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1883-2013 A 130 anni dalla nascita del poeta triestino apre una mostra a Milano sullarchivio ritrovato

di PAOLO DI STEFANO
na Trieste non gi vernacola e lontana, ma dolorosamente vicina e conosciuta, sanche materialmente ignorata, da ogni autentico, e sia pur modesto, franco-cacciatore del pensiero e dellarte contemporanea. Sono le parole con cui Eugenio Montale celebrava, nel 1926, la citt di Umberto Saba, il poeta, libraio antiquario, e soprattutto uomo tra gli uomini. Saba avrebbe lasciato Trieste nellimmediato dopoguerra, per trasferirsi nel capoluogo lombardo ospite del libraio Emanuele Almansi. A Milano, il poeta sperava di trovare una casa in cui stabilirsi con la moglie Lina e l cerc, senza successo, di aprire una libreria. Saranno domani i centotrentanni dalla nascita di Saba e una bella coincidenza fa s che il 14 marzo si apra, in Casa del Manzoni a Milano (fino al 27), una mostra intitolata Trieste-Milano con i frammenti di un archivio ritrovato in cui il nome del poeta avr parte notevole con quelli dei triestini suoi contemporanei, amici e sodali, Virgilio Giotti, Italo Svevo, Carlo e Giani Stuparich, Scipio Slataper e Anita Pittoni. Larchivio con manoscritti, ritratti e libri rari appartenne alla Pittoni (1901-1982), grande signora della moda anni Trenta, artista del tessile, disegnatrice di costumi (sono suoi quelli ideati per Lopera da tre soldi di Brecht messa in scena da Anton Giulio Bragaglia a Milano nel 1930). Chiamata da Gio Ponti in quegli anni a esporre alla Triennale dArte decorativa e pi volte presente alla Biennale di Venezia, nel 1949 Anita Pittoni, poetessa e scrittrice lei stessa, fu fondatrice delle preziose Edizioni dello Zibaldone, presso cui avrebbe pubblicato opere dei maggiori scrittori e poeti triestini del suo tempo, e dal 63 al 66 si sarebbe dedicata a raccogliere un imponente archivio di manoscritti di autori giuliani nel Centro Giani Stuparich. Larchivio and disperso, ma il libraio bibliofilo e studioso Simone Volpato ha avuto la fortuna (sua e nostra) di ritrovarne una sezione, costituita in buona parte da materiale inedito, utile a ripensare la geografia culturale della Trieste novecentesca e indispensabile per lo studio dei suoi autori. Tra questi, Umberto Saba. stato lo stesso Volpato, con la collaborazione della Libreria Antiquaria Pontremoli di Milano, a mettere a disposizione questi documenti dellarchivio Pittoni per la Casa Manzoni, illustrando nel catalogo la peculiarit delle carte del poeta, libraio antiquario ed editore sotto il marchio della propria libreria. Sono due le plaquette dattiloscritte delleditore Saba in mostra a Milano, una coppia di reperti rarissimi su carta a mano con filigrana, una fragile legatura e una copertina realizzata con carte pregiate impresse a secco su cui sono stampati passi di Manzoni e di Dante. Si tratta del poemetto LUomo (maggio 1926) e di Tre poesie per la mia balia (agosto 1929). Il primo, stampato in dieci esemplari ad uso degli amici, porta decorazioni floreali e interventi autografi presentando numerose e consistenti varianti rispetto alledizione a stampa. Testimonia infatti una fase di passaggio dal manoscritto alledizione definitiva, realizzata per monetizzare la propria poesia. La seconda plaquette autoprodotta, sempre decorata e sempre tirata in dieci copie,

Saba, Trieste e la Grande guerra I versi del freddo e della bora


E tra gli inediti compare la bella Adele, musa contesa allamico Giotti
viene definita nel colophon come piccola edizione fuori commercio a uso di pochi amici dellautore, con unaggiunta scherzosa: Incapace di fare dediche ognuno si dedichi la copia e non la venda. La copia in mostra quella destinata al poeta dialettale Virgilio Giotti, alla cui collaborazione artigianale, probabilmente, si deve il manufatto. Altri notevoli libretti autoprodotti sono: la breve raccolta Cose leggere e vaganti (1920) curata dallo stesso Giotti, autore anche delle tre vignette raffiguranti un merlo, due pere e un bambino che soffia bolle di sapone; nonch la prima edizione del Canzoniere (1921), accompagnata dal progetto di pubblicazione dello stesso in fascicoli dattiloscritti realizzati sempre dal Giotti, uno per ciascuna sezione del Canzoniere: lidea era quella di destrutturare la raccolta in volumetti preziosi da mettere in commercio per pochi in modo da far fruttare al massimo la propria produzione poetica. insomma una vera e propria strategia economica, con qualche risvolto divertente. Il 26 luglio 1920, Saba scriveva allamico Aldo Fortuna: Qui (in libreria) una processione di giovani che vengono a chiedere: "La prego la me d quellopuscolo, Cose leggere e vaganti?". E io, fingendo di nulla, lo metto in carta; e poi dico il prezzo (20 lire, ndr) come fosse la cosa pi naturale del mondo. Bisogna veder le faccie (sic), e i retrofront. Tra le altre, tantissime, perle dellarchivio, si trovano manoscritti ed edizioni rare di poesie del grande Giotti, che fu sodale di Saba e amico soprattutto tra gli anni Venti e Trenta; e infatti al 20 risale, per esempio, la stampa, per le edizioni della libreria sabiana, della raccolta poetica in lingua Il mio cuore e la mia casa e al 26 il manoscritto autografo di Storia de bestie con il timbro della stessa libreria. Nellarchivio Pittoni troviamo poi poesie autografe, tra cui I zogtoli con correzioni a mano di Saba, che propone varianti agli ultimi versi, in parte accolte. Curioso, se si pensa che Saba aveva espresso decise riserve sulla scelta dialettale dellamico e che proprio in nome della superiorit dellitaliano aveva rifiutato il parallelo tra i due fatto da Pasolini, nettamente pi favorevole a Giotti. Il secondo dopoguerra segner, per altro, il distacco tra i due poeti triestini che furono compagni di strada. Ma restando a Saba, compaiono, nellarchivio, due inediti assoluti: una lunghissima autobiografia in versi degli anni 1912-15, dedicata a Giorgio Fano, compagno di libreria e di baldanzosi amori e filosofo antifascista: Del tanto che lanno passato / soffrimmo, del freddo, del vento, / i brividi a volte risento / qu, ne la mia pace, se fuori // odo con gli interminabili / fili garrire la bora, / Giorgio, quel freddo di allora / certo tu lhai obliato. Saba si sofferma, tra laltro, a ricordare lepoca della guerra. C la moglie Lina (che per me apre le braccia: / che a vivere per me torna, ad amare). C Trieste che in s rugge. Viene evocato il fatto che si messo a scrivere versi per mancanza di sigarette. Compare la pi bella ragazza della citt, Adele Wlfler, sorella di Lina, creatura discorde / che bacia, che graffia, che morde, Musa inflessibile e ardente di cui anche Fano e Giotti si erano innamorati. Il secondo inedito un vagabondaggio onirico tra mare, paesaggi assolati e campi di grano, intitolato Meriggi, che ai primi 24 versi di una poesia che sar pubblicata con lo stesso titolo in anni pi tardi, aggiunge 125 versi mai segnalati. curiosa passeggiata tra vitalistica e crepuscolare: e dove il sole pi avvampa / mi precipitai: / per i bellissimi campi, / senza una meta vagai. Con versi di sublime bellezza: Un passero l, sovra le verdi / foglie si posa; ma con quei falciati / fieni, sotto loscuro / cielo squallidi sembrano gli immensi / prati. - Ore grigie lente; / dormiveglia dei sensi / tutti, del sangue ne lazzurra vena. / Tutto pallido ambiguo su la scena / del mondo; ora, stagione. Nella prefazione al catalogo, il presidente di Casa Manzoni, Angelo Stella, ricorda gli scambi culturali tra Milano e Trieste, che Manzoni considerava un capolinea oltre confine, ma anche la tormentata conciliazione, per molti poeti giuliani (primo tra tutti Slataper), tra luogo poetico e luogo politico. E sottolinea come Saba sentisse Manzoni vicino a s e al pi suo Dostoevskij. Ma evoca anche lintenso rapporto di amicizia tra il vecchio poeta triestino e il giovane Vittorio Sereni, e la dedica del mondadoriano Scorciatoie e raccontini (1946) al banchiere illuminato, milanese dadozione, Raffaele Mattioli.
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Iniziative

Tre itinerari: da casa Manzoni alla sua citt


] La mostra Trieste-Milano. Cose leggere e vaganti (Frammenti di un archivio ritrovato) si inaugura il 14 marzo a Casa del Manzoni (Milano, via Morone 1) e rester aperta fino al 27 marzo. La mostra e il catalogo si devono alle cure di Lucia Di Maio e Giovanni Milani (della Libreria Pontremoli di Milano) e di Simone Volpato, della libreria omonima di Trieste. (Nella foto qui a fianco Saba, in uno scatto inedito di J. Bellini, 1956). ] Il comune di Trieste organizza oggi diverse iniziative per il 130esimo compleanno di Umberto Saba. Due i momenti celebrativi: alle 11.00, alla Libreria antiquaria Saba di via San Nicol 30 e alle 18.00, al ridotto del Teatro Verdi, nella Sala De Sabata con il sindaco, Claudio Magris e Stefano Sacher: nelloccasione sar illustrato un itinerario che vuole ricordare i luoghi salienti della vita del poeta. (Nel grafico, in alto, immagini fornite dal Comune di Trieste)

Il rapporto speciale fra le due citt: Manzoni considerava laltra un capolinea oltre confine

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