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La corsa al nucleare cinese

di Carmine Giangregorio

Ad oggi, la Cina dispone sul suo territorio di circa sedici reattori nucleari, di tipo misto tra reattori moderni di III e II generazione. Rapportato al territorio e al fabbisogno energetico, si tratta di per s di un numero esiguo: il programma attuale riguarda la costruzione di almeno altri sessanta reattori nucleari, entro il 2020. Alcuni di questi sono ancora in fase di proposta, altri in produzione gi avviata. Si tratta di una scelta decisamente importante, in quanto rinnovare il parco reattori, e aggiungerne di nuovi, innanzitutto una scelta che si ripercuote sul tempo: un singolo reattore richiede almeno cinque anni per la sua costruzione e investimenti molto elevati; e al tempo stesso una scelta che porta, successivamente, a fare ben altre considerazioni. Tra le tante: il problema della sistemazione delle scorie, la protezione da terremoti e uragani, e infine la scelta del tipo di reattore da costruire. Nell'immaginario collettivo, solitamente, le centrali nucleari sono tutte di un unico tipo "standard", e non c' nessuna differenza tra i vari reattori impiegati. Nella realt esistono enormi differenze, sia a livello strutturale che a livello di tecnologia di realizzazione. su quest'ultimo punto che si concentra la maggior parte delle critiche rivolte all'imponente programma nucleare cinese: l'utilizzo di tecnologie antiquate e ritenute poco sicure, piuttosto che linvestimento in reattori ben pi moderni. In particolare, gran parte dei reattori gi costruiti, e gran parte dei pianificati, sono di tipo CPR-1000 (China Pressurized Reactor, da 1000MW di potenza). Si tratta di un particolare tipo di reattore progettato appositamente per avere un gran risparmio

economico rispetto all'uso di altri modelli di reattori, importati dall'estero. per un modello di reattore di II generazione, con possibili rischi gi noti e non del tutto "affidabile". Potrebbe sembrare che la sicurezza in questo modo venga trascurata. In verit, reattori del genere sono gi sicuri, con la differenza che nel frattempo la ricerca sull'energia nucleare nel mondo proseguita, arrivando a progettare e proporre sistemi sempre pi sicuri. Ci vuol dire che decidere di costruire reattori di generazione precedente non significa andare direttamente incontro ad un disastro nucleare (a onor di cronaca, il disastro di Cernobyl avvenuto a causa di un errore umano, e il pi recente disastro di Fukushima stato causato da un insieme di cause non derivanti direttamente dal reattore nucleare in s). Si pensa che tra poche decine di anni, se il progetto di sviluppo dell'energia nucleare in Cina proseguir, il numero di reattori presenti in territorio cinese sar maggiore del numero di tutti gli altri reattori del pianeta. Lo stesso fabbisogno di materiale fissile, ad esempio, sar altissimo, e le risorse presenti in territorio cinese non saranno sufficienti a coprirlo interamente, aprendo cos la strada a una necessaria serie di accordi internazionali. Unultima nota positiva in merito riguarda la continua ricerca scientifica cinese in merito allo sviluppo nucleare: accanto ai reattori PWR gi consolidati, e finalizzati alla produzione commerciale di energia, sono in sviluppo soluzioni autofertilizzanti, come i reattori di tipo FBR, che sono spesso considerati al confine tra il nucleare di III generazione e il futuro di IV generazione. Concludendo, si pu considerare coraggiosa la scelta cinese, che ha individuato probabilmente l'unica fonte di energia affidabile sul mediolungo periodo. D da pensare, infatti, la particolarit dell'energia nucleare: i reattori, nel momento del funzionamento, non rilasciano alcuna sostanza inquinante nell'ambiente, al contrario della stragrande maggioranza di centrali termoelettriche a gas o a carbone; ma hanno contemporaneamente il problema di dover sigillare e stoccare le scorie al termine del loro ciclo vitale. Viene da chiedersi se sia meglio lasciar inquinare l'atmosfera direttamente, o continuare ad investire nel ricercare soluzioni che possano portare l'energia nucleare a livelli di sicurezza altissimi, in attesa di tecnologie ancora pi moderne (come la fusione nucleare) che vedremo, probabilmente, solo a fine secolo.

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