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Non vi siete mai chiesti se e' piu' *nevrotico* sentirsi *sicuri* di qualche cosa, o sentirsi *insicuri* ?

In un mondo dove la sicurezza non esiste in nulla, dato che il tempo e' una dimensione unidirezionale nella quale non ci si puo' muovere a piacere, dove tutto potrebbe cambiare nelle prossime 24 ore, dovrebbe essere il 'sentirsi sicuro' di qualcosa, che dovrebbe essere considerato 'nevrotico', dato che ogni senso di sicurezza assomiglia molto di piu' ad una fede religiosa che ad una certezza scientifica. Quindi sarebbe giusto dire che il 'sentirsi insicuri' e' *normale* e che il *sentirsi sicuri* e' *nevrotico* o perlomeno azzardato e *ottimista*. E qui mi ricollego ai positivisti Locke, Berkeley e Hume, studiati al liceo, e come loro hanno risolto la questione. Cosa indispendabile per dare una certo senso alla 'scienza', all'empirismo, quale strumento di progresso. Cioe' si deve in qualche modo assumere che le leggi della natura siano valide anche domani mattina. Alrimenti una persona 'normale', non potendo 'aggrapparsi' a nessuna certezza, dovrebbe sedersi ed aspettare la morte, proprio come un 'malato psichiatrico'.

Cioe', ripongo una domanda fatta molto tempo fa : le leggi fisiche/cosmologiche, sono esse la 'causa prima' delle nevrosi ? In altre parole, quando Dio caccio' Adamo ed Eva dal paradiso terrestre, si e' forse dimenticato di aggiungere '...e soffrirete di nevrosi fino alla fine dei secoli...' ???

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