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INDICE
Leggenda Ind IntroduzIone In che tempo vivi? Ma tu cosa vuoi? Cosa aspetti? Quali scuse usi? In quale storia vivi? Quali e-mozioni hai? Come comunichi? Cosa credi? Quali regole hai? Con chi vai? La caccia al tesoro continua 5 6 11 17 21 25 31 35 41 45 51 57 61
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Leggenda Ind
Una vecchia leggenda Ind racconta che vi fu un tempo in cui tutti gli uomini erano degli dei. Essi per abusarono talmente della loro divinit, che Brama, Signore degli dei, decise di privarli del potere divino e decise di nasconderlo in un posto, dove fosse impossibile trovarlo. Il grande problema fu dunque quello di trovare un nascondiglio. Quando gli dei minori furono riuniti a consiglio per risolvere questo dilemma, essi fecero la loro proposta: Sotterriamo la divinit delluomo nelle viscere della terra. L non potr mai trovarla!. Brahma tuttavia rispose: no, non basta. oggi luomo non in grado di arrivarci, ma prima o poi avr gli strumenti per farlo e la ritrover. Gli dei allora replicarono: In tal caso, gettiamo la divinit nel pi profondo degli oceani. E di nuovo Brahma rispose: no, perch prima o poi luomo esplorer gli abissi di tutti gli oceani e sicuramente un giorno la ritrover e la riporter in superficie. Gli dei minori, impensieriti, conclusero allora: non sappiamo dove nasconderla, perch non sembra esistere sulla terra o in mare luogo alcuno che luomo non possa un giorno raggiungere. E fu cos che Brahma, dopo aver riflettuto, disse: ecco ci che faremo della divinit delluomo: la nasconderemo dentro luomo stesso, nel suo io pi profondo e segreto, perch il solo posto, dove non gli verr mai in mente di cercarla. E nei millenni a seguire, luomo ha compiuto il periplo della terra, ha esplorato ogni angolo del pianeta, scalato montagne, scavato la terra e si immerso nei mari alla ricerca di qualcosa che si trova da sempre dentro di lui.
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aiuta le persone a trovare le proprie risposte, la propria strada verso la felicit. Ed ci che far in questo ebook. Ogni capitolo avr dunque inizio con una domanda e con una fiaba. Caccia al tesoro? Fiabe??? hai capito bene. Il mio obiettivo farti tornare un po bambino per riscoprire il segreto della felicit che spesso si dimentica crescendo. osserva i bambini. Per loro LA FELICIT non un obiettivo da raggiungere come per noi adulti ma UNO STATO NATURALE. La maggior parte delle persone adulte dice: Sar felice quando avr finalmente una casa, quando avr un compagno/a, quando avr un figlio, o quando avr un lavoro nuovo Lessere umano quando ancora puro, quando non ha ancora subito i condizionamenti dellambiente circostante, quando non ha ancora installato nel suo essere le regole che determineranno la sua visione del mondo, felice naturalmente. Quando un bambino gioca spensierato e ride non ci chiediamo: cosa sar successo? Al contrario iniziamo a preoccuparci quando triste ed imbronciato. Con gli adulti sembra che funzioni lesatto opposto. E assai frequente vedere gente che si lamenta del tempo, delleuro, del governo e chi pi ne ha pi ne metta, tanto che quasi ci sorprendiamo quando incontriamo una persona che sorride.
Nel corso della mia carriera di coach ho raccolto un vasto repertorio di strategie di incasinamento che ho illustrato nel mio secondo libro intitolato Smettila di incasinarti! di cui questo ebook un piccolo assaggio. e gi dirai tu non mica cos semplice come sembra. Quando si bambini la vita pi semplice, perch non hai tutte le responsabilit che comporta lessere adulti. Ecco la parola magica: RESPONSABILITA. Peccato che spesso questa parola venga usata come alibi per la propria infelicit come se fosse un peso che non d alcuna possibilit di scampo. Cos anzich dire: Io sono responsabile di come sto e se qualcosa non mi piace, ho il potere di cambiarla a volte la gente preferisce dire : non ho possibilit di scelta. devo pensare alla mia famiglia, non posso cambiare lavoro, Ho la casa da pulire, i figli da accompagnare a calcio, danza, inglese non posso proprio concedermi qualche ora solo per me. In realt questo significa scaricare la responsabilit della propria infelicit sul mondo esterno, significa mentire a se stessi. Noi adulti rimproveriamo i bambini quando raccontano delle bugie, ma che dire di quelle che raccontiamo a noi stessi? Qui certe cose funzionano cos e non si pu cambiare nulla Vorrei, ma non ho tempo In alcune situazioni rassegnarsi pu sembrare un atteggiamento maturo, ma 8
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siamo proprio certi che non nasconda la paura di crescere veramente? hai fatto caso che la parola responsabilit composta da due parole? RESPONS-ABILIT. Ed proprio per renderti ABILE di fornire rISPoSTE produttive che ho deciso di disturbarti ponendoti tante domande. TI DISTURBER! Perch dico questo? Perch so che tutti vogliamo essere pi felici, ma al tempo stesso facciamo resistenza al cambiamento e qualunque modifica dello status quo ci disturba. Spesso anche quando il cambiamento potrebbe essere in meglio, quando non stiamo bene dove siamo. A volte le persone accettano situazioni inaccettabili: perch il dolore di cambiare maggiore del dolore di restare dove sono. Ecco che c chi rimane per sempre in un rapporto di coppia che ormai da tempo non esiste pi o chi continua a subire ogni tipo di angheria in un posto di lavoro che odia con tutto se stesso o chi accetta supinamente una situazione familiare drammatica con disagi e aggressioni. Tutte situazioni insopportabili, che per, per certi versi, sono diventate consuetudini rassicuranti. In fondo, per quanto distante possa essere dalla felicit, tutti noi abbiamo una ZONA DI CONFORT fatta di abitudini e schemi mentali che come un nido, un abbraccio morbido che d un senso di tranquillit e di capacit di prevedere gli imprevisti. In questo video spiego come funziona la zona di comfort. La nostra difficolt ad uscire dalla zona di comfort uno dei principali nemici della nostra crescita e della nostra evoluzione.
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ebbero raggiunto un tempio dove passare la notte. Allora non pot meno che meno quelle giovani e carine. pericoloso. Perch lhai fatto?. portando con te?
trattenersi. noi monaci non avviciniamo le donne disse a Tanzan e Io quella ragazza lho lasciata laggi - disse Tanzan - tu la stai ancora
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E tu vivi nel presente come Tanzan o nel passato come Ekido? raramente le persone si comportano come Tanzan. La nostra mente vaga costantemente sulla linea del tempo: siamo cos proiettati sul passato, cio su ci che accaduto, o sul futuro, cio quello che potrebbe accadere, che perdiamo la capacit di vivere e goderci il presente. E nel nostro continuo vagare avanti e indietro con la mente tra passato e futuro, indovina un po su cosa tendiamo a concentrarci di pi? ovviamente su ci che non andato bene in passato e su tutto ci che potrebbe accadere che non vorremmo che accadesse in futuro. Cos molte persone vivono immerse nei sensi di colpa, frustrazione e rimorso per ci che hanno fatto o non hanno fatto in passato. Ansia, inquietudine e preoccupazione sono invece gli stati danimo che spesso sopraggiungono quando ci si proietta al futuro. Cos spesso anche il piacere dei bei ricordi dura poco, lasciando dietro di s un velo di malinconia e lentusiasmo per unimpresa futura si converte in ansia. Insomma, come se ci fosse un monito che ci ricorda che la felicit non una condizione di questa terra.
FRUSTRATI E INSODDISFATTI
ripensando al passato c chi si focalizza sempre su ci che avrebbe potuto fare di pi rispetto a ci che ha effettivamente fatto anche quando le cose vanno bene. Questo un gioco dal quale si esce sempre perdenti, perch chiaro che per ogni cosa che fai ne puoi individuare cento, mille, un milione che non hai fatto!
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mondo occidentale. da essa possono avere origine cardiopatie, cancro, nonch lindebolimento del sistema immunitario ed proprio dalla combinazione di queste tre patologie che dovuta la maggior parte delle morti premature nella nostra societ. Se vuoi approfondire questo tema puoi leggere il libro che ho scritto con il medico e coach roy Martina: Energy C poi chi non riesce a perdonare se stesso e allora viene oppresso dal senso di colpa, uno degli stati emotivi pi tipici che ci porta il passato e che ci toglie un sacco di energie. Imparare dagli errori cosa ed fondamentale per crescere
evolverci come esseri umani, ma dobbiamo imparare ad apprendere la lezione e, una volta acquisita maggiore consapevolezza, lasciare andare il passato PERDONANDOCI e ACCETTANDO il fatto che le cose sono andate cos e non si pu tornare indietro. Non possibile volare in alto portando con s dellinutile zavorra Purtroppo, come abbiamo gi visto allinizio di questo ebook, la gente spesso si affeziona alle proprie zavorre, perch fanno parte della zona di confort. Trai dal passato lezioni per il futuro (cosa puoi fare meglio) e ricordi piacevoli che ti fanno stare bene e lascia andare le zavorre!
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Anni e anni di condizionamento da parte della famiglia e della societ, basati su ci che non si deve fare e sulle conseguenze negative di ci che accadr se malauguratamente lo faremo, hanno modificato il nostro modo di pensare e di approcciare le situazioni. Cos, poco alla volta, iniziamo a focalizzarci sul potenziale dolore e abituiamo la nostra mente a pensare, come prima cosa, a cosa potrebbe succedere se e, giorno dopo giorno, evitare il dolore diventa sempre pi il nostro pensiero fisso.
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PRE-OCCUPATI
visto che siamo stati educati con la paura assolutamente normale per noi esseri umani preoccuparci ed talmente normale farlo che, a furia di usare questo verbo, non ci rendiamo conto che il verbo stesso un nonsenso linguistico! Non possibile pre occuparsi: o ci si occupa di qualcosa o non ci se ne occupa! Se io ti dicessi di prechiudere il libro che hai tra le mani oppure di prealzarti da dove sei seduto, mi prenderesti per pazzo, giusto? Non vuol dire niente prechiudere o prealzarsi: o chiudi il libro o non lo chiudi, o ti alzi o non ti alzi! Non si pu pre-fare qualcosa, o la si fa o non la si fa! ;-) Molte persone, vorrebbero apportare dei cambiamenti a se stesse o alle proprie vite, scegliere quel lavoro o quel modo di essere che li farebbe stare bene, ma poi evitano di farlo perch si fanno condizionare dalle loro stesse preoccupazioni. Lo ripeto: lascia andare le zavorre!
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MA TU COSA VUOI?
Cera una volta una principessa che ogni mattina, dopo laccurata toeletta, si affacciava sul davanzale della finestra e a occhi aperti sognava il principe azzurro. Lo immaginava arrivare su un cavallo bianco, lentamente avvicinarsi a lei, invitarla a salire sul suo cavallo e da l partire per vivere felici e contenti. Una mattina il cielo era pi limpido del solito e la principessa, scrutando
lorizzonte, vide qualcosa che si avvicinava. Non credeva ai propri occhi. Era proprio un cavallo alato, bianco, bellissimo, che veniva verso il suo forte dallemozione. Il principe invit la principessa a salire sul cavallo. E la davanzale. E sul cavallo cera un principe. Il cuore della principessa batteva giovane lo fece con tutto lo slancio che aveva accumulato nella lunga attesa, rispose: Questo me lo devi dire tu. Il sogno tuo.
cinse il busto del principe e gli chiese: E adesso dove mi porti? E il principe
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Guarda di un
di scegliere cosa si desidera! Per questo anzich attivare il S.A.r. usano una specie di SALVAVITA che scatta in automatico quando il cervello osa proiettarsi sui propri desideri, i propri sogni e che censura automaticamente quei pensieri pericolosi riportandole immediatamente con i piedi per terra. Ma con il piccolo particolare che questo dispositivo automatico, al contrario di quello che abbiamo in casa, invece che salvare la vita, alla lunga la rovina perch ci allontana da ci che potrebbe rendere felici. ALCUNE DOMANDE PER TE Se domani ti si presentasse il genio della lampada, sapresti senza ombra di dubbio cosa chiedergli, oppure esprimeresti desideri banali tipo una macchina nuova? Ma cosa ti farebbe stare davvero bene, senza che necessariamente ti renda la vita facile? Cosa ti farebbe vivere una vita degna di essere vissuta, dove non tutto va sempre bene, ci mancherebbe, ma della quale potresti costantemente essere fiero, felice e soddisfatto? Senza saper rispondere a queste domande, diminuiscono notevolmente le possibilit di vivere la vita che meritiamo ricorda: come si pu ottenere qualcosa che neppure si sa cosa sia?
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La cosa pi bella che quando una persona si d le vere risposte a queste domande, fa una scoperta meravigliosa: che spesso quello che vogliamo non cos distante e che a volte bastano davvero poche piccole cose per farci stare bene
I bambini ci insegnano anche a godere delle PICCOLE COSE e...a non aver paura di CHIEDERE
E TU COSA CHIEDI A TE STESSO? Cosa vuoi di pi dalla vita? Goals un seminario sulla imparare obiettivi pianificare motivazione per a porsi e come chiari avanzata
raggiungerli con successo. Al termine affronterai anche la prova del Firewalking con cui potrai mettere subito in pratica le tecniche apprese in questa intensa giornata di crescita personale.
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COSA ASPETTI?
A un uomo la cui barba stava bruciando, la moglie disse preoccupata: La tua barba in fiamme! Sbrigati! Fai qualcosa! Ed egli replic: Sto gi facendo qualcosa! Sto pregando perch piova
- Anthony De Mello -
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Fondamentalmente la rimandite nella sua forma pi leggera soprattutto una strategia per allontanare momentaneamente lo stress e la pressione. E allora si perde tempo in chiacchiere al telefono, via mail o su facebook piuttosto che fare ci che invece sarebbe importanteMa a volte capita che quelle attivit perditempo diventino degli schemi di comportamento che vengono attuati sempre pi frequentemente, con la convinzione che perdere tempo sia il miglior modo per combattere lo stress e allora la situazione si complica. La forma pi acuta di rimandite data dalle grandi fughe ossia dalle situazioni nelle quali scappiamo a gambe levate da ci che ci spaventa. Ci ha un effetto negativo sulla nostra autostima, poich ci lasciano la netta sensazione di non aver avuto il coraggio di fare ci che avevamo deciso. Certo troveremo comunque il modo per rendercelo accettabile e in questo caso la societ ci aiuter, dandoci inevitabilmente ragione e addirittura considerandoci persone sagge, riflessive e di buon senso quando diremo cose tipo: Sulle cose importanti non bisogna avere fretta. Insomma, trovandoci delle giuste scuse, saremo anche in grado di trasformare magicamente la nostra codardia in assennatezza e ci sentiremo persone responsabili e giudiziose. Come sconfiggere la rimandite? Lo spiego in questo video.
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Il Power Pole una delle metafore formative che utilizziamo per aiutare le persone a liberarsi dalle zavorre emotive ed entrare in azione. Il Power Pole una delle prove del Power Seminar
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- Esopo -
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Certo che viviamo in una societ strana! da un lato ci educa con la paura (stai attento, non illuderti perch se poi fallisci soffri...) , dallaltro lato ci trasmette lidea che avere paura o sentirsi inadeguati sia qualcosa di sbagliato e che contraddistingue persone deboli e inette. Sfido poi che le persone crescono disorientate e si incasinano la vita costruendosi identit fatte di menzogne che hanno il solo scopo di farle sentire ok. Purtroppo mentire a se stessi un terribile boomerang: ci evita disagio a breve termine, ma ci garantisce dolore nel lungo periodo, perch prima o poi ci torner indietro Ai bambini insegniamo che le bugie hanno le gambe corte e che mentire peccato. Per, allo stesso modo, siamo abituati a pensare che mentire ogni tanto a qualcuno per evitargli un dolore si possa fare: in tal caso non pi dire menzogne, ma dire una bugia a fin di bene. Quindi, visto che mentire a noi stessi serve ad evitarci dolore, allora possiamo farlo, accettabile. Peccato che il particolare che in questo caso ci sfugge che non per niente a fin di bene! Mentire a se stessi una delle abitudini pi deleterie per la nostra autoimmagine e riesce poco per volta a corrodere profondamente la fiducia in noi stessi. Daltra parte potresti mai fidarti veramente di chi non ha il coraggio di dirti come stanno davvero le cose? Nel libro Smettila di Incasinarti! ho illustrato i 5 passaggi del meccanismo di auto giustificazione. Sono infiniti i modi in cui le persone riescono a mentire a se stesse e prendersi in giro da sole, ma, fondamentalmente, le tipologie di menzogne a se stessi possono essere racchiuse in tre principali categorie, ognuna con il suo bel tornaconto psicologico: Io sono fatto cos 26
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Dirsi questo e, di conseguenza, crederci, ci giustifica dal non agire. Inoltre, questa affermazione della nostra identit soddisfa due dei nostri bisogni fondamentali: quelli di sicurezza e importanza. Il messaggio tra le righe : Sono fatto cos, lo so (ne sono certo) e non ho intenzione di cambiare (nuovamente certezza in chi sono e in chi sar, oltre a un senso di unicit, di importanza). Non colpa mia! Questo tipo di affermazioni ha in comune lo scaricare le responsabilit allesterno. Possiamo lamentarci fino a diventare la vittima, il povero innocente oppresso dalle circostanze avverse o, meglio ancora, laccusatore che si erge puntando il dito contro tutti coloro che lo avversano ingiustamente. Giustificandoci in questo modo riusciamo addirittura a trasformare le nostre fughe in atti eroici, uscendone fuori addirittura con la sensazione di essere i veri vincitori morali. Dopotutto a me non importa E il caso della storiella di cui protagonista la volpe. In questo caso il senso del nostro valore viene salvato togliendo importanza a quello che era, fino a poco tempo prima, il nostro oggetto del desiderio. Anche in questo caso possiamo sentirci particolarmente saggi ed equilibrati perch abbiamo scelto di non disperdere inutilmente energie per qualcosa di misero valore e, perch no, provare anche un piacevole senso di superiorit nei confronti di tutti quelli, poverini, che non si rendono conto di quanto poco valore abbia luva E indubbiamente straordinaria la nostra capacit di usare la razionalit per trovarci le pi scaltre e astute motivazioni logiche per ottenere il risultato che il nostro cervello, come abbiamo gi detto pi volte, costantemente persegue, ossia evitare il dolore.
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Le persone mentono a se stesse per soddisfare dei bisogni psicologici, come quello di sicurezza, di cui non possono fare a meno quanto lossigeno. E qualsiasi cosa permetta di alleviare quella sensazione di disagio e dia loro limpressione di riprendere il controllo della situazione allistante, come accade quando viene deformata la realt mentendo a se stessi, bene accetta e d la sensazione che funzioni. Ma non cos. E solo unillusione. Ci che ci toglie dal dolore nellimmediato spesso ci pu creare una quantit di dolore pi grande in tempi pi lunghi e questo accade quasi sempre quando mentiamo a noi stessi: prima o poi dovremo affrontare la realt. Per ironia della sorte questo meccanismo di difesa, che mettiamo in atto con la finalit unica di proteggerci, alla lunga ci impedisce di crescere e quindi, in ultima analisi, ci mantiene deboli e in balia delle circostanze. Lunica vera protezione nella vita la nostra crescita personale. Infatti, solo crescendo e sviluppando la nostra autostima che possiamo gestire meglio le nostre emozioni, vivere positivamente la critica altrui, affrontare
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serenamente le difficolt, sentirci ok anche quando sbagliamo, rapportarci positivamente col mondo esterno o assumerci con entusiasmo le responsabilit.
individuale e completo.
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ogni grande storia, non solo quelle scritte per i bambini, ha uno schema simile a questo. osserva i bambini, ma anche gli adulti, quando ascoltano una storia: bocca aperta, sguardo fisso, attenzione totalmente focalizzata. Gli esperti di storytelling definiscono questo stato trans narrativa dascolto. Le storie esercitano un grande potere su di noi: coinvolgono, appassionano, motivano, danno senso, indicano una direzione e a volte ci aiutano ad uscire da una situazione di impasse.
Le favole non dicono ai bambini che esistono i draghi, i bambini gi lo sanno che esistono, le favole dicono ai bambini che i draghi possono essere uccisi
Gilbert Keith Chesterton
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Ecco i 7 elementi della storia: Il Desiderio - Il Problema - LAvversario - Il Piano - Il Conflitto - La Rivelazione LEquilibrio. da millenni gli uomini si tramandano storie basate su questo schema e questi sette elementi sono impressi nel profondo del nostro inconscio tanto quanto in quello della coscienza collettiva. In questo video spiego come funziona lo schema narrativo Non casuale quindi che, quando una persona racconta la sua storia della quale ovviamente lattore protagonista in tutto e per tutto, tenda a drammatizzarla utilizzando la stessa identica struttura, trasformandosi nelleroe vittima delle vessazioni dellavversario con il quale si aperto un sanguinoso conflitto. facilmente comprensibile come, da un punto di vista psicologico, questo abbia dei vantaggi notevoli. Scaricare la responsabilit sullaltro e sentirci leroe che combatte contro il terribile nemico, ci fa sentire bene, nel giusto, ci gratifica e giustifica qualsiasi nostro comportamento. Come nelle storie di successo anche nella nostra storia abbiamo bisogno di una RIVELAZIONE per essere felici. Abbiamo bisogno di quella consapevolezza, quel cambio di paradigma che fa s che la vita non sia pi la stessa, che raggiungiamo lequilibrio invece di continuare a vivere nel conflitto, a combattere.
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I problemi che abbiamo non possono essere risolti allo stesso livello di pensiero che li ha creati
Albert Einstein La rivelazione non altro che il raggiungimento di un livello di pensiero pi alto, che non ci fa pi vivere il problema nello stesso modo, ma cambia il nostro punto di vista su qualcosa che ci riguarda e, conseguentemente. la nostra vita cambier per sempre, poich cambiata la nostra mentalit. Solo una rivelazione permette alleroe di uscire dal conflitto, di elevarsi ad un livello pi alto, dove ci che gli faceva male non ha pi potere, e di entrare in una storia pi piacevole e costruttiva. Una rivelazione. E poi capire, accettare, perdonare, lasciare andare ALCUNE DOMANDE PER TE Qual la tua storia riguardo a quella situazione conflittuale dalla quale ormai da tempo non riesci a smuoverti? Chi lavversario che stai incolpando e quanto concentrare su di lui le responsabilit ti fa sentire leroe che tutti noi in fondo vorremmo essere? E di quale rivelazione avresti bisogno per uscire fuori dalla tua storia e raggiungere il tuo personale equilibrio? I 7 elementi della storia illustrati vengono durante il
Quando gli affari erano un po fiacchi, faceva volare in aria un palloncino. Mentre volteggiava in aria, si radunava una nuova folla di acquirenti e le vendite riprendevano per qualche minuto. Alternava i colori, sciogliendone
prima uno bianco, poi uno rosso e uno giallo. dopo un po un ragazzino afroamericano gli dette uno strattone alla manica della giacca, lo guard negli occhi e gli fece una domanda acuta: Signore, se lasciasse andare un
palloncino nero, salirebbe in alto?. Il venditore di palloncini guard il ragazzo e con saggezza e comprensione gli disse: Figliolo, quello che dentro i palloncini che li fa salire.
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Gioia, entusiasmo, amore sono la sostanza che ci fa volare. Sono le nostre e-mozioni positive. Nellarco di una sola giornata proviamo un ventaglio complesso di emozioni, alle quali, convenzionalmente, diamo dei nomi che ci aiutano sia a chiarire a noi stessi cosa stiamo provando, sia a poter condividere con altri i nostri stati danimo. Chiamiamo positive tutte quelle emozioni che ci fanno sentire potenti, vitali, importanti, vivi, gradevoli e liberi (ci fanno volare) e chiamiamo invece negative quelle emozioni che generano in noi frustrazione, rabbia, impotenza, depressione. Una vita felice non fatta solo di emozioni positive ma quella dove la loro presenza sensibilmente maggiore della presenza di quelle negative. ogni emozione importante e sarebbe impensabile vivere senza stati danimo negativi. Anche se cerchiamo il pi possibile di rifuggirle, le emozioni negative svolgono molte funzioni straordinariamente utili ai fini del progresso della specie e della cooperazione tra gli esseri umani: ci stimolano a trovare strade alternative, ad evolverci, a metterci in discussione, a chiedere aiuto, a capirci meglio, ad attuare cambiamenti. A volte sono addirittura la chiave di volta per accedere alle nostre migliori risorse. Ci sono autori e compositori, ad esempio, che nella malinconia vivono flussi artistici invidiabili o uomini e donne che nella rabbia trovano la spinta e lenergia per affrontare situazioni che normalmente avrebbero evitato. Il guaio quando le emozioni prendono il sopravvento: quando la paura non ci aiuta a dare il meglio ma ci paralizza, quando la rabbia diventa il nostro unico motore e non ci consente di costruire ma ci porta a distruggere, quando lo stress non ci d lenergia per affrontare nuove sfide ma ci logora Quando stiamo troppo a lungo in stati depotenzianti, facciamo del malessere il
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nostro compagno principale di vita, con la conseguenza di vivere costantemente nel disagio e, in breve tempo, far diventare quelle sensazioni abituali, tanto da sentirle poco per volta parte di noi, parte di chi noi siamo.
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in quel frangente, quando avrei chiaramente la possibilit di non reagire in quel modo! ovvio che se come sto non dipende da me, ma dipende dallesterno, solo qualcosa di esterno potr guarirmi (ad esempio uno psicofarmaco). Ma guarda caso chiunque sia uscito dalla depressione lha fatto perch a un certo punto stato in grado di trovare dentro di s le risorse per poterne uscire! ricorda: Non possiamo cambiare qualcosa se non ci assumiamo la responsabilit del fatto che possiamo cambiarlo. Quindi
I nostri stati danimo dipendono da noi? SI! Allora possiamo fare qualcosa per gestirli meglio? SI!
Come? Prova ad immaginare una persona depressa. Come la descriveresti? Con tutta probabilit la testa bassa, lo sguardo a terra, le spalle ricurve, la respirazione superficiale e un po accelerata, i movimenti lenti e privi di energia, il volume della voce basso e il tono monocorde. Pensa adesso ad una persona felice ed entusiasta e anche in questo caso fattene unimmagine mentale: molto probabilmente questa volta avrai visualizzato una figura con postura eretta, volto sorridente, torace aperto, tensione muscolare ed un livello di energia decisamente superiore a quello della precedente, una gestualit che tende ad espandersi verso lesterno, un volume e un tono di voce brillanti. Gli stati danimo si riflettono nella fisiologia della persona, trasformandosi in precise posture e movimenti, in una maggiore o minore tensione muscolare, in una respirazione di un certo tipo. Tuttavia, la cosa importante, della quale dobbiamo diventare consapevoli, che altrettanto vero anche il procedimento inverso, ossia che luso che
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facciamo del nostro corpo condiziona fortemente gli stati danimo. non infatti neurologicamente possibile provare grande entusiasmo con la fisiologia della depressione e viceversa. Ci significa che possiamo usare la nostra fisiologia per modificare i nostri stati danimo. Senza bisogno di tecniche pazzesche, possiamo fare qualcosa per diminuire sensazioni sgradevoli e improduttive: ad esempio, respirare profondamente quando siamo in tensione favorisce il rilassamento, cos come allentare la tensione intorno al collo e sulle spalle con semplici movimenti, oppure fare qualche saltello, cos come farsi una bella risata senza alcun motivo. Sono azioni semplici e addirittura banali, ma, a causa dellinterazione mente/ corpo, comunque efficaci e utili allo scopo di abbassare lintensit di unemozione negativa che in quel momento ci sta disturbando. Oltre alla fisiologia gli elementi che ci permettono di gestire al meglio le nostre emozioni sono il FoCUS e le PAroLE. Nel mio libro Leader di te stesso ho anche dedicato un ampio capitolo a questo tema. Inoltre ho creato Fitness persone limitano apprendere tecniche gestione ma per delle le un corso dal titolo Emotional dove non ad le la le si
emozioni
sperimentano subito e spesso si stupiscono piacevolmente di come sia facile e veloce passare da uno stato emotivo depotenziante ad uno potenziante, elevando il livello di
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energia. Usare la fisiologia per attuare dei cambiamenti emozionali utile, veloce ed efficace, ma non risolve nulla se non viene coltivato un dialogo interno, una comunicazione con se stessi che aiuti a sviluppare sensazioni di benessere invece che stimolare malessere e, soprattutto, che non crei costantemente condizionamenti negativi. Ma di questo parliamo nel prossimo capitolo.
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COME COMUNICHI?
Il mago pronunci tre volte la formula magica abbracadabbra . E il principe si trasform in ranocchio
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I maghi delle favole, quelli tipo Merlino, per fare le loro magie usavano gli incantesimi, ossia parole sotto forma di formula magica ripetute con incisivit pi e pi volte, che riuscivano a trasformare un uomo in un ranocchio. Ed incredibile, ma noi facciamo esattamente lo stesso! Ci ripetiamo cos tante volte le cose che poco per volta le nostre parole diventano la nostra realt, creando le nostre storie e le nostre convinzioni. La grande differenza tra un incantesimo e unaffermazione che il primo aggiunge allaffermazione stessa il coinvolgimento emotivo. Quanto pi c emotivit nellesprimersi, tanto pi la nostra fisiologia sar coinvolta con un ben preciso tono di voce, un certo volume, una certa tensione muscolare e, ovviamente, sensazioni congruenti al messaggio che stiamo verbalmente inviando alla nostra mente.
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Si tratta di generalizzazioni: bastano due o tre insuccessi per concludere che sempre cos, che le cose non cambieranno mai, che tutte le volte accade, che nessuno potr cambiare questo stato di cose. Facendo questo creiamo in noi la convinzione che le cose non potranno cambiare in alcun modo e, appena il nostro cervello ricever il messaggio, inizier a comportarsi di conseguenza creando esattamente quella realt. Infine, altri incantesimi malefici sono domande del tipo Ma perch? Perch proprio a me? Cosho fatto di male per meritarmi questo? Innanzitutto, quando ci facciamo delle domande, il nostro cervello cerca immediatamente delle risposte e perci alla domanda Perch proprio a me? risponde a velocit della luce, senza esitazioni: Perch sei sfigato!. Come se non bastasse la domanda Cosho fatto di male per meritarmi questo? presuppone che linconveniente successo perch ho fatto qualcosa di male e che per questo mi merito una punizione divina! Insomma, il risultato di quelle domande di sentirsi immediatamente cornuto e mazziato! E continuare a ripetersi quelle domande non far altro che farmi focalizzare ulteriormente sul problema, facendomi sentire assolutamente impotente. Quindi: stai attento a come parli! Guarda il video:
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DOMANDE E tu come ti incanti? In che modo puoi trasformare i tuoi incantesimi malefici in incantesimi benefici? Il linguaggio che usiamo forma le nostre credenze e le nostre credenze determinano i nostri risultati! C una disciplina del che studia sul Si linfluenza nostro linguaggio
comportamento.
chiama Programmazione Neuro Linguistica (PNL). Io e Andrea Favaretto ne parliamo in questo dvd.
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COSA CREDI?
Si racconta di un mendicante, talmente saggio e colto da suscitare addirittura la curiosit del re che lo fece chiamare al suo palazzo e lo ascolt. Incantato dal suo carisma, lo nomin, seduta stante, primo ministro. Il mendicante si trasfer a palazzo dove fu rivestito di abiti sontuosi. Un grande un grande focolare, un tavolo ed un angolino nel quale ascoltava la gente. appartamento del palazzo divenne sua dimora. Il suo ufficio era occupato da Non sapendo leggere e scrivere poteva occupare il suo tempo ad ascoltare paese e lo port alla fama mondiale.
e parlare. Il metodo funzion cos tanto che in pochissimo tempo trasform il Cera per un segreto che non piaceva a nessuno. ogni giorno per mezzora il Primo Ministro entrava in una stanza accessibile solo a lui. Passando il tempo la curiosit divenne cos grande che perfino il re in persona fida o rimetto lincarico .
volle saperne di pi. Il Primo Ministro si oppose al re e arriv a dire: o lei si Questo gesto fece aumentare non solo la curiosit ma anche i dubbi.
Il Primo Ministro diede le dimissioni e poi apr la porta al re. dentro cerano in un angolo i vecchi abiti del mendicante. Vede maest, volevo solo ricordarmi ogni giorno chi ero e chi diventer.
- Citata da Don Antonio Mazzi in Di squola, si muore?! (la q al posto della c voluta)
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Le credenze riguardo noi stessi sono come gli abiti pi comodi che abbiamo e, per quanto possano essere brutti, logori e fuori moda tenderemo a conservarli, attendendo loccasione giusta per indossarli di nuovo. Ci che crediamo (non solo riguardo a noi stessi ma anche riguardo al mondo) ha un enorme impatto su tutta la nostra esistenza: le credenze condizionano la percezione di noi stessi e della realt che ci circonda, ci portano ad attribuire un determinato significato agli eventi, influenzano il nostro comportamento e, di conseguenza anche i risultati. La convinzioni che abbiamo possono essere potenzianti, ossia rassicurarci e darci forza, coraggio ed energia, farci sentire amabili e degni di attenzione e di fiducia, sentire che comunque vadano le cose ce la faremo, sentirci fortunati e meravigliosi. Sono credenze depotenzianti invece quelle che ci fanno pensare che i nostri sforzi sono vani, che le persone ci vogliono fregare, che il mondo va sempre peggio, ecc. Le prime ci danno accesso alle nostre risorse positive, ci spingono a fare, ad agire, ci aiutano a far meglio. Le seconde limitano il nostro potenziale. Potenzianti o limitanti che siano tenderemo comunque inconsciamente a confermarle, a far s che la nostra profezia si autorealizzi.
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un nostro punto fermo, qualcosa che sappiamo che cos. Le nostre credenze sono il fulcro della nostra zona di comfort, la base dei nostri schemi di pensiero, e, per questo motivo, abbandonarle ci crea insicurezza, ci d la sensazione di essere psicologicamente senza controllo. Al contrario, avere la sensazione di sapere come stanno le cose, confermare le proprie convinzioni, alimenta la percezione di apparente benessere, anche se raramente ha effetti positivi per la crescita personale. Infatti non cresciamo come esseri umani se continuiamo ad avere il bisogno di vivere nella sicurezza, ma quando iniziamo ad essere in grado di muoverci con tranquillit, fiducia e un sano equilibrio nellincertezza. Ma proprio perch le credenze soddisfano alla grande il nostro bisogno di sicurezza che difficilmente siamo disposti a metterle in dubbio. Anzi, ne cerchiamo continuamente conferme! Insomma, per quanto brutta e puzzolente, la zona di confort ci fa sentire comodi e al calduccio! ;) Le credenze possono diventare delle vere trappole che ci impediscono di crescere. Quando una persona decide di cambiare un comportamento, unabitudine o un lato del suo carattere, spesso il nemico pi grande rappresentato dalle credenze relative a se stessa che la legano alla vecchia identit, impendendogli di vedersi in modo diverso rispetto a come sempre stata. come se ci fosse una parte di s che gi sa e che si aspetta che le cose non cambieranno. E ovviamente la profezia si autorealizzer facilmente, perch, anche se per un po di tempo questa persona riuscir a mantenersi coerente con i suoi nuovi propositi, al primo sgarro, appena si trover a rientrare nel vecchio comportamento, immediatamente dir a se stessa Vedi? Ci sei riuscito per un po, ma alla fine sei sempre il solito!. Ed ecco che immediatamente tutto il lavoro fatto fino a quel punto verr immediatamente vanificato. Un cambiamento reale e definitivo solo quando cambia la nostra identit.
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Se invece non cambia la nostra identit, ci sentiremo di pi noi stessi in quei vecchi panni e appena potremo li indosseremo nuovamente (ricordi la storiella del mendicante che aveva conservato i propri abiti?), provando la tranquillizzante sensazione di sicurezza che psicologicamente sperimentiamo nel rientrare nella nostra zona di comfort. E questo accade anche se la vecchia identit ci porter soltanto dolore, problemi e frustrazioni: non ha importanza! Non c tornaconto psicologico pi grande per lessere umano dellessere coerente con limmagine che ha di se stesso. Per questo far sempre tutto ci che in suo potere per farlo sentire esattamente come crede di essere. E sottolineo, come crede di essere, non come veramente. Chi noi siamo veramente qualcosa di molto pi grande e straordinario di quanto possiamo immaginare. Chi noi siamo nella nostra essenza qualcosa di cos bello e stupefacente che qualsiasi parola possiamo abbinare a io sono non potr mai neppure minimamente spiegare quello che il nostro potenziale. Pensa limitiamo potenziale diciamo: sono negato per a il quanto nostro quando
stesso, se non avessi espanso la mia identit, tanto da aggiungere anche al Roberto di prima, il Roberto scrittore che non esisteva fino a farlo diventare parte integrante di me, Leader di te stesso non sarebbe mai stato scritto e, men che meno, Smettila di incasinarti! Non stato semplice ma ne valsa la pena: non solo per la crescita esponenziale della mia carriera che derivata dalla pubblicazione di quei libri e per le soddisfazioni che ricevo quotidianamente dalle e-mail di lettori che mi raccontano i benefici che ne hanno tratto, ma soprattutto per il tipo di persona che sono diventato. Questo il vero scopo degli obiettivi: raggiungerli ci permette di diventare qualcosa di pi di quello che eravamo, di sviluppare una nuova immagine di noi, di aumentare lautostima e la fiducia nelle nostre capacit. Risultati dei quali godremo per sempre e grazie ai quali la nostra vita non sar mai pi la stessa. ALCUNE DOMANDE PER TE Qual un obiettivo che hai messo da parte perch, sotto sotto, non credi nelle tue possibilit? Quali aspetti della tua identit ti stanno limitando nel creare la vita che desideri? Quali credenze sarebbe bene che buttassi via come fossero spazzatura che inquina soltanto il tuo ambiente?
Non permettere a te stesso di diventare il tuo limite! Sei puro potenziale. Datti la libert di usarlo.
In Leader di te stesso, ho dedicato
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il capitolo pi lungo di tutto il libro (ben 40 pagine!) a questo argomento, per sviscerare passo passo come nascono, come e perch agiscono, in che modo influenzano la nostra vita le nostre credenze, ma soprattutto come si cambia una credenza. durante Believe sperimentare il corso puoi il
potere delle credenze affrontando la prova del fire walking, una splendida formativa. metafora
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new York a Katmandu, roma, Londra non sei riuscito a trovare una donna Il vecchio si fece triste e rispose: Si, una volta lho trovata. un giorno, tanto tempo fa, ho trovato la donna perfetta. Linterlocutore rispose: e cosa successo? Perch non lhai spostata? . Con aria ancor pi triste il vecchio rispose: Lei cercava luomo perfetto.
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Se dovessi scrivere una lista delle condizioni necessarie affinch tu ti senta felice, cosa scriveresti? Ecco alcune risposte possibili: Sentirmi in forma Passare del tempo con i miei figli Non avere alcun problema finanziario Sentirmi amato dal mio compagno/a Una bella giornata di sole Ricevere una bella notizia Avere tempo da dedicare a me. Quella lista sono le tue regole per la felicit, il regolamento scritto nel tuo cervello che determina se ti senti felice oppure no. Che cos una regola? Una regola non nientaltro che una credenza espressa sotto una di queste due forme: Quando accade x, allora significa y e quindi credenze del tipo: Se non mi dici tutto allora non sei un buon amico Se mi telefoni spesso allora mi ami Se non mi parli vuol dire che non mi consideri oppure Se accade x, allora poi succede y, di cui fanno parte convinzioni come: Se sei troppo buono, poi le persone se ne approfittano Se guadagni molto, la gente ti invidia e perdi gli amici Chi si lascia andare troppo in amore, soffre. Le nostre regole hanno un ruolo fondamentale: ci servono per catalogare velocemente le situazioni e attribuire un significato a tutto ci che succede. Senza le nostre credenze non avremmo punti di riferimento, vivremmo nellequiprobabilit: senza convinzioni tutto sarebbe sostituibile e avremmo serissimi problemi a crearci una nostra visione del mondo. 52
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A volte per sono proprio le nostre regole che ci rendono infelici. Come? Basta cambiare una vocale e il risultato cambia. ripensa alla lista delle tue regole di felicit. Queste condizioni sono legate tra loro da o oppure da e? Nel primo caso hai molte possibilit per sentirti felice, poich sia che succeda quella cosa o quellaltra o quellaltra ancora, ognuna di queste ti permetter di stare bene. In questi termini la quantit non nientaltro che maggiori possibilit, come andare in un ristorante e avere un men estremamente lungo, completo e vario: avremo maggiori possibilit di mangiare come pi ci piace. Se invece le condizioni sono legate tra loro da e avrai meno possibilit di essere felice perch dovrai aspettare che tutte le condizioni siano rispettate. Se poi oltre alla e ci aggiungi anche molti assoluti o il verbo dovere, il tutto diventa ancora pi complicato. osserva la lista di prima con queste semplici variazioni linguistiche: Devo sentirmi sempre in forma Devo passare molto tempo con i miei figli Non devo mai avere alcun tipo di problema finanziario facile notare come, in questa versione, quelle stesse regole siano improvvisamente diventate estremamente rigide. Quindi, quante probabilit ha una persona di sentirsi bene se, perch questo accada, devono essere soddisfatte troppe regole e troppo rigide? Molto vicine allo zero. Troppe persone, al giorno doggi si creano cos tante regole per loro stesse che, per sentirsi ok dovrebbero essere dei superuomini o delle superdonne. Se per sentirti di successo devi essere meglio di Bill Gates, se per sentirti bella devi essere pi figa di dieci top model messe insieme, se per sentirti un buon genitore devi avere una famiglia pi perfetta di quelle delle pubblicit della
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Barilla o per sentirti sicuro devi avere controllo su ogni cosa che si muove sulla crosta terrestre, ci sono buone probabilit che avrai difficilmente accesso a quelle sensazioni. Se in pi le tue regole non dipendono nemmeno da te, ma dallesterno (tipo deve esserci una bellissima giornata di sole, devo ricevere una bella notizia o Lui o lei deve dirmi che mi ama), non avrai neppure grande possibilit di tua sar influenzare felicit, la che dai eventi
determinata
totalmente altri o da
Chi mette la sua felicit nelle mani delle circostanze, limita le infinite possibilit di stare bene a una sola e si rende totalmente dipendente, fisicamente, mentalmente ed emozionalmente da quel risultato. Insomma
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Anche nei rapporti con gli altri troppe regole troppo rigide sono una garanzia di infelicit! Il problema delle regole che ognuno ha le sue ed ovviamente convinto che le sue siano quelle giuste! Se non mi chiami almeno 10 volte al giorno non mi ami Se non resti in ufficio oltre le 18.00 non ami il tuo lavoro . Questo il gioco del se questo quello , un gioco s, ma per nulla divertente che spesso rappresenta la rovina di rapporti personali o professionali. Nel gioco se questo quello si tende a trasformare in regola il significato che noi attribuiamo ad una situazione o comportamento. Ci dimentichiamo che la nostra interpretazione della realt non una verit assoluta. Quando ti viene la tentazione di giocare al se questoquello poniti queste domande: Ma le cose stanno proprio cos? Ho tutte le informazioni necessarie per poter affermare questo? Che altro potrebbe voler dire? E trova pi di una risposta prima di trarre delle conclusioni. Nel gioco se questo quello perde chi si fa intrappolare dallaltro e accetta di vivere secondo le sue regole. Ti mai capitato di sentirti obbligato a comportarti in un certo modo? di fare qualcosa che non ti piace o che non vorresti solo per compiacere qualcuno o semplicemente per evitare che questa persona si arrabbi? Ma nessuno ci obbliga a vivere secondo le regole degli altri! Come nessuno ci obbliga a vivere secondo le nostre regole, se ci rendiamo conto che sono vecchie, anacronistiche o, peggio ancora, se sono state installate da qualcun altro e quindi non sono altro che le sue regole che ho fatto mie anche se, sotto sotto, non mi piacciono nemmeno un granch. Non esiste una regola che ci obbliga a rimanere ancorati a credenze limitanti.
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Siamo noi a decidere quali sono le giuste regole per noi. E se siamo intelligenti, le scegliamo in modo che ci permettano di essere felici. Ma bisogna essere intelligenti. ;)
I bambini ci insegnano che se le regole del gioco non ci piacciono o sono troppo rigide meglio cambiare gioco
La revisione delle proprie regole di vita uno dei momenti chiave del Leadership Seminar dove le persone diventano padrone del proprio destino.
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Quante persone rischiano di perdere una parte importante di s perch si fanno condizionare nelle loro scelte, nelle loro azioni, nei loro stessi pensieri, dallambiente che li circonda? Permettono costantemente agli amici, alla famiglia, ai colleghi, al pensiero comune, di interferire con i loro desideri o addirittura determinare le loro decisioni. La paura (sempre lei) della critica, di ci che gli altri possano pensare, di essere giudicati negativamente, muove la maggior parte delle persone sul palcoscenico della loro stessa vita come marionette in un teatrino di strada, facendogli perdere la propria identit. C perfino chi vincola la propria felicit a quella altrui. il caso di quei figli che si laureano per far felice la propria madre, di quelle donne che lasciano il proprio lavoro far felice il marito o per il bene dei figli osservando pi approfonditamente le persone che cercano sempre di rendere felici gli altri, capiamo che spesso lo fanno per senso di colpa o per paura del giudizio altrui. E questo non funziona! completamente diverso fare qualcosa perch lo si ritiene giusto dal fare qualcosa perch ci si sente obbligati a farlo! Il risultato ha un diretto effetto nei confronti della nostra felicit e del nostro benessere: infatti, nel primo caso ci sentiamo bene quando lo abbiamo fatto, felici e appagati per aver agito come ritenevamo giusto. Nel secondo, anche se ci che abbiamo fatto una cosa buona di per s, non ci sentiamo bene, ma con un senso di frustrazione addosso, con la sensazione di aver agito manipolati dallesterno, senza una vera libert di scelta. E, a giudicare da quante persone mi raccontano di sentirsi spesso in questo modo , il fenomeno davvero molto diffuso... Purtroppo, investe ancor pi pesantemente il mondo femminile che subisce molto di pi delluniverso maschile il condizionamento del dover fare tutto al meglio e come gli altri si aspettano che sia fatto! Ma uomini o donne che siano, sono in tanti coloro che si sentono bene, solo se il mondo che li 58
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circonda permette loro di sentirsi cos. Il limite pi grande delle persone che subiscono troppo linfluenza del mondo esterno e che cercano troppo lapprovazione altrui che, malgrado i risultati che possono avere ottenuto, vivono costantemente nella paura. Infatti, le persone che ci circondano e che sono importanti per noi, esercitano un grosso potere nei nostri confronti. Uno dei bisogni che tutti quanti noi esseri umani abbiamo in comune quello di essere amati e la paura inconscia di non essere amati comune ad ogni uomo o donna di questo pianeta. Le altre persone sono uno dei mezzi fondamentali attraverso il quale soddisfiamo questo bisogno. A chiunque fa piacere ricevere approvazione, un complimento, un sorriso, un gesto damore (sempre che non ci siamo incasinati cos tanto da aver associato dolore a queste cose, come abbiamo gi visto in precedenza). normale e non c niente di male in questo. quando abbiamo lassoluto bisogno di riceverne per poterci sentire ok che diventiamo dipendenti dallopinione altrui e, conseguentemente, iniziamo a comportarci come gli altri vogliono per evitarne il rifiuto e la disapprovazione. La paura della critica in realt la paura di perdere laffetto delle persone intorno a noi, la paura di restare soli e non essere amati. E unemozione che tutti nella loro vita, vivono o hanno vissuto (quindi stai tranquillo: sei ok!) e che ha anche i suoi lati positivi, perch spinge le persone a far bene le cose, a stare attente alle reazioni altrui, a sviluppare sensibilit. Spesso persone che hanno ottenuto grandi risultati, sono riuscite a farlo perch inizialmente la paura della critica li ha portati ad essere particolarmente attenti e accurati. Ma se pu dare qualche vantaggio allinizio, sicuramente una zona dombra di cui liberarsi, perch crea inevitabilmente dipendenza e una persona dipendente non mai veramente libera. Per svincolarsi dalla paura della critica necessario iniziare a focalizzarsi consapevolmente sul fare le cose per la propria soddisfazione, gioia e
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divertimento e cominciare a sentirsi approvati e amati soprattutto da se stessi. AMA TE STESSO! Con questo non intendo dire che devi fare a meno degli altri. Chi si focalizza solo sulla soddisfazione egocentrica dei propri bisogni, senza tenere minimamente conto delle conseguenze che possono essere generate da questo, semplicemente un poveretto, un immaturo, un approfittatore, insomma una disgrazia per la societ! E mi auguro che tu non voglia essere questo tipo di persona. Ama te stesso significa anche: cerca lambiente che fa per te. DOMANDA PER TE In che modo lambiente in cui vivi, le persone che frequenti stanno ostacolando o facilitando la tua ricerca della felicit? Scegli le persone a cui dare retta e a cui chiedere consiglio tra quelle che sono un buon esempio e che vivono una vita che anche tu vorresti vivere! E anche in quel caso, ascolta attentamente e poi decidi con la tua testa. Ma solo dopo aver ascoltato il tuo cuore.
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7. Sviluppa comprensione, compassione e perdono 8. Sviluppa le tue abilit di comunicazione 9. Non vedere tutto in bianco o nero! 10. Assumiti la responsabilit della tua vita al 100% Se ti piace lidea di avere un coach a tua disposizione anche nei ritagli di tempo per restare sempre allenato ti suggerisco un programma che sta avendo molto successo: la Leadership University
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Con i migliori auguri di una vita piena di felicit. Il tuo Coach, Roberto Re
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