Sei sulla pagina 1di 5

Progetto Polymath - Intervista di Stefano Carli a Manuel Castells

24/03/13 00:39

Attivit

Riflessioni

Informazioni

Studenti

Libri

Ricerca

Contatti

Lintervista a Manuel Castells


Il modo in cui le societ gestiscono la transizione verso la societ delle reti e verso un'economia della conoscenza dipende dai progetti politici, dagli interessi sociali, e dalle decisioni politiche. La politica pi importante che mai, ma quel che osserviamo che, in generale, la politica dominata dall'immagine, e dagli scandali, come arma nella lotta politica. Manuel Castells

Castells: Il futuro Internet e Tv


Intervista a Manuel Castells di Stefano Carli LA REPUBBLICA, 7/12/09
http://areeweb.polito.it/didattica/polymath/htmlS/info/NOVITA/ComunicazionePotereCastells/CastellsIntervista.htm Pagina 1 di 5

Progetto Polymath - Intervista di Stefano Carli a Manuel Castells

24/03/13 00:39

LA REPUBBLICA, 7/12/09

Internet e la tv sono due costellazioni della comunicazione che sono destinate a convivere l'una accanto all'altra, anche se in uno scenario che sar progressivamente diverso da quello a cui siamo abituati oggi. Per certi versi Internet assorbir al suo interno la tv. Ma il mondo di Internet, che il mondo della "autocomunicazione di massa" non sostituir quello della tv, che il mondo della comunicazione uni-direzionale, da uno, il broadcaster, verso tutti. E poi la galassia della tv specializzata e concentrata su due sole tipologie di contenuto: l'entertainment e l'infotainment, mentre Internet molto pi ampia. E' cosi che Manuel Castells, tra i maggiori studiosi a livello mondiale della societ dell'informazione, che da vent'anni si interessa di Internet e del suo impatto sulla societ contemporanea, vede l'azione reciproca dei due media pi potenti. Quindi un errore vedere Internet in contrapposizione agli altri media? Quello che succeder che sempre pi Internet integrer la tv al suo interno. Gi oggi le giovani generazioni guardano la tv attraverso Internet. Cos come si informano e apprendono le notizie attraverso Internet. Si riferisce alla convergenza? Alfatto che presto avremo Internet dentro gli apparecchi televisivi? La convergenza non tanto una questione tecnologica quanto mentale. I terminali continueranno a restare diversi e separati: useremo l'uno o l'altro, uno smartphone o un pc o la tv a seconda delle nostre esigenze. Ma saremo noi, nel nostro cervello, a realizzare la convergenza. Nel suo ultimo libro, 'Comunicazione e potere', le parla della 'tv mutante'. Cosa intende dire? Che la tv cambiata. Una volta il 90% delle persone guardava i tre-quattro maggiori canali tv. Oggi quella quota negli Usa scesa al 20%, in Spagna siamo al 25%: la tv non ha pi quella stessa capacit di prima di raggiungere tutti. In Italia per forse ancora un po' cosi. Ma perch voi avete un monopolio: avete un solo network che fa capo a Silvio Berlusconi. Un network parte pubblico e parte privato. E questa una delle ragioni per cui l'Italia sta rimanendo indietro in questa fase di sviluppo delle nuove comunicazioni. Vede, un'offerta tv molto semplificata, semplice, ridotta nei contenuti all'entertainment, non aiuta lo sviluppo di Internet. Mentre le nuove generazioni oggi crescono completamente in Internet. E poi in Italia c' un altro problema: voi siete una nazione "anziana". Siete una societ di ultracinquantenni. E sono gli ultracinquantenni che guardano molto la tv. L'Italia ha dei buoni indici di longevit, ma questo anche un indice di senilit. Torniamo agli scenari globali. Non c' contraddizione tra lo sviluppo della autocomunicazione di massa, la moltiplicazione di produttori di contenuti, e la progressiva concentrazione di gruppi economici nel settore dei media? No: un processo di globalizzazione e customizzazione, ossia di concentrazione anche sulle esigenze degli utenti. Cio? Per vendere un prodotto, nel settore della comunicazione, devi attrarre audience, devi "vendere" a grandi quantit di persone. Prendiamo il caso di MySpace. Murdoch possiede MySpace ma MySpace uno spazio di comunicazione che in qualche modo appartiene anche alla gente che comunica attraverso MySpace e Murdoch deve rispettarla. Se non lo facesse, creando barriere o non garantendo il libero utilizzo del network, sarebbe facilissimo veder emergere altri portali pronti ad offrire condizioni pi libere. Questo perch le barriere di ingresso nel business di Internet sono molto basse. Non serve un grande capitale: si pu partire velocemente ed essere subito competitivi. E' gi successo. Quando?
http://areeweb.polito.it/didattica/polymath/htmlS/info/NOVITA/ComunicazionePotereCastells/CastellsIntervista.htm Pagina 2 di 5

Progetto Polymath - Intervista di Stefano Carli a Manuel Castells

24/03/13 00:39

Quando? Facebook a un certo punto cerc di fare pagare gli utenti: nel giro di 24 ore si realizz una specie di esodo, una migrazione di massa da Facebook verso una miriade di altri portali di social network. Ritornarono sulla decisione. Proprio riguardo al pagamento dei contenuti, si sta profilando un accordo tra Murdoch e Google sulle news: il modello potrebbe essere di lasciarne una quota libera e mettere le altre a pagamento. Ma quello un accordo tra corporation: non tocca il cuore del problema delle news. Gli utenti di Internet cercano di vivere in un sistema di comunicazione libera. Se qualcuno cerca di farli pagare loro si rivolgeranno a qualcun altro. Tanto su Internet si possono trovare tutte le notizie perch c' sempre qualcuno che legger una notizia da qualche parte, un altro sito, o magari un giornale di carta, e la riporter in rete dove tutti gli altri potranno leggerla. E poi si pu sempre dire che ci che si propaga in rete non una notizia presa da una parte o da un'altra, ma il fatto. E il fatto a chi appartiene? Sui fatti non c' copyright. E' per questo che i giornali faticano a trovare un modello di business sull'online? S. E' una situazione triste ma i giornali devono reagire. I giornali sopravvivranno se punteranno tutto sulla credibilit. Se perdi credibilit perdi tutto. Poi devono capire come affrontare il vero cambiamento che Internet sta imponendo loro, il cambiamento della piattaforma tecnologica: la carta stampata che non funziona pi. In un'intervista recente al El Pais lei ha detto che la copia cartacea dei quotidiani dovrebbe essere venduta a 10 euro, che dovrebbe diventare un prodotto di lusso. Era un paradosso, una battuta? Niente affatto, la carta costa e ha un forte impatto ambientale. La distribuzione digitale il futuro. La piattaforma sta cambiando: i giornali dovranno avere una edizione cartacea limitata e portare la diffusione principale su Internet. Il vero nodo trovare il modello economico. E' lo stesso problema che ha affrontato o sta affrontando ogni settore industriale coinvolto dall'avvento di Internet, a cominciare dai film e dalla musica. Anzi, nella musica una soluzione stata trovata: il modello l-Tunes, basato sulla "coda lunga". Cio? l-Tunes non vende Cd ma singoli brani che ognuno pu scegliere da un enorme catalogo. Ognuno pu comprare a bassissimo prezzo una piccolissima parte del catalogo. Micropagamenti e possibilit di acquistare solo ci che si vuole e non un insieme imposto. E' il modello che sta sperimentando ora il Wall Street Journal. Chi vuole non si deve comprare tutto il giornale ma solo la notizia per cui ha interesse in quel momento: bisogna saper raggiungere e suscitare l'interesse di una grande moltitudine di piccoli insiemi di utenti ciascuno interessato a una singola certa notizia. Tra contenuti globali e autocomunciazione personale c' anche un futuro per un livello di contenuti locali? Le notizie locali sono le pi importanti. Le persone sono estremamente interessate all'informazione locale. Perch l'informazione locale parla di loro, di cose molto vicine alla gente. E una delle grandi qualit di Internet proprio quella di far crescere la dimensione locale, permettendo la formazione di comunit di interesse dal basso. Sono comunit che possono facilmente arrivare a coincidere con le municipalit, i comuni. Su Internet vive un'enorme galassia di radio e di tv locali. Sono migliaia e migliaia, e sono proprio quelle pi seguite dai giovani nel mondo. E noi dobbiamo sempre tenere lo sguardo sui giovani, perch i comportamenti che stanno sviluppando oggi saranno lo standard universale di domani. Questo sviluppo tumultuoso di Internet sta riproponendo il problema del controllo della Rete, Internet ha bisogno di una governance? Sono stato molti anni in commissioni di ogni genere su Internet. Nel 1997 sono stato nella prima commissione Ue su Internet e la Information Society e sempre la prima questione stata: come
http://areeweb.polito.it/didattica/polymath/htmlS/info/NOVITA/ComunicazionePotereCastells/CastellsIntervista.htm Pagina 3 di 5

Progetto Polymath - Intervista di Stefano Carli a Manuel Castells

24/03/13 00:39

commissione Ue su Internet e la Information Society e sempre la prima questione stata: come possiamo controllare Internet. Ma di fatto Internet non si pu controllare. Anche il governo iraniano ha provato a controllare Internet per impedire le rivolte ma non c' riuscito. Per anche la Spagna di Zapatero ha emanato una legge per cercare di impedire la pirateria minacciando la chiusura dei siti. Si dovrebbe mettere in prigione un terzo della popolazione giovanile mondiale, in Usa 75 milioni di persone fanno regolarmente dei download in violazione delle norme sul copyright. Ma questo riguarda i modelli di business. Il problema del governo di Internet e diverso. Il potere ha sempre cercato di realizzare un controllo sulla comunicazione. Ma con Internet non si pu. Ormai troppo tardi: troppo diffusa. Se si chiude un sito da una parte lo si pu riaprire da un'altra. Gli unici controlli possibili sono quelli automatici, basati su parole chiave. Ma se quelle parole non vengono usate, se, per esempio, non pronunci le parole proibite Tibet o Tienanmen, nessuno pu trovarti e controllarti. Gli Stati hanno sempre cercato di tenere sotto controllo Internet ma senza successo. Perfino gli Usa. Quando? Sotto l'amministrazione Clinton, per ben due volte, ma furono entrambe fermate dalla Suprema Corte. Poi l'anno scorso in Francia con Sarkozy, bloccato per dalla Corte Costituzionale. La verit che Internet non ha un sistema di controllo. Le cose che si possono fare e non fare su Internet sono le stesse del resto della societ, quindi da questo punto di vista il problema non c'. Quindi quando si parla di leggi e regole su Internet si parla di altro: di controllo preventivo. Ma lnternet non pu essere un po' pi o un po' meno libera. O libera o non lo . Non come la tv o i giornali, che hanno un sistema di controllo in quanto hanno una propriet. Internet non ha niente di tutto questo. E per questo crea panico nei governi: perch non ha controllo e non controllabile. Vuol dire che su Internet alla fine valgono solo le regole che essa stessa si da? S, nel senso che Internet un organismo autoregolato. Ma regolato da chi? Dagli 1,6 miliardi di persone che la usano e che si regolano da soIe. Ci sono buone e cattive persone, quindi Internet come siamo noi. E' come uno specchio in cui guardare noi stessi.

Se non vi occuperete delle reti, in ogni caso saranno le reti ad occuparsi di voi. Perch viviamo nella Galassia Internet. Manuel Castells
http://areeweb.polito.it/didattica/polymath/htmlS/info/NOVITA/ComunicazionePotereCastells/CastellsIntervista.htm Pagina 4 di 5

Progetto Polymath - Intervista di Stefano Carli a Manuel Castells

24/03/13 00:39

Manuel Castells

In rete e in libreria

Manuel Castells, Comunicazione e potere, pp. 696, Universit Bocconi, 2009

Lapertura del libro [pdf, 520KB] Lopera pi nota: Manuel Castells, L' et dell'informazione: economia, societ, cultura, tre volumi, pp. LXIII-1609, Universit Bocconi, 2004 Alcuni libri di Manuel Castells in rete, Anteprima limitata: http://books.google.com/books?q=manuel+castells&hl=it Il sito di Manuel Castells: http://www.manuelcastells.info/en/ Sulla Wikipedia: http://en.wikipedia.org/wiki/Manuel_Castells La presentazione del libro Comunicazione e potere alla televisione spagnola RTVE: http://www.rtve.es/mediateca/videos/20091127/entrevista-sociologo-manuel-castells/638711.shtml

http://areeweb.polito.it/didattica/polymath/htmlS/info/NOVITA/ComunicazionePotereCastells/CastellsIntervista.htm

Pagina 5 di 5

Potrebbero piacerti anche