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20-02-2008

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il Ducato

Da Giancarlo De Carlo a Renzo Piano. I progetti e le idee che hanno fatto

Istantanee di una citt


Alberi su rotaie, studenti fuori dalle mura, tunnel e ascensori: ecco come poteva essere Urbino
FILIPPO BRUNAMONTI

a verit che nell'ordine c' la noia frustrante dell'imposizione, mentre nel disordine c' la fantasia esaltante della partecipazione predicava Giancarlo De Carlo. Un architetto civile. Socialmente impegnato. Uno che chiamava a raccolta la gente del posto per discutere i suoi progetti. Come fosse una riunione di condominio con amm i n i s t r a t o re. Uno che sognava l'universit e i futuri studenti fuori dal bucolico idillio. Rivoluzionario per scelta, ma a fatica le sue proposte venivano accolte. E di progetti naufragati Urbino piena. La riqualificazione di Mercatale, ad esempio, fin in qualche sottoscala ancora prima di suscitare stupore: secondo De Carlo, l'area del piazzale sarebbe stata organizzata con degli alberi su rotaie. L'architetto aveva pensato a delle casse da spostare lungo una sorta di binario ferroviario, da un carrello trainante fino a formare diverse disposizioni. Mercatale finalmente libero dalle automobili: una soluzione che si rif ai modi in cui il piazzale veniva allestito, in epoca barocca, in occasioni di celebrazioni, visite di illustri personaggi, eventi speciali, si leggeva nella relazione allegata al progetto. Oggi Mercatale ha cambiato pelle ma il piano regolatore dal sapore ecologista proposto da De Carlo non ha avuto sviluppi. Dimenticato. Il nuovo modello per la citt di Urbino avr poco a che fare con lidea di recupero ambientale che aveva in testa De Carlo. Il sindaco Franco Corbucci preferisce parlare di recupero funzionale con Santa Lucia, consorzio e fornace alla base di unarchitettura che punti invece su trasporti, commercio e parcheggi. Tempo ancora qualche anno e i lavori per superare lisolamento della citt cancelleranno ogni tensione. Anche se, ammette il sindaco, per trasformare Urbino abbiamo ri-

Archiviato il modello ecologista di De Carlo, si punta sulla crescita economica

Il futuro: parcheggi, negozi e svago Ateneo in secondo piano

preso in mano proprio quei progetti di De Carlo, a lungo discriminati, investendo in strade, parcheggi e centri commerciali e rilanciando uneconomia che viveva da troppo tempo sulla monocultura. A dieci anni di distanza, anche la Data ha avuto il suo via. Nel 1999 le antiche stalle del duca Federico da Montefeltro sono state al centro di polemiche e prospetti ambiziosi dividendo urbanisti e amministratori. Prima di trasformare i tre piani in acciaio e vetro in un osservatorio dedicato alla memoria dellurbe, lultimo dei sette progetti De Carlo aveva trovato concordi il rettore stor ico Carlo Bo e lex sindaco Giorgio Londei sulla volont di conciliare antico e moderno, non convincendo invece professori come Renato Bruscaglia ed Ermanno Torrico, che volevano il solo restauro filologico. Nellamarcord urbanistico, De Carlo non stato lunica mosca bianca. Lodissea dei progetti difficili proseguita con Renzo Piano per la sistemazione del parcheggio di Santa Lucia. Ricordate il park sotterraneo firmato nel 1988? Un vero e proprio tunnel da scavare nellarea compresa tra Porta Santa Lucia, viale Gramsci e la circonvallazione (viale Di Vittorio). La struttura doveva svilupparsi per una lunghezza di circa 250 metri su tre livelli sotterranei, ognuno con una superficie di 4 mila 300 metri quadrati, per un totale di 402 posti auto collegati da una rampa circolare a doppio senso di marcia. Di qui lelezione di viale Di Vittorio a luogo di scambio per il drop-off (la discesa dei passeggeri) degli autobus turistici e la fermata delle corriere. Un progetto del 1988 che, nellattuale piano di Corbucci, c anche se con qualche variazione: il posteggio per pullman in viale Neruda. E poi, i 6 mila 700 metri quadrati di negozi e uffici allex consorzio per attivit ricreativa e studentesca. Non solo architettura. Parlando di trasporti, quando nel 97 sparirono i 170 miliardi di lire previsti dalla Regione per la FanoGrosseto (se li era mangiati la Finanziaria), spunt una proposta singolare: Perch i soldi non li tirano fuori gli automobi-

MERCATALE
Larea del piazzale sarebbe stata organizzata con degli alberi su rotaie. Larchitetto Giancarlo De Carlo aveva in mente delle casse da spostare lungo un binario attraverso un carrello trainante fino a formare diverse disposizioni. Obiettivo: smaltire il caos automobilistico
listi?, si domandava Cristina Cecchini. Un consorzio di impresa avrebbe finanziato i lavori per la realizzazione della strada per poi partecipare agli utili della concessione sulluso dellopera pubblica. Tutto questo, grazie a una percentuale sul pedaggio che i signori viaggiatori avrebbero pagato per quel tratto. Una statale a pagamento: sarebbe stata la prima volta in Italia. Come se camminare a Urbino fosse semplice. Basti pensare che il primo progetto della E78 risale addirittura al 1954. Anche il progetto dellufficio tecnico del Comune (2001) per la creazione di un camminamento aveva avuto vita dura. La storia dei marciapiedi a lato della statale 73-bis nel tratto che va dai collegi a Borgo Mercatale era iniziata nel 96 con un progetto a valle che, partendo dai collegi, sarebbe sceso sotto il muro della Raganaccia. Ipotesi

SANTA LUCIA
Il progetto di Renzo Piano, accantonato per problemi finanziari, prevedeva 400 posti auto, un corridoio sotto la collina e una risalita in ascensore fino a S. Lucia. Oggi, dopo 20 anni, sono iniziati i lavori con qualche variazione, come il parcheggio per i pullman turistrici in viale Neruda
scartata perch il camminamento sarebbe sceso gi in basso, alla base del muro, di ben cinque metri rispetto al livello della strada. La soluzione della passerella in legno quella che ormai tutti conosciamo. Resta il problema del suo proseguimento. La storia infinita dei camminamenti nasce con i collegi, trentanni fa. Quando, cio, era un problema trovare un letto a due passi dal centro. Il plastico originale di De Carlo per il polo scientifico di Biancalana (34 alloggi a poca distanza dalle facolt) era gi pronto ma la Provincia bocciava a ripetizione le aree in cui inserire il fabbricato. De Carlo, padre del Prg di Urbino, continuava a ripetere che gli anni 80 erano lontani, che se prima lAteneo ducale era di 1500 posti letto per 15000 studenti, alla fine degli anni '90 gli iscritti alluniversit erano qua-

DATA
Il progetto pi sofferto di De Carlo che, dagli anni 70, arriv a quota sette piani di recupero. Nel 1998 venne approvato lOsservatorio della Citt. Oggi sono arrivati 2 milioni per trasformare le antiche stalle del duca in una sala espositiva dedicata alla memoria cittadina
si 23 mila. Ma il numero di posti a disposizione per loro era rimasto invariato. Nel 2008, il sindaco Corbucci non teme pi la questione edilizia studentesca: i collegi ci sono, larchitetto Paolo Spada raddoppier con il collegio di Castel Cavallino, e lAteneo ha trovato un certo rigore architettonico, a partire dalla sede di Palazzo Battiferri. La nuova Urbino, con i fantasmi dei suoi progettisti, s'ha da fare, ma ci che lattende un cambio di rotta netto e deciso, che potrebbe far rimpiangere i tempi in cui luniversit e lalta formazione monopolizzavano leconomia. Se, come spiega Corbucci, Urbino sar fondata sulla diversificazione delle attivit, le piccole vittorie dei progetti impossibili potrebbero finire stipate sullo scaffale di quel centro commerciale che sorger dalle ceneri dellex-fornace.

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PRIMO PIANO

discutere per anni urbanisti e amministratori

Nel mirino i centri commerciali

mai esistita

Modello Corbucci critiche e dubbi


THALASSA VONA
a cosa mi diceva sempre Pier Leoni, storico intarsiatore della citt? Io morir senza lasciare una bottega. Non so se ancora a Urbino, ma di sicuro i centri commerciali non aiutano lo sviluppo dellartigianato di qualit. Lo scriva pure: sono desolato. Il difetto che manca uno studio socioeconomico nel modello di sviluppo proposto. Non vive a Urbino, ma dimostra davvero di conoscerla molto bene. Vittorio Emiliani, uomo di cultura e per cinque anni consigliere comunale, assieme con altri intellettuali e politici dice la sua sulle ricette che il sindaco, Franco Corbucci, (nello scorso numero del Ducato) ha elencato per risolvere la questione della monocultura urbinate. Se ex amministratori e politici sembrano appoggiare i progetti della funicolare o del parcheggio di Santa Lucia, oltre ad Emiliani, ci pensano Monica Mazzolani e Piero Leon a bocciare lidea della costruzione di centri commerciali attorno alla citt per ridare vita anche al centro storico. Si chiede Emiliani: Che fine ha fatto lidea di fare di Urbino una piccola Oxford? Negli anni 50 60 la citt doveva essere residenziale per ospitare gli studenti, non per niente era detta citt-campus. La strada per farla rinascere deve partire proprio dallateneo. Bisogna elevare lofferta formativa, non pu rassegnarsi a diventare un esamificio: deve puntare sui master post laurea con corsi in architettura, beni culturali, storia del paesaggio o dare maggiore impulso allindustria tipografica. Non cambiato nulla. Ai miei tempi cera la mania dei centri direzionali, neanche fossimo ad Hong Kong e, ora, puntano sui

Gli esperti dicono: Artigianato e cultura meglio di negozi e posti auto

In alto, La citt ideale dellAnonimo Fiorentino Di fianco, il plastico dei collegi secondo De Carlo

centri commerciali. Per fare una cosa seria bisogna rivitalizzare limpresa artigianale. Quella dei centri commerciali unidea vecchia e superata. A condividere questa tesi anche il professore Paolo Leon, ordinario di Economia Pubblica a Roma e amministratore delegato del CLES, istituto di ricerca economica e sociale: Costruire centri commerciali fuori dalle mura del centro svuoterebbe il piccolo commercio. La vostra citt dovrebbe sfruttare di pi il fatto di essere un centro culturale, accentrando attivit di servizio di grado elevato, incentivando la presenza di imprese di restauro, moda, editoria. Solo una volta riqualificato il centro storico, eventualmente, si potranno costruire centri commerciali. Urbino come un pianoforte al quale si accorda un tasto. Poi si deve lavorare su tutto il resto. Questa la tesi di Monica Mazzolani, architetto dello studio associato Giancarlo De Carlo di Milano. De Carlo la immaginava come una citt che cresce in maniera organica. Ha lavorato su tutta la citt senza privilegiare un aspetto rispetto ad un altro. Per questo il commercio deve avere una sua logica in relazione al tutto: alluniversit, allartigianato di qualit. Soddisfatto per i nuovi progetti lex sindaco Massimo Galuzzi, 11 anni primo cittadino: Sono molto contento che vadano avanti le idee per le quali abbiamo lavorato negli anni precedenti: erano gli obiettivi del piano regolatore di De Carlo . E lopposizione in comune? Per Lucia Ciampi, consigliere comunale dellUDC: Noi abbiamo sempre sollecitato queste opere. Ma gli amministratori hanno perso troppo tempo e non abbiamo nessuna certezza che questi progetti determinino lo sviluppo vero di Urbino.

Weekend Val di Fassa 27/02-02/03/08 - pullman da Urbino - 254,00 Pasqua sul Nilo 17-24/03/08 - crociera sul Nilo - 1,210,00

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