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AFFOGARE NELLA SPAZZATURA

FRANCESCO RAMELLA
http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplRubriche/editoriali/gEditoriali.asp?ID_blog=25&ID_articolo=3989&ID_se
zione=&sezione=
Di chi è la responsabilità dei rifiuti che produciamo? La risposta non è facile
ed immediata come ci si potrebbe aspettare. Neppure in un caso così ROBERTO SAVIANO, “ GOMORRA “
clamoroso come quello napoletano.Ciò che impressiona di più è lo
Vicino a Grazzanise era stata
scaricabarile a cui stiamo assistendo. Colpisce il «rifiuto» di responsabilità e
accumulata tutta la terra di
il deficit di consapevolezza che affiora in questa vicenda. Perché mette in spazzamento della città di Milano. Per
luce una cultura diffusa dell’irresponsabilità che interessa primariamente le decenni tutta la spazzatura raccolta
istituzioni, ma non risparmia neppure i cittadini. Gli amministratori del Nord nelle pattumiere dai netturbini
che in questi giorni si sono premurati di fare dell’ironia, dichiarandosi milanesi, quella scopata al mattino,
indisponibili ad accollarsi l’immondizia del Sud, non dovrebbero dimenticare era stata raccolta e spedita da queste
quanto è stato svelato dalle inchieste giudiziarie e denunciato da Roberto parti. Dalla provincia di Milano ogni
Saviano. Ovvero il gran numero d’imprese centro-settentrionali coinvolte giorno ottocento tonnellate di rifiuti
nello smaltimento illegale, e a basso costo, dei propri rifiuti nelle discariche finiscono in Germania. La produzione
del Mezzogiorno. A loro volta gli amministratori meridionali, che complessiva è però di milletrecento
attribuiscono lo sfascio alla criminalità organizzata e al mancato sostegno tonnellate. Ne mancano quindi
dello Stato, non dovrebbero dimenticare i dati disastrosi sulla «raccolta all’appello cinquecento. Non si sa
differenziata» dei rifiuti che li inchiodano alle loro responsabilità. La dove vanno a finire. Con grande
normativa nazionale poneva come obiettivo il 35% da raggiungere entro il probabilità questi rifiuti fantasma
2006. La finanziaria del 2007 aveva innalzato la quota al 40% indicando come vengono sparpagliati in giro per il
traguardo il 60%, da raggiungere nel 2011. Le regioni del Sud sono Mezzogiorno. Ci sono anche i toner
sideralmente lontane da questi obiettivi. Secondo il Rapporto rifiuti delle stampanti ad ammorbare la
dell’Apat, infatti, il dato medio nazionale ha toccato il 24% nel 2005. Ma con terra, come scoperto dall’operazione
un evidente squilibrio territoriale: nel Nord si è arrivati al 38%, nel Centro al del 2006 “Madre Terra” coordinata
dalla Procura di Santa Maria Capua
19% e nel Sud appena al 9%. I dati Istat sui 111 Comuni capoluogo di
Vetere. Tra Villa Literno,
provincia segnalano poche variazioni anche per il 2006.
Castelvolturno e San Tammaro, i toner
Al di là delle evidenti inefficienze istituzionali, tuttavia, la questione rifiuti delle stampanti d’ufficio della
assume una valenza più generale. Coinvolge i comportamenti dei cittadini, Toscana e della Lombardia venivano
nella veste di consumatori, e mette in luce un deficit di cultura nazionale sversati di notte da camion che
sulla questione. Innanzitutto, dipendiamo ancora troppo dal «sistema delle ufficialmente trasportavano compost,
discariche» che invece, secondo la legislazione comunitaria, dovrebbe avere un tipo di concime. L’odore era acido
un ruolo residuale nella gestione del ciclo dei rifiuti. L’Italia non produce e forte, ed esplodeva ogni volta che
una quantità di rifiuti urbani pro-capite superiore a quella degli altri Paesi pioveva. Le terre erano cariche di
europei più sviluppati. Nel 2006 ci collocavamo sui 548 kg all’anno per cromo esavalente. Se inalato, si fissa
persona, contro una media di 557 kg nell’area euro. Non facciamo neppure nei globuli rossi e nei capelli e
troppo male sul fronte della raccolta differenziata. Certo siamo lontani da provoca ulcere, difficoltà
Germania, Norvegia, Olanda e Svezia che - secondo i dati Ocse - oscillano respiratorie, problemi renali e cancro
intorno a tassi di riciclaggio del 44-50%. Ma siamo saldi nel drappello dei ai polmoni. Ogni metro di terra ha il
«paesi inseguitori».Ciononostante, nelle discariche finisce circa la metà suo carico particolare di rifiuti.(...)
dell’immondizia delle nostre città (il 52% basandoci sui dati Eurostat). Certo Da nord verso sud i clan riescono a
molto meglio del 1995, quando ne interravamo oltre il 90%, ma molto peggio drenare di tutto. Il vescovo di Nola
del resto di Eurolandia che ricorre a questo metodo solo per il 31% dei definì il sud Italia la discarica abusiva
rifiuti, utilizzando invece più di noi, oltre al riciclaggio, anche dell’Italia ricca e industrializzata. Le
scorie derivanti dalla metallurgia
l’incenerimento (22% di contro al nostro 12%). Ma il fatto più grave è ancora
termica dell’alluminio, le pericolose
un altro. È che nell’ultimo decennio in Italia la quota di rifiuti per persona è
polveri di abbattimento fumi, in
aumentata del 20%, contro una media europea del 6%. Segno che le politiche
particolare quelle prodotte
di prevenzione non hanno funzionato e che non ha ancora preso piede dall’industria siderurgica, dalle
un’adeguata cultura del «consumo consapevole». Siamo ben lontani dai casi centrali termoelettriche e dagli
europei più virtuosi, come quello della Germania che oltre alla diffusione inceneritori. Le morchie di
della raccolta differenziata ha notevolmente ridotto la sua produzione pro- verniciatura, i liquidi reflui
capite di rifiuti urbani: -12% nell’ultimo decennio.Tornando all’Italia, tutti contaminati da metalli pesanti,
colpevoli nessun colpevole? No tutti, diversamente, responsabili. amianto, terre inquinate provenienti
Trasformiamo l’emergenza di Napoli in uno stimolo positivo per l’intero da attività di bonifica che vanno a
Paese. E per il Mezzogiorno in particolare. La strategia dell’ottimismo di inquinare altri terreni non
Prodi parta concretamente da Napoli. Associando alla fuoriuscita contaminati. (...)
dall’emergenza un piano di sostenibilità-rifiuti che, utilizzando incentivi e
sanzioni finanziarie e fiscali, porti nella capitale partenopea - e nelle altre
regioni del Sud - la raccolta differenziata sui livelli degli altri Paesi europei.
In tempi ragionevoli.

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