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Alla cortese attenzione:

Sindaco
Rodolfo Pardini

Comune di Vecchiano
via G. Barsuglia, 182
56019 Vecchiano

Oggetto: “NON SVENDETE I DIRITTI DEI NOSTRI FIGLI”.

Egregio Sindaco,

prossimamente sarete chiamati a decidere sulla richiesta di fare passare la nostra acqua sotto la
gestione di una megasocietà che dovrebbe occuparsi degli acquedotti di mezza Toscana. Un altro
passo per allontanare la gestione dei servizi dai cittadini e quindi per ridurre il controllo
democratico su un diritto fondamentale come l’acqua.
Ma soprattutto un altro passo per servire gli interessi della componente privata del mostro che si
intende costituire, che da sempre spinge per la costituzione di una megastruttura che faccia
aumentare i profitti risparmiando sul personale e sulla qualità del servizio.
Ci piacerebbe conoscere almeno un’argomentazione che dimostri l’utilità per i cittadini di una
simile operazione, mentre è provato che da quando l’acqua è passata sotto la gestione di una società
partecipata da soggetti privati, ed è gestita con l’ottica del profitto, sono aumentate le bollette, sono
peggiorate le condizioni dei lavoratori e non si vedono investimenti significativi per migliorare la
rete idrica.
Che l’accorpamento sia stato pensato per soddisfare la sete di guadagno del partner privato lo
dimostra il fatto che l’idea non nasce dai cittadini e neanche dai comuni più piccoli, ma da un
incontro al vertice avvenuto in Palazzo Vecchio il 24 novembre 2007 fra i sindaci di importanti città
Toscane (Firenze, Prato, Pistoia, Pisa, Grosseto, Siena, Empoli) e il sindaco di Roma Walter
Veltroni , alla presenza del presidente della Regione Toscana Claudio Martini.
E che c’entra il sindaco di Roma con l’acqua della Toscana? Si dà il caso che il maggior partner
privato di gran parte degli acquedotti toscani sia Acea, una società che fa capo al Comune di Roma.
Strana storia quella di Acea. Costituita dal comune di Roma e tutt’oggi nelle sue mani per il 51%, si
comporta con metodi di assalto tipici delle peggiori multinazionali. E a dirlo non siamo noi, bensì
l’Antitrust che il 22 novembre 2007 ha comminato ad Acea una multa di 8 milioni di euro per
essere entrato negli acquedotti toscani con intenzioni lesive delle regole della concorrenza. Più
precisamente aveva stretto un accordo con Suez, un’altra multinazionale dell’acqua, promettendole
che una volta vinta la gara d’ingresso negli acquedotti toscani, avrebbe manipolato le cose per fare
entrare anche lei. In cambio Acea avrebbe goduto della collaborazione di Suez per altre operazioni
all’estero. Del resto si giocava tutto in casa: Suez possiede l’8% di Acea e siede nel suo consiglio di
amministrazione.
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Per la verità il provvedimento dell’Autorità Garante alza il coperchio su un patto segreto, tramato
dalle due imprese fin dal 2001, che definiva le strategie per consentire ai due complici di mettere le
mani sugli acquedotti del Centro Nord e in particolare quelli toscani. Operazione riuscita se
consideriamo che Abab, il socio privato che detiene il 45% di Acque spa (gestore dell’acquedotto di
Pisa e dintorni) è formato da un consorzio di cui fanno parte Acea, Suez, Monte dei Paschi di Siena
e altri soci minori fra cui il Consorzio Cooperative Costruzioni.
Fra le carte pubblicate dall’Antitrust si legge che Suez considera Acea il suo braccio armato per
penetrare in Italia e in particolare in Toscana: “Le offerte in Toscana rappresentano un’opportunità
interessante, perché ci permettono di cominciare questa cooperazione in una regione d’Italia ricca
e senza problemi di corruzione. D’altra parte,l’Amministrazione regionale ha chiaramente
manifestato la sua volontà di costituire un soggetto regionale per la gestione dell’acqua, a partire
da Pisa, Firenze, Siena ed eventualmente Arezzo. Se questo progetto si realizza,si tratterà di una
gestione di più di 2,5 milioni di abitanti e un volume d’affari di circa 250 milioni di euro”.
Tenendo conto di queste criticità, i consigli comunali di Firenze, Vicchio e Casciana Terme non
hanno votato a favore dell’accorpamento, accogliendo così la richiesta avanzata da varie realtà
toscane, come Funzione Pubblica CGIL e ARCI, di soprassedere con la decisione.
Pensiamo che l’esperienza con i privati sia stata sufficientemente disastrosa da archiviarla. Pertanto
ci appelliamo al vostro senso di responsabilità affinchè non facciate passare un progetto contrario
all’interesse dei cittadini. Non possiamo astenerci dall’acqua, dobbiamo dire NO alla
privatizzazione. Sarebbe triste che i nostri figli ci ricordassero come la generazione che ha svenduto
i loro diritti per assecondare gli interessi delle imprese.

Firmato

MoviSAT
(Movimento per la Salute, l'Ambiente e il Territorio)

che aderisce al “Tavolo dell’acqua” di Pisa

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icittadini@gmail.com

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