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TFA di Lingua Cinese (A111)

Errori, incompletezze, imprecisioni, dubbi ed altro

(A) QUESITI DA TOGLIERE: LA NON LICEIT DI QUESITI SUL (CINESE CLASSICO)

Tra i quesiti sottoposti ai candidati che si sono presentati per il test preliminare del TFA di Lingua Cinese (A111) in data 19 luglio 2012, ce ne sono ben QUATTRO in o lingua cinese classica. I quesiti in questione sono i seguenti: Quesito no. 15 (nel quale si chiede di proseguire il verso dato); Quesito no. 30 (nel quale viene chiesto a chi appartenga una data citazione si tratta di una frase attribuita al politico-letterato di epoca Song Fan Zhonyan); Quesito no. 31 (nel quale viene chiesto di decidere quale sia il significato corretto di un dato carattere all'interno di una coppia di versi); Quesito no. 32 (nel quale viene chiesto di decidere quale sia il significato corretto di un dato carattere all'interno di una citazione di un'opera letteraria si tratta di un passo preso dallo o Commentario di Zuo, I, 1, 3). Il cinese classico una materia non presente in tutte le universit italiane (all'Orientale di Napoli, ad esempio, si studia solo in un esame di Filologia Cinese) e certo non indispensabile per linsegnamento del cinese moderno nelle scuole. I quesiti di cui sopra sono stati inseriti in aperta violazione di quanto recitato nell'Allegato A del Decreto n. 22 del 9 febbraio 2005 sui requisiti di accesso per le classi 45/A e 46/A; tale Decreto citato peraltro nel comma 3a dell'Art.1 del Decreto Ministeriale 11 novembre 2011, quello che formalmente ha decretato l'attivazione del TFA. Inoltre, il Bando di ammissione ai corsi di Tirocinio Formativo Attivo per l'insegnamento nella scuola secondaria di secondo grado pubblicato sui siti delle diverse universit fa esplicito riferimento (si veda il comma 1a dell'Art. 2 del Bando di ammissione citato) al Decreto Ministeriale del 30 gennaio 1998, n. 39, nel quale non vi alcuna indicazione relativa ad esami di lingua classica per l'abilitazione all'insegnamento di una lingua moderna. I soli requisiti richiesti per accedere al TFA, infatti, sono quelli di avere sostenuto tutti gli esami di Lingua e Letteratura Cinese, pi l'avere accumulato 12 crediti di Linguistica. Nel citato Decreto n. 22 del 9 febbraio 2005 si legge infatti: Art. 1 1 - E' approvato l'Allegato A, che costituisce parte integrante del presente decreto, nel quale sono indicate, distintamente per le classi di abilitazione di cui al D.M. n. 39 del 30 gennaio 1998 citato in premessa, le lauree specialistiche (LS), i requisiti minimi e i titoli aggiuntivi, ai fini dell'ammissione alle prove di accesso alle Scuole di Specializzazione per l'Insegnamento Secondario (S.S.I.S.) e per il reclutamento del personale docente a tempo determinato nelle scuole secondarie. Nell'Allegato A del Decreto n. 22 del 9 febbraio 2005 si legge che per le classi di concorso 45/A e

46/A (Denominazione delle suddette classi di concorso: Lingua Straniera e Lingue e civilt straniere rispettivamente) i requisiti minimi di accesso per le classi concorsuali sono: - avere accumulato almeno 12 crediti nei settori scientifico-disciplinari L-LIN 01 o L-LIN 02; - avere terminato un corso di durata triennale della lingua (36 crediti); - avere terminato un corso di durata biennale della relativa letteratura (24 crediti). Vengono qui di seguito riportate quali siano da intendersi i settori scientifico-disciplinari L-LIN 01 o L-LIN 02, dai quali si evince che il cinese classico NON tra le discipline obbligatorie L-LIN/01 - GLOTTOLOGIA E LINGUISTICA (EX: L09A - GLOTTOLOGIA E LINGUISTICA, L09F - FILOLOGIA BALTICA) Comprende gli studi teorici sul linguaggio, la storia del pensiero linguistico e gli studi di linguistica storica, con riferimento ai problemi del mutamento e alle metodologie della comparazione e della ricostruzione; comprende inoltre lo studio della variazione linguistica, del plurilinguismo e del contatto linguistico, delle tematiche sociolinguistiche ed etnolinguistiche. Include, nell'ambito delle metodologie applicative del linguaggio, lo studio degli aspetti fono-acustici, morfosintattici e lessicografici anche con applicazioni descrittive a lingue e dialetti, nonch la psicolinguistica, lo studio delle patologie linguistiche, delle interazioni tra linguistica e informatica e delle problematiche dell'educazione alla linguistica. Comprende altres lo studio delle lingue di ambito baltico e della relativa filologia. L-LIN/02 - DIDATTICA DELLE LINGUE MODERNE (EX: L09H - DIDATTICA DELLE LINGUE MODERNE) Comprende gli studi relativi all'insegnamento linguistico tanto della lingua madre quanto di altre lingue parlate, con specifica attenzione agli aspetti teorici, anche relativamente al problema della traduzione, ed alle lingue speciali e con particolare riferimento alla didattica delle lingue straniere moderne e alle tecniche didattiche di trasmissione delle conoscenze linguistiche.

* Peculiarit del (cinese classico) che rendono inammissibile il suo inserimento in citazioni decontestualizzate Il quesito no. 32 chiede quale sia il significato della particella nelle due frasi indicate. Il brano preso dallo o Commentario di Zuo, I, 1, 3 (Traduzione del passo: Oso chiedere che intendi dire domand Ying Kao-shu. Il duca gli spieg il motivo e gli confid anche di essersi pentito traduzione italiana dal cinese a cura di Fausto Tomassini, in Primavera e Autunno con i Commentari di Tso, Rizzoli, 1984, pag. 3). Per potere sapere che in questo caso un sostituto riferito ad una persona (cio a come viene , detto nella risposta corretta), bisognerebbe avere un contesto molto pi ampio, e qui lo spazio troppo limitato perch si possa formulare una tale ipotesi (la particella pu, tra l'altro, assumere valore di elemento nominalizzante e addirittura di verbo di movimento). ben noto a tutti i sinologi come nel cinese classico non sia possibile determinare con precisione il valore morfosintattico di un carattere se non si ha a disposizione un contesto sufficientemente ampio per formulare delle buone ipotesi di lavoro (e va da s che per contesto si intende anche la conoscenza dell'opera e del pensiero dell'autore, entrambi elementi che qui mancano). Non c'

modo di sapere, poi, se il carattere si riferisca ad un nome proprio, ad un verbo o ad un semplice sostantivo, cosa che indirizzerebbe verso un'interpretazione anzich verso l'altra. Qualsiasi sinologo pu confermare l'impossibilit di tradurre numerosissime espressioni in wnyn avendo a disposizione solo una manciata di caratteri. Nel test del 19 luglio 2012, quindi, ammettendo che tutti i candidati avessero potuto inserire il cinese classico nel proprio curriculum di studi universitari, sarebbe forse stato opportuno sottoporre ai candidati dei testi abitualmente studiati durante le lezioni di sinologia nelle universit italiane come i Dialoghi di Confucio, il Mencio, il Xunzi, lo Hanfeizi o altro; ci si forse dimenticati che una mezza riga non basta per fare un'analisi seria di una lingua per cui i due esami canonici previsti un tempo erano tutt'altro che sufficienti? Ci sono quindi sufficienti ragioni non solo di ordine regolamentare (si veda quanto scritto in precedenza), ma anche tecnico, per potere sollevare una questione tutt'altro che indifferente: quella, cio, della liceit di dare passi in cinese classico ad un esame di abilitazione per l'insegnamento del cinese moderno. A meno che, certo, non si chiedano a chi studia francese moderno passi dei Serments de Strasbourg, o testi in langue d'oc o langue d'ol, a chi studia tedesco poemi in sassone medievale, e a chi si presenta per la lingua inglese stralci in anglosassone. Va rilevato che in tutti questi casi, comunque, la distanza tra la lingua antica e quella moderna incomparabilmente minore rispetto a quella che separa il wnyn dal mandarino odierno. Ora, risaputo tra gli addetti ai lavori (ahim non a tutti, evidentemente) come cinese classico e cinese moderno siano DUE lingue completamente diverse che persino un madrelingua non potrebbe capire senza un lungo studio di anni alle spalle. Forse chi deve essere abilitato all'insegnamento della lingua italiana obbligato a saper tradurre citazioni dal latino di Ammiano Marcellino o Rutilio Namaziano? Visto che nel nostro Paese esistono due diversi corsi di laurea, uno per Lettere Classiche e uno per Lettere Moderne, perch questa distinzione non stata fatta anche per la lingua cinese, che possiede un patrimonio che copre quasi tre millenni di documenti? Qui di seguito vengono riportate le opinioni di illustri sinologi in merito alle peculiarit del cinese classico: Maurizio Scarpari, Avviamento allo studio del cinese classico, Cafoscarina, Venezia, 1995, pag. 13: Per lingua cinese classica si intende l'espressione colta di un gruppo di dialetti parlati in un'area grosso modo corrispondente all'odierna Cina settentrionale e centrale, accomunati da una sorta di lingua franca in uso in un periodo all'incirca compreso tra il 500 e il 200 a.C. [] La lingua scritta divenne un mezzo di comunicazione artificiale [...] comunemente noto con il nome di wnyn lingua letteraria, impiegato da letterati e funzionari per quasi due millenni, fino all'inizio di questo secolo []. Una lingua incomprensibile ai non iniziati, il cui apprendimento richiedeva un tirocinio gravoso e che, proprio per questo suo carattere quasi inaccessibile, assicurava a una consolidata e ristretta lite di funzionari-letterati il controllo totale della complessa struttura burocratica e di potere dell'impero. Michael Fuller, An Introduction to Literary Chinese, Harvard University Asia Center, Cambridge (Massachusetts), and London, 2004, pagg. 1-3: Learning to recognize the basic structures of literary Chinese syntax is a relatively easy matter of acquiring experience with the language. Learning the patterns, however, is just the beginning. After one has mastered the technical aspects of grammar presented in this textbook, one meets a new and unusual problem. Literary Chinese is an uninflected language. [] Literary Chinese texts often are syntactically overdetermined; that is, there may be several perfectly grammatical ways to explain the syntax of a sentence. Skill in reading, then, lies in deciding which alternative is most likely rather than simply whether the alternatives are grammatically possible. Such judgments of meaning

cannot be based on grammar alone. They rely not only on a knowledge of syntax but also on a sense of the larger arguments of the sentence, the paragraph, and the composition as a whole. They also call upon knowledge of the usage of the particular characters in question, in terms of both the author's habits and the contemporary and prior history of the expression. They call, further, upon the text's many intersecting historical contexts and, finally, upon one's own tendencies as a reader how one wants to push the text, given one's own preconceptions and purposes. To read literary Chinese, then, one must know more than syntax. [] Sometimes one can know the meaning and function of every word in a sentence and still not have the slightest idea what the sentence means. In that case one looks for other clues. The sentence is part of a paragraph; perhaps the organization of the paragraph will help. The paragraph is part of a composition, the composition is part of an author's extant works, the author's extant works are part of the writings of a particular time, and the writings of a particular time are part of a culture's evolving textual tradition. We read each group of texts in the context of the larger body of material. But the process works both ways. The parts tell us how to read the whole, just as the whole tells us how to read the parts. So, if one discovers something new or raises a compelling question never asked before, the reinterpretation of a single work may require a rereading of the larger oeuvre. The rereading of a single author may compel the re-evaluation of an era, and revising our understanding of one era may reshape our understanding of an entire tradition. This movement using parts to construct wholes and using wholes to understand parts is called the hermeneutic circle. Paul Rouzer, A New Practical Primer of Literary Chinese, Harvard University Asia Center, Cambridge (Massachusetts), and London, 2007, pag. XII: One can say [] that reading literary Chinese is largely a matter of semantic mastery (i.e., a knowledge of character meanings and which meanings occur in which situations). It only takes a few weeks to learn the basic rules of literary grammar, but it takes many years of work to become comfortable with how characters are used. This is one of the reasons why using dictionaries when reading literary Chinese is both necessary and frustrating: You will need to know a wide range of meanings for each character, but in many cases you will have no idea which possible meaning is applicable to the sentence you are reading. [] You must keep the rules in mind but also retain a healthy degree of skepticism not every sentence is going to be analyzable in a classic way. [] The various meanings of a character tend to congregate around certain kinds of writing; the same character may appear in a legal document, a poem, a philosophical essay, a Buddhist sutra, and a medical treatise, but it will have a different meaning in each of those texts. One might say, as a result, that there is not one coherent language literary Chinese but rather a proliferation of dialects distinguished by type and style. You may very well find when you confront a new type of text that it suddenly becomes opaque you can more or less figure out how the rhythms and syntactical structures of the text work, but you have no idea what it means. As you confront each new type of writing, some patience is required while you master the new semantic range for the type of writing you are reading.

(B) QUESITI PER I QUALI AMMISSIBILE PI DI UNA RISPOSTA

Quesito no. 8 (Risposte corrette: A e B) Secondo la risposta A, il verbo del secondo dei tre esempi dati si comporta da verbo non ausiliare

in quanto il verbo successivo, risulta nominalizzato dalla particella e quindi svolge, assieme a , questa, il ruolo di sintagma nominale; se pertanto, non risulta seguito da un sintagma verbale, va , considerato verbo non ausiliare (indicato nella risposta con ). Secondo la risposta B, invece, la particella svolge le funzioni di particella modale e non di particella nominalizzante; in tal caso costituisce uno dei due elementi fondamentali della cosiddetta costruzione (l'altro elemento il verbo che pu essere il pi delle volte sottinteso, , come in questo caso, creando appunto la frase che viene data come secondo esempio: ). Si veda a questo riguardo Magda Abbiati, Grammatica di cinese moderno, Cafoscarina, Venezia, 1998, pagg. 162-164 e pag. 170. Nel caso si consideri come particella nominalizzante, quindi (risposta A), la traduzione della frase data sar Egli vuole [qualcosa] da bere; nel caso invece faccia parte di una costruzione enfatica comunemente nota come costruzione , la traduzione della frase sar: Vuole sicuramente ... bere | S che vuole bere | Vuole di certo bere. Un contesto pi ampio potrebbe sicuramente determinare con un ampio margine di certezza quale sia la risposta da dare, ma qui il contesto manca, pertanto sono da ritenere esatte entrambe le risposte.

Quesito no. 29 (Risposte corrette: A e B)

Il quesito chiede quale sia la linea di demarcazione geografica che divide il Nord dal Sud della Cina. Ebbene, tradizionalmente questa linea sempre stata considerata il Fiume Azzurro o Fiume Yangzi (noto anche come ); basta consultare uno qualsiasi dei manuali in uso presso i corsi di lingua e letteratura cinese nelle nostre universit per rendersene conto e verificare. Si vedano a questo riguardo le seguenti citazioni:

Miriam Castorina, La cultura cinese, Hoepli, Milano, 2011, pag. 25: Il fiume Azzurro [] in cinese , [] che nasce nell'altopiano del Tibet e sfocia nel mar Cinese Orientale a nord di Shanghai dopo aver tagliato da ovest a est tutta la Cina, tradizionalmente segna la linea naturale di demarcazione tra il Nord e il Sud, distinzione che risulta particolarmente rilevante quando si fa riferimento a questioni amministrative (in tutto il territorio a sud del Fiume Azzurro, per esempio, il governo non garantisce il riscaldamento pubblico). Catherine Bourzat, Cinesi e Cina, Touring, Milano, 2005, pag. 24): Il Guangdong (Canton) il Sud o, in senso letterale, l'Est del vasto Sud. Storicamente, la sfera cantonese sempre stata percepita come lontana. Infatti, si trova pi a sud di quella che per tradizione era definita la Cina del Sud, ovvero il Jiangnan, il delta del fiume Yangzi il cui corso traccia una frontiera fisica e climatica con la Cina del Nord.

Si vedano inoltre le seguenti citazioni contenenti informazioni dalle quali si deduce che lo Yangzi la linea di demarcazione tra Nord e Sud della Cina (il criterio di deducibilit di un'informazione stato adottato anche nei quesiti di lingua italiana nel test sottoposto ai candidati in data 19.07.2012):

Jacques Gernet, La Cina antica dalle origini all'Impero, Luni, Milano, 1994, pag. 12): A partire dal momento in cui le regioni del medio corso e del delta del grande fiume Yangzi, dapprima selvagge e poi lentamente colonizzate dopo l'inizio del I millennio a.C., cominceranno ad

avere un loro peso nella storia, si vedr nascere l'antagonismo, per genere di vita, temperamento e tradizioni, dei Cinesi del Nord, terrieri e che si nutrono di miglio e grano, nei confronti dei Cinesi del Sud, battellieri e marinai, che si nutrono di riso. Tuttavia il contrasto fra la Cina dello Yangzi e quella del fiume Giallo nasconde una diversit di culture locali che dipende dall'esistenza di regioni naturali. Sabattini-Santangelo, Storia della Cina, Laterza, Bari, 1989, pag. 6: Per un lungo periodo della storia cinese, il Nord rappresent il centro economico e politico. Gli stessi territori settentrionali presentano d'altro canto due regioni naturali ben distinte, [] l'area del Guanzhong [] la grande pianura alluvionale del Fiume Giallo. [] Le regioni a sud dello Yangzijiang erano abitate in origine da popolazioni di ceppo etnico e linguistico diverso da quelle della Cina del Nord. Il processo di integrazione delle regioni meridionali in una comune civilt richiese tempi molti lunghi, e conobbe fasi storiche diverse. [] In origine, il problema fondamentale di tale area era lo scarso popolamento. A partire dal IV secolo, per, ebbero inizio una serie di ondate migratorie provenienti dalle regioni settentrionali, le quali posero le basi per un grande sviluppo della produzione agricola. I notevoli progressi realizzati nella risicoltura nell'VIII secolo determinarono infine uno spostamento del centro economico dal Nord al Sud. Sabattini-Santangelo, op. cit., pagg. 220-221: Ben pi potente era il regno di Wu, che poteva contare sul controllo del bacino medio e inferiore dello Yangzi, ed estendeva il suo dominio a tutta la Cina del Sud. Helwig Schmidt-Glintzer, Storia della Cina dall'Impero Celeste al Boom Economico, Mondadori, Milano, 2005, pag. 186: L'immagine del XII e XIII secolo stata maggiormente determinata dagli sviluppi che portarono a un'ortodossia neoconfuciana all'epoca dei Song meridionali (1127-1279) nelle regioni del basso Yangzi. Eppure anche le espressioni culturali del Nord all'epoca della dinastia Jin hanno influenzato in misura notevole le dinastie successive Yuan, Ming e Qing. Ora, la risposta data per corretta risulta essere la catena del Qinling e il fiume Huai, altres nota come Linea Qinling-Huaihe, per la quale la definizione pi giusta sarebbe quella di , cio linea di demarcazione geografica naturale tra Cina del Nord e del Sud, dato che la catena del Qinling ha sulle zone a nord e a sud della stessa effetti anche climatici (e quindi la sua presenza ha solo ed esclusivamente a che vedere con una questione di elementi naturali). Nel testo della domanda si parla solo di cio di linea di demarcazione , geografica tra Nord e Sud: tale linea il Fiume Azzurro (elemento per l'appunto geografico ma, cosa ancora pi determinante, pure culturale). La risposta B (quella cio che identifica la linea di demarcazione Nord-Sud nel Fiume Azzurro) quella pi frequentemente citata persino nelle opere a carattere specialistico, e va considerata corretta tanto quanto la A.

Quesito no. 39 (Risposte corrette: A e D) Il quesito pone la seguente affermazione Lei di statura media, ha occhi azzurri e capelli neri, e le piacciono i vestiti verdi | le piace vestirsi di verde, dopo di che viene chiesto quale sia la domanda pi adatta per ottenere come risposta questa affermazione. Viene segnalata come esatta la risposta A, ma da considerarsi assolutamente normale e corretta anche la risposta D, che chiede

esplicitamente quale sia l'aspetto della persona in questione. All'obiezione che qualcuno potrebbe sollevare a riguardo (dicendo che l'ultima parte dell'enunciato, cio si riferisce non tanto ad una caratteristica fisica distintiva quanto ad un gusto , personale) si pu rispondere in due modi: (1) Innanzitutto il direzionale composto trova uso con valore limitativo in relazione tanto all'aspetto fisico del momento (come nelle espressioni che te ne pare di...?) quanto ad una caratteristica considerata pi o meno permanente e comunque sempre legata ad una valutazione dell'aspetto esteriore. E arriviamo al punto. Non bisogna mai dimenticare, quando si ha a che fare con una lingua, che un ruolo fondamentale lo riveste quella branca che va sotto il nome di pragmatica, la quale prende in considerazione tutti quegli aspetti del messaggio linguistico che di fatto sono presenti nell'atto comunicativo anche se non emergono in superficie da alcun contrassegno linguistico preciso ( un po' il caso di Mi sa dire l'ora?, domanda alla quale, se si analizzassero i costituenti della frase, si dovrebbe rispondere solo S, No, oppure Forse, mentre la domanda sollecita un'altra reazione, che quella di comunicare l'ora a chi l'ha chiesta); ebbene, nell'espressione indicata al quesito no. 39 il parlante potrebbe semplicemente sentire la necessit, dopo aver comunicato alcuni (tre, per la precisione) dati fisici sulla persona descritta, di aggiungerne un quarto che, apparentemente riferito ad un gusto personale, ha invece delle ripercussioni su alcuni tratti distintivi di riconoscimento fisico relativi alla persona da individuare tanto pi se si considera che non viene data, in merito al carattere, nessuna informazione come se volesse dire Sappi che spesso vestita di verde, visto che le piacciono i vestiti di quel colore, e quindi ti potrebbe capitare di vederla spesso con questo colore addosso; (2) In cinese non esiste l'obbligo di ripetere il soggetto di un predicato laddove questo sia gi noto dal contesto; per cui l'ultima frase, pu anche essere considerata come , un'aggiunta finale e del tutto avulsa dal direzionale composto il cui soggetto sottinteso , sempre . In merito alla possibilit del direzionale composto di riferirsi a descrizioni sia fisiche che caratteriali si vedano i siti cinesi di riferimento (solo alcuni di quelli che, con un po' di pazienza, di possono trovare): http://www.ichacha.net/ .html http://dict.youdao.com/w/ / e anche http://www.dictall.com/indu56/56/56560749866.htm

Quesito no. 44 (Risposte corrette: A e D)

Va considerata corretta tanto la risposta A quanto la risposta D. Entrambe, infatti, introducono una proposizione coordinata mediante una congiunzione di tipo avversativo che indica un contrasto con quanto detto in precdeenza. Inoltre, la presenza della virgola prima della frase da inserire non rende immediatamente comprensibile che si possa trattare di elemento che in genere ha valore , coordinante e unisce sintagmi con valore verbale (il pi delle volte senza essere preceduto dalla virgola). La differenza tra le opzioni A e D la stessa che c' anche in italiano tra ma, e, per, invece e quant'altro. Non tale da far preferire la risposta A alla risposta D. Un parlante madrelingua pu confermare (Hu Chunshang, candidata al test presso la sede dell'universit di Venezia, lo ha fatto) che sono corrette entrambe le opzioni. epossono essere usati insieme,

tra l'altro; in tal caso segue , e si ha cio . Un eventuale soggetto deve sempre precedere . Si veda inoltre quanto scritto nel dizionario monolingue ( Pechino, , 2012, pag. 211): [...] . Si veda inoltre quanto segue in merito alla definizione di nel dizionario monolingue Contemporary Standard Chinese Dictionary presente su www.nciku.com: http://www.nciku.com/search/zh/detail/%E8%80%8C/1303783 """" Per un esempio d'uso di si veda quanto segue: http://health.gansudaily.com.cn/shenbing/sbzt/jizuo/19533279434.html ?

Quesito no. 58 (Risposte corrette: A e B)

Si chiede in questo quesito dove sia ambientato il confronto tra professore e studentessa. La risposta indicata come corretta la risposta A: definito precisamente nel testo attraverso alcuni particolari espliciti. Peccato che di esplicito e di preciso ci sia ben poco, eccetto la Tuscolana a cui l'insegnante fa due volte riferimento. Questo elemento, per, non solo un elemento di riconoscimento INDIRETTO (dal quale si dovrebbe dedurre che ci si trova a Roma, infatti, ma anche in qualche paese dei dintorni e niente pi), ma non poi neanche tanto preciso, in quanto non permette di identificare il luogo con esattezza (sarebbe come dedurre dove ci si trova di preciso citando solo la Laguna Veneta). Il referente, pertanto, ricopre un'area non vastissima ma neppure troppo ristretta, e per questa ragione non pu essere descritto come definito precisamente. L'unico altro riferimento al luogo dove avvenuto il confronto lo troviamo alla seconda riga del Testo 2, per l'appunto dove si dice in una classe di una qualsiasi periferia italiana: in questo caso, certo, l'autore si sta riferendo al fatto che la situazione da lui vissuta simile a quella provata da chiss quanti altri insegnanti nelle varie periferie italiane, ma l'aver stabilito fin dall'inizio questa prospettiva a lasciarci intendere come, invece, la localizzazione sia determinante fino ad un certo punto: quel che importa infatti come tutte le periferie italiane, pi o meno, siano interessate da questo genere di situazioni. Rimangono pertanto vaghi gli elementi identificativi nel brano, fermo restando che chiunque sarebbe in grado di dire che questo dialogo NON si svolto in una periferia qualsiasi. Tuttavia, dato che il confronto fatto dall'insegnante fin dall'inizio tra la realt da lui vissuta e quella di tutte le periferie italiane, si pu dire che la situazione descritta riguardi tutte le periferie (se no, perch dirlo anche esplicitamente all'inizio?). Ad aumentare l'indeterminatezza della localizzazione, poi, contribuisce l'articolo indeterminativo una (riferito a classe) della seconda riga, ripetuto poi in riferimento alla parola periferia, termine ulteriormente indebolito nella sua collocazione accanto ad un aggettivo di tipo indefinito come qualsiasi. Questo lo chiamate luogo definito

precisamente? Per questa ragione anche la B deve essere considerata una risposta corretta.

Quesito no. 59 (Risposte corrette: A e B)

Il tempo nel Testo 2 definito con chiarezza: alla quinta riga viene infatti detto esplicitamente Eravamo negli ultimi dieci minuti di lezione, quelli che.... Pertanto la risposta corretta la B. Quanto alla A, quella cio segnalata come corretta, esiste un problema di fondo. Dire infatti che il tempo nel Testo 2 determinante e anzi il presente confrontato con il passato, significa fare del tempo il punto fondamentale di quanto accade nell'intero testo, il cui perno invece il riconoscimento, da parte dell'insegnante, di una realt che non aveva compreso prima del confronto con la studentessa. Certo, nel corso del testo il presente messo a confronto con il passato, ma non questo il punto fondamentale del testo, all'interno del quale si d ampio spazio ad una riflessione sui giovani di oggi e sulla macchina tritacarne in cui sono finiti. Elemento fondamentale, poi (visto che la domanda fa esplicito riferimento al tempo), che nella risposta A si considera il tempo nel suo effetto, come il mutare di una societ e dei suoi costumi lungo il corso degli anni (per cui un tempo si cercava di emulare i grandi mentre adesso si cercherebbe solo di guadagnarsi un posto al sole), mentre nella risposta B il tempo visto da un punto di vista puramente cronologico come elemento localizzatore dell'attimo in cui accade l'azione descritta, cio il confronto insegnante-allieva avvenuto una mattina prima che la lezione finisse: come si pu dire che una risposta sia giusta a discapito dell'altra? Andava precisata meglio la prospettiva, se se voleva avere una risposta univoca. Essendo quindi la domanda formulata in modo ambiguo, la risposta da considerarsi corretta la B, o devono essere considerate corrette sia la A che la B.

Quesito no. 60 (Risposte corrette: C ed eventualmente A)

La domanda non ben formulata. Va tuttavia considerata corretta in primo luogo la risposta C. La domanda, infatti, chiede cosa significhi ostentare le mutande firmate, NON cosa rappresentino le mutande stesse. Il gesto di ostentare delle mutande firmate, si evince dal brano proposto, frutto di un comportamento conformista che i giovani sono costretti a scegliere loro malgrado, essendo loro impedito l'accesso a qualsiasi genere di realizzazione nella vita. Il punto in cui si parla dell'essere spettatori della vita, invece, quando l'insegnante confronta chi ce l'avr fatta con chi sar costretto a razzolare nel nulla. Esula quindi dal semplice caso dell'ostentazione delle mutande per estendersi ad un campo pi ampio, quello che vede i giovani sempre meno padroni delle proprie vite. La contestualizzazione, qui come altrove, determinante, tanto pi per un testo che voglia presentarsi come banco di prova per un'analisi a carattere linguistico.

(C) QUESITI DA ANNULLARE PERCH NESSUNA DELLE RISPOSTE DATE ERA CORRETTA

Quesito no. 14 Il quesito chiede da quale tipo di teatro prenda principalmente forma l'Opera di Pechino. possibile constatare dai documenti disponibili per la consultazione che l'origine dell'Opera di Pechino si deve prima di tutto a compagnie di attori provenienti dal Sichuan e dall'Anhui. Si veda a questo proposito quanto segue: W. Idema, L. Haft, Letteratura Cinese, Cafoscarina, Venezia, 2000, pag. 226: "Tra il 1770 e il 1870 a Pechino and evolvendosi una nuova variante drammaturgica. Se ne pu far risalire lo sviluppo a numerose fonti. La struttura portante dell'opera di Pechino deriva da due tipi di bangzi qiang, rispettivamente noti come xipi e erhuang, introdotti a Pechino da attori provenienti dal Sichuan e dall'Anhui". Dal passo si evince come si tratti di compagnie, appunto, non di un'opera musicale (come invece riportato dalla risposta A considerata corretta. indica infatti NON una compagnia, bens un tipo di opera musicale (per cui nella risposta del quesito si pone l'accento su un tipo di forma codificata di teatro musicale). Se si parla di una formazione di un'opera musicale, si tende a mettere in relazione l'aspetto di trasformazione di una forma musicale nel tempo (si parla perci della variazione), mentre definire un'opera con un'etichetta un'operazione molto diversa. Non inoltre facile dare delle definizioni sulle origini di un patrimonio immateriale, a causa del fatto che in continuo cambiamento e trasformazione. La risposta segnalata come corretta si trova su Wikipedia, non sui testi di letteratura in adozione nelle diverse universit italiane. Si veda quanto segue: Testo in cinese da http://zh.wikipedia.org/wiki/ : ( 1790 ) Traduzione in inglese (da http://en.wikipedia.org/wiki/Peking_opera): Peking opera was born when the 'Four Great Anhui Troupes' brought Anhui opera, or what is now called Huiju, to Beijing in 1790, for the birthday of the Qianlong Emperor. Si veda inoltre: Jacques Pimpaneau, A propos des opras chinois et en particulier du bangzi, (in Sophie Moscoso, Hebei bangzi, opra traditionnel chinois, Les Cahiers dARTA, 1998, pp. 86-88): http://www.artacartoucherie.com/A-propos-des-operas-chinois-et-en.html Ce bangzi sest rpandu parce quil permettait une souplesse bien plus grande que le kunqu pour monter de nouvelles pices, parce quil tait plus mlodieux que le gaoqiang et parce quil tait plus vivant, donc plus populaire, que les autres genres. Il a gagn toute la valle du fleuve Jaune, du Gansu louest au Shandong lest et jusquau Hubei au sud, cest--dire dans toutes les provinces dont le dialecte appartenait au mme systme phonique. Il y fut apport par les riches marchands du

Shanxi qui taient aussi banquiers et qui pouvaient se permettre damener une troupe de leur province quand ils stablissaient au loin ; cest ainsi que des troupes de bangzi sinstallrent la capitale et dans toute la province du Hebei la fin du XVIIIe sicle. Ce style musical du bangzi a aussi influenc dautres genres: le xipi, qui est un des styles musicaux de lopra de Pkin vient du bangzi, et le erhuang, lautre style, sil vient du Anhui, avait lui aussi dj adopt le systme musical du bangzi. La plupart des opras locaux du sud ont galement englob ce systme, souvent par un phnomne de diffusion indirecte, partir de genres voisins. Dai testi rinvenuti possibile dire che NON esiste una fonte univoca che dia origine all'Opera di Pechino, bens pi di una. Si veda come anche dal seguente testo, che cita numerosissime fonti autorevoli, emerga come ilsia stato portato dalle truppe dell'Anhui, ma sia stato formato dall'amalgamarsi di molti generi diversi, tra i quali difficile trovarne uno principale. Si vedano, ad esempio, affermazioni come "the essence of jingju must be plural":

Li Ruru, The Soul of Beijing Opera: Theatrical Creativity and Continuity in the Changing World, Hong Kong University Press, 2010, pagg. 13-25:
http://books.google.it/books?id=vA7w3e1YR0C&printsec=frontcover&hl=it&source=gbs_ge_summary_r&cad=0#v=onepage&q&f=false

In 1785, before the development of jingju, a commentator divided the existing music/theatre into two categories: the "elegant section" (yabu), the orthodox theatre supported by the Qing court and the "flowerly section" (huabu), the vulgar theatre popular among commoners (Xihu Anleshanqiao 1974, 1:73). During the next hundred years, the competition between these rivals theatres saw the flowery section win over the court and educated class, leading to the success of the new genre: jingju. [...] The following are a few types of music/theatre in the flowery section that would affect jingju: [SONO STATE OMESSE LE SPIEGAZIONI DI CIASCUN TIPO] Yiyang qiang [...] Bangzi qiang [....] erhuang qiang [...] [...] The logic behind the theatrical terminology has misled people (including Chinese) into thinking that jingju is the drama of Beijing. This is wrong because jingju had a complicated development as a hybrid of many different styles that achieved its final shape in Beijing but did not originate in the area, and therefore the Beijing dialect only comprises a small part of its speech. [17] Furthermore, the genre had been in existence for decades under various titles such as luantuan, erhuang or pihuang before it came to be called jingxi or jingju, a name which was coined in Shanghai at the turn of the nineteenth and twentieth centuries. At that time, this unfamiliar genre was brought to Shanghai by the touring Anhui troupes that were based in Beijing. In order to make clear that the new genre was performed by troupes from Beijing rather than by Anhui troupes from other places, Shanghai audiences started referring to it as jingxi or jingju [...]

[17] Afer decades of debate, this is now a generally accepted theory of jingju's formation. However, the origins of its musical system are still controversial. For details see Li Dake (1985:27-46), Liu Jinyuan (1985, 74-87); Liu Xiaozhong and Guo Xiandong (1985, 105-13); Ma Yanxiang (1985, 126); Su Yi (1985, 47-60); Zhang Yinde (1985, 160-63); Ma Shaobo et al. (1999); Wang Zhizhang (2003) The Birth of Jingju Following the same path as other flowerly section genres, jingju took shape over a period of about seventy years. Anhui troupes The emergence of jingju was attributed to the Anhui Sanqing Troupe sent to Beijing by southern officiaals and merchants to celebrate the Qianlong Emperor's eightieth birthday in 1790. Sanqing was followed by a few more Anhui troupes arriving in the capital. These troupes, owned by Anhui merchants, employed actors mostly from the Jiangsu area, the birthplace of the kun theatre. They were so versatile that they performed a full repertoire of kun, huidiao (a type of erhuang musical theatre popular in Anhui) and other theatres in the flowerly section in the south. In addition, they excelled at acrobatics. After the official birthday celebrations, the troupes stayed in the capital and started performing for the public. Wang Zhizhang recorded in his Chronology that, in order to compete with the well-established and succesfull genres in the capital, and to overcome the difficulty that Anhui erhuang theatre would appear alien to Beijing audiences, the Anhui troupes invited actors from jingqiang and bangzi to join their companies and presented variety bills on the stage (2003, 20). They probably further devekoped the farmed acrobaties in their repertoire because there was no language barrier involved. Handiao actors The other significant contribution to the emerging genre of jingju was that of handiao actors, who came to Beijing from Hubei in the 1830s. Hubei and Anhui are neighbouring provinces, and the music of each influenced the other. However, as the dialects were different, Hubei's erhuang music was different from Anhui's. Its rise and fall were more noticeable following the tones of the Hubei accent. In addition, Hubei actors also sang xipi, a local alteration based on the nort-western bangzi music. These actors joined the Anhui troupes, contributing to both repertoire and music, and thus a more sophisticated pihuang modal system (a combination of xipi and erhuang) evolved and became the basic structure for the future jingju music. Formative links in jingju's creation Based on an assorted cast and through metamorphoses of pre-existent forms, the new genre, jingju, appeared as a complex theatrical amalgamation. Although many regional varieties of the indigenous theatre had enjoyed similar dynamics of merging with and borrowing from each other, jingju's formation was more sophisticated and on a larger scale, because it emerged relatively late, and in addition, it was a highly developed urban theatre, which had come to Beijing over the past two hundred years from different areas and evolved further in the capital. The first generation of performers who invented jingju deliberately challenged the kun, yiyang and bangzi theatres that had dominated the stage in the city; they also selected and utilized styles of a wide variety of pre-existen music and genres. They were boldly innovative in their treatment of the repertoire and performing conventions. Thus, jingju, a child of mixed blood surpassing its "regional ancestors", was not only stronger than any of the pre-existent regional theatres, but also looked and sounded familiar in different areas.

Figure 1.1 (on page 21) shows the major influences on the creation of jingju. [...] Although Chinese scholars agree on the general theory of how jingju was formed, they differ on the details. For example, there are ten different interpretations of the origin of the jingju's main musical system, erhuang (Ma Shaobo et al. 1999, 45). The following diagram and discussion are thus a synthesus of my reading of different sources, especially three authoritative works: The history of Chiense Jingju (Ma Shaobo et al. 1999), The Chronology of Chinese Jingju (Wang Zhizhang 2003) and the History of Chinese Song-Dance Drama (Zhang Geng and Guo Hancheng 1992). [...] In broad summary, the formation of jingju was completed after it had imitated the kun's formalized acting, dance and way of speech, absorbed qinqiang's close-to-life acting and speaking style, adopted the erhuang and xipi musical modes from the hui and han theatres as its basic musical system, and taken the ready-made repertoire from all the pre-existent genres shown in Figure 1.1. [...] the essence of jingju must be plural. Cheng Yanqiu, one of the four great [male] masters who played female roled and the first principal performer in this volume, explained in his 1951 lecture: "The dance and song in pur indigenous theatre were not invented by theatre itself. We borrowed one tile from one neighbour and took a log from the other. Our theatrical form was recreated like a piece of scissor-and-paste work" (Cheng Yanqiu 2003, 330). A huge web system Jingju, formed as a vibrant fusion of strands drawn from other genres, has evolved an excepional ability to assimilate different styles of sialect, song, music and acting conventions. [...] jingju was born as an amalgamation synthetizing features from pre-existent theaters. [...] Jingju was created by a group of practitioners who had been trained in the pre-existent theatres shown in figure 1.1. The formation of the new genre was the performers' personal response to the theatrical tradition discussed above, and to the external world that will be discussed next. [...] During the period when the Anhui troupes dominated the Beijing stage, busy transforming various styles into the new genre jingju, China suffered invasions by foreign powers and large-scale peasant rebellions. Va quindi eliminato il quesito, in quanto nessuna delle risposte pu essere considerata completa.

(D) ALCUNE OSSERVAZIONI SU QUESITI LA CUI RISPOSTA DIPENDE DALLA CULTURA PERSONALE E NON DAL CURRICULUM DI STUDI

Sono poi stati rilevati un ristretto numero di quesiti che richiedono una conoscenza della storia, della letteratura e della cultura cinesi che non si acquisisce con i corsi di laurea universitari richiesti per l'accesso al test preliminare del TFA. Le risposte a tali quesiti possono essere date solo ed esclusivamente sulla base di studi o specializzazioni personali e non hanno alcuna attinenza con il materiale che tenuto a padroneggiare un docente di lingua e civilt cinese nelle scuole superiori

(tanto che, come detto, le risposte in questione non possono essere date neppure dai libri di testo inseriti nel curriculum studiorum di un laureando o di un laureato). Un caso su tutti: il quesito no. 21 che chiedeva chi fosse l'autore del Canone del t (si tratta di Lu Yu, autore di epoca Tang), ma anche del quesito no. 27, nel quale viene chiesto in quale festa sia confluita in epoca Tang la celebrazione chiamata (o Festa dei cibi freddi).

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