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g.dw
I
...dw
IV
.
Qui K `e linvariante fondamentale di posizione del ds
2
posto a fondamento,
che si scrive cos`:
K =
,,,
(, )(g
), (2)
usando il simbolo di Riemann a quattro indici, mentre per L, poiche non
mimporta della generalit`a delle ipotesi siche, scrivo lespressione pi` u sem-
plice ammissibile secondo la pagina 13 della Sua nota:
L = Q =
,,,
(q
)(q
)(g
). (3)
In essa, secondo le idee di Einstein, `e da porre uguale alla costante gravi-
tazionale moltiplicata per 8/c
2
, quindi nelle unit`a in uso presso i sici un
numero molto piccolo:
= 1, 87.10
27
;
riporto esplicitamente questo valore numerico, in modo che si veda come
la vecchia teoria di Maxwell degli elettroni nello spazio vuoto, che pone
3
= 0 e non parla aatto di K, pu`o essere considerata una approssimazione
suciente, per le misure usuali, della nuova impostazione della quale qui si
discuter`a. Si veda inoltre in seguito al Nr. 5.
2. Innanzitutto eseguo ora in modo puramente formale la variazione
degli integrali I
1
, I
2
che corrisponde a una variazione arbitraria di g
, q
dellammontare g
, q
d (4)
I
2
=
_
_
,
Q
_
d. (5)
Qui indico con K
, Q
dw
:
K
=
_
_
_
gK
g
gK
g
_
w
2
_
gK
g
_
w
_
_
_ :
g, (6)
Q
=
_
gQ
g
_
:
g, (7)
Q
:
Q
=
_
_
gQ
q
_
w
_
_
:
g. (8)
Le equazioni
Q
= 0 (9)
scritte nelle coordinate w, sono le equazioni di Maxwell corrispondenti alle
nostre ipotesi siche; i Q
Nelle
nostre coordinate generali w
gp
g, (10)
la seconda invece sar`a un po pi` u complicata; le sue quattro componenti si
scrivono:
_
,
(
gt
)
w
+
1
2
,
t
_
:
g, (11)
4
per = 1, 2, 3, 4.
4. Svilupper`o ora le quattro semplici equazioni dierenziali alle deriva-
te parziali soddisfatte da I
1
e rispettivamente da I
2
(perche entrambi sono
invarianti per trasformazioni arbitrarie di w). A questo scopo naturalmente
si calcolano, come ha fatto Lie nelle sue numerose e importanti pubblica-
zioni, le variazioni formali che risultano da una trasformazione innitesima
arbitraria
w
I
= p
I
, ....w
IV
= p
IV
(12)
(con p
`e cogrediente
rispetto a dw
dw
(g
). (13)
Si ha quindi
_
,
K
_
d = 0.
Qui trasformiamo i termini con p
, p
,
K
+ 2
gK
_
w
_
dw
1
...dw
IV
= 0
e quindi, per larbitrariet`a dei p
,
K
+ 2
gK
_
w
= 0 ( = 1, 2, 3, 4), (14)
che possiamo evidentemente interpretare dicendo: la divergenza vettoriale
del tensore K
`e nulla.
5
Proprio nelle stesso modo si potr`a trattare lintegrale I
2
. Oltre allin-
cremento (13) di g
1
:
q
(q
+ q
). (15)
Otteniamo cos` le seguenti quattro equazioni dierenziali per Q
, Q
,
_
gQ
+ 2
gQ
_
w
_
+
gQ
gQ
_
w
_
= 0, (16)
per = 1, 2, 3, 4.
Non `e aatto necessario esprimerle ancora in dettaglio a parole. Vale
la pena invece di ricordare una trasformazione che esse ammettono data la
forma particolare del nostro Q (e che mutatis mutandis appare anche in
diversi punti della Sua nota). Q dipende solo dalle dierenze q
ed
ha quindi, come mostra unocchiata alla (8), una divergenza scalare nulla:
gQ
_
w
= 0.
Di conseguenza possiamo porre le equazioni dierenziali (16) nellaltra for-
ma:
,
_
gQ
+ 2
gQ
_
w
_
+
gQ
(q
)) = 0, (17)
per = 1, 2, 3, 4.
5. Ed ora introduco lipotesi fondamentale della teoria di Einstein, pre-
feribilmente certo nella forma scelta da Ella nella Sua Nota, che si esprime
nel fatto che la variazione
I
1
+ I
2
(18)
devesser nulla per g
, q
arbitrari.
Ci`o fornisce per mezzo delle (4), (5) le ben note 14 equazioni di campo,
vale a dire le 10 equazioni:
K
+ Q
= 0 (19)
1
I miei g
(13) e q (15) non sono altro che le quantit`a indicate da Ella con p
e
p a pag. 4 della Sua nota.
6
e le 4 equazioni
Q
= 0. (20)
Ella osserva nella Sua nota, che tra queste 14 equazioni devono esistere
4 relazioni di dipendenza, e mostra a pag. 12 mediante un calcolo speci-
co, come in particolare le 4 equazioni (20) - le equazioni di Maxwell - si
possano derivare dalle 10 equazioni (19). Per me ci`o `e naturalmente gi`a
contenuto nelle formule del numero precedente. Infatti basta soltanto som-
mare alle equazioni (14) le equazioni (17) moltiplicate per , per riconoscere
direttamente che dalle equazioni (19) deriva lannullarsi dei Q
.
Risulta parimenti del tutto chiaro ci`o che `e stato detto sul carattere delle
vecchie equazioni di Maxwell come caso limite della nuova teoria. Quando
trattiamo la vecchia teoria di Maxwell in coordinate curvilinee arbitrarie
w
I
, ...w
IV
, abbiamo sempre a che fare tuttavia con un ds
2
la cui curvatura
riemanniana `e identicamente nulla, per il quale quindi i K
sono senzaltro
zero. Si assuma daltronde = 0. Allora le 10 equazioni (19) sono soddi-
sfatte automaticamente; le componenti dellenergia Q
g (K
+ Q
) g
gQ
7
= 2
g (K
+ Q
) g
gQ
. (21)
Moltiplico queste equazioni per p
(dove per p
sintenda un qualunque
vettore cogrediente rispetto a dw
la
combinazione simmetrica g
+g
,,
g (K
+ Q
) (g
)
+
gQ
(q
+ q
)
= 2
,,
_
g (K
+ Q
) g
gQ
_
w
, (22)
che `e naturalmente solo un altro modo di scrivere la (21). In considera-
zione dellespressione particolare che io ho assunto dallinizio per il Suo H
(H = K + Q), compare ora al primo membro proprio ci`o che Ella d`a
come espressione della divergenza scalare del Suo vettore dellenergia e
moltiplicato per
g (pag. 8 della Sua nota), ossia
ge
.
Si deduce che il Suo vettore dellenergia e
dierisce da
2
g((K
+ Q
) g
gQ
)p
,
solo per un termine la cui divergenza scalare si annulla identicamente.
Se ora sostituiamo le 14 equazioni (19),(20), e
ge
= 0 (23)
appare come una identit`a matematica. Il suddetto risultato non pu`o aatto
esser visto come analogo alla legge di conservazione dellenergia, come vale
nella meccanica solita. Infatti quando in questultima scriviamo:
d(T + U)
dt
= 0,
8
questa relazione dierenziale non vale identicamente, ma solo in conseguenza
delle equazioni dierenziali della meccanica.
7. Naturalmente sarebbe desiderabile scrivere esplicitamente il termine
aggiuntivo, per distinguere il Suo e
e si
pone
gX
. (24)
Se si vorr`a avere linearit`a degli X
in p
e in p
=
_
(
)p
)p
_
. (25)
8. Devo qui aprire una parentesi importante. Ella sa che la sig.na
Noether ha continuamente discusso con me dei miei lavori, e che veramente
solo per suo tramite io sono stato introdotto alla materia presente. Poiche
ho parlato di recente con la sig.na Noether del mio risultato a proposito del
Suo vettore dellenergia, ella mi ha potuto comunicare che lei stessa gi`a da
un anno ha derivato lo stesso risultato dagli sviluppi della Sua nota (quindi
non dai calcoli semplicati del mio n. 4), e che laveva allora ssato in un
manoscritto (del quale poi ho preso visione); soltanto ella non laveva posto
in risalto con tanta decisione, come io ho fatto recentemente alla Societ`a
Matematica (22 gennaio).
9. Inne voglio ancora far notare che per il teorema di conservazione,
come lo ha formulato
2
Einstein nel 1916, vale evidentemente la stessa cosa
che per il Suo teorema (23). Egli stesso lha espresso in modo completamente
chiaro. Non entrer`o qui nei dettagli del suo calcolo, ma mi riallaccer`o al suo
2
Vedansi il testo apparso in forma autonoma: I fondamenti della teoria della rela-
tivit`a generale (Lipsia 1916), ed anche specialmente la comunicazione allAccademia di
Berlino del 29 ottobre 1916 Principio di Hamilton e teoria della relativit`a generale
(Sitzungsberichte, pp. 1111-1116).
9
risultato conclusivo, che egli scrive cos`:
(T
+t
) = 0, ( = 1, 2, 3, 4) (26)
dove egli indica T
e t
+ t
da lui
denita nei dettagli, e indipendente dalle coordinate:
T
+t
,
_
w
_
X
__
, (27)
e che per questa X
,,
2
w
_
X
_
= 0. (28)
Ci`o `e esattamente quello che succede qui.
Per esibire la relazione con la notazione da me usata, osservo che i T
di
Einstein sono uguali ai miei
gQ
, ma i t
di Einstein dieriscono
dai corrispettivi
1
gK
+ Q
= 0.
Dopotutto stento a credere che sia conveniente designare le quantit`a t
,
costruite in modo molto arbitrario, come componenti dellenergia del campo
gravitazionale. . . . . . . .
II. Dalla risposta di D. Hilbert.
. . . di fatto concordo totalmente con le Sue considerazioni sul teore-
ma dellenergia: Emmy Noether, il cui aiuto richiesi pi` u di un anno fa per
la chiaricazione di alcune questioni di analisi riguardanti il mio teorema
dellenergia, ha trovato allora che le componenti dellenergia da me propo-
ste, cos` come quelle di Einstein, per mezzo delle equazioni dierenziali di
Lagrange (4) e (5) nella mia prima comunicazione, possono essere trasfor-
mate in espressioni la cui divergenza si annulla identicamente, vale a dire,
10
senza lutilizzo delle equazioni di Lagrange (4) e (5). Poiche daltra parte
le equazioni dellenergia della meccanica classica, della teoria dellelasticit`a
e dellelettrodinamica sono soddisfatte solo in conseguenza delle equazioni
dierenziali di Lagrange del problema, `e giusto che Ella di conseguenza non
veda nelle mie equazioni dellenergia lanalogo delle equazioni dellenergia
di quelle teorie. Per` o io allora aermo che per la relativit`a generale, vale
a dire nel caso dellinvarianza generale della funzione di Hamilton, equa-
zioni dellenergia, che corrispondano nel Suo senso a equazioni dellenergia
delle teorie con invarianza per trasformazioni ortogonali, non esistono af-
fatto: anzi designer`o questa circostanza come un segno caratteristico della
teoria della relativit`a generale. Della mia aermazione si potrebbe portare
la dimostrazione matematica.
Ella mi consenta, riguardo a questa circostanza, di esporre in breve come
ho trattato nella mia lezione dellinverno scorso il problema delle equazioni
dellenergia delle teorie della sica invarianti per trasformazioni ortogonali
(elettrodinamica, idrodinamica e teoria dellelasticit` a).
Prendiamo per brevit`a come invariante ortogonale la funzione duniverso
H, che dipenda solo dalle componenti di un tetrapotenziale elettrodinamico
q
s
, e dalle derivate prime q
sk
di queste rispetto a w
k
(s, l = 1, 2, 3, 4) - i
metodi valgono ugualmente quandanche H contenesse la tetradensit`a r e
le sue derivate, o ancora altri parametri sici con le loro derivate; allora il
principio di Hamilton
_
Hd = 0 (1)
conduce al sistema delle quattro equazioni dierenziali di Lagrange
[H]
s
= 0, (s = 1, 2, 3, 4), (2)
dove in generale si `e posto
[H]
s
=
H
q
s
w
k
H
q
sk
.
Per arrivare alle equazioni dellenergia di questo problema, seguiamo la
strada indicata dalle considerazioni della mia prima comunicazione, vale a
dire la strada della teoria della gravitazione. Sia H un qualunque invariante
generale con gli argomenti
q
s
, q
sl
, g
, g
l
,
che per
g
= g
, g
l
= 0 (3)
11
si riduca ad H; otteniamo lo stesso risultato se sostituiamo in H al posto di
q
sl
le derivate covarianti
q
sl
= q
sl
h
_
s l
h
_
q
h
e introduciamo la contrazione con i g
m,n
(q
nm
q
mn
)
2
=
1
4
m,n
M
2
mn
, (4)
come termine dellespressione invariante per trasformazioni ortogonali, esso
va sostituito con
Q =
1
4
m,n,k,l
M
mn
M
kl
g
mk
g
nl
.
Lespressione
T =
s,h
q
2
sk
va trasformata in
T =
s,h,m,n
q
sh
q
mn
g
sm
g
hn
.
e cos` via.
Ora, per ogni invariante generale vale unidentit`a, che nella mia prima co-
municazione (teorema III) `e stata dimostrata solo per il caso che linvariante
dipenda da g
g)d = 0
otteniamo adesso lequazione
_
_
P
g
(H
g) + P
q
(H
g)
_
d
_
P(H
g)d = 0,
unidentit`a, che ha immediatamente come conseguenza
_
_
,
_
gH
_
gH
_
_
d = 0.
Introducendo p
, p
,
_
gH
_
s
2
w
m
_
gH
_
s
g
m
_
+
gH
_
q
s
_
_
gH
_
q
s
_
= 0. (5)
Proprio come Ella ha fatto prima notare, queste quattro identit`a sono
parimenti quelle la cui esistenza tra le 14 equazioni di Lagrange del nostro
problema `e stata aermata nel teorema I da me enunciato.
Se ritorniamo ora al problema originario dellequazione (1), nella quale
eliminiamo i potenziali gravitazionali in conformit`a alla (3), e teniamo conto
delle equazioni dierenziali di Lagrange (2), le identit`a (5) diventano
w
m
__
gH
_
ms
_
g=
= 0; (6)
se designamo inoltre le espressioni in parentesi
mn
= 2
__
gH
_
ms
_
g=
(7)
come le componenti del tensore dellenergia, otteniamo nelle equazioni della
divergenza (6) le equazioni dellenergia cercate per il problema sico (1).
Se prendiamo ora in particolare come H linvariante Q nella (4), gli
gH
_
m
_
g=
= Div
m
M = r
m
- con r si intende la tetradensit`a elettrica - in questo caso le nostre identit`a
(5) danno
Div
s
m
r
m
q
ms
+
w
m
(r
m
q
s
) = 0
ovvero, poiche Div r = 0:
Div
s
= r.M
vale a dire, esse producono la nota espressione della divergenza per la forza
ponderomotrice.
Solo nel caso della relativit`a generale, ossia quando linvariante richiesto
H `e gi`a un invariante generale, la via indicata per costruire le equazioni
13
dellenergia fallisce per il problema (1). In relativit`a generale abbiamo in
sostituzione delle equazioni dellenergia mancanti nel Suo senso, il fatto che
le equazioni di Lagrange sono di quattro in soprannumero (teorema I della
mia prima comunicazione) come risulta dianzi espresso nelle quattro identit`a
(5). Inversamente il teorema dellenergia delle teorie invarianti per trasfor-
mazioni ortogonali appare come un residuo di quelle quattro identit`a della
teoria della gravitazione.
Si noti ancora che il tensore dellenergia (7), non solo, come si vede
immediatamente, ha le propriet`a di simmetria e di invarianza per trasfor-
mazioni ortogonali, ma oltre a ci`o soddisfa sempre ai requisiti delle teorie
siche particolari: cos` esso, nel caso dellelettrodinamica, dove H contiene
i q
sl
solo nella combinazione
M
ks
= q
sk
q
ks
,
dipender`a sempre solo da queste componenti dellesavettore M, e daltra
parte nel caso della teoria dellelasticit`a dipender`a solo dalle deformazioni
proprie, come avviene nei problemi di elasticit`a. . . . . .
III. Da una successiva lettera di F. Klein.
. . . Mi preme descrivere ancora da parte mia anche con poche parole
la dierenza tra la teoria dellelettrodinamica invariante per trasformazioni
ortogonali e quella che prende insieme in considerazione la forza di gravit`a.
A questo proposito si fa particolare chiarezza quando, come ho suggerito
gi`a prima (Nr. 5), si introduce come elemento intermedio il trattamento del-
lelettrodinamica classica in coordinate duniverso arbitrarie (curviline).
La Sua ipotesi fondamentale, che le componenti dellenergia del campo
elettromagnetico si rappresentino semplicemente mediante i Q
, appare
allora in primo piano gi`a nel suo pieno signicato; io preferirei quindi che
oltre a questa ipotesi non ci si appellasse a niente della moderna teoria della
gravitazione.
Trovo inoltre vantaggioso tenere separati nella rappresentazione gli inte-
grali
_
Kd e
_
Qd, e non fonderli dallinizio in un unico integrale
_
Hd.
Abbiamo quindi sia per i K
che per i Q
= 0, b) Q
= 0.
A causa delle dieci equazioni a) le quattro identit`a (14) sono automati-
camente soddisfatte, ma le identit`a (16) - ovvero (17) - si riducono a causa
delle quattro equazioni b) alle quattro asserzioni chiamate le quattro leggi
di conservazione (leggi dellenergia e dellimpulso).
3. Invece nella nuova teoria si hanno le equazioni di campo
a
) K
+ Q
= 0, con = 0, b
) Q
= 0.
Ora le equazioni Q
).
Dalle identit`a (16) seguono, quando si cancellano i Q
, ancora come
prima, leggi di conservazione per i Q
) si
riducono alle quattro identit`a (14); esse sono quindi gi`a contenute nelle dieci
equazioni di campo.
Tutto questo `e davvero in completo accordo con le considerazioni della
Sua lettera. Tuttavia mi interesserebbe molto vedere lesecuzione della di-
mostrazione matematica, che Ella prospetta alla ne del primo capoverso
della Sua risposta.
. . . . . . . .