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INDIVIDUO E COLLETTIVITA' Il termine civilt stato usato per la prima volta nel XVIII secolo e solamente nel XIX

X secolo diventato uno dei temi che hanno pi appassionato l'umanit e questo accaduto nell'epoca in cui il liberalismo ha conosciuto il suo massimo consenso da parte dell'opinione pubblica. Il liberalismo sostiene che il problema sociale si risolva lasciando semplicemente all'individuo la massima libert nel campo economico e sociale senza che lo Stato faccia nulla per ovviare ai mali che il mercato produce nei riguardi dei ceti pi deboli. Il liberalismo afferma inoltre che che il bene comune non altro che la sommatoria dei beni individuali. La storia di questi ultimi due secoli ci ha invece insegnato che l'individuo lasciato al puro liberismo finisce con il diventare verso il prossimo un homo homini lupo con conseguenze disastrose sulla societ. La crisi economica che attanaglia il mondo dal 2007 dimostra oltre ogni ragionevole dubbio che le libert economiche senza una forte regolamentazione statale finiscono con il trascinare la societ nel caos e nel disastro economico. Se, per amor della verit, bisogna riconoscere ai liberali l'indubbio merito di aver fatto trionfare le libert civili altrettanto indubbio che in campo economico essi hanno partorito mali che si chiamano sfruttamento e demagogia. La civilt intesa come insieme di valori che la collettivit pone a disposizione dei suoi membri allo scopo di condurli ad uno sviluppo sempre maggiore molto distante dell'ideale liberale perch in ogni civilt la collettivit che agisce nel singolo e non viceversa. Oggi vi un liberismo che i pi chiamano neoliberismo che in nome di tesi anacronistiche e smentite dalla storia cerca pervicacemente di riportare indietro le lancette della storia in nome degli interessi della classe dominate e lo fa sulla pelle dei lavoratori con operazioni che portano dritto alla distruzione dello stato sociale. A tutti i fautori del liberismo occorre dire che l'individuo senza la societ non sarebbe nulla e pertanto la societ deve fare in modo che tutti i suoi componenti godano di quel benessere psico-fisico che l'attuale societ alla gran parte della

gente. Dinanzi all'imperante liberismo che viene profuso a piene mani dal centro destra e dal centro sinistra, il mondo del lavoro ha una sola via d'uscita che si chiama socialismo un socialismo adattato al XXI secolo. Il socialismo vuol far si che il libero sviluppo di ognuno sia la condizione del libero sviluppo di tutti. Il socialismo, a differenza dei suoi denigratori che credono essere il socialismo una camicia di forza che annulla le differenza fra gli individui, vuole esaltare le differenze individuali ma ci non significha che un individuo possa opprimere e sfruttare gli altri. Il socialismo vuole realizzare il principio antico ma sempre attuale della perfetta democrazia che significa partecipazione popolare alle scelte fondamentali della nazione. La crisi mondiale di oggi il miglior viatico alla nascita di movimenti di massa che avranno nei loro programmi la distruzione del capitalismo incapace di superare le proprie contraddizioni. Sono molti gli studiosi che affermano essere la societ attuale sul viale del tramonto ed i segni evidenti sono le guerre sempre pi numerose e sempre pi disastrose oltre all'illegalit oramai endemica e la gran parte di loro convinta che l'unica speranza per l'umanit rappresentata dal socialismo. Le masse stanno faticosamente prendendo coscienza di questa necessit ed i molti che hanno fatto propria l'idea socialista devono cercare di illuminare le menti di coloro che ancora credono nella capacit del capitalismo di portare il benessere per tutta l'umanit

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