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Nessuna scadenza politica ed elettorale può prescindere, oggi, dal problema del nucleare
e delle fonti energetiche alternative, rinnovabili ed ecocompatibili.
Il governo Berlusconi vuole cancellare gli esiti del referendum, ignorare la volontà popolare
e rilanciare il nucleare: subito il governatore del Veneto Galan risponde alla chiamata del
capo ed offre la nostra regione come possibile sito di una centrale. Altro che “paroni a
casa nostra!”.
Dire No al nucleare è anzitutto riaffermare una scelta di democrazia vera, ma anche
dare un segno inequivocabile della volontà di cambiare registro sulle politiche
energetiche ed ambientali a livello nazionale e locale: dalla riduzione dei consumi al
risparmio energetico, alle scelte fondamentali sul ciclo dei rifiuti.
Nelle prossime elezioni comunali, il nostro impegno antinucleare, a favore dello sviluppo
economico, culturale, sociale delle fonte energetiche alternative e rinnovabili, sarà cornice
generale di tutte le nostre iniziative.
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ambientale, sociale e culturale, messo a serio rischio da scelte speculative. Rivedere il
Pat, approvato in extremis dall’Amministrazione uscente, revocare e/o emendare in
modo sostanziale le decisioni sulle grandi e piccole opere cementifere. Fare spazio al
verde, potenziarlo. Recuperare il costruito, anziché aggiungere cemento, è la scelta di
fondo che in un territorio come il nostro deve essere messa in campo. Ristrutturare,
riutilizzare, riempire di attività e di gente i luoghi abbandonati: queste sono politiche che
hanno effetti veri anche in termini di “sicurezza”.
ABBIAMO LUOGHI BELLI, IMPORTANTI E REALTA’ AMBIENTALI FRUIBILI (argini,
parchi, complessi edilizi) che possono e devono diventare utilizzabili non solo come
“polmoni verdi” ma come percorsi utilizzabili in sicurezza da tutti. Vorremmo tanto che
anche Padova riuscisse a realizzare una CITTA’ DEI BAMBINI, in aree che certamente
lo consentono e si prestano a diventare non solo luoghi sicuri in cui giocare, ma anche
percorsi educativi-formativi al rispetto dell’ambiente, del territorio (come l’ex macello, il
sistema dei bastioni)
ABBIAMO LUOGHI IMPORTANTI DA TUTELARE E RIPRISTINARE: l’area ex Foro
Boario, Prato della Valle, il patrimonio storico artistico di questa città . La nostra
attenzione è innanzitutto quella di impedire che su questi beni si realizzino speculazioni
private, ma anche quella di far sì che il loro uso, pubblico e civile, venga incentivato,
valorizzato da interventi di manutenzione e cura indispensabili; il primo, quello di
impedire che vengano soffocati e distrutti dall’inquinamento veicolare!
2- No al GRA: siamo contro questa grande opera che serve solo al traffico pesante di
merci, non ha nessuna utilità per la viabilità cittadina, avrà un impatto devastante
per l’ambiente, aumenterà il tasso di inquinamento dell’aria, aprirà la strada ad una
ulteriore, soffocante cementificazione del territorio. Quello che è successo a
Padova Est succederà anche a Padova Ovest e Sud Ovest: è questo l’immaginario
che sogniamo per la nostra città? E’ più ragionevole ed economico il
completamento delle tangenziali e degli anelli di congiunzione della viabilità in
costruzione, per fluidificare il traffico cittadino e periurbano.
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Queste sono solo alcune delle piccole grandi cose che possono cambiare
realmente la politica locale in materia di rifiuti
4- No al nuovo Ospedale.
Si al potenziamento dei servizi territoriali, di prevenzione, di cura, di assistenza a
domicilio! Il progetto del nuovo ospedale ha costi esorbitanti e sproporzionati, con
una riduzione di posti letto rispetto agli attuali (da 1500 a 1000 circa). Cerca di far
entrare prepotentemente interessi privati nella sanità pubblica, con gli effetti negativi
che tutti conoscono; ha un impatto ambientale devastante in un’area di pregio, uno
degli anelli verdi che fanno respirare la città! Offre in un piatto d’argento agli
interessi della speculazione privata tutta l’area del l’attuale ospedale, a ridosso delle
mura storiche. Ridiscutiamone: una scelta così importante non può essere calata
dall’alto, dalle stanze dei bottoni e da pochi oligarchi, ma deve coinvolgere l’intera
città, eventualmente con lo strumento referendario.
6- NO ELETTROSMOG
Siamo stati protagonisti di alcune importanti battaglie vincenti per limitare
l’installazione di antenne di telefonia mobile e ridurre i danni da esposizione
all’inquinamento elettromagnetico. Ma ciò non è sufficiente. Basta antenne, il
nostro comune deve essere dichiarato “elettosmog free” ed è necessario
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procedere alla bonifica di alcune situazioni a rischio, come quella scandalosa selva
di antenne attorno all’Ospedale.
8- Completamento dell’idrovia.
Metà di questa grande opera è stata completata, con grande sforzo economico. Il
completamento dell’idrovia rappresenterebbe un grande presidio sotto il profilo della
salvaguardia idraulica del nostro territorio, continuamente minacciato dagli eventi
atmosferici che ormai non possono più definirsi “eccezionali” e messo a dura prova
dalla cementificazione operata in modo dissennato nel passato (e da quella attuale
e futura). Ci sono piccole grandi opere utili, che invece vengono abbandonate
(sprecando tutto quanto si è già fatto e speso). Il nostro impegno è per riattivare,
attualizzandoli, i programmi di salvaguardia del territorio.
1- La questione dei diritti, a partire dai soggetti più deboli, meno tutelati e delle
minoranze, deve trovare non solo formale riconoscimento ( “tolleranza” pelosa), ma
diventare principio ispiratore anche sul piano amministrativo
Ci interessa poco il riconoscimento formale delle famiglie affettive, se poi questo
riconoscimento non viene applicato in tutti i settori in cui le coppie di fatto, come le
altre, e come i singoli, si rivolgono all’amministrazione pubblica: nell’accesso alle
case Erp, nei benefici concessi dall’amministrazione (v. esenzioni, etc), nell’accesso
ai servizi ed all’assistenza in generale.
Noi continuiamo a lavorare per l’eguaglianza sostanziale di ogni formazione in cui
singoli e coppie si esplicano, che si tratti di famiglia “legittima” o meno, di coppie
sposate o no.
Continuiamo anche a lavorare perché anche in sede locale sia garantito il diritto di
tutti a decidere sulla propria esistenza e sulla propria fine, ma anche di potersi
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esprimere e decidere: noi al diritto di voto da parte dei cittadini stranieri non
rinunciamo!
Non a caso abbiamo messo in testa di lista tutte le nostre candidate donne: donne
che si sono distinte nella rivendicazione dei diritti, nella protesta nella scuola, nelle
strade, nelle battaglie contro elettrosmog e cementificazione, donne diverse, che
pretendono il rispetto di tutte e di tutti. Donne capaci di fare “politiche di genere”, ma
anche solidarietà. Vogliamo che soprattutto le donne abbiano voce in capitolo,
possibilità di esprimersi e decidere; pretendiamo di non assistere più alla vergogna
di consigli comunali in cui la presenza femminile si limita a pochi sparuti esempi.
Per mettere in atto vere politiche contro la violenza sulle donne, ma anche politiche
che implementino il rispetto e la valorizzazione di ogni differenza.
I diritti di tutti sono continuamente ristretti, a livello nazionale e locale, dalla logica
delle ordinanze, delle sanzioni e dell’emergenza, strumenti meramente
propagandistici e spot elettorali, totalmente inefficaci sul piano pratico nella
risoluzione dei problemi e dei disagi.
E’ necessario mettere in campo saggezza, lungimiranza, intelligenza:
- sviluppare attività sociali e culturali, riempire di vita quartieri e rioni,
ricostruire vincoli di solidarietà e comunitari
- predisporre attrezzature stabili per favorire socialità e presidio del territorio
da parte degli abitanti, anche tramite piccole azioni importanti: una migliore
illuminazione in tutti i luoghi a rischio degrado, servizi (anche igienici) in
centro e in tutti i luoghi dove necessitano;
- è indispensabile garantire una casa, un tetto, un luogo dignitoso dove poter
abitare. È un livello minimo di civiltà che deve essere oggi garantito
veramente a tutti!
Insomma il giusto, sacrosanto “diritto alla sicurezza” non può essere disgiunto
dalla “sicurezza dei diritti”! No all’emergenza, si all’intelligenza! Ritiro delle
ordinanze securitarie. Predisposizione di servizi mirati e di politiche di “riduzione
del danno”, politiche di aiuto e di zoning in materia di prostituzione, politiche di
intervento e prevenzione in strade, scuole e locali pubblici contro il dilagare di
vecchie e nuove droghe. La desertificazione, la chiusura di locali e piazze serve
solo a riprodurre i problemi, a lasciare il vuoto in mano al disagio, allo spaccio
ed alla violenza contro le donne, contro i diversi, contro i cittadini più deboli (i
bambini e gli anziani). Vogliamo che Padova torni a essere una città vissuta, di
tutti, nel rispetto di tutti!
3- Democrazia vera è quella che consente di decidere: noi ci battiamo da anni per
una modifica radicale dello statuto dei quartieri, la cui decisionalità è oggi
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limitatissima e i cui pareri sulle scelte dell’amministrazione sono “consultivi”. Noi
chiediamo che siano trasformati in municipalità autonome ed indipendenti, in grado
di decidere su scelte strategiche che riguardino il loro territorio e la città, e non siano
mere cinghie di trasmissione di scelte e decisioni prese dal centro. E’ questo un passo
importante verso una vera democrazia, diretta, partecipata, autenticamente federalista
e che consenta di avvicinare sempre più ai cittadini il momento della scelta (e del
controllo sulle scelte).