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Reportage 4 UNA FINESTRA SULLO SLUM

La stanza nella quale sono alloggiato da solo appena coperta dalle palme da cocco e da su uno dei tanti slum di Bijapur. Non ho granch a disposizione eppure mi sento un privilegiato. Comunque, il WELCOME MISTER LIBERO sulla porta mi basta alla grande. Alcuni bambini giocano negli acquitrini, mentre le donne vanno e vengono alle prime luci dellalba sempre affaccendate. Sono quasi le 6 del mattino e tra poco si parte per andare nei villaggi a conoscere i gruppi di auto aiuto. Ma c ancora il tempo per osservare un paio di grosse moto incredibilmente lucide, parcheggiate proprio sotto di me nelle pozzanghere, in mezzo ai maiali che sguazzano ovunque. Nelle piccole stanze 2 metri x 3 coperte alla meglio dalle lamiere, vivono mediamente 4-5 persone, dormendo naturalmente per terra, non di rado una sullaltra. L dentro, o comunque nei dintorni, si svolge buona parte della loro sopravvivenza. Ora il fumo esce tra le lamiere rabberciate e sconnesse, offuscando i panni logori stesi alla meglio sui rami. Una ragazza si affanna scrupolosa a spazzare pi volte luscio della sua abitazione con ripetitiva encomiabile solerzia. Do ancora unocchiata veloce ai tanti numeri che il giorno prima mi sono stati forniti. Dunque 1 miliardo 200 milioni di persone, pi o meno regolarmente censite nel 2008, ma oggi sicuramente di pi. Di esse, 14 milioni vivono a Bombay (ovest), pi di 13 milioni a Delhi (nord), 5 milioni a Calcutta (est) ed altrettanti a Madras (sud). Controllo sulla cartina di Sergio lesatta ubicazione dei villaggi e la strada sterrata che bisogna percorrere. Ed allora che Steve mi chiama. Gli autisti sono pronti da unora e dobbiamo andare. Ma no, non dobbiamo andare. Vuole solo mostrarmi in disparte la prima pagina del DECCAN HERALD locale, che oggi gelosamente conservo, con una foto del nostro premier che giro subito agli altri. C pure una gustosa vignetta, con litalico stivale allaria che finalmente fa il suo dovere. Stavolta sembra che abbia dato sul serio le dimissioni o in procinto di darle. In ogni caso non intende continuare (e vogliamo accertarcene) indicando peraltro, come nelle peggiori tradizioni monarchiche, il suo successore. Mentre mi aspetto considerazioni e domande, un silenzio assordante cala sullo spazio antistante lo slum, rotto finalmente dalla voce pacata di Steve: Non vi chiedo nulla, per non mettervi in imbarazzo. Un pieno di vergogna mi assale. Guardo, osservo, scruto lUmanit intorno e RESPIRO e non mi sento italiano, ma cittadino di un mondo che sento infinitamente migliore. Bijapur, ore 21.00 locali del 10 novembre 2011

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