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Contro la Volgarizzazione - Da Iniziazione e realizzazione spirituale (Ren Gunon)

La stupidit che si riscontra oggi in tanti uomini, e diremmo anzi nella maggior parte di essi, via via che si generalizza e si accentua la decadenza intellettuale propria dell'ultimo periodo del ciclo, forse una delle cose che troviamo pi difficilmente sopportabili. A questa bisogna aggiungere l'ignoranza, o meglio un certo tipo di ignoranza strettamente legata ad essa, quella che, nell'assoluta incoscienza di essere tale, si permette affermazioni tanto pi audaci quanto meno sa e concepisce, e che, appunto per ci, rappresenta un male irrimediabile per chi la manifesta (1). Potremmo unire stupidit e ignoranza sotto il nome di incomprensione; ma il sopportare quest'incomprensione non significa che si debba giungere a concessioni di qualsiasi genere o rinunciare a rettificare gli errori a cui essa d luogo: faremo anzi il possibile per evitare che si diffondano, il che spesso uno spiacevole compito, soprattutto quando, di fronte all'ostinazione di certuni, si devono ripetere cose che dovrebbe essere sufficiente dire una volta per tutte. Tale ostinazione non d'altronde sempre esente da malafede; e la malafede implica una ristrettezza di vedute che conseguenza diretta di un'incomprensione pi o meno completa; talch, incomprensione e malafede, come stupidit e cattiveria, si mescolano in modo tale da rendere assai difficile la determinazione delle proprie proporzioni rispettive. Parlando di concessioni fatte all'incomprensione, pensiamo soprattutto alla volgarizzazione in tutte le sue forme; voler "mettere alla portata di tutti" verit di un certo ordine, o ci che si considera verit, laddove la maggioranza di coloro che sono destinati a ricevere tutto ci composta necessariamente di stupidi e di ignoranti, forse qualcosa di diverso? D'altra parte, la volgarizzazione deriva da una preoccupazione eminentemente profana, e, come ogni genere di propaganda, presuppone in chi la esercita un certo grado d'incomprensione, relativamente inferiore, certo, a quella del "grosso pubblico" cui si indirizza, ma tanto maggiore quanto pi ci che si vuole esporre supera il livello mentale di quest'ultimo. Ne deriva che gli inconvenienti della volgarizzazione sono pi limitati quando ci che viene diffuso d'ordine profano, come nel caso delle concezioni filosofiche e scientifiche moderne, le quali, pur nella parte di verit che possono eventualmente contenere, non hanno certamente nulla di profondo o di trascendente. Questo d'altronde il caso pi frequente, vuoi perch riguarda gli argomenti che maggiormente interessano il "grosso pubblico", dato il genere di educazione ricevuta, vuoi perch pi facilmente gli d la gradevole illusione di un "sapere" acquistato a basso prezzo; il volgarizzatore deforma sempre le cose, sia cercando di semplificarle, sia affermando perentoriamente ci che per gli stessi scienziati non che una semplice ipotesi; ma assumendo un atteggiamento del genere, non ottiene altro risultato che di utilizzare i sistemi propri di quell'insegnamento rudimentale che si venuto a imporre nel mondo moderno, il quale, in fondo, non che pura volgarizzazione, e diremmo anche della peggiore specie, se si considera che in grado di dare a chi lo riceve un'impronta "scientista" di cui ben pochi sono in seguito capaci di disfarsi, impronta vieppi mantenuta e rinforzata dal lavoro dei volgarizzatori veri e propri, che vedono perci attenuata in una certa misura la loro responsabilit. Vi un altro genere di volgarizzazione il quale, anche se raggiunge un pubblico pi ristretto, ci sembra presentare pericoli ben pi gravi, se non altro per le confusioni che rischia di provocare volontariamente o involontariamente, e che mira a cose le quali, per la loro stessa natura, dovrebbero essere maggiormente al riparo da simili tentativi: vogliamo riferirci alle dottrine tradizionali e in special modo alle dottrine orientali. Per la verit, gli occultisti e i teosofisti avevano gi intrapreso qualcosa del genere, col solo risultato di produrre grossolane contraffazioni; invece, ci a cui ci riferiamo ora riveste apparenze pi

serie, diremmo volentieri pi "rispettabili", tali da imporsi a molta gente che non sarebbe stata sedotta da deformazioni troppo visibilmente caricaturali. Bisogna d'altronde fare una distinzione fra i volgarizzatori se ci si riferisce alle loro intenzioni piuttosto che ai risultati cui arrivano; tutti, naturalmente, vogliono in egual modo diffondere il pi possibile le idee che espongono, ma a ci possono essere spinti da motivi ben diversi. Da una parte vi sono propagandisti della cui sincerit non si pu dubitare, ma il cui atteggiamento prova la scarsa penetrazione della loro comprensione dottrinale; inoltre, anche entro i limiti della loro comprensione, le necessit della propaganda li conducono forzatamente ad adattarsi sempre alla mentalit di coloro a cui si rivolgono, il che, soprattutto se si tratta di un pubblico occidentale "medio", non pu che andare a detrimento della verit; e la cosa pi curiosa che questo modo di fare per essi cos spontaneo che sarebbe veramente ingiusto accusarli di alterare volontariamente questa verit. Ce ne sono altri invece che, in fondo, si interessano solo superficialmente alle dottrine, ma che, constatato il successo di queste cose in un ambiente abbastanza esteso, credono opportuno approfittare di tale "moda" facendone una vera e propria impresa commerciale; costoro sono d'altronde molto pi "eclettici" dei primi, e diffondono indifferentemente tutto ci che sembra loro tale da soddisfare i gusti di una certa "clientela", che rappresenta evidentemente la loro principale preoccupazione anche quando ritengono di dover ostentare qualche pretesa alla "spiritualit". Non evidentemente nostra intenzione fare dei nomi, ma pensiamo che molti nostri lettori potranno trovare facilmente da soli esempi dell'uno e dell'altro tipo; per non parlare poi dei semplici ciarlatani, come se ne incontrano soprattutto fra gli pseudo-esoteristi, i quali ingannano scientemente chi d loro ascolto, presentando le proprie invenzioni sotto l'etichetta di dottrine di cui ignorano praticamente tutto, e contribuendo quindi ad aumentare la confusione nella mente di questo disgraziato pubblico. Ma in tutto ci il fatto pi increscioso, a parte le idee false o semplicistiche che in questo modo vengono diffuse sulle dottrine tradizionali, che molta gente del tutto incapace a distinguere fra l'opera dei volgarizzatori di bassa lega, e un lavoro fatto invece senza alcuna preoccupazione di piacere al pubblico e di mettersi alla sua portata; questa gente pone tutto sullo stesso piano, a tutto attribuendo le stesse intenzioni, ivi compreso ci che in realt ne pi distante. In questo caso si ha a che fare con la stupidit pura e semplice, ma talvolta anche con la malafede, o probabilmente con una mescolanza delle due; infatti, per fare un esempio che ci riguarda direttamente, dopo aver spiegato in modo chiaro, ogni volta che se ne presentava l'occasione, per quali e quante ragioni siamo risolutamente contrari a qualsiasi propaganda come a qualsiasi volgarizzazione, e dopo aver protestato a pi riprese contro le asserzioni di coloro che nonostante ci continuavano ad attribuirci propositi di propaganda, quando vediamo queste stesse persone o altre che gli somigliano ripetere indefinitamente la stessa calunnia, com' possibile ammettere che esse siano realmente in buona fede? Se almeno, anche in mancanza di qualsiasi comprensione, essi avessero un bench minimo senso logico, chiederemmo loro di dirci quale interesse potremmo mai avere nel cercar di convincere chicchessia della verit di tale o tal altra idea, e siamo ben certi che essi non potrebbero assolutamente trovare, a questa domanda, una risposta sia pur appena plausibile. In effetti, fra i propagandisti e i volgarizzatori, gli uni sono tali a causa di una sentimentalit fuori luogo, e gli altri perch vi trovano un tornaconto materiale; ora pi che evidente, per il modo stesso con cui noi esponiamo le dottrine, che nessuno di questi due motivi pu esserci attribuito anche in minima parte, ed anche;a voler supporre che ci fosse mai balenato il proposito di fare una qualsivoglia propaganda, avremmo allora necessariamente adottato un atteggiamento del tutto opposto a quello di rigorosa intransigenza dottrinale che abbiamo costantemente tenuto. Non vogliamo insistere oltre, ma avendo constatato da qualche tempo e da diverse parti una

strana recrudescenza di attacchi tra i pi ingiusti ed ingiustificati, ci parso necessario, a rischio di attirarci il rimprovero di ripeterci troppo spesso, d rimettere una volta di pi le cose al loro posto.
Note

Nella tradizione islamica, la sopportazione della stupidit e dell'ignoranza umana il fondamento della haqqatuz-zakh, la "verit" dell'elemosina, cio il suo aspetto interiore e pi reale (haqqah opposto in questo senso a muzherah, che soltanto la manifestazione esteriore o il compimento del precetto preso in senso letterale); questo fa naturalmente parte della "pazienza" (es-sabr), come virt cui si annette un'importanza del tutto particolare, tant' vero ch'essa menzionata settantadue volte nel Corano.

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