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Titolo del progetto di ricerca: La questione dellontologia nella Scienza della logica Quando si sente parlare della logica

di Hegel, sia nel contesto scientifico delle pubblicazioni ad essa dedicate sia in quello quotidiano delle discussioni tra studiosi di filosofia in cerca di chiarimenti, accade spesso di imbattersi sin da subito in una caratterizzazione che dovrebbe decidere in modo inequivocabile della natura e dello statuto della disciplina in questione: essa una logica ontologica, cio unontologia sui generis. Questa descrizione appare cos importante che attraverso di essa si ritiene di aver detto almeno lessenziale per inquadrare uninterpretazione o per rendere noti i termini da cui una qualche discussione pu prendere le mosse, cosicch lontologia risulterebbe essere, a ben vedere, la questione qualificante o centrale della scienza logica hegeliana. Ora, che lespressione logica ontologica, gi soltanto per il fatto di lasciare indeciso se laggettivo sia lelemento che prevale (orientandone il significato) sul sostantivo o viceversa, indichi un presupposto da discutere (proprio per la sua importanza, cio per la portata generale delle conseguenze che ne derivano) e sviluppare, non una semplice tesi che riassume un processo dimostrativo con cui si presume di aver fatto i conti, la convinzione che sta alla base del presente progetto di ricerca. Questa breve presentazione si propone di a) illustrare la situazione del progetto, b) porre i principali problemi o compiti con cui il progetto deve anzitutto confrontarsi nellindagare la questione ontologica in Hegel, c) fornire, come articolazione della risposta a quei compiti, unimpostazione introduttiva della questione in esame. Il concetto di situazione si riferisce allo sfondo storico-filosofico nel quale si colloca un progetto che voglia a qualche titolo occuparsi di ontologia. Tale sfondo si compone di tre livelli. Al primo livello, quello pi remoto, si tratta di tenere presente che il concetto di ontologia affonda le sue radici nella storia della metafisica, e precisamente che ha origine dal vivissimo e multiforme confronto che la filosofia medievale araba prima e latina poi instaura con i libri della Metafisica di Aristotele sulla questione del soggetto (il tema) adeguato della metafisica, che il suo termine viene coniato intorno agli inizi del Seicento, nel contesto degli effetti del progetto di Suarez di conferire ununit trascendentale e sistematica alla metafisica (andando contro da un lato allunit fenomenologica, aporetica e confusa delle trattazioni aristoteliche e dallaltro alla modalit del commento tipica della filosofia medievale) e del progressivo autonomizzarsi della scienza dellessere dalla teologia, in concomitanza storica con il tentativo di liberarsi dallautorit degli antichi (e con essi Aristotele), per elaborare una mathesis universalis che aprisse i campi delle scienze determinate ai metodi della fisica moderna, e con la preoccupazione, sorta nellambito della 1

Controriforma, di costituire una teologia positiva, che aspiri a sottrarre il dato rivelato allambito della teologia naturale. A un livello pi prossimo, il progetto di una scienza trascendentale dellessere, attraverso lo snodo fondamentale rappresentato dallinterpretazione kantiana del concetto di trascendentale e nonostante i momenti di discontinuit segnati dalla presunta incompatibilit tra i problemi della filosofia analitica e quelli della filosofia fenomenologico-ermeneutica, arriva fino ai giorni nostri, in cui si assiste a una vitalit tale della ripresa dell interesse filosofico verso lontologia da non rendere azzardata l espressione di svolta ontologica. Per quanto molte e svariate siano le ragioni di questa svolta (la necessit in cui la filosofia si trova posta, se vuole far sopravvivere la propria reputazione, di cooperare con lopera di catalogazione e classificazione di enti, la cui moltiplicazione e interdipendenza, nei campi della cultura e delle scienze contemporanee, rende necessario lintervento di una disciplina universale, un ritorno dallermeneutica al realismo, la liberazione dai pregiudizi neopositivistici sullontologia nella corrente analitica, linsoddisfazione crescente per una divisione sterile tra analitici e continentali), la stranezza di questa svolta data dal fatto che non siamo di fronte al progresso verso un tema o una disciplina che mai erano stati svolti prima, ma al raggiungimento della consapevolezza che dellontologia (e quindi della questione di cui essa si occupa) non possibile disfarsi, poich anche la negazione del pi elementare presupposto ontologico, cio che vi sia in generale qualcosa (non importa qui se siano sostanze, processi, relazioni, atomi, oggetti fisici, finzioni della mente, linguaggio, pensiero o quantaltro) lo ripropone. La novit che scaturisce da questa consapevolezza consiste, allora, nel fatto che essa promuove il formarsi di un complesso di problemi che oltrepassano ogni rigida distinzione tra ontologie analitiche e ontologie continentali, in quanto sia le risorse dellanalisi concettuale da parte delle prime sia lattenzione per lo spessore storico-linguistico del problema dellessere da parte delle seconde sono impegnate nel compito comune del chiarimento dei termini, del confronto tra metodi delle diverse ontologie, della valutazione del rapporto tra ontologia e metafisica (se luna sia preliminare allaltra o quale delle due abbia unestensione pi ampia) e della giustificazione della legittimit di praticare unontologia filosofica come tale (questione metaontologica). Il terzo livello, infine, collega al livello dellattuale risveglio di interesse sopra descritto la situazione specifica dello stato della questione dellontologia in Hegel, per come tale stato si venuto a formare nel dibattito tra gli interpreti pi autorevoli della logica hegeliana. Il risultato pi interessante che si ricava da tale dibattito la netta impressione di un contrasto tra coloro che, come Fulda o Nuzzo, negano alla logica e in generale alla filosofia sistematica di Hegel lo statuto di 2

unontologia, fissando il riferimento di questo termine o alla scolastica tedesca prekantiana o al concetto heideggeriano di onto-teo-logia, e coloro che, come Houlgate o Dsing, non hanno difficolt ad attribuire al progetto logico di Hegel un significato ontologico, in virt del quale le determinazioni di pensiero sono al tempo stesso determinazioni dellessere, senza che la validit critica del discorso sullessere debba venire esaurita una volta per tutte da una forma storicamente determinata di ontologia. Situata su questo sfondo, la mia ricerca si pone anzitutto i seguenti problemi generali: 1) cosa significhi per Hegel il concetto di ontologia, che, nelle opere pubblicate, ricorre solo in un paio di occasioni (la partizione generale della Scienza della logica in logica oggettiva e logica soggettiva, la trattazione della prima posizione del pensiero rispetto alloggettivit nel 33 dellEnciclopedia); 2) se la scienza logica sia a buon diritto, almeno in una qualche sua parte o sotto qualche aspetto, unontologia; 3) se lontologia sia ristretta allambito della logica oppure, conformemente alla distinzione fenomenologica tra ontologia formale e ontologie regionali, non si possa legittimamente scorgere, nella distinzione tra scienza formale e scienze reali del sistema di Hegel, unapertura verso unontologia dellessere naturale e dellessere spirituale; 4) come si presenta il tema dellontologia nella Scienza della logica e come pu venire ricostruito da un interprete che voglia comprendere la maggiore ricchezza semantica possibile del termine ontologia e non perdere di vista, nei contesti del suo uso, un percorso che va dallet moderna alle controversie terminologiche contemporanee.

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