Sei sulla pagina 1di 5

Elio Jucci - Recensione di M. Cimosa, La letteratura intertestamentaria , EDB, Bologna 1992, in Bibbia e Oriente 189, 38 (1996), 205-208. M.

Cimosa, La letteratura intertestamentaria , EDB, Bologna 1992, pp. 243. Il volume di M. Cimosa S.D.B., professore di scienze bibliche presso lUniversit Pontificia Salesiana di Roma, ha il carattere di una introduzione in chiave storica alla letteratura intertestamentaria, di cui propone anche una scelta antologica di brani di lettura. Questa combinazione mi pare possa contribuire a dare maggiore forza alla presentazione stessa, e forse pu costituire un ulteriore stimolo per la consultazione dei testi in esteso. Un particolare spazio dato alla preghiera in et postesilica, per favorire la comprensione, anche esegetica, di preghiere che hanno influito sulla piet giudaica e cristiana posteriore. Cimosa fra le possibili denominazioni di questa letteratura sceglie quella di intertestamentaria in quanto questo termine intende situare la Bibbia cristiana nelle sue radici, colmare il vuoto nella separazione classica fatta dai cristiani tra Antico Testamento e Nuovo Testamento (13). Il termine pu avere un valore cronologico in quanto il periodo intertestamentario grosso modo va dal 300 a.C. al 100 d.C. o un valore letterario in quanto comprende quei libri che vengono chiamati anche apocrifi dellAT. Da un punto di vista ebraico si po trebbe parlare di letteratura giudaica tra la Bibbia e la Mishnah (13). I confini di questa letteratura sono molto fluttuanti, la sua abbondanza e la sua variet dimostra la complessit del giudaismo dellepoca. Un breve schizzo del periodo (14-20) aiuta il lettore ad inquadrare le opere nel loro contesto storico. Il primo capitolo affronta la letteratura apocalittica (21-50). Si tratta di opere che presentano in genere 1. una rivelazione divina; 2. comunicata attraverso un intermediario che talvolta un angelo; 3. riguarda fatti futuri; 4. che accadranno presto (22). La sua origine discussa presentando unevidente relazione sia con la tradizione profetica che con quella sapienziale, ma probabilmente si deve ammettere una formazione anche pi complessa (23). Se una volta era opinione comune che il primo libro apocalittico fosse quello di Daniele (164 a.C. Proprio su questo tema, a p. 23 si nota una certa tensione tra il secondo e il terzo paragrafo) ora, con la scoperta di frammenti del libro di Enoc tra i manoscritti di Qumran, si deve ammettere che alcuni strati di questopera risalgano almeno al III sec. a.C. Un primo stadio di questa letteratura si pu forse riconoscere gi in parti dei libri profetici esilici e postesilici. Cimosa presenta brevemente il Pentateuco enochico (1 Enoc, Enoc etiopico), 24-34, lo Enoc slavo (Libro dei segreti di Enoc),

il Quarto libro di Ezra (2 Ezra), 36-41, lApocalisse siriaca di Baruc (2Baruc), 42-46, lApocalisse di Abramo, lApocalisse di Mos, lApocalisse greca di Baruc (3Baruc). Il secondo capitolo (51-65) presenta i Discorsi daddio ovvero la Letteratura Testamentaria, nella quale un patriarca prima di morire annuncia ai suoi discendenti quale sar il loro futuro e li mette in guardia dai pericoli a cui andranno incontro (51), si tratta di un genere letterario presente anche nellAT e nel NT. Cimosa descrive brevemente i frammenti aramaici del Testamento di Levi, il Testamento ebraico di Neftali, i Testamenti di Amram e di Kohat (cfr. R. Eisenman, M. Wise, Manoscritti Segreti di Qumran, Casale M. 1994, 135 ss.), le Parole di Mos (1Q22), il Testamento di Mose (Assunzione di Mos), i Testamenti dei Dodici Patriarchi, il Testamento di Giobbe, il Testamento di Abramo. Nel terzo capitolo (67-94) viene affrontata la letteratura qumranica (per un aggiornamento sui pi recenti sviluppi della pubblicazione di questi testi rinvio a E. Jucci, I manoscritti ebraici di Qumran: A che punto siamo?, in stampa nei Rendiconti dellIstituto Lombardo di Scienze e Lettere). Della comunit qumranica Cimosa sottolinea il desiderio di salvezza e il distacco dal male del mondo in una vita vissuta nella fraternit, aggiungendo: vorremmo paragonare quegli uomini, figli di Israele, che a un certo punto della loro storia decidono di vivere separati dagli altri fratelli ebrei per essere sicuri della propria salvezza, ai cristiani della chiesa primitiva che a un certo punto si staccarono dagli altri fratelli ebrei per raggiungere la salvezza che Ges di Nazaret ha loro promesso (68). Vengono presentati i principali manoscritti biblici, gli Pseudepigrafi ricopiati a Qumran (in questa sezione viene curiosamente ricordato anche il Targum di Giobbe. Correttamente se ne sottolinea il carattere di interpretazione, non di traduzione in senso stretto - Per il carattere di questa interpretazione e la possibilit di ambientarla nel contesto qumranico rinvio a quanto scrissi nellintroduzione alla traduzione presentata in L. Moraldi, a cura di, I manoscritti di Qumran, Torino 21986, 813-849), i manoscritti che riguardano la vita della comunit, i testi che riguardano linterpretazione della Bibbia, tra questi spiccano i pesharim (sul valore di questo termine, che a Qumran diviene la designazione di uno specifico genere letterario si veda E. Jucci, Il Pesher. Un ponte fra il passato e il futuro, in Henoch VIII, 1986, 321-338), se vero che di per s il pesher non molto diverso da quello che sar il midrash nella tradizione rabbinica (83) si pu anche ricordare che il suo tipo di interpretazione biblica ricorda molto di pi quello del Nuovo Testamento (cfr. E. Jucci, Il genere Pesher e la Profezia, in Ricerche storico bibliche I, 1989, Israele alla ricerca di identit tra il II sec. a.C. e il I sec. d.C.. Atti del V convegno di studi veterotestamentari (Bressanone, 7 9 settembre 1987), 151-168; Id., Interpretazione e storia nei Pesharim di Qumran, in Bibbia e Oriente 154, XXIX, 1987,
2

163-170). A proposito del Rotolo del Tempio (cfr. E. Jucci, Ordine Sacro e Legge nel Rotolo del Tempio, in Sapienza e Torah, Atti della XXIX Settimana Biblica [Roma 1986], Bologna 1987, 243-263; Id., Qumran e dintorni. Breve rassegna di studi qumranici, in Rivista Biblica 40 (1992), 465-475) dire che le trattative per entrare in possesso del ms furono favorite (86) dalla guerra dei sei giorni mi pare un eufemismo. Di fatto Y. Yadin, allora consigliere militare del primo ministro, non appena gli Israeliani entrarono nellallora settore giordano di Gerusalemme e in Betlemme, si affrett a inviare un ufficiale per confiscare il manoscritto nella casa di Betlemme dellantiquario Kando. Le trattative, continuate ancora per circa un anno, portarono comunque a un cospicuo indennizzo ($ 105.000) for the simple reason that we want to encourage such people to come forward if they have additional scroll materials (Y. Yadin, The Temple Scroll - The longest Dead Sea Scroll, in H. Shanks, Understanding the Dead Sea Scrolls. A Reader from the Biblical Archaeology Review, (New York 1992) London 1993, 87112, 90). La sezione dedicata a Qumran si conclude con una sintesi dei principali aspetti dottrinali (87-90) e con un esame dei principali parallelismi tra Qumran e il NT (90-94), per i quali meglio parlare di due sviluppi indipendenti. Il quarto capitolo: Preghiera e liturgia (95-163) certamente il pi importante di questo pera, sia per lampiezza che per loriginalit del contributo di Cimosa, che alla preghiera, in particolare nella versione della LXX, ha dedicato numerosi studi (cfr. M. Cimosa, La preghiera nella Bibbia greca. Studi sul vocabolario dei LXX, Roma 1992). Nella letteratura intertestamentaria, oltre alla rilettura e reinterpretazione di testi e temi veterotestamentari, compaiono anche elementi originali che troveranno ulteriore sviluppo nel Nuovo Testamento. Le preghiere da un lato svolgono una funzione specifica nellambito del racconto, intervenendo spesso in mo menti cruciali dello svolgimento dellazione, daltro lato hanno un significato di per s in quanto riflettono la liturgia e le preghiere giudaiche del tempo. Cimosa si sofferma in particolare sulla preghiera in Daniele (110), Giuditta (111-119), i quattro libri dei Maccabei (121-134. In 2 Macc. ha un particolare interesse la preghiera per i morti; in 4 Macc emerge una nuova categoria di intercessori: i martiri, 6,27-29), Sapienza (146-149, con la sua accentuazione del carattere intercessorio dellespiazione), Siracide (149-154). A proposito di Ester (134-145) si osserver che se vero che a Qumran (per motivazioni teologiche e liturgiche, cfr. J. Trebolle Barrera, La Biblia en Qumran: Textos bblicos y literatura parabblica, in A. Piero, D. Fernndez-Galiano, eds., Los Manuscritos del Mar Muerto. Balance de hallazgos y de cuarenta aos de estudios , Crdoba Madrid 1994, 79-122, 108-111, 95 s.) questo libro manca, sono per attestate le tradizioni in esso confluite (4QprotoEster aram: cfr. F. Garca Martnez, Las Fronteras de lo Biblico, in F.
3

Garca Martnez, J. Trebolle Barrera, Los hombres de Qumrn. Literatura, estructura social y concepciones religiosas, Madrid 1993, 145-163, 154-161). Il quinto capitolo (165-186) dedicato al Giudaismo ellenistico. Qui pi largo spazio hanno le traduzioni greche della Bibbia (166-174), Filone Alessandrino (181-183), Giuseppe Flavio (183-186), II e IV Maccabei (177-180), I Ezra e la Lettera di Aristea. Il sesto capitolo (187-206) getta uno sguardo sulla produzione letteraria del Giudaismo palestinese, partendo dal Liber Antiquitatum Biblicarum (Ps.Filone) per passare al corpus midrashico di cui si delinea il metodo interpretativo, con le famose sette regole (middoth) di Hillel, e si elencano le opere principali, alla Mishnah, alla Tosefta, e infine al Targum con la presentazione delle principali traduzioni aramaiche dei libri biblici. Un ultimo capitolo (207-228) cerca di fornire un quadro dinsieme di questo ampio panorama. Ne emerge limmagine di un giudasimo multiforme, un giudaismo di transizione con tendenze o fermenti che verranno poi digeriti o rifiutati dal giudaismo rabbinico (208), giustamente si sottolinea che i rapporti tra Gerusalemme e la diaspora sono stati maggiori di quello che talvolta si pensa (210), in quanto al cristianesimo alle sue origini [...] sembra soltanto un movimento religioso tra i tanti che sorgono in questo periodo. Tutto il fenomeno del giudeo-cristianesimo [...] ne rende testimonianza (210. Su questa realt frastagliata, a noi nota solo in modo frammentario cfr. J.E. Taylor, The Phenomenon of Early Jewish-Christianity: Reality or Scholarly Invention? in VigChrist 44 1990, 313-334; L. Cirillo, Fenomeni Battisti, in RSLR 29, 1993, 271-303). Si traccia (210-222) nelle sue linee essenziali lo sviluppo di alcune categorie fondamentali: lallenza, la Torah, il peccato e la grazia, angeli e demoni, messianismo ed escatologia, immortalit dellanima e risurrezione, tempio culto e sinagoga (lorigine della sinagoga rimane in parte oscura. Mi pare dubbia la sua origine nella Babilonia esilica, p. 218, oggi c la tendenza a collocarla nellEgitto del III sec. a.C., cfr. Griffiths, JThS, NS 38, 1987, 1-15), feste. Infine, Cimosa considera il rapporto tra giudaismo e cristianesimo. Cita una frase di L. Bouyer: Per quanto sia trasformante la rivelazione cristiana, essa deve alla tradizione giudaica [...] perfino il midollo delle sue nozioni aggiungendo esiste una discontinuit tra giudaismo e cristianesimo, ma anche una continuit troppo spesso trascurata (222). Sottolinea, con A. Paul, che la differenza tra la Bibbia e la Torah grande e profonda, la Bibbia, composta di AT e NT, un bene esclusivamente cristiano, gli ebrei non hanno la Bibbia, ma la Torah (223). Ges visse la vita di un giudeo del suo tempo (sulla figura di Ges rinvio alla mia presentazione di A. Omodeo, Ges il Nazoreo, in stampa in Athenaeum), non si oppose alla legge mosaica, ma non la ritenne n adeguata, n definitiva (225). Ma la grande differenza sta nella fede
4

cristiana che Ges il Messia, risorto dai morti e assiso alla destra di Dio Padre. Unaltra differenza sta nel fatto che nella speranza cristiana quanti credono in Cristo partecipano fin dora alla sua risurrezione, gi fanno esperienza della vita futura (226). Suille radice giudaiche di Paolo Cimosa riporta i giudizi contrapposti di W.D. Davies, che accentua la relazione con il giudaismo rabbinico, e di S. Sandmel, che paragona Paolo a Filone. Ma, aggiunge forse sono esagerate entrambe le posizioni, si tratta di paralleli e non sempre di influenze o identit di pensiero , in quanto Paolo non ha adattato la morte e la risurrezione di Cristo in un schema preesistente, dove esse possano assumere il posto di altri motivi con funzioni simili (228, citaz. di Sanders, Paolo e il Giudaismo, Brescia 1986, 760. Sullopera di Sanders si vede la recente, importante rassegna di M. Hengel, R. Deines, E.P. Sanders Common Judaism, Jesus and the Pharisees. Review article of Jewish Law from Jesus to the Mishnah and Judaism: Practice and Belief by E.P. Sanders, in JThS NS 46,1 (1995), 1-70). Il volume completato da tre appendici: 1. Un quadro riassuntivo del processo di formazione della letteratura rabbinica a partire dalla Torah (231). 2. Un dizionarietto dei termini tecnici (233 s.). 3. Una mappa della letteratura intertestamentaria (235-238). Si pu segnalare infine qualche errore di stampa, o qualche imprecisione: p. 22, r. 3 correggere: II.19.1 (1981), 3-32, 21-22; p. 55 r. 2 non va probabilmente corretto in se non; p. 67 n. 1 non 1988 ma 1986; r. 2 leggere , Missoula, ma si veda ledizione aggiornata: Atlanta 1990; p. 68 r. 1 non 1987 ma 1977; r. 3 non 443-450 ma 1-50; p. 109 r. 2-3: non si comprende bene il senso dellinterrogativa, sospetto che in fase di stampa sia caduta qualche frase; p. 114: il terzo capoverso dal fondo (La storia del testo ...), forse per un eccesso di sintesi, risulta di difficile lettura; p. 125: i versetti 42-45 qui citati sono tratti da 2 Macc 12; p. 128: r. 11 dal fondo leggere presenti; p. 129 r. 14 mi pare un poco oscura lespressione preghiera varia; p. 170 si segnalano i lavori di G. Mezzacasa, ma unindicazione bibliografica pi completa ne agevolerebbe forse il reperimento; p. 179 r. 10 traduzione greca forse da leggersi tradizione testuale greca: 3 Maccabei, come detto correttamente a p. 178, stato scritto in greco; p. 179 r. 6: a Qumran - che io sappia - non testimoniata la presenza di 3 Maccabei (cfr. F. Garca Martnez, Lista de Mss procedentes de Qumran, in Henoch 11 (1989), 149-232; p. 180 n. 27 leggere: Sptjudentum; p. 216: lidentificazione a Qumran del Maestro di Giustizia con il profeta escatologico, pur essendo unipotesi verosimile, ancora oggetto di discussione tra gli studiosi, e forse lo era gi al tempo della stesura dei manoscritti tra i membri della comunit. Elio Jucci
5

Potrebbero piacerti anche