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MARIO DELFINO

Capitolo 1 estratto da:

INVESTIRE NEL FOTOVOLTAICO

Tecniche e Strategie Pratiche per


Gestire e Affrontare l’Investimento nel Fotovoltaico

Tutti i Diritti Riservati – Vietata qualsiasi duplicazione del presente ebook


Titolo
“INVESTIRE NEL FOTOVOLTAICO”

Autore
Mario Delfino

Editore
Bruno Editore

Sito internet
www.Autostima.net

ATTENZIONE: questo ebook contiene i dati criptati al fine


di un riconoscimento in caso di pirateria. Tutti i diritti sono
riservati a norma di legge. Nessuna parte di questo libro può
essere riprodotta con alcun mezzo senza l’autorizzazione scritta
dell’Autore e dell’Editore. È espressamente vietato
trasmettere ad altri il presente libro, né in formato cartaceo né elettronico, né
per denaro né a titolo gratuito. Le strategie riportate in questo libro sono frutto di
anni di studi e specializzazioni, quindi non è garantito il raggiungimento dei
medesimi risultati di crescita personale o professionale. Il lettore si assume piena
responsabilità delle proprie scelte, consapevole dei rischi connessi a qualsiasi
forma di esercizio. Il libro ha esclusivamente scopo formativo e non sostituisce
alcun tipo di trattamento medico o psicologico. Se sospetti o sei a conoscenza di
avere dei problemi o disturbi fisici o psicologici dovrai affidarti a un appropriato
trattamento medico.
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Sommario

Introduzione pag. 5
Giorno 1: La tecnologia fotovoltaica pag. 11
Giorno 2: Gli incentivi in Italia per il fotovoltaico pag. 37
Giorno 3: Guida al dimensionamento di un impianto pag. 73
Giorno 4: Selezione e valutazione del preventivo pag. 102
Giorno 5: Valutare la redditività dell’investimento pag. 125
Giorno 6: Come presentare la richiesta della tariffa pag. 147
Giorno 7: Gli aspetti fiscali dell’investimento pag. 178
Conclusione pag. 199
Azione pag. 204
I 38 segreti di Investire nel fotovoltaico pag. 205

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Introduzione

Ottobre 2007: le bollette di energia elettrica aumentano di oltre il


2%. Aprile 2008: le bollette di energia elettrica hanno un nuovo
rincaro. Un terzo aumento del 4,3% è partito dal 1° luglio. E sarà
sempre così. Non c’è speranza che non sia così. Perché? È molto
semplice.

L’Italia acquista circa l’85% del proprio fabbisogno di energia


elettrica dall’estero. Non ha fonti primarie se non quelle naturali
(sole, vento, acqua, calore sottoterra). Non ha centrali nucleari. La
fonte principale di produzione di energia elettrica è il petrolio, che
l’Italia acquista dall’estero.

Aumentando il prezzo del petrolio (e continuerà ad aumentare, sia


per problemi legati alla sua disponibilità fisica, sia per la sempre
maggiore richiesta delle due nuove superpotenze: Cina e India),
l’Italia si troverà sempre più esposta nei confronti del problema
dell’approvvigionamento energetico. Significa, cioè, che la
vulnerabilità dell’Italia rispetto all’approvvigionamento

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energetico non è un problema legato a un determinato governo, a
una certa linea politica, a una particolare strategia economica. No.
L’aumento dei costi dell’energia è un processo che rientra in una
tendenza che durerà anni. L’energia elettrica costerà sempre di
più. Allora, cosa possiamo fare?

Non abbiamo molte alternative. O vagheggiamo il ritorno a un’età


primitiva nella quale poter fare a meno dell’energia elettrica, ma
penso e immagino che sarai d’accordo con me che si tratta di
un’ipotesi da scartare immediatamente, o si tentano altre
soluzioni. E allora? Non resta che una seconda strada. Cioè?
Produrre l’energia elettrica.

Sì, hai capito bene. Ognuno di noi comincia a produrre l’energia


elettrica della quale ha bisogno. In questo modo non dovremo più
pagare, ogni bimestre, la bolletta di energia elettrica. In questo
modo risparmieremo. Ma non solo. Potremo anche guadagnare.
Sì. Guadagnare.

Oggi in Italia c’è la possibilità di non pagare più le bollette (o,


quantomeno, di ridurre drasticamente il loro importo) e,

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addirittura, di guadagnare. Come? Producendo, per l’appunto, in
piena autonomia l’energia elettrica che ci occorre. E come?
Grazie agli impianti fotovoltaici. Altri paesi europei, più
lungimiranti dell’Italia, pur senza disporre del nostro sole
meraviglioso, lo hanno già capito da anni. Te ne indico due tra
tutti: Germania e Spagna. E adesso l’Italia e il sole italiano sono
la terra di conquista delle aziende tedesche e spagnole.

In questo ebook ti svelerò passo passo come fare a scegliere, tra le


tante possibili offerte, la più adatta alle tue esigenze in relazione
all’acquisto di un impianto fotovoltaico. Ti svelerò perché oggi,
in Italia, è così conveniente produrre energia elettrica da fonte
fotovoltaica. Ed è talmente conveniente che, ripeto, aziende
operanti nel settore delle fonti rinnovabili provenienti da tutto il
mondo si precipitano a investire in Italia. Come faccio a saperlo?
Semplice, è il mio lavoro.

E tutto quello che ho imparato, prima partecipando a corsi di


formazione, poi grazie all’esperienza diretta, lo voglio ora
condividere con te. Attenzione, però, il presente ebook non è
dedicato alle attività di progettazione, di costruzione o di

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installazione di un impianto fotovoltaico. Questo piuttosto è un
manuale che contiene una serie di strategie mirate ad affrontare e
gestire nel migliore dei modi possibili l’investimento nel
fotovoltaico. Ai fini della sua lettura non occorrono conoscenze
particolari: non è necessario essere laureati in fisica o in
ingegneria o in materie economiche. Occorre comprendere, però,
come funziona la tecnologia fotovoltaica e cosa prevede in
proposito la legge italiana.

L’investimento nel fotovoltaico comporta lo svolgimento di una


serie di attività differenti tra loro, che è necessario organizzare e
controllare. In questo ebook passeremo in rassegna le tecniche e
le strategie per gestire al meglio l’investimento nel fotovoltaico;
sono le stesse che metto in pratica, con successo, ogni giorno. Il
mio lavoro consiste nel fornire assistenza a chi è interessato
seriamente a investire nel fotovoltaico.

Ma non basta leggere questo ebook per diventare autonomi nella


gestione di un investimento nel fotovoltaico. Purtroppo le cose
non sono così semplici. Alla lettura del presente ebook deve
seguire l’azione. Perché l’azione si riveli utile e fruttuosa,

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occorrono impegno e determinazione. E perché l’impegno e la
determinazione nel voler realizzare l’investimento nel
fotovoltaico non risultino vani è necessario acquisire le giuste
strategie. Le stesse strategie che ti svelerò nel presente manuale.

Analizzeremo gradualmente tutti gli aspetti connessi all’acquisto


e alla gestione di un impianto fotovoltaico, partendo dalla
descrizione dei singoli componenti dell’impianto e arrivando a
illustrare la disciplina fiscale attualmente vigente in Italia.

Desidero, a questo proposito, sottolineare la presenza di


quest’ultimo argomento all’interno dell’ebook. Esistono, come
potrai ben immaginare, diversi manuali, teorici e pratici, che
trattano della tecnologia fotovoltaica. Ma sono manuali pensati
per un lettore che abbia interesse ad acquisire soltanto conoscenze
tecniche. Non sono indirizzati a chi, invece, vuole valutare
seriamente la redditività di un investimento nel fotovoltaico.

Dedicare un intero capitolo agli aspetti fiscali dell’investimento


nel fotovoltaico, oppure alla gestione della richiesta degli
incentivi del Nuovo Conto Energia, come invece ho fatto io,

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presuppone la volontà di trasmettere le giuste strategie per
consentire una valutazione accurata della redditività
dell’investimento nel fotovoltaico.

Io non sono un ingegnere o un architetto. Il mio compito,


piuttosto, è di coordinare e di organizzare le attività che devono
essere svolte per investire nel fotovoltaico, e soprattutto di
assistere il cliente nella valutazione della redditività del suo
progetto.

Desidero, infine, ringraziarti per aver acquistato questo manuale.


Se lo hai fatto vuol dire che il tuo obiettivo è investire in questo
settore energetico. Vediamo insieme, allora, le opportunità che
puoi cogliere acquistando un impianto fotovoltaico.

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GIORNO 1:
La tecnologia fotovoltaica

Non è mia intenzione annoiarti con una serie di nozioni tecniche


sulla fisica e sull’elettronica. Voglio semplicemente che tu
comprenda il meccanismo di funzionamento degli impianti
fotovoltaici. Perché? Perché così sarai in grado di gestire aspetti
quali l’esame dei preventivi e la valutazione delle analisi tecnico-
economiche che ti saranno presentate.

Per comprendere come funziona un impianto fotovoltaico è


importante capire innanzitutto come è fatto e quali sono i suoi
componenti. Ho intenzione, cioè, di fornirti tutti gli strumenti per
poter parlare tranquillamente con un professionista del settore
senza avere paura di non capire cosa sta dicendo e per capire,
invece, cosa non sta dicendo.

Attenzione, però, il mio obiettivo non è di consentirti di


provvedere alla progettazione dell’impianto fotovoltaico (né
saprei come fare, del resto). Le attività di tipo tecnico
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(progettazione, installazione, messa in esercizio, collaudo ecc.)
delle quali ti parlerò non sono particolarmente complicate, è vero,
ma per la loro esecuzione richiedono un’elevata competenza
tecnica, la competenza di un professionista del settore.

Il mio obiettivo, ripeto, è invece fornirti tutti gli strumenti perché


tu possa valutare adeguatamente la convenienza dell’investimento
nel fotovoltaico.

Scopriamo quindi insieme i segreti degli impianti fotovoltaici. A


questo proposito ti anticipo che farò esplicitamente riferimento
alle definizioni più frequentemente adottate dai professionisti del
settore ogni volta che affronterò un argomento di carattere
tecnico.

Guida agli impianti fotovoltaici: cosa sono e come funzionano


Partiamo subito dalla definizione classica. Gli impianti
fotovoltaici sono impianti elettrici che producono energia elettrica
grazie allo sfruttamento del cosiddetto effetto fotovoltaico, cioè la
conversione dell’energia solare in energia elettrica. Tale processo
è possibile grazie alle proprietà fisiche di alcuni elementi

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semiconduttori, il principale dei quali è il silicio. Significa, in
altre parole, che quando i raggi del sole incidono su un modulo
fotovoltaico, l’energia solare viene istantaneamente e direttamente
convertita in energia elettrica. Per semplicità ti parlo dei moduli
fotovoltaici attualmente in commercio, che utilizzano soprattutto
il silicio come materiale semiconduttore.

Il silicio non è l’unico semiconduttore utilizzabile e utilizzato.


Ma, ripeto, attualmente le applicazioni più diffuse
commercialmente impiegano il silicio. Ecco perché farò
riferimento principalmente a queste applicazioni.

Nell’immagine che riporto puoi vedere lo schema semplificato di


un impianto fotovoltaico e dei suoi componenti relativi. M1 e M2
sono due contatori: il primo è un contatore bidirezionale, cioè
misura l’energia scambiata (immessa o prelevata dalla rete
elettrica), mentre il secondo misura l’energia totale prodotta
dall’impianto fotovoltaico. Esaminiamo, adesso, quali sono i
componenti dell’impianto.

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Fonte: GSE

Quali sono i componenti di un impianto fotovoltaico


Un impianto fotovoltaico è costituito, sostanzialmente, da pochi
componenti principali:
 i pannelli fotovoltaici, che determinano la potenza
dell’impianto e che generano l’energia elettrica mediante
conversione dell’energia solare;
 un inverter, che trasforma la corrente continua prodotta dai
pannelli in corrente alternata, utilizzabile, quindi, da una
comune utenza domestica;

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 i contatori di energia, che misurano la quantità di energia
elettrica prodotta dall’impianto e dell’energia scambiata
(immessa o prelevata in rete).

Tutto qui. Vi sono, ovviamente, anche altri componenti meno


importanti, ma pur sempre necessari al funzionamento di un
impianto fotovoltaico. Li vedremo tra poco.

L’elemento fondamentale dell’impianto fotovoltaico è la cella


fotovoltaica. Riprendo una delle definizioni più frequentemente
adottate, per ricordarti che la cella è costituita da silicio
opportunamente trattato mediante operazione di “drogaggio”. Lo
scopo è di realizzare delle correnti elettriche stabili all’interno
della cella stessa. La versione più diffusa di cella fotovoltaica,
quella in materiale cristallino, è costituita da una lamina di
materiale semiconduttore, il silicio, di colore nero o blu e di
dimensioni variabili. Piccoli esemplari di celle fotovoltaiche in
materiale amorfo possono alimentare autonomamente dispositivi
elettronici di consumo, quali calcolatrici e orologi. Ma ciò che a
noi interessa maggiormente è la funzionalità della cella
fotovoltaica, cioè il suo rendimento, dato dal rapporto tra la

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potenza massima ottenibile dalla cella e la potenza totale della
radiazione solare incidente sulla sua superficie frontale.
L’efficienza di trasformazione dell’energia è variabile e può
raggiungere valori fino al 15%-16%. Significa cioè che, con
un’insolazione di 1.000 W, una cella fotovoltaica può produrre
circa 150 W di energia elettrica. Alla fine di questo capitolo, ho
inserito un breve elenco di definizioni tecniche.

Anche per introdurre il concetto di modulo fotovoltaico faccio


esplicitamente riferimento a una delle definizioni più ricorrenti
nel settore. Celle fotovoltaiche collegate elettricamente in serie o
in parallelo costituiscono i componenti di un modulo fotovoltaico.
Completano l’equipaggiamento di un modulo la presenza di un
vetro, sul lato frontale, con funzione protettiva delle celle e di una
lastra di materiali isolanti e plastici, sul lato posteriore.

Sempre sul lato posteriore viene predisposto il collegamento alla


scatola di giunzione per i collegamenti elettrici. I moduli sono
classificati in base alla potenza massima erogabile (ad esempio vi
possono essere moduli da 180 Wp, oppure da 200 Wp o, ancora,
da 220 Wp). A questo proposito ti svelo il primo segreto.

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SEGRETO n.1: la Potenza Nominale di un impianto
fotovoltaico è data dalla somma delle Potenze Nominali dei
singoli moduli che lo compongono.

A loro volta l’insieme di più moduli, collegati in serie o in


parallelo in una struttura rigida, costituisce il pannello
fotovoltaico. Ricapitolando, i componenti principali di un
impianto fotovoltaico sono i moduli che costituiscono i pannelli e
l’inverter. Poi ci sono i componenti accessori: la struttura di
montaggio, quando presente, sulla quale si installano le file di
pannelli; i cavi solari; i cavi elettrici e tutto il materiale occorrente
per collegare un normale impianto elettrico alla rete elettrica.

La struttura di un impianto fotovoltaico è quindi molto semplice.


Ora passeremo in rassegna in maniera più approfondita i singoli
componenti, cominciando proprio dai moduli fotovoltaici.

Guida alle differenti tipologie di moduli fotovoltaici


Concentriamoci sulle tipologie di moduli fotovoltaici attualmente
più diffuse sul mercato. Sono sostanzialmente tre e utilizzano,
l’ho già anticipato, il silicio come materiale semiconduttore.

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Anche in questo paragrafo, come in quelli successivi, impiegherò
definizioni largamente adottate dai professionisti del settore.

La prima tipologia impiega il silicio monocristallino. Ogni cella è


realizzata a partire da un cristallo di silicio di struttura omogenea
(ecco perché si parla di silicio monocristallino). Queste celle
posseggono il maggior grado di purezza del materiale e,
conseguentemente, forniscono le prestazioni migliori in termini di
efficienza. I rendimenti energetici sono dell’ordine del 15-16%.

Fonte: Wikipedia

La seconda tipologia utilizza, invece, il silicio policristallino. La


cella è costituita da silicio strutturalmente non omogeneo,
disposto in grani localmente ordinati (struttura policristallina). In
questo caso, il grado di purezza del materiale impiegato è
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inferiore rispetto alla precedente tipologia e di conseguenza il
rendimento fornito è minore (11-14%).

Fonte: Wikipedia
La terza tipologia impiega il silicio amorfo, cioè gli atomi di
silicio sono deposti chimicamente sulla superficie di sostegno in
forma amorfa, secondo una struttura disorganizzata. In realtà,
quindi, non abbiamo delle vere e proprie celle, ma semplicemente
la deposizione di uno strato sottilissimo di silicio cristallino su
superfici di altro materiale (vetri o materiali plastici).

In quest’ultimo caso il rendimento energetico è piuttosto basso,


circa il 5-7%, ma a parità di costi, il silicio amorfo consente una
produzione di energia simile a quella assicurata dalle celle in
silicio cristallino.
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Fonte: Unisolar
Delle tre soluzioni che abbiamo visto soltanto l’ultima, quella
relativa al silicio amorfo, permette la flessione del modulo perché
non vi è la struttura cristallina del materiale a impedirne il
movimento relativo. Adesso ti confido un altro segreto: come
riconoscere un modulo di silicio monocristallino da uno di silicio
policristallino. Puoi fare riferimento alle foto che ho riportato
prima.

SEGRETO n. 2: la cella monocristallina ha gli angoli tagliati,


mentre la cella policristallina ha gli angoli regolari, di 90°.

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Mi interessa ora darti delle indicazioni circa le altre proprietà dei
moduli fotovoltaici. Quanto spazio occupano, ad esempio? Le
dimensioni variano da circa 0,5 m² a 1,5 m². Si può arrivare anche
a dimensioni di 2,5 m² nei modelli realizzati per grandi impianti.
Non conviene, comunque, costruire moduli di grandi dimensioni,
perché si corre il rischio di avere grosse perdite di prestazioni
derivanti dal malfunzionamento di una sua singola cella.
Attenzione, a tal proposito, ti confido il terzo segreto.

SEGRETO n. 3: il rendimento di un modulo fotovoltaico è


inferiore o uguale al rendimento della sua peggior cella.

Ecco perché non conviene costruire moduli molto grandi. Una


sola cella che funziona male condiziona negativamente il
rendimento di tutte le altre e più è grande il modulo, maggiore
sarà il numero delle celle presenti. Ma qual è la durata media di
un modulo fotovoltaico? I moduli fotovoltaici odierni hanno una
vita utile stimata di trent’anni circa, anche se le loro prestazioni
subiscono un calo fisiologico nel corso degli anni, come vedremo
più avanti nell’ebook.

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Come funzionano gli inverter
L’energia elettrica prodotta dai moduli fotovoltaici, a qualunque
tipologia essi appartengano (silicio mono o policristallino o anche
amorfo) è in corrente continua, cioè non è immediatamente
utilizzabile per usi civili o industriali. Occorre prima trasformarla
in corrente alternata che possa essere immessa nella rete elettrica
alla tensione e alla frequenza di funzionamento della nostra rete.
Abbiamo, quindi, bisogno di un inverter.

Inverter SMA SMC 7000 HV ESS


Ma l’inverter non ha solo il compito di trasformare la corrente
continua generata dai moduli in corrente alternata. L’inverter deve

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anche ottimizzare le prestazioni dei pannelli fotovoltaici. Deve
aumentarne il rendimento. Ti faccio un piccolo esempio.

Come potrai facilmente immaginare, i moduli fotovoltaici non


producono energia elettrica in maniera costante. La loro capacità
produttiva dipende, infatti, dalle condizioni meteorologiche e dai
relativi rapidi cambiamenti. Voglio dire cioè che, purtroppo, non
tutte le giornate si presentano con il cielo limpido e con
temperature non particolarmente elevate. Molto più spesso,
invece, abbiamo giornate caratterizzate da una continua
alternanza di sole e di nuvole. Nel giro di pochi secondi si passa
dalle nuvole al sole. E viceversa. In questo caso, i moduli
fotovoltaici, nel breve volgere di qualche attimo, subiscono
brusche variazioni della quantità di energia solare incidente sulla
loro superficie.

È proprio in queste situazioni che deve intervenire l’inverter,


assorbendo gli sbalzi di quantità di energia solare disponibile.
Ricavando, cioè, la massima potenza possibile in qualsiasi
condizione meteorologica. Questa funzione, presente ormai in
tutti gli inverter fotovoltaici, si chiama MPPT (Maximum Power

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Point Tracker). L’inverter resta, cioè, attaccato al punto di
massima potenza possibile erogata dai moduli fotovoltaici,
qualunque siano le condizioni meteorologiche presenti.

La precisione con la quale l’inverter svolge tale funzione è


fondamentale, così come il tempo che impiega nel svolgere tale
compito. Ti faccio ancora un esempio. Immaginiamo una giornata
caratterizzata da continui passaggi di nuvole: la quantità di
energia solare che incide sui moduli fotovoltaici varierà
continuamente.

Solo gli inverter che hanno un tempo di assestamento


estremamente basso riusciranno ad assorbire queste variazioni. Se
il passaggio tra cielo nuvoloso e cielo soleggiato avviene nel giro
di non più di 4-5 secondi e il tempo di lavoro dell’inverter è
dell’ordine di circa 10 secondi, la gran parte della radiazione
solare viene persa. Tieni presente che la radiazione solare può
subire sbalzi da 100 W/m2 a 1.000 W/m2 anche in meno di due
secondi. A questo punto forse è opportuno fermarci un attimo, che
dici? Probabilmente, le informazioni che ti sto fornendo sono
troppo tecniche. Ti chiedo scusa per questo, ma è importante che

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tu acquisisca tutti gli strumenti per poter valutare nei prossimi
Giorni preventivi e analisi tecnico-economiche relative
all’impianto fotovoltaico che avrai deciso di installare sul tetto di
casa tua. In particolare mi preme sottolineare il compito che viene
svolto dall’inverter e così ti svelo il quarto segreto di oggi.

SEGRETO n. 4: l’inverter può essere considerato come


l’imprenditore dei moduli fotovoltaici.

Cosa voglio dire? Voglio che sia chiaro il ruolo dell’inverter


all’interno di un impianto fotovoltaico. Esattamente come un
imprenditore che deve essere capace di ottenere il meglio dai
propri collaboratori, così l’inverter deve essere in grado di
ottimizzare il lavoro dei moduli fotovoltaici. Per assolvere a
questo compito l’inverter, oltre a estrarre la massima potenza
possibile dai moduli, deve sincronizzarsi alla stessa frequenza di
lavoro della rete elettrica. Non solo. Ogni vero imprenditore oltre
a stimolare i propri collaboratori li deve anche tutelare. I
collaboratori devono sapere che nei momenti di difficoltà
aziendali o personali l’imprenditore è sempre lì, accanto a loro. E
analogamente l’inverter deve tutelare i moduli fotovoltaici. Ma da

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cosa? Da eventuali black-out o sbalzi della corrente elettrica della
rete. L’impianto fotovoltaico deve, cioè, essere immediatamente
scollegato dalla rete, in modo da evitare che la rete sia mantenuta
in tensione dall’impianto stesso.

Per riassumere, un buon inverter deve essere dotato di:


 interfaccia di rete, per proteggere i moduli dai guasti,
secondo quanto prescritto dalla norma CEI 11-20 o quanto
prescritto dal gestore di rete locale (ad esempio ENEL);
 protezioni contro le sovratensioni di origine atmosferica.

L’inverter deve inoltre rispettare le norme generali sulla


compatibilità elettromagnetica e sulla limitazione delle emissioni
in radio frequenza.

Ti posso assicurare che, contrariamente a quanto si sente dire in


giro, il funzionamento degli inverter non è rumoroso. Ti rivolgo
questa domanda: riesci a sentire le gocce di pioggia che
colpiscono il tuo tetto, quando dormi la notte? Se la risposta è no,
come immagino che sia, beh, allora, non sarà certo il tuo inverter
a disturbarti, mentre ti sta facendo guadagnare un bel po’ di soldi.

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E per guadagnare ancora più soldi possiamo valutare l’ipotesi di
dotare il nostro impianto fotovoltaico di un inseguitore solare.

Cosa sono gli inseguitori solari e a cosa servono


L’inseguitore solare è un dispositivo meccanico che orienta,
modificandola continuamente, la superficie del pannello
fotovoltaico rispetto ai raggi del sole. Una specie di girasole
meccanico, insomma, che segue il sole nel suo percorso durante
l’arco della giornata per assorbire la massima quantità di energia
solare possibile. Anche l’inseguitore quindi ha il compito di
ottimizzare le prestazioni dei pannelli fotovoltaici. L’inseguitore,
molto semplicemente, costituisce la base di appoggio sulla quale
si installano i pannelli fotovoltaici.

Fonte: Bayer&Raach

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Generalmente gli inseguitori sono classificati in base al numero di
gradi di libertà: a uno o a due gradi di libertà. Gli inseguitori a un
grado di libertà ruotano intorno a un determinato asse. Possono
ruotare, ad esempio, intorno all’asse Oriente-Occidente. Sono gli
inseguitori più semplici da realizzare. Ruotano due volte all’anno
(anche manualmente) in direzione dell’orizzonte. L’aumento di
produzione di energia elettrica in questo caso non supera il 10%.

Vi sono poi gli inseguitori che ruotano intorno all’asse Nord-Sud.


Questi inseguitori seguono il movimento del sole nell’arco del
giorno e non dell’anno. La loro rotazione non dipende dall’altezza
del sole rispetto all’orizzonte, piuttosto dalla sua posizione nel
cielo. Tali inseguitori sono particolarmente indicati per paesi a
bassa latitudine come l’Italia. Poiché sono soggetti a movimenti
di rotazione con frequenza giornaliera (in genere alba, tramonto e
ore centrali della giornata), questi inseguitori sono dotati di
meccanismi di funzionamento automatici.

Infine vi sono gli inseguitori che ruotano intorno all’asse zenith-


nadir. Anche in questo caso il meccanismo di rotazione è
automatico. L’aumento di produzione di energia elettrica è di

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circa il 25%. Gli inseguitori a due gradi di libertà utilizzano
invece contemporaneamente due assi di rotazione. Spesso si tratta
di inseguitori montati uno sull’altro. L’aumento di produzione di
energia elettrica può arrivare fino circa al 40%.

Le maggiori possibilità di utilizzo degli inseguitori sono in


occasione della realizzazione dei cosiddetti campi fotovoltaici,
cioè i grandi impianti installati a terra, dove occorre cercare di
sfruttare quanto più possibile la superficie del terreno a
disposizione in modo da produrre quanta più energia possibile.
Già, ma quanta energia può produrre un impianto fotovoltaico?

I segreti per capire quanto può produrre un impianto


fotovoltaico
Le prestazioni di un impianto fotovoltaico innanzitutto dipendono
dalle condizioni di insolazione del sito sul quale esso viene
installato. È quindi indispensabile conoscere i valori dei parametri
fisici che descrivono il percorso compiuto dal sole, sia nel corso
della singola giornata che nell’arco dell’anno.

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La conoscenza di tali parametri consente di calcolare la potenza di
energia solare incidente su una superficie inclinata con un dato
angolo, un dato orientamento e in una data località.

Attenzione, non sto dicendo che devi imparare questi parametri


perché dovrai provvedere direttamente tu al dimensionamento e
alla progettazione dell’impianto fotovoltaico. Assolutamente no.
Mi interessa piuttosto che tu sappia quali sono i fattori che
influenzano la capacità produttiva dei moduli fotovoltaici. Che tu
sappia, ad esempio, che la quantità di energia prodotta da un
impianto fotovoltaico dipende principalmente da quanto è “forte”
il sole. Si tratta, immagino, di una informazione facilmente
comprensibile. In linea generale maggiore è il numero delle
informazioni in tuo possesso e più agevolmente potrai valutare
l’operato dei professionisti ai quali ti rivolgerai per la
realizzazione del tuo impianto.

Ti elenco allora i parametri fisici da prendere in considerazione al


fine di eseguire l’attività di dimensionamento di un impianto
fotovoltaico:
 latitudine del sito, Φ;

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 azimut solare, α;
 altezza solare, β;
 azimut superficiale del piano, γ;
 inclinazione della superficie, Ψ.
Per le relative definizioni, puoi consultare il paragrafo finale di
questo capitolo.

La capacità produttiva di un impianto fotovoltaico dipende anche


dalla sua corretta installazione. L’impianto può essere installato
sul tetto di un immobile, oppure sulla sua facciata o sul terrazzo o
ancora su una superficie adiacente allo stesso immobile
(parcheggio scoperto). L’impianto può costituire, inoltre, un
elemento integrante dell’arredo urbano (lampioni stradali;
percorsi pedonali coperti; pensiline per il ricovero di biciclette
ecc.). Può, infine, essere installato direttamente su un terreno.

In definitiva, la quantità di energia elettrica prodotta da un


impianto fotovoltaico dipende da:
 radiazione solare incidente sulla superficie di installazione
dell’impianto;
 orientamento e angolo di inclinazione dell’impianto;

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 presenza di ombreggiamento;
 condizioni ambientali del sito sul quale si installa
l’impianto;
 prestazioni tecniche dell’impianto.
Ipotizzando delle condizioni ottimali di installazione (mi riferisco
a una superficie esposta a SUD, che presenti un’inclinazione
compresa tra 25° e 35° e che sia priva di ombreggiamenti), è
possibile stimare la quantità di energia elettrica producibile da un
impianto fotovoltaico di Potenza Nominale pari ad 1 kWp, in
dipendenza della sua localizzazione geografica (Nord Italia;
Centro Italia; Sud Italia).

Nord 1.100 kWh/anno


Centro 1.400 kWh/anno
Sud 1.600 kWh/anno

Per consentire una valutazione più adeguata delle capacità


produttive di un impianto fotovoltaico, ti ricordo che il consumo
annuo medio di energia elettrica di una famiglia italiana si aggira
intorno ai 3.000-4.000 kWh.

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L’analisi della tabella ci consente di conoscere il quinto segreto.

SEGRETO n. 5: la capacità produttiva di un impianto


fotovoltaico aumenta scendendo verso il SUD.
La capacità produttiva di un impianto fotovoltaico dipende
ovviamente anche dalla sua durata nel tempo. Più è lunga la vita
dell’impianto, maggiore sarà l’energia che produrrà.

Avrai notato che tra i fattori che influenzano la capacità


produttiva di un impianto fotovoltaico ho inserito anche le
condizioni ambientali. Cosa intendo per condizioni ambientali?
La risposta a questa domanda mi consente di svelarti il sesto
segreto di oggi.

SEGRETO n. 6: l’aumento della temperatura di


funzionamento dei moduli diminuisce la capacità produttiva
dell’impianto fotovoltaico.

Sì. È proprio così. Contrariamente a quanto si può immaginare le


torride giornate estive non sono l’ideale per la produzione di
energia elettrica da fonte fotovoltaica. Molto meglio le limpide

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giornate primaverili. Per concludere, la quantità di energia
elettrica prodotta da un impianto dipende, ovviamente, come ti ho
già anticipato, dalle prestazioni tecniche dei moduli, dal
rendimento delle celle e dall’intervallo di tolleranza della potenza
rispetto al valore nominale. Approfondiremo questo aspetto il
Giorno 4.

Definizioni
Watt di picco (Wp) = la potenza elettrica massima generata da
un modulo fotovoltaico in condizioni ottimali (1.000 W/m2 di
insolazione e 25 °C di temperatura ambiente).

Latitudine del sito Φ = angolo formato dalla retta congiungente


il sito con il centro della terra e dal piano equatoriale.

Azimut solare α = angolo formato dalla proiezione sul piano


orizzontale della congiungente sole-terra nel sito di riferimento
con il semiasse sud. α= 0 quando le due rette coincidono; α> 0
quando il sole è verso est; α< 0 quando il sole è verso ovest.

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Altezza solare β = angolo formato dalla congiungente sole-terra
nel sito di riferimento con il piano orizzontale. L’altezza solare a
mezzogiorno al solstizio d’estate βmax= (90°–Φ) + 23,45°;
l’altezza solare al solstizio d’inverno βmin= (90°–Φ) –23,45°.

Azimut superficiale del piano γ = angolo formato dalla


proiezione sul piano orizzontale della normale alla superficie in
oggetto con il semiasse sud.

Inclinazione della superficie in oggetto Ψ = angolo formato


dalla superficie in oggetto con il piano orizzontale del luogo in
cui ci si trova.

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RIEPILOGO DEL GIORNO 1:
 SEGRETO n. 1: la Potenza Nominale di un impianto
fotovoltaico è data dalla somma delle Potenze Nominali dei
singoli moduli che lo compongono.
 SEGRETO n. 2: la cella monocristallina ha gli angoli
tagliati, mentre la cella policristallina ha gli angoli regolari
di 90°.
 SEGRETO n. 3: il rendimento di un modulo fotovoltaico è
inferiore o uguale al rendimento della sua peggior cella.
 SEGRETO n. 4: l’inverter può essere considerato come
l’imprenditore dei moduli fotovoltaici.
 SEGRETO n. 5: la capacità produttiva di un impianto
fotovoltaico aumenta, scendendo verso il SUD.
 SEGRETO n. 6: l’aumento della temperatura di
funzionamento dei moduli diminuisce la capacità
produttiva dell’impianto fotovoltaico.

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MARIO DELFINO

Capitolo 1 estratto da:

INVESTIRE NEL FOTOVOLTAICO

Tecniche e Strategie Pratiche per


Gestire e Affrontare l’Investimento nel Fotovoltaico

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