Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
COM
La vicenda.
A carico di un direttore di banca viene aperto un procedimento disciplinare per gravi inadempimenti (movimentazioni di conto corrente non giustificati dal fatturato o dal reddito del beneficiario, giro di assegni con sconfinamento dellaffidamento concesso, addebito di operazioni su conti correnti di clienti diversi da quelli che avevano negoziato lassegno, superamento dei limiti di autonomia previsti dalla Banca, concessioni arbitrarie ed indebite di linee di credito, ecc.). Il dipendente chiede di essere sentito a sua difesa, ma quando lazienda lo convoca, dichiara di non poter comparire a causa del suo stato depressivo. Al termine del procedimento disciplinare, lazienda decide di licenziare il lavoratore. Il dipendente impugna il recesso, lamentando di non essere stato sentito nel procedimento disciplinare.
In primo grado il Tribunale di Teramo dichiara la nullit del licenziamento e condanna lazienda a reintegrare il lavoratore ed a risarcirgli il danno. In secondo grado, invece, la Corte dAppello de LAquila ribalta la sentenza di primo grado. Ad avviso della Corte il licenziamento avvenuto nel pieno rispetto delle regole procedurali previste dallart.7 dello Statuto dei Lavoratori, in quanto lo stato depressivo del dipendente non ha impedito allo stesso di esercitare il suo diritto di difesa. Il lavoratore, infatti, ha comunque potuto partecipare al procedimento tramite il suo rappresentante sindacale, il quale stato ragguagliato sulle giustificazioni da fornire rispetto ai fatti contestati. Avverso tale sentenza ricorre il lavoratore. La Corte di Cassazione, Sezione Lavoro, con sentenza 8 febbraio 2013, n.3058, d definitivamente ragione allazienda.
La motivazione. Secondo la Cassazione, nulla pu essere obiettato allazienda, la quale per ben quattro volte si dimostrata disponibile a sentire il lavoratore. Laudizione non avvenuta solo a causa dellindisponibilit ripetuta del dipendente. Il diritto di difesa, in ogni caso, va esercitato in modo tale da non paralizzare, mediante luso di mezzi dilatori, il potere disciplinare del datore di lavoro. Il licenziamento pertanto legittimo.
Contribuisci anche tu a far crescere il sito! Se ti piaciuto questo articolo, condividilo sui principali social network.