : Mystres joyeux. Nouvelles ditions latines (Parigi) et Fideliter (Brot-Vernet), 1979. 141 p. + 30 p. d'illustrations. ISBN 2-7233-0085-4, Monseigneur Lefebvre, tome 2 : Des vques franais contre Monseigneur Lefebvre : mystres douloureux. Fideliter, Brot-Vernet, 1989. 157 p. + 32 p. d'illustrations. ISBN 2-903122-44-X Luc Perrin, L'affaire Lefebvre, Cerf, 1989, 128p.ISBN 2-204-03128-3 Bernard Tissier de Mallerais, Marcel Lefebvre : une vie. ditions Clovis, tampes, 2002. 719 p. + 17 p. d'illustrations ISBN 2-912642-82-5.

Cinematografia
Association pour la Dfense du Patrimoine chrtien, Monsignor Lefebvre. Un Vescovo nella tempesta, 2012. Il film stato per la prima volta presentato al pubblico il 29 settembre 2012 a Parigi[12].

Genealogia episcopale
Per approfondire, vedi Genealogia episcopale.

Scipione Cardinal Rebiba (1577) Giulio Antonio Cardinal Santorio (1566) Girolamo Cardinal Bernerio, O.P. (1586) Mons. Galeazzo Sanvitale (1604) Ludovico Cardinal Ludovisi (1621) Luigi Cardinal Caetani (1622) Ulderico Cardinal Carpegna (1630) Paluzzo Cardinal Paluzzi Altieri Degli Albertoni (1666) Papa Benedetto XIII (1675) Papa Benedetto XIV (1724) Papa Clemente XIII (1743) Marcantonio Cardinal Colonna (1762) Giacinto Sigismondo Cardinal Gerdil (1777) Giulio Maria Cardinal della Somaglia (1788) Carlo Cardinal Odescalchi, S.J. (1823)

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Mons. Eugne de Mazenod O.M.I. (1832) Joseph Hippolyte Cardinal Guibert (1842) Franois-Marie-Benjamin Cardinal Richard de la Vergne (1872) Mons. Marie-Prosper-Adolphe de Bonfils (1898) Louis-Ernest Cardinal Dubois (1901) Mons. Jean-Arthur Chollet (1910) Mons. Hector-Raphal Quilliet (1914) Mons. Charles-Albert-Joseph Lecomte (1921) Achille Cardinal Linart (1928) Mons. Marcel Lefebvre

Consacrati
Vescovo Georges-Henri Guibert, C.S.Sp. Vescovo Prosper Dodds, C.S.Sp. Vescovo Franois Ndong
in seno alla Fraternit Sacerdotale San Pio X, con divieto di Papa Giovanni Paolo II:

Vescovo Bernard Fellay Vescovo Alfonso de Galarreta Vescovo Bernard Tissier de Mallerais Vescovo Richard Williamson

Note
1. ^ a b c AA.VV. "La Tradizione Cattolica" Anno XXIII n. 1 (82)- 2012 pag. 5-10 2. ^ a b AA.VV. "La Tradizione Cattolica" Anno XXIII n. 1 2012 pag. 5-10 3. ^ Massimo Introvigne, Recensione de "Il Sessantotto di mons. Lefebvre. Vers cne" di Philippe Bguerie (http://www.cesnur.org/2011/mi-beg.html), dal sito del Cesnur (http://www.cesnur.org/default.htm) 4. ^ AA.VV "Il Cristianesimo", Rizzoli Editore, Milano 1978 pag. 98-99 5. ^ Guasco Maurilio - Guerriero Elio - Traniello Francesco "La Chiesa del Vaticano II (1958-1978)" Cinisello Balsamo (Milano) 1994 parte seconda pag. 680-681 6. ^ Su YouTube possibile vedere il video della cerimonia di consacrazione dei vescovi (http://it.youtube.com /watch?v=gAr0psfJGeg) 7. ^ LETTERA APOSTOLICA "ECCLESIA DEI" DEL SOMMO PONTEFICE GIOVANNI PAOLO II IN FORMA DI "MOTU PROPRIO" (http://www.vatican.va/holy_father/john_paul_ii/motu_proprio/documents /hf_jp-ii_motu-proprio_02071988_ecclesia-dei_it.html) 8. ^ Documento della commissione Ecclesia Dei (http://www.unavoce-ve.it/03-03-14.htm) in cui si afferma la validit delle ordinazioni dei sacerdoti della Fraternit Sacerdotale San Pio X e delle S. Messe da questi officiate. 9. ^ Remissione della scomunica latae sententiae dal sito della sala stampa vaticana (http://212.77.1.245 /news_services/bulletin/news/23251.php?index=23251&lang=it) 10. ^ Codice di Diritto Canonico 1331 11. ^ Codice di Diritto Canonico 1184 12. ^ Monsignor Lefebvre: un Vescovo nella Tempesta (http://tradizionalistacattolico.blogspot.it/2012/09/monsignorlefebvre-un-vescovo-nella.html)

Voci correlate
Concilio Vaticano II Cattolici tradizionalisti Messa tridentina Fraternit Sacerdotale San Pio X

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Seminario Internazionale San Pio X di Ecne Scomunica

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Collegamenti esterni
La FSSPX in Italia (http://www.sanpiox.it) Cesnur: la FSSPX di mons. Lefebvre (http://www.cesnur.org/religioni_italia/c/cattolicesimo_04.htm) (EN) SSPX USA (http://www.sspx.org/) (EN) Apologia pro Marcel Lefebvre (http://www.sspxasia.com/Documents/Archbishop-Lefebvre /Apologia/) Intervista del rev. Gerald Murray, prete diocesano di New York, sullo scisma di Lefebvre (http://www.unavox.it/div008.htm/) Papa Giovanni Paolo II Motu proprio Ecclesia Dei sul sito ufficiale del Vaticano (http://www.vatican.va/holy_father/john_paul_ii/motu_proprio/documents/hf_jp-ii_motuproprio_19880702_ecclesia-dei_lt.html)
Predecessore
Auguste Grimault

Arcivescovo di Dakar
12 giugno 1947 - 23 gennaio 1962

Successore
Hyacinthe Thiandoum

Predecessore
Aimable Chassaigne

Arcivescovo di Tulle
23 gennaio 1962 - 11 agosto 1962

Successore
Henri Clment Victor Donze

Predecessore
Francis Griffin

Superiore generale della Congregazione dei Padri dello Spirito Santo


1962 - 1968

Successore
Joseph Lcuyer

Predecessore
Ildebrando Antoniutti

Arcivescovo titolare di Sinnada


11 agosto 1962 - 10 dicembre 1970

Successore
sede vacante

Predecessore
-

Superiore generale della Fraternit Sacerdotale San Pio X


1 novembre 1970 - 1983

Successore
Franz Schmidberger

Portale Biografie

Portale Cattolicesimo

Categorie: Arcivescovi cattolici francesi Nati nel 1905 Morti nel 1991 Nati il 29 novembre Morti il 25 marzo Nati a Tourcoing Morti a Martigny (Vallese) Fraternit Sacerdotale San Pio X Spiritani Vescovi e arcivescovi di Dakar | [altre] Questa pagina stata modificata per l'ultima volta il 4 ago 2013 alle 03:35. Il testo disponibile secondo la licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo; possono applicarsi condizioni ulteriori. Vedi le Condizioni d'uso per i dettagli. Wikipedia un

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